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Election Day

 

In vista delle elezioni regionali del 5 novembre 2017 in Sicilia il MoVimento 5 Stelle ha dato il via alle consultazioni online fra gli iscritti per la scelta del candidato Presidente e dei candidati consiglieri.

Possono candidarsi tutti gli iscritti al Movimento entro il 1° luglio 2016. Tra i requisiti richiesti c'è l'assenza di provvedimenti disciplinari in corso, o negli ultimi sei mesi, emanati da parte dei vertici del movimento.

L'esito delle Regionarie è proclamato il 9 luglio a Palermo.

 

 

"giallo scuro netta maggioranza m5s"

 

Credo sia la Sardegna, le Regioni "rosse" le ha fatte arancioni

perchè le persone di sinistra dopo aver visto Renzi realizzare

il 90% del programma di Berlusconi si daranno a canti devozionali

hare krisna e non voteranno....

perchè le persone di sinistra dopo aver visto Renzi realizzare

il 90% del programma di Berlusconi si daranno a canti devozionali

hare krisna e non voteranno....

 

Non per questo, perché Renzi è oggettivamente un leader debole e completamente privo di personalità, il che porta inevitabilmente ad un'incapacità di prendere voti. Due caratteristiche pessime quando hai di fronte un competitor come l'attuale centro-destra fortissimo e che ha praticamente a livello nazionale tutto in mano (come verrà ampiamente confermato dai ballottaggi di domenica).

 

Attualmente il PD del 2017 è come il PCI del 1957: un partito con una discreta base elettorale (un 25% abbondante) ma completamente isolato a livello politico.

 

Viceversa la sinistra dovrebbe tornare ad essere quella dei comizi in piazza e delle lotte, dovrebbe prendere ad esempio il Fronte Popolare del 1948. Certo che se dal 2008 ad oggi ha praticamente collezionato solo sconfitte qualche cosa che non va c'è.

 

Sul fatto che le politiche di Renzi non siano di sinistra sono in completo disaccordo, sono proprio certe proposte considerate troppo di sinistra che hanno fatto tremare i poteri forti di destra: legge Cirinnà e ius soli solo per dirne due...

Che personalità avrebbe uno che nemmeno si presenta nelle piazze delle città dove si vota per fare dei comizi? Non credo che Nenni e Togliatti non dessero importanza alle elezioni amministrative...

 

Perché affermi esattamente il contrario della realtà dei fatti, tipo sempre, su qualsiasi cosa?

La Repubblica

 

È stata la serata del centrodestra. Rinato, riunito, compatto quasi ovunque. Vittorioso, da Nord a Sud. Insidia il Pd nelle sue roccaforti e si garantisce l'entusiamo per arrivare con il vento elettorale in poppa alle politiche di primavera (o prima). Il risultato storico è quello di Genova, una delle città rosse per eccellenza, mai passata ai moderati. Ma Bucci, e quello che è ormai noto come modello Toti, ce l'hanno fatta.

Ma "l'onda del centrodestra", come la chiama Renato Brunetta è molto più ampia di così. Conquista anche La Spezia, sale verso il Piemonte e la Lombardia (tutti i comuni capoluogo vanno a destra), scende in Emilia Romagna (Piacenza), in Toscana (Pistoia, 'rossa' da 70 anni) e L'Aquila. E poi ci sono tutti i comuni confermati. Solo a Padova l'unità Lega-Fi non funziona, con Bitonci che non viene riconfermato, e a Lecce, che torna al centrosinistra dopo 20 anni. 

 

Tirando le somme: il centrodestra guidava prima di queste amministrative 6 dei capoluogo al voto. Oggi sono 16. Un risultato che è "un segnale forte per le prossime elezioni politiche" per Brunetta. Giovanni Toti esulta: "Un risultato storico per la Liguria. "Io auspico che la nostra coalizione faccia tesoro dell'esempio che viene dalla Liguria e non solo: un centrodestra unito, inventato da Berlusconi, è forza vincente del Paese. Dobbiamo valorizzare le nostre classi dirigenti e non cercare uomini della provvidenza come Calenda o Draghi. Guardiamo al nostro interno e costruiamo un centrodestra che sappia stare insieme".

