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Gay pride (Non la sfilata)


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riuscivo a vedere tutti i segnali che già c'erano stati in passato, tipo Ambra con t'appartengo,.

ma allora non sò stato l'unico così kitch inside da passà le mezz'ore a strillà (co tanto de coreografia.. ebbene sì, ammetto le mie colpe!!!)

"ti giuro amore/un amore eteeernooo" nei primi anni 90!!!

come non amare na poracciata de sto genere???

https://www.youtube.com/watch?v=qnFRwgfXSlE

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Io credo voglia dire essere se stessi senza aver paura di quello che pensano gli altri.

Penso che voglia dire vivere la propria vita senza reprimersi, senza negare ciò che siamo se ad esempio ci viene chiesto.

 

Se l'orgoglio è questo, devo riconoscere d'aver fatto un percorso piuttosto tortuoso; talvolta capita ancora che provi disagio (non la definirei vergogna) per il mio orientamento sessuale, e per quel che vivere "liberamente" potrebbe comportare.

Non mi vergognavo d'essere gay quando vivevo fuori casa; nemmeno ora me ne "vergogno", ma di fatto per perseguire certe strade -non scelte da me- di fatto la già poca "vita gay" che facevo prima s'è notevolmente ridotta. Cerco spesso di trovare vie mediane, nelle cose in genere, e questo suggerisce di me l'immagine di una persona poco decisa. La verità è che se dovessi esprimere sempre tutto quel che penso non m'andrebbe a genio quasi nulla...la mia vena conciliatrice sgorga dalla presunzione di poter capire le esigenze altrui più di quanto gli altri comprendano le mie, o quelle di chi ha un parere divergente.

 

Non sto nell'armadio, ma sto nell'angolo, ecco.

ma allora non sò stato l'unico così kitch inside da passà le mezz'ore a strillà (co tanto de coreografia.. ebbene sì, ammetto le mie colpe!!!)

E quella stronza non la cantava mai!!!!!

E io che stavo a giocare con i lego con la TV accesa, in attesa...

Dolce infanzia.

Edited by 11235

 

Per me "orgoglio" all'epoca era davvero come essere riuscito a scalare una montagna:

la gioia di avere raggiunto l'accettazione nonostante l'omofobia della società.

Non ero orgoglioso di come ero nato, ma di come ero riuscito a vivere

e mi sentivo migliore sia degli etero che avevano trovato la pappa pronta dell'eteronormatività

sia di quei gay che invece di scalare la montagna pregavano affinché sparisse.

 

Non si riferiva affatto al modo in cui ero nato

(per questo i tuoi esempi sulla lingua che tocca il naso

e col talento musicale innato non colgono il punto)

si riferiva - al contrario - all'orgoglio di essere riuscito a superare

quel senso di inferiorità sociale di cui l'omosessualità era (ed è) impregnata.

 

Venni guardato storto e mi venne fatto notare quanto fossi un ragazzino esaltato :)

E mi venne spiegato che "orgoglio" non si riferisce

a quanto io fossi migliore di mio padre o di un velato,

ma fosse semplicemente il contrario di "vergogna"

però se elimini il senso di superiorità, il tuo ragionamento dell'epoca non fa una piega.

 

siamo orgogliosi di ciò che siamo, ma siamo anche orgogliosi di tutto quello che abbiamo fatto per esserlo a testa alta, senza vergognarcene.

Alla domanda dell'autore della discussione rispondo così: sono fiero di avere i capelli castani? Ovviamente no. Per me l'omosessualità è un fattore fisico che mi caratterizza, proprio come il colore dei capelli o la lingua che parlo. Posso essere fiero delle azioni che compio, perché è una questione di merito, che dipende direttamente da me. Non posso, invece, essere fiero di una cosa che mi ha dato la natura: che merito avrei nella questione se sono nato così?

 

 

sono fiero di avere i capelli castani? Ovviamente no. Per me l'omosessualità è un fattore fisico che mi caratterizza, proprio come il colore dei capelli o la lingua che parlo.

 

Perché ti sforzi di non ammettere l'ovvio?

Tutti noi - più o meno a lungo - ci siamo "tinti i capelli"

o "abbiamo indossato un cappellino".

E un conto è "parlare in Napoletano a Napoli"

e un altro è "parlare Napoletano a un comizio di Salvini".

Per fattore fisico intendi i (presunti) geni dell'omosessualità o caratteristiche corporee vere e proprie?

