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Legge sulle Unioni Civili


Sbuffo

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Il papa può dire e fare quello che vuole, non dovrebbe imporre alcunché se non dentro alle chiese e fine, chi vorrà potrà seguirlo e chi non vorrà farà altro... I parlamentari italiani sono tenuti a discutere su tutto ciò che riguarda uno stato e non essendo re/regine/dittatori e compagnia bella dovrebbero prendere ciò che la maggioranza (in teoria guidata dal popolo) decide, se una legge viene approvata con la maggioranza va bene così...

Che alcuni sentendosi portatori di assoluta verità inizino ad offendere o giudicare alcune categorie non dovrebbe succedere, almeno in una società civile, ma si sa che di civile c'è poco quindi ogni pretesto è buono per portare consensi e di conseguenza potere nelle proprie mani... Servirebbe una legge chiara e precisa e che venisse fatta rispettare giusto da far pensare 2 volte se è il caso o meno di offendere o altro nei confronti di alcune categorie...

 

Un'altra cosa simpatica sono quelli de "i veri problemi sono altri" ovvero adesso che la legge è stata fatta e il problema è risolto perché quelli che erano tanto presi dagli altri problemi parlano solo di questa legge? Oltretutto se le unioni civili non erano un problema perché non è stato aperto il matrimonio alle coppie omosessuali 20 anni fa con una seduta di qualche ora giusto il tempo di mettere tutto in regola?

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I politici si fanno condizionare da tante cose tra cui chiesa, lobbies, opinione pubblica, sondaggi,....

 

Marchini candidato a sindaco di roma lo ha dimostrato.

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che poi a me ste cose mi mandano ai matti..

 

stamattina, dibattito x radio avente per tema

CisZSs-WgAAgK_l.jpg

ne discutono (in ordine di locandina):

1 vescovo

2 vaticanisti (???)

1 ex ministro della giustizia democristiano

1 sociologo -cattolicissimo-

1 -ex- radicale

1 sindaco piddino

 

oh, ci fosse un frocio dichiarato & militante!!!!

parli di NOI e non inviti nessuno della parrocchia????

Anzi, preferisci i topi di sacrestia????

qualcuno trova un barlume di logica in tutto ciò??

 

-poi non venitemi a dire che sti talk (che siano in radio o in tv cambia poco) non siano leggerissimamente pilotati fin dall'impostazione che gli voglion dare!-

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i politici cercano i voti cavalcando sui fenomeni d'attualità
mi piace molto questa sintesi, è efficace e semplice.
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Corriere della Sera

 

Cosa succederà se e quando un sindaco italiano rifiuterà di celebrare un’unione gay? La questione si porrà non appena la norma approvata in via definitiva la scorsa settimana diventerà esecutiva. Almeno 220 primi cittadini leghisti, infatti, si sono già impegnati firmando una lettera in cui annunciavano l’«obiezione di coscienza» contro le unioni civili. «Tutti i sindaci leghisti della Lombardia non faranno celebrare matrimoni fra persone dello stesso sesso nei loro comuni: come prima i sindaci favorevoli si inventavano dei riti per le nozze gay, noi che siamo contrari adesso ci opporremo», sintetizza il segretario lombardo del Carroccio Paolo Grimoldi. «Per me c’è l’obiezione di coscienza come con l’aborto» ha dichiarato tra gli altri il sindaco di Padova Massimo Bitonci. Lunedì si era levata anche la voce di papa Francesco: «Una volta che la legge è approvata, lo Stato deve rispettare le coscienze», ha detto in un’intervista al quotidiano francese La Croix, senza richiamare direttamente la norma italiana sulle unioni gay. «In ogni struttura giuridica, l’obiezione di coscienza deve essere presente perché è un diritto umano. E questo vale anche per un funzionario del governo, che è una persona umana. Lo Stato deve anche rispettare le critiche».

