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Legge sulle Unioni Civili


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Non ho detto che la colpa è dei gay del gay pride o del muccassassina (che per me è una carnevalata comunque), ma ho detto che per la maggior parte della gente i gay sono quello. E' un problema di percezione.

Ottimo, con questa legge continueranno a pensarlo, anzi penseranno anche peggio, che i gay sono così strani, così alieni alla società civili da non poter formare una famiglia ma da aver bisogno di una formazione sociale specifica per definire quella cosa che gli etero chiamano "io ti amo e tu mi ami, ci sposiamo".

Perchè io sono convinta che, tolta la questione dei figli, "ama e fa ciò che vuoi" è quello che la maggioranza degli italiani pensa dei matrimoni gay.

E anzi sarebbe un passo verso la maturazione del pensiero collettivo che questi gay sono molto più normali di quello che si vuole far credere. Compreso il gay pride che è una cosa così normale che mio marito se ne uscì con una frase rimasta storica "ma sono tutti etero qui?" e mia figlia, che aveva 9 anni, e che io avevo preparato al fatto che avrebbe visto persone vestite in modo appariscente, disse "mamma tutto qui?".

 

Ma quale carnevalata, ma quale formazione sociale specifica. Cos'avranno i gay di specifico... mah...

Io continuo a pensare che qui ci sia solo del gran terrorismo allarmista, tipico dell'italiano medio.

ma quale terrorismo? mica schedano la gente al mucca...

 

Semplicemente stanno amputando la legge in modo che faccia il più schifo possibile. C'è poco da gridare all'allarmismo, i fatti sono quelli.

Che poi sia il massimo ottenibile, possiamo pure discuterne. Che nel diritto il nome che si dà alle cose conti eccome, che conti la "volontà del legislatore" di avvicinare o allontanare le unioni civili dal matrimonio etero con tutto quello che comprata, purtroppo è un fatto.

 

L'italiano medio, semmai, sta già bevendo l'allarmismo del gender nelle scuole, messo su con una precisione temporale perfetta, cosichè le mamme italiche preservino l'innocenza dei loro figli dal pericolo frocio! E non so quanti qui abbiano il polso di quello che succede furoi dalle scuole, nei forum a tema, dal pediatra ecc, il pericolo gender è la nuova suina (...) fermiamo i froci sulla battigia prima che si impossessino dei nostri figli!!!

E io, che non nascondo certo la mia posizione, sono "quella sconsiderata che non si rende conto del pericolo". Sigh.

Ottimo, con questa legge continueranno a pensarlo, anzi penseranno anche peggio, che i gay sono così strani, così alieni alla società civili da non poter formare una famiglia ma da aver bisogno di una formazione sociale specifica per definire quella cosa che gli etero chiamano "io ti amo e tu mi ami, ci sposiamo".

Perchè io sono convinta che, tolta la questione dei figli, "ama e fa ciò che vuoi" è quello che la maggioranza degli italiani pensa dei matrimoni gay.

E anzi sarebbe un passo verso la maturazione del pensiero collettivo che questi gay sono molto più normali di quello che si vuole far credere. Compreso il gay pride che è una cosa così normale che mio marito se ne uscì con una frase rimasta storica "ma sono tutti etero qui?" e mia figlia, che aveva 9 anni, e che io avevo preparato al fatto che avrebbe visto persone vestite in modo appariscente, disse "mamma tutto qui?".

 

Ma quale carnevalata, ma quale formazione sociale specifica. Cos'avranno i gay di specifico... mah...

Guarda, fosse per me il matrimonio gay sarebbe legge da ora e i tizi che hanno promosso questa ennesima differenza finirebbero appesi a testa in giù. Purtroppo però non dipende da me.

Quindi, non me la sento di buttare nel cestino questo ddl MA SOLO SE i contenuti quali l' adozione e tutto il resto rimangano uguali.

Edited by Bad_Romance

ma quale terrorismo? mica schedano la gente al mucca...

 

Semplicemente stanno amputando la legge in modo che faccia il più schifo possibile. C'è poco da gridare all'allarmismo, i fatti sono quelli.

Che poi sia il massimo ottenibile, possiamo pure discuterne. Che nel diritto il nome che si dà alle cose conti eccome, che conti la "volontà del legislatore" di avvicinare o allontanare le unioni civili dal matrimonio etero con tutto quello che comprata, purtroppo è un fatto.

