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Cosa prevede la riforma della scuola di Renzi?

 

  • Autonomia scolastica. Il preside diventerà principale gestore delle risorse umane e finanziarie.
  • Nuovo piano triennale offerta formativa. Maggior potere decisionale in ambito di progettazione.
  • Curriculum studente. Programmi scolastici personalizzati a seconda delle inclinazioni dello studente.
  • Alternanza scuola-lavoro. Negli ultimi tre anni delle superiori sono previste ore di lavoro (400 per le professionali e 200 per i licei, con la facoltà di svolgere le attività durante le vacanze).
  • Innovazione digitale e laboratoriale. Previsti 30 milioni di € per modernizzare gli strumenti presenti nelle varie scuole.
  • Super preside. Potrà scegliere i neoassunti dagli albi territoriali, premiare o bocciare i docenti nell'anno di prova. A sua volta verrà valutato e la retribuzione dipenderà dai risultati.
  • Piano di 100mila assunzioni. Si attingerà dalle graduatorie ad esaurimento per inserire in albi territoriali che i presidi potranno utilizzare per "chiamate dirette" e nel tempo si assumeranno i vincitori dei concorsi già banditi. Entro l'autunno di quest'anno verranno banditi nuovi concorsi.
  • Carta dell'insegnante. 500 € all'anno che ogni insegnante potrà investire nell'aggiornamento.
  • Agevolazioni fiscali. Comprendenti detrazione fiscale per chi manda i figli alle scuole paritarie.
  • Edilizia scolastica. Indagini per verificare la sicurezza degli istituti e costruzione di almeno una "scuola innovativa per Regione".
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Una buona riforma che finalmente inverte una rotta: mentre con la precedente riforma Gelmini sulla scuola si tagliava e si erano ridotte le cattedre di qualcosa come 80.000 posti, questa volta invece non solo non si taglia e non si riducono gli insegnanti ma anzi ci sarà un incremento sia come assunzioni di nuovi insegnanti, sia come risorse alla scuola.

 

Infatti tra le altre cose la riforma prevede:

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs200515

-100.000 nuove assunzioni.

-500€ ad ogni insegnante da poter spendere per la sua formazione.

-200 milioni di € l'anno per l'istituzione di un fondo per la valorizzazione del merito degli insegnanti.

-un credito di imposta del 65% ad ogni privato che farà un donazione ad un istituto scolastico.

-126 milioni di € in più all'anno per il fondo di funzionamento delle scuole.

-90 milioni di € quest'anno per la digitalizzazione ed innovazione delle scuole e poi 30 milioni ogni anno dal 2016.

-ecc...

 

Insomma un impegno concreto di risorse per investire nella scuola, invece di tagliare come si era fatto in passato.

Edited by Sbuffo
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Hinzelmann

E' vero che è una legge che stanzia dei soldi

 

Dopodiché però faccio notare che è dal 1972 che si promette

di passare alla selezione concorsuale ma si fanno infornate di

precari promettendo che "per il futuro....saranno stanziati fondi

per i concorsi" 

 

La "scuola innovativa regionale" sembra una fattoria modello di sovietica

memoria

 

Il preside manager è una barzelletta perché ciò che distingue in efficienza

un manager non è certo il fatto di chiamare una persona segnalata in deroga

ad una graduatoria oggettiva, ma la possibilità di licenziarla se non lavora bene

 

Al contempo il fatto che un insegnante possa essere costretto ogni 3 anni a trasferirsi di

istituto, rimane un mezzo di pressione conformistico rispetto alla libertà di insegnamento

senza restituire niente in termini di efficienza, perché se inefficiente da qualche parte

sarebbe piazzato a far danno

 

L'alternanza scuola-lavoro nei licei è appesa al niente e svilisce ulteriormente i professionali

già privati ingiustamente del privilegio di un apprendistato artigiano-lavorativo ( come dovrebbe

essere ed è altrove )

 

Altri soldi alle private, non è una novità ma una cattiva abitudine pagare la marchetta al clero

 

Etc

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Marcolino2

Io faccio parte di quell'ottanta per cento di insegnanti che hanno scioperato contro la "buona" scuola di Renzi. 

