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felicità ed orientamento sessuale


d.gar88

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Una piccola riflessione un po' teorica, che mi è capitato di fare.

Più volte, quando qualche amico o conoscente mi racconta del suo (o di UN suo) coming out, mi capita di sentire frasi del tipo: "ho spiegato a (amico/a, familiare, collega) che io sono felice così". In sostanza molti fanno coming out ribadendo quanto ciò sia ricollegato al loro essere felici. Sono gay/bsx e sono felice (di esserlo). Questa cosa mi ha fatto un po' riflettere. Trovo cioè che sia un po' fuorviante collegare il proprio orientamento sessuale al proprio essere felici. Ho sempre pensato (e continuo a pensare, strenuamente) che l'essere felici dipende da un insieme di scelte volti alle realizzazione di sé e, in special modo, della propria vocazione (professionale, innanzitutto, ma non solo; pensiamo ad una persona che, a prescindere dal lavoro che fa, passa la vita a combattere per determinati ideali in cui crede fortemente). Insomma essere felici dipende da ciò che si fa non da ciò che si è, per dirla con uno slogan un po' semplicistico. Ciò che si è può casomai servire a definirci e, quindi, ad autodeterminarsi. Da qui penso anche che questo ricollegare orientamento sessuale e felicità possa addirittura avere dei lati negativi, denotare dei residui e latenti margini di non accettazione. Perché dovrei "giustificarmi" dicendoti che sono felice in quanto gay? Perché in fondo un po' di questo si tratta. Se te la metto in questi termini te non sei titolato a dirmi nulla, altrimenti sei "contro" il mio essere felice. Si va parati, in questo modo, nei confronti di quelli che ci vogliono bene. Ma non dovrebbe essere così. In sostanza essere omosessuali è un po' come essere biondi o mori o che ne so...non è che io rivendico il mio essere felice in quanto biondo.

Anche voi riconducete (sia per voi stessi sia nel vostro relazionarvi con gli altri) l'orientamento sessuale all'essere felici?

Pensate che abbia detto solo un mucchio di scemenze?

 

PS perdonate il titolo del topic che è terribile.

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Dicono di essere felici proprio perchè non lo sono. E' l'ideologia gaya. Non c'è nulla di felice nell'essere gay.

In che senso non c'è nulla di felice? nel senso descritto da me sopra? O perché pensi che, anzi, ciò sia ricollegato all'essere infelici? Perché, va detto a oro del vero, ci sta anche chi dice queste cose (sono gay quindi infelice)

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Pensate che abbia detto solo un mucchio di scemenze?

 

Abbastanza Lol

 

Nel senso che in genere se si fa CO coi genitori sottolineare il fatto di essere felici

si fa perchè si sa che l'omosessualità suscita preoccupazioni nelle persone a cui

siamo cari

 

Cioè è un qualcosa di assolutamente fisiologico e naturale, non ideologico e deriva

dall'idea eteronormativa che l'omosessualità sia invece una sventura, una disgrazia

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Anche voi riconducete (sia per voi stessi sia nel vostro relazionarvi con gli altri) l'orientamento sessuale all'essere felici?

Pensate che abbia detto solo un mucchio di scemenze?

 1. diciamo che l'essere out of closet per me è una condizione necessaria (anche se ovviamente non sufficiente) per vivere serenamente -felicità è cmq una parola impegnativa!-, chè così posso vivere senza nè nascondermi nè negare una parte di me: quanti sarebbero felici di vivere una storia d'amore fissa & stabile, ma clandestina?

Credo ben pochi (newMarc a parte..)

2. credo che ti stai facendo le domande tipiche di tutti quelli che hanno paura di essere scoperti come gay e non hanno ancora avuto il coraggio di dirlo

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In che senso non c'è nulla di felice? nel senso descritto da me sopra? O perché pensi che, anzi, ciò sia ricollegato all'essere infelici? Perché, va detto a oro del vero, ci sta anche chi dice queste cose (sono gay quindi infelice)

Non esattamente nel senso che intendi tu. L'omosessualità è uno svantaggio, non ha senso esserne felici. Ma non significa nemmeno che un omosessuale debba necessariamente essere infelice. 

