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Avvenire ripudia le teorie riparatorie?


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Ma assolutamente no! Hinz questo è un fraintendimento della dottrina tradizionale, il concetto risiede nella sacralità del seme che non va sprecato!

Guarda ti racconto una chicca, all'università ho studiato Diritto Canonico, una materia veramente divertentissima.

 

In pratica la dottrina sessuale parla di sesso procreativo, quindi tutto ciò che non è finalizzato alla procreazione è peccato.

Tu mi dici che l'eterosessualità ci credono e INVECE NO! Addirittura molti teologi dicevano che se il sesso deve essere solo procreativo, una coppia sposata con una donna in menopausa non avrebbe lo stesso potuto consumare un rapporto sessuale.

 

Sai alla fine la giurisprudenza canonica come risolse la cosa? Dicendo, "si è vero che arrivati ad una certa età non si può più procreare ma non è una regola, non è forse vero che Sara la moglie di Abramo ebbe Isacco in vecchiaia?" quindi è ammesso il sesso matrimoniale anche tra persone bilogicamente sterili.

Insomma per la Chiesa cattolica l'amore è un concetto slegato dal sesso, le pulsioni sessuali sono una cosa e vanno domate, un buon cattolico sa e deve domarle.

 

Poi è normale che ci siano prese di posizione in tal senso, ma proprio in tal senso è verissimo che per la Chiesa un omosessuale è ben accetto basta che non pecchi come, in realtà. anche gli eterosessuali che fanno sesso prematrimoniale non potrebbero accedere ai voti.
Sono sullo stesso piano!

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Non direi proprio che le cose stiano dottrinalmente così:

non è affatto vero che la sessualità si possa soddisfare con chiunque e che andare con le donne sia ammesso solo per fini procreativi.

La sessualità può essere soddisfatta legittimamente (in senso di legittimità etica) solo nell'ambito del sacramento matrimoniale, al di fuori del quale è sempre peccaminosa.

 

C'è tuttavia da distinguere la soddisfazione smoderata d'una sessualità naturale, che è quella rivolta verso il genere opposto e che è per sé atta a generare prole (acta per se apta ad prolem generandam), dalla soddisfazione d'una sessualità innaturale, che è quella rivolta verso il proprio stesso genere o verso le bestie e che non per sé atta a generare prole:

il peccato di smoderatezza nell'ambito della sessualità naturale è ovviamente molto meno grave del peccato nell'ambito della sessualità innaturale, la quale neppure può essere distinta tra sessualità moderata e smoderata, essendo sempre oltre la misura naturale.

 

Guarda che abbiamo detto la stessa identica cosa, ma proprio la stessa

 

 

Confondi gli obblighi del clero regolare da quelli del clero secolare.

Comunque il voto di castità (clero regolare) è diverso e per nulla "accessorio" all'obbligo di celibato che non è un "voto" ma solo un obbligo disciplinare della Chiesa Cattolica Latina cui infatti le Chiese Cattoliche Orientali non sono soggette.

 

 Terminologico, comunque era solo esemplificativo

 

 

 

 

Mi pare che tu sia molto fuoristrada, se non altro perché il "Mondo protestante" è molto variegato.

Quanto al "sesso fine a sé stesso", mi risulta che i Protestanti in genere siano dottrinalmente molto più ossessionati dal sesso dei Cattolici, tant'è vero che la circoncisione pare sia ampiamente praticata in funzione (chissà perché) antimasturbatoria.

E comunque anche la dottrina cattolica ammette il sesso "fine a sé stesso" cioè senza effetti prolifici, purché sia nell'ambito matrimoniale, infatti non c'è peccato se uno abbia rapporti con la moglie ormai sterile per l'età o temporaneamente sterile perché già incinta:

il che tra l'altro è a rigore una contraddizione, seppur giustificata dall'adattamento alle necessità umane, con il principio della finalità esclusivamente procreativa del sesso.

 

Questo è vero che sia molto variegato, ad ogni modo parlo con cognizione di causa perchè mio padre è evangelico, conosco mmolto bene la dottrina dei Testimoni di Geova, comunque si ci sono tante sottocorrenti.