 

Il preside avrà troppo potere sia con i neoassunti che con il personale già di ruolo. Il personale di ruolo che vuole chiedere il trasferimento in un'altra scuola o che, per sua sfortuna, risulterà in esubero nella scuola in cui lavora (perché magari si formano meno classi e si perdono le ore) non potrà presentare domanda di trasferimento presso altre scuole (attualmente quando si presenta domanda di trasferimento viene attribuito un punteggio in base a titoli e anni di servizio) ma deve presentare domanda per accedere ad un albo, costituito da una rete di scuole. I presidi della rete di scuole, a loro completa discrezione  possono attingere dall'albo le persone che ne hanno fatto richiesta. Se il preside ti sceglie, però, non sarà per sempre, pur avendo un contratto a tempo indeterminato, ma solo per tre anni. Dopo i tre anni, se il preside non ti riconferma, tu ritorni nell'albo della rete di scuole e il tuo incubo ricomincia. Devi trovare un preside che ti sceglierà, altrimenti sarà il provveditorato  a trovarti una sede (a suo piacimento) oppure per altri tre anni farai la "trottola", ossia dovrai fare supplenze (pur essendo di ruolo) e sostituire i colleghi che si assentano in tutte le scuole dell'albo in cui sei inserito. Molti si sono anche posti il problema di come tutelare persone in difficoltà e/o disabilità. Una mia collega, che necessita di dialisi, che attualmente è in esubero in quanto nella sua scuola si è formata una classe in meno, con la riforma andrà nell'albo. Lei teme che nessun preside la sceglierà, in quanto, a causa delle cure, deve assentarsi. 

Siamo sicuri che i presidi vorranno attingere docenti con problemi di salute o semplicemente donne in maternità? 

Ah, per dovere di cronaca, l'ultimo che consentì la chiamata diretta di docenti da parte del preside (senza seguire le graduatorie) fu un certo Benito Mussolini.

 

 

Il preside valuterà i docenti, insieme ai genitori e agli alunni (se non sbaglio due per classe). Ecco, nasce il problema su come valutarli. In base ai risultati ottenuti dagli alunni? Beh, se questo è il criterio già prevedo un'ondata di 8, 9 e 10 da parte di docenti che non vogliono rogne né con il preside né con genitori ed alunni. Se metti voti  alti, nessuno avrà da ridire. Tutti saranno contenti. Peccato  che la scuola andrà in rovina. Anche gli studenti dovrebbero valutare i docenti. Premettendo che in Europa saremmo l'unico Stato in cui sono gli alunni a valutare i docenti, qualcuno mi spieghi in che modo. Secondo voi, un alunno che è stato  rimandato o che non ha un bel voto in una disciplina, potrà valutare oggettivamente un docente? Ho delle forti perplessità, sinceramente. Può un genitore valutare l'operato di un docente, semplicemente ascoltando ciò che riferisce il figlio a casa? 

 

Il preside darà l'aumento (60 euro  ogni tre anni. Wow! ostriche e champagne per tutti!). L'aumento sarà dato in base ai crediti che si accumulano. Se superi un tot numero di crediti potrai avere l'aumento. Si pongono però due problemi: il primo è che i crediti verranno attribuiti in base ai titoli e, soprattutto, in base alle mansioni che avrai a scuola, mansioni che però decide il preside. Se gli stai sulle balle e non vuole darti alcun incarico, i crediti non li accumuli e addio aumento di stipendio. Se però raggiungi e superi i crediti necessari per l'aumento, purtroppo, non lo avrai in automatico, perché l'aumento riguarda solo il 60% di coloro che hanno superato la soglia minima dei crediti. Chi deciderà se fai parte del 60% dei fortunati o del 40% dei poveracci che hanno lavorato inutilmente? Secondo voi???? 