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L'omosessualità è uno svantaggio, non ha senso esserne felici

 

Ecco trasferisci questa idea eteronormativa da NewMarc agli etero a cui fai CO

e capisci perché gli dici il contrario

 

Nel caso si tratti di genitori e parenti poi è del tutto logico tranquillizzarli 

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Abbastanza Lol

 

Nel senso che in genere se si fa CO coi genitori sottolineare il fatto di essere felici

si fa perchè si sa che l'omosessualità suscita preoccupazioni nelle persone a cui

siamo cari

 

Cioè è un qualcosa di assolutamente fisiologico e naturale, non ideologico e deriva

dall'idea eteronormativa che l'omosessualità sia invece una sventura, una disgrazia

Quello che dici tu ha un senso. Ma ho l'impressione che, in questo modo, si vada ad abbassare il livello della discussione. Perché, ribadisco, essere gay ed essere felici non sono 2 cose che possono essere ricollegate. Tu, giustamente dici, che chi dice così lo fa per un motivo (che potrebbe anche non essere l'intento di giustificarsi); ma sta dicendo una cosa non proprio esatta. Chè appunto non può essere da quello che deriva l'essere felici o meno. Il rischio, in sostanza è che si confondano i piani, e alla fine si fa un mischiato di tutto. 

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l'essere out of closet per me è una condizione necessaria (anche se ovviamente non sufficiente) per vivere serenamente -felicità è cmq una parola impegnativa!-

​E però già è una cosa diversa. Io parlo di chi ricollega di per sé l'essere gay all'essere felici. 

Però è anche vero, che ancora molti pensano che essere gay sia essere uno svantaggio. Ma a quel punto già questa idea è espressione di un atteggiamento omofobico più che eteronormativo. E quindi (continuo a sostenere) che l'approccio dovrebbe essere diverso...agire cioè sull'omofobia altrui, piuttosto che sul fatto che io sono felice "grazie al" mio orientamento sessuale. 

PS non sono out in generale, non con la mia famiglia quantomeno. Ma non ho nemmeno paura di essere scoperto. E sì, ovvio, che certe domande un po' si ricollegano a come io mi prefiguro il mio coming out.

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Beh il livello di una conversazione viene determinato anche dal proprio interlocutore

se ho un padre che la pensa come NewComer o invece è disposto a conoscermi meglio

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la felicità connessa al CO è dipesa dal sentirsi libero come un onda, libero dalla convinzione che la terra è tonda... libero, libero davvero non per fare il duro, libero, libero dalla paura del futuro e via dicendo xD 

 

 

Anche voi riconducete (sia per voi stessi sia nel vostro relazionarvi con gli altri) l'orientamento sessuale all'essere felici?

bhe attribuire ai gay repressi o indecisi o curiosi una connotazione negativa, fa pensare che ai "rivelati" la felicità è effettiva lol

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L'omosessualita' è uno svantaggio perchè è la societa' in cui vivi a rendertelo tale . Se a te piace come sei e gli altri ti accettano non è piu' uno svantaggio .

Perchè essere Castani dovrebbe essere uno svantaggio in una societa' dove ognuno ha i capelli di colore diverso e tutti sono felici ? Se ti ritrovi pero' castano in un mondo che

accetta solo i Biondi o i Rossi tu ti senti a disagio perchè diverso e quindi infelice.

 No. E' più come con i diversamente abili. Se non ci fossero barriere architettoniche il loro svantaggio sarebbe minore ma qualunque diversamente abile preferirebbe essere normodotato.

Al di la dell'omofobia essere gay comporta svantaggi oggettivi. 

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Ho sempre pensato (e continuo a pensare, strenuamente) che l'essere felici dipende da un insieme di scelte volti alle realizzazione di sé e, in special modo, della propria vocazione (professionale, innanzitutto, ma non solo; pensiamo ad una persona che, a prescindere dal lavoro che fa, passa la vita a combattere per determinati ideali in cui crede fortemente).

 

Poiché invece è legata principalmente all'ambiente familiare e alle relazioni

è normale che la nostra affettività sia collegata alla nostra felicità.

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Poiché invece è legata principalmente all'ambiente familiare e alle relazioni

è normale che la nostra affettività sia collegata alla nostra felicità.

 

Mah...uno potrebbe avere una famiglia "di merda" (una famiglia di provenienza in tendo), ed essere comunque una persona felice. Perché, poi, per il resto riesce a coltivare delle splendide relazioni (amicali, di coppia...). È ovvio che, per fare questo, vorrò scegliere persone che non abbiano alcun problema con il mio orientamento sessuale. Però, allo stesso modo, io tendo ad evitare di relazionarmi con persone razziste (pur essendo io bianco e italiano). Anche questo è un mio modo per instaurare relazioni che mi consentano di essere felice; perché credo che non essere razzisti sia legato all'essere belle persone.

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KrarayanDasH999

Mh. Penso lo si dica per lo più ai familiari ai quali, per la maggiore, interessa soprattutto la nostra felicità, perciò a una madre con cui si fa coming out mi pare automatico venga quasi spontaneo dire "ma io sono felice" per ribadire che nonostante il fatto che tu faccia parte di una minoranza emarginata, stai bene con te stesso e non vivi la tua omosessualità in maniera opprimente/negativa (a meno che la madre in questione non sia bigotta, in tal caso non gli interessa la tua felicità ma la sua reputazione, probally)

 

In poche parole, non collego la felicità all'omosessualità, ma proprio l'essere felici NONOSTANTE la propria omosessualità che alcuni possono vedere come uno svantaggio.