 

Mentre sull'ultimo punto ho già risposto nell'intervento di prima ;)

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Mario1944

 

 

conosco mmolto bene la dottrina dei Testimoni di Geova,

 

I quali non mi sembra siano molto lassisti né in fatto di sesso né tanto meno di omosesso.

 

 

 

 

Mentre sull'ultimo punto ho già risposto nell'intervento di prima

 

Dove per altro confondi la giurisprudenza con la dottrina etica.....

 

 

 

 

Guarda che abbiamo detto la stessa identica cosa, ma proprio la stessa

 

Non direi proprio, ma forse ti eri espresso male......

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Icoldibarin

@Hinzelmann, @Iron84. Perdonatemi ma avete detto una stupidaggine entrambi.

La chiesa cattolica (almeno le persone che si sono pronunciate ufficialemente, non i singoli preti che hanno posizioni spesso troppo eterogenee) da diversi anni riconosce che le persone con un orientamento (o quantomeno inclinazione) omosessuale esistono.

 

« Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere considerata come oggettivamente disordinata »

La prescrizione per queste persone è ovviamente la castità. Alcuni ipotizzano che l'omosessualità sia una prova di fede, come le stigmate. L'omosessuale praticando una vita di castità si avvicina a dio e si santifica.

 

Per questo l'articolo di Avvenire non mi sembra poi rivoluzionario, anche se in seno alla chiesa sono poi moltissime le persone che utilizzano teorie vetuste sull'omosessualità (sbagliata educazione, rapporto madre-figlio deviato etc.) e quindi propongono fantomatiche terapie che possano ripristinare una sessualità in linea con la dottrina.

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Mario1944
il concetto risiede nella sacralità del seme che non va sprecato!

 

 

Questo è un punto notevole che meriterebbe un approfondimento, perché la questione non è solo il getto del seme umano su sterili sassi, come diceva Platone, che infatti ammetteva come esaltante l'omoaffettività, ma condannava come abbrutente l'omosesso,  ma è anche la svalutazione della carne, del corpo e l'esaltazione dello spirito e dell'anima.

Così si può spiegare, nell'ambito dell'adattamento alle necessità mondane d'una dottrina che già il fondatore pose come sessuofoba (farsi eunuchi per entrare nel regno dei cieli), la tolleranza d'un rapporto sessuale sicuramente sterile, purché contenuto entro i limiti della consacrazione sacramentale:

la perfezione sta nell'esercizio dello spirito e nella cura dell'anima, mentre il matrimonio, come raccomandava Paolo di Tarso, è ammissibile in quanto "remedium concupiscientiae".

Edited by Mario1944
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vabbè, ma qui mi state tornando alle teorie gnostiche del sòma-sèma (non ho le lettere greche in tastiera sul melafonino, devo riscriverlo così).

 

-non è che co tutti sti sofosmi però stiamo andando un tantinello off topic?-

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Icoldibarin

"si è vero che arrivati ad una certa età non si può più procreare ma non è una regola, non è forse vero che Sara la moglie di Abramo ebbe Isacco in vecchiaia?" quindi è ammesso il sesso matrimoniale anche tra persone bilogicamente sterili.

Andando di questo passo si potrebbe pure rispondere con una battuta di Harvey Milk: non è che noi omosessuali siamo contro la famiglia, è vero non siamo ancora riusciti a riprodurci, ma Dio solo sa quanto ci proviamo!
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Mario1944

 

 

Per questo l'articolo di Avvenire non mi sembra poi rivoluzionario,

 

Più che rivoluzionario, sembrerebbe conservatore, anche rispetto alla pastorale ratzingheriana che sembra sostenere, sulla scorta d'una concezione medica per altro già allora superata, la tesi della malattia mentale dell'omosesuale, innata o sopravvenuta, mentre tradizionalmente la Chiesa ha sempre sostenuto la natura peccaminosa e quindi pienamente volontaria della sodomia:

ovviamente le due tesi possono coesistere essendo riferibili a situazioni diverse, cioè il peccatore sodomita ed il malato omosessuale.

 

 

 

 

vabbè, ma qui mi state tornando alle teorie gnostiche del sòma-sèma

 

Erano già teorie socratico-platoniche per altro ben note in ambito orfico (se ne trova traccia anche in Pindaro). 