 

L'italiano medio, semmai, sta già bevendo l'allarmismo del gender nelle scuole, messo su con una precisione temporale perfetta, cosichè le mamme italiche preservino l'innocenza dei loro figli dal pericolo frocio! E non so quanti qui abbiano il polso di quello che succede furoi dalle scuole, nei forum a tema, dal pediatra ecc, il pericolo gender è la nuova suina (...) fermiamo i froci sulla battigia prima che si impossessino dei nostri figli!!!

E io, che non nascondo certo la mia posizione, sono "quella sconsiderata che non si rende conto del pericolo". Sigh.

 

Non stanno amputando la legge, ne stanno cambiando solo i termini con la quale è esposta, senza cambiare ciò che prevede, è ovvio si tratti di unioni civili e non di matrimonio, quindi se lo specificano dove sta lo scandalo? Chi si beve il gender pretenderà che gli LGBT si accontentino delle unioni civili, è vero, ma negli ultimi vent'anni senza alcuna legge non mi pare sia stato tanto diverso pretendendo che gli LGBT non avessero alcun riconoscimento/diritto. La lotta non finisce col ddl Cirinnà, lo sa Renzi, lo sa la Cirinnà, lo sanno tutte le persone bene o male sane di mente (anche contrarie).

Ma nemmeno io la voglio buttare nel cestino. Sono una persona pratica e pragmatica, i diritti che verrebber fuori cmq dalla legge (cmq nel senso al di là edl cambiamento "formale") mi fanno gola, serviranno, serviranno in modo pratico alla vita di tutti i giorni, qualcosa forse faranno anche come "accettazione sociale". Tutto fa luce quando sei al buio.

 

MA tra questo e dire che non cambia nulla ce ne passa. E anche a voler esser pragmatici, anche gki ebrei dissero che almeno nel ghetto stavano tranquilli, giusto per ricordarci che a volte le cose sarebbe bene non farsele piacere sempre.

 

Nella giurisprudenza italiana "l'intenzione del legislatore" vale tantissimo. Quindi se il legislatore aveva intenzione di fare una similitudine tra i due istituti questo conterebbe tantissimo, ci sarebbe una lunga coda di vantaggi poi. Ovviamente i ciellini&friends questo lo sanno bene, si troverebbero queste famiglie frocie a rompere le scatole ogni tre per due, proprio perchè "equiparate per l'intenzione del legislatore".

Vabbè adesso non facciamola tragica, vediamo che ne esce fuori come diritti pratici,

 

Ma tutto dipende da quel che uno vuole ottenere:

se si vuole ottenere una tutela giuridico economica della coppia, probabilmente non c'è sostanzialmente molta differenza dal matrimonio e comunque ci sono forse meno vincoli;

se si vuole invece ottenere un riconoscimento politico sociale di parità tra l'amore o per meglio dire tra il legame affettivo omoclito e quello eteroclito, non solo è indubbio che non ci siamo, perché c'è disparità tra i due legami, ma è anche forse peggio che sarebbe se nessun istituto unionista fosse approvato, perché in tal modo si certifica giuridicamente la disparità.

 

Si tratterà di vedere semmai se, l'istituto unionista, nella comune coscienza politico sociale, potrà nel tempo avere la stessa efficacia parificante che avrebbe avuta il matrimonio:

la cosa è incerta, ma non impossibile.

Edited by Mario1944

Non stanno amputando la legge, ne stanno cambiando solo i termini con la quale è esposta, senza cambiare ciò che prevede, è ovvio si tratti di unioni civili e non di matrimonio, quindi se lo specificano dove sta lo scandalo? Chi si beve il gender pretenderà che gli LGBT si accontentino delle unioni civili, è vero, ma negli ultimi vent'anni senza alcuna legge non mi pare sia stato tanto diverso pretendendo che gli LGBT non avessero alcun riconoscimento/diritto. La lotta non finisce col ddl Cirinnà, lo sa Renzi, lo sa la Cirinnà, lo sanno tutte le persone bene o male sane di mente (anche contrarie).

Per me dire adesso NO a questa legge perchè è slegata dagli articoli sul matrimonio è una pazzia, vorebbe dire rinunciare a tanti diritti che saranno realtà. Per me rinunciare ora a questo ddl che potrebbe essere legge fra 2 o 3 mesi vuol dire tornare al punto di partenza, dire che i gay non possono in nessun modo adottare, oppure assistere il compagno malato e così via.

