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Legge sulle Unioni Civili


Sbuffo

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Dobbiamo capire che è diventato uno scontro di tutti contro tutti e dove si giocano partite politiche che non hanno nulla a che vedere con le unioni civili.

ed è esattamente questo che mi fa girare le palle a velocità elicottero!!!

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Io davvero non capisco. Fonti governative continuano a dire che il ddl sarà discusso così com'è, così com'è, così com'è, così com'è, così com'è, così com'è. E qui si continua a dire che il ddl non passa, che la stepchild viene stralciata, finisce il mondo blablabla 

Edited by Rotwang
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Rotwang qui nessuno di noi, a parte New Marc (che è un troll), si augura che il ddl non passi, semplicemente si nutrono ragionevoli sospetti sulle dinamiche che si stanno delineando. 

 

Anche io sono convinto che il ddl arriverà in aula senza modifiche. Poi però ci sono i voti segreti, ci sono i senatori pd contrari, ci sono i pentastellati su cui nn si può fare affidamento al 100 %, insomma, ci sono taaaante variabili in campo.

Edited by Orfeo87
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Ah beh, ricordo a tutti che il 21 si cambiano le presidenze delle commissioni del senato e nitto palma è presidente di quella "giustizia".

 

Potrebbe non essere così casuale questa uscita. :asd:

Nitto Palma si è espresso a favore dell'adozione anche mesi fa e infatti veniva spesso citato dalla Cirinnà nei talk show e nelle interviste.

Poi ha dato un'argomentazione ineccepibile, non un "voterò a favore" senza spiegazioni.

 

A parte tutte le conte che si possono fare, quello che non tiene in considerazione l'articolo è che non ci sarà un voto sulla stepchild adoption in sé, ma su un emendamento limitativo (tipo l'affido) o un emendamento di stralcio.

L'emendamento di stralcio non avrebbe una maggioranza visto che i senatori dissidenti del PD sono per l'affido.

E l'emendamento sull'affido dovrebbe trovare una maggioranza anche con l'aiuto di chi vorrebbe direttamente lo stralcio (il centrodestra ad esempio).

È pur vero che votare contro l'affido significherebbe preferire ad esso l'adozione, ma se i contrari non si mettono tutti d'accordo ci sarà chi voterà contro l'affido perché anche contro questo nella speranza dello stralcio, che poi non troverebbe una maggioranza.

Edited by Uncanny
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Ho letto su internet che con le unioni civili e i pacs anche ai minorenni è permesso unirsi. E' vero o è una bufala ? Che senso ha ? :hm:

Chiedo l'illuminazione e la saggezza ai gay frollati. 

beh, i minorenni -over 16- che devono sposarsi x figlio in arrivo lo fanno da sempre;

penso si voglia ampliare anche a loro la possiblità di "cirinnarsi"

 

PS: gay frollati, eh??

intanto NOI agli anta ce semo arivati;

così spero di te, tesò...

 

 

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no, ma la tristezza de sta foto?

ne vogliamo parlare??

più che voglia di combattere x i diritti fa venir voglia di andare a una veglia funebre (chè di sicuro sarebbe più pimpante...)

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Corriere della Sera
 
Con i senatori a lui vicini Matteo Renzi è determinato: «Nessuno stralcio della stepchild adoption», chiarisce il premier per far capire anche ai più dubbiosi che non si può continuare a «giocare» sulla «pelle degli altri», a «giocare» su una legge «da Paese civile», che interessa una parte degli italiani. «È una questione di serietà, quindi si vada in Aula», spiega per motivare il suo «no» alla richiesta di quanti, cattolici del Partito democratico in testa, chiedono di mandare in Aula il testo Cirinnà senza la parte che riguarda la stepchild adoption. Ergo, non è pensabile presentare il testo della legge sulle unioni civili monco di una sua parte. Non è vero perciò che Palazzo Chigi voleva o vuole lo stralcio. «Si va in Aula e si vota, non esistono altre opzioni», avverte il presidente del Consiglio. È ovvio che il governo non interviene su questa materia. Né interverrà. Tant’è vero che con i collaboratori Matteo Renzi ragiona in questi termini, senza pallottoliere: «Sinceramente non so come finirà in Aula, con il voto segreto, e non so come alla fine voteranno non solo i nostri, ma anche quelli di Forza Italia, o i grillini che, pubblicamente, dicono di essere d’accordo. Però una legge va fatta senza meno, non possiamo continuare così». Dunque, si va avanti, anche se il Partito democratico non si presenterà unito alla conta sulla stepchild adoption. È un rischio che il leader è disposto ad assumersi. Tanto, alla fine, il dissenso all’interno del Pd non sarà esteso come appare oggi.
 