 

Il testo della legge

Nella Cirinnà, però, non si fa esplicita menzione del diritto all’obiezione di coscienza. «Il testo non lo prevede», spiega Marco Gattuso, magistrato del Tribunale di Bologna e fondatore del sito di studi giuridici sulle questioni lgbt Articolo29. «Quello che il sindaco può fare, però, è delegare qualcun altro, proprio come accade anche per i matrimoni eterosessuali», aggiunge Gattuso. «Ma quando il sindaco celebra le unioni gay lo fa come ufficiale di stato civile, è la longa manus del governo. E in quanto pubblico ufficiale non ha la possibilità di non applicare una legge per ragioni di coscienza. Vale pure per me che sono un giudice: anche se non condivido una norma non posso non applicarla. Rifiutarsi significherebbe compiere un reato: l’omissione di atti di ufficio». La possibilità di delegare, inoltre, non risolve del tutto la questione. «Se c’è un sindaco che ha dei problemi personali, potrà non celebrare personalmente le unioni. Ma gli sconsiglierei di dichiarare che è per motivi di contrarietà», suggerisce Gattuso, «sarebbe una scelta di natura discriminatoria e gli atti discriminatori sono vietati ai dipendenti pubblici».

 

I decreti attuativi

Tra le ipotesi circolate in questi giorni c’era quella che l’obiezione di coscienza venisse introdotta nei decreti attuativi. Micaela Campana, responsabile diritti della segreteria nazionale del Pd, lo esclude tassativamente. «È impossibile. Come hanno confermato i giuristi auditi in commissione durante l’esame del progetto di legge, non è prevista obiezione per chi esercita funzione pubblica: si trasformerebbe in omissione di atti d’ufficio secondo l’articolo 328 del codice penale», ribadisce. «Prevedere l’obiezione di coscienza in fase attuativa significherebbe inoltre introdurre un contenuto nuovo e non previsto della legge», conferma Angelo Schillaci, costituzionalista e ricercatore all’Università La Sapienza di Roma. «Sarebbe quello che in termini tecnici si chiama “eccesso di delega” e i decreti attuativi diventerebbero così incostituzionali. Anche se si decidesse di inserire l’obiezione di coscienza in quella sede, di fronte al primo sindaco che si rifiutasse di celebrare le unioni civili, i cittadini potrebbero rivolgersi a un giudice perché sollevi la questione di costituzionalità di fronte alla Consulta». L’obiezione di coscienza, infatti, può essere regolata soltanto da una apposita legge.

 

L’esempio della 194

In Italia è successo solo in due casi: per il servizio militare quando ancora esisteva la leva obbligatoria e per i ginecologi che non vogliano praticare aborti. Nel 1978, con l’approvazione della legge 194 che regolava le interruzioni volontarie di gravidanza, l’obiezione di coscienza fu prevista anche per tutelare i medici che avevano intrapreso la professione quando ancora gli aborti erano vietati. Inoltre, il diritto dei medici a rifiutare gli interventi ha comunque dei limiti: «L’articolo 9 della legge 194 stabilisce la possibilità di obiettare solo quando ci sono motivi di coscienza», spiega Marilisa D’Amico, professore di Diritto costituzionale all’Università Statale di Milano, «e vieta di farlo quando la donna sia in pericolo di vita».

 

Polemiche

E anche così non mancano le polemiche: di fatto in molte regioni italiane la presenza sistematica di ginecologi obiettori (sono il 70% a livello nazionale, superano l’80% in Campania, Puglia e Sicilia e il 90 in Basilicata e Molise) rende difficile la tutela della salute delle donne. «La legge obbliga le regioni e gli ospedali a garantire il servizio anche ricorrendo alla mobilità. Ma in realtà questo non accade», aggiunge D’Amico, «e l’Italia è stata condannata dal Comitato europeo per i diritti sociali con ben due pronunce perché applica male l’articolo 9 della 194. L’ultima è di un mese fa».

Edited by Rotwang
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Come mai il problema dell'obiezione di coscienza per le unioni civili e i matrimoni gay esiste solo in certe nazioni e non in altre come svizzera, danimarca, svezia,....

 

Non sara' che al posto di una obiezione di coscienza vera e' un atto politico spacciato per coscienza ?

Edited by marco7
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Hinzelmann

Sarebbe a dir poco incoerente, garantire l'obiezione di coscienza

rispetto ad un atto che direttamente non va ad incidere sul matrimonio

mentre non la si garantisce nel caso di divorzio, quando il giudice e l'avvocato

letteralmente "distruggono" un matrimonio esistente.

 

Tuttavia poichè il divorzio riguarda gli etero, mentre le unioni civili solo i gay

è ben possibile che si arrivi anche a far due pesi e due misure

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Ma in concreto cosa potrà succedere con la faccenda dei sindaci obiettori, che mi da l'idea che sono veramente tanti? Delegheranno qualcuno? Non credo che un comune possa rifiutarsi di applicare una legge statale...

