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Lo chiedi a uno che non capisce che dire che i gay i figli li comprano è omofoba?

 

Si discute in Italia di Unioni Civili, la destra si oppone sul punto delle adozioni

e la Cuccarini dice che i figli non sono un diritto ed i gay li vogliono comprare

 

Premesso che se c'è adozione non c'è compravendita di bambini

 

Se può esistere esiste sottobanco da parte di associazioni ( spesso cattoliche )

che si relazionano al 90% con paesi omofobi ( Russia - Ucraina - Cina ) che MAI

darebbero i loro figli a coppie omosessuali 

 

Quindi semmai chi fa compravendita di bambini nelle adozioni internazionali SONO GLI ETERO

 

E voi mi state a parlare di "sottile discriminazione" da parte della Cuccarini

e di consigli da chiedere ad @Iron84????

 

Ma è una follia!

 

Si vabbè è inutile che ti fai santone, nessuno pensa che i gay comprino i bambini

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era ironico. Poi bisogna far capire che l'omofobia non si traduce in una proibizione diretta a mo' di stato islamico o cattolico africano, o in violenza.

Lorella Cuccarini è scema, prima di tutto, poi è una persona che difende un privilegio del tutto eterosessuale. Il problema nel discorso di Iron84 è nella sua definizione di omofobia: froci ai forni è la forma più bassa, pestare è una manifestazione altrettanto bassa, quando si passa al livello alto c'è "l'omofobia sottile" ovvero quella che non inquadri in violenza perché usano dei cazzo di congiuntivi o delle forme che sostanzialmente rimandano ai froci nei forni, ma non lo dicono direttamente: l'omofobia sottointesa si potrebbe chiamare. Declinazioni della stessa matrice idiota. Se una persona si abitua e satura, colpa anche dell'incapacità di molti attivisti di definirla e di riconoscersela (visto che il primo commento all'aggressione di Roma, di un mio conoscente fieramente attivista, è stata che i ragazzi erano calamite di spranghe a girare con la maglia del pride a torpignattara *con rettifica dopo una shitstorm di insulti) dell'idea che l'omofobia è il pugno che ricevi, è difficile convicerli del contrario. Se poi aggiungiamo che qualsiasi ovvietà viene passata come limitazione di libertà di pensiero, siamo freschi, è impossibile uscirne.

 

Oh forse qualcuno che ha appreso il senso del mio discorso!

 

Io dico che se c'è una cosa che mi fa incazzare sono i termini usati a cazzo di cane mi spiego.

Parliamo di immigrazione, ci sta la cultura dell'accoglienza e chi dice che devono andare a casa loro, in mezzo c'è un mondo di opinioni e sfumature.

 

In fin dei conti è difficile dire chi abbia ragione o torto e non è nemmeno bello che il livello del dialogo sia

"Allora tieniteli a casa tua" oppure "Si si tu sei solo un razzista" anche se magari un fondo di verità ci può essere.

Sul termine omofobo non è paura dell'omosessuale è paura mista a fobia per l'omosessualità. Se una madre che ha cresciuto 4 figli penso abbia tutto il diritto di esprimere un'opinione, sbagliata, in tal senso. Lasciando stare il discorso sull'uscita infelice del comprare, lei è stata accusata in tempi dove diceva no alle nozze gay, dove diceva che il matrimonio per lei è religioso e che era favorevole  che i gay avessero i diritti ma non l'adozione.

Ecco io ritengo questa opinione, frutto di ignoranza, magari pregiudizio ma non di omofobia o magari lo è ma non penso che un'interpretazione estensiva del termine aiuti il dialogo.

Se tu mi bolli sempre come razzista e mi tratti come tale, chiudendoti e accusando, alla fine non fai altro che estremizzare le posizioni. Era questo il senso del mio discorso, tu l'hai capito, altri fanno propaganda. Io penso che le parole abbiano un peso e se si vuole essere dialoganti diventa importante saperle valutare.

 

 

@Demò (scusami non avevo letto l'intervento) la mia proposta è questa.

Partire da una manifestazione che abbia chiaro i suoi fini e il suo intento, ad esempio un contro family day, una manifestazione che sia per l'idea di famiglia più ampia.

In questo caso l'adesione ad una manifestazione siffatta potrebbe coinvolgere oltre il popolo LGBT anche quello dei milioni di coppie di fatto oppure dei tanti single che vorrebbero adottare ecc.

Una manifestazione di carattere culturale che chiede pari diritti a tutte le forme di famiglia che possano esistere.

 

Certo una manifestazione simile partirebbe ad avere come obiettivo primario le unioni civili ma ad esempio coinvolgendo i single si potrebbe cominciare a parlare di adozione in senso più ampio ed introdurre il concetto di matrimonio omosessuale.

Inoltre si potrebbe dire che si scende in piazza per salvare l'avanzata talebana di chi vuole levare i diritti, una simile manifestazione potrebbero partecipare tutti però non avrebbe troppo senso venire vestiti da Drag Queen perchè non è una manifestazione per l'orgoglio della diversità ma per la richiesta di diritti, solo ed esclusivamente questa.

 

Senza carri e con un profilo basso, poi se si vuole partecipare vestiti da carnevale ben venga, non sarebbe quello il problema, ma sono sicuro che in pochi vivrebbero la manifestazione con lo spirito goliardico del Pride. Questa è una proposta che potrebbe portare ad evitare la polarizzazione, ad estendere il fronte della battaglia ed ad affermare un principio semplice che comprende tutti L-A-I-C-I-T-A'

 

Se lo stato è laico tutto vien da sè, potrebbe essere un Lay Day

Edited by Iron84

Simpatico confronto tra la visibilità del Pride e quella del Family Day.