«Del resto — dice il premier ai fedelissimi  ci sono divisioni traversali su questo tema in tutti i gruppi parlamentari. Per questa ragione la libertà di coscienza è giusta. Ognuno voterà come si sente sulla stepchild, ma non si può sopportare oltre questa situazione vergognosa, che ci vede isolati rispetto alle altre democrazie occidentali». Ma oltre alle resistenze dei parlamentari cattolici del Pd (che però sono meno forti di quanto si dice, tant’è vero che il documento contro le adozioni è stato firmato anche dai deputati del partito e non solo dai senatori per rimpolpare il numero delle sottoscrizioni), c’è un’altra questione. Riguarda la decisione di indire il Family day il 30 gennaio. Proprio due giorni dopo la data fissata per l’arrivo nell’aula di Palazzo Madama della legge sulle unioni civili. Perciò c’è chi è convinto che alla fine la normativa subirà un altro altolà proprio per questo motivo. C’è chi pensa che al premier, anche se ufficialmente non è in campo, non convenga andare avanti con questa legge. Ma non è così. Almeno a sentire il diretto interessato. Cioè lo stesso presidente del Consiglio. Certo non sta a Matteo Renzi decidere tempi e modi dell’esame del testo Cirinnà a Palazzo Madama. Spetta al presidente del Senato Pietro Grasso e ai capigruppo. Però il premier la sua indicazione ufficiosa al presidente dei senatori del Partito democratico, Luigi Zanda, l’ha data. E l’ha anche ribadita ieri: «Si vada in Aula il 28 gennaio». Già, perché Renzi nega di voler decidere il da farsi a seconda di come vada il Family day. Si tratta di una legge dello Stato, non sarebbe «serio».
 

E tanto meno intende farsi influenzare dall’alleato del Nuovo centrodestra, Angelino Alfano. Con il ministro dell’Interno l’accordo, di fatto, già c’è: le unioni civili non sono materia di governo, per cui non avranno nessuna incidenza sulla tenuta dell’esecutivo. Nemmeno se passassero con la stepchild adoption. «Io — ripete Renzi ai suoi interlocutori di questi ultimi giorni — non vado a rimorchio di nessuno, chi lo pensa si vede che non mi conosce bene».

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Unioni civili, stepchild ad hoc per le coppie gay.

 

Si lavora a un’intesa che preveda più paletti sui tempi per le adozioni Renzi: “La legge si farà. Sì al confronto, no a scontri ideologici”

 

«Non possiamo permetterci nessun arretramento rispetto al lavoro fatto fin qui, la legge deve essere approvata, si possono inserire paletti, dare garanzie che rassicurino chi ha perplessità, ma sulle unioni civili non si torna indietro né si può stravolgere il testo». Il premier Matteo Renzi ha dato l’imput ai suoi per percorrere l’ultimo miglio che separa dal traguardo con l’obiettivo di ridurre al minimo il dissenso dentro il Partito democratico e non fornire pretesti al M5s per votare contro il Ddl Cirinnà. Poi, nella enews affronta il nodo che divide i dem: «La questione non è semplice e mentre su molti punti l’accordo mi sembra solido, ci sono questioni su cui ancora le distanze sono ampie. E forse lo resteranno al punto che sarà il voto segreto, tipico in discussioni sui diritti e sui valori, a definire le scelte. Quello che è certo è che nel giro di qualche settimana avremo finalmente approvata una legge attesa da decenni. Mi auguro che si concluda l’iter esercitando la nobile arte del confronto, ascoltandosi, rispettandosi, dialogando. E non è una questione di buonismo, è una questione di buon senso». E poi: «Spero solo che il dibattito dei prossimi giorni si mantenga serio e serrato sui veri punti di merito, senza trasformarsi in uno scontro ideologico». Il buon senso per il premier sta anche nel non rimettere in discussione l’impianto della legge.

 

Dunque, non si tocca la stepchild, almeno questa la linea, ma si puntella il percorso che porta all’adozione del minore. E l’intesa potrebbe davvero essere ad un passo: si tratta di un emendamento a cui stanno lavorando i pontieri, sia al Senato sia alla Camera. L’ipotesi è quella di introdurre nel Ddl la lettera «e» all’articolo 44 della legge che regola le adozioni. Una norma ad hoc, dunque, che preveda limiti temporali per l’adottabilità sia rispetto alla coppia, sia rispetto al periodo di convivenza tra il minore da adottare e l’adottante, due anni, probabilmente. Nello stesso tempo si potrebbero «ripulire» da alcune contraddizioni gli articoli 2-3 e 4 del testo che fanno rimandi integrali al matrimonio civile.

