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Come è stato ottenuto in the USA il matrimonio: dieci lezioni da mettere in pratica!


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Silverselfer

Concordo con tutti i distinguo che pongono l'accento sulla diversità dei due sistemi a confronto e poi è bene rendercene conto --> Noi siamo il Texas d'Europa, come giustamente fa notare Hinzelmann. 

 

Il discorso dell'Empatia mediatica mi ha sempre lasciato perplesso, specie quando si sostiene che non bisogna pretendere mai nulla di meno di quanto si si sta chiedendo. Si potrebbe obiettare che la loro strategia è stata far cambiare costumi alla comunità gay, di modo che le sue aspettative coincidessero con la sensibilità etero normante. Quindi trovo che un punto mancante su quella scaletta sia proprio questo: la campagna mediatica per convincere la comunità gay a condividere tutti gli altri dieci punti programmatici della lista. .

 

Sui soldi ... negli States ci sono le Fondazioni che elargiscono ingenti capitali detraibili fiscalmente. Questo sistema è alla base del lobbismo. Quando in quei punti della lista si parla della conquista del consenso, negli States equivale a rastrellare fondi. In questo sono stati veramente bravi. Hanno portato dalla loro parte aziende molto importanti e oggi ci si accapiglia per ottenere un invito a una serata di raccolta fondi contro l'HIV. A noi appare cinico, ma si tratta di una diversa etica. Basti ricordare il polverone sollevato dalla raccolta fondi di Renzi alle cene da mille euro a coperto ...

 

Sull'Europa come termine di paragone con gli Stati Uniti ... proprio in queste ore, con quello che sta accadendo ... mi aspetterei poco di più dei finanziamenti per le piste ciclabili. 

 

Premesso che a un Pride americano non ho mai partecipato e quindi non posso certo dire com'è realmente. Da quelle parti esistono però due diverse concezioni per le manifestazioni. La prima e la più diffusa e anche amata, è quella della parata. Si tratta di una celebrazione e da quelle parti se ne fanno per ogni cosa, da quella degli italiani del Columbus day a quella del carnevale dei latino americani o a boh, quella del pincopallo che celebra l'orgoglio della pincopalla. Agli americani piace mettersi lungo la strada e guardare le majorette, la banda e il carro allegorico e proprio perché è una celebrazione appartiene ai vincenti, cioè ---> se ci vuoi partecipare da protagonista devi essere uno che conta, uno che può permetterselo e sarai dunque ammirato e acclamato.

 

Poi esiste la manifestazione più vicino a come la intendiamo noi europei, però negli States ha una storia diversa. Da noi fa parte di una tradizione politica legata alle rivendicazioni sindacali, una nobile lotta che portò a determinate conquiste democratiche. Negli States non è andata in questo modo. I Sindacati esistono per categorie e quando vanno in sciopero, fanno dei girotondi davanti agli ingressi delle aziende. Badate, non vanno derisi! Ci rimettono in prima persona e quando mordono non mollano la presa. Anzi, credo che sia quello spirito che si legge in quei dieci punti propostoci. Pianificare la vittoria e raccogliere consenso per ottenerla. 

 

Tuttavia non è una manifestazione come la intendiamo noi. Quella roba è intesa come un'azione radicale e storicamente si ricollega alle rivendicazioni dei diritti degli afro americani. Le rivolte che facevano i neri del sud invadevano le strade e ribaltavano tutto. L'ultima di Baltimora le ricordava parecchio. Da quelle vengono le marce per i diritti che si tengono a Washington. Caratterizzate da un palco e dei relatori ---> niente majorette, nessun carro e manco uno spettatore agli angoli delle strade.

 

Poi ci sono i sit-in, una forma di manifestazione nata negli anni della contestazione. I vari Occupy che si sono diffusi da Wall Street al piccolo centro di periferia, hanno questa tradizione di sinistra "radicale". 

