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Omofobia e posto di lavoro.


Acampora89

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Ti assicuro che non sempre viene rispettato il politically correct a lavoro. La battuta pesante può scappare anche di presenza di gay o donne, e ovviamente non stanno tutta la giornata lavorativa a far battute, ma in un ambiente lavorativo omofobo il gay verrebbe escluso ed ignorato (che forse è pure peggio delle battute). Il mio consiglio non è NON dichiararsi, ma trovarsi ambienti di lavoro mediamente civilizzati. Non dev'essere certo piacevole essere circondato da gente che ti disprezza, ti ignora e ti sparla continuano alle spalle. 

beh, però c'è anche da considerare -parlo in astratto, eh!- cosa fai per *civilizzare* (=rendere sopportabile) il posto di lavoro: non credo che qualcuno possa passare in ufficio 35-40 anni solo a subire fantozzianamente qsi angheria!

 

Mai capito quale piacere si possa trovare nel mettere volontariamente a disagio delle persone che non ti hanno fatto niente. Anche se stessero solo insistendo perché si rendono conto che non mi piacciono conversazioni volgari e sboccate sul posto di lavoro (prendiamo quindi ad esempio l'ipotesi meno problematica): perché insistere? Quando entra unA collega in ufficio smettete pure di sembrare dei quattordicenni in calore, no? Chiaro che in quel caso il peccato sarebbe veniale, ma non mi pare che adattare il modo di porsi da interlocutore ad interlocutore sia 'sto grande sforzo, visto che -per esempio- il sottoscritto non ha mai bestemmiato in ufficio perché sa che qualcuno potrebbe risentirsi.

vabbè, è la vecchia mentalità del branco quando sente l'odore della paura nella preda indifesa

Edited by freedog
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nessuno lo sa naturalmente che succede nel tuo ufficio se fai CO e sta te decidere se farlo o non farlo.

 

Io non ho detto come il suo CO sarebbe recepito

 

Può andare bene, può andare meno bene

 

Ma è proprio questa incertezza che ci rende vittime

preventive e nella situazione di dover subire

 

Quindi o continua a subire, o affronta la paura del CO

e poi si vede cosa capita

 

Non vedo cosa altro si potrebbe dire...onestamente

 

D'altronde se già lo prendono in giro perché lo hanno intuito

almeno potrebbe reagire

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per conto mio sia con CO che senza CO l'ambiente lavorativo che ha è quello che è e non diventerà bellissimo ....

 

per questo la cosa migliore sarebbe cambiare lavoro in un posto con gente più umana ma è difficile da fare e non  lo si fa in poco tempo.

 

anche per un etero "normale" non dovrebbe essere il massimo stare tutto il giorno con quella gente.

Edited by marco7
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Lasciare il posto di lavoro, senza neanche aver fatto CO

è veramente umiliante!

 

Almeno uno lo fa e poi se diventa un inferno se ne va, perché

sono veramente degli omofobi di m***a

 

In caso contrario è una fuga, non credo sia il top a livello di autostima

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Lasciare il posto di lavoro, senza neanche aver fatto CO è veramente umiliante!

 

sinceramente non capisco perché. quelli non si meritano di conoscerlo per come è lui veramente. 

 

 

 

 

Almeno uno lo fa e poi se diventa un inferno se ne va, perché sono veramente degli omofobi di m***a

 

 

a me sembra invece che restare dopo il CO sapendo che ti insultano alle spalle quando non ci sei e sono gentili quando ci sei è umiliante.

Edited by marco7
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La realtà è che attualmente lui non sa se alludono, non sa se fanno del

banale cameratismo e non sa se stanno prendendolo di mira, sa solo che

non potendo reagire perché velato, o se la fa scivolare addosso, o prova tutta

la rabbia di chi non potendo o volendo rivelarsi, è impossibilitato a difendersi

 

Dirsi che loro "non meritano" di conoscerlo veramente, è una balla che ci si può

raccontare, se non si prova rabbia ( resta una balla...ma almeno serve a sopportare )

 

Scappare senza scoprire e affrontare la verità è umiliante, per carità esistono umiliazioni

peggiori nella vita...ma è sia poco pratico ( si cambia lavoro ogni volta che un maschio fa battutine

omofobe?? Gli over 40 non avrebbero mai lavorato un giorno XD) che poco appagante a livello

personale

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La realtà è che attualmente lui non sa se alludono, non sa se fanno del

banale cameratismo e non sa se stanno prendendolo di mira, sa solo che

non potendo reagire perché velato, o se la fa scivolare addosso, o prova tutta

la rabbia di chi non potendo o volendo rivelarsi, è impossibilitato a difendersi

 