 

La ministra Maria Elena Boschi, incaricata dal premier di seguire la mediazione, si è detta disponibile a ragionare su queste ipotesi, purché si superi la logica del muro contro muro, «la legge non può subire ulteriori rinvii» né rischiare di saltare in Senato sotto i colpi del voto segreto. Segnali di apertura arrivano da Alfredo Bazoli, il deputato dem firmatario del manifesto-appello con cui è stato chiesto lo stralcio della stepchild adoption da 37 deputati: «Continuiamo a ritenere preferibile lo stralcio oppure quantomeno la mediazione che stanno cercando di ritrovare al Senato sull’affido rinforzato. Qualora non fosse possibile né l’uno né l’altro, perché il partito decide di proseguire in questa direzione, l’extrema ratio, sulla quale cerchiamo di portare il partito, è almeno di circondare la Stepchild di una serie di condizioni che rendano chiaro che quello strumento non si applica, non incentiva o legittima la maternità surrogata, che poi è un po’ il rischio che vediamo dietro invece l’attuale formulazione della norma». È proprio Bazoli a far riferimento all’ipotesi su cui si sta lavorando: «Una norma ad hoc, che sarebbe formulata in modo tale che il giudice debba valutare, oltre a tutte le altre condizioni previste per la stepchild anche per i coniugi, anche che vi sia stato un certo periodo di convivenza tale tra il minore e il partner adottante da poter ritenere che si sia raggiunta la maturazione di una responsabilità genitoriale. Quindi uno step in più, un vincolo temporale in più che dovrebbe in qualche modo circondare di maggiore cautela questo istituto». Anche il senatore renziano Giorgio Tonini tende una mano: «A questo punto la soluzione più logica è votare il Ddl Cirinnà che è un buon compromesso a cui ha lavorato tutto il Pd. Il premier e segretario ha lasciato libertà di coscienza, e non c’è scandalo se su singoli punti i voti saranno trasversali». Se si arrivasse ad un’intesa – e questo si capirà già martedì prossimo quando si incontrerà il gruppo dem al Senato – il dissenso a Palazzo Madama potrebbe ridursi a una decina di parlamentari. A quel punto con il «si» di M5s e Si, più i voti che potrebbero arrivare da Fi (che ha dato libertà di coscienza come il Pd), potrebbe arrivare il via libera.

 

Il numero due del Nazareno, Lorenzo Guerini, in questa fase invita al dialogo, alla responsabilità, e intanto convoca incontri, sonda umori e possibili punta di caduta per un accordo. «La legge sui diritti civili è un traguardo importante, una legge che il Paese aspetta da anni, non va sciupato tutto il lavoro svolto proprio ora che siamo a un miglio dal traguardo». Ed è guardando a questo ultimo miglio che i cattolici si organizzano per cercare di piazzare macigni lungo il percorso. Il 30 per il Family Day c’è chi annuncia una marea umana a Roma contro la legge, la rete Lgbt scenderà il piazza il 23, è un braccio di ferro serrato. Valter Verini, che fa parte della bicameralina al lavoro per l’intesa dice che «il Pd in questa occasione può dimostrare di essere il Pd, può arrivare a quella sintesi senza la quale non si va da nessuna parte».

 

A Palazzo Chigi ritengono che ormai il tempo sia scaduto, «siamo l’unico Paese europeo senza una normativa sulle unioni civili e vogliamo colmare il ritardo», scrive il premier. La parola passa al Senato.

 

http://www.unita.tv/focus/unioni-civili-stepchild-ad-hoc-per-le-coppie-gay/

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L'Huffington Post

Non sono passate inosservate. Anche se non hanno detto una parola e si sono limitate ad ascoltare. Marta Grande, Tiziana Ciprini e Azzurra Cancelleri hanno partecipato a una riunione del comitato "Parlamentari per la famiglia", coordinato dal deputato Alessandro Pagano di Ncd, in cui si è discusso del Family day in programma per il 30 gennaio.


Niente di strano, se non fosse che le tre giovani deputate sono esponenti del M5s, e che il Movimento in Senato si è dichiarato a favore di quello stesso ddl Cirinnà che la manifestazione di fine mese vuole contrastare. Alla Camera, invece, qualche dubbio comincia evidentemente a serpeggiare.

E’ stato proprio l’esponente centrista che guida il comitato ad invitarle. E loro hanno deciso di accettare. Così si sono ritrovate nella stessa sala con i maggiori avversari in Parlamento del testo di legge sulle unioni civili: Gaetano Quagliariello, Paola Binetti, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Maurizio Sacconi e Eugenia Roccella, tra gli altri.

“Siamo andate ad ascoltare le varie opinioni su questo testo di legge, vogliamo farci un’idea da più punti di vista, come da approccio originario del Movimento5stelle”, spiega ad Huffington Marta Grande.