Con risultati così netti, nel centrodestra le domande sono d'obbligo. Che fare in vista delle politiche? Il voto ha ridato slancio agli 'unionisti', a chi punta su un asse saldo tra Forza Italia, Lega e Fdi. Per Michela Biancofiore "l'elettorato migrato verso i cinque stelle torna nella casa del centrodestra. Grazie, bene coalizione, ora nuovo predellino". E Salvini lancia la sfida per Palazzo Chigi: "Il centrodestra se ha delle idee chiare vince. Dopo un dato politico come questo in un Paese normale ci sarebbe il voto. Il governo è senza alcun tipo di legittimazione popolare, Gentiloni dovrebbe passare l'ultima notte a palazzo Chigi. Gli italiani hanno voglia di cambiare. Un governo del genere non ha più senso". 

E anche la posizione di Berlusconi a favore del proporzionale potrebbe essere da rivedere, secondo molti forzisti. Per Berlusconi, quella del proporzionale è l'unica prospettiva che garantirebbe al partito azzurro di essere centrale. Ma il fronte pro maggioritario cresce e invoca una Assemblea costituente, con l'obiettivo di convincere il Cavaliere sulla necessità di una virata. "Ma puntare sul maggioritario vuol dire consegnarsi a Salvini", è la tesi di chi non ci sta a legare il proprio destino al segretario del Carroccio. 

LE FERITE DEL CENTROSINISTRA 
"Dai dati che abbiamo 42 sindaci sono stati assegnati al centrosinistra e 24 al centrodestra". Matteo Ricci, responsabile enti locali della segreteria Pd, prova a fare quadrato con un tweet, a sottolineare che il Pd continua a guidare la maggior parte dei comuni che erano in ballo. È vero: considerando primo turno e ballottaggio, al centrosinistra vanno 56 sindaci contro i 46 del centrodestra. Ma a far male è la variazione: erano 93, il centrosinistra ne ha persi 37. Numeri negativi che, sommati alla perdita di roccaforti come Genova e Pistoia, fanno dire candidamente a Ettore Rosato: "Abbiamo perso".

 

Renzi interviene su Facebook verso l'una di notte: "I risultati sono a macchia di leopardo. Come accade quasi sempre per le amministrative. Nel numero totale di sindaci vinti siamo avanti noi del Pd, ma poteva andare meglio: il risultato complessivo non è granché. Luci e ombre in tutte le altre zone. Questi sono i dati veri".

E subito parte la resa dei conti tra i dem. "I risultati di questa tornata di voto amministrativo andranno letti con grande attenzione. Vanno riconosciute alcune gravi sconfitte che fanno male a partire da Genova e L'Aquila. Altrove invece come a Lecce, Taranto e Padova conseguiamo vittorie importanti e per nulla scontate". Lo dice Maurizio Martina, vice segretario del Pd. Che poi guarda avanti alle politiche: "Da questo voto emerge chiaramente che la destra a trazione leghista è il nostro vero avversario mentre i Cinque Stelle alla prova del consenso locale falliscono".

Duro il commento di Andrea Orlando, ministro della Giustizia e leader della minoranza dem. "Il PD isolato politicamente e socialmente perde quasi ovunque. Cambiare linea. Ricostruire il centrosinistra subito."

 

IL M5S CONQUISTA OTTO COMUNI

Il Movimento 5 Stelle è stato il grande sconfitto della prima tornata elettorale, e aveva poco da chiedere a questo ballottaggio. Ma fuori dal radar delle grandi sfide e stante la battuta d'arresto di 14 giorni fa,  il Movimento oggi può sorridere. Era in corsa in due capoluogo e ne vince uno (Carrara), togliendolo al centrosinistra. Ad Asti perde ma non male: prende il 45% dopo che al primo turno si era fermato al 15. In più conquista otto comuni con più di 15mila abitanti (ne aveva solo due), tra cui GuidoniaArdea Fabriano.

 

Certo, in ottica nazionale, il risultato grillino è negativo. Ma l'obiettivo del movimento sono le politiche. In cui avranno sicuramente molte carte in più da giocare.

Edited by Rotwang

si, è una disfatta con un rilancio nell'inconsapevolezza... da quanto si può capire da alcuni virgolettati (perché Renzi per il momento non parla), il Segretario del PD avrebbe elaborato una spiegazione del tutto personale, in cui la causa della disfatta sarebbe da ricercarsi negli accordi che il PD ha stretto, in alcune realtà locali, con le frange di sinistra-sinistra, o sinistra antagonista

spiegazione utile a rafforzare un disegno neo-centrista, che Renzi persegue da tempo, ma non so quanto realistico... la sconfitta del PD ha secondo me motivazioni più semplici, e nasce dall'aver governato il paese in questa difficile legislatura in un contesto internazionale complicato

la vera sorpresa di queste elezioni è che fotografano un'Italia bipolare, in grado di gestire con una certa disinvoltura l'alternanza e niente affatto interessata alla visione neo-proporzionale propagandata da Berlusconi e sostanzialmente appoggiata da Renzi

