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Legge sulle Unioni Civili


Sbuffo

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Ma adesso al Senato è aperta la sessione di bilancio e il parlamento è occupato a discutere la legge di stabilità.

Fino a quando? E comunque ciò non proibisce ai politici di fornire una data.

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Riguardo i tempi, oggi il ministro Orlando ha detto che si augura che la discussione avvenga "anche entro l'anno".

 

Roma, 12 nov. (LaPresse) - La legge sulle unioni civili nasce da "una esigenza politica e dal riconoscimento di processi che si sono affermati nella società, riconoscimenti che possono avere carattere trasversale e che mi auguro venga affrontato all'indomani della legge della stabilità, anche entro l'anno". Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a #Corrierelive.

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Fino a quando? E comunque ciò non proibisce ai politici di fornire una data.

 

La legge di stabilità dev'essere approvata entro la fine dell'anno, quindi l'iter può essere che riprenda da gennaio, se finiranno di approvarla prima allora la discussione potrà riprendere anche prima della fine dell'anno.

 

Difficile fornire una data perchè non si sa quanto ci vorrà ad approvare la legge di stabilità.

Edited by Sbuffo
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Chi crede veramente che per fine giugno 2016 l'italia avra' una legge sulle unioni civili ?

 

A me sembra che non e' una priorita' per nessun partito attualmente.

 

Quando c'era lo spread in due settimane si e' fatta la legge antispread se ricordo giusto. Se si vuole si fa anche veloce, se non si vuole non si fa mai.

Edited by marco7
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La velocità dell'approvazione di una legge dipende dalla complessità della legge e dalla condivisione o meno di una legge.

 

Se una legge è condivisa da tutti è logico che ci vuole poco, se invece c'è un'opposizione che fa ostruzionismo ci vorrà più tempo.

 

Allo stesso modo se una legge è composta da un solo articolo richiederà poco tempo per essere discussa, ma all'aumentare degli articoli e dei commi aumenterà anche il tempo necessario per discuterla, perchè va votato ogni singolo articolo e su ogni singolo articolo possono essere proposti emendamenti.

 

Il ddl Cirinnà ha richiesto il suo tempo perchè è un testo fortemente osteggiato da una parte del parlamento, questi oppositori gli hanno riservato un atteggiamento ostruzionistico bombardandola di emendamenti in commissione.

 

La parte in commissione al Senato almeno ce la siamo levata saltando direttamente all'aula, la parte più ostica sarà il passaggio dell'aula al Senato, poi alla Camera visti i numeri più ampi dovrebbe essere meno ostico l'iter.

 

Il tempo per per portare ad approvazione definitiva il ddl Cirinnà non manca.

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La Repubblica

 

Si è chiuso con la conferma del presidente nazionale Flavio Romani, ferrarese di 48 anni,  e con l'elezione a segretario nazionale di Gabriele Piazzoni, cremonese di 31 anni, il 15esimo Congresso di Arcigay.

"Oggi - dice Gabriele Piazzoni - abbiamo grandi priorità politiche: la legge per l'uguaglianza delle nostre famiglie, la lotta all'omotransfobia, il ritorno alla mobilitazione, la difesa della scuola libera e laica. La legge sulle unioni incivili incardinata nel dibattito parlamentare - prosegue - non è la legge di Arcigay ma è una legge che interviene sulle nostre vite. La nostra richiesta è e resta il matrimonio per tutti e tutte. Su questo non arretriamo di un millimetro. Però quel testo di legge può far fare un passo avanti all'Italia. Parlo del testo conosciuto finora, conscio che ci sarà chi tenterà l'assalto alla diligenza, tentando di eliminare stepchild adoptione e reversibilità della pensione. Ma lancio un avviso ai naviganti della politica: su questo testo Arcigay non molla".

Dai tre giorni di Napoli anche un messaggio al premier Matteo Renzi: "Basta con i tweet, adesso vogliamo i voti. Sulle unioni civili Renzi è il gufo. Perciò lo sfidiamo a un confronto pubblico con le nostre famiglie e con la nostra gente. E prendiamo anche un altro impegno: torneremo presto nelle strade e nelle piazze italiane per una mobilitazione di tutto il movimento. Organizzeremo una grande manifestazione nazionale a Roma". Il congresso, nell'ambito degli ordini del giorno e delle raccomandazioni approvate, ha deciso l'aggiunta nell'acronimo LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) della lettera "i" per rappresentare le persone intersessuali. Inoltre, in tema di salute delle persone lgbti, Arcigay ha sottoscritto il documento per la promozione delle PreP come strumento di prevenzione dll'infezione da Hiv.

Edited by Rotwang
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con le nuove priorità (terrorismo, giubileo e gelato) l'italia rimanda di un anno le unioni civili. tanto i froci possono scopare anche senza unioni civili dice alfano e non sono dunque discriminati.

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con le nuove priorità (terrorismo, giubileo e gelato) l'italia rimanda di un anno le unioni civili. tanto i froci possono scopare anche senza unioni civili dice alfano e non sono dunque discriminati.

