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Gay pride (Non la sfilata)


darkness

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Ciao a Tutti,scrivo questo Topic perché ho voglia di discutere a proposito di un tema che ultimamente mi sta prendendo molto: il gay pride, ovvero l'orgoglio gay.

 

Però non voglio parlare delle celebri sfilate anche se in un certo senso c'entrano abbastanza.

 

Il quesito che voglio porvi é : voi siete fieri di essere gay?

E cosa crediate voglia dire essere fieri di essere gay?

 

per quanto mi riguarda essere fieri di essere gay non vuol dire dover essere un esibizionista, ma nemmeno non esserlo. Io credo voglia dire essere se stessi senza aver paura di quello che pensano gli altri.

Penso che voglia dire vivere la propria vita senza reprimersi, senza negare ciò che siamo se ad esempio ci viene chiesto.

 

In poche parole credo che sia il non vivere nell'oscurità, eppure molte volte ho paura di dire apertamente di essere gay, Come penso abbiamo paura molti ragazzi come me.

E credo che il traguardo più importante da raggiungere sia proprio questo: essere orgogliosi non di essere gay ma di essere sé stessi.

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  • Almadel

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Io credo che bisogna essere orgogliosi di qualcosa su se stessi per meriti più che per natura, infatti non ho mai capito il concetto dell'orgoglio gay. Onestamente la mia sessualità mi sembra una cosa talmente normale che non mi viene proprio da pensare di esserne orgoglioso, cioè sta lì, non mi fa nè caldo nè freddo. Forse il senso è proprio quello che hai detto tu:

 

 

 

E credo che il traguardo più importante da raggiungere sia proprio questo: essere orgogliosi non di essere gay ma di essere sé stessi.
 
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Cosa crediate voglia dire essere fieri di essere gay?

 

Essere fieri di non essere schiacciati dalla maggioranza, di essere sé stessi nonostante l'ostilità sociale e culturale.

Ha tutto a che fare col contesto. Presente e passato.

E, sì, lottare contro l'ignoranza per difendere la propria individualità e la propria dignità è motivo di orgoglio.

Edited by wwspr
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KrarayanDasH999

Mi commuovi così :,)

Sono fiera di essere, ehm, me. Penso che non mi cambierei mai, neanche il mio orientamento sessuale, perché fa parte di me.

Già già. Ne vado alquanto fiera, ora che me lo chiedo u.u

Cosa voglia dire andarne fieri? D: è una domanda trabocchetto?

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Ho scritto questo nel thread "Uguaglianza vs Diversità" giusto qualche giorno fa:

 

"Alcuni di voi (e molti etero) fraintendono il significato di 'orgoglio'.

Non significa 'superbia', non vuol dire 'Io sono gay e in quanto tale sono meglio di te etero'.

Essere orgogliosi di essere gay significa rivendicare la propria dignità sociale, dire 'Ehi, esisto anch'io in questa società e non mi vergogno di essere come sono, non mi nascondo e non dovrei avere né più ne meno rispettabilità di quella che hai tu, etero'.

L'orgoglio etero non ha senso perché non sussiste lo stigma sociale dell'omosessualità e tutte le conseguenze ad essa collegate.

E non è una mia interpretazione della parola, è intesa così da sempre."

 

E io sì, sono fiero di essere gay.

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purospirito

no ma diciamolo: il topic che mancava.

 

cmq mi sono rotto il bip di essere gay da domani cambio...

 

Divento etero... donna ma etero! :pausa:

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voi siete fieri di essere gay? 

dipende dal momento... adesso, per esempio, potrei risponderti si, ma solo perchè nella quiete mattutina tra una sigaretta e un the a frutti di bosco sono rilassato, sereno. 

Stasera potrei già aver cambiato idea (metti lo stress eh) 

 

 

E cosa crediate voglia dire essere fieri di essere gay? 

 

Essere gay vuol dire essere  liberi! Libertà di succhiare cazzi come se non ci fosse un domani, ad esempio 

 

 

 

 

Divento etero... donna ma etero!

dopo questa... ho sputato il the  sullo schermo del pc e ora svengo :S

Edited by Zafkiel
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Io ad esempio per quanto mi riguarda sono "fiero" di essere gay, ho accettato la cosa e sono dichiarato con i miei ed i miei amici più intimi. Però a scuola o con persone estranee se esce fuori il discorso ho paura di dire quello che sono.