Edited by KrarayanDasH999
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Capricorno57

Forse

 

 

 

frasi del tipo: "ho spiegato a (amico/a, familiare, collega) che io sono felice così"

 

intendono solo dire che "sono felice ugualmente" , "sto bene lo stesso" , non che "l'essere omosessuale mi dà felicità".

A volte queste frasi possono essere dette in risposta a un "oh poverino, come farai, cosa dirà l' agente"  ...

(anche se a me un po' la dà, per motivi già espressi in altre discussioni tra noi che ci comprendiamo di più rispetto a amici colleghi ecc.)

 o no?

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Penso proprio che uno dica di essere felice della propria omosessualità dopo il CO per evitare che chi è meno aperto sull'argomento pensi il contrario, o comunque semplicemente per esplicitare che si sta bene con se stessi e con il proprio modo di essere. Tutto qui.

(Quello che hai scritto mi risulta un tantino delirante.)

Edited by Cthulhu
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Pensate che abbia detto solo un mucchio di scemenze?

 

Sì un po' lo penso, perché la tua premessa è l'utilizzo della parola felicità per indicare una situazione di sollazzamento spirituale come potrebbe essere quello di andare a Gardaland gratis o quello di ricevere in regalo un'intera collezione di automobili da corsa o di essere invitati a cena dal proprio attore preferito.

 

Quando la gente dice che è felice mentre fa coming out lo dice con una specifica accezione semantica, ossia un messaggio molto secco e preciso: "non sono egodistonico, e quindi sono perfettamente a posto con la mia identità e non ti sto chiedendo assolutamente niente, fattene una ragione se sei omofobo e non rompere le palle".

 

Il fatto che tu abbia utilizzato altre accezioni la dice lunga sulla consapevolezza che hai di te stesso e il livello di autogestione della tua identità.

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Capricorno57
Quello che hai scritto mi risulta un tantino delirante

ma anche 

 

 

dirsi "felici" si intenda felici di essersi accettati e vivere normalmente

 

mah. è colpa mia forse, che attribuisco alla parola "felicità" una valenza super-eccezionale. 

Che non provai nei CO, facendo i quali ero semplicemente contento che i conti quadrassero. 

Non urlo mai al miracolo, scusate. 

Certo, per qualcuno che ha sofferto prima, può essere un momento felice, ok. 

Edited by Capricorno57
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ero semplicemente contento che i conti quadrassero

 

Beh potrebbe intendersi come una specie di "felicità contabile" 

 

Certo non è molto "poetico" come concetto...però non è che

dovessero innamorarsi di te, in fondo erano i tuoi genitori e

ti han preso per come sei venuto Lol

 

Seriamente penso invece che la tua situazione in base a ciò

che hai scritto sul forum ( matrimonio etc ) sia molto diversa

da quella della maggioranza di noi

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Sì un po' lo penso, perché la tua premessa è l'utilizzo della parola felicità per indicare una situazione di sollazzamento spirituale come potrebbe essere quello di andare a Gardaland gratis o quello di ricevere in regalo un'intera collezione di automobili da corsa o di essere invitati a cena dal proprio attore preferito.

 

Quando la gente dice che è felice mentre fa coming out lo dice con una specifica accezione semantica, ossia un messaggio molto secco e preciso: "non sono egodistonico, e quindi sono perfettamente a posto con la mia identità e non ti sto chiedendo assolutamente niente, fattene una ragione se sei omofobo e non rompere le palle".

 

Il fatto che tu abbia utilizzato altre accezioni la dice lunga sulla consapevolezza che hai di te stesso e il livello di autogestione della tua identità.

La tua sarebbe una riflessione interessante, se avessi letto tutto il testo. Mi pare evidente che non lo hai fatto.

Mi pare ovvio che con felicità non intendo una situazione di sollazzamento spirituale, del tipo andare a Gardaland, anche perché altrimenti cade tutto il resto del post. Forse non sono stato chiaro, e me ne dispiaccio.

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non sono egodistonico, e quindi sono perfettamente a posto con la mia identità e non ti sto chiedendo assolutamente niente, fattene una ragione se sei omofobo e non rompere le palle"

Ed è proprio questo il punto. Questo è accettarsi,e rappresentare il proprio "stare a posto con se stessi" agli altri, il che è una condizione imprescindibile per essere sereno. Essere felici, presuppone (oltre ad un certo grado di consapevolezza di se stessi) il compimento di una serie di scelte.

