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Omofobia e omosessualità repressa


lorenk

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EteroConfuso

Anche io in passato ero omofobo...chiamavo feroci i ragazzi gay e li deridevo. Dentro di me sono sempre stato un po' gay...ricordo da adolescente mi spogliavo...mi toccavo...ma sta cosa la respingevo. Certo oggi stesso chi.ostenta il suo essere gay con abbigliamento succinto, tutti colorati ancora mi da un effetto negativo..ma ora ho capito che amare un uomo è una forma di amore

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un eterosessuale deve sopprimere la possibilità omosessuale per poter diventare un vero maschio eterosessuale al 100%.

 

Possibilità per se stesso o possibilità in generale?  

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Esiste un modello sociale di riferimento che è

generale, poi i singoli lo applicano a se stessi

e la sommatoria di esperienze individuali simili

consolida a sua volta la validità del modello

sociale alimentando il circolo vizioso 

 

Per far questo serve produrre una rappresentazione

negativa dell'omosessualità, da qui gli stereotipi ed i

pregiudizi etc

 

Ovviamente se parliamo di comportamenti non è detto

che vi sia la necessità di arrivare alla violenza fisica, basta

allontanare o isolare "il diverso" o comunque mantenere un

rapporto di conoscenza ma non di amicizia "profonda" che

potrebbe scalfire la validità del modello.

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e se un etero creasse un'amicizia profonda con un gay e quindi si accorgesse che la rappresentazione negativa dell'omosessualità non corrisponde al vero...non rimarrebbe lo stesso etero? 

Non capisco perché si parla di negare la possibilità dell'omosessualità per "diventare" etero... perché diventare? Se uno è etero è etero...non deve diventarlo... Idem se uno è gay è gay. 

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Un modello sociale per essere operante non deve essere intrinsecamente vero,

basta crederci, questo vale in generale

 

Se un gruppo di persone crede che la comunione è il corpo ed il sangue

di Cristo, anche se non è scientificamente vero, socialmente è vero: esistono

i cristiani, perché esistono persone che ci credono

 

Una coscienza sociale diffusa dell'esistenza dell'identità omosessuale c'è almeno

dal XIX secolo, eppure un libro o un film in cui l'amicizia fra maschi etero e gay è

rappresentata come qualcosa di normale è veramente raro

 

Io potrei citarti decine di esempi, quelli sulla cui base sono cresciuto, in cui viene dato

per scontato che il gay finisce per innamorarsi fatalmente dell'amico etero e non ti

parlo di film morbosi o drammatici ma anche di commedie, un parziale progresso è

stato riuscire ad immaginare la possibilità di "gestire" questa situazione ( più o meno

ci sono voluti 100 anni....per dire: non è normale ma può capitare e si può gestire )

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e se un etero creasse un'amicizia profonda con un gay e quindi si accorgesse che la rappresentazione negativa dell'omosessualità non corrisponde al vero...non rimarrebbe lo stesso etero? 

 

Ma di ragazzi etero con amici gay ce ne sono eccome :D

Alla fine del liceo, all'uni...i miei amici maschi (noln molti, ma ce n'erano) erano tutti etero, e sapevano della mia omosessualità...

Certo se sei etero puoi fare amicizia con un ragazzo gay perché dubbi sulla tua sessualità non ne hai già più.

Edited by schopy
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Ma di ragazzi etero con amici gay ce ne sono eccome

 

ma infatti, lo so.. anche io ho amici etero! 

 

Quello che mi infastidisce è l'assunto per cui nell'adolescenza per costruire il proprio "sé" sia per forza necessario distruggere "l'altro" 

 

Io posso diventare benissimo un maschio etero al 100% anche senza passare l'infanzia e l'adolescenza a pensare che l'omosessualità sia una cosa malata e sbagliata. Riconoscere che ci siano cose diverse da noi e rispettarle non dovrebbe inficiare in alcun modo il percorso di crescita delle persone.

 

A meno che non si sostenga la bisessualità di tutti... e quindi solo in questo caso il discorso del "diventare" etero avrebbe un senso... però io non credo sia così.

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... però io non credo sia così.