 

http://videtta.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/06/21/diritti-civili-family-day-e-media-se-i-250-000-del-pride-valgono-meno-del-riso-carnaroli/

 

Anche se - per chi crede che il Pride sia controproducente - dovrebbe essere una buona notizia.

Saramandasama

Qui si ha paura di chiamare le cose come sono per essere dialoganti e non urtare la sensibilità degli omofobi. Che poverini, prima di essere omofobi sono povere madri e padri inconsapevoli. L` analisi di Almadel aveva centrato il punto.

Certo con facebook e altri social media il freak- free pride lo potreste tranquillamente metter su. Basta poco, no?

Certo con facebook e altri social media il freak- free pride lo potreste tranquillamente metter su. Basta poco, no?

 

La cosa davvero stravagante è che cose simili esistono già in Europa: ma al contrario.

A Berlino al Pride sfilano anche le istituzioni e le forze di polizia,

quindi gli anarchici, gli squatter e i freak fanno un Pride parallelo.

Non ci sono stato, ma mi hanno detto che lo hanno fatto anche a Barcellona molti anni fa.

Faccio poi notare che la tua teoria, così come quella di Greed, ha una contraddizione in termini. Voi dite che il popolo è essenzialmente omofobo e "irrecuperabile", ci odia e ci odierà sempre. Bene: se non riuscirà mai nemmeno a concepirci come esseri umani dotati di pari dignità, come pensate che potrà avvenire il "rovesciamento dell'ordine costituito" di cui parlate? (...)

Le due cose sono inconciliabili: o gli etero non cambiano (parafrasando la Martini), e allora non è possibile cambiare l'ordine costituito (giacchè gli etero sono stra-maggioranza), oppure è possibile cambiare l'ordine costituito, allora necesariamente si assume che l'etero medio possa cambiare. Delle due l'una.

 

Non so gli altri, ma io, ribadisco, mica auspico l'apprezzamento di chi si riconosce in CL o nelle opinioni di Adinolfi...

non credo nemmeno che l'etero medio sia poi così tanto omofobo, certo è mediamente poco interessato alla faccenda gay;

immedesimandosi poco nella nostra condizione, non ritiene necessaria o urgente alcune tutela delle coppie omosessuali, se teme l'estensione dell'aggravante di omofobia tra i reati alla persona è perché, in genere, adopera locuzioni omofobe alla stregua del vernacolo o della bestemmia.

Edited by schopy

 

 

Se lo stato è laico tutto vien da sè, potrebbe essere un Lay Day

 

Purtroppo la giornata dell'orgoglio laico (il No Vat)

- per lo sfondamento di Porta Pia, il 22 settembre -

è molto più provocatoria di qualsiasi Pride :)

Anche perché ai gay magari interessa sembrare sobri,

mentre agli etero - ovviamente - non frega nulla.

Posso essere d'accordo, ma è un fatto, non un'opinione, che inevitabilmente, vivendo in una certa temperie socio culturale, quel giudizio è temuto da parte dei più

(...)

Ma non c'è niente di male in sé nel voler essere e quindi apparire "per bene":

tutto dipende dalla definizione dell'"essere perbene".

 

Mi scuso perché m'accorgo che nel precedente intervento ho scritto cose poco documentate, esattamente così come tu hai ribattuto con opinioni poco argomentate. Si potrebbe proseguire chissà quanto quindi la chiudo qui :D

Credo fosse intuitivo quello che scriveva Sampei a proposito del timore del giudizio altrui e del voler apparire "per bene"...Sampei stima poco -deduco- chi si preoccupa troppo di apparire per bene e così facendo vive un po' "nascostamente" la sua omosessualità.

Silverselfer

 

 

Detto...da uno che non ci va, in tutta onestà mi fa un po' sorridere!    Ma su questo forum non ci facciamo mancare niente Lol

 

Felice di averti strappato un sorriso (XD) Nel mio personalissimo caso, mi è capitato persino di organizzare manifestazioni e poi non parteciparvi o farlo con molta "discrezione". Faccio uno sforzo quando per esempio nei presidi c'è bisogno di una staffetta, e anche in quel caso taglio la corda il prima possibile.

 

Quindi, mi faccio rappresentate di quella zona ... come definirla? Avana? Che proprio non ci riesce a stare in un corteo, ma non per questo solidarizza meno con in manifestanti. 

 

Poi è anche vero che ho tirato un po' i remi in barca. 

 

 

 

 

Ooooh... CLAP CLAP! Parole totalmente condivisibili!   
 

 

Io, in fatti, difendo la libertà di ciascuno di vivere la propria dimensione personale. Tu hai il mio rispetto perché dici e fai quello che pensi e mi sembra che in Spagna a qualche Pride sei anche andato. 

 

La questione cambia quando ci viene chiesto di fare qualcosa per la "comunità". Molti qui, mi pare, vorrebbero identificarsi pienamente con le scelte compiute in senso generale. Purtroppo, però, questo è impossibile. Le proposte che si mettono in cartellone proprio perché devono tenere conto di tutte le istanze, finiscono per scontentare un po' tutti. 

 

Il Pride in questo senso trovo faccia bene a mantenere il suo spirito di "sagra dei gay (o del cetriolo?)" di tutto il mondo. Non si tratta di una manifestazione politica e se alcuni non ci vanno più è anche per colpa di certi carri che raccolgono firme su discutibilissime azioni politiche che hanno poco a che vedere con i colori arcobaleno e molto di più con la bandiera della sinistra ideologica. Tuttavia astenersi dal partecipare significa proprio lasciare l'orgoglio gay in mano a chi lo strumentalizza.