 

Per quanto ci riporta Almadel, mi sembra di capire che il Pride americano abbia scelto di "non spaventare" l'opinione pubblica, optando per diventare una rassicurante parata celebrativa. Questo mi sembra anche in linea con quei dieci punti esposti. In tal caso, non sarebbe stato il motore di una rivendicazione, ma la celebrazione delle vittorie ottenute di volta in volta. Beh, che piaccia o meno si tratta di una trasformazione e quindi smentisce chi critica il Pride come incapace di riformarsi o trovare forme comunicative diverse. Che sia poi un progresso o un regresso, che tradisca i primordiali principi di Stone Wall ... fate voi ... 

 

Per come la vedo io ora ... in questo momento storico ... direi di lasciare al Pride il compito di preservare i vari colori della comunità LGBTQI. Stone Wall era queer, che la parata conservi la sua originaria vocazione alla diversità non solo gay, ma di tutte le lettere di quel acronimo che si allunga e si allungherà ancora contro ogni pragmatismo politico. Gli attivisti stile americano non ci provino a mettere in pratica le regole del marketing sull'identità che ognuno deve sentirsi libero di esprimere. Chi non vi si riconosce non ci vada e non si preoccupi di cose che evidentemente non gli competono. Per inciso ---> io non ci vado, ma non critico la diversità e non mi sento leso nella mia identità da una trans o chicchessia. 

 

Mentre a livello associativo, inizierei un'opera diplomatica per mettere tutti d'accordo su una linea comune da seguire. Creare un benedetto coordinamento nazionale che tra le sue prerogative abbia il compito, nei limiti del possibile, di mediare tra le varie opinioni tanto da non farle diventare delle fazioni in campo. E poi i soldi ... quelli servono, ma quando si è in tanti a spartirseli diventano ancora meno di quanto non siano già. Infine, la narrazione, non per fare il Vendola della situazione, ma serve una narrazione comune, serve soprattutto a noi per capire chi siamo e dove vogliamo andare. Serve per proporsi e dalla qualità del racconto che facciamo poi deriverà "l'empatia". Oggi a me pare che stiamo proprio a questo livello, nel senso che non abbiamo una visione univoca di chi siamo e cosa vogliamo e se manca questo, si rimane ad aspettare l'autobus di chi ci porterà dove riterranno opportuno gli altri.

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sapete quale credo sia stata un'altra arma -che noi MOLTO colpevolmente sottovalutiamo- che ha fatto diventare l'opinione pubblica americana in maggioranza favorevole all'idea del matrimonio gay?

Film, telefilm & fiction varie: quanto hanno aiutato negli anni film come In & Out o i vari telefilm tipo EllenWill & Grace a far passare il msg della *normalità* dell'essere gay e a far superare lo stereotipo-macchietta della checca pazza & eccentrica che qui ancora ci portiamo dietro dall'epoca dell'avanspettacolo?

 

Eppure gente che saprebbe anche scrivere film -o fiction- di buon livello non manca perfino qui (un nome per tutti, Ivan Cotroneo: sicuramente ha esperienza & capacità per realizzare un prodotto sul tema di ottima qualità);

invece al max continuiamo a realizzare con budget ridicoli web serie super trash alla Coming o film senza capo nè coda tipo Good As You

-non avete idea di quanta gente mi odia da quando ho osato dire che quel film faceva schifo..-

Edited by freedog

@Freedog è verissimo quello che dici ma alla fine è per gli stessi motivi che anche in Italia bene o male l'opionione pubblica a favore dei matrimoni gay è sempre più favorevole.

Dalla fiction italiana non si può pretendere molto visto che non sa andare oltre il santino e non sa nemmeno cosa significhi rischiare, un punto a favore di Un Posto al sole dove un personaggio si è scoperto gay ed è stato affrontato tutto in modo molto approfondito e intelligente.

Immagina che il pubblico di questo programma pur essendo trasversale è comunque di cultura medio-bassa, è pur sempre una soap, quindi va ad incidere proprio su quel tessuto molle dove proliferano i vari profeti del cazzo.

Ecco a quella gente, la famosa casalinga di Voghera, gli si fa vedere che non solo i gay sono normalissimi senza pailettes ma che si innamoranno e soffrono della loro diversità e spesso anche della loro discriminazione.

E' lì che anche bisogna insistere.

.