Berlusconi dice di aver vinto, ma in realtà il suo disegno proporzionalista e di larvato accordo con Renzi sembra uscire ridimensionato da queste elezioni

la realtà è che, se vuole tornare al governo, dovrà fare i conti con Salvini, secondo lo scenario tipico degli scorsi anni, in cui Lega e Forza Italia sono destinate a governare insieme

analogamente il PD non potrà fare a meno di rimettere insieme i cocci prodotti del renzismo, soprattutto a sinistra ma anche al centro, se vuole tornare al governo

il neocentrismo proporzionalista nasce da due debolezze: da una parte Renzi, che vuole aggirare il giudizio degli elettori e cerca la scorciatoia per palazzo Chigi nell'accordo di legislatura con Berlusconi; dall'altra Berlusconi, che non vuole fare i conti con una Lega più forte di Forza Italia in molte realtà del centro-nord

ma queste elezioni sembrano disfare questo progetto: per il PD la prossima legislatura potrebbe essere all'opposizione, e il problema politico è che Renzi non sarà il segretario in grado di rimettere insieme la sinistra, che lui stesso ha disfatto, per tornare a vincere dopo 4-5 anni di opposizione

lo speculare problema politico di Berlusconi è che, per far tornare Forza Italia al governo, dovrà finalmente gestire il passaggio di poteri e trovare in fretta un candidato premier credibile, che vada bene anche alla Lega

per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, potrebbe rapidamente tramontare oppure assestarsi su percentuali anche importanti, attorno al 8-10%, come fu l'MSI della Prima Repubblica, avendo come destino politico l'irrilevanza (che mi sembra un destino perfino generoso considerando la levatura dei suoi esponenti)

Edited by conrad65
perché Renzi per il momento non parla

 

In teoria avrebbe scritto questo:

 

I risultati delle amministrative 2017 sono a macchia di leopardo. Come accade quasi sempre per le amministrative. Nel numero totale di sindaci vittoriosi siamo avanti noi del PD, ma poteva andare meglio: il risultato complessivo non è granché. Ci fanno male alcune sconfitte, a cominciare da Genova e l'Aquila ma siamo felici delle affermazioni di Sergio a Padova, di Rinaldo a Taranto, di Carlo a Lecce. Ma più in generale da Ermanno a Cernusco sul Naviglio fino a Francesca a Sciacca, da Marco a Mira fino a Tommaso a Molfetta tutta Italia vede risultati belli e sorprendenti di alcuni dei nostri.

Menzione speciale per Veneto e Puglia, regioni dove andiamo meglio del previsto.

Peggio del solito Liguria e Emilia Romagna.

Luci e ombre in tutte le altre zone.

Questi sono i dati veri.

Ovviamente i commenti per una settimana saranno i soliti, consueti, apocalittici. Qualcuno dirà che ci voleva la coalizione, ignorando che c'era la coalizione sia dove si è vinto, sia dove si è perso. Qualcuno dirà che questo risultato è un campanello d'allarme, non si capisce per cosa e perché visto che in un comune perdi, in quello accanto vinci. Gente che non ha mai preso un voto commenterà con enfasi dimenticando che i candidati contano più del dibattito nazionale nello scegliere un sindaco.

Poi il chiacchiericcio si sposterà altrove. Come sempre, più di sempre. Perché le elezioni amministrative sono un'altra cosa rispetto alle elezioni politiche. E chi come me ha vestito la fascia tricolore sa benissimo che cosa significhi fare il sindaco: occuparsi dei sogni e dei bisogni dei cittadini, non inseguire le polemiche della politica politicante. Andando a letto, allora, un pensiero ai sindaci eletti, a quelli del mio partito ma anche agli altri. Da stasera rappresentate la vostra comunità. Lasciate stare le chiacchiere. Da oggi voi avete addosso tutte le responsabilità della vostra gente. Siate forti, all'altezza delle speranze che vi sono state consegnate. Conosco il sentimento di vertigine che prenderà il vostro cuore nelle prossime ore: lasciate che vi attraversi. E ricordatevi che non siete i primi cittadini, ma gli ultimi cittadini: quelli che si prendono cura di chi non ce la fa.

Buona notte di cuore.

Avete cinque anni per dare il meglio di voi stessi.