Dirsi che loro "non meritano" di conoscerlo veramente, è una balla che ci si può

raccontare, se non si prova rabbia ( resta una balla...ma almeno serve a sopportare )

 

Scappare senza scoprire e affrontare la verità è umiliante, per carità esistono umiliazioni

peggiori nella vita...ma è sia poco pratico ( si cambia lavoro ogni volta che un maschio fa battutine

omofobe?? Gli over 40 non avrebbero mai lavorato un giorno XD) che poco appagante a livello

personale

Ma infatti l'ho detto in un commento precedente. Cambiare lavoro è lo scenario veramente estremo che, in ogni caso, sarebbe seguente ad un coming out fatto non per migliorare l'ambiente ma per semplice orgoglio personale: non avrei intenzione, a quel punto, di lavorare in un contesto lavorativo che dichiaratemente mi disprezzi. Il mio problema attualmente è che mi sento particolarmente vulnerabile in quanto troverei più consono dichiararmi prima a persone con cui ho stretto dei buoni legami emotivi, in modo da sentirmi supportato nel mio percorso, e POI schiaffarlo in faccia come dato di fatto anche a chi mi sta sui coglioni. Solo che, come mi avete da più parti suggerito, ad un certo punto dovrò valutare se mi conviene continuare a farmi il sangue amaro o se sia il caso di mettere le cose in chiaro qualunque siano le conseguenze. Edited by Acampora89
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piccolo e tenero OT

[Nocoldiz] *-* ti stimo! io ci rido ancora sulla scena in cui Joffrey chiama la sua spada - figa pelosa :asd:

Solo due parole: Kill Giulio. XD

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Heinzelann: io in quella situazione non proverei rabbia. Proverei disagio a lavorare con loro ma non rabbia e per me non e' una balla che loro non si meritano di conoscerlo.

 

Sono cose soggettive e ognuno prova cose diverse in quelle situazioni.

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Ilromantico

 

 

beh, però c'è anche da considerare -parlo in astratto, eh!- cosa fai per *civilizzare* (=rendere sopportabile) il posto di lavoro: non credo che qualcuno possa passare in ufficio 35-40 anni solo a subire fantozzianamente qsi angheria!

Della serie: i mulini a vento del Don Quijote... C'è gente che per anni subisce mobbing più soft o più estremi (tra etero), figurarsi i mobbing omofobi in aziende in cui non sono magari né previsti né puniti. Ovviamente in ambienti del genere si ci può esporre e lottare per civilizzarli, ma alla fine dei giochi ne vale la pena? E' tutto alquanto soggettivo. Se uno ha la possibilità di cambiare lavoro, trovo che sia più gratificante lavorare in un ambiente rilassato e civilizzato. Sia da un punto di vista personale che professionale. 

 

 

 

Dirsi che loro "non meritano" di conoscerlo veramente, è una balla che ci si può raccontare, se non si prova rabbia ( resta una balla...ma almeno serve a sopportare )   Scappare senza scoprire e affrontare la verità è umiliante, per carità esistono umiliazioni peggiori nella vita...ma è sia poco pratico ( si cambia lavoro ogni volta che un maschio fa battutine omofobe?? Gli over 40 non avrebbero mai lavorato un giorno XD) che poco appagante a livello personale

 

Io non credo sia una balla. Se trovi dei colleghi civili e socievoli, ben vengano. Se si tratta di idioti invece è possibile farsene una ragione, alla fine si va a lavorare per guadagnare soldi non per fare amicizie. In certe situazioni, scoprire e affrontare la verità non servirebbe a un cavolo e forse peggiorerebbe pure la situazione. Motivo per cui su certe cose ci si preferisce passarci sopra perché alla fine sono idioti estranei ed è più importante tenersi il lavoro e non appesantire ulteriormente la situazione. Anche i capi a volte (molte?) sono insopportabili, eppure è meglio prenderla con filosofia, altrimenti impazzisci xD! 

Sulla carta è facile darti ragione, ma nella realtà dei fatti ci sono molte situazioni lavorative complicate e variegate. Se uno può migrare a realtà lavorative più appaganti e civilizzate perché dovrebbe complicarsi la vita? Un po' come quei gay che criticano chi se ne va in nazioni più gay-frendly.

Ognuno sceglie quello che crede più comodo e più giusto per lui, io sono per il non complicarsi la vita e viverla al 100%... :)

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Mica lo devi opporre a me...lo devi opporre a Marco7 che propone di lasciare

ogni lavoro solo perchè ci sono persone che fanno battute sgradevoli!