 

La riforma prevede 100 000 assunzioni. Bene, ottima notizia. Peccato però che il governo sia stato "costretto" a farle e ad assumere i  precari in quanto c'è una sentenza della Corte Europea che condanna l'Italia in quanto non ha assunto a tempo indeterminato i precari con almeno 36 mesi di servizio. Renzi temeva il contenzioso da parte di tantissimi precari (che spesso hanno più di 36 mesi di servizio) che volevano essere stabilizzati ed ha dovuto adeguarsi. Dalle assunzioni restano però esclusi alcuni abilitati, quelli che hanno conseguito l'abilitazione con TFA e PAS. 

 

Ottimo il bonus di 500 euro e l'investimento nell' edilizia scolastica. Il  finanziamento alle scuole paritarie invece non manca mai. 

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Hinzelmann
Il preside avrà troppo potere sia con i neoassunti che con il personale già di ruolo.

 

Secondo me voi insegnanti avete sbagliato a metterla così

perché viene percepita come una difesa corporativistica 

 

Prima ancora di stabilire se un preside ha molti o pochi poteri rispetto

agli insegnanti - cosa che ovviamente merita POI di essere discussa 

perché la libertà di insegnamento è un valore costituzionale che merita

considerazione - bisogna stabilire se questi poteri sono utili agli utenti del

servizio e se ne deriverà un servizio migliore per i cittadini

 

Secondo me si doveva battere sul fatto che questi poteri sono assolutamente

inutili, nel senso che vi siano 1 o 10 o 100 insegnanti incapaci-svogliati-inidonei

trasferiti in scuole dove nessuno vuole andare, ci saranno 100-1000 famiglie che

se li beccheranno

 

Saranno le famiglie che vivono nei quartieri peggiori, periferici e nelle scuole più

disagiate, che avrebbero semmai bisogno di un servizio migliore e non di un servizio

peggiore, i cui figli quindi saranno strutturalmente destinati alla "scuola-parcheggio"

degli inidonei

 

Al contempo chi abbia un minimo di pratica del paese in cui vive sa che è impossibile

per una persona che non abbia agganci fare il custode a scuola perché c'è la chiamata

diretta e quindi si piazza chi si vuole piazzare ( il raccomandato, il segnalato ) L'ipotesi

che il Preside di una scuola possa distribuire favori attraverso incarichi lavorativi, non

depone affatto in Italia, per una scelta meritocratica, ma opportunistica.

 

Un genitore ed un alunno hanno il pieno diritto di valutare male l'opera di un docente

ma rispetto a questo - in quanto fruitori del servizio - è/dovrebbe essere garantito al

massimo il diritto di scelta della scuola ritenuta migliore ( cosa che nei centri urbani

maggiori è garantita agli studenti liceali, meno negli altri casi )

 

Il miglior criterio di valutazione di un istituto scolastico dovrebbero essere le domande

di iscrizione ( uso il condizionale perché non sempre c'è la possibilità di scegliere )

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Marcolino2

 

 

Il miglior criterio di valutazione di un istituto scolastico dovrebbero essere le domande di iscrizione ( uso il condizionale perché non sempre c'è la possibilità di scegliere )

 

Assolutamente no! In molte scuole c'è già la gara a chi ha più iscritti, promettendo promozioni facili e voti alti. Quest'anno nella mia scuola ci sarà una prima in meno. Molti alunni delle medie si sono iscritti in un liceo limitrofo perché il nostro è troppo "severo" e "selettivo"  e mettiamo i voti bassi. Secondo questo criterio, noi saremmo i "cattivi" e gli altri i "virtuosi".