 

Riguardo a Purospirito, con cui ho parlato proprio ieri ed ho potuto capire meglio cosa intendeva ... lungi da me volergli mettere le parole in bocca (sa ben parlare da solo) .... ma il suo "Liberiamoci" fa parte proprio di un suo percorso personale che certe affermazioni scritte col coltello tra i denti possono non solo offendere, ma persino apparire come contrarie. 

 

Vorrei anche fare ammenda sulla frase a proposito di certi gay che fraintendono le associazione per opportunità di mettersi in evidenza ... in realtà si tratta di un male comune a tutti gli ambiti associativi. Proprio ieri con Puro mi raccontava come dei ragazzi del Mieli, per loro libera iniziativa, portano conforto agli immigrati che sostano nella stazione Tiburtina di Roma. Insomma, si sottolineano sempre gli aspetti negativi o discutibili delle associazioni, quando ci si dimentica troppo spesso di quanti aspetti pratici si occupano. 

 

Infine vorrei semplicemente dire cosa ha significato il Pride per me. Io non sarei quello che sono se qualche anno fa non avessi partecipato all'Europride. Per il vero non fu un'esperienza propriamente bellissima. Ebbi subito sentore che non mi ci sarei trovato bene. Tuttavia, ci trovai persone di una sensibilità straordinaria ... materiale umano capace di farmi tornare la voglia di riprovarci. Hanno avuto tanta pazienza con me e oggi mi sento di dovergli molto. Di Pride in Pride ho allargato le mie conoscenze dal punto di vista umano. Mi sono reso conto, toccandole con mano, di tutte quelle identità che compongono l'universo lgbtqi (preferisco quest'ordine nell'acronimo perché iniziarlo con la G mi si intreccia la lingua).

 

Sia chiaro che avevo già il mio bel bagaglio di esperienze ... tuttavia, non avrei potuto in altro modo iniziare "il mio percorso" se quel giorno non ci fosse stato. Io il Pride lo critico e tutto ... rivendico anche il diritto di farlo per tutelarne lo spirito "anarchico". Tutti possono andare al Pride. Non c'è bisogno di aderire a un'associazione e neanche camminare dietro al corteo. Fatelo per voi stessi prima di tutto. Chiamate un amico/a e scendete a vedere di cosa si tratta con i vostri occhi. Date l'opportunità agli altri di conoscervi e abbiate il coraggio di mettervi in gioco. Sia chiaro che potrebbe anche andare tutto storto (guardate il sottoscritto!), però ne uscirete comunque vincenti dal punto di vista umano. 

 

Giusto per non chiudere con quest'aria da sermone evangelico. Ricordo che i diritti concreti li dobbiamo non molto al Gay Pride quanto ai fondi per il controllo della diffusione dell'HIV. Giusto per dire che le manifestazioni servono assai a poco ai fini puramente politici e ve lo dice uno che si è preso certe delusioni durante il Day After di tante elezioni politiche. Purtroppo, per quanto i cortei siano grandi e le piazze traboccanti, la gente che rimane a casa sarà sempre "democraticamente" vincente. 

 

Ok, il sermone è finito XD

Ilromantico

 

 

E' l'Idolatria del PERBENE. Facciamo in modo che tutto APPAIA "per bene". E' qualcosa di visceralmente italiano, è probabilmente il fulcro più recondito della nostra mentalità collettiva, osservatelo, notatelo, lo vediamo nella politica, nella cultura, nella società, nell'economia. Basta che lo sia formalmente. La sostanza lasciamola perdere. E' la forma che conta.

 

Ma è così difficile capire che una cosa NON esclude l'altra e che esistono le VIE DI MEZZO? Anche questo modo di esprimersi sull'argomento: così estremista, così paranoico. Suvvia. Il punto è che un 'perbenista' non è solo 'apparenza', può essere benissimo tanta sostanza. Siete tutti "liberiamoci", "born this way" e poi rompete davvero le palle in modo psico-paranoico a chi NON la pensa come voi ed ha altre concezioni di vita e di atteggiamenti. Atteggiamenti così, risultano insopportabili quasi tanto come i discorsi degli omofobi catto-nazisti.

 

 

 

Se si continua ad usare la parola omofobia sia per il ragazzo che picchia il gay nell'autobus,per genitore che caccia il figlio di casa e semplicemente per chi esprime un'opinione contro le adozioni mi sembra che forse quelli che stanno in trincea siamo noi.

Su questo non sono d'accordo. Ovviamente bisogna ridimensionare il grado di omofobia di chi dice "al rogo i gay" e chi dice "sono favorevole alle unioni civili, ma non al matrimonio e all'adozione". Nell'ultimo caso ci sarà una certa accettazione, ma pur sempre di omofobia si tratta ("i gay non sono uguali"). Proprio di recente una madre di una vecchia amica italiana mi ha fatto gli auguri per il matrimonio. Tuttavia si trattava di un'accettazione forzata e di facciata, non ha mai detto 'matrimonio' né marito riferendosi al mio caso, riferendosi a mio marito sempre come "compagno". E vabbè piccoli dettagli (ma mica tanto forse), tuttavia poi mi disse "Comunque alla fine, io sono favorevole alle unioni civili. Che male fanno?Se uno vuole vivere col suo compagno e NON fa esibizionismo e mantiene la cosa nel PRIVATO.". Io a quel punto mi sono raggelato in quanto l'omofobia latente era abbastanza palese, ma non ho ribattuto perché della sua opinione poco me ne fregava e alla fine libera di pensarla come vuole. Sicuramente se la rivedrò non avrò l'accortezza di fermarmi a parlare.