Come avevo scritto in precedenza, il ddl deve essere discusso subito perché poi accadono cose come gli attentati a Parigi e slitta tutto.

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Ma gli attentati di Parigi e il Giubileo non coinvolgono l'attività del parlamento.

 

Per altro una normativa antitettorismo per rafforzare e gli strumenti di prevenzione antiterroristica è già stata approvata dal Parlamento in via definitiva ad aprile di quest'anno.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-04-14/decreto-antiterrorismo-senato-vota-fiducia-183653.shtml?uuid=ABgWmKPD

http://www.repubblica.it/politica/2015/04/15/news/terrorismo_il_senato_vota_la_fiducia_il_decreto_e_legge-112007789/?ref=HREC1-7

Edited by Sbuffo
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Ma gli attentati di Parigi e il Giubileo non coinvolgono l'attività del parlamento.

 

Per altro una normativa antitettorismo per rafforzare e gli strumenti di prevenzione antiterroristica è già stata approvata dal Parlamento in via definitiva ad aprile di quest'anno.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-04-14/decreto-antiterrorismo-senato-vota-fiducia-183653.shtml?uuid=ABgWmKPD

http://www.repubblica.it/politica/2015/04/15/news/terrorismo_il_senato_vota_la_fiducia_il_decreto_e_legge-112007789/?ref=HREC1-7

Sbuffo, tu cosa ne pensi della situazione? Alla luce dei nuovi accadimenti, il ddl come proseguirà?

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Come avevo scritto in precedenza, il ddl deve essere discusso subito perché poi accadono cose come gli attentati a Parigi e slitta tutto.

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La Cirinnà continua gli incontri senza parlare però di date certe http://www.ilpaesenuovo.it/2015/11/23/unioni-civili-una-battaglia-di-tutti-incontro-di-lecce-citta-pubblica-alle-cantelmo-ce-anche-la-senatrice-cirinna/

 

nel frattempo altri comuni e città stanno approvando registri per sollecitare il governo, tra le ultime addirittura Matera (!).  

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Ma la discussione della Legge di stabilità è finita?

 

In Senato è stata approvata il 20 novembre, ora è alla Camera. A giudicare dal calendario pubblicato oggi, non si aspettano che torni di nuovo al Senato, a meno che non la vogliano approvare in fretta e furia a ridosso di Natale. Quindi, sì, in teoria il Senato sarebbe libero per lavorare alle unioni civili, invece è stato approvato un ricco calendario di leggi e leggine da qui al 17 dicembre che non include il ddl Cirinnà. Sembra quindi confermato che prima del nuovo anno non si faranno passi avanti.

Ah, mi raccomando, non dimentichiamo che la colpa è chiaramente di Sel e M5S che hanno fatto ostruzionismo sul ddl Boschi. Perché il Pd, come chiunque non sia un criticone veterocomunista può vedere, è compattissimo e determinatissimo a portare a casa la legge! Voglio dire, lo hanno twittato, no? Non può mica essere una bugia!

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Il Fatto Quotidiano

 

È tempo di riforme, anche dentro Arcigay. L’associazione, dopo l’ultimo congresso, ha modificato lo statuto e attraversato un profondo cambiamento soprattutto nella riorganizzazione dei suoi vertici: “Abbiamo voluto rendere più snello il suo funzionamento, rafforzando la capacità di incidere con azioni e campagne concrete sul territorio nazionale”. Lo dichiara Gabriele Piazzoni, il nuovo segretario. Trentuno anni, cremasco, ha lavorato in una cooperativa per l’organizzazione di eventi e ha fatto militanza attiva in Sel, come coordinatore provinciale a Cremona. Da quest’anno la direzione politica è affidata, appunto, alla figura del segretario. Piazzoni ha un programma ambizioso: “Essere più vicini ai bisogni delle persone e più presenti nel dibattito italiano. Ce la metteremo tutta”.

 

E non solo. La gay community, continua Piazzoni, ha bisogno di alzare la voce: “Torniamo nelle strade e nelle piazze a dire chiaramente che per noi la stagione dei tweet è terminata”. Occorre votare le leggi, l’Italia deve diventare un Paese europeo. “È il messaggio chiaro che diamo a Renzi e alla maggioranza in Parlamento. Siamo pronti a una grande mobilitazione perché più diritti per i gay vuol dire più uguaglianza per tutti”.

 

Determinatezza, senza sconti a nessuno. Ma anche un forte senso pragmatico. La battaglia per il “matrimonio per tutti” va avanti, assicura il segretario: “Il ddl Cirinnà non è la legge di Arcigay, ma riguarda la vita dei gay e delle lesbiche di questo Paese. Per questo vogliamo accompagnarla nel suo iter parlamentare cercando di preservarla dagli assalti degli estremisti che cercheranno di attaccare soprattutto stepchild adoption e reversibilità delle pensioni. Sul testo che conosciamo finora non arretriamo di un millimetro. Una volta portata a casa questa legge, il parlamento italiano dovrà mettere in campo l’iter per il matrimonio”.