Per il fatto del gender, il ddl buona scuola ormai è legge e non mi pare che ci siano le cosiddette teoria gender. Chi dice il contrario ormai inventa solo calunnie.

Edited by Bad_Romance

Per me dire adesso NO a questa legge perchè è slegata dagli articoli sul matrimonio è una pazzia, vorebbe dire rinunciare a tanti diritti che saranno realtà. Per me rinunciare ora a questo ddl che potrebbe essere legge fra 2 o 3 mesi vuol dire tornare al punto di partenza, dire che i gay non possono in nessun modo adottare, oppure assistere il compagno malato e così via.

 

Poi tante coppie ringrazierebbero vivendo magari problemi di natura sanitaria o economica.

Questo principio opererà contro TUTTI i diritti economico

sociali non espressamente concessi dal legislatore

Esatto, le cose funzionano così. Non è una modifica di poco conto, non è solo un nome (che già cmq non sarebbe poco quando parliamo di diritti civili).

E' una cascata di effetti che non ci saranno, ed è per questo che l'hanno fatto

Segnalo questo contributo, che condivido nel merito.

Con l’approvazione, nella seduta del 2 settembre, dell’emendamento che qualifica l’unione civile tra persone dello stesso sesso come “specifica formazione sociale” ai sensi dell’art. 2 Cost., torna ad accendersi il dibattito sull’iter di approvazione del disegno di legge in discussione al Senato, con particolare riguardo al nodo centrale dei rapporti tra unione civile e matrimonio.
E’ necessario, anzitutto, distinguere il piano politico da quello tecnico.
Sul piano politico, l’emendamento oggi approvato sembra segnare – è difficile negarlo – un certo arretramento, fondamentalmente sul piano simbolico e culturale, rispetto a talune aspettative che si sono andate via via formando attorno al disegno di legge, comunque percepito – da buona parte della comunità omosessuale, ma anche da significativi settori del Partito democratico – come un passaggio soltanto intermedio, di approssimazione alla piena pari dignità sociale delle coppie omosessuali, che potrà essere garantita solo con il raggiungimento dell’obiettivo del matrimonio cd. egualitario.
Sul piano giuridico, invece, la preoccupazione riguarda la qualità del testo normativo, e l’effettiva portata delle tutele riconosciute, specie se, come sembra (ma lo scenario è molto incerto e gli equilibri molto delicati), l’emendamento approvato oggi sarebbe solo il primo di una serie di interventi volti ad approfondire la distanza tra l’unione civile ed il matrimonio.
In particolare, sarebbero allo studio – ma, lo si ripete, il condizionale è d’obbligo – ipotesi di ulteriori emendamenti al testo, volti a rimarcare la distinzione tra l’istituto dell’unione civile ed il matrimonio, attraverso l’eliminazione di alcuni dei rinvii a puntuali disposizioni del codice civile contenuti nel testo, e la loro sostituzione con l’enunciazione espressa dei diritti e dei doveri riconosciuti all’unione civile. Tali emendamenti – ove effettivamente presentati – si aggiungerebbero a quello approvato il 2 settembre, con l’intento di accentuare l’irriducibilità dell’unione civile ai tratti dell’istituto matrimoniale.
Pare dunque necessario interrogarsi sulla reale portata giuridica della definizione introdotta nel disegno di legge, e sul suo rapporto con ulteriori eventuali modifiche al testo attualmente in discussione.
L’emendamento di oggi, da un punto di vista tecnico, non è altro che la recezione della posizione sostenuta dalla Corte costituzionale nelle sentenze n. 138/2010 e 170/14: la protezione delle coppie omosessuali discende in primo luogo, anche in assenza di un intervento del legislatore, dall’art. 2, giacché la coppia omosessuale deve essere considerata alla stregua di una formazione sociale in cui l’individuo svolge la sua personalità, esercitando diritti fondamentali. Il legislatore, nell’esercizio della propria discrezionalità politica – più estesa rispetto alla portata dell’interpretazione che può essere effettuata dalla Corte costituzionale – può decidere di consentire alle coppie omosessuali l’accesso all’istituto del matrimonio, estendendo così ad esse la protezione riconosciuta alla (altrettanto specifica) formazione sociale riconosciuta dall’art. 29. Qualora invece la scelta del legislatore sia – come nel nostro caso – quella di riconoscere la vita familiare delle coppie omosessuali in altra forma, si resta nell’alveo dell’art. 2: di conseguenza, è in questa prospettiva che può giustificarsi il riferimento, introdotto ora nel testo, al concetto di “formazione sociale”.