Mi piacerebbe essere me stesso in ogni occasione senza dover rinnegare la mia natura però molte volte non ci riesco.

Eppure penso che se ognuno di noi mettesse da parte la paura favoriremmo un sacco la causa gay, le persone si accorgerebbero che esistiamo e siamo più di quanto si creda. Un pò come dice di fare Milk nel film omonimo!

Quanti di voi risponderebbero con sincerità alla domanda "sei gay?" Posta da qualcuno che non si conosce e che magari non sembra molto "gay friendly"?

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Quanti di voi risponderebbero con sincerità alla domanda "sei gay?" Posta da qualcuno che non si conosce e che magari non sembra molto "gay friendly"?

M'è successo.

La risposta è stata "problemi??". Nè sì nè no; ma se l'ha voluto capire...

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ma, fiero per una cosa che non dipende da se stessi.... non lo so, non credo. Di solito sono fiero quando faccio qualcosa volontariamente o che lo trovo particolarmente giusto o corretto. Per cui no, non sono fiero di essere gay, solo consapevole.

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Il quesito che voglio porvi é : voi siete fieri di essere gay?

 

No, non sono per niente fiero di essere quello che sono, la cosa mi fa sentire a disagio e provo anche un pò di vergogna. Delle volte cerco di nascondere i miei sentimenti, ma altre volte sento il bisogno di far usicre tutto fuori... e vengo a rompere sul forum XD!

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Freewheeler

Non mi vergogno di essere gay, né mi sento inferiori o in difetto rispetto a chi ha un altro orientamento sessuale.

Se questo significa essere orgogliosi allora lo sono.

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Come penso che un etero non si senta "orgoglioso" di essere tale, così non lo sono io. Da non fraintendersi: sto bene e sono felice della mia omosessualità, ma non mi considero fiero di un modo di essere. Rientrando nella normalità poi...

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No, non sono per niente fiero di essere quello che sono, la cosa mi fa sentire a disagio e provo anche un pò di vergogna. Delle volte cerco di nascondere i miei sentimenti, ma altre volte sento il bisogno di far usicre tutto fuori... e vengo a rompere sul forum XD!

tanto per chiarirci:

tu non rompi,

benchè avrei voglia di strozzarti ogni volta che reciti la parte del giuovin bakkettone.

ok?

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Comprendo cosa vuol dire orgoglio gay, ma non mi ci sono mai riconosciuto.

Sento di dover essere orgoglioso di essere me, e non per una parte di me. Proprio nel complessivo.

Mah... Forse è proprio questo il gay pride.

 

Cmq nel titolo, non userei il termine sfilata.

Edited by 11235
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Comprendo cosa vuol dire orgoglio gay, ma non mi ci sono mai riconosciuto.

Sento di dover essere orgoglioso di essere me, e non per una parte di me. Proprio nel complessivo.

Mah... Forse è proprio questo il gay pride.

 

Cmq nel titolo, non userei il termine sfilata.

 

Appunto! Essere gay è una parte di noi e quindi penso che si debba essere orgogliosi anche per quella parte! senza considerarla un difetto e siamo noi in primis a non doverlo considerare un discriminante.

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Efestione7

Come dici te, meglio essere orgogliosi di ciò che si è raggiunto che di una cosa che non dipende da te. Poi dipende molto da come lo vivi.

 

Comunque bravi fags, sempre più orgoglio e sempre meno vittimismo.

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Non mi vergogno di essere gay, né mi sento inferiori o in difetto rispetto a chi ha un altro orientamento sessuale. Se questo significa essere orgogliosi allora lo sono.

 

 

 

Sì, vuol dire esattamente questo.

 

Boh, io ribadisco quanto detto nell'altro post: questa definizione "allargata" di orgoglio non mi mi convince affatto.

 

Uso un esempio "colto" (forse...) per esemplificare. Lo psicologo americano Herzberg è conosciuto per la sua "teoria motivazionale" che parte dall'assunto che Soddisfazione e Insoddisfazione non sono gli estremi di un continuum, ma sono cose differenti: in soldoni, il contrario della "soddisfazione" non è l'"insoddisfazione", ma l'"assenza di soddisfazione". 

Nella pratica si traduce nel fatto che i fattore che "annullano" l'insoddisfazione non sono anche in grado di creare "soddisfazione", e quindi motivare) ma si limitano ad "eliminare l'insoddisfazione".