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Mario1944

 

 

però sbaglio o la gnosi era un'eresia?

 

Se ti legge Icoldibarin.....

Salvo che tu non intenda eresia nel senso etimologico di scelta.

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boh.. io mi ricordo che a storia della filosofia c'era un capitolo sulle eresie gnostiche (Valentino et alii) del II-III secolo DC, che era tutto giocato su sto sòma-sèma e che pure sant'Agostino c'avesse flirtato parecchio co ste teorie.

mi ricordo male o cosa?

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Hinzelmann
@Hinzelmann, @Iron84. Perdonatemi ma avete detto una stupidaggine entrambi. La chiesa cattolica (almeno le persone che si sono pronunciate ufficialemente, non i singoli preti che hanno posizioni spesso troppo eterogenee) da diversi anni riconosce che le persone con un orientamento (o quantomeno inclinazione) omosessuale esistono.

 

Il passo che tu citi ovviamente mi è noto e l'avrò commentato decine di volte

sul forum, perchè è il documento ufficiale della CC 

 

Ma non si parla affatto di orientamento sessuale si parla di "disordine morale"

( che era una delle espressioni da me citate nell'intervento precedente in virgolettato )

 

Vorrei vedere che la chiesa cattolica negasse l'esistenza degli omosessuali

se lo facesse come potrebbe poi combatterne politicamente le rivendicazioni

o trasformarli in etero

 

Per la Chiesa cattolica esistono gli omosessuali ma sono persone "disordinate"

che non equivale a "malati" ma neanche a "normali"

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Mario1944

 

 

boh.. io mi ricordo che a storia della filosofia c'era un capitolo sulle eresie gnostiche (Valentino et alii) del II-III secolo DC, che era tutto giocato su sto sòma-sèma e che pure sant'Agostino c'avesse flirtato parecchio co ste teorie. mi ricordo male o cosa?

 

Non parlavo del contenuto della ( meglio delle) Gnosi, ma dell'appellativo di eresia:

si tratta infatti d'un appellattivo appioppato dalla dottrina cristiana maggioritaria, che fu quella cattolica, alle dottrine minoritarie.

 

A rigore non sarebbe un'appellativo negativo, dato che significa appunto scelta, ma venne ad avere senso fortemente negativo trattandosi di scelte diverse dalla dottrina prevalente.

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Icoldibarin

Ma non si parla affatto di orientamento sessuale si parla di "disordine morale"

Si parla di inclinazione, parola che mi pare molto imparentata con orientamento anche nel suo significato non figurato.

E sarà pure un orientamento intrinsecamente disordinato ma comunque qualcosa di riferibile più alla sfera delle caratteristiche che a quello delle azioni di una persona.

In un certo di senso pare che l'omosessualità per la CC viva in uno strano limbo fra malattia e perversione, eppure cercano abilmente di evitare che si tocchi esplicitamente uno di questi due estremi, forse perché sono entrambi più facilmente contestabili.

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Hinzelmann

Bisogna intendersi se per orientamento tu intendi una "inclinazione"

( non a caso usano però una parola diversa dal termine adottato dalla

comunità scientifica che depatologizza l'omosessualità) disordinata, hai

ragione

 

Ma è semplicemente il fatto che non possono ignorare l'esistenza dei

gay intesi come categoria di persone che affermano di avere una loro

identità e dei comportamenti stabili 

 

Non possono quindi limitarsi a combattere il "peccato" come singolo

comportamento, se vogliono combattere le persone e le loro rivendicazioni

su un piano sociale e politico d'altronde sanno già negli anni '80 che il peccato

non è più reato in nessun paese occidentale

 

Fintantoché lo stato sanzionava l'atto omosessuale come reato si poteva insistere

sulla dottrina del peccato, che era il corrispettivo spirituale della sanzione penale

 

 

 

uno strano limbo fra malattia e perversione
 

 

E' il corrispettivo dell'ambiguità sulla "terapia della castità"

 

Che viene chiamata "terapia" il ché presuppone se non una malattia

almeno un "disturbo", qualcosa da curare su un piano almeno psicologico

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