Condivido la prospettiva di chi sostiene che coloro i quali l'associano coming out e felicità

 

ntendono solo dire che "sono felice ugualmente" , "sto bene lo stesso" , non che "l'essere omosessuale mi dà felicità".
. Ma non so se sia sempre così; cioè io ho l'impressione cha alcuni debbano associare necessariamente le due cose (ma questa è, ribadisco, una mia impressione) mentre io sostengo che essere felici è una condizione di realizzazione che riguarda i propri progetti di vita, il tipo di relazioni che uno instaura etc etc. 

Diverso è il discorso sul DICHIARARSI. Il che effettivamente è un gesto che denota una certa maturità, consapevolezza, e dà la libertà di compiere scelte autentiche; e questo c'entra eccome con l'essere felici. Ma, ciò di cui non ho mai sentito il bisogno nel momento in cui ho fatto coming out, è stato di ribadire che "sono omosessuale e sono felice così". E,anzi, se uno mi facesse una domane del genere gli risponderei: tu sei felice di essere etero?

 

È (o forse dovrebbe essere) la stessa identica cosa.  

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Cioè in definitiva ti dà fastidio che la gente talvolta nel linguaggio parlato usi l'aggettivo "felice" con un significato che nel tuo vocabolario personale ti pare meglio approssimabile a quello di "sereno". Ti rendi conto di dove stai andando a parare?

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Cioè in definitiva ti dà fastidio che la gente talvolta nel linguaggio parlato usi l'aggettivo "felice" con un significato che nel tuo vocabolario personale ti pare meglio approssimabile a quello di "sereno". Ti rendi conto di dove stai andando a parare?

No. innanzitutto la parola fastidio l'hai messa tu. dico che mi fa riflettere il fatto che spesso si usi la parola felice con un significato che poco ha a che vedere con la stessa. 

No...dimmi, dove sto andando a parare?

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Ilromantico

Più che altro bisognerebbe capire questa continua ossessione nell'analizzare sempre e comunque parole e pensieri.

 

Penso che "sono gay e sono felice" non sia un'opera di un autoconvicimento, ma voglia dire "sono gay ed esserlo non nega la possibilità di poter essere felice" È una frase che serve più per rassicurare e/o controbattere lo scettico di turno.

L'interpretazione di inizio topic la trovo assurda, chi cavolo è felice perché etero o gay? È come dire "sono biondo e sono felice" (????).

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Come ti hanno detto altri, per me quelle frasi dette in momenti del genere sono per forza delle dichiarazioni etero-adattate; penso sia logico adeguare l'etichetta linguistica in quei momenti a coloro cui il tuo messaggio è indirizzato e per un etero la gayezza è elemento negativo o quantomeno svantaggiante. Questo poi si rivela abbastanza esatto in quanto la società nei suoi vari aspetti è studiata e creata da etero ed essendo gay/bsx/trans una minoranza, come sappiamo devono mangiare polvere per conquistare uno spazio alla pari.

 

Nel concetto personale e ideologico questo discorso è diverso. Dipenderà dal tuo grado di accettazione, dalla mentalità che hai, dalla tua idea di felicità, dalle variabili dell'ambiente in cui nasci o cresci ecc, per alcuni potrebbe coincidere anche con l'orientamento sessuale per altri sarebbe troppo riduttivo (e per me lo è di certo).

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Nel senso che in genere se si fa CO coi genitori sottolineare il fatto di essere felici

si fa perchè si sa che l'omosessualità suscita preoccupazioni nelle persone a cui

siamo cari

 

Cioè è un qualcosa di assolutamente fisiologico e naturale, non ideologico e deriva

dall'idea eteronormativa che l'omosessualità sia invece una sventura, una disgrazia

la felicità connessa al CO è dipesa dal sentirsi libero come un onda, libero dalla convinzione che la terra è tonda... libero, libero davvero non per fare il duro, libero, libero dalla paura del futuro e via dicendo xD 

bhe attribuire ai gay repressi o indecisi o curiosi una connotazione negativa, fa pensare che ai "rivelati" la felicità è effettiva lol

Sarò il più fortunato e/o paziente sulla terra che riesce ad essere felice anche se sono gay single e senza un soldo, ma da quando ho fatto CO e vivo la mia omosessualità senza nascondermi, io sono effettivamente felice perché mi sono tolto un peso...

Essere gay io non lo vedo come uno svantaggio è come dire che mi piace la nutella ma è uno svantaggio perché agli altri piace la marmellata... 

E "la tradizione" di dire che siamo felici quando facciamo CO almeno nel mio caso lo ho fatto per far stare tranquille le persone a cui voglio bene e per esempio mia madre e adesso che gli ho detto che sono gay dopo 6 anni di litigi senza nessun vero motivo, ci siamo riavvicinati...

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