Da italiano mi auguro che ce la facciate per il bene del nostro Paese e delle vostre città.

Viva l'Italia!

 
Quando ancora esisteva un Partito, dopo una dichiarazione del genere, si sarebbe aperto
il confronto interno riservato, in cui si diceva la Verità
 
Ora non ci scommetterei
 
E non perchè Renzi manchi di personalità e/o carattere quanto per il fatto che ne ha
fin troppo e non mi pare per niente predisposto ad ascoltare
 
 

ma siamo felici delle affermazioni di Sergio a Padova, di Rinaldo a Taranto, di Carlo a Lecce. Ma più in generale da Ermanno a Cernusco sul Naviglio fino a Francesca a Sciacca, da Marco a Mira fino a Tommaso a Molfetta tutta Italia vede risultati belli e sorprendenti di alcuni dei nostri.

 

No, ma veramente ha detto questo, Mira e Molfetta come grandi successi? Potrebbe ambire ad un ruolo da comico :asd: Conviene a Renzi un ritiro dignitoso come quello di Hollande in Francia.

 

Il M5S non mi sembra sia destinato all'irrilevanza, alle amministrative va sempre peggio delle nazionali, anche perché non fa accordi e non crea liste civiche.

 

La verità è che il PD prima di queste amministrative governava 16 capoluoghi e ora appena 7, una disfatta totale. Non pesa solo Genova ma anche alcune roccaforti storiche: Carrara, Piacenza, Alessandria, Pistoia.

 

Dove poteva essere preventivata la sconfitta già al primo turno erano città come Asti, Como, La Spezia, Catanzaro tradizionalmente bianche. A L'Aquila i bersaniani che da soli avevano preso il 6% al primo turno e che potevano far vincere il PD hanno appoggiato con ogni probabilità il CDX al ballottaggio, un chiaro segnale politico.

 

Il risultato del M5S è tutt'altro che insoddisfacente: Carrara governata dalla sinistra dal 1946, Acqui Terme (AL) governata dal 1993 dal CDX, Guidonia terza città del Lazio e altre città. Positivo anche il risultato di liste civiche "vicine" al MoVimento come la riconferma di Pizzarotti a Parma, la vittoria di Chiavari (GE), Budrio (BO), Comacchio (FE) quest'ultima addirittura al primo turno.

 

Focalizzando su Genova che il capoluogo della Provincia dove vivo sarà durissima comunque per Bucci (che è un moderato che poteva essere candidato tranquillamente dal PD) riuscire a fare qualcosa, è una città con un buco nei conti di quasi 200 milioni di Euro, la precedente amministrazione ha congelato tutte le decisioni e nell'ultimo anno letteralmente non ha fatto nulla. C'è il rischio di un dissesto finanziario non dissimile a quello di Catania di alcuni anni fa.

Edited by Fabius81

 

 

Siate forti, all'altezza delle speranze che vi sono state consegnate. Conosco il sentimento di vertigine che prenderà il vostro cuore nelle prossime ore: lasciate che vi attraversi. E ricordatevi che non siete i primi cittadini, ma gli ultimi cittadini: quelli che si prendono cura di chi non ce la fa.

 

ho il massimo rispetto per la retorica scoutistica renziana

 

 

 

Il M5S non mi sembra sia destinato all'irrilevanza, alle amministrative va sempre peggio delle nazionali, anche perché non fa accordi e non crea liste civiche.

 

secondo me queste elezioni hanno mostrato come un centro destra compatto sia in grado di assorbire tutte le "istanze politiche" (chiamiamole così giusto perché ho il massimo rispetto etc.) del Movimento 5 Stelle

 

 

 

Il risultato del M5S è tutt'altro che insoddisfacente: Carrara governata dalla sinistra dal 1946, Acqui Terme (AL) governata dal 1993 dal CDX, Guidonia terza città del Lazio e altre città.

 

eddai non farmi come il Renzi! :asd:

Analisi del voto nella mia città:

 