P.S. chi ti ha criticato perchè hai detto che quel film faceva cagare o era un lobotomizzato oppure non capiva un cazzo di cinema

Edited by Iron84
Hinzelmann
non avete idea di quanta gente mi odia da quando ho osato dire che quel film faceva schifo..-

 

Beh questo è ovvio essendo stato prodotto con il contributo del Mario Mieli

non credo abbia fatto piacere sapere la tua opinione negativa Lol

 

Credo che quel film lo abbiamo visto solo noi gay, avendo incassato tipo 90.000 euro

 

Però c'è il problema, non indifferente, di produrre cose che gli Italiani vadano a vedere

perché Scusate se esisto che ha incassato credo 5 milioni  ha certe caratteristiche.

 

PS

 

Lo stereotipo dell'avanspettacolo non è la checca "pazza" è la checca "ridicola"

si ride di lei e non con lei, altrimenti ha ragione Almadel

 

 

Gli attivisti stile americano non ci provino a mettere in pratica le regole del marketing sull'identità che ognuno deve sentirsi libero di esprimere.

 

 

 

ma serve una narrazione comune, serve soprattutto a noi per capire chi siamo e dove vogliamo andare. Serve per proporsi e dalla qualità del racconto che facciamo poi deriverà "l'empatia".

 

Posizioni come questa calzano a pennello al riferimento donchisciottesco fatto al "combattere contro i mulini a vento". Non è assolutamente pensabile nel 2015 sostenere una qualsiasi istanza, rivendicazione o battaglia prescindendo dall "commercializzazione" (usando il termine in maniera neutra) di essa. Ti basti pensare che persino per incrementare la raccolta fondi per la ricerca sulla SLA, quindi un tipo di istanza per natura trasversale e non discutibile in termini di "consenso", si sono dovuti inventare una campagna che passasse da social e opinion leader.

 

Non dico che la cosa sia positiva - e molto probabilmente non lo è - ma la realtà è questa. Sui modi e sui mezzi a disposizione si può discutere, ma partire dal presupposto che, siccome non è giusto, si debba prescindere da questo aspetto ha un che di autolesionistico.

 

Riferendomi alla seconda frase che ho citato, e ricollegandomi a quanto detto sopra, anche qui no, non basta essere uniti e scandire un messaggio chiaro con forza per ottenere "empatia". Conta l'unione, conta la chiarezza ma conta anche il CONTENUTO del messaggio: se questo è mal recepito dai destinatari, puoi metterci tutta la convinzione che vuoi, non servirà a nulla.

Esempio pratico - ed anche in tema: anche il sig. Barilla, nella famigerata intervista/suicidio commerciale, prese una posizione personale chiara e netta, che però andava contro la "sensibilità" del mainstream in quel momento. Risultato: il sig. Barilla verosimilmente la pensa ancora come la pensava prima sulla famiglia tradizionale, ma ha dovuto comunque "mostrare il contrario" per non subire lo stigma. Le scuse di Barilla così come i provvedimenti successivi sono marketing tanto quanto lo sono i suoi spot in televisione.

Morale: coerenza e convinzione, da sole, pagano solo nei film americani (in cui il nerd diventa eroe della scuola).

Ironuccio, cominci a preoccuparmi: sta a capità troppo spesso sto periodo che me dai ragione!!!

cos'è, troppo sole in testa???

 

cmq, per farti capire, quando dici

chi ti ha criticato perchè hai detto che quel film faceva cagare o era un lobotomizzato oppure non capiva un cazzo di cinema

il motivo de sto rancore è esattamente quel che dice il saggio Hinz

 

Beh questo è ovvio essendo stato prodotto con il contributo del Mario Mieli

non credo abbia fatto piacere sapere la tua opinione negativa Lol

in parecchi quella volta hanno rosicato a bestia e l'hanno presa sul presonale...

----

 

Però c'è il problema, non indifferente, di produrre cose che gli Italiani vadano a vedere

perché Scusate se esisto che ha incassato credo 5 milioni  ha certe caratteristiche.