 

Io voglio essere valutato, ma in che modo? E, soprattutto, chi? Il preside? La mia è laureata in lettere e di matematica non sa nulla. Gli alunni? E chi? L'alunno svogliato e maleducato che viene a scuola a scaldare il banco o l'alunno che mi segue con interesse e ha nove? L'opinione ed il giudizio cambieranno notevolmente. Per quanto riguarda i genitori, come possono valutare il mio operato? Li mettiamo in classe ad assistere le lezioni? O mettiamo le telecamere in classe? E poi, visto che genitori ed alunni valutano il professore, a questo punto voglio avere anche io il diritto di valutare il preside. 

 

 

 

Secondo me voi insegnanti avete sbagliato a metterla così perché viene percepita come una difesa corporativistica 

 

Siamo la famosa lobby di sfaticati che lavora 18 ore settimanali, tre mesi di vacanza e stipendi alti

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Hinzelmann

 

 

promettendo promozioni facili e voti alti.

 

Questa è colpa vostra che vi fate concorrenza "al ribasso" 

invece che per offrire un servizio migliore

 

A Firenze ci sono 4 licei classici, di questi 3 si contendono il titolo di miglior

liceo della città ed un quarto è quello in cui ai miei tempi si iscrivevano i ragazzi

che avevano avuto delle difficoltà negli altri ( di varia natura, non è detto difficoltà=cretino )

 

Nessuno ha mai avuto dubbi quanto al fatto che il quarto liceo era un ripiego e non la

prima scelta

 

Certo l'esame di stato con commissione esterna serviva soprattutto a vedere quanti 36 e

quanti 60 sfornava ogni liceo, cioè era una valutazione esterna dell'apprendimento degli

studenti. Questo oggi manca, va reintrodotto attraverso gli esami di ammissione all'università

i cui risultati vanno attribuiti come merito o demerito alla capacità della scuola secondaria di 

procurare questo obiettivo formativo ( negli USA è così )

 

Ovviamente io non ho figli e non so se oggi i genitori opzionino direttamente il peggior

liceo della città, quello dove nessuno boccia perché nessuno impara niente

 

Se così fosse sarebbe per colpa del sistema non della scelta in sé

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Hinzelmann

Mi spiego meglio @marcolino2

 

i controlli interni amministrativi in Italia non funzionano

 

1) producono burocrazia

 

2) sono formalistici e spesso inquinati dalla tendenza di tutte 

    le p.a. ad aggiustarseli

 

i controlli esterni - ispettivi non funzionano ( sorvolo sul perchè

ma se non funzionano per gli appalti miliardari...)

 

Però se io sono malato cerco l'ospedale migliore perché voglio vivere

magari sbaglio, ma mediamente c'è un criterio di scelta razionale

 

Perché manca agli utenti della scuola questo criterio di scelta razionale?

Se si risponde a questo problema si risponde a tutto

 

Poi magari la mia idea dell'esame di ammissione all'università non funziona, ma va

trovato qualcosa che funzioni in modo tale da orientare le scelte collettive in modo razionale

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Marcolino2

 

 

Questa è colpa vostra che vi fate concorrenza "al ribasso"  invece che per offrire un servizio migliore

Sicuramente non nella mia scuola dove gli alunni vincono premi,  gare di matematica, etc. E' che per molti alunni e soprattutto per molti genitori, è bello sapere che i figli con poco sforzo hanno voti alti. Peccato poi che sia solo una mera illusione.

 

 

 

A Firenze ci sono 4 licei classici, di questi 3 si contendono il titolo di miglior liceo della città ed un quarto è quello in cui ai miei tempi si iscrivevano i ragazzi che avevano avuto delle difficoltà negli altri ( di varia natura, non è detto difficoltà=cretino )

 

Io insegno sia allo scientifico che al classico e ti posso assicurare che mediamente al classico gli studenti studiano di più, sono molto educati, appartengono a ceti sociali medio-alti ed i genitori sono più presenti. Già allo scientifico il tipo di utenza è molto più variegato, per non parlare dei tecnici e professionali. 