Altra e diversa questione è, invece, quella dell’effettiva portata normativa di tale definizione. In altre parole, su un piano strettamente tecnico, la modifica approvata oggi al ddl Cirinnà non sembra presentare, se considerata isolatamente rispetto ad altri eventuali interventi di alleggerimento delle tutele, effetti di particolare rilievo. In particolare, essa non sembra pregiudicare la possibilità di sottoporre la (futura) legge a specifici controlli di legittimità costituzionale, sotto il profilo della ragionevolezza del trattamento differenziato rispetto al matrimonio: e non sembra pregiudicarlo, nella misura in cui la definizione introdotta nel testo non vale, di per sé, ad impedire un giudizio di omogeneità tra i due istituti, volto ad assicurare l’estensione all’unione civile di specifiche tutele accordate al matrimonio.
Infatti, anche il matrimonio è una “formazione sociale specifica”, nella misura in cui formazioni sociali “specifiche” sono tutte quelle unioni di persone funzionali allo svolgimento della personalità, attraverso l’esercizio dei diritti fondamentali, ai sensi dell’art. 2. Il rapporto, in altri termini, è di genere a specie: dunque anche la “società naturale” di cui all’art. 29 appartiene al genere delle formazioni sociali di cui all’art. 2, pur avendo ottenuto speciale protezione dal Costituente.
Su di un piano strettamente giuridico, in altre parole, “specifico” non equivale necessariamente a “non omogeneo” o “non sovrapponibile”, ai fini del controllo di ragionevolezza (da parte della Corte costituzionale) o dell’eventuale applicazione dell’interpretazione estensiva o dell’analogia (da parte del giudice comune), specie perché quello che conta in tale sede – sia detto in estrema sintesi – è la sostanza, e non soltanto la forma. E la sostanza dell’unione civile è palesemente quella di un istituto modellato sul matrimonio ad esso omogeneo e dunque aperto ad un giudizio di analogia con quello, come ritenuto, ad esempio, dalla Commissione Affari costituzionali del Senato nel suo parere del 12 maggio 2015.
Ciò che più conta, in definitiva, sono le tutele concretamente accordate: se queste sono modellate sul matrimonio, l’obiettivo di rendere le unioni civili sempre più simili al matrimonio attraverso il controllo di ragionevolezza resta raggiungibile.
Proprio per questo, tuttavia, non si deve sottovalutare il delicato rapporto che intercorre tra l’intervento definitorio e il resto del testo normativo: la definizione “formazione sociale specifica”, infatti, va letta in connessione con le singole tutele accordate, nel contesto di un disegno di legge che – è bene ricordarlo – si regge su un equilibrio saldamente incentrato su un sistema di rinvii puntuali alla disciplina codicistica e su clausole di adeguamento interpretativo dell’ordinamento al nuovo istituto (si pensi soprattutto all’art. 3, comma 3).
In altre parole, se alla definizione di “specifica formazione sociale” dovessero accompagnarsi ulteriori interventi di alleggerimento delle tutele riconosciute alla coppia omosessuale, potrebbe essere messa a rischio la tenuta complessiva del disegno di legge, che verrebbe colpito proprio in uno dei nodi centrali della sua ratio, che è quella di introdurre un istituto alternativo al matrimonio, ma su questo modellato secondo criteri di ragionevolezza.
Come posti su due piatti di una stessa bilancia, il concetto di “formazione sociale specifica” e l’intensità delle tutele accordate stanno assieme finché stanno in equilibrio, nel quadro di una legge “buona”, cioè tecnicamente solida e sorvegliata nell’uso linguistico. La politica e il diritto devono incaricarsi di sorvegliare e garantire la stabilità di quella (sensibilissima) bilancia e, di conseguenza, l’effettività dei diritti riconosciuti alle coppie omosessuali, secondo elementari criteri di giustizia.


Fonte: http://www.articolo29.it/2015/le-parole-la-politica-il-diritto-cambia-davvero-qualcosa-con-lapprovazione-dellemendamento-fattorini/

in altre parole, “specifico” non equivale necessariamente a “non omogeneo” o “non sovrapponibile”

 

Questo lo dice lui!