Ad esaurirsi il ciclo iniziato 15 anni fa, quando Roberto Reggi diventò sindaco e si aprì un'importante e lunga stagione per il centrosinistra al governo della città. Una stagione segnata da rilevanti e anche positive trasformazioni.
I piacentini hanno deciso di voltare pagina, premiando Patrizia Barbieri, donna sostenuta dal centrodestra, che del "realismo amministrativo" (come lei stessa lo ha chiamato) ha voluto fare la propria bandiera.
Il centrodestra è già stato al potere a Piacenza - nel periodo dell'elezione diretta dei sindaci - nel '98 quando vinse Gianguido Guidotti. Un primo cittadino gentiluomo e moderato, che governò con saggezza, nonostante le divisioni che ben presto si manifestarono nel suo schieramento.
L'augurio che vogliamo fare a Patrizia Barbieri, che ha meritatamente conquistato Palazzo Mercanti, è di non dimenticare che la sua vittoria le è stata tributata da poco più di un quarto dei cittadini.
A partire da questa consapevolezza si sforzi di essere il sindaco di tutti, aperta al confronto con tutte le sensibilità che abitano Piacenza. Senza chiusure ideologiche o forzature che non fanno parte dell'indole dei piacentini.
Quanto al centrosinistra, in queste elezioni ha sbagliato un po' tutto quello che c'era da sbagliare. Spiace dirlo, ma quella che è mancata è stata la politica. E purtroppo la politica in quel campo latita ormai da lungo tempo. 
Paolo Rizzi ha probabilmente pagato colpe non sue, legate al trend nazionale negativo e anche alla calante qualità amministrativa della giunta di Paolo Dosi.
Detto questo, la sua campagna è apparsa assolutamente priva di regia politica. Con il tentativo fallito di riproporre un modello, quello del mix tra società civile e partito (con la prima che occupa i posti di comando e il secondo che porta voti e organizzazione) che in passato ha funzionato, ma oggi non ha più ragione di essere.
Intanto perché la cosiddetta società civile ha una capacità di attrazione assai più limitata (e lo scarso successo della lista giovani lo ha dimostrato), e poi perché a Piacenza il Partito Democratico non fa più politica da anni.
E questo è un grosso problema. Ce lo dicono la serie di sconfitte inanellate negli ultimi anni, che hanno escluso a livello locale il PD dal governo di tutti i comuni più grandi della provincia.
Urge una sveglia da quelle parti e anche una rigenerazione della classe dirigente. Anche perché la nostra città ha bisogno non solo di un'amministrazione che governi, ma anche un'opposizione in grado di controllare con competenza e senso delle istituzioni.
Edited by Rotwang

 

Il centrodestra liberale in Italia non esiste

 

Diciamo che è da sempre ampiamente minoritario, rappresenta quel 2-3% che una volta votava il PRI, percentuali che oggi prende il partito di Fitto (Conservatori e Riformisti o come si chiama adesso). Il grosso dell'elettorato andava sulla DC e quello più radicale sull'MSI o il Partito Monarchico (come fanno oggi su FI e i più radicali su Lega e FDI).

Le amministrative SONO diverse dalle politiche, tanto diverse che c'è gente qui che giustifica la Caporetto del M5S sulla base del fatto che sono amministrative e non politiche. E potrei anche starci e dire che il M5S, che alle amministrative è allo stato attuale inesistente, alle politiche invece conterà eccome. Anzi, togliamo il "potrei", lo dico chiaro e tondo, perché sappiamo che è così: alle politiche avrà una performance invece fortissima.

Però non facciamo due pesi e due misure, anche quando si parla di PD va tenuto conto della differenza.

 

Che poi, giusto a titolo di esempio, io sono attualmente un supporter fisso del PD, ormai, e anche "renziano", ma non mi sono scomodato a votare a questo giro perché dove ho residenza io obbiettivamente non fa gran differenza di che partito faccia parte il corrotto di turno. E sappiamo anche, anche questo è piuttosto ovvio, che tipicamente chi governa non ha buoni risultati alle amministrative, è praticamente una regola. Cioè, non dovrebbe esserci bisogno di dirle 'ste cose, le sappiamo tutti. È parte del copione che chi ha avuto "successo" esageri e quelli cui è andata male minimizzino, ma essere oggettivi è altra cosa.

 

Dopodiché, certo, è andata abbastanza male. Ma non è andata male al punto da ciarlare di dimissioni di chicchessia né a livello di PD né a quello di governo.

Ovviamente è pieno di avvoltoi che aspettano di vedere i segni che l'animale è malato per iniziare a sbranarlo, ma appunto, anche questa è una cosa che ci si aspetta sempre dopo le amministrative. Nonostante tutti sappiano perfettamente che sono risultati che vanno presi con le pinze.

 

 

ho il massimo rispetto per la retorica scoutistica renziana

 

Io per niente, però diciamo pure che l'analisi politica vera di una disfatta

di queste proporzioni nessuno la fa in TV o su facebook o via twitter

 

Quindi altri avrebbero detto balle diverse, o  l'avrebbero fatto in modo diverso

ma ci sta...