 

 

 

se un ragazzo non è pronto a vivere socialmente come omosessuale, è lapalissiano che non abbia ancora le forze per affrontare lo step successivo di andare o no al pride,

AHAHAHAHHAHA, che sagoma! Guarda, mio marito è il primo ad odiare la grande manifestazione del Pride e a propormi di andare fuori città per quelle date (e lui è uno che dice a qualsiasi sconosciuto con una scioccante spontaneità di essere un gay in coppia). Io alla fine lo sprono nel dirgli che comunque è giusto andarci fosse anche solo per entrare nell'ottica di "è una grandissima festa, alquanto trash e pazza".

 

 

 

Per rispondere a Iron84. Essere perplessi per le adozioni omosessuali è discriminatorio, ma sottilmente: perché non vedo Lorella Cuccarini in prima linea a dire che è i camorristi non dovrebbero avere la patria potesta sui loro figli? Mi pare che a livello educativo siano ben peggiori loro. I due pesi e le due misure si fanno presupponendo un privilegio agli eterosessuali: quello di essere sicuramente i migliori genitori possibili a prescindere, poi, vediamo la madre di cogne dare martellate al suo pargolo, e altre simpatiche scene di vita funzionale per i figli ogni giorno.  

Clap Clap!

@IlRomantico se tuo marito è dichiarato e odia il pride rientra nella categoria degli astensionisti, mica nella seconda. Ma in Spagna i diritti già ci sono tutti, quindi al massimo si può dire che non gli interessa celebrare l'emancipazione e la lotta all'omofobia (sempre che non sia valida l'ultima possibile spiegazione, che riporto più sotto).Tu invece che vai al pride dicendo che "è una festa trash e pazza" allora non sei altro che uno di quei gay che vanno al pride tanto per fare qualcosa di diverso dal solito, cioè esattamente ciò che criticavi con disprezzo qualche settimana fa in questo topic http://www.gay-forum.it/forum/index.php/topic/30374-gay-pride-pv-col-botto/?hl=pavia .

 

 

 

A questi eventi partecipa anche gente che va per puro divertimento e che vuole passare un pomeriggio "diverso dal solito"

 

Proprio non ci riesci a tenere a mente l'abisso di differenza fra Spagna e Italia, vero?

 

Tornando all'Italia

Secondo me fra poco si scoprirà il nucleo fondamentale della discussione, cioè che vi cagate sotto se c'è una drag queen vicino a voi, perché vi imbarazza se vi parla e avete paura che poi "venite accomunati a".

 

Bof, è sempre così ogni anno. Grazie al cielo gli etero che partecipano tendono comunque ad aumentare. Manifesteranno loro al vostro posto, a me va bene lo stesso.

 

 

mio personalissimo caso

 

Sul fatto che la tua posizione sia personalissima

e del tutto singolare non ho dubbi! XD 

 

Diciamo che ora - rispetto al primo intervento - l'esposizione è

più ordinata cioè si comprende che c'è un criterio di importanza

rispetto alle osservazioni che formuli, mentre prima sembravano

tutte quasi equivalersi fra loro

 

Non dico di aver capito, perchè il tuo pensiero è

sempre intrinsecamente erratico ma almeno vedo

una "volontà" dello scrittore

 

la "sagra del cetriolo" non è un termine che io userei 

 

 

 

Si vabbè è inutile che ti fai santone, nessuno pensa che i gay comprino i bambini

 

Nonostante vi sia qualcuno che pensa io faccia il Santone! Lol

Ilromantico

@sampei

A onor del vero ci sono centinaia di motivi per cui manifestare ancora, tra cui la più urgente è il bullying scolastico e non certo le slinguazzate tetto-trans di purospirito.

Ti tradisce questo sottolineare che mio marito è dichiarato, come se ci fosse qualcosa di speciale, lol. Siamo una famiglia, è il minimo essere out con tutti e dapperttutto. Io sottolineavo la spontaneità che è ben altra cosa e l'ho ben vista in pochi gay (di tutti i tipi). A me spesso manca e chiarire le cose lo trovo spesso palloso xD.

 

E l'astensionismo che c'entra? Nel passato giustificava anche lui, ma col tempo si è reso conto che certe cose non ci rappresentano e fanno molto male a TUTTA la comunità. Dev'essere che ai primi Pride dava il beneficio il dubbio... Io vivo il Pride come una grande festa perché preferisco che rimanga comunque in un'ottica positiva. Così come fa la maggioranza, capirai. I se, i ma e le critiche vengono dopo a pride finito, inutile amareggiarsi sul momento tanto non risolvo mica nulla xD.

 

A me le drag non piacciono. Le trovo insopportabili quanto i vari comici di Zelig, sarà che odio questo genere di comicità. Ogni tanto mi tocca andare nei locali drag per accontentare mio marito, visto che lui le trova divertenti (povero me xD). Detto ciò, una drag è un personaggio di spettacolo e una trans è un'identità sessuale. Evitiamo di far intendere che siano 2 cose iguali, non è rispettoso per le trans che di rispetto ed appoggio per il loro coraggio ne meritano davvero tanto!

Felice di averti strappato un sorriso (XD) Nel mio personalissimo caso, mi è capitato persino di organizzare manifestazioni e poi non parteciparvi o farlo con molta "discrezione". Faccio uno sforzo quando per esempio nei presidi c'è bisogno di una staffetta, e anche in quel caso taglio la corda il prima possibile.