Rocco Buttiglione non se ne dice sorpreso. “In Parlamento – sostiene - non c’è una forza politica che su questo tema non abbia chi dissente”. Ma nel Movimento5stelle essere fuori linea spesso si traduce con l’espulsione.


Eppure, qualche perplessità, in quello che sembrava essere il monolite grillino su questo tema, c’è. “Io non ho ancora approfondito l’argomento – prosegue – perché sono in commissione Esteri e noi tendiamo a seguire i provvedimenti di cui ci occupiamo”. Insomma, a quell’incontro Marta Grande dice di esserci andata spinta dalla “curiosità”. “Dubitare non è sbagliato”, spiega. E infatti sta pensando di pubblicare un intervento sulla sua pagina internet per parlarne. “Credo che sulla stepchild adoption – sottolinea – ci sia un palese problema legislativo che vorrei approfondire in un articolo, per questo sto studiando”.

Quindi è pronta anche ad andare contro le indicazioni del gruppo e votare contro, magari scatenando le ire della Casaleggio&associati? “Prima di tutto – osserva - bisogna vedere quale testo ci arriva dal Senato. I deputati ne devono ancora discutere e molte volte in passato alla Camera sono stati assunti orientamenti diversi. Io ne ho parlato con alcuni colleghi e mi pare che molti abbiano le idee un po’ confuse”.

Edited by Rotwang
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Ho il timore che le cose stiano precipitando, dopo le dichiarazioni di Bagnasco di ieri sera, stamattina questa news:

 

Unioni civili, i dubbi del Quirinale. Pronte le modifiche del governo.

 

Il nodo non è la stepchild adoption. Emendamenti dell'esecutivo punteranno invece a evitare equiparazioni col matrimonio vietate dalla Consulta

 

ROMA - "I costituenti tennero presente la nozione di matrimonio che stabiliva (e tuttora stabilisce) che i coniugi dovessero essere persone di sesso diverso". Questa frase negli ultimi giorni sta rimbombando nelle sale di tutti i palazzi della politica. Da Palazzo Chigi al Quirinale, dalla Camera al Senato. E in una certa misura li sta scuotendo. Provocando allarmi e riflessioni. In molti si stanno chiedendo quanto potrà incidere nell'esame della nuova legge sulle unioni civili. Il cosiddetto testo Cirinnà. Che a fine mese sarà all'esame dell'aula di Palazzo Madama (...) Perché a pronunciare quella frase non è stato un oscuro senatore. Ma la Corte costituzionale, nella sentenza emessa nell'aprile 2010.

 

Quella decisione presa dalla Consulta quasi sei anni fa, si sta trasformando in un paradigma di riferimento per il provvedimento che sta dividendo al loro interno sia la maggioranza, sia l'opposizione. Il cuore dei dubbi infatti non sono più le adozioni ma il rischio che queste unioni civili siano "troppo" equiparate al matrimonio. E infatti proprio in queste ore i contatti informali tra il governo e il Quirinale sono stati intensi. Diversi membri dell'esecutivo hanno voluto chiedere una valutazione alla Presidenza della Repubblica. Per capire se nell'impianto del testo possano davvero emergere delle incoerenze di carattere costituzionale. Dal Colle la risposta è stata piuttosto precisa: il riferimento da prendere in considerazione è la sentenza 138 della Consulta. Mattarella si è tenuto ben lontano da giudizi o consigli nel merito del provvedimento. Il capo dello Stato non intende assolutamente intervenire nei contenuti di una legge ancora in discussione in Parlamento. E pur essendo stato favorevole alla legge sui Dico, proposta nel 2007 dal governo Prodi, esprimerà le sue valutazioni solo quando la norma sarà approvata e solo sulla base della sua costituzionalità. Ma proprio per questo il richiamo alla sentenza della Corte del 2010 (quando Mattarella peraltro non era ancora giudice costituzionale) ha fatto scattare l'allarme nel governo. Il problema, dunque, non è nella stepchild adoption. Ma semmai negli articoli 2 e 3 del testo Cirinnà, quelli che rinviano alla disciplina del matrimonio.

 

Fonte: LaRepubblica.it

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Ma sono allucinanti supercazzole, in quanto è vero che sicuramente nel '45 non si pensava a matrimoni fra persone dello stesso sesso ma altrettanto veracemente la corte si è già pronunciata dicendo che non c'è alcun impedimento costituzionale a una legge che li preveda.