 

Accanto a tale questione, anche la politica sulla salute avrà un ruolo fondamentale: “Per l’1 dicembre i nostri comitati sono impegnati in un progetto sulla necessità di fare il test per l’Hiv, attraverso l’allestimento diretto presso i luoghi di ritrovo della comunità Lgbti, sotto la supervisione del personale sanitario, in modo rapido e sicuro. La riduzione del numero di persone sieropositive inconsapevoli è il primo passo per il controllo della diffusione della malattia, unito al contrasto dello stigma discriminatorio dal quale sono colpite le persone sieropositive”. E anche la questione trans troverà una nuova centralità: “Le persone transessuali sono le più discriminate. Cominceremo costruendo una task force assieme alla rete delle associazioni trans per dare risposte alle urgenze immediate in ambito sanitario, lavorativo e burocratico, cioè le situazioni in cui maggiore è la difficoltà per le persone impegnate nella transizione sessuale”.

 

Ma non è tutto. Un movimento che si pone al centro della società, non può disattendere il confronto anche con altri temi importanti per la collettività. La crisi economica, ad esempio, è un ambito in cui deve nascere una nuova collaborazione con le altre realtà: «C’è chi pensa che i diritti sociali vengano prima dei diritti civili. Non è il nostro punto di vista, noi vogliamo che le persone Lgbti possano lavorare nel pieno rispetto della loro dignità” continua Piazzoni. “Vogliamo costruire un’alleanza con i sindacati, con le associazioni dei datori di lavoro e con le istituzioni perché siamo convinti che una società che riconosce e rafforza i diritti di tutti e tutte, anche delle persone Lgbti, è più dinamica e competitiva. Ce lo dicono tutte le ricerche condotte in questi anni”.

 

Arcigay, per altro, è impegnata in moltissimi comitati territoriali in aiuto ai richiedenti asilo politico, fuggiti dal loro paese di origine in quanto perseguitati come omosessuali, sia nei territori controllati dal califfato islamico, sia dai molti paesi arabi o africani dove l’essere omosessuale equivale ad una sentenza di morte. Piazzoni su questo tema è categorico: “Sull’Isis bisogna essere chiari: sta compiendo il più grande omicidio di massa di omosessuali sul pianeta nel silenzio di tutti. Un orrore nell’orrore che vogliamo denunciare all’opinione pubblica e al mondo intero”.

 

Uomo della politica istituzione e attivista di Arcigay impegnato per i diritti della comunità arcobaleno, Piazzoni cambierà il rapporto con il palazzo, da sempre connotato da diffidenza e criticità? “Siamo diversi dai partiti, autonomi nelle nostre scelte. Vogliamo confrontarci, dire la nostra: riconosceremo l’impegno positivo e criticheremo in modo molto aspro chi sbaglia”. E cosa accadrà a quegli avversari che soffiano sul fuoco della violenza, giocando sulla pelle della nostra comunità? Gabriele sorride, con la pacatezza e la serenità che lo contraddistinguono e alla fine mi risponde: “Hanno trovato pane per i loro denti”.

Edited by Rotwang
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Corriere della Sera

 

Paola Concia

 

Il dibattito italiano sulle unioni civili l’assurda polemica sulla maternità surrogata (o “utero in affitto”) mi ricordano un proverbio tedesco«Man sieht vor lauter Baümen den Wald nicht mehr!» (Grazie ai troppi alberi, non si vede più il bosco!). La polemica strumentale sulla maternità surrogata cui tanti e tante si affollano a partecipare copre totalmente la vista su una conquista storica del nostro paese: una legge che dia riconoscimento alle coppie omosessuali.

 

Lo ripeto da mesi: il più grande errore politico e culturale che in Italia si sta facendo intorno alla legge sulle unioni civili è monopolizzare l'attenzione sul tema della maternità surrogata. Errore politico da parte alcuni omosessuali (maschi), strategia politica da parte di una fetta di cattolici furbi e manipolatori, seduti in parlamento e non. La strategia di alcuni “conservatori” è molto chiara: polarizzare la loro contrarietà a una qualsivoglia legge sulle unioni civili, che oggi è impossibile contrastare, concentrandola su una questione che NON riguarda la comunità omosessuale (solo maschile, tra l’altro) ma tutta la società. Associare la maternità surrogata alle unioni civili è un errore clamoroso. Fermatevi!

 

I “conservatori” nel mondo, contrari ai matrimoni gay, nascondono in realtà ciò che spiega molto bene una saggista americana, Rebecca Solnit, in un libro pubblicato recentemente in Germania: Quando gli uomini mi spiegano il mondo. Secondo Solnit i conservatori si oppongono a ciò che considerano una “iattura” della società, cioè il superamento del potere maschile sulle donne nel contesto del matrimonio. La saggista americana afferma, infatti, che i matrimoni omosessuali ridisegnino i ruoli di donne e uomini nella società, facendo crescere (cioè evolvere) anche gli eterosessuali, donne e uomini: una vera iattura, appunto.