 

Quindi, mi faccio rappresentate di quella zona ... come definirla? Avana? Che proprio non ci riesce a stare in un corteo, ma non per questo solidarizza meno con in manifestanti.

 

Poi è anche vero che ho tirato un po' i remi in barca.

 

 

 

Io, in fatti, difendo la libertà di ciascuno di vivere la propria dimensione personale. Tu hai il mio rispetto perché dici e fai quello che pensi e mi sembra che in Spagna a qualche Pride sei anche andato.

 

La questione cambia quando ci viene chiesto di fare qualcosa per la "comunità". Molti qui, mi pare, vorrebbero identificarsi pienamente con le scelte compiute in senso generale. Purtroppo, però, questo è impossibile. Le proposte che si mettono in cartellone proprio perché devono tenere conto di tutte le istanze, finiscono per scontentare un po' tutti.

 

Il Pride in questo senso trovo faccia bene a mantenere il suo spirito di "sagra dei gay (o del cetriolo?)" di tutto il mondo. Non si tratta di una manifestazione politica e se alcuni non ci vanno più è anche per colpa di certi carri che raccolgono firme su discutibilissime azioni politiche che hanno poco a che vedere con i colori arcobaleno e molto di più con la bandiera della sinistra ideologica. Tuttavia astenersi dal partecipare significa proprio lasciare l'orgoglio gay in mano a chi lo strumentalizza.

 

Riguardo a Purospirito, con cui ho parlato proprio ieri ed ho potuto capire meglio cosa intendeva ... lungi da me volergli mettere le parole in bocca (sa ben parlare da solo) .... ma il suo "Liberiamoci" fa parte proprio di un suo percorso personale che certe affermazioni scritte col coltello tra i denti possono non solo offendere, ma persino apparire come contrarie.

 

Vorrei anche fare ammenda sulla frase a proposito di certi gay che fraintendono le associazione per opportunità di mettersi in evidenza ... in realtà si tratta di un male comune a tutti gli ambiti associativi. Proprio ieri con Puro mi raccontava come dei ragazzi del Mieli, per loro libera iniziativa, portano conforto agli immigrati che sostano nella stazione Tiburtina di Roma. Insomma, si sottolineano sempre gli aspetti negativi o discutibili delle associazioni, quando ci si dimentica troppo spesso di quanti aspetti pratici si occupano.

 

Infine vorrei semplicemente dire cosa ha significato il Pride per me. Io non sarei quello che sono se qualche anno fa non avessi partecipato all'Europride. Per il vero non fu un'esperienza propriamente bellissima. Ebbi subito sentore che non mi ci sarei trovato bene. Tuttavia, ci trovai persone di una sensibilità straordinaria ... materiale umano capace di farmi tornare la voglia di riprovarci. Hanno avuto tanta pazienza con me e oggi mi sento di dovergli molto. Di Pride in Pride ho allargato le mie conoscenze dal punto di vista umano. Mi sono reso conto, toccandole con mano, di tutte quelle identità che compongono l'universo lgbtqi (preferisco quest'ordine nell'acronimo perché iniziarlo con la G mi si intreccia la lingua).

 

Sia chiaro che avevo già il mio bel bagaglio di esperienze ... tuttavia, non avrei potuto in altro modo iniziare "il mio percorso" se quel giorno non ci fosse stato. Io il Pride lo critico e tutto ... rivendico anche il diritto di farlo per tutelarne lo spirito "anarchico". Tutti possono andare al Pride. Non c'è bisogno di aderire a un'associazione e neanche camminare dietro al corteo. Fatelo per voi stessi prima di tutto. Chiamate un amico/a e scendete a vedere di cosa si tratta con i vostri occhi. Date l'opportunità agli altri di conoscervi e abbiate il coraggio di mettervi in gioco. Sia chiaro che potrebbe anche andare tutto storto (guardate il sottoscritto!), però ne uscirete comunque vincenti dal punto di vista umano.

 

Giusto per non chiudere con quest'aria da sermone evangelico. Ricordo che i diritti concreti li dobbiamo non molto al Gay Pride quanto ai fondi per il controllo della diffusione dell'HIV. Giusto per dire che le manifestazioni servono assai a poco ai fini puramente politici e ve lo dice uno che si è preso certe delusioni durante il Day After di tante elezioni politiche. Purtroppo, per quanto i cortei siano grandi e le piazze traboccanti, la gente che rimane a casa sarà sempre "democraticamente" vincente.

 

Ok, il sermone è finito XD

Quoto Silver in tutto e per tutto :)
Silverselfer

 

 

la "sagra del cetriolo" non è un termine che io userei 

 

Era una provocazione rivolta a certi eccessi da Falloforia greca che si vedono non tanto sui carri, quanto tra pochi ma assai appariscenti manifestanti. Ora che ci penso meglio ... non è tanto il fallo, quanto il culo a essere portato in processione. Sta cosa mi fa riflettere ... forse è proprio il fallocentrismo a sentirsi messo in secondo piano? Forse molti gay (e bisex) si sentono offesi da quella sfacciata esibizione da passivi? (che brutto termine passivo). 

 

Ok, ho cambiato idea e mi rimangio il cetriolo ... XD

 

@Gulp!58 Ciao Scricciolo! Sono felice del tuo consenso ...

 

 

Simpatico confronto tra la visibilità del Pride e quella del Family Day. http://videtta.bloga...riso-carnaroli/Anche se - per chi crede che il Pride sia controproducente - dovrebbe essere una buona notizia.

 

E' quello che avevo notato io alcune pagine fa, anche se con riferimento solo al Corsera, al Sole24Ore ed al TG1 delle 20:

non mi risultava, salvo errore per mia distrazione, che i maggiori mass media avessero parlato del Gay Pride.