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Ho letto su internet che con le unioni civili e i pacs anche ai minorenni è permesso unirsi

 

Veramente la legge dice l'esatto contrario:

 

Due persone maggiorenni dello stesso sesso costituiscono un'unione civile mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni

 

Cioè, attualmente, è vietata l'unione fra minorenni

 

Mentre sul discorso dei riferimenti al matrimonio, è chiaro che si

cercano degli "alibi politici"

 

Si usa la sentenza della Corte Costituzionale per legittimare una

mediazione politica

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Quello che sta facendo Repubblica, il megafono della segreteria Renzi, mi pare chiaro...Sfruttano un argomento giuridico per cercare di sanare uno scontro politico interno al pd.

Non è un mistero che i cattolici del pd vogliono una riformulazione del ddl cirinnà (nessun rimando al codice civile, indicazione TASSATIVA dei diritti riservati alle coppie omosessuali, in modo da evitare qualsiasi estensione di tipo griurisprudenzale).

 

Sono solo dei grandissimi figli di *******.

 

Non c'è scritto da nessuna parte in quella sentenza che la regolamentazione delle unioni civili implichi minori tutele alle coppie omosessuali. Ogni giorno che passa sono sempre più disgustato.

Edited by Orfeo87
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Donna Moderna

 

Dopo un percorso lungo e tormentato, segnato da rinvii, proteste di piazza, pressioni, mediazioni estenuanti, duri scontri verbali, provocazioni e spaccature nei vari partiti, il 28 gennaio inizierà nell’aula del Senato la discussione sulla cosiddetta “legge Cirinnà”, la legge che istituisce le unioni civili. Se approvato dal Senato (il voto finale è previsto per il 4 febbraio), il ddl dovrà poi andare alla Camera ed essere approvato anche da quest’ultima.

 

Che cosa sono le unioni civili?

Le unioni civili potranno essere costituite solo fra persone dello stesso sesso: nasceranno con una cerimonia davanti al sindaco e alla presenza di due testimoni. Pur non essendo un matrimonio, la legge riconosce agli uniti civilmente gli stessi diritti e gli stessi doveri delle nozze; è garantita la reversibilità della pensione, l’eredità, mentre in caso di scioglimento si applicherà la legge sul divorzio. Le uniche differenze con il matrimonio sono sulle adozioni (gli uniti civilmente non potranno adottare) e sull’accesso alla fecondazione assistita (vietata alle coppie gay o lesbiche).

 

Che cos’è la stepchild adoption?

È il punto più controverso della legge, che ha scatenato la protesta dei conservatori e che spesso viene confuso con l’adozione. In realtà, la legge prevede la possibilità di adottare solo il figlio naturale del partner, possibilità già prevista per le coppie eterosessuali. Al momento, i bambini nati nelle coppie omosessuali hanno per lo Stato un solo genitore e se questo muore o si ammala, l’altro non ha nessun tipo di dovere nei confronti del minore. Con la stepchild, invece, anche il partner sarà riconosciuto come padre/madre e obbligato a prendersi cura del minore. Se per i sostenitori della legge, tale norma è necessaria per tutelare i figli degli omosessuali, per i detrattori favorirebbe il ricorso all’utero in affitto. Va detto che però attualmente tale pratica è vietata in Italia e resterà vietata anche dopo l’approvazione del ddl Cirinnà.    

Che diritti avranno i conviventi?

Il ddl non riguarda però solo le coppie dello stesso sesso. Saranno regolamentate anche le coppie conviventi, sia etero che gay, non sposate o non unite civilmente. Sono previsti una serie di diritti minimi: la possibilità di visitare il partner in carcere, la possibilità di delegare al partner le decisioni in caso di malattia o di morte, di nominarlo tutore o amministratore di sostegno, il diritto di restare nella casa e di succedere nei contratti d’affitto, il diritto a essere inseriti nelle graduatorie per le case popolari.

 

Quando sarà approvata la legge?

Difficile a dirsi, com’è difficile sapere se la legge resterà integra o se subirà modifiche. Sulla carta, il ddl può contare su una maggioranza trasversale: favorevoli PD, M5S, Sel, socialisti, i senatori che fanno capo a Verdini. Contrari NCD, Lega, Forza Italia. Ma quasi nessun gruppo voterà compatto in aula: il Pd, ad esempio, lascerà libertà di coscienza e si stima che fra i 15 e i 30 senatori potrebbero votare contro la stepchild mentre voti favorevoli potrebbero arrivare dalla destra.

 

Come reagisce la Chiesa?

Mentre il giorno del voto si avvicina, lo scontro è acceso anche fuori dal Parlamento come fu per il divorzio o l’aborto negli anni ’70. La Cei è contraria ma i vescovi hanno scelto un basso profilo: in piazza scenderanno solo le associazioni cattoliche che il 30 gennaio, guidati da Mario Adinolfi, daranno vita ad un nuovo “Family Day”.