 

Non scendo in particolari che possono complicare la questione. Ciò che intendevo era proprio l'omosessualità come caratteristica fisica.

 

Perché ti sforzi di non ammettere l'ovvio?

Tutti noi - più o meno a lungo - ci siamo "tinti i capelli"

o "abbiamo indossato un cappellino".

E un conto è "parlare in Napoletano a Napoli"

e un altro è "parlare Napoletano a un comizio di Salvini".

 

Non mi sono mai tinto i capelli né ho mai pensato di farlo perché i miei sono castani.

Se col fatto di parlare napoletano (ed io non sono un parlante napoletano) ad un comizio leghista ti riferivi al fatto che avrei potuto sentirmi in imbarazzo per le mie origini, ti rispondo che non me la prenderei affatto con me né mi sentirei orgoglioso di essere napoletano (cosa che non sono) solo perché dei razzisti sfogano le loro insoddisfazioni su di me.

 

 

Non scendo in particolari che possono complicare la questione. Ciò che intendevo era proprio l'omosessualità come caratteristica fisica.

 

Be', ti posso capire, però sono proprio i particolari che fannno la differenza:

se l'omosessualità fosse una caratteristica corporea, sarebbe qualcosa di visibile o comunque facilmente individuabile con strumenti meccanici, come appunto i capelli rossi o la pelle nera o gialla o come un organo specifico quale pene o vagina ecc.

SI potrebbe forse parlare di caratteristica fisica in senso lato,  ma non propriamente corporea, anche per un gene particolare che causasse l'omosessualità che però al momento non risulta sia stato individuato, ammesso che ci sia.

 

Comunque, parlare di caratteristica fisica per una faccenda come l'omoerotismo che implica affettività e desiderio non solo fisico, ma anche psicologico di un'altra persona, mi sembra un po' riduttivo, prima che fuorviante.

 

 

Non mi sono mai tinto i capelli né ho mai pensato di farlo perché i miei sono castani.

 

Io non ti conosco, ma sono piuttosto certo che tu non tratti la tua omosessualità

nello stesso modo in cui tratti il colore dei tuoi capelli e che - se lo fai - è una tua recente conquista.

 

E sono certo che se la Repubblica Italiana volesse scrivere "gay" sulla tua carta d'identità

- esattamente come oggi pretende che tu scriva "capelli castani" - urleresti alla violazione della privacy :)

 

In ogni caso se davvero la tua omosessualità è palese quanto il colore dei tuoi capelli

sei decisamente molto più "orgoglioso" di me, che mi rivelo tale

solo se il contesto giustifica che io parli della mia vita sentimentale.

Io non ti conosco, ma sono piuttosto certo che tu non tratti la tua omosessualità

nello stesso modo in cui tratti il colore dei tuoi capelli e che - se lo fai - è una tua recente conquista.

 

E sono certo che se la Repubblica Italiana volesse scrivere "gay" sulla tua carta d'identità

- esattamente come oggi pretende che tu scriva "capelli castani" - urleresti alla violazione della privacy :)

 

In ogni caso se davvero la tua omosessualità è palese quanto il colore dei tuoi capelli

sei decisamente molto più "orgoglioso" di me, che mi rivelo tale

solo se il contesto giustifica che io parli della mia vita sentimentale.

 

In realtà io la tratto proprio come le altre caratteristiche fisiche: ho sempre saputo di essere gay, non ho mai pensato di provare a cambiare né di reprimere i miei istinti. Sono così e basta.

Mi urterebbe, come mi urterebbe se ci inserissero la mia religione: io parlo liberamente con le persone che reputo buone ma mi chiudo completamente se sono gli altri a pretendere di conoscermi.

Non so cosa tu intenda con omosessualità, perché per me è la sola attrazione verso il genere uguale. Se mi faccio vedere in giro mano nella mano o a baciarmi? No, perché sono una persona riservata. Mi comporto così anche davanti ad altri gay e anche negli altri contesti.

 

 

In realtà io la tratto proprio come le altre caratteristiche fisiche: ho sempre saputo di essere gay, non ho mai pensato di provare a cambiare né di reprimere i miei istinti. Sono così e basta.