L'articolo citato conferma con estensione generale quanto mi risultava.

 

Quindi ciò conferma la mia impressione che la controversia, qui svolta sul modo come si svolge il Gay Pride e su chi partecipa, sia una controversia autoreferenziale dei gay, anzi, di quella parte dei gay che scrive e legge i forum gay:

si parla di una manifestazione che ha scarsa risonanza o, quando ce l'ha, è limitata a un titolo, una foto e poche parole di commento.

Difficile pensare che possa insegnare qualcosa, nel bene o nel male, alla stragrande maggioranza degli Italiani, gay compresi.

Il senso del mio discorso è che non il Pride per sua natura non può mutualmente escludere altre istanze (tranne quelle più cretine, per esempio credo che neppure il queer più scemo al mondo vorrebbe dar voce ai pedofili).

 

Ma chi stabilisce quali istanze siano "cretine"?
Dopo tutto il "manifesto" di Purospirito "liberiamoci" nella sua vastità infinita ed indefinita dovrebbe comprendere anche le istanze "più cretine", altrimenti in che cosa si distinguerebbe da una qualsiasi etica già nota, più o meno lassa?

 

 

 

Purtroppo la giornata dell'orgoglio laico (il No Vat) - per lo sfondamento di Porta Pia, il 22 settembre -

 

Be' parlare di "orgoglio laico" per una conquista territoriale di uno Stato ai danni d'un altro fa un po' ridere, tanto più che per secoli il primo Stato non fu certo un esempio particolare di contrasto ai privilegi ecclesiastici (come esempio in Italia citerei piuttosto la Repubblica di Venezia!).

 

 

 

Credo fosse intuitivo quello che scriveva Sampei a proposito del timore del giudizio altrui e del voler apparire "per bene"...Sampei stima poco -deduco- chi si preoccupa troppo di apparire per bene e così facendo vive un po' "nascostamente" la sua omosessualità.

 

Ma il preoccuparsi di apparire "per bene" secondo voi coincide necessariamente con il nascondere la propria omosessualità?
Mi sembra che siate voi i primi a fare confusione, forse perché rifiutate preventivamente il desiderio di apparire una persona "per bene", dandogli necessariamente una valenza negativa.

 

 

Quindi ciò conferma la mia impressione che la controversia, qui svolta sul modo come si svolge il Gay Pride e su chi partecipa, sia una controversia autoreferenziale dei gay, anzi, di quella parte dei gay che scrive e legge i forum gay:

 

Fuori dalla controversia interna due cose contano principalmente

1) L'effetto positivo di poter conoscere l'elettorato progressista di un'altra città

2) La speranza che i partiti progressisti notino il nostro numero e ci inseriscano nel loro programma

 

In altre nazioni meno bigotte anche gli omosessuali conservatori e i liberali

si sono "appropriati" della manifestazione dell'orgoglio LGBT

- che è una delle poche marce partecipate anche in ambiente protestante -

 

L'idea stessa di usare la parola "Pride" ovvero "Orgoglio" è un'idea degli "attivisti gay di destra".

Inizialmente si chiamava "Marcia per la Liberazione Omosessuale",

ma il nome si rifaceva evidentemente ai movimenti della sinistra radicale statunitense dei Settanta...

 

In Italia il voto gay non è mai stato davvero una priorità del Partito Democratico,

anche grazie all'omofobia aggressiva della Destra centrista, reazionaria e "padana"

che di fatto lasciava al Movimento LGBT poca manovra...

Il pressing del Movimento Cinque Stelle è stato in questo piuttosto salutare.

si parla di una manifestazione che ha scarsa risonanza o, quando ce l'ha, è limitata a un titolo, una foto e poche parole di commento.

 

Questa osservazione è del tutto vera, ma vale per ogni

nostra iniziativa o manifestazione e non solo

 

Cioè se noi dovessimo valutare l'effetto delle manifestazioni

in base al nostro sistema ufficiale di informazione, il giudizio sarebbe

iscrivetevi in massa ad un partito politico perché ciò che conta in Italia

è solo il Potere

 

Anzi aspettatevi che qualora quel partito cambi linea politica e non

sia più - per dire - pacifista, vi scarichi all'istante

 

E d'altronde essendo il criterio fondamentale secondo cui opera la nostra

stampa, quello di indebolire la Società civile a vantaggio del sistema politico-partitico

e di svalutarne ogni manifestazione di autonomia, ottemperare  a questa direttiva

significherebbe fare esattamente ciò che il Sistema vuole che si faccia

 

Il ché magari può essere consigliabile nell'ottica di un vantaggio individuale, ma

non certo nell'interesse collettivo della comunità LGBT

 

La strategia dei 15 pride dell'onda è la decisione consapevole della Comunità LGBT

di cercare di agire in profondità nella società, può piacere o meno, se ne potrebbe

discutere se interessasse veramente a qualcuno ( e si verificheranno ad ogni modo

gli effetti a posteriori ) mediante manifestazioni capillari, diffuse, di basso profilo

 

Poiché però la critica interna proviene da persone che hanno problemi di identificazione

potremmo anche fare una bocciofila LGBT e tali problemi rimarrebbero, come le stesse eterne

identiche critiche

LocoEmotivo

E' davvero così difficile capire che il problema italiano sono le decine di migliaia di omosessuali repressi che hanno paura del Pride?

Assurdo ma vero, viste le nove pagine di discussione.

 

sono riusciti a fermare un treno come Renzi

Renzi, al massimo, è un modellino Rivarossi.