Saranno anticipati il 23 gennaio da una serie di presidi nelle principali città organizzati dai movimenti LGBT. Per gli attivisti l’obiettivo rimane il matrimonio, ma la maggior parte di loro considera comunque questa legge un primo passo verso l’uguaglianza.

Tutti, contrari e favorevoli, in attesa col fiato sospeso. Solo quando il Senato voterà, sapremo infatti con certezza se la Cirinnà diventerà legge o se sarà, come i Dico o i Pacs, l’ennesimo fallimento italiano sul tema dei diritti civili. Filippo Andrea Rossi, di “Diritti Democratici” (l’associazione che raggruppa i militanti omosessuali del PD) è speranzoso: “Abbiamo seguito il lavoro di Monica Cirinnà in questi due anni, un lavoro intenso di una persona determinata, capace e coraggiosa. In tutti i momenti di difficoltà, quando anche i più ottimisti perdevano la pazienza, tra mille rinvii, problemi e distinguo (pensiamo alla polemica sulla stepchild adoption), la senatrice Cirinnà ha mantenuto dritta la barra. Ha anche rinunciato al ruolo di relatrice per agevolare l'ingresso in aula della legge (poi rimandata a gennaio per i noti problemi tecnici relativi alla legge di stabilità). Ora ci siamo, ancora oggi un piccolo rinvio di un paio di giorni, ma la barra è li, dritta e si, quindi stavolta ce la facciamo.”

Edited by Rotwang
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Unioni civili, niente modifiche dal governo.

 

 

Nel Pd negano siano in arrivo emendamenti dal governo sul ddl Cirinnà: "L'orientamento non è cambiato". Quanto alla costituzionalità, è già stato fatto molto per rendere il testo compatibile con le sentenze della Consulta. Ceccanti: "Il vero nodo è politico: la stepchild adoption".

 

 

Emendamenti da parte del governo? Non risultano alle viste. Così, diverse fonti del Pd smentiscono che Palazzo Chigi – come invece riportato su Repubblica – abbia in animo di presentare modifiche al provvedimento sulle unioni civili, per il suo esame in Senato il 28 gennaio. “L’indicazione data la settimana scorsa è stata riconfermata anche stamattina: nessuna modifica da parte del governo”, conferma tra i dem chi si occupa di maneggiare l’incandescente materia del ddl Cirinnà: “Quel provvedimento è materia parlamentare, e tale resterà”. Certo, crea non poco scompiglio, nel mondo politico, il retroscena che spiega come dal Colle siano filtrate perplessità circa la costituzionalità del provvedimento, per via di una sua eccessiva equiparabilità al matrimonio che sarebbe in contrasto con la pronuncia della Consulta 138/2010 . Ne approfittano, ad esempio, l’ex Ncd Gaetano Quagliariello per invocare il “ritorno in commissione del testo” e in generale l’area centrista che vorrebbe uno stop deciso al provvedimento. Mentre la prima firmataria del provvedimento, Monica Cirinnà nega con nettezza, anche all'Espresso, che siano necessarie altre modifiche, perché “abbiamo già introdotto le dovute distinzioni” e nel testo attuale “non c’è alcuna equiparazione col matrimonio” .

 

E’ vero che c’è un problema di costituzionalità del testo? Il costituzionalista d’area Pd Stefano Ceccanti sembra invitare ad andarci piano, e sposta il fuoco dell’attenzione: “Non mi pare sensato trasformare tutti i problemi di merito in questioni di costituzionalità: il vero nodo del ddl Cirinnà è la stepchild adoption, ma si tratta di un nodo politico, che non c’entra nulla sul piano delle leggi, la sentenza 138 non ne parla”.

 

Quanto al testo del provvedimento, Renzi e il Pd hanno già indirettamente operato, nel tempo, per rendere il ddl più compatibile con la sentenza 138/2010 della Consulta (come pure la 170 del 2014, quando tra i giudici delle leggi vi era anche Mattarella). Quella sentenza, infatti, per un verso dice no al diritto al matrimonio gay, negando che le unioni omosessuali possano essere ritenute “omogenee” alle nozze vere e proprie; per altro verso però, apre la strada alle unioni civili, perché dice che tra le “formazioni sociali” tutelate dall’articolo 2, “è da annoverare anche l’unione omosessuale”. Dunque, per esempio, nel corso dell'esame in commissione Giustizia, è scomparso dal ddl Cirinnà il riferimento all’articolo 29 sul matrimonio, mentre ha fatto il suo ingresso il riferimento all’articolo 2 “(La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”) nel cui quadro le unioni civili sono state definite “formazioni sociali specifiche”. Nell’ultima versione del testo, quella presentata poco prima dell’approdo in Aula, è poi scomparsa una serie di riferimenti espliciti agli articoli del codice civile che disciplinano il matrimonio.