 

Beh direi che questo sia ciò che è socialmente necessario pensare

per un gay oggi

 

Ma l'impostazione difensiva di questa idea in un gay è palese 

 

D'altronde è chiaro che il presupposto di tutto è il CO, se Salvini

può ignorare che i suoi compagni di partito sono gay, il discorso

non si pone neanche ( e non sono ragazzini....cioè il discorso rispetto

al CO si ripropone ad ogni età )

 

Ma il CO non basta....quanto "sapevano" della vostra omosessualità?

Cosa avete condiviso? Queste amicizie sono continuate nel tempo e su

quale livello di confidenza reciproca?

 

Rispetto a questi interrogativi valgono anche le vostre reticenze e autocensure

ovviamente è un discorso che vale per orgnuno di noi, ma non sarei così semplicistico

nel dedurre una "normalità" o "naturalezza" già acquisita

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A proposito dell'assunto di questo topic, l'imbarazzo che Gianluigi Paragone, noto omofobo dai tempi de "La Padania", prova di fronte a Diego Passoni, noto omosessuale, appare evidente anche a voi?

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Ma il CO non basta....quanto "sapevano" della vostra omosessualità?

Cosa avete condiviso? Queste amicizie sono continuate nel tempo e su

quale livello di confidenza reciproca?

 

Direi che quello che è -ancora- il mio migliore amico è eterosessuale...

e anche in passato, non è che tra amici etero e amici gay, a livello di confidenza, ci fosse sto gran distacco.

Anzi, alle volte trovavo strano parlare di fatti intimi con persone colle quali avevo in comune il solo fatto di essere gay.

Poi per vicissitudini varie ho ridotto di molto la mia vita sociale...brutta cosa :(

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Sì lo so che, nel tuo caso, il presupposto della tua

amicizia con gli etero è la teorizzazione dell'inimicizia

coi gay, solo che non è che sia una cosa necessariamente

positiva 

 

Anzi per dirla tutta il mio pregiudizio è chiaramente - da sempre

negativo

 

Nel tuo caso personale, ma direi per tutti i gay italiani nella tua

situazione, avendo io sempre ritenuto che la valorizzazione dell'omosessualità

e l'orgoglio gay etc presupponga una socialità gay o un periodo di socialità gay

fra adolescenza e giovinezza

 

Però magari sono io che mi rifaccio a modelli americani che in Italia non possono

attecchire 

 

PS questo prescinde dalle tue vicissitudini personali io lo sai l'ho sempre scritto in generale

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@@Hinzelmann, ti ringrazio per i tuoi interventi che mi hanno chiarito molto meglio il tuo pensiero, e sono sempre interessanti, mi riferisco ai post #51 #53
anche se in ritardo (ma questo è il bello del forum) vorrei fare un po' di puntualizzazioni da parte mia

Tu fai una separazione tra omofobia come fatto culturale e fatto psicologico, e sostieni una maggiore importanza della prima. Io penso che questa distinzione può essere magari utile per qualche fine teorico, ma praticamente, storicamente e socialmente non sono affatto slegati, ma anzi sono interdipendenti e si coadiuvano tra loro. Per prima cosa perché crescere in un contesto omofobo spinge alla repressione di ogni pulsione omosossuale, innescando meccanismi di repressione e conseguente pensiero omofobico che protegge dalle proprie, non altrui, pulsioni; inoltre ogni persona che abbia in atto meccanismi propri repressivi è di fatto potenzialmente creatrice, sostenitrice o supportiva per l'omofobia culturale, di fatto andrà a ingrossare le fila e ad aumentare le varie difese razionalizzanti del pensiero anti-gay. E' un po' come chiedersi se sia nato prima l'uovo o la gallina...