 

Io ho detto che se uno deve andarsene, tanto vale almeno togliersi la soddisfazione

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Non c'è un consiglio giusto,dipende tanto dal carattere,dall'età o dal tipo di lavoro.Io sono operaio metalmeccanico,lavoro in una ditta di quasi 80 dipendenti divisi in vari reparti.Il mio coming out è andato abbastanza bene,ho imparato presto a non confondere omofobia con ignoranza e superficialità.Quando ho iniziato questo lavoro,il mio reparto era composto da circa 20 cavernicoli che non facevano altro che parlare di donne e sport.Le battute sui gay si sprecavano,erano davvero pesanti,per non dire di ciò che riuscivano a dire sulle donne..Fatto sta che un bel giorno un mio collega mi chiese perché non commentavo pure io le tipe che c'erano in ufficio..Ho semplicemente detto che le donne non erano un articolo molto interessante e che ero fidanzato con un ragazzo.Devo dire che ci sono state reazioni di vario genere,alcuni sospettavano,altri ritenevano la cosa impossibile perché sapevo tutto di sport ed ero grande e grosso come un uomo vero!!(questo per far capire il livello intellettivo di alcuni elementi)Comunque tolto l'imbarazzo dei primi giorni,molti si sono interessati e hanno voluto saperne di più,altri hanno fatto battute sceme ma potendo rispondere a tono,hanno perso subito questa abitudine :D Con altri il rapporto si è congelato,nessuna battuta o altro,semplicemente non esistevo.Io di mio li ho classificati come omofobi/bigotti e via,problemi loro poverini.

 

Nel corso degli anni nemmeno c'è stato più bisogno di dichiararmi,i nuovi assunti molto spesso venivano informati da quelle persone che non avendo una vita loro,si devono interessare di quella altrui.Quindi boh..nel mio caso è andata bene,esco con loro anche dopo il lavoro,mangiano a casa mia,organizziamo gite fuori porta..eppure se mi fossi fermato alla prima impressione e a cosa dicevano dei gay non avrei mai dovuto dire niente.Erano truzzi e ignoranti,superficiali,ma non certo omofobi.

 

Dipende davvero tanto dal tipo di lavoro,penso ad un maestro delle elementari per esempio,ad un professore che con le nuove norme se non ho capito male,verrà"giudicato idoneo" da presidi e genitori/alunni..La scelta del coming out al lavoro è personale e purtroppo,a volte,non legata alla propria volontà.

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Si mi é capitato tantissime volte dove lavoravo prima. In pratica lavoravo in un reparto di 10-15 persone in una grande ditta. Questi operai (sia uomini sia donne) erano delle capre, ignoranti e stupidi e dei veri figli di puttana.

Tutti i loro discorsi erano di una stupiditá imbarazzante e ogni giorno sentivo battute razziste e omofobe.

 

Ovviamente non mi sono dichiarato in quanto contratto di due mesi con agenzia. Inoltre con loro non avevo nulla da spartire.

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@Gilbert: si spera sempre nel miglior scenario possibile, in effetti, e la tua storia è molto positiva (probabilmente anche per meriti tuoi). Non metto in dubbio che ci possano essere ambienti lavorativi peggiori del mio (così come migliori, d'altronde). Solo che sentirmi così a disagio con altre persone per il loro comportamento nei miei confronti è, per me, un'esperienza completamente nuova a cui non ho idea di come reagire. A parte la breve parentesi della prima superiore, in cui ho subito una qualche forma di semi-bullismo (era un brutto periodo a livello famigliare che compensavo con un comportamento sopra le righe particolarmente inviso ad un paio di miei compagni di classe), non mi sono mai stato  preso di mira o messo sotto pressione (forse perché ho imparato troppo bene ad essere esattamente come mi vogliono gli altri).
Mai e poi mai avrei pensato di dover fare i conti con tali problematiche a 26 anni, men che meno interagendo con colleghi che hanno dai 15 ai 20 anni più di me.

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Si mi é capitato tantissime volte dove lavoravo prima. In pratica lavoravo in un reparto di 10-15 persone in una grande ditta. Questi operai (sia uomini sia donne) erano delle capre, ignoranti e stupidi e dei veri figli di puttana.

Tutti i loro discorsi erano di una stupiditá imbarazzante e ogni giorno sentivo battute razziste e omofobe.

 

Ovviamente non mi sono dichiarato in quanto contratto di due mesi con agenzia. Inoltre con loro non avevo nulla da spartire.

