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Da un blog: Io, gay, ho perso il mio ragazzo


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E' lunga, vi avverto ! se volete leggerla dalla fonte, il link è il seguente http://www.saveriotommasi.it/blog/io-gay-ho-perso-il-mio-ragazzo

 

PS NON è ROBA MIA !

 

 " Io, gay, ho perso il mio ragazzo

Un anno fa, il 25 aprile, uscii per la prima volta con un ragazzo che mi aveva presentato il mio migliore amico settimane prima. Fu uno dei giorni più belli della mia vita perché mi sentivo tranquillo, felice e compreso. Purtroppo sono una persona eccessivamente timida, introversa, ed allora ero ossessionato dai miei genitori, i quali mi spiavano con ogni mezzo e non approvavano molto che uscissi con dei ragazzi, tutto questo aggravato dalla mia paura di essere aggredito o picchiato per strada (nonostante viva in una città universitaria abbastanza moderna e aperta).

Per questo futile motivo non riuscivo a dimostrare il mio affetto al ragazzo che mi piaceva, non riuscivo a tenerlo per mano a stargli vicino in pubblico, solo raramente trovavo il coraggio di baciarlo per strada, andavamo sempre in un bellissimo parco, quasi sempre deserto, ma io provavo timore, vergogna e paura anche solo di tenerci per mano. Mi vergognavo ad uscire con lui quando erano presenti le sue amiche o i suoi amici, anche se loro erano felici di vedermi o addirittura curiosi. Ho fatto tantissime figure di merda e tantissime scenate, lui ci rimaneva male, ma la cosa che mi distruggeva era che lui mi perdonava sempre...

Siamo stati insieme tre mesi, nonostante le mie paranoie sono stati i mesi più belli e ricchi della mia vita, io cercavo di migliorarmi ma non ci riuscivo molto, ero molto legato a lui e lui mi voleva bene e comprendeva le mie paure, lui appariva così solare come se non gli interessassero le opinioni degli altri.

Ma scoprii presto che lui se la passava peggio di me, che la situazione nella sua casa non era delle migliori a causa del suo orientamento: anche se i suoi non lo hanno mai trattato male mi disse che non mi avrebbero mai voluto accettare, perché ero più grande di lui (di soli tre anni), ed anche perché ero un ragazzo. Mi confessò di essere depresso. Era molto misterioso, sempre arrabbiato, io non c'entravo nulla, ma sicuramente non ho migliorato le cose con la mia insicurezza.

Mi lasciò dopo tre mesi e mezzo di relazione e non voleva più parlarmi, era strano, con tutti. Sono stato male per lui per tutta l'estate e continuavo a cercarlo nonostante non volesse più parlare con me. Mi disperava l'idea che il tutto potesse essere colpa mia. Lo rividi un'ultima volta, in inverno, ma era scontroso un po' con tutti e si arrabbiava per nulla, come se fosse stato molto stressato. Non voleva parlare ed io avevo tanto bisogno di lui.

Quel pomeriggio il mio migliore amico mi telefonò e mi disse di restare calmo e di ascoltare quello che aveva da dire. Cercò di spiegarmi che il mio ex ragazzo si era impiccato il giorno prima e che ora si trovava in ospedale. Io non riuscivo a capire cosa avrei dovuto rispondere, neppure riuscii a pensare in quel momento, nella mia mente c'era solo il vuoto più totale, era come se il terreno mi fosse crollato sotto i piedi. Sono partito per l'ospedale, ci sono stato un pomeriggio, poi sono tornato a casa, pensai di tornarci ancora dopo pochi giorni ma fu troppo tardi.

La mattina del suo funerale ero troppo sconvolto e persi quel maledetto treno, non potei neppure salutarlo per un ultima volta. Ma qualche tempo più tardi realizzai che non avrei mai potuto reggere se ci fossi andato. Ero prosciugato, totalmente, in me non c'era un grammo di voglia di vivere. Solo due persone conoscono la mia esperienza: non i miei genitori, non i parenti o gli amici, neppure i suoi genitori sanno chi sono stato per lui... io sono stato il suo primo ragazzo e lui lo è stato per me: il suo ed il mio primo bacio e non sono riuscito a dirlo a nessuno.