 

La strategia dei conservatori italiani è chiarissima e sarebbe facilmente contestabile: vi nascondete dietro la maternità surrogata ma il vostro obiettivo è un altro. Altro discorso vale per una piccola parte di omosessuali (maschi) caduti nella trappola dei cattolici cedendo alla seduzione dei media: si sono esposti insinuando il messaggio che le unioni civili riguardino solo loro. Per carità, partono da una legittima tutela dei loro figli ma non possono pensare che tra le femministe non nasca un dibattito. Sei gay, quindi hai la facoltà di additare come omofobe donne femministe che da sempre portano avanti battaglie a favore dei diritti degli omosessuali, e le accusi solo perché contrarie alla maternità surrogata PER TUTTI?

 

È pericoloso, fatemelo dire. Fermatevi tutti. State contribuendo a mettere in pericolo una legge per una questione che riguarda a malapena il 5% della popolazione omosessuale. È un errore politico e culturale gravissimo.

 

Cosa fare, allora? In Germania, dove esiste la Stepchild Adoption per le coppie omosessuali, senza tante polemiche si fa una cosa semplice: le donne omosessuali sposate hanno più diritti degli omosessuali maschi. Possono accedere all’inseminazione artificiale mentre i maschi no perché la surrogata è vietata per tutti. Si riconosce per la legge la differenza sessuale, senza tante storie. Le donne possono mettere al mondo, gli uomini no. Cosa fanno i maschi gay in Germania? Molti fanno figli con coppie di donne lesbiche e diventano padri, altri ricorrono all’affido che è molto facilitato, e in realtà tutti, lesbiche e gay, puntano alle adozioni per gli omosessuali.

 

Esistono gay tedeschi che ricorrono alla maternità surrogata in altri paesi? Sicuramente, ma essendo pochissimi non sono al centro del dibattito e non mettono a repentaglio le conquiste di tutti. Meditate gente, meditate, e guardate la luna e non il dito.

Edited by Rotwang
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Da quel che ho capito il calendario del Senato è già stato riempito fino al 17 dicembre e non c'è ombra di unioni civili.

Poi dal 17 torna al Senato la legge di stabilità e non so quanto ci starà.

Penso quindi che le unioni civili verranno trattate a gennaio, sempre che non trovino una nuova scusa per rimandarle.

Edited by Uncanny
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Da quel che ho capito il calendario del Senato è già stato riempito fino al 17 dicembre e non c'è ombra di unioni civili.

Poi dal 17 torna al Senato la legge di stabilità e non so quanto ci starà.

Penso quindi che le unioni civili verranno trattate a gennaio, sempre che non trovino una nuova scusa per rimandarle.

Ma già la stanno trovando, se leggi l'articolo.

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L'Huffington Post


 


Rossana Rossanda, recentemente intervistata da Ballarò sui fatti di Parigi, ha riservato per Oriana Fallaci, un commento tanto perfido quanto profondo: "A furia di immaginare l'odio, lo si crea". Una frase bellissima che racconta molto dell'Italia in cui viviamo. L'odio è un capitale politico per movimenti, personalità e partiti, lo è sempre stato, e come tale viene utilizzato, costruito, strumentalizzato, alimentato. La storia recente del dibattito sulle unioni civili potrebbe raccontarsi in questo modo: "A furia di immaginare l'odio, lo si crea".


 


Il movimento gay italiano da qualche anno era seduto sugli allori perché dopo la stagione del primo Family day durante il governo Prodi, i ''nemici'' organizzati erano stati spazzati via. Durante la stagione berlusconiana, il paese aveva imparato a riconoscere l'omofobia come fenomeno paragonabile al razzismo e sembrava che tutto fosse finalmente pronto per una grande stagione dei diritti civili, essendo noi l'ultimo paese fra i fondatori Ue a non riconoscere nessun diritto alle coppie gay. Il movimento LGBTI si concentrò su questioni interne e lasciò colpevolmente appassire la legge Concia (troppo moderata, per alcuni), nei fatti non sostenendola. Si rimandava tutto alla legislatura prossima, convinti che la sinistra avrebbe vinto. A quei tempi lavoravo con la Concia in parlamento e ho partecipato alla scrittura di quel testo. Ricordo lo stupore di vedere sul palco dell'Europride di Roma, di fronte a una piazza di mezzo milione di persone, tutto lo stato maggiore del movimento gay italiano che non proferì neanche mezza parola sulla legge contro l'omofobia che si sarebbe votata qualche settimana dopo.


 


La storia sappiamo tutti come è finita, il risultato giuridico fu mancato, ma quello culturale no. Il paese sulle questioni LGBTI era pacificato: c'era un accordo generale fra laici e cattolici, destra e sinistra, su un nucleo di diritti e tutele da estendere alle coppie di persone dello stesso sesso e sul male sociale dell'intolleranza a sfondo omofobo. Qualche oppositore pittoresco nei vari partiti rimaneva, per carità, ma l'unico movimento identitariamente costruito contro le rivendicazioni LGBTI (Udc) alle elezioni del 2013 prese poco più dell'1%. Ed in parlamento entrarono il più alto numero di parlamentari apertamente gay.