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sindaci obiettori, che mi da l'idea che sono veramente tanti?

 

Un po' di ottimismo pliz.....

Dove hai letto che sono tanti? A parte quei 4 sindaci (ndr. 4 gatti) dei comuni piacentini che hanno detto no.. e i leghisti vari non mi sembrano tanti. Se poi gli viene il mal di pancia e mollano l'incarico a un assessore favorevole.. tanto meglio. 
Verranno foto con sorrisi normali e non con quella boccuccia a culo di gallina o come se avesse uno spicchio di limone in bocca come fanno alcuni. 

Dobbiamo essere ottimisti. 
Il grosso è stato fatto.. alcuni muri sono stati abbattuti. Bisogna continuare la "guerra" verso il matrimonio egualitario.  

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Un po' di ottimismo pliz.....

 

Dove hai letto che sono tanti? 

 

Beh, si parla di circa 220 sindaci su 7900 comuni italiani, non mi sembrano tanto pochi in effetti...

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@@Fabius81, 220 sindaci su 7900? 

Se la matematica non mi inganna... sarebbe il 2,8%. 

Giusto? 

Ti sembra tanto? ;) 

Aggiungi i vari assessori favorevoli ecc... e se in un Comune non riesci a sposarti.. o fai ricorso e sanzioneranno il Comune.. o vai in un altro Comune più favorevole. 
 

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Hinzelmann

Non credo che la legge Boschi Alfano preveda una

sanzione specifica, tuttavia esiste l'art 328 cp

 

Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubbblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.
Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l'atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a milletrentadue euro. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa

 

Se è una "bufala" come in molti pensano diranno che rifiutano la "celebrazione"

( che peraltro non esiste in termini formali mancando le pubblicazioni e una denominazione

del procedimento quale "celebrazione" ) ma compiranno lo stesso l'atto delegandolo ad un

impiegato del Comune, in un ufficio piccolo e angusto etc

 

Ma questa non è una vera obiezione di coscienza, è la finzione di una obiezione ad una

finta celebrazione ( una di quelle cose per cui all'estero ci prendono in giro come poco seri )

 

Se è una vera obiezione al procedimento previsto della legge non delegheranno la funzione

ma incorreranno nel reato di cui sopra, con il rischio di commissariamento ( che però sarebbe

un atto ad iniziativa di Alfano essendo di natura prefettizia ) o di causa al TAR per nomina di un

commissario ad acta, nel caso di inerzia del governo

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cmq possono sempre delegare a un funzionario di stato civile, se proprio aborrono l'idea...


 

 

compiranno lo stesso l'atto delegandolo ad un impiegato del Comune, in un ufficio piccolo e angusto etc

già adesso i matrimoni civili li fanno in certi tuguri..

m'è capitato di andare a qualche matrimonio alla saletta del comune a caracalla, che è di uno spoglio terrificante!

-ma aiutatemi a dì brutta...-

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cmq possono sempre delegare a un funzionario di stato civile, se proprio aborrono l'idea...

 

 

già adesso i matrimoni civili li fanno in certi tuguri..

m'è capitato di andare a qualche matrimonio alla saletta del comune a caracalla, che è di uno spoglio terrificante!

-ma aiutatemi a dì brutta...-

 

Effettivamente sono ben pochi i sindaci che celebrano direttamente i matrimoni, specialmente quelli dei piccoli comuni che hanno già da fare ventimila cose, di solito delegano a qualche dipendente dello stesso comune.

Poi c'è anche da considerare che in piccoli paesetti ancora bigotti saranno ben poche le coppie gay che andranno a registrarsi...

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Si, ma non ho mica capito perché uno debba sposarsi per forza nel suo comune di residenza.. 

Ognuno sceglie dove sposarsi.. anche sulla spiaggia.. o in una villa cinquecentesca.. o in una chiesa sconsacrata. 

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Hinzelmann

 

 

già adesso i matrimoni civili li fanno in certi tuguri.. m'è capitato di andare a qualche matrimonio alla saletta del comune a caracalla, che è di uno spoglio terrificante! -ma aiutatemi a dì brutta...-

 

Credi sia un caso?

E' per incentivare il matrimonio concordatario...

 

Sempre meglio delle sale ardenti dei crematori

per i funerali civili etc

 

Fai la tara ed immaginati cosa sarà

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Beh, teoricamente, lasciano intatta la parte sulle convivenze (etero e omo), quindi potrebbero dire che comunque una disciplina minima c'è.