Altro punto è fare ciò che tu sostieni sia ingigantire il dato psicologico, creando così i "mostri" di cui parli.
A parte che vorrei vedere quali sono le percentuali, cioè mi sembra un rischio trascurabile... poi se c'è un utente che ha il doc da omosessualità, e continua a iscriversi inventando nuovi nick, adducendo di volta in volta nuovi pretesti che proverebbero la sua gaiezza (ti ricordo che qualche tempo fa scrisse un ragazzo che aveva il dubbio di poter essere gay perché gli piaceva il verde come colore, ed essendo il garofano verde storico simbolo degli omosessuali...) io non lo so.
Ma, se fosse vero che in molti casi di omofobia c'è una componente di omosessualità repressa personale, non possiamo nemmeno negarlo perché potrebbe essere distorto. Sarebbe come, se mi si passa il paragone, vietare di poter scrivere un libro su un serial killer come Manson o Dhamer per evitare che poi qualcuno si faccia influenzare e si metta a uccidere la gente.

Sono anche poco convinto della tesi che portate avanti tu ed Alma, che la spiegazione dell'omosessualità repressa come causa di comportamento omofobo sia un'invenzione dei gay (che secondo te vogliono punire l'aggressore pensando 'sarai come me' e secondo Alma non conoscono insulto più infamante) - non perché non sia possibile in alcuni casi, ma perché va considerato un altro elemento che ho precedentemente scritto: si va consolidando il pensiero (e di questo onestamente dobbiamo ringraziare tante ragazze etero che se ne fanno portatrici) che un maschio etero non sta a pensare a che tipo di sesso possono fare due uomini tra di loro per vedere fino a che punto ha la nausea; un maschio etero si trova ad essere indifferente a effusioni, sesso gay ecc, e ad adottare un saggio vivi e lascia vivere. 
Non siamo noi gay a vedere il gay dove non c'è solo perché è una tesi affascinante come tu scrivi Hinzel...
Pensare che dietro un comportamento aggressivo omofobo ci sia una repressione del soggetto verso i propri impulsi omosex, ovviamente, non sarà vero sempre, ma può essere vero in molti casi, è un pensiero supportato da diversi studi scientifici oltre che da evidenze di testimonianza ed è diventato un cardine del pensiero anti-omofobo, tanto da essere ormai pienamente inserito, secondo me, nella generale cultura anti-omofoba.

Edited by Krad77
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@Krad77, vorrei però che tu notassi il legame

che c'è tra l'omofobia e il razzismo negli eterosessuali.

Nonché dell'efficacia che ha il conoscere direttamente persone omosessuali

- come anche stranieri - per la riduzione drastica dei pregiudizi.

 

Se vi è una causa, viene da credere che non possa che essere comune

e che risieda in una generica diffidenza verso ciò che è diverso da noi.

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Io penso che questa distinzione può essere magari utile per qualche fine teorico, ma praticamente, storicamente e socialmente non sono affatto slegati, ma anzi sono interdipendenti e si coadiuvano tra loro

 

E chiaro che se parliamo di serial killer o di crimini violenti a motivazione sessuale, l'omosessualità del 

criminale è implicata, sia l'assassino Dahmer o - come nel caso citato da Freedog - il trentenne che colpisce

il ragazzo sul greto del fiume ( prendiamo questo, perchè Dahmer ne aveva tante )

 

Come sarebbe implicata d'altronde l'eterosessualità se parlassimo di crimini violenti a movente sessuale

in cui fossero vittime delle donne

 

Se prendiamo il caso del parrucchiere Daniele io sono perfettamente d'accordo con l'attribuzione di una

aggravante omofobica ( di fatto -mancando la legge- i motivi abietti e futili da cui i 30 anni in primo grado )

all'autore del crimine, perché a prescindere dall'orientamento sessuale del criminale questi colpisce Daniele

sulla nuca con un cacciavite quindi qualunque azione sessuale si stesse svolgendo poteva sottrarsi ad essa

e uccide per una esplosione di violenza omofobica

 

Il problema è che questo è solo un tipo fra i reati a movente omofobico: un reato violento e a motivazione

sessuale ( sesso e violenza qui sono sicuramente coimplicati )

 

Poi gli psicologi potranno discutere se l'autore del crimine era gay-bisex-etero "problematico", certo ricadeva

come minimo nell'area grigia Kinsey di coloro che compiono atti omosessuali, non ne so a sufficienza di lui ma

non ho difficoltà a dirlo a chiare lettere ( precisando come sempre che legalmente deve essere irrilevante ai

fini dell'applicazione dell'aggravante )