 

Ma come mi e' stato ricordato piu' volte, e' un altro mondo e gli Americani sono sempliciotti e poco intelligenti.

:fan:  :fan:  :fan:  :fan:  :fan:  :fan:

 

Come ho detto qualche post sopra, è da ingenui pensare di poter innescare nell'etero medio un cambiamento di "morale"

Dici?

Io oggi posso passeggiare per strada tenendo la mano del mio ragazzo e posso addirittura baciarlo in mezzo alla gente senza che nessuno ci dica esplicitamente nulla (ed è una cosa che faccio in continuazione, per intenderci). Questo è possibile perché la morale, rispetto a cinquanta o trenta o venti anni fa, ha già subito un notevole cambiamento.

 

Quello che dico è che certi atteggiamenti danneggiano la credibilità e l'immagine dei gay.

Nove pagine di chiacchiere, e non ho ancora capito questo punto di vista.

Comincio a pensare che non stia in piedi, e basta.

 

Ma vedi che si torna sempre lì, alla preoccupazione per un giudizio che, francamente, è basato sul nulla?

Vero: il punto centrale della questione sembrerebbe essere proprio questo.

 

Non ho mai detto che gli etero sono irrecuperabili

Non sono irrecuperabili: sono solo... normali, poverini.

Secondo me fra poco si scoprirà il nucleo fondamentale della discussione, cioè che vi cagate sotto se c'è una drag queen vicino a voi, perché vi imbarazza se vi parla e avete paura che poi "venite accomunati a".

È triste vedere come, alla fine della fiera, l'infinita discussione sia effettivamente riassumibile in questo

 

Purtroppo d'altronde ad intorbidire il torto o la ragione delle parti in queste discussioni sono come sempre alcuni toni impostati dell'una ed il ragionevole dubbio di malafede suscitato dall'altra. Ed alla fine la retorica rimane al soldo del più abile

Edited by Shell
AndrejMolov89

Ma chi stabilisce quali istanze siano "cretine"?

Dopo tutto il "manifesto" di Purospirito "liberiamoci" nella sua vastità infinita ed indefinita dovrebbe comprendere anche le istanze "più cretine", altrimenti in che cosa si distinguerebbe da una qualsiasi etica già nota, più o meno lassa?

Le istanze cretine sono quelle più "estreme" è come se in olanda, al Pride, partecipassero anche quelli del partito pedofilo per rivendicare la necessità di abbassamento dell'età del consenso. Questa è un istanza idiota ed assolutamente controproducente per tutti in senso assoluto.

 

Il miglior documento sui diritti civili, fatto dai Radicali di "Certi Diritti" e chiamato "Amore Civile" prevede anche la possibilità di riconoscere le "comunità".

 

beh questo è decisamente interessante, e mi permette di fare un piccolo OT: da sempre sono fautore dell'educazione dei bambini non nell'ambito genitoriale stretto ma in un ambito allargato, comunitario, come viene fatto in certi contesti considerati "arretrati" (e che da questo punto di vista arretrati non sono affatto)

un bambino che abbia la madre o il padre affetti da turbe psichiche o semplicemente inadeguati come genitori (e ce ne sono tantissimi) viene segnato per sempre; se fosse educato in un ambito comunitario potrebbe trovare facilmente altri riferimenti paterni o materni in grado di compensare le carenze dei genitori biologici e avrebbe la possibilità di crescere "sano"

fine OT

Edited by conrad65
Partire da una manifestazione che abbia chiaro i suoi fini e il suo intento, ad esempio un contro family day, una manifestazione che sia per l'idea di famiglia più ampia. In questo caso l'adesione ad una manifestazione siffatta potrebbe coinvolgere oltre il popolo LGBT anche quello dei milioni di coppie di fatto oppure dei tanti single che vorrebbero adottare ecc. Una manifestazione di carattere culturale che chiede pari diritti a tutte le forme di famiglia che possano esistere. Certo una manifestazione simile partirebbe ad avere come obiettivo primario le unioni civili ma ad esempio coinvolgendo i single si potrebbe cominciare a parlare di adozione in senso più ampio ed introdurre il concetto di matrimonio omosessuale. Inoltre si potrebbe dire che si scende in piazza per salvare l'avanzata talebana di chi vuole levare i diritti, una simile manifestazione potrebbero partecipare tutti però non avrebbe troppo senso venire vestiti da Drag Queen perchè non è una manifestazione per l'orgoglio della diversità ma per la richiesta di diritti, solo ed esclusivamente questa.

 

 

Quello su cui vorrei attirare l'attenzione di tutti coloro che sono seriamente interessati a questa importante discussione è incarnato, in questa circostanza, nelle parole di Iron84. Userò il suo intervento perché mi viene comodo, ma il mio commento vuole generalizzarsi a tutti gli altri "ragazzi perbene".

 

Al Pride di Pavia c'erano etero, gay, lesbiche, bisex, anziani, giovani, famiglie col passeggino, single, coppie, l'Associazione Nazionale Partigiani, l'Unione Atei Agnostici Razionalisti, diversi sindacati dei lavoratori, i Pastafariani, l'Associazione Nazionale Antifascisti, l'Unione Democratica degli Studenti Universitari, associazioni degli studenti delle scuole superiori, associazioni dei genitori, la rete per i diritti delle donne, comitati contro la discriminazione, assessori comunali, assessori provinciali, ecc.