 

 

 

non so se oggi i genitori opzionino direttamente il peggior liceo della città, quello dove nessuno boccia perché nessuno impara niente

 

Sfortunatamente, tanti genitori, non la pensano come te (e come me) e per non avere rogne :-(

 

 

 

Però se io sono malato cerco l'ospedale migliore perché voglio vivere magari sbaglio, ma mediamente c'è un criterio di scelta razionale   Perché manca agli utenti della scuola questo criterio di scelta razionale? Se si risponde a questo problema si risponde a tutto

 

Gli utenti  della scuola sono gli adolescenti. Posso assicurarti che molti di loro non hanno assolutamente voglia di studiare e della scuola non gliene importa nulla. Quante volte ho sentito dire: "Professore, ma al liceo X ancora non hanno svolto questo  argomento. Oppure, professore una mia amica ha tutti sette senza studiare". A questo punto parte il mio discorso sull'importanza dello studio, sul fatto che non è importante il voto ma le conoscenze, etc. Il problema però è che a 15-16 anni non tutti recepiscono questo messaggio.

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I controlli interni, in questo caso, non solo non funzionerebbero ma sarebbero dannosi. Invece di indirizzare i propri insegnanti verso la "buona scuola" intesa come buona preparazione, ambiente accogliente, docenti preparati e così via, il risultato sarebbe un'enfatizzazione esagerata delle voci di paese, in cui il liceo difficile cercherebbe di tenere solo insegnanti frustrati perché quel tipo di insegnamento porta molti iscritti alla scuola; in un istituto tecnico in cui gli allievi stanno in aula giusto per non andare al parco a drogarsi, un docente che iniziasse a chiedere un po' di disciplina verrebbe allontanato perché maggiore rigore comporterebbe una "migrazione" degli studenti verso altri istituti.

 

Il liceo in cui ho studiato nacque come liceo scientifico e ha subìto la trasformazione in istituto d'istruzione superiore per via dell'apertura dell'ex "socio-psico-pedagocico" (ora liceo delle scienze umane) e del linguistico.

Nel corso degli anni le iscrizioni al liceo scientifico sono diminuite sempre di più, e aumentate quelle per gli altri indirizzi. Il risultato è che nel liceo scientifico sono rimasti solo gli insegnanti più alti in graduatoria, cioè i più anziani, che per "natura" risultano o più severi, o più stanchi, ma spesso entrambe le cose. Questo ovviamente ha aggravato ancora di più il calo di iscrizioni.

Se ci aggiungiamo alcuni problemi nella sicurezza dell'edificio, che ha reso necessaria la chiusura dei laboratori informatici, di chimica, di fisica, la biblioteca e per un periodo pure le palestre, è chiaro che stia dando l'immagine di un liceo morto o comunque in coma...

 

Immaginatevi il preside di questa baracca che deve cercare di sistemare un po' i cocci, controllando sia la didattica che in parte la situazione economica...

 

Non dico che invece il sistema attuale funzioni: l'idea per risolvere il problema della nostra scuola, in base a quanto deciso dalla Provincia (ora città metropolitana) è il trasferimento all'interno dei locali di un altro istituto. Una Scuola senza una scuola. Tempo due anni, e non ci saranno più abbastanza iscritti per giustificare l'esistenza di un liceo autonomo, e verrà chiuso: con grande risparmio di soldi, ma con grande dispiacere di chi ci lavorava...

 

La valutazione basata solo sugli esami di maturità non funziona. Forse un'idea sarebbe quella di valutare anche la capacità del liceo di offrire "servizi", come conferenze, corsi pomeridiani, attività didattiche alternative.

A valutare una scuola dall'aspetto esteriore ci pensano già i genitori. Lo Stato dovrebbe valutare se i soldi che ogni istituto riceve vengano destinati maggiormente ad attività didattiche oppure ad altre cose.