All'inizio fu terribile, Le mie intere giornate ruotavano attorno a lui, non riuscivo a passare un minuto senza sentire il vuoto che aveva lasciato. Era la mia ombra che mi tormentava, avevo attacchi di panico continui, non mangiavo, non dormivo, non studiavo, non riuscivo più ad uscire.

Con il tempo sono riuscito a trasformare questa cosa in un dono: il dono di avere sempre vicina la persona che ho amato, a cui ho voluto tanto bene, tramite i ricordi e le emozioni. Visito continuamente i posti dove andavamo insieme, lo immagino vicino a me nella panchina del parco dove sedevamo sempre, vado spesso a trovarlo e sto ore a sedere parlando con lui di mille ricordi. Ora è diventata la mia luce, che mi segue ovunque vado, è la mia ispirazione, la mia ragione di vita. Prima quando sentivo parlare di episodi di omofobia avevo paura, terrore, vivevo nel silenzio, nell'imbarazzo, nella vergogna. Prima non sarei mai riuscito a reagire in alcun modo, adesso ho la forza di reagire, per qualsiasi cosa penso a lui, alla sua dolcezza e alla sua testardaggine, lui mi spingeva a reagire, e mi spinge a reagire e a lottare anche ora.

Infatti sto iniziando a parlare di me ad altre persone, amici, e mi sento sempre più libero; ma la mia esperienza la riesco a condividere con pochi perché molto seria e molto personale... scusate la lunghezza di questa mia lettera ma per me era importante condividerla con qualcuno. Grazie.

Vorrei aggiungere che quello che ho raccontato è strettamente personale e il mio scopo è quello di trasmettere la tolleranza verso le persone e non l'odio, non voglio una vendetta insensata, perchè il problema da risolvere è un altro, è l'odio tra gli abitanti di questo pianeta e non voglio che persone sconosciute vengano offese, perchè nè io nè gli altri sappiamo davvero come sono andate le cose. L'unica cosa certa è che in questo mondo esiste un confitto tra quello che siamo e quello che vogliono gli altri, il mio obbiettivo è far capire che se una persona è eterosessuale, omosessuale, bisessuale, transessuale, donna, mancina, nera o asiatica non va contro i diritti di nessun'altro e che voler cambiare la vita di qualcuno per farlo diventare un'altra persona, per motivi religiosi o nascodendosi dietro un'opinione è inutile e pericoloso e lede il diritto alla felicità, al benessere e alla vita stessa di un individuo.

La vita è corta, è troppo corta per odiare gli altri, amate le altre persone, state vicino a chi ne ha bisogno, non abbandonate le persone, perche da un giorno all'altro potrebbero scomparire sotto i vostri occhi. "

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https://www.gay-forum.it/topic/29149-da-un-blog-io-gay-ho-perso-il-mio-ragazzo/
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Commento qui per lasciare il primo topic occupato solo dal testo .

 

Allora, che idea vi fate?

 

Non lo so, io sono rimasto interdetto . Il disagio mi pare ben bilanciato tra i due, espresso in modo diverso ma di uguale forza . 

 

Non mi torna l'atteggiamento dello scrivente, questa infatuazione incredibile postuma per uno con cui si è stati -e si conosce solo da- tre mesi . Lo vedete anche voi come un teatrone drammatico in cui il protagonista coglie il suicidio per rendersi protagonista di un feuilleton d'altri tempi in cui si strugge, si dispera, si prosciuga e cambia come novello Scrooge, o solo io ho quell'impressione ?  Sul serio una storiella di tre mesi vissuta quasi con vergogna e senza intuire il malessere di chi si ha accanto può causare tutto questo ?