 

PS

 

Lo stereotipo dell'avanspettacolo non è la checca "pazza" è la checca "ridicola"

si ride di lei e non con lei, altrimenti ha ragione Almadel

1. Beh, ma in quel film l'omosessualità -più parodistica che macchiettistica- di Bova non era certo il fulcro della storia! Diciamo che era un punto di.. colore quasi di contorno

2. Sullo stereotipo da avanspettacolo non posso che concordare, ricordando anche l'idea pirandelliana di Umorismo paradossale

Edited by freedog
Hinzelmann

Comunque @freedog, credo si possa dire che in Italia

esiste il problema di mettere insieme un pubblico etero

e gay, nella stessa sala, a vedere lo stesso film, no?

 

Ancora siamo nella fase : film sui gay per etero e film a

tema gay per gay, cioè due prodotti abbastanza separati

 

Ovviamente se arriva il grande film americano o inglese, a

vario titolo questa divisione è superabile e non saprei dire

fra In&Out e Brokeback Mountain chi detenga il primo posto

per gli incassi in Italia

 

Deve essere però qualcosa di straniero e grosso...Lol

Loup-garou

Se parliamo di telefilm, ho trovato piuttosto illuminante e veritiera questa affermazione: negli USA si producono principalmente telefilm per un pubblico giovane, in Italia per un pubblico vecchio.

In Italia il target principale dei telefilm sono pensionati e casalinghe, non sorprende quindi che i telefilm italiani non siano particolarmente progressisti.

Hinzelmann

 

 

sono pensionati e casalinghe

 

D'altronde sono gli Italiani che decidono le elezioni, quindi per certi

versi è giusto considerarli gli azionisti di riferimento della TV pubblica 

Comunque @freedog, credo si possa dire che in Italia

esiste il problema di mettere insieme un pubblico etero

e gay, nella stessa sala, a vedere lo stesso film, no?

 

Ancora siamo nella fase : film sui gay per etero e film a

tema gay per gay, cioè due prodotti abbastanza separati

 

Ovviamente se arriva il grande film americano o inglese, a

vario titolo questa divisione è superabile e non saprei dire

fra In&Out e Brokeback Mountain chi detenga il primo posto

per gli incassi in Italia

 

Deve essere però qualcosa di straniero e grosso...Lol

mmhhh... nì.

torniamo sempre al solito maledetto punto: la mancanza di palle di produttori & distributori che -per non avere rogne coi leccapreti- manco considerano l'idea di produrre/realizzare commedie con tematiche e/o protagonisti gay che non siano nè tragici melodrammoni strappacore nè le solite macchiette di cui sopra!

 

A mia memoria, gli ultimi film mainstream italiani a tema che hanno incassato bene sono Le fate ignoranti e Saturno contro;

scritti & recitati benissimo, contemporanei per l'epoca, eccetera -per carità, nessuno ne disconosce i meriti-.

Ma di 10-15 anni fa.

E mi rifiuto di pensare che nel frattempo siano mancate storie -anche leggere, perchè no- degnissime di venire impresse su pellicola!

 

Ripeto: gente con skills & background capacissima di realizzare dei prodotti di buona qualità ce n'è, e non credo siano in pochi.

Manca però CHI glieli fa realizzare.

E non è un dettaglio

Edited by freedog

Le serie tv prodotte da sky, specie negli ultimi anni, si sono dimostrate "coraggiose" in termini di contenuti - rispetto alla media del duopolio rai/mediaset, in cui è tutto un fiorire di Don Matteo, suore alla riscossa e soap opera spagnole - e in alcuni casi sono anche approdate dal via cavo alla tv in chiaro (la7 mi pare avesse trasmesso sia "Boris" che "Romanzo criminale").

 

Consideriamo che il genere seriale in Italia è cosa relativamente recente e per di più "di importazione": la formula a più episodi "classica" della tv italiana era al massimo lo sceneggiato, che durava 3-4 episodi massimo. Ed anche l'approccio è assolutamente diverso: in USA le serie tv (non tutte ovviamente) sono "arte" esattamente come il cinema, in italia il corrispondente nostrano "fiction" è più un modo per tappare buchi di palinsesto a basso costo.

 

Magari prossimamente produrranno qualcosa di coraggioso anche in ambito LGBT.

E' vero però in America hanno anche un mercato più ampio, sia per la lingua, sia anche per la possibilità d'accesso.