 

Dovrebbe significare esattamente quello invece, se le

parole hanno ancora un significato in italiano

 

Poi immaginare che per ogni diritto uno debba passare dal vaglio

dell'esame di ragionevolezza della Corte Costituzionale, essendo

in realtà preclusa l'interpretazione analogica al giudice comune, può

sembrare ininfluente solo ad una persona che non ha bisogno di un

diritto in tempi brevi o ha molti soldi da spenderci sopra.

 

Questo per non considerare il fatto che la Corte Costituzionale potrebbe

di volta in volta dichiarare anche la disomogeneità. Ma la questione impegnerà

giuristi molto più quotati di un assegnista alla Sapienza e necessita un testo definitivo

da leggere.

 

Quel che si può dire ora è che è una forte umiliazione e costituisce un grave

pericolo

Ma tutto dipende da quel che uno vuole ottenere:

se si vuole ottenere una tutela giuridico economica della coppia, probabilmente non c'è sostanzialmente molta differenza dal matrimonio e comunque ci sono forse meno vincoli;

se si vuole invece ottenere un riconoscimento politico sociale di parità tra l'amore o per meglio dire tra il legame affettivo omoclito e quello eteroclito, non solo è indubbio che non ci siamo, perché c'è disparità tra i due legami, ma è anche forse peggio che sarebbe se nessun istituto unionista fosse approvato, perché in tal modo si certifica giuridicamente la disparità.

 

Si tratterà di vedere semmai se, l'istituto unionista, nella comune coscienza politico sociale, potrà nel tempo avere la stessa efficacia parificante che avrebbe avuta il matrimonio:

la cosa è incerta, ma non impossibile.

 

Come già detto è una questione ideologica giusta, giustissima ma anche prima si chiamavano unioni civili e non matrimonio. Ad ogni modo qualora passasse in questi termini la legge poi la Corte Costituzionale farebbe il resto con una sentenza addittiva visto che il suo orientamento è chiarissimo in materia.

 

Detto ciò penso a tante coppie gay che finalmente potranno vedere riconosciuti i loro sacrosanti diritti anche se con altri nomi, magari passasse così ci metterei la firma.

Anche se le chiamano "formazione sociale specifica" (nome bruttino) è vero che si tratta di un istituto apposito per gli LGBT, ma qui si sta diffondendo allarmismo sul ribasso della legge, che non c'è se non dal punto di vista del TERMINE.

Edited by Rotwang
Come già detto è una questione ideologica giusta, giustissima ma anche prima si chiamavano unioni civili e non matrimonio

 

Infatti io mi riferisco alle unioni civili, ai pacs, ai dico, ai non dico ed a tutto quello che non è matrimonio:

come ho già scritto, la discriminazione non dipende certo dalla soppressione di alcuni riferimenti al matrimonio nel testo proposto, ma nell'istituto unionista (o pacsico o dicotico) in sé, in quanto diverso anche solo nominalmente dal matrimonio.

 

 

 

 

Ad ogni modo qualora passasse in questi termini la legge poi la Corte Costituzionale farebbe il resto con una sentenza addittiva visto che il suo orientamento è chiarissimo in materia.

 

Stando alla sua recente sentenza in merito, la Consulta non dovrebbe avere nulla da ridire, perché essa stessa aveva raccomandato la regolazione delle convivenze omoaffettive fuori del matrimonio, negando (peraltro giustamente a rigor giuridico)  che la legge civile che impedisce il matrimonio a persone dello stesso sesso sia incostituzionale.

 

 

 

 

Detto ciò penso a tante coppie gay che finalmente potranno vedere riconosciuti i loro sacrosanti diritti anche se con altri nomi, magari passasse così ci metterei la firma.

 

Sull'utilità giuridico economica non ci sono dubbi.....

Edited by Mario1944

Peccato che gli uffici pubblici siano chiusi di notte, altrimenti voi entusiasti potreste chiedere l'iscrizione nel registro delle unioni civili senza neanche correre il rischio di essere notati troppo.

 

Mi spiace che se ne stia facendo una questione di di "diritti pratici" perché quando vedremo quante poche coppie se ne saranno valse i cattolici potranno lamentarsi di essere stati troppo buoni.

 

Come dice il buon @Mario, questo é il paese in cui le leggi temporanee durano decenni e questa non é certo il primo passo verso il matrimonio.