 

Sarà sufficiente? Mai dire mai. E dunque è possibile che, in una ottica di estrema prudenza, persistano, anche dal Colle, perplessità sui residui riferimenti al codice civile in materia matrimoniale, e che la politica stia ragionando sull’idea che “togliere tutti i richiami al codice sarebbe meglio”. Del resto in questa fase il governo ha la preoccupazione di tutelarsi rispetto al caso peggiore: quello di non portare a casa la legge. Tanto più viste le fibrillazioni in casa Cinque Stelle, per il caso di Quarto, che rimbalza fin nelle più alte sfere dell'esecutivo come possibile causa di non affidabilità dei grillini in Aula. Dunque non è escluso che arrivi qualche piccola modifica, in direzione dei desiderata dei cattolici: ma

a questo punto, dicono, potrebbe arrivare solo in Aula, dai singoli senatori.

 

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2016/01/18/news/unioni-civili-niente-modifiche-dal-governo-1.246999?ref=HEF_RULLO

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Per mandare il provvedimento in Aula si è rinunciato al Relatore

quindi non c'è un relatore che possa presentare emendamenti

 

Un emendamento espressamente governativo non può essere fatto

perchè impegnerebbe l'NCD e l'area cattolica smentendo la natura

parlamentare del dibattito, su cui Renzi ha lasciato libertà di coscienza

e concesso il voto segreto ( le 2 cose si contraddirebbero in modo plateale )

 

Si potrebbe dare incarico informale ad un gruppo di parlamentari di maggioranza

di presentare un "emendamento Renzi" mascherato, portando a compimento la

sistematica forzatura di ogni regolamento parlamentare

 

La risposta della De Giorgi alla Cirinnà: " Cirinnà stai serena"

 

Cosa risponde alla sua collega di partito Cirinnà che dice: vado avanti, nel testo non c’è nulla da cambiare?
 
«Che si dica vado avanti, non si tocca nulla, in questo momento in cui stiamo portando avanti la mediazione, non mi sembra un atteggiamento costruttivo. Fino a quando non andiamo in Aula, stiamo lavorando a molti emendamenti sui quali ci sarà una discussione anzitutto dentro il gruppo Pd, proprio in questi giorni. I rilievi che vengono fatti saranno considerati con grande attenzione. Direi che c’è da mettersi al lavoro con grande umiltà e senza irrigidimenti. Bisogna stare tutti molto tranquilli e sereni: è necessario esaminare ogni rilievo e considerare ciascuna osservazione fatta, in modo tale da presentare emendamenti che siamo migliorativi del testo. E se lo facciamo insieme, con spirito collaborativo, le cose vanno meglio»
 
Restano le perplessità della Consulta che poi sarebbero le stesse del Colle. Che ne pensa?
 
«Non mi pare che le cose stiano proprio così: ho letto anch’io i giornali e credo sia necessario che vi sia effettivamente una distinzione molto netta tra la formazione che andiamo a costituire e il matrimonio. D’altra parte capisco che nel primo testo Cirinnà c’era il matrimonio, poi dopo il dibattito in Commissione non c’è più la parola matrimonio ed è stata introdotta la definizione ‘formazione sociale’ ma è altrettanto vero che sono rimasti ancora alcuni riferimenti all’istituto del matrimonio che vanno sistemati con grande attenzione perché su questo la Consulta si è già pronunciata con la sentenza del 2010. Sicuramente, dobbiamo definire un istituto ma non deve essere confuso con quello del matrimonio. In Commissione noi abbiamo già cambiato il testo e va detto che il testo su cui lavoriamo è quello base, tenuto conto degli altri testi presentati, come ad esempio quello di Fattorini, di cui sono firmataria anche io, che distingueva molto bene; ecco questa parte specifica è stata accettata e accolta»
 
Ma se la Cirinnà dice vado avanti, non si tocca niente, su cosa potrete trovare una mediazione? E sulla stepchild adoption come la mettete considerando che i parlamentari dem di area cattolica minacciano di non votarla così come è e al Senato c’è l’incognita del voto segreto?
 

«Non ci si deve affezionare al ‘così come è’, anche perché questo crea problemi. Vedremo se in questi giorni arriveremo a una soluzione che è necessario trovare perché se si parla di mediazione bisogna che tutte le parti in campo facciano un passo le une verso le altre. Gli irrigidimenti sono quanto di peggio possa esserci in questo momento. Inviterei tutti alla saggezza in modo tale da usare questi giorni al meglio, proprio con l’intento di trovare una soluzione giusta per il Paese».

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Per me con la scusa dei rimandi al codice civile si vogliono togliere diritti (primo fra tutti la reversibilità).