 


Poi cos'è accaduto? Dato che non era più possibile scagliarsi contro i gay in maniera diretta come durante il governo Prodi (ricordate i finocchi tirati a Luxuria durante un comizio?), la lobby antigay che fa riferimento ad una parte precisa della Chiesa cattolica (non certo a tutta) furbescamente si inventò un nuovo feticcio contro cui combattere: prima la falsa teoria gender (importata dalla Francia) e poi l'utero in affitto o surrogacy. Di surrogacy non si è mai parlato in Italia, essendo una pratica proibita dalla legge. La si è fatta rientrare dalla finestra perché il testo di legge Cirinnà prevede la stepchild adoption, un meccanismo che secondo alcuni (non chi scrive) legittimerebbe la pratica dell'utero in affitto. Falsità su falsità. La surrogacy è un tema che riguarda in Italia qualche decina di famiglie omogenitoriali che hanno i mezzi e le possibilità di andare all'estero. Certo un dibattito su questo tema andrebbe fatto, ma fuori dalle unioni civili essendo un fenomeno che riguarda in stragrande maggioranza coppie eterosessuali.


 


Ad un certo punto, con il Family Day, la società italiana si è accorta di questa frattura ideologica e la questione dei diritti civili è ritornata a dividere il paese, invece che unirlo. La profonda divisione nella chiesa cattolica ha complicato il quadro perché da un lato ha dato visibilità ai movimenti riunitisi contro la teoria gender, dall'altro ha rafforzato il ruolo dei cattolici moderati, orfani di una guida politica chiara (prima la Dc poi il centrodestra) che di certo non si possono riconoscere in modalità che ricordano di più i movimenti evangelici o protestanti degli Stati Uniti che l'associazionismo tradizionale cattolico (ve lo immaginate l' associazionismo cattolico che durante il referendum sul divorzio si fa dettare l'agenda politica da Costanza Miriano e da un prete pentecostale?). Soprattutto quando alla guida c'è un Papa di rottura come Francesco che non è certo filo-gay, ma che senza dubbio non vuole essere ricordato come il Papa anti-gender avendo altre cose un filino più importanti di cui occuparsi: tipo il risanamento economico e morale in Vaticano, la povertà mondiale, il cambiamento climatico, lo sfruttamento neocapitalistico del lavoro, il fondamentalismo islamico che mina il rapporto fra le religioni. In questo marasma politico-culturale frutto di un paese allo sbando, i toni si sono accesi sempre di più fino a raggiungere un livello mai visto prima.


 


Da un lato i conservatori nella chiesa hanno utilizzato i movimenti spontanei contro il Gender per fare la propria battaglia contro i progressisti. Dall'altro il movimento gay ha commesso fondamentali errori politici: a partire dalla stesura dei libretti Unaar non concordata con nessuno e gettata lì per creare ulteriore confusione. Il paese si è dunque trovato in mezzo a un guerra incivile di cui non si sentiva proprio il bisogno. Una tragedia assoluta. Basta leggere i commenti alla bacheca di Mario Adinolfi nel quale vi è senza dubbio l'Italia peggiore, da entrambe le parti, s'intende. Offese, insulti, volgarità di ogni tipo, rancore, violenza, odio. L'Odio quando s'immagina, alla fine si crea. E così ci siamo tutti ritrovati con i coltelli fra i denti, arrabbiati e incazzati.


 


Da un parte, la battaglia del giornale la Croce contro un programma di Real Time che mostra le vite di un gruppo di donne trans (perché si sa oggi il maggiore problema è la transessualità che affama i popoli e alimenta le guerre in Medio Oriente!). Dall'altra, la denuncia all'Unaar la giornalista Monica Sargentini colpevole di aver riportato nella sua rubrica sul Corriere la cronaca di un'assemblea femminista che ha criticato la surrogacy, come pratica utilizzata sia da etero che da gay.


 


Roba da pazzi. Nell'odio diffuso creato ad arte, gli estremisti e gli integralisti hanno avuto la meglio perché sono speculari: il loro obbiettivo è bruciare i ponti, riportarci ad un periodo buio dell'Italia in cui chi la pensa diversamente è il nemico e chi è diverso deve essere esposto al patibolo. Animati dal furore ideologico degno degli ayatollah fondamentalisti, gli estremisti di ogni parte vorrebbero trascinarci in uno scontro che non è meramente politico, ma quasi antropologico e di civiltà, in un ennesima crociata.