 

Diciamo che il livello di pernacchie che piovono su Renzi è abbastanza contenuto

cioè in altre situazioni Prodi o Bersani o D'Alema e Veltroni sarebbero stati fatti a pezzi

questo significa che -a dispetto di tutto- Renzi ancora conta

 

Credo che l'interrogativo da sciogliere riguardi essenzialmente l'Europa, sia il M5S che

Salvini suscitano perplessità in chiave Europea ed il Neocentrismo Renzi-Berlusconi si

regge essenzialmente sull'obbedienza comune al PPE, che Berlusconi non potrebbe più

garantire a destra con il sorpasso di Salvini su FI

 

Se il CDX scioglie questo nodo, e trova un leader di garanzia avrà il via libera

 

D'altronde anche Renzi deve decidere cosa vuole fare, se vuole una Coalizione per assurdo

che sia deve essere disposto a farsi da parte

 

In caso contrario non gli resta che giocare la carta del proporzionale cioè della cancellazione

di coalizioni e leadership elettorali

questo significa che -a dispetto di tutto- Renzi ancora conta

o solo che "après lui, le deluge"?

 

 

l'interrogativo da sciogliere riguardi essenzialmente l'Europa, sia il M5S che Salvini suscitano perplessità in chiave Europea ed il Neocentrismo Renzi-Berlusconi si regge essenzialmente sull'obbedienza comune al PPE, che Berlusconi non potrebbe più garantire a destra con il sorpasso di Salvini su FI   Se il CDX scioglie questo nodo, e trova un leader di garanzia avrà il via libera   D'altronde anche Renzi deve decidere cosa vuole fare, se vuole una Coalizione per assurdo che sia deve essere disposto a farsi da parte   In caso contrario non gli resta che giocare la carta del proporzionale cioè della cancellazione di coalizioni e leadership elettorali

infatti il problema secondo me è proprio la palese incompatibilità tra Berlu & Matteo padano.

Non è un problema solo di leadership (in fondo sò quasi 25 anni che il cav. mascarato se magna tranquillamente tutti quelli che provano a scalzallo),

ma, come giustamente dici, anche di posizionamento, non solo in europa;

 

per dire, se non ricordo male, i celtici vorrebbero cacciare gli americani da Aviano per vari motivi (inquinamento elettromagnetico, rumore degli aerei, qualcuno dice che ci siano pure missili nucleari, ma non ci giurerei, eccetera), se non uscire proprio dalla nato -che gia, con Trump, se la passa male di suo-.

 

A sto punto, diventa ancora più importante capire che legge elettorale avremo;

accetto scommesse che alla fine sarà proporzionale:

conviene troppo a troppi, per motivi finanche opposti

Edited by freedog

certamente il Renzi, che vuole tornare a fare il presidente del consiglio senza il purgatorio di una legislatura all'opposizione, e il Berlusconi anti-Salvini sembrano fatti apposta per amarsi durante la prossima legislatura, e la legge elettorale proporzionale permetterebbe di sancire il matrimonio a urne chiuse, non prima

la situazione paradossale è che Renzi nella vita ha sbagliato partito, dato che è il naturale erede di Berlusconi: o meglio, a voler essere perfidi, non lo ha sbagliato affatto, visto che, se fosse stato dentro Forza Italia, Berlusconi lo avrebbe già esautorato

l'esser cresciuto lontano dal babbo naturale, in un ambiente a lui ostile e in cui ha fatto carriera da orfano outsider, lo ha rafforzato e gli ha permesso di arrivare fino al rango di unico figlioccio politico del bunga leader

tuttavia, se l'assetto elettorale proporzionale può favorire l'esito dell'alleanza tra Berlusconi e Renzi, in maniera speculare donerebbe un ruolo politico al Movimento 5 Stelle, che avrebbe vita facile a fare una campagna elettorale tutta giocata sul ruolo anti-establishment, contro i partiti del sistema corrotti e uniti in un'alleanza contronatura con l'unico scopo di conservare il potere etc.

viceversa un ritorno a schieramenti e schemi bipolari depotenzierebbe i 5 Stelle: rispetto a un Salvini o a una Meloni i 5 stelle offrono il medesimo approccio populista, forse maggiormente efficace vista la conclamata incompetenza politica, che potrebbe far ritenere a qualcuno che applicheranno davvero le fantasiose ricette che raccontano

L'Istituto Cattaneo certifica oggi ciò che avevo previsto:

 

Ballottaggi, gli "aiutini" dei 5 Stelle alle vittorie del centrodestra

L'analisi dell'Istituto Cattaneo evidenzia il comportamento dell'elettorato dei 5 Stelle al secondo turno che contribuisce ad affondare i candidati del centrosinistra. L'esempio di Genova e L'Aquila

 

fonte : Repubblica

 

Ovviamente l'idea di attaccare frontalmente i Grillini era elettoralmente

bischera e tale si è confermata nei fatti, anche perchè bastava la reazione

istintiva dell'animale per spiegarla...

