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Storia di un mio amico represso


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AlanTuring

Salve a tutti.

 

Non so se è la sezione giusta, ma a me sembrava la più appropriata. Mi scuso se ho sbagliato. Vi racconto questa storia di repressione, sia perché secondo me è istruttiva(per questo scrivo la versione estesa) su quanto una persona possa essere repressa, sia per chiedervi consiglio su come risolverla.

 

C'è questo mio amico di università che è lo stereotipo perfetto della "checca". Parla e gesticola come da copione, saltella e svolazza e ha una vocetta leggera da contralto(certificata, perché canta). Tutto questo in modo così spontaneo e libero che tutti coloro che non lo conoscono sono convinti che sia gay dichiarato.

 

E invece no, nulla di più falso. Perché lui, che è CERTAMENTE gay, è anche certamente represso. Ogni tanto tenta di ostentare una presunta eterosessualità, per esempio indicandoci le ragazze che a lui piacciono(tutte figone assurde ed inarrivabili, come nel più scontato dei cliché). 

Qualche tempo fa succede che una ragazza, abbastanza carina(ma con scarsa capacità di giudizio), inizi a provarci spudoratamente con lui, invitandolo più volte ad uscire. Considerate che lui non è bello per niente, quindi sarebbe stata una storia clamorosa anche se lui fosse stato etero(tra l'altro l'ex di questa era uno gnocco possente). 

Di fronte a questa opportunità lui ha dei veri e propri attacchi di panico, arrivando a non mangiare e rifiutando gli appuntamenti con palesi scuse. A noi diceva che lei non gli piaceva, che secondo lui era una pazza, ma che non sapeva se era il caso di rifiutare. Noi facevamo discorsi più o meno criptici per cercare di risvegliargli l'unicorno interiore(in un impeto di sfacciataggine gli ho addirittura detto di seguire il pene e non il cuore) e lui ad un certo punto se ne esce con "ma mi sa...che a me non è mai realmente piaciuta una ragazza...intensamente come dite voi".

"Ce l'abbiamo fatta!!", pensiamo tutti!

E invece no.

La ragazza lascia perdere, i mesi passano, ma nulla cambia.

Eccetto che lui comincia a legare fortemente con un altro tipo. Anche questo viene notato da tutti, perché loro cominciano a comportarsi come una coppietta. L'amore sbloccherà la situazione? Ma certo che no!

Recentemente la speranza si riaccende quando in una serata universitaria mi ubriaco come mai avevo fatto, perdendo il controllo. Ho 3 