In Italia questo non è possibile perchè il mercato è limitato alla lingua, quindi le esportazioni sono più difficili, e in grandi linee il budget è limitato e deve necessariamente essere mainstream, quindi se vai in onda su raiuno non puoi scontentare il tuo pubblico, di telemorenti, perchè se non fai almeno 4 o 5 milioni di telespettatori non rientri nei costi. (ma anche negli Stati Uniti chi è che osa veramente? In genere è la HBO, a pagamento,che fa i migliori serial ed innova come Sex and the city, Carnivale, Got, True Detective ecc.

 

La questione sky è diversa, loro devono ottemperare ad un regolamento comunitario che obbliga ogni società televisiva ad autoprodurre una certa percentuale di ciò che trasmettono e siccome sky era un mero rivenditore di contenuti sportivi o provenienti dall'estero, si è potuta concedere il lusso di investire qualcosina di più per attirare un certo tipo di pubblico rischiando.
Loro sono perfettamente consapevoli di non rientrare dei costi ma giustamente è un'operazione di marketing ed hanno rischiato con Moana, Boris o con il violentissimo Gomorra.

Insomma solo da loro ci si può aspettare qualcosa mentre la fitiction tv è trash come sono trash i reality, io non li accuso tanto sui contenuti quanto sugli attori, penso che aver il coraggio di far lavorare Gabriel Garko, Manuela Arcuri e Beppe Fiorello, siano macchie che la nostra televisione si porterà sulla coscienza a vita.
 

Edited by Iron84

Le serie tv prodotte da sky, specie negli ultimi anni, si sono dimostrate "coraggiose" in termini di contenuti - rispetto alla media del duopolio rai/mediaset, in cui è tutto un fiorire di Don Matteo, suore alla riscossa e soap opera spagnole - e in alcuni casi sono anche approdate dal via cavo alla tv in chiaro (la7 mi pare avesse trasmesso sia "Boris" che "Romanzo criminale").

 

Consideriamo che il genere seriale in Italia è cosa relativamente recente e per di più "di importazione": la formula a più episodi "classica" della tv italiana era al massimo lo sceneggiato, che durava 3-4 episodi massimo. Ed anche l'approccio è assolutamente diverso: in USA le serie tv (non tutte ovviamente) sono "arte" esattamente come il cinema, in italia il corrispondente nostrano "fiction" è più un modo per tappare buchi di palinsesto a basso costo.

 

Magari prossimamente produrranno qualcosa di coraggioso anche in ambito LGBT.

e pensi sia un caso che manco Sky abbia in cantiere, che so, un Fisica o chimica in versione italiana?

-manco oso sperare a una trasposizione di Looking o della sacra triade UK Cucumber/Banana/Tofu-

 

Ricordati che i protagonisti di fiction gaye qui sono stati Banfi e Buzzanca (oh, niente contro di loro, per carità!), attori che cmq la loro gloriosa carriera l'hanno già fatta e non hanno nulla da perdere a metterci la faccia nel ruolo di genitori di figli (e figlie) rikkioni

Però ad esempio rai4 aveva trasmesso le prime due stagioni di "Fisica o chimica" (grande Freccero), la7 a suo tempo la versione integrale di "The L word", anche se in seconda serata...mai dire mai XD qualche direttore di rete illuminato ogni tanto arriva

E' vero però in America hanno anche un mercato più ampio, sia per la lingua, sia anche per la possibilità d'accesso.

In Italia questo non è possibile perchè il mercato è limitato alla lingua, quindi le esportazioni sono più difficili, 

questa è LA grandissima balla che raccontano per nascondere la loro vigliaccheria dietro la foglia di fico!

 

Chè non dico di risalire all'epoca de La Piovra (all'epoca stravenduto everywhere),

ma anche oggi Montalbano (che di problemi di lingua ce l'avrebbe pure con l'italiano..) all'estero lo smerciano -e bene-.

 

Quindi, se & quando vogliono, possono,

non raccontassero cazzate!!

Però ad esempio rai4 aveva trasmesso le prime due stagioni di "Fisica o chimica" (grande Freccero), la7 a suo tempo la versione integrale di "The L word", anche se in seconda serata...mai dire mai XD qualche direttore di rete illuminato ogni tanto arriva

la7?

quella che da 15 anni tiene ermeticamente chiuse nei cassetti TUTTE e sei le stagioni di Queer As Folk USA?

ah beh...