 

Non è che le caratteristiche psichiche o culturali implichino cambiamento o repressione e d'altronde possono essere considerate vergognose dalla culura dominante anche caratteristiche fisiche che non dipendono minimamente né dalla volontà dell'interessato né dalla sua educazione

Hinzelmann

 

 

Non è che le caratteristiche psichiche o culturali implichino cambiamento o repressione
 

 

Quel che dici è vero

 

Ciò che è decisivo a favore della tua tesi, che è quella giusta

però è la definizione di "attrazione sessuale"

 

Se io per dire che l'omosessualità è solo una caratteristica fisica

devo alterare la definizione di attrazione sessuale comunemente

accettata come vera ( dove "comunemente" si riferisce al fatto che

deve essere la medesima per ogni orientamento dell'attrazione )

 

Si capisce che qualcosa non torna e sto falsificando la realtà o

se vogliamo la sto "adattando" ad una mia esigenza che non trova

riscontro nei fatti

 

Se questa è la definizione di attrazione sessuale:

http://it.wikipedia.org/wiki/Attrazione_sessuale

 

L'omosessualità non può essere una caratteristica fisica ed il problema

diventa perché io ho bisogno di considerare una cosa che non è una caratteristica

fisica, come se lo fosse

Tutto ciò che riguarda la materia è fisico. Anche se non possiamo afferrare i nostri pensieri, questi sono fenomeni materiali scaturiti da organi fisici.

 

In senso lato hai ragione, ma normalmente si distingue carattere fisico da psichico e da culturale:

ad esempio i capelli rossi o neri sono caratteri fisici, l'irritabilità o la mitezza od anche la predisposizione all'azione piuttosto che alla meditazione o viceversa sono caratteri psichici, la scienza o l'ignoranza caratteri culturali.

Edited by Mario1944
Ilromantico

Perché fa ridere. Si possono includere alternative alla eteronormatività (più che logico e legittimo), ma per quale strano motivo ci si dovrebbe scagliare contro la tipica famigliola etero? Ma la cosa può essere anche riferito a quei gay che le checche acide chiamano "eteronormativizzati" o "imborghesiti" (che?) LOL. Suvvia...mi pare una scemenza da frustrati e sfigati.

 

Concentriamoci sull'omofobia che quella sì è una brutta bestia dalle conseguenze orribili. 

(sul generis non si dice)

Fai una domanda e a chi ti risponde dici che sta flammando?

 

Quella che qui definiamo eteronormatività non è ciò che tu pensi.

Sono semplicemente le norme applicate dagli etero che non contemplano, ma anzi osteggiano, ciò che devia o è alternativo alla sessualità e affettività eterosessuale.

Il modo in cui viene usato il termine "eteronormatività" è piuttosto ampio.

 

Ad esempio viene usato quando - per parlare di persone omosessuali -

si usano dei concetti o dei pregiudizi frequenti in ambiente etero:

"Non sta bene che i passivi siano più vecchi degli attivi,

altrimenti sembra che l'attivo sia mercenario..."

In questo caso prendendo una frase sessista

e scambiando "femmina" con "passivo" e "maschio" con "attivo".

Infatti è eteronormativa la famosa frase: "Chi di voi due fa la donna?"

Hinzelmann

@Ilromantico mi sembra un processo alle intenzioni visto che @AirTotem

aveva scritto un monoriga, cioè tu immagini che lui usi a sproposito questa

espressione o con estremismo, perché?

 

Perché ha usato il termine "combattere"?

 

Con il termine omo-fobia è stato di fatto identificato un atteggiamento di "paura"

degli eterosessuali nei confronti dei gay è un termine che ha funzionato e funziona

egregiamente, se parliamo di ostilità-violenza-discriminazione

 

Con il termine "omonegatività" ci si riferisce invece non solo ai comportamenti individuali

ma anche sociali ed istituzionali, non solo a quelli irrazionali, ma anche a quelli intenzionali

cioè si allarga il significato del termine omofobia. ( Poiché la parola non è bella spesso si

sostituisce eteronormatività o eterosessismo )

 

Se il preside di una scuola cattolica mi impedisce di invitare al ballo il mio fidanzatino

è lui che immagina che la famiglia del Mulino bianco sia solo eterosessuale e quindi

ritiene diseducativo mostrare in pubblico un fidanzamento "diverso" 

 

Ma non è che nel momento in cui io lotto per andare al ballo attacco la famiglia del Mulino

bianco, attacco la concezione eteronormativa per cui quella famiglia è possibile solo se

eterosessuale ed è l'unico tipo di famiglia legittima

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