 

sarebbe comunque un quesito eterogeneo e quindi inammissibile

 

 

 La CEI e Avvenire l'hanno già capito...

 

anche il cardinale Sandri mi è sembrato molto scettico se non decisamente contrario

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Hinzelmann

Più che altro la CEI mi sembra divisa, questo è il problema preliminare

 

Da un lato si teme di essere scavalcati da iniziative "della base" ( Family

Day ---- Movimento per la Vita ai tempi dell'aborto etc ) dall'altro Papa

Francesco non ha dettato una linea precisa, Bagnasco e Ruini rappresentano

una "ala dura" che mantiene i contatti coi movimenti pro family, ma Galantino e

coloro che godono dell'appoggio del Papa, al di là dei condivisi toni di condanna

della legge, non sarebbero convinti del referendum.

 

Quindi è evidente che si trovano dichiarazioni dell'uno e dell'altro partito ( anche se

mascherate dall'ambiguità clericale che impone una sorta di centralismo democratico

cioè una unità "apparente" )

 

D'altronde una legge migliore di questa ( per loro ) e peggiore per noi, è difficilmente

immaginabile mentre le conseguenze politiche di un referendum sarebbero gravi

 

Come minimo preferirebbero aspettare un Renzi indebolito, prima di decidere

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questa cosa dell'obiezione di coscienza è di una tale idiozia che spero si trovi qualcuno in Italia disposto a metterla in pratica per vedere che gli succede

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Ma c'è una data più o meno certa sulla firma da parte di Mattarella? Se non firma entro il 10 giugno la legge decade ricordiamocelo...

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Se non firma entro il 10 giugno la legge decade ricordiamocelo

questa mi giunge nuova..

sei SICURO de st'affermazione?

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Se non firma entro il 10 giugno la legge decade ricordiamocelo...

 

Secondo gli articoli 74 e 75 della Costituzione le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dall'approvazione del Parlamento, eccetto il caso che egli le rimandi alle Camere per una nuova deliberazione, ma, se nuovamente approvate, devono essere promulgate.

In difetto, si potrebbe configurare il reato di attentato alla Costituzione per abuso di potere o meglio per impedimento al potere legislativo del Parlamento.

Edited by Mario1944
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Sì vabbè stiamo parlando del mondo del surreale, nei prossimi giorni sicuramente arriverà la firma del presidente della repubblica.

 

Anche la questione dell'obiezione di coscienza mi pare una buffonata leghista, un sindaco può già oggi delegare altri se non vuole lui stesso sposare due persone, non si può però certamente far venire meno un diritto dei cittadini, se un sindaco lo facesse andrebbe incontro al reato di rifiuto o omissione in atti d'ufficio e anche al rischio di commissariamento del comune.

 

Cmq news sulla possibilità di un referendum sulle unioni civili: la CEI per bocca di Bagnasco ha detto che non sosterrà la raccolta firme per un eventuale referendum abrogativo sulle unioni civili.

http://www.repubblica.it/vaticano/2016/05/19/news/bagnasco_cei_unioni_civili_lavoro_otto_per_mille_vescovi-140138975/?ref=HREC1-18

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Per farvi un esempio di come si procederà nei Comuni.

 

Gazzetta di Modena

 

La legge è legge, ma la polemica sulle unioni civili non si spegne. A Modena si passerà dal registro, già istituito due anni fa, alla nuova normativa. Cosa cambierà quindi per le coppie che decideranno di presentarsi di fronte ad un ufficiale di Stato civile? Lo abbiamo chiesto all’assessore per le pari opportunità, Andrea Bosi.

 

Il testo di legge sulle unioni civili è una conquista, un primo passo, un’occasione persa?

«È certamente tutte queste cose assieme: una conquista, perché ha superato opposizioni incomprensibili che l’hanno osteggiata a lungo; un primo passo, perché anche in moltissimi Paesi che ci hanno preceduto si è cominciato così; un’occasione persa, perché non siamo stati capaci di percorrere fino in fondo il sentiero del pieno riconoscimento del valore universale dell'amore tra una coppia di persone dello stesso sesso».

 

Cosa cambierebbe?

«Preferirei che invece di unione civile tra due persone potessimo parlare di famiglia. È riduttivo inventarsi una forma retorica per descrivere una cosa che già esiste e che, come tale, doveva essere esplicitata. È importante essere giunti al riconoscimento pubblico dell’unione di una coppia omosessuale, ma la sua definizione naturale avrebbe dovuto essere famiglia».