C'è da dire che la maggior parte dei soldi, almeno nella scuola superiore, arrivano dalle tasche dei genitori tramite il "contributo volontario", e non dallo Stato, per cui un eventuale controllo dovrebbe tener conto anche del rapporto tra i servizi offerti e i soldi richiesti ai genitori. Altrimenti una scuola in un quartiere ricco, applicando una tassa "facoltativa" molto alta, potrebbe offrire dei servizi fantastici ed essere considerata più meritevole di qualsiasi scuola in quartiere di case popolari...

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Hinzelmann

Non puoi approcciare il tema così @marcolino2

 

Certo sono adolescenti, ma ( purtroppo ) hai scelto un lavoro che ti costringe ad avere a che fare con gli adolescenti, sarebbe

come se io mi lamentassi del fatto che i miei clienti sono delinquenti ok diciamolo, ma come sfogo: è un legittimo sfogo, non una

idea di riforma del sistema

 

Se vogliamo un sistema che incoraggia scelte razionali delle famiglie la risposta è per me:

 

1) la scuola professionale DEVE sfociare in un contratto di apprendistato SPECIFICO

     cioè destinato solo a chi in quella scuola si diploma e non a tutti i giovani under 30

 

2) i licei DEVONO procurare ammissioni alle Università, stabilito che l'esame di stato non serve più a

    niente, non possono esistere che università a numero chiuso ( TUTTE ) con esame di ammissione

    

Se mancano questi due punti non esiste la "buona scuola" 

 

Il problema è che è dura dire a tutti gli under 30 che l'apprendistato non esisterà più se non per coloro

che hanno fatto istituti professionali, ed è dura dire alle famiglie che se i loro figli non sono bravi, rischiano

di non essere ammessi all'università

 

Tuttavia se si vuole la qualità è impossibile dare risposte "compiacenti"

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Marcolino2
Certo sono adolescenti, ma ( purtroppo ) hai scelto un lavoro che ti costringe ad avere a che fare con gli adolescenti, sarebbe come se io mi lamentassi del fatto che i miei clienti sono delinquenti ok diciamolo, ma come sfogo: è un legittimo sfogo, non una idea di riforma del sistema

 

Non ho detto affatto che non mi piace lavorare con gli adolescenti. Assolutamente! Mi trovo benissimo a lavorare a scuola. Prima di fare l'insegnante ho fatto altro, anche retribuito maggiormente, e insegnare mi piace. Ho detto solo che spesso è difficile far capire a molti di loro l'importanza dello studio, soprattutto quando vedono i loro amici che con poco sforzo hanno voti altissimi.

 

Radioresa ha fatto notare che in molte scuole c'è una vera e propria corsa alle iscrizioni. Se una scuola non ha un adeguato numero di iscritti, si rischia di perdere non solo ore e classi (come è successo nella mia scuola, dove , per questo motivo, sarò sovvrannumerio e pertanto trasferito d'ufficio) ma anche le presidenze, con l'accorpamento di vari  istituti. I presidi (escludendo i licei "storici" o molto frequentati) per non perdere iscritti ormai non sanno più cosa fare. 

 

Una considerazione sul potere dei presidi. Ora sono sovrannumerario ed ho presentato domanda di trasferimento in altre scuole. Il trasferimento mi sarà attribuito in maniera trasparente in quanto ho maturato un punteggio derivante dai miei titoli e dagli anni di servizio. Con la riforma, andrei a finire nel famoso albo e dovrei aspettare che qualche preside, che non mi conosce in quanto attualmente lavoro in un'altra scuola, mi scelga. E se, arbitrariamente, sceglierà una persona solo perché già la conosce (e che magari ha meno titoli e anni di servizio)? Non vi sembra ingiusto? 

Ciò che non mi piace della buona scuola è l'aver sostituito dei criteri oggettivi (il punteggio delle graduatorie, derivante dai titoli e servizio) con criteri discrezionali dei presidi. Attualmente le graduatorie (di tutti i tipi, da quelle dei docenti di ruolo ai precari) garantivano un minimo di trasparenza, ora dobbiamo affidarci alla discrezionalità dei presidi.