 

Che dire, ormai non ci resta che aspettarli al varco, anche perché non vedo cosa noi singolarmente possiamo fare di fronte ad una campagna omofoba di questa portata.

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A me la campagna omofoba, sulla stretta finale, non meraviglia affatto

è nella logica del conflitto politico, la mia impressione però è che piovono

pugni su Renzi e sul governo da una parte sola

 

Io spero che Renzi resista per virtù - non politica - ma caratteriale, di leadership

e sdegnosità toscana

 

Ma nello scrivere questo...sono anche consapevole di regredire ad una prosa

e ad una lettura Montanelliana della vicenda: il ddl Cirinnà, passò nella versione 

-bis perchè Renzi era un "toscanaccio" 

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Tralasciando i dettagli ... inizio a demoralizzarmi ad ascoltare sti tecnocrati che stanno lì a spulciare i punti e le virgole per evitare il termine matrimonio manco puzzassimo! 

 

Insomma --> ci danno tutto purché non somigli vagamente ad un matrimonio? ---> Ma l'avranno capito quanto conta il dress code del wedding planner per le suffragette festanti nelle piazze? Sarcasmo a parte .... alla fine dovremmo accontentarci?

 

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L'idea che sta circolando è una ulteriore sventagliata di emendamenti

per depurare il testo da ogni riferimento al codice civile, detti "emendamenti

tecnici" da Zanda

 

Ovviamente sulla base del fatto che altrimenti la legge sarebbe incostituzionale

( il ché ovviamente è falso )

 

Avremo quindi una legge speciale, a parte, perché il solo rinvio al codice civile

sembrava eccessivamente "egualitario"

 

L'altra ipotesi allo studio è un periodo di prova sub iudice per l'adozione speciale

o lo stralcio della stepchild adoption da rinviare a tempi futuri

 

Non credo - spero almeno - che Renzi interverrà sui diritti economici

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Nell'ipotesi (poco probabile) che tutti i 315 senatori siano in aula a votare i numeri a favore sono questi:

 

- PD 112 senatori

- M5S 36 senatori

- SEL 9 senatori

- PSI 3 senatori

- IDV 2 senatori

 

Ci "sarebbe" una maggioranza di 162 senatori contro 131 sicuri contrari (il centro cattolico e le destre), bisogna vedere cosa votano le minoranze linguistiche (UV, SVP, PATT) e i deputati degli italiani all'estero.

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come hai fatto a contare senatore per senatore chi votera cosa ?! :S

 

Ho preso la linea di massima del partito di riferimento, prendendo i numeri dei gruppi da wikipedia.

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La notizia di oggi è che nonostante vi sia stata la riunione del Gruppo PD

dei Senatori...ve ne sarà un'altra Martedì prossimo

 

Ragionevolmente il susseguirsi di queste riunioni porterà a degli emendamenti

ma a questo punto fino a Martedì pv saranno solo indiscrezioni sul cd Cirinnà

ter

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Secondo Gay.it stanno pensando di togliere persino il doppio cognome! Se dovessero passare emendamenti del genere, meglio che il ddl non passi.

 

 

A me non interessa affatto il doppio cognome o altre cose "simboliche". 

Io voglio che lo Stato tratti me e il mio compagno allo stesso modo degli eterosessuali, pari benefici. Ne consegue che la cosa più importante è il fattore economico: sgravi fiscali, reversibilità pensionistica, possibilità di accedere a un mutuo come coppia e non come "società" senza tirare di mezzo notai vari e buttando soldi per designare un erede senza rischiare (come la legge comanda) che la tua casa vada a parenti serpenti che manco consideri da anni.

Il doppio cognome.. se permetti.. è proprio l'ultimo dei problemi ;) 

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A me non interessa affatto il doppio cognome o altre cose "simboliche". 

Io voglio che lo Stato tratti me e il mio compagno allo stesso modo degli eterosessuali, pari benefici. Ne consegue che la cosa più importante è il fattore economico: sgravi fiscali, reversibilità pensionistica, possibilità di accedere a un mutuo come coppia e non come "società" senza tirare di mezzo notai vari e buttando soldi per designare un erede senza rischiare (come la legge comanda) che la tua casa vada a parenti serpenti che manco consideri da anni.

Il doppio cognome.. se permetti.. è proprio l'ultimo dei problemi ;)

 

Ma il ddl Cirinnà non permetterà ai gay di essere trattati in egual modo degli etero. Se togliamo anche i simboli direi che se lo possono tenere!

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Beh il ddl Cirinnà su molti di questi aspetti già non dice niente

ma in sede interpretativa il fatto di non essere una famiglia

peserà

 

Ad esempio l'uguaglianza tributaria non esiste, c'è solo un

diritto alla reversibilità e dei diritti di successione 

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