 

Per chi crede si tratti di disfattismo, invito a considerare il fatto che esiste un limite oltre il quale una legge da favorevole diventa dannosa e piú dannosa di così non vedo come potrebbero renderla.

 

Ci vorrebbe una grande manifestazione nazionale.

Secondo me alla fine il testo finirà in aula senza relatrice.
Infatti ieri, in tutta la giornata, di emendamenti ne sono stati votati poco più di una decina e gli altri 140 sono decaduti con l'emendamento accettato.
In tal caso si riprenderebbe il testo originario senza modifiche, con il riferimento all'articolo 29 nell'art.1 e da lì si vedranno gli sviluppi.

Edited by Uncanny

Per come la vedo io non c'è verso di trasformare

questo gigantesco calcio nei testicoli in altro da ciò

che è e non ha senso dire "ma forse non sei diventato

sterile"

 

Intanto arrabbiamoci per il calcio...ma applaudire la

Cirinnà è da TSO

 

Capisco che uno legge Repubblica o la Cirinnà e riceve

una informazione molto scadente e di parte, ma è anche

vero che fanno il loro mestiere

 

Barattare la decandenza di un centinaio di emendamenti

con l'astensione di NCD sull'approvazione di questo NON

è un buon affare

 

Almeno fossero decaduti TUTTI lo potrei capire...e almeno

avremmo superato l'ostruzionismo

Non è solo una questione terminologica, ma pratica, ovvero di principi e di sostanza. Tutte le leggi che in futuro faranno riferimento alla "famiglia"  (sussidi, ecc.) non potranno essere applicati alle coppie gay dato che manca il rimando all'art. 29, per non parlare poi del fatto che si è di fatto (a livello politico) avvallata l'idea che il concetto giuridico di famiglia (con tutto il suo portato giuridico) non sia applicabile alle unioni gay. Il concetto di "formazione sociale" sarà pure applicabile alla famiglia così come previsto dalla costituzione, ma solo se parliamo di "formazione sociale primigenia". Dunque stiamo parlando di una SPECIES (diversa e specifica) del comune genus formazione socia, da cui le coppie omosessuali sarebbero escluse.

 

 

Ora stiamo a vedere se toglieranno pure la stepchild adoption o la reversibilità. 

Edited by Orfeo87

Ora stiamo a vedere se toglieranno pure la stepchild adoption o la reversibilità. 

 

Oltre all'eredità e assistenza sanitaria ci sono questi altri due aspetti che se venissero tolti non avrebbe neanche più senso come ddl, che rimane così com'è, ed è stato più volte confermato.

Peccato che gli uffici pubblici siano chiusi di notte, altrimenti voi entusiasti potreste chiedere l'iscrizione nel registro delle unioni civili senza neanche correre il rischio di essere notati troppo.

 

Mi spiace che se ne stia facendo una questione di di "diritti pratici" perché quando vedremo quante poche coppie se ne saranno valse i cattolici potranno lamentarsi di essere stati troppo buoni.

 

Come dice il buon @Mario, questo é il paese in cui le leggi temporanee durano decenni e questa non é certo il primo passo verso il matrimonio.

 

Per chi crede si tratti di disfattismo, invito a considerare il fatto che esiste un limite oltre il quale una legge da favorevole diventa dannosa e piú dannosa di così non vedo come potrebbero renderla.

 

Ci vorrebbe una grande manifestazione nazionale.

Adesso non cominciamo con la lagna dell' omofobia interiorizzata però.

Nessuno ha detto che questa modifica approvata è migliore della versione con il riferimento al matrimonio.

Edited by Bad_Romance

Mah, io non ci capisco più molto a dir la verità, leggo un po' tutto e il contrario di tutto, ad esempio (da un commento su Facebook):

Vorrei chiarire una cosa a chi si scandalizza per il richiamo all'art.2 Cost.
Nella Costituzione italiana non esiste una definizione di famiglia dato che non avrebbe alcun senso... siamo solo noi che ci accapigliamo su queste definizioni... la Costituzione si occupa di definire lo Stato e più che altro quali siano i diritti e i doveri dei cittadini e perciò non vi sono contraddizioni tra l'art.2 e l'art.29... l'art.2 è un articolo di apertura, diciamo didascalico, e dice che tutte le formazioni sociali sono tutelate... mica esclude la famiglia o il matrimonio... l'art.29 invece specifica la tutela delle famiglie fondate sul matrimonio...
quindi non ci sono famiglie definite dall'art.2 e famiglie definite dall'art.29... posto che le famiglie si regolano con normative differenti a seconda del loro regime giuridico (un po' come anche le società), per la nostra Costituzione tutte le famiglie hanno la stessa medesima dignità... il problema è ora permettere a tutti i cittadini di scegliere quale regime giuridico dare alla propria famiglia...
la magistratura ha già chiaramente spiegato che non vi è alcun limite costituzionale affinché tutti i cittadini siano liberi di scegliere come regolare i propri rapporti familiari e anzi che la Costituzione prevede che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge e abbiano gli stessi diritti anche in campo familiare... ciò proprio grazie all'art.2 e all'art. 3 Cost.