 

Cosa pensa della disubbidienza civile lanciata dalla Lega, che dice ai sindaci di non celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso?

«Non riesco a pensare che un sindaco possa rifiutarsi di applicare una legge dello Stato. Capisco che si concedano esternazioni eccessive, siamo in campagna elettorale, ma credo che alla fine si adegueranno».

 

Al centro della discussioni c'è sempre stata l’adozione di un figlio per le coppie omosessuali: cosa ne pensa?

«La questione è certamente complessa: intanto bisogna distinguere i piani e cioè se si parla di adozioni in senso generale o se si tratta dell’adozione da parte di un membro della coppia del figlio dell’altro partner. In linea di principio credo che la questione di base sia il concetto di “uguaglianza” di tutte le persone. Se l’uguaglianza sostanziale diviene il paradigma che orienta il nostro agire politico non possiamo sostenere tesi che contemplino trattamenti “meno eguali” per taluni rispetto ad altri. Di qui la risposta alla sua domanda: credo nell’eguaglianza di tutti gli esseri umani e credo che le istituzioni abbiano il dovere di fare quanto è in loro potere per abbattere discriminazioni e barriere culturali che ormai sono solo un retaggio storico-culturale».

 

Veniamo al suo ruolo di assessore: si può dire che Modena era già evoluta con l’apertura del registro che ha anticipato questo percorso?

«Modena ha fatto la propria parte promuovendo con determinazione la cultura dell’uguaglianza: dal mese di novembre 2014 abbiamo istituito il Registro delle unioni civili, tenuto presso l’ufficio del Sindaco, che da un lato ha consentito alle coppie che volevano ufficializzare la propria unione di uscire dall’anonimato e di essere cittadini alla pari nella comunità modenese, e dall’altro è stato un atto simbolico per chiedere al Parlamento di provvedere e colmare una lacuna che da troppo tempo caratterizzava il nostro ordinamento. Ma non è stata l’unica azione promossa dal Comune, tra le altre ci sono state le campagne contro l’omofobia, in corso anche oggi, e la convenzione con Arcigay».

 

Cosa cambierà per chi è già nel registro?

«Se vorranno, quando ci saranno i decreti attuativi (che dovrebbero arrivare entro 60 giorni), potranno avvalersi della “costituzione” dell’unione civile: una dichiarazione davanti all’ufficiale di stato civile con due testimoni, come per il matrimonio. L’unione civile sarà poi registrata nell’archivio di stato civile».

 

Quali diritti in più avranno le coppie modenesi rispetto al solo registro?

«Il registro aveva una valenza culturale non era fonte di diritti. Ora, con la legge, cambia tutto: dall’unione civile discendono in concreto diritti e doveri ben definiti: l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione; l’obbligo per entrambe le parti di contribuire ai bisogni comuni, in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo. Per la coppia è prevista la possibilità di assumere l’uno il cognome dell’altro ma ci sono anche effetti molto pratici e concreti come la comunione dei beni e la reversibilità della pensione e del Tfr maturato dal partner».

 

Quante sono le coppie modenesi ad oggi registrate?

«Sono sei in tutto, quattro omosessuali e due eterosessuali».

 

Operativamente il vecchio registro decadrà?

«Sì, con la legge sulle unioni civili, si userà il registro dello stato civile sito all’anagrafe».

 

A quando la prima unione civile secondo la nuova legge anche a Modena? In alcuni comuni dicono di avere prenotazioni.

«Anche noi abbiamo avuto qualche richiesta di informazioni, già durante la fine dell’estate spero di poter celebrare la prima unione civile di Modena».

Edited by Rotwang
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Capricorno57

 

 

Quante sono le coppie modenesi ad oggi registrate? «Sono sei in tutto, quattro omosessuali e due eterosessuali».

Modena fa 180mila abitanti

180.000 sta a 4 come 60 milioni sta a 1300

Penso che 1500 coppie omosex unite civilmente entro il 12-2017 sia un buon risultato... 

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Ma secondo me non ha molto senso quel dato.

 

Perchè prima i registri comunali di fatto non riconoscevano alcun diritto, mentre ora con le unioni civili ci saranno praticamente tutti i diritti di una coppia sposata, quindi credo un numero maggiore di coppie omosessuali saranno incentivate ad universi civilmente.

Edited by Sbuffo
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