 

 

Che cosa ne pensate ?

Ammetto di essermi commosso, e non so se questo possa servirti, ma credo che il tuo amato non si sia suicidato perché era omosessuale.

Sono convinto che un omosessuale abbia la vita mediamente più difficile, specie se è una persona molto sensibile.

E' giusto fare una lotta di civiltà per rendere migliore questo schifo di mondo. Ma credo che in pochi casi l'orientamento sessuale

sia la causa che spinge le persone a un gesto così estremo. Spesso il motivo è più profondo: una depressione profondamente connaturata

alla natura di alcuni uomini, un "male di vivere" inestirpabile, un disturbo della personalità, borderline, paranoide, dissociativo o quello che vuoi.

Tu hai agito come avrebbero agito tante persone. Le cose, purtroppo, accadono, non tutti sono capaci di reggere l'urto dell'esistenza, perché, diciamocelo,

in questo mondo, tra l'esserci e il non esserci, è meglio non esserci. Il tuo senso di colpa sarà grande, ma ti assicuro, anche per esperienza personale, che

tu non avresti potuto fare nulla. Spesso si è cieci e non si capisce l'amore altrui quando si sta troppo male. Non avresti potuto fare nulla, credimi.

Purtroppo per la gente è inaccettabile un lutto simile, che un essere umano ponga fine alla propria esistenza, ma è nella natura delle cose.

Alcune persone hanno una naturale forza autodistruttiva e il loro naturale vivere è smettere di vivere. Sono concetti che la società ancora

non è pronta ad accettare. Non è abbastanza matura. Spesso veliamo delle realtà così dure da accettare con progetti, con lotte per i diritti civili, con grossi paroloni, ma

spesso la verità è tanto diversa quanto sconcertante.

Tu stesso non puoi capire cosa si agitasse nell'animo di quel ragazzo, e sono sicuro di poterti dire che tu non hai grandi colpe.

Forse un giorno la società capirà che alcune persone sono destinate a fare questa fine e che stronzate tipo "forza di volontà", "volere è potere" sono

virtù di chi nasce costituzionalmente "forte".. E va bene così; accade.. Un giorno lo accetteremo.

davydenkovic90

Sono d'accordo quando dici del feullietton, tipicamente italiano, che comprende sempre il far soffrire e morire il gay all'interno della storia, perché così la storia piace di più.

Però racconta, in fondo, qualcosa di vero, purtroppo.

E' tipico dei gay vivere un'adolescenza ritardata, comportarsi da 13-14enni quando se ne hanno invece 20-21, è tipico innamorarsi e aver paura di cosa pensa la gente. Lo sto vivendo anche io, non siamo così "pubblici" soprattutto sui social dove chiunque ci può vedere (un po' perché non ci interessa, un po' perché non vogliamo che certe persone sappiano e parlino alle nostre spalle)

quindi sì, ci sta di investire tutto in una relazione così segreta e ci sta anche che in soli tre mesi (a volte anche meno) un ragazzo si innamori di un altro. ho sentito storie di persone che sono state male anni per essere state scaricate dopo qualche uscita. (parlo di ragazzi gay). fa tutto parte, come dicevo prima, di un'adolescenza non vissuta, molte volte, o ritardata, dell'ipersensibilità di noattri froci, fomentata dai punzecchiamenti che riceviamo e abbiamo sempre ricevuto da Vaticano e company.

Comunque non mi piace lo stile in cui è scritta...banaleggiante e piena di luoghi comuni, frasi fatte, errori ortografici.