***

[scusate, è che se comincio a parlare de ste cose mi parte l'embolo bestemmiatorio: sò troppo avvelenato sul tema!]

Edited by freedog
Hinzelmann

Comunque Don Matteo ha avuto successo in Russia e Polonia

cioè è riuscito a mettere d'accordo due paesi ostili fra loro Lol

 

E Centovetrine è andato alla grande in Albania, me lo diceva

un gay che è stato "esternalizzato" a Tirana

Comunque la lingua è un problema e La Piovra si è venduta nei paesi ex Urss perchè faceva gioco al regime.

In realtà è più difficile vendere un prodotto non ho detto che è impossibile, anzi a dirla tutta i santini su San Ergimismondo Santa Monica, Santa Anna  o Rita da Cascia sono venduti.

Il fatto è che in linea di massima, sulle tematiche non si può rinfacciare molto, io rinfaccio più che altro che fanno cagare, non vedo una fitction dai tempi de IL maresciallo rocca.

 

Poi se vedi, quello che si vende è comunque legato ad una certa immagine dell'Italia, infatti Gomorra va alla grande ed è stato venduto in mezzo mondo, mortacci!

Edited by Iron84

Comunque la lingua è un problema e La Piovra si è venduta nei paesi ex Urss perchè faceva gioco al regime.

In realtà è più difficile vendere un prodotto non ho detto che è impossibile, anzi a dirla tutta i santini su San Ergimismondo Santa Monica, Santa Anna  o Rita da Cascia sono venduti.

Il fatto è che in linea di massima, sulle tematiche non si può rinfacciare molto, io rinfaccio più che altro che fanno cagare, non vedo una fitction dai tempi de IL maresciallo rocca.

 

Poi se vedi, quello che si vende è comunque legato ad una certa immagine dell'Italia, infatti Gomorra va alla grande ed è stato venduto in mezzo mondo, mortacci!

riformulo:

in quanti altri posti fanno fiction su qsi santo del calendario, papi compresi,

evitando accuratamente nel contempo di parlare, che so, di crisi-disoccupazione-immigrazione-omofobia?

 

Se permetti, a sti vigliacconi io sulle tematiche rinfaccio TUTTO.

E senza sconti

--

PS: cmq all'estero di made in italy non si vedono solo Piovre, Montalbani & Gomorre:

pure saghe tipo Una famiglia (o come si chiama; per capirci, quella con la Sandrelli & Gassmann figlio) mi pare l'abbiano piazzata in mezzo mondo

Hinzelmann

Il prodotto televisivo italiano, ha un suo pubblico

 

Il problema è che -giustamente- è un pubblico omofobo

o poco friendly

 

Solo che non possiamo sperare solo nella fine dell'omofobia nel

mondo, come al termine ultimo dopo il quale la RAI produrrà qualcosa

di decente

Ilromantico

Intanto in quel di Spagna (Madrid):

http://www.elmundo.es/madrid/2015/06/30/5593034eca47414a1f8b45b0.html

 

Come potete leggere dal programma: spettacolini, discoteche all'aperto, concertini di divette da 4 soldi (che si filano solo i gay) e frivolità varie. C'è qualche evento un po' più serio, tipo il coro gay, ma non mi pare si brilli molto per originalità. Chiariamo, NON sono contro gli eventi del programma, li vedo logici ed essenziali. Quello che mi fa INCAZZARE è che sono SOLO di un certo tipo e rappresentativi e per un certo tipo di pubblico gay. Non vedo NULLA d'interessante o pertinente alle famiglie arcobaleno (non citate quell'evento sui bimbi, messo tanto per obbligazione), ai matrimoni, ai gay intellettuali, sobri, borghes, alle lesbiche, alle trans (che vengono messe ancora in ballo alla stregua di regine del carnevale di rio e non come persone). Giusto per citare qualche esempio. Mi scuso per la monotonia, però: Perché sprecare un'occasione del genere?