 


Insomma su questi temi ha avuto la meglio colpevolmente, un'Italia barbara, incivile, che non rappresenta la stragrande maggioranza dei cittadini italiani - omosessuali ed eterosessuali -, che mangiano "pane e gender" e che francamente non ne possono più di quest' orrendo pollaio. Nel mezzo di questa guerriglia ideologica, infatti, sono rimasti migliaia di cittadini italiani omosessuali che non vogliono sovvertire l'identità di genere dei bambini ma subentrare nel contratto d'affitto se il coniuge viene a mancare e chiedono piena cittadinanza di fronte allo Stato. Ed anche la stragrande maggioranza dei cattolici, che pur essendo contrari all'adozione e forse alla stepchild (magari perché non gli è stata spiegata chiaramente), non sono ostili al riconoscimento dei diritti delle coppie omossessuali. Ne ho intervistati in molti, giovani che sono andata al Family day, ma che non vive le proprie giornate pensando ossessivamente alla comunità LGBTI. Tutti mi hanno detto di non essere contro le unioni civili, ma di avere problemi soltanto sul tema delle adozioni. Ho provato a spiegargli le mie opinioni in riguardo, alcuni si sono convinti, altri no; ma un dialogo è stato possibile.


 


Insomma il paese è molto diverso. Non è tutto bianco o nero. C'è ancora spazio per un dialogo onesto, franco, rispettoso e democratico. C'è una consapevolezza condivisa che alla fine si dovrà giungere ad una mediazione, come è sempre accaduto sui temi divisivi. Ecco allora che l'ultima parola spetta, come sempre, alla politica. Mentre quelli con i coltelli in mezzo ai denti possono continuare pure a combattere una guerra incivile che non ci riguarda più di tanto, il paese non può rimanere arenato, deve andare avanti. Sullo sfondo rimarranno coloro che rifiutano ogni tipo di confronto e che su queste questioni sanno soltanto dire "no" o "mai". Mentre agli altri, cattolici e laici, etero o gay, animati da un comune desiderio di uguaglianza e rispetto toccherà giocare la partita. Alla fine comunque sarà compito del governo di farci uscire da questa impasse. Una volta per tutte. Speriamo davvero per tutti noi che ne sia all'altezza. Altrimenti il rischio non sarà quello di non approvare una legge, ma di far vincere l'Italia peggiore: quella che non ragiona e che non distingue.


Edited by Rotwang
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Paola Concia è un po' l'esempio di una Lgbt antiquata. A parte che è tristissima ogni volta che tenta di citare la Germania come se fosse un Paese all'avanguardia in materia di diritti LGBT. Su Twitter era pure convinta che la sua partner fosse legalmente sua moglie, cosa purtroppo non vera allo stato attuale.

 

Comunque mi sono reso conto che il suo cognome in Spagnolo/argentino....Concia->Concha (conchiglia di mare o...volgarmente la figa xD).

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Wild Italy

 

Novembre è finito e la finestra non si è mai aperta. Sarà che le temperature non lo consentono, ma la legge sulle unioni civili (il cosiddetto “Cirinnà bis” essendo il testo nato dall’originario ddl Cirinnà, a sua volta così chiamato dal nome della relatrice, la senatrice del Pd Monica Cirinnà) è ancora ferma dove l’avevamo lasciata il 14 ottobre scorso, cioè incardinata al Senato.

 

Tradita l’ennesima promessa fatta dal premier Renzi, che all’assemblea del PD tenutasi ad Expo lo scorso luglio aveva garantito l’approvazione del testo al Senato entro il 15 ottobre e quella definitiva entro fine anno, in molti avevano comunque salutato l’arrivo della legge alla Camera Alta come un evento storico.

 

Ed effettivamente bisogna registrare un dato: mai fino ad ora una legge che punta al riconoscimento (sebbene parziale) delle coppie omosessuali era arrivata in aula.

 

Non si poteva andare oltre, nell’immediato, perché si stava per aprire la sessione di bilancio e non è possibile approvare leggi che prevedono spese per lo Stato mentre si discute la legge di stabilità.

 

Quali spese? Un esempio su tutti, la reversibilità della pensione. Il testo infatti prevede l’estensione alle coppie gay e lesbiche di quasi tutti i diritti previsti per le coppie sposate e tra questi anche la reversibilità della pensione in caso di decesso di uno dei due partner. Una spesa in più che il Ministero delle Finanze ha dichiarato essere perfettamente coperta. Un costo formalmente, di fatto il riconoscimento di un diritto se si considera che gay e lesbiche pagano le tasse come tutti gli altri cittadini. 

 

Davanti all’ennesimo rinvio della discussione del testo, alcune voci autorevoli del Pd avevano accennato ad una possibile “finestra a novembre”, tra un voto sulla stabilità e l’altro, che però non c’è stata. E non ci sarà nemmeno a dicembre. A testimoniarlo diverse dichiarazioni sia della senatrice Cirinnà, sia del sottosegretario Ivan Scalfarotto. Quest’ultimo, in un’intervista rilasciata il 2 dicembre a La Stampa, spiega che la legge sulle unioni civili “è la prossima cosa da fare appena finita la pausa natalizia”.

 

Un iter tormentato, quello delle unioni civili che la comunità lgbt (lesbica, gay, bisessuale e trans) vede solo come un primo passo verso il matrimonio.