 
Poi, pure a Severgnini (sì, Severgnini) non è piaciuto il termine "formazioni sociali specifiche"... :asd:
http://www.corriere.it/opinioni/15_settembre_03/sulle-unioni-civili-non-bisogna-nascondersi-f827a2ba-5203-11e5-aea2-071d869373e1.shtml

Edited by Uncanny

Adesso non cominciamo con la lagna dell' omofobia interiorizzata però.

Nessuno ha detto che questa modifica approvata è migliore della versione con il riferimento al matrimonio.

Ieri ho sentito un senatore di forza italia affermare la necessità di introdurre il reato di "ricorso alla maternità surrogata" per bilanciare le concessioni del cirinnà, meno male che voi non siete lagne e sapete essere concreti e realisti, chissà come faremmo altrimenti

Ieri ho sentito un senatore di forza italia affermare la necessità di introdurre il reato di "ricorso alla maternità surrogata" per bilanciare le concessioni del cirinnà, meno male che voi non siete lagne e sapete essere concreti e realisti, chissà come faremmo altrimenti

E...che c'entra?XD

Se ne fanno di sparate e comunque bisogna vedere se si può sanzionare il fare ricorso a qualcosa in un altro Paese UE.

Edited by Bad_Romance
Tutte le leggi che in futuro faranno riferimento alla "famiglia" (sussidi, ecc.) non potranno essere applicati alle coppie gay dato che manca il rimando all'art. 29, per non parlare poi del fatto che si è di fatto (a livello politico) avvallata l'idea che il concetto giuridico di famiglia (con tutto il suo portato giuridico) non sia applicabile alle unioni gay. Il concetto di "formazione sociale" sarà pure applicabile alla famiglia così come previsto dalla costituzione, ma solo se parliamo di "formazione sociale primigenia".

 

Ma che c'entra il rimando all'articolo 29 della Costituzione (suppongo tu ti riferisca a quello)?

Non c'è mica bisogno, per trattare normativamente di famiglia, di rimandare all'articolo 29 e comunque quell'articolo è tirato in ballo spesso a sproposito perfino per affermare (vedi Rosy Bindi) che l'apertura del matrimonio alle coppie omoaffettive sia incostituzionale!

 

L'articolo 29 della Costituzione, citiamolo per chiarezza, stabilisce:

"La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.".

 

Basta un minimo d'intelligenza del significato delle parole in italiano per capire che con quell'articolo non si proibisce niente a nessuno, ma si raccomanda solo la tutela della famiglia fondata sul matrimonio (ovviamente eteroaffettivo),

Quindi non è affatto vero che il legislatore non possa tutelare altre famiglie non fondate sul matrimonio, solo che una tale tutela non avrebbe dignità costituzionale e quindi non sarebbe costituzionalmente necessitata come invece lo è quella della famiglia fondata sul matrimonio.

Razionalmente dall'articolo possiamo anche dedurre che una tutela legislativa di famiglie non fondate sul matimonio, mancando una pari o migliore tutela di quelle fondate sul matrimonio, sarebbe incostituzionale o, meglio, sarebbe incostituzionale la mancata tutela di queste ultime.

 

Quindi con la normativa unionista le famiglie omoaffettive potrebbero benissime essere considerate famiglie senz'alcuna violazione costituzionale e potrebbero essere anche ugualmente tutelate dal legislatore, solo che tale tutela non dipenderebbe dalla scelta del legislatore costituzionale, ma da una scelta del legislatore ordinario ed inoltre, per la deduzione che ho indicata nel periodo precedente, non sarebbe lecito costituzionalmente tutelare le famiglie unioniste più di quanto si tutelino quelle matrimoniali.

Edited by Mario1944

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