 

Il discorso degli organizzatori è partito con una commemorazione delle vittime dell'omofobia, ed in particolare un adolescente che in inverno si è suicidato. Si è parlato pubblicamente dei problemi di ogni persona omosessuale nel momento dell'accettazione, e delle faticosissime difficoltà psicologiche dei ragazzi gay lasciati soli dalle famiglie o ostracizzati dai coetanei. C'è stato l'intervento di uno storico sostenitore dell'associazione che ha perso il suo compagno di vita dopo trent'anni di convivenza. Poi si è passati a mettere in guardia la cittadinanza dai pericoli dell'incalzare delle organizzazioni fanatiche religiose, e dei rischi gravi legati alle recrudescenze del fascismo strisciante in alcuni circoli della provincia. SI sono riassunti brevemente i passi fatti nei dieci anni dell'organizzazione, i progetti e le istituzioni hanno espresso il loro appoggio nella lotta alle discriminazioni. Il discorso ha dunque abbordato il tema della lotta per i diritti di tutti, per l'integrazione delle minoranze ed infine è culminato nella decisa richiesta a gran voce della parificazione giuridica totale fra gay ed etero.

 

Ora, queste cose sono documentate da foto, video, registrazioni. Duemila persone sanno che ciò che scrivo è avvenuto materialmente.

 

Ed invece di constatare quello che è avvenuto materialmente, la mentalità dell'omosessuale italiano PERBENEPERBENEPERBENE lo spinge a ignorare il dato di fatto e a fare una proposta alternativa di pride... che di alternativo NON HA UN EMERITO CRISTO, perché quanto è "richiesto" dalle indignate parole di chi critica il pride... c'è già! E' già avvenuto! E' lì davanti agli occhi di tutti.

 

LA mentalità dell'omosessuale italiano PERBENEPERBENEPERBENE fa questo: egli è così alacremente, morbosamente, furiosamente, elegantemente, sobriamente concentrato a dimostrare quanto egli stesso sia PERBENE che non si accorge che la sua alternativa PERBENE è PRIVA DI CONTENUTO. Perché il contenuto c'è già tutto, esiste da sempre, è attuato concretamente da tutti i partecipanti.

 

Cosa resta, dunque, contenutisticamente parlando, dopo lo sfogo di un ragazzo omosessuale che brama l'approvazione di Adinolfi, fra il pride esistente e l'alternativa PERBENE?

 

 

 

con un profilo basso

 

Le Drag Queen.

 

Esatto. Non resta nient'altro. Il terrore ancestrale per le drag queen e per tutto ciò che scherza sull'argomento sesso e genere. L'inconcepibilità dello scherzo in ambito di sessualità. L'assenza di ironia. O forse il terrore dell'ironia. Il serafico e silenzioso orrore di una vita deprivata della capacità di burlarsi delle convenzioni sociali.

Questo è il succo di un oceano di dibattiti secolari. 

 

Una Drag Queen vi seppellirà.

Edited by Sampei

@Sampei rispondo in fretta e sinteticamente.

Io sono un gay perbene e borghese, vivo a disagio determinate situazioni, non condivido il modo di vivere di alcuni, però al momento voglio fare fronte comune per l'obiettivo unitario, però voglio una manifestazione che sia colorata degli stessi perbenismi, se me la fai così scendo in piazza se no me ne sto a casa.

Che fai?

 

Un conto è dire "secondo me come la faccio la faccio tu non vieni lo stesso" e va bene, questo discorso ha senso, ma mettiamo che il Pride potesse avere molte più adesioni adottando un profilo basso pensi che sarebbe giusto farlo?

Questo compromesso snaturerebbe il pride per te?

 

Secondo me tu questo compromesso non l'accetteresti per principio ed a me questo fa incazzare.

Io da anni ho superato questo disagio, so che questo disagio è una cazzata, è frutto di non accettazione e bla bla, però dico se rinunciando alle pailettes possiamo battere numericamente i cattotalebani, perchè non farlo? PERCHE'?

E' una posizione ideologia e io le posizioni ideologie LE ODIO TUTTE!! E' un discorso che in linea di principio non fa una piega ma in pratica non coinvolge le masse come altre contromanifestazioni AL MOMENTO E' UN FATTO.

Edited by Iron84

Devo dire che probabilmente c'è differenza da pride a pride, quello di Verona era meno impegnato, tanto che in piazza Brà, nel cuore della cattolica Verona, si è fatto una sosta di 10 minuti, in cui sono stati detti 3 slogan da il "motivatore" e poi un discorso di 3 minuti di Milk, tradotto e con altoparlanti vecchiotto che non permettevano di capire qualcosa oltre 20 mt. Quello di Pavia sembra essere stato decisamente più efficace e quindi più vicino alle esigenze di @iron84.

 

Anche io, come approccio, sono molto simile a @iron84 e non sono tipo da manifestare in piazza, non ho mai fatto scioperi e cose simili. Ciò detto, rispetto tutte le forme di battaglia e i modi che le persone decidono di usare per manifestare le loro idee, tranne quelle che usano violenza o la menzogna per poter avanzare le loro proposte. Comunque se un amico mi chiedesse di partecipare al pride con lui perchè lui crede in quella forma di visibilità, non vedo perchè no?

Edited by cangrande

 

 

la partecipazione é libera e non puoi proibire ad alcuni di partecipare

 

Il punto non è questo!

 

Anche se ovviamente hai ragione...

 

Se fosse solo un problema di intolleranza - genericamente inteso NEUTRALE - 

noi per un @Iron84 che non vuole la Drag dovremmo avere una Drag che non

vuole @Iron84

 

E chiaramente saremmo nell'impossibilità di scegliere

 

Ma in realtà la Drag che non vuole @Iron84, semplicemente non esiste

e dovremo pur chiederci perchè il problema si pone solo UNILATERALMENTE

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