Edited by davydenkovic90

 

 

questa infatuazione incredibile postuma per uno con cui si è stati -e si conosce solo da- tre mesi . Lo vedete anche voi come un teatrone drammatico in cui il protagonista coglie il suicidio per rendersi protagonista di un feuilleton d'altri tempi in cui si strugge, si dispera, si prosciuga e cambia come novello Scrooge, o solo io ho quell'impressione
 

 

concordo

 

intanto ci sono contraddizioni insanabili: la storia dura 3 mesi, prima dice che il ragazzo era sempre solare e non faceva capire i suoi disagi, poi che era sempre arrabbiato......ma non parla di un'evoluzione nel corso di quei tre mesi, è una pura contraddizione, una riabilitazione, un tentativo di sovrapporre un'immagine ad un'altra più confacente(di solito tutti i morti giovani sono sempre detti "solare e amante della vita" ma d'altronde che amore tragico sarebbe senza depressione?).

 

è una sorta di idealizzazione postuma: siccome ormai è morto, non potrà più scaricarlo, dunque è un grande amore perfetto

 

di adolescenti che si crogiolano nelle possibilità di rendersi protagonisti che comporta il suicidio di un ex, di un amico o anche solo di un lontano conoscente ne ho visti molti

 

la parte gay sta nell'idealizzazione di una relazioncina di 3 mesi

Storia molto triste. L'ho letta con il magone.

 

In merito alle questioni che ha posto Ghosthunter...io credo che sia anche il senso di colpa che ha giocato le sue carte.

 

Una storia di tre mesi può essere importantissima, specialmente se non l'hai ancora digerita e non puoi pretendere più di chiarire.

@@Mak ..... ma ho specificato che non sono io!!!! XD XD XD

 

Come ho scritto e commentato, è tratto da un blog, ho specificato il perchè l'ho pubblicata e i miei dubbi :D

ah, sìsì, ho scritto nell'eventualità che leggesse il post..Gli ho dato del "tu" in modo generico..

Un bacino, Ghost <3

mmhh..

tutto sto pippone per una storia durata manco 4 mesi, con uno che prima tronca e poi se ti incrocia manco ti saluta???

 

A parte tutto il discorso contraddizioni che giustamente avete già fatto voi,

l'unica cosa davvero gaya che qui vedo è st'indole al melodrammatico spinto che c'abbiamo noi froci italici.

 

Insomma, mi pare più una sceneggiatura scritta apposta per le lacrime delle telecasalinghe della D'Urso (già me la vedo colla faccina che se ne esce co frasi tipo "porelli, pure loro c'hanno diritto a esse felici") che qsa di reale/realistico

Quante stupidate... A me la storia non commuove perché non ci vedo niente di così speciale in questa breve storia o almeno dalla descrizione si capisce ben poco, ma di sicuro la bellezza di una storia non si misura dal tempo passato insieme. Anzi credo che una breve storia troncata da brutte cause possa rendere più facile la mitizzazione e idealizzazione di quest'ultima. Scadiamo nel banale e pensiamo a Titanic, jack muore nel momento giusto per rendere immortale questa storia e rose potrà illudersi di questo visto che non ha voluto possibilità di vedere la realtà dei fatti in terraferma. Jack le sarebbe stata sempre fedele? Le differenze sociali tra i 2 erano fattibili nella realtà? Visto che Rose non ha avuto modo di vederlo può illudersi che tutto ciò sarebbe sempre stato così :D

Tempo fa ebbi un'allucinazione fonica (il fenomeno per il quale prima di addormentarsi si possono udire delle voci confuse) e tra le varie parole che serpeggiavano per il mio cervello in quel momento mi è rimasta in mente la locuzione "etica del vedovo". Mi sono ripromesso che prima o poi l'avrei usata per definire qualcosa ed ecco che posso farlo: tiè.

odio i melodrammi, non fanno per me, sono troppo vecchio per le pippe mentali, godetevi la vita, se la famiglia non vi accetta fateglielo pesare, vedrete come tornano indietro non appena uscite di casa, io non sono mai stato accettato dalla famiglia del mio ex, pace, chissenefrega, vadano al quel paese :) 

Una delle tante storie che hanno commosso il popolo del web.

Prima o poi si impara a non commuoversi per queste... queste.

 

La storia in sé potrebbe anche essere verosimile, ma il tono

con cui è scritta non è credibile.

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