Il prodotto televisivo italiano, ha un suo pubblico

 

Il problema è che -giustamente- è un pubblico omofobo

o poco friendly

 

Solo che non possiamo sperare solo nella fine dell'omofobia nel

mondo, come al termine ultimo dopo il quale la RAI produrrà qualcosa

di decente

e qui non ti seguo:

siccome il teleutonto medio è abituato alla ribollita, non è possibile preparargli mai una succulenta fiorentina al sangue?

inaccettabile

 

[lo so che non la pensi così, ma da come scrivi pari quasi rassegnato a sta situazione!]

Hinzelmann

Rassegnato no, consapevole del fatto che esistono

ragioni di Potere ben precise sì

 

In generale forse non tutti sanno che la LuxVide di Bernabei

è di fatto finanziata per 30 milioni di Euro dalla RAI e quando

è andata in cattive acque è stata rifinanziata dallo IOR ( non

che prima il finanziamento del San Paolo di Torino, fosse scevro

di implicazioni politico-cattoliche )

 

Bernabei è un caro fanfaniano fiorentino del 1921, soprannumerario

dell'Opus Dei che purtroppo ha avuto 8 figli, dei quali nessuno si è

esentato dal dovere di fare un matrimonio potente

 

In sintesi chi fa la fiction in Italia....è lo Stato del Vaticano, che d'altronde

ha comprato il 30% di LuxVide, cioè ha pagato

Ok, la vecchia mummia di Bernabei è quel che è, nulla quaestio;

ma non è l'unico produttore di fiction in giro!

 

Procacci, Barbareschi, Claudia Mori & co sanno realizzare solo simil poliziotteschi o scemeggiati in costume?

Purtroppo, questi non c'hanno MAI avuto le palle di proporre ALTRI contenuti a Rai & Mediaset!

 

E' semplicemente che, per citare don Abbondio, il coraggio chi non ce l'ha non se lo può dare!!

Non è pensabile che l'unica serie vagamente fresca vista in Rai negli anni 10 sia stata una cosetta cmq leggerina come Tutti pazzi per amore!!

[che cmq alla terza stagione mostrava fin troppo la corda, anche per il brutto taglio di budget subìto]

Hinzelmann

Claudia Mori...e Luca Barbareschi?

 

Claudia Mori è riuscita nell'impresa di far dirigere a Liliana Cavani

( la regista de Un portiere di Notte e Al di là del Bene e del Male )

 

De Gasperi l'uomo della Speranza

 

Ci ha messo una vita intera ad accettare la figlia!

 

A parte che la sua casa di produzione, la Ciao Ragazzi! credo non

abbia i capitali per andare oltre a delle co-produzioni con la RAI, cioè

deve essere prefinanziata 

 

La vecchia mummia, ovviamente ha lasciato il posto ai figli, ma hanno

ben altri finanziamenti

vabbè, ma se questi manco ci provano a proporre storie ATTUALI su temi tipo quelli che citavo prima (non solo storie gaye insomma), quando caz..pita li realizzeranno mai??

 

qui torniamo sempre al discorso della mancanza di palle, delle ragioni di Potere, eccetera eccetera..

Hinzelmann

Will&Grace è stato citato da Joe Biden però XD

 

Capisco che sia una dura realtà da accettare ma l'Italia è questa

cosa qui ed è il Texas d'Europa che produce Fiction che vende al

resto d'Europa omofobo

Silverselfer

 

 

Capisco che sia una dura realtà da accettare ma l'Italia è questa cosa qui ed è il Texas d'Europa che produce Fiction che vende al resto d'Europa omofobo

 

E' triste prendere coscienza di viver nel cuore del male (!)

 

@NewComer non si tratta di combattere contro i mulini a vento, ma neanche si può credere di essere sempre dalla parte giusta perché ci stai soffiando sopra. Metafora orribile, lo so ... Comunque io non critico il metodo, anzi, credo sia opportuno prendere spunto da esso.

 

Il discorso del pubblico, io temo che il problema sia capovolto, nel senso che i sessanta/ settantenni essendo figli degli anni della contestazione, siano assai più aperti che non i ventenni che provengono dal monopolio mediatico berlusconiano. 