Esempio: se un posto di lavoro ti offre caratteristiche standard (posto di lavoro salubre, retribuzione media/adeguata, orari in linea coi contratti nazionali...) ciò elimina l'insoddisfazione, ma per creare soddisfazione nei lavoratori bisogna aggiungere altre caratteristiche "motivanti" (bonus, copertura sanitaria, mansioni interessanti e varie, etc...).

 

Che c'entra tutto ciò? Che secondo me, simmetricamente a quanto detto sopra, "vergogna" e "orgoglio" non sono i punti estremi di una stessa retta: l'"assenza di vergogna" non equivale all"orgoglio". Perchè l'orgoglio comunque presuppone un che di "diverso e migliore" che non solo ci fa percepire diversi, ma diversi in senso migliorativo.

 

Esempio. Il fatto che uno sia molto bravo in campo musicale (impara molto più velocemente della media a suonare gli strumenti o a cantare e "ha orecchio" per la musica) lo rende diverso dalla media e in qualche modo "superiore" alla media, quindi potrebbe dirsi "orgoglioso" di questa sua caratteristica; il fatto che uno sappia toccarsi la punta del naso con la lingua lo rende diverso, ma in senso neutro (non è nè meglio nè peggio degli altri in virtù di ciò), e penso che risulterebbe forzato per chiunque dire "sono orgoglioso di sapermi toccare il naso con la lingua". O no?

 

Quindi, secondo me, "non vergognarsi di" è una cosa, "essere orgogliosi di" è un'altra ben differente. Sono entrambe cose positive ma, appunto, diverse nel significato, esprimono due concetti diversi.

L'unico punto di "contatto" può essere che l'una è contenuta nell'altra: "essere orgoglioso di" implica ovviamente "non vergognarsi di", ma il contrario non vale.

Edited by NewComer
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Boh, io ribadisco quanto detto nell'altro post: questa definizione "allargata" di orgoglio non mi mi convince affatto.

 

Credo sia in assoluto la prima cosa che mi hanno spiegato

il primo giorno in cui sono entrato in un'associazione gay quasi vent'anni fa.

 

Per me "orgoglio" all'epoca era davvero come essere riuscito a scalare una montagna:

la gioia di avere raggiunto l'accettazione nonostante l'omofobia della società.

Non ero orgoglioso di come ero nato, ma di come ero riuscito a vivere

e mi sentivo migliore sia degli etero che avevano trovato la pappa pronta dell'eteronormatività

sia di quei gay che invece di scalare la montagna pregavano affinché sparisse.

 

Non si riferiva affatto al modo in cui ero nato

(per questo i tuoi esempi sulla lingua che tocca il naso

e col talento musicale innato non colgono il punto)

si riferiva - al contrario - all'orgoglio di essere riuscito a superare

quel senso di inferiorità sociale di cui l'omosessualità era (ed è) impregnata.

 

Venni guardato storto e mi venne fatto notare quanto fossi un ragazzino esaltato :)

E mi venne spiegato che "orgoglio" non si riferisce

a quanto io fossi migliore di mio padre o di un velato,

ma fosse semplicemente il contrario di "vergogna"

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Venni guardato storto e mi venne fatto notare quanto fossi un ragazzino esaltato :) E mi venne spiegato che "orgoglio" non si riferisce a quanto io fossi migliore di mio padre o di un velato, ma fosse semplicemente il contrario di "vergogna"

 

Quindi @Almadel, non c'è una posizione comune nemmeno in merito a cosa si indichi con orgoglio gay?

 

Comunque, dato che fino ad ora ho definito "in negativo" (nel senso di "definire cosa non è per me, l'orgoglio gay) provo a definire in positivo, e ripeterei praticamente quello che hai detto tu: in questo senso che hai spiegato, ossia nell'essere fieri di arrivare a "non sentirsi inferiori" nonostante tutta una intera società ci voglia convincere del contrario, si può effettivamente parlare di orgoglio.

 

A questo punto mi resta solo un dubbio, su cui chiedo il tuo parere: questo orgoglio non sarebbe più legato alla personale forza di volontà e al conseguente raggiungimento di un "traguardo" personale, piuttosto che strettamente all'essere gay? Spiego: è una situazione simile, che so, ad una persona nata e cresciuta in una famiglia "disagiata" e senza speranze che riesca in qualche modo (studiando e lavorando sodo ad esempio) a raggiungere uno status contro ogni aspettativa. La persona è a quel punto, e giustamente, fiera, ma fiera di sè, dell'essere riuscita ad avere una vita "felice" nonostante la società si aspettasse il contrario: l'iniziale povertà/disagio sarebbe in questo senso solo l'ostacolo che fa da propellente, ma non l'"oggetto" della fierezza.