Nel lavoro che ho svolto prima di questo mi ero trovato piuttosto bene, invece. Forse i formalismi erano più marcati, ma lo preferivo di gran lunga come ambiente. Meno qualifiche appese al muro, probabilmente, ma una miglior professionalità. Solo che era un lavoro completamente senza sbocchi e con poche prospettive di ottenere un buon contratto. 

 

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Ho letto la tua presentazione perché non conoscevo la tua storia e quindi non sapevo bene che consigliarti.Mi pare di capire che per te è un po' tutto nuovo,quindi la prima cosa da fare è quella di non metterti pure tu troppa pressione addosso,come stai ben capendo a questo contribuiscono a sufficienza gli altri.Io se fossi in te,proverei a sondare un po' il terreno..magari provando a legare con un collega che ti pare meno ostico rispetto ad altri.Poi ricordati che molto spesso le parole feriscono più del dovuto,solo perché non sappiamo dare il giusto peso a chi le partorisce.Tanta gente è molto superficiale,pure io chissà quante volte avrò ferito qualcuno senza nemmeno rendermene conto.Non farti spaventare troppo da qualche aggettivo poco carino,dietro c'è solo ignoranza.Nel mio caso non trovo omofobo chi fa una battuta infelice sulla mia sessualità,trovo omofobo chi mi ignora per questo.Ed è un fatto.Abituati a scindere la stupidità dalla reale cattiveria.Prenditi tempo,il coming out va fatto quando si è pronti ad accettarne le conseguenze(che poi sono praticamente solo positive,ma qualche piccolo intoppo potrebbe scapparci)Va fatto quando capirai che sei tu che giudicherai gli altri per come reagiranno al tuo coming out,non il contrario.Cerca di non vivere i tuoi"silenzi"come un fallimento personale,al momento hai bisogno di farti un po' le ossa,diciamo così.Per un eventuale giudizio negativo su te stesso hai ancora un po' di tempo :D

 

@krad77 e @Freedog,grazie cari! :D

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lo devi opporre a Marco7 che propone di lasciare ogni lavoro solo perchè ci sono persone che fanno battute sgradevoli!

 

non ho proposto di lasciare ogni lavoro per delle battute sgradevoli.

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Di fatto sì, perché l'unico modo di distinguere caso da

caso,situazione da situazione e persona da persona, presuppone

il CO

 

Mentre tu sostieni che fare il CO non servirebbe a niente

e la cosa migliore da fare sarebbe andarsene direttamente

 

Ma a quel punto uno dovrebbe andarsene sempre

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Ho letto la tua presentazione perché non conoscevo la tua storia e quindi non sapevo bene che consigliarti.Mi pare di capire che per te è un po' tutto nuovo,quindi la prima cosa da fare è quella di non metterti pure tu troppa pressione addosso,come stai ben capendo a questo contribuiscono a sufficienza gli altri.Io se fossi in te,proverei a sondare un po' il terreno..magari provando a legare con un collega che ti pare meno ostico rispetto ad altri.Poi ricordati che molto spesso le parole feriscono più del dovuto,solo perché non sappiamo dare il giusto peso a chi le partorisce.Tanta gente è molto superficiale,pure io chissà quante volte avrò ferito qualcuno senza nemmeno rendermene conto.Non farti spaventare troppo da qualche aggettivo poco carino,dietro c'è solo ignoranza.Nel mio caso non trovo omofobo chi fa una battuta infelice sulla mia sessualità,trovo omofobo chi mi ignora per questo.Ed è un fatto.Abituati a scindere la stupidità dalla reale cattiveria.Prenditi tempo,il coming out va fatto quando si è pronti ad accettarne le conseguenze(che poi sono praticamente solo positive,ma qualche piccolo intoppo potrebbe scapparci)Va fatto quando capirai che sei tu che giudicherai gli altri per come reagiranno al tuo coming out,non il contrario.Cerca di non vivere i tuoi"silenzi"come un fallimento personale,al momento hai bisogno di farti un po' le ossa,diciamo così.Per un eventuale giudizio negativo su te stesso hai ancora un po' di tempo :D

 

@krad77 e @Freedog,grazie cari! :D

Grazie per il consiglio e per le belle parole, cercherò di farne tesoro il più possibile.  :-)

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Buonasera a tutti,

 

volevo porre un quesito specifico ai forumisti che abbiano già una certa esperienza nel mondo del lavoro: quante volte vi è capitato di assistere a scambi di battute omofobiche tra i vostri colleghi? Come avete reagito a tali frasi, specialmente nel caso in cui non foste stati ancora dichiarati ai compagni di lavoro?