Edited by Marcolino2
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Hinzelmann

 

 

Ho detto solo che spesso è difficile far capire a molti di loro l'importanza dello studio

 

La motivazione in gran parte deve riuscire a smuoverla l'insegnante, però se vi fosse una logica

di sistema tale per cui nel profitto scolastico è possibile ravvisare anche un "utile" sarebbe più facile.

Lo possiamo dire - attualmente - in tutta sincerità? No

 

Come ci può essere l'insegnante che "conosce" il Preside e passa avanti a tutti

ci sarà anche lo studente, figlio di ristoratore che sa già che sarà assunto dal padre

e frequenta svogliatamente per il pezzo di carta e basta

 

Ma a parte il fatto che estendere il criterio - attualmente applicabile al lavoro dello studente - anche

al suo professore, non costituisce un miglioramento della scuola perché anche il professore che ha

conoscenze sarà svogliato, resta il fatto che la scuola deve dare una speranza al ragazzo figlio di n.

n. che non ha il padre ristoratore e che se bravo forse ottiene un lavoro e forse diventa lui stesso

dopo 15-20 anni un ristoratore

 

Per far questo bisogna però essere realistici, non si può fare finta di dare "tutto a tutti" perchè

si crea un sistema che non dà niente, cioè inutile

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Cosa prevede la riforma della scuola di Renzi?

 

  • Curriculum studente. Programmi scolastici personalizzati a seconda delle inclinazioni dello studente.
  • Alternanza scuola-lavoro. Negli ultimi tre anni delle superiori sono previste ore di lavoro (400 per le professionali e 200 per i licei, con la facoltà di svolgere le attività durante le vacanze).
  • Innovazione digitale e laboratoriale. Previsti 30 milioni di € per modernizzare gli strumenti presenti nelle varie scuole.
  • Carta dell'insegnante. 500 € all'anno che ogni insegnante potrà investire nell'aggiornamento.
  • Edilizia scolastica. Indagini per verificare la sicurezza degli istituti e costruzione di almeno una "scuola innovativa per Regione".

 

 

Questi punti li approvo, il resto lo reputo profondamente sbagliato, soprattutto il super-preside non mi convince per niente.

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Chiunque fosse interessato trova qui il testo completo:

 

http://www.tecnicadellascuola.it/images/01allegati/normativa/03marzo2015/2994_DdL_27-03-15.pdf

 

A mio avviso è il solito bluff dell'abile ciarlatano parlante che ci ritroviamo alla guida del Paese, parla parla parla ma sostanzialmente quello che fa è l'esatto contrario di quello che dice. Le migliorie che promette sono solo potenziali mentre i danni concreti. Come mai lo scorso 5 Maggio hanno scioperato praticamente tutti i 100.000 precari che verranno assunti? Cos'è, sono impazziti tutto in una volta? Perché scioperano contro una riforma che dovrebbe assumerli? Perché sono gli effetti globali e la visione di fondo di questa "riforma" a preoccupare, non i singoli aspetti che rappresentano solo il fumo negli occhi con cui Renzi narcotizza tutti. Tra gli effetti di cui parlo i più gravi che temo dopo aver letto il testo sono questi:

 

- precarizzazione del corpo docente nel suo insieme e forme di clientelismo interne causate dai super poteri attribuiti ai presidi

- docenti in attesa del concorso triennale sottopagati e deportati in ogni dove, in uno stato di precarizzazione totale sotto il comando del dirigente scolastico

- vantaggi immediati per le scuole private (per le quali non vale l'accumulo dei mesi in attesa di superare il concorso) che potranno contare non solo su un fiume di soldi pubblici, ma anche su un mare di docenti nel limbo dell'attesa di concorsi pubblici verso i quali lo Stato non ha nessun obbligo

- agevolazioni fiscali per le scuole private (non bastava finanziarle in modo esagerato con soldi pubblici)

 

Insomma, a me non convince per nulla.

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