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Qualche scritto del collezionista di barchette inzuppate


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Icoldibarin

Dopo diverso tempo ho deciso di aprire una pagina con qualche mia poesia.
Non potevo che iniziare con la poesia che ha in un certo senso coniato il mio acronimo, Icoldibarin, che porto dietro anche con la speranza di renderlo sempre meno indice della mia persona. Il collezionista di barchette inzuppate è un personaggio malinconico e deluso. Colleziona le barchette che rappresentano i suoi sogni, che sono naufragati, inzuppati sul fondo del lago. È un personaggio che si sente solo, affacciato su una spiaggia dai tetri orizzonti, incapace di raccogliere ancora la sfida e costruire nuovi mezzi.
Da quando ho scritto questa poesia Icoldibarin è per fortuna cambiato, sebbene con fatica sta cercando di affrontare la corrente su nuove barchette, si è anche accorto che non è solo in questa battaglia. Non sa dove porterà né se avrà esito favorevole. Ma sa che, qualunque siano le onde e le correnti che dovrà sfidare, è una battaglia che merita di essere combattuta e soprattutto di essere combattuta insieme.
Buona lettura ;)
 



 

Il collezionista di barchette inzuppate

(20 Ottobre 2009)

 
Ascolta il respiro della città
seduto sulle sponde del lago predatore
delle ultime luci arancioni del sole:
il ragazzo con le rughe sotto la pelle
se ne sta li,
cingendosi le ginocchia con le mani.
Cerca un suo simile in un mondo estraneo,
cerca un alieno nel suo mondo stanco
di vita passata.
 
Un altro sasso nel lago è stato lanciato
il ragazzo attende una risposta da lui
uno, due, tre rimbalzi poi giù
la sua volontà destinata a finire sott'acqua.
 
Un tempo guardava quell'acqua,
la sfidava con occhi diversi.
Quando era bambino e non aveva le rughe
pensava di dominarlo quel lago,
credeva ancora nelle barchette di carta
e nel sorriso della persone...
Ma poi il suo equipaggio è affogato
stupido bimbo doveva ancora crescere!
Solo allora avrebbe smesso di piegare
i suoi fogli di giornale.
 
Un altro sasso nel lago è stato lanciato
il ragazzo attende una risposta da lui
uno, due, tre rimbalzi poi giù
la sua volontà destinata a finire sott'acqua.
 
La brezza chimica della città
gli soffoca la gola
ma ha imparato a lasciarla passare
mentre sogna le sue barchette
inzuppate sul fondo del lago.
E continua a lanciare sassi
sul viscido specchio del lago
con sempre meno cura:
scova con gli occhi
l'ora dolce scintillio della falce
portata fra le mani della nera signora.
 
Un altro sasso nel lago è stato lanciato
il ragazzo attende una risposta da lui
uno, due, tre rimbalzi poi giù
la sua volontà destinata a finire sott'acqua.
 
A pochi passi da lui
ora scorge un altro sopravvissuto,
il ragazzo attende l'alta marea
chissà se lancerà sassi
o cercheranno un altro foglio di giornale...

Icoldibarin

La corda

(14 Novembre 2014)

 

Le onde
giunte all'orecchio
mi solleticano;
e già ebbro sono
di sogni e gentile malinconia
che tramutano
i miei 'vorrei' in 'verrei'.
Ma la tua prossimità
è assi rara.

Se solo avessi una corda
a me ti tirerei,
però il vento ci trascina
ed io vorrei dirti certe cose
che non ti dirò mai;
ed io vorrei dirti qualcosa
che non mi lascerai mai dire.

Se solo avessi una corda
a te ne lancerei la cima,
della presa o della fuga
lasciandoti la scelta.
Se avessi anche le tue braccia
proverei a scioglierci
i miei pensieri,
fidandomi solo
della tua voglia di respirarli.

Icoldibarin

Non una parola voglio dirti

(~2010)

 

Abbaiano i miei pensieri,
pretendono attenzione fuori dai vetri
appannati dall'inverno,
mi chiedono ancora di scappare
via con loro.
E con loro scappo
lasciando un letto sfatto
e tante cose da finire od iniziare;
ma l'ora del tè quest'oggi
ha le labbra bagnate dalla vivacità
d'uno spicchio d'arancia
che dissolve la realtà.
Vengo a prenderti in silenzio,
so che ti troverò dove l'acqua del mare
ama la sua spiaggia
tiepida di sale.
Sei voltato di spalle
mentre la tua camicia si gonfia di vento
come una vela che ti porti affianco a me.
Non una parola voglio dirti con la bocca;
solo vorrei che mi seguissi
su una vespa fra le vecchie statali
ancora italiane.
Là saprò di essere ancora vero
e lascerò curva dopo curva
tutti i miei sbagli,
le mie paure e la pigrizia
mentre l'aria solleticherà
la nostra voglia di stare assieme.
Ecco dove volevo portarti:
In questo castagneto dimenticato
dove i ricci hanno cullato
per molto tempo i loro frutti.
Qui mi prenderò cura di te
finché il risveglio
strapperà questa poesia.

Icoldibarin

Polvere

(23 Novembre 2014)

Buttami i piedi neri sulla faccia,
coprimi il cuore d'amianto,
sputaci sopra la tua vira distruzione.
ti comprerò tutta questa polvere
col le tue nuove monete.
Invocherò il tuo dio perverso
che dall'interno ti dilania.
Entrambi noi,
alla fine di questo teatrino
saremo solo pulviscolo negro
e l'acqua ci spazzerà
mescendo un nuovo inizio.

 

 

  • 2 months later...

Solletico
(4 Settembre 2015)

 


Ascolto distratto la vita attorno a me,
che forse è semplice esistenza.
Quanti mendicanti di primavera vedo là fuori
ma ci guardiamo attorno e vediamo
foglie marce lastricarci la strada
E per questa via camminiamo.
Abbiamo quasi tutti lo stesso sguardo,
ma non lo ammettiamo.
Facciamo le nostre cose sotto un cielo sereno
ma ogni tanto un pensiluvio ci sconvolge
come una tempesta di fine estate.
E c'è chi si rincalza il paltò
ma io vorrei solleticarmi con la forza della grandine.

  • 2 months later...

Una giornata novembrina
(16 Novembre 2015)

 

Sono arrivate le prime giornate di verace novembre,
le foglie morte cadono per strada
e sui treni
in attesa d'arrivare al loro parcheggio quotidiano.
Io mi copro col mio giaccone di note
per trovare il mio nido tiepido
nel freddo milanese.
Anche oggi le stesse facce e le stesse parole
si mischiano in questa carovana che procede per inerzia.
Ma oggi ho visto anche due sorrisi che si incrociano
e due mani che si stringono
per creare una corda che resista fino a sera.
Ho scoperto il vostro segreto e ve ne ho rubato un po'
per iniziare meglio la giornata.

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