 

Era stato lo stesso Renzi a farne un cavallo di battaglia, fin dalla prima candidatura alle primarie, quelle del 2012 che l’ex sindaco di Firenze perse. “Unioni civili in 100 giorni” era la promessa. Come sappiamo, Renzi diventa premier a febbraio 2014 e garantisce che le coppie gay e lesbiche e i loro figli, avranno una legge entro settembre di quell’anno “dopo la riforma della legge elettorale”. La legge proposta si ispira alle cosiddette “civil partnership alla tedesca”, una scelta che le associazioni lgbt hanno da subito ritenuto già vecchia, rispetto al quadro europeo, e perfino ghettizzante dato che mette nero su bianco che alle coppie omosessuali è destinato un istituo di rango inferiore al matrimonio. Al netto di questo, da lì in avanti è un continuo rinvio, nonostante l’appoggio dichiarato e mai ritirato del M5S e di Sel garantisse fin da subito la maggioranza sufficiente ad approvare il testo.

 

Il Pd, però, dall’inizio ha tentato l’accordo con l’alleato di governo, il partito di Alfano, che dal canto suo, l’ha sempre negato dichiarandosi disposto a discutere di “diritti individuali”, ma non di un testo che somigliasse troppo al matrimonio. Tra le cose che al Nuovo Centro Destra proprio non vanno giù ci sono la reversibilità della pensione e le cosiddette “stepchild adoption” ovvero la possibilità per uno dei due partner di adottare il figlio biologico dell’altro. Un istituto che sanerebbe la situazione di centinaia di famiglie arcobaleno (come si definiscono i nuclei familiari nati da coppie dello stesso sesso) i cui figli, per la legge italiana, hanno un solo genitore. Ma per Ncd questo aprirebbe alla gestazione per altri (ovvero quando una donna porta avanti una gravidanza nata dall’ovulo, generalmente di una donatrice, fecondato con i gameti di uno dei due componenti di una coppia gay, ndr) ritenuta dai cattolici del partito di Alfano del tutto inaccettabile. Una posizione da cui non si discostano, se non nei toni, una buona fetta dei senatori del Pd. L’associazione tra le due cose, però, risulta priva di fondamento perché il DDL Cirinnà in nessuna delle sue stesure prevede la gpa che rimane vietata in Italia.

 

I rinvii, dunque, continuano con il testo bloccato in commissione Giustizia del Senato. All’inizio di settembre 2014 il premier annuncia che la legge arriverà “entro 1000 giorni”. A dicembre 2014, la senatrice Cirinnà annuncia che la legge arriverà in aula entro marzo dell’anno successivo, ma il testo comincia ad essere modificato, sempre in nome dell’accordo con NCD. A subire la prima, grossa, modifica, è l’art.3. “Ad ogni effetto, all’unione civile si applicano tutte le disposizioni di legge previste per il matrimonio, ad esclusione della disciplina di cui all’articolo 6 della legge 4 maggio 1983, n. 184. (quello sulle adozioni, ndr)” recitava il testo originario, e continuava “la parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso è familiare dell’altra parte ed è equiparata al coniuge per ogni effetto” e ancora “Le parole «coniuge», «marito» e «moglie», ovunque ricorrano nelle leggi, decreti e regolamenti, si intendono riferite anche alla «parte della unione civile tra persone dello stesso sesso”. Nella modifica sparisce il riferimento al matrimonio sostituito dagli articoli del codice civile corrispondenti: una mossa che appare pericolosa perché rende più attaccabile il testo. La legge viene comunque sommersa da quasi 4000 emendamenti, la stragrande maggioranza dei quali presentati da Ncd e Forza Italia guidate, in questa politica di ostruzionismo puro, rispettivamente da Carlo Giovanardi e Lucio Malan. La nuova promessa della relatrice è che si andrà in aula prima della pausa estiva. Ma anche questa verrà tradita.

 

Dal palco dell’Expo Renzi detta l’agenda: il sì del Senato entro il 15 ottobre e quello della Camera entro fine anno. La garanzia è sufficiente a fare interrompere il digiuno che il sottosegretario Scalfarotto aveva iniziato per “sensibilizzare” sull’urgenza della legge.Al ritorno dalle ferie estive, però, la legge non arriva in aula. A bloccare tutto (oltre agli emendamenti ancora per la gran parte da discutere) c’è la rifoma del Senato di cui il governo forza la calendarizzazione. Intanto, il DDL viene ancora modificato inserendo la definizione di “formazione sociale specifica” per le unioni civili. Una decisione che scatena una fortissima polemica da parte delle associazioni e della comunità lgbt che legge in questa novità l’ennesima trattativa al ribasso. Ma non è tutto. Approvata la riforma del Senato, nel giro di pochi giorni il Pd propone un nuovo testo che sostanzialmente ricalca il primo, ma eliminando qualsiasi riferimento al concetto di famiglia, oltre che al matrimonio. A quel punto viene forzata la calendarizzazione e il testo arriva in Senato il 14 ottobre.

 

Una discussione di poco più di 20 minuti chiude la questione: se ne riparla dopo la legge di stabilità.