 

Chiaramente Renzi ne dedurrà che i Grillini hanno la colpa di non amarlo

incondizionatamente

Linkiesta

La bandiera a Cinque Stelle sventola alta sul Campidoglio. E lungo il litorale, da Torvajanica a Nettuno, dove in questi anni si sono insediate altre amministrazioni grilline. C’è un sindaco pentastellato a Civitavecchia, sede di uno dei principali porti italiani. Una giovane collega ad Anguillara Sabazia, sul lago di Bracciano. Ma la lunga ondata è arrivata fino ai Castelli: da un anno Genzano e Marino sono guidate da una giunta M5S. Le ultime città sono Ardea e Guidonia, espugnate al ballottaggio.

Il Lazio si scopre la regione più grillina d’Italia. Un territorio nel territorio, dove le dinamiche nazionali sembrano sovvertite. Poco radicati negli enti locali, da sempre in difficoltà alle amministrative, da queste parti i Cinque Stelle governano gran parte di quello che c’è da governare, o quasi. Nel giro di cinque anni hanno conquistato una decina di comuni. E oggi possono contare su centinaia di consiglieri comunali. «Se non sbaglio, ormai più del 50 per cento dei cittadini laziali sono amministrati dai Cinque Stelle» racconta la senatrice Elena Fattori, cresciuta dalle parti di Genzano, la bella cittadina dell’Infiorata che sorge sui Colli Albani. Non sbaglia. È un primato nazionale: se i grillini hanno conquistato otto città in tutta Italia, ben due sono in provincia di Roma. Dei quarantacinque sindaci pentastellati di tutto il Paese, nove sono nel Lazio.

Il pioniere è stato Fabio Fucci, eletto sindaco di Pomezia nel 2013. Trentasette anni, ex programmatore informatico, è stato lui ad aprire la strada alla conquista grillina della regione. Oggi amministra una città da 65mila abitanti dove ha già sperimentato una forma di reddito di cittadinanza. Il nuovo sindaco di Guidonia si chiama Michel Barbet. È un italofrancese di quasi sessant’anni, impiegato all’Ance. A lui il compito di guidare il comune nato negli anni Trenta a pochi chilometri dalla Capitale, dalle parti di Tivoli. Chi si immagina un paesino di campagna è fuori strada. Oggi Guidonia conta oltre 90mila abitanti, è la terza città più popolosa della regione dopo Roma e Latina. Per sostenere Barbet, durante la campagna elettorale sono arrivati Luigi Di Maio e Roberto Fico, e con loro la sindaca Virginia Raggi. Una scommessa difficile. Al primo turno il grillino si era fermato al 20 per cento, ma al ballottaggio è riuscito a conquistare altre 4mila preferenze superando il candidato del centrosinistra Emanuele Di Silvio.

Se Guidonia veniva da un commissariamento, Ardea era saldamente in mano al centrodestra. I Cinque Stelle hanno vinto anche qui. L’ha spuntata il pensionato Mario Savarese, con quasi il 63 per cento dei voti. Siamo sul litorale tirrenico, a sud della Capitale. La città dell’europarlamentare M5S Fabio Massimo Castaldo. «Un comune molto difficile, che negli anni è stato abbandonato a se stesso» racconta la senatrice Fattori. A sentire lei, più della campagna elettorale è stata fondamentale la vicinanza con Pomezia. È stato il buon governo del sindaco Fucci, dice, a convincere gli ardeatini a votare i Cinque Stelle. Corsi e ricorsi storici. Marina di Ardea è la tradizionale località di villeggiatura degli abitanti di Genzano, che qui trascorrono in gran numero le vacanze estive. E proprio Genzano 24mila abitanti nell’area dei Colli Albani, è un altro comune grillino. La chiamavano la Piccola Mosca, da queste parti il Partito comunista sfiorava il 70 per cento. Oggi è un avamposto pentastellato. Lo scorso anno è diventato sindaco Daniele Lorenzon, un ragazzo non ancora trentenne, laureando in giurisprudenza e insegnante di nuoto.