Non è applicabile una interpretazione simile anche all'orgoglio gay? Non è più il nostro "successo" nell'affrontare l'oggettivo svantaggio posto dall'essere gay (in questa società), piuttosto che l'essere gay tout court, la fonte dell'orgoglio?

Edited by NewComer
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Quindi @Almadel, non c'è una posizione comune nemmeno in merito a cosa si indichi con orgoglio gay?

 

Non mi sono spiegato.

Sì, c'è una posizione comune

che però NON era la MIA quando avevo 19 anni,

perché semplicemente parlavo in base alle mie idee

senza mai essermi confrontato con altre persone del Movimento.

Infatti quando ho esposto la mia opinione sono stato corretto dagli altri.

 

Sì, l'esempio che fai sulla "famiglia disagiata"

corrisponde esattamente al pensiero che avevo.

 

La posizione comune invece somiglia di più

a quando in casa di amici - alla notizia del gol del Milan -

non fingi di festeggiare con loro, ma dici di essere juventino.

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Ilromantico

In effetti l'esempio di @Almadel dà una giusta descrizione dell'orgoglio. In quel senso l'orgoglio di persone che superano difficoltà oggettive ha motivo di esistere e c'è ben poco da ribattere.

 

Le persone LGBT non hanno la "pappa pronta"(ben detto) eppure alcuni riescono a essere persino più felici e realizzati di certi etero.

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Condivido quanto detto anche per me l'orgoglio è per avere il coraggio di essere diversi.

Ad ogni modo, come già ho detto in passato, generalmente con il termine orgoglio si tende ad indentificare la felicità di far parte di qualcosa, di essere qualcosa e non si lega tanto a quello che si è fatto.

Si è orgogliosi della propria città, famiglia, cultura, tradizioni che di certo non abbiamo scelto o fatto noi, quindi perchè non essere orgogliosi della propria omosessualità.

Io ad essere sincero non lo sono, non mi fa nè caldo nè freddo ,però anche questa potrebbe essere sempre una forma di omofobia interiorizzata?

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Non credo che sia una una questione di omofobia.

Faccio un esempio di quello che mi è successo:

Quando ero piccolo, sentivo che c'era qualcosa di diverso rispetto alle persone che mi circondavano, in primis, gli amici.

Stavo iniziando a lottare contro me stesso, tra il non farci caso, al "sentirmi" etero, al coprirmi,

tutto mentre avevo rapporti omosessuali.

Scesi a patti con la mia sessualità, quando avevo 15/16 anni,

per via di una pesante cotta adolescenziale.

Finalmente ero riuscito a capire cosa sentivo e perché.

Ero, finalmente in pace con me stesso, e riuscivo a vedere tutti i segnali che già c'erano stati in passato, tipo Ambra con t'appartengo,

o al fatto che che "giocavo" al dottore con alcuni (2) amici.

Tutto era finalmente chiaro.

Feci coming out anche con gente estranea,

che conoscevo poco o niente.

Non ho, però, mai sentito di essere orgoglioso di essere gay.

Anche adesso, non sento di sentirmi orgoglioso di essere gay.

Per quanto gli etero,

si siano trovati con la "pappa" pronta, e invece,

io ho dovuto "lottare",

non ho mai pensato di dover ringraziare la mia sessualità per la mia "evoluzione".

Per quanto la sessualità e l'affettività, siamo una parte importantissima di un individuo.

La mia evoluzione è data dalle sfide e dai rapporti con gli altri, che la vita mi ha messo davanti.

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Non mi vergogno di essere gay, né mi sento inferiori o in difetto rispetto a chi ha un altro orientamento sessuale.

Se questo significa essere orgogliosi allora lo sono.

Elementare Watson! Scusate la battuta, ma per me era, come dire, sottinteso!

Cioè, il Gay Pride (la "sfilata") che senso avrebbe, altrimenti? E da questa il sentimento di orgoglio gay che ne è nato.

 

Inoltre mi è piaciuta molto la risposta di Almadel

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