 

L’auspicata finestra di novembre non c’è stata e lo scorso 9 novembre la senatrice Cirinnà minacciava lo sciopero della fame se il DDL non sarà approvato a Palazzo Madama entro gennaio. Dal canto suo, nell’intervista rilasciata alla Stampa il 2 dicembre, il sottosegretario Scalfarotto ammette candidamente che la legge “richiederà una discussione parlamentare politicamente complessa e si è preferito proteggere l’iter della stabilità prima di entrare in quello delle unioni civili”, palesando che si è trattato di una scelta precisa, più che di un problema di ingolfo dei lavori dell’aula.

 

Sul fronte delle associazioni, il nuovo segretario di Arcigay Gabriele Piazzoni, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, fa sapere che, pur non essendo la legge dell’associazione, sul testo attuale “non arretriamo di un millimetro” e ricorda che “una volta portata a casa questa legge, il parlamento italiano dovrà mettere in campo l’iter per il matrimonio”. Alcune associazioni hanno dato appuntamento il 12 dicembre prossimo a Roma per quella che hanno battezzato “Marcia dei diritti”, quei diritti che, denunciano, sono tenuti in ostaggio da un parlamento immobile.

Edited by Rotwang
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Mi fa sorridere che il segretario di Arcigay dichiari che la sua associazioni non retrocederà di un millimetro su questo ddl. Lui, come l'associazione, non conta nulla e si è visto! Invece di parlare a vanvera, perché non partecipa alla manifestazione del 12 dicembre?

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  • 2 weeks later...

Finale a sopresa alla Leopolda, la convention dei “renziani” che si è chiusa ieri pomeriggio a Firenze.

 

Già dal palco centrale, sabato sera la Ministra alle Riforme Istituzionali, Maria Elena Boschi, ha ribadito che si faranno ed a breve: “Dobbiamo ancora trovare una sintesi, un accordo, – ha ribadito la Boschi – sulla legge sulle unioni civili che a gennaio portiamo in Senato e spero diventi realtà il più presto possibile”.

 

Poi, nella giornata di domenica, sul palco è salita ed è intervenuta, peraltro con molti applausi, Marilena Grassadonia, presidente delle famiglie Arcobaleno: “Non è pensabile – ha detto con grande chiarezza – che oggi in Italia ci siano bambini discriminati. La stepchild adoption concede ai nostri figli solo delle piccole rassicurazioni. E vogliamo ancora chiederci se vogliamo o no sostenerla? Siamo qui a difendere briciole di diritti? La stepchild adoption serve ai nostri figli. Mantenete le promesse fatte”.

 

Un caso? Non proprio, visto che lo stesso Matteo Renzi ha voluto incontrare le famiglie arcobaleno che aspettavano la loro Presidente fuori della Leopolda. Ed a rimarcare che proprio questa sarebbe la “linea renziana”, ci sarebbe stata una battuta che il Presidente del Consiglio avrebbe fatto ai genitori LGBT presenti fuori: “se fosse per me….”, come a dire che la sua linea è quella di restare fermo sulla stepchild.

 

Fonte: http://www.gay.it/gallery/matteo-renzi-famiglie-arcobaleno?utm_content=buffer23a9a&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer

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interessante osservazione sul riposizionamento in Francia del voto musulmano e sulle sue motivazioni

 

http://www.ilfoglio.it/cronache/2015/12/14/perch-lelettorato-islamico-ha-abbandonato-hollande-centrano-i-matrimoni-gay-dice-kepel___1-vr-136022-rubriche_c321.htm

 

Lorenzo Cremonesi, sul Corriere della Sera, ha intervistato Gilles Kepel, 60 anni, politologo ed esperto di islam. Due risposte, in particolare, mi hanno colpito. Trattano un tema spesso dimenticato: come e perché votano gli elettori islamici nei paesi europei?

D. Nel suo libro si sofferma ad esaminare la perdita di consenso per Hollande tra l'elettorato musulmano dopo il 2012. Come la spiega?
R. Fu una caduta clamorosa. Circa l'80% dei musulmani lo aveva scelto. E tra loro anche quelli che definisco la terza generazione tra i figli di immigrati dall'Algeria dopo la decolonizzazione. La generazione da cui oggi vengono tanti terroristi. Solo pochi mesi dopo, quegli stessi elettori ritirarono la loro fiducia per Hollande.

D. Le cause?
R. Sono due. In primo luogo la crisi economica, la disoccupazione galoppante specie tra i musulmani e i nuovi immigrati che genera rabbia, alienazione.
Ma poi anche la scelta socialista di approvare il matrimonio tra omosessuali. Fu allora che gli imam nelle moschee cominciarono a denunciare quelli che definivano "i corrotti corruttori". La loro campagna divenne culturale, sociale, ancora prima che religiosa. I giovani musulmani già marginalizzati si videro coinvolti in un braccio di ferro identitario sui fondamenti della convivenza civile, della tradizione, della famiglia, del rapporto uomo-donna, dove loro diventavano i paladini della nuova moralità.

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