 

Se penso a dei prodotti mediatici che hanno saputo cambiare il costume segnando la propria epoca, difficilmente trovo delle fiction televisive. Al contrario Comizi d'Amore di Pasolini rimane un esempio da seguire. Non era una fiction e non credo abbia avuto un budget proibitivo, specie oggi che si dispone di mezzi tecnologici di buona qualità a basso costo e una rete telematica accessibile da tutti. Il problema è il materiale umano ... ci manca Pasolini ... che poi non è tanto la caratura del poeta, quanto chi è capace di scavare la realtà.

 

Bah, se poi penso al cinema ... non è forse V per Vendetta che sta permeando i tempi moderni? Un film che tutto sommato non è stato questo gran campione d'incassi e non solo, ma la maggioranza delle persone che lo citano, non l'hanno neanche visto! Basato sull'immagine intesa come messaggio, ogni fotogramma è una vignetta capace di veicolare una determinata emozione. Non solo, ma i dialoghi sono di una potenza narrativa straordinaria. Ogni battuta è come un'aforisma. Ci sono dei nuclei narrativi capaci di esistere anche fuori dal contesto, perfetti per diffondersi in rete.

 

In assenza di grandi budget bisogna ingegnarsi. Bisogna trovare buone penne perché le parole sono alla base di tutto e, per esempio, la tradizione cinematografica italiana ha sempre puntato tutto sul regista, mai sugli autori. Beh, proprio mai non direi, però non hanno mai avuto la giusta importanza. In america succede il contrario, e quando gli autori nel 2007 scioperarono rischiò di andare tutto a pallino. 

 

Quando penso a un coordinamento nazionale delle associazioni, penso anche a progetti che evitano la dispersione di energie in mille rivoli. Loup Garau (o come caspita si chiama) ha postato uno dei video prodotti per il pride milanese e c'era molto materiale buono, se ci si lavorava meglio anche dal punto di vista della sceneggiatura, ne sarebbe potuto venire qualcosa di pregevole. Magari se l'arcigay di Milano avesse collaborato con il Mieli di Roma, unendo il capitale umano e i fondi disponibili, si potevano creare due episodi ... Una Web TV non costa uno sproposito e ci si potrebbero mettere dentro tutti i contenuti prodotti dalle associazioni italiane. Da questo confronto diretto sicuramente nascerebbero sinergie capaci di migliorarsi e soprattutto intercettare quella narrazione comune. 

 

Certo che si tratterebbe di un discorso interno alla comunità militante, ma parliamoci chiaro ... se siamo il Texas d'Europa non è solo colpa degli altri. Credo di non esagerare se dico che qui stiamo ancora all'anno zero. Bisogna creare una coscienza nazionale. Questo significa che i Milanesi devono potersi sentire Romani e i Romani iniziare a muoversi anche loro per incontrare i Torinesi e tutti insieme scendere a Palermo. Conoscersi è fondamentale e lavorare insieme indispensabile. Solo dopo che si sarà creata questa comunicazione costante tra i vari gruppi, si potrà lavorare per dei progetti mirati a farsi conoscere da tutti con un linguaggio nuovo che ha per protagonista un unico soggetto. 

 

Pretendere che questo ci cada dall'alto o ce lo deve semplificare l'appartenenza a un partito politico, fa parte di un esperimento già fatto e che ha dato dei risultati pessimi. Certo che ci vuole tempo, ma non è detto che questo tempo trascorra mestamente. L'entusiasmo di lavorare a un progetto comune trasforma gli ostacoli in ulteriori stimoli. Solo che ci vuole la gente giusta e non è che manchi, solo che per come sono strutturate le associazioni ora, probabile che si debba aspettare anni prima che possano emergere. Io un paio di nomi li conosco che saprebbero fare bene, magari se qualcuno ne ha altri, li mettiamo insieme e ci facciamo una mailing list. Un pretesto per lavorare insieme si trova ... è pur sempre un punto d'inizio. Parliamone ad altri ... vedrete che le occasioni arriveranno e se non ci riusciamo noi, lasceremo qualcosa a chi viene dopo, un mezzo sentiero tracciato ad indicare una via ... uno sforzo per quanto piccolo è sempre meglio di niente. 

 

Preferisco essere Don Chisciotte che Ridge di Beautiful  che tra l'altro fra un paio d'anno nessuno ricorderà più chi sia. 

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