Nella stessa tornata elettorale sono diventate grilline anche Marino e Nettuno, altri due comuni da 50mila abitanti. La prima, città dei Castelli resa famosa dal vino, è guidata dall’avvocato M5S Carlo Colizza. Il centro tirrenico di Nettuno, invece, è amministrato da Angelo Casto, esponente Cinque Stelle e funzionario dell’Interno. La geografia grillina si sposta a Nord. Dalle parti di Bracciano c’è la giovane sindaca Sabrina Anselmo. Una Virginia Raggi in piccolo, eletta ad Anguillara Sabazia nel giorno in cui la più nota collega si insediava in Campidoglio. Trentasette anni, operatrice turistica, mamma di tre bambini (l’ultimo nato proprio durante la campagna elettorale). Ora amministra la deliziosa cittadina di 20mila abitanti affacciata sul lago. Il bilancio del primo anno? «Sono stati mesi duri - racconta - ma abbiamo lavorato a pieno ritmo cercando di seguire i principi del Movimento». Oggi la squadra di assessori è formata da tecnici, tutti chiamati dopo un’attenta selezione dei curriculum. «Il nostro obiettivo principale - racconta la sindaca - era quello di riportare la legalità».

La squadra degli amministratori grillini cresce. I sindaci si mettono in rete. Raccontano di essere impegnatissimi a scambiarsi idee ed esperienze di governo. «È vero, ci sentiamo spesso - racconta Sabrina Anselmo - Con gli ultimi due eletti ci siamo già scambiati il numero di telefono, siamo pronti a collaborare insieme». Qualche mese fa, ad esempio, Marino e Genzano hanno creato un comune progetto Sprar per l’accoglienza dei migranti. Dopo le città, si tenta il grande salto. La prossima primavera, insieme alle Politiche, si tornerà a votare per la Regione. Nel 2013 le cose non sono andate particolarmente bene: i Cinque Stelle si sono fermati al 20 per cento, eleggendo solo sette consiglieri. Il governatore è diventato Nicola Zingaretti, candidato del centrosinistra. «Ma stavolta possiamo vincere», assicurano. E forse non è un caso se le indiscrezioni degli ultimi giorni considerano probabile la corsa di Roberta Lombardi, nota deputata romana.

 

ineccepibile

 

 

scusami ma sono puttanate a cui ti piace credere, tra l'altro l'esempio di Padova sarebbe uguale ed opposto al caso La Spezia, da cui la risibilità delle solite scemate della sinistra divisa.

La verità è che se il pd renziano fa schifo, su scala nazionale la sinistra extra non vale neanche il 3% e non è determinante, oltre al fatto che l'elettorato m5s non è certo ideologicamente individuabile, ma non è neanche formato da naziskin 

Più che altro è inutile anche discuterne, oramai è

andata così la frittata è fatta...il PCI non ha mai espresso

leadership toscane significative in 50 anni, nonostante i

consensi raccolti in regione, per un motivo etnico e non

politico:  il Toscano deve fare il giornalista scassaballe

( tipo Montanelli, la Fallaci Oliviero Beha o lo stron**tto

di Cortona ) non puoi dare il Potere ad Attila e poi pretendere

che si comporti come Gandhi

 

Gli hanno pure ridato il Potere una seconda volta e Lui non potrà

che disporne come Natura gli comanda

 

L'unica chance che ha il PD e la sinistra italiana passa per l'asservimento

allo Straniero, cioè alla Merkel

 il Toscano deve fare il giornalista scassaballe

( tipo Montanelli, la Fallaci Oliviero Beha o lo stron**tto

di Cortona ) non puoi dare il Potere ad Attila e poi pretendere

che si comporti come Gandhi

 

In effetti non c'è mai stato nessun toscano a guidare ne il PCI ne il PSI, non so se il motivo sia veramente per quello.

 

PSI

 

- Pietro Nenni (Emilia Romagna)

- Francesco De Martino (Campania)

- Giacomo Mancini (Calabria)

- Bettino Craxi (Lombardia)

- Ottaviano Del Turco (Abruzzo)

 

PCI

 

- Palmiro Togliatti (Piemonte)

- Luigi Longo (Piemonte)

- Enrico Berlinguer (Sardegna)

- Alessandro Natta (Liguria)

- Achille Occhetto (Piemonte)

 

L'unico toscano ad aver ricoperto il ruolo di un segretario di partito nella I Repubblica fu Giovanni Spadolini nel piccolissimo PRI.

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