Sapete, oggi è stata una giornata un po' di merda. Ho lavorato in un ufficio che non apprezzo particolarmente, in quanto i due occupanti, per quanto estremamente competenti, inscenano spesso e volentieri dei dialoghi estremamente imbarazzanti. Uno dei due è palesemente razzista ed omofobo, mentre l'altro parla come un ragazzino dodicenne che ha appena scoperto l'utilizzo dello sproloquio. In buona sostanza, sono volate parole pesanti e frasi difficilmente digeribili. Poi, come se non bastasse, ad uno scambio del tipo:

"Paolo, scusa ma mi piace parlare sempre di figa"

"Sempre meglio parlare solo di figa che essere un rottinculo di merda" (x3-4),

che aveva provocato un mio mezzo mugugno, è seguita una grassa risata da parte degli altri miei colleghi che avevano sentito tutto da fuori. Inutile dire che, per quanto incazzato, mi sono sentito un filino accerchiato, ed ho chiuso lì il mio mezzo commento (nota a margine: A.A.A. paio di testicoli cercasi). Notando, poi, le mie mancate risate sull'argomento, mi hanno messo in una situazione in cui o fai un coming out d'impulso o abbassi la testa e cerchi di cavartela con meno imbarazzo possibile; diciamo che il riflesso nello specchio, quando sono tornato a casa, non era particolarmente orgoglioso del sottoscritto. Mi rendo conto che, fossi stato già dichiarato ad una più ampia platea, probabilmente avrei reagito diversamente, visto che il posto di lavoro non è esattamente in cima alla lista degli ambienti in cui ho intenzione di dichiararmi. Tuttavia non posso fare a meno di rimuginare sul fatto che quella risposta affermativa alla domanda: "Ma a te piace la figa, no? Sarai mica culo?" sia una mia piccola, grande sconfitta personale. 

 

È mai successa anche a voi una cosa simile?

 

Mi spiace molto per quello che ti è successo, ma non devi colpevolizzarti eccessivamente, erano tutti contro uno. Io ti dico una cosa, sono etero e mi piacciono quindi i maschi, ma non li stimo assolutamente.

 

Devo dire però che ci sono anche persone evolute, ogni tanto. Una volta lavoravo con un collega che di giorno era Antonio, e di notte Cocò, lo sapevamo tutti e non era un problema per nessuno. Dipende anche chi trovi.

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Outing sul posto di lavoro?

 

Argomento molto difficile.

 

Io non l'ho mai fatto ma in pratica lo sanno tutti, lo intuisco da certe battutine e, anche se non posso onestamente dire di avere subito mobbing o atti di discriminazioni, vedo che i miei colleghi maschi, a parte un paio, tendono ad escludermi (con le colleghe donne invece i rapporti sono buoni....un classico), la cosa però non è un particolare problema per me: alla fine il lavoro mi serve solo per avere lo stipendio che mi permette di vivere la mia vera vita, che logicamente, è al di fuori, e di quello che pensano i colleghi onestamente me ne sbatto.

 

Certo la scelta dell'outing dipende da vari fattori, direi:

 

1) quanto uno è più o meno capace di sorvolare e di staccare la testa quando sente discorsi omofobici, 

 

2) il tipo di posto: se uno lavora in una grande città, in un ambiente con molte donne, può farci un pensierino, se uno lavora in provincia in un ambiente di soli maschi, le cose sono molto più problematiche;

 

3) il tipo di lavoro: se uno ha un lavoro che richiede un continuo interfacciarsi con altri maschi è più problematico, diverso è se uno lavora al pc in maniera molto autonoma e con pochi contatti con altri.

 

 

Certo ammiro molto chi ha avuto il coraggio di farlo.

Edited by atreio
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  • 2 weeks later...

mi dispiace molto Acampora89, è una situazione di merda. Non so come avrei reagito io probabilmente come te, perchè dipende anche dal contesto. Anche perchè impostare la questione della sessualità con un certo linguaggio toglie direttamente dignità alla persona quindi è normale difendersi mentendo. Però questo non significa che devi essere indifferente. Io comunque credo che ne parlerei con il titolare, comincerei a trovare un altro lavoro, perchè non riuscirei a vivere tutta la vita lavorando ogni giorno accanto a degli omofobi. Quindi comunque prima o poi ti toccherà fare CO penso che cmq rimarranno di merda proprio perchè capiranno di aver fatto una cazzata. Poi potresti parlarne con il titolare, e se le cose peggiorano potresti registrare tutto con un registratore e denunciarli.

Edited by Rui
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