 

Il discorso si fa per me problematico se esistono gay che ritengono che l'omofobia sia solo questo, ed etero

che in contemporanea pensano che siccome i nazisti erano sadici, erano pure degli omosessuali latenti ( gay

repressi che arrestano 100.000 gay non repressi....paradossale,no? )

 

Quanto al primo discorso io non ho mai affermato che i gay se lo "inventano" di sana pianta io affermo che

vogliono vedere solo questo aspetto, violento e sessuale e lo vogliono necessariamente riferire a "gay

represso" ( i passaggi sono due ) 

 

Mentre il discorso del fascino morboso riguarda più specificatamente il nazismo e comunque ha un

suo valore generale ( anche se in parte vi partecipa pure Visconti che era gay )

 

Per i gay la motivazione è molto semplice: o io ridimensiono l'omofobia al suo lato sessuale e violento o

devo dire che mia madre è omofoba e tantissimi eterosessuali "normali" che incontro per strada potrebbero

esserlo ed il mio partito-la mia consorteria sono omofobe etc e LORO nonostante sia un bravo ragazzo mi

considereranno sempre diverso

 

Meglio cancellare questa situazione e pensare che sia diverso il mostro omofobo che compie l'atto eccezionale

magari un "mostro gay" come potenzialmente potrei essere io se non fossi tanto "bravo ragazzo"

 

Per cui per vivere "tranquillo" preferisco cancellare un buon 80% di omofobia ; come gli etero preferiscono

pensare che Hitler ed i nazisti sono dei mostri sadici, invece che normali tedeschi razzisti e borghesi, che a

condizioni date si comportano da mostri, io preferisco pensare che gli omofobi siano dei mostri sadici e magari

gay

 

Il senso del mio discorso certo disordinato è questo ( i riferimenti al nazismo hanno complicato ma

per certi versi esemplificano anche il concetto )

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E chiaro che se parliamo di serial killer o di crimini violenti a motivazione sessuale, l'omosessualità del 

criminale è implicata, sia l'assassino Dahmer o - come nel caso citato da Freedog - il trentenne che colpisce

il ragazzo sul greto del fiume ( prendiamo questo, perchè Dahmer ne aveva tante )

 

Come sarebbe implicata d'altronde l'eterosessualità se parlassimo di crimini violenti a movente sessuale

in cui fossero vittime delle donne

 

Se prendiamo il caso del parrucchiere Daniele io sono perfettamente d'accordo con l'attribuzione di una

aggravante omofobica ( di fatto -mancando la legge- i motivi abietti e futili da cui i 30 anni in primo grado )

all'autore del crimine, perché a prescindere dall'orientamento sessuale del criminale questi colpisce Daniele

sulla nuca con un cacciavite quindi qualunque azione sessuale si stesse svolgendo poteva sottrarsi ad essa

e uccide per una esplosione di violenza omofobica

 

Il problema è che questo è solo un tipo fra i reati a movente omofobico: un reato violento e a motivazione

sessuale ( sesso e violenza qui sono sicuramente coimplicati )

 

Poi gli psicologi potranno discutere se l'autore del crimine era gay-bisex-etero "problematico", certo ricadeva

come minimo nell'area grigia Kinsey di coloro che compiono atti omosessuali, non ne so a sufficienza di lui ma

non ho difficoltà a dirlo a chiare lettere ( precisando come sempre che legalmente deve essere irrilevante ai

fini dell'applicazione dell'aggravante )

 beh, giusto sabato notte c'è stato un altro omocidio alla pineta Sacchetti a Roma (per chi non lo sapesse, è uno degli ultimi parchi di battuage gay/trans)

http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/parrucchiere_vip_ucciso_sassate_rapina_pineta_sacchetti/notizie/1321031.shtml

 

poi si vedrà (forse) se ad ammazzarlo è stata la solita marchetta rumena che voleva rapinarlo o qualche psicopazzo che non riesce ad accettarsi come frocio,

ma la brutalità di chi ti prende a pietrate e ti lascia lì morto & mezzo nudo mi fa pensare che non sbaglieremmo a parlare di omofobia pure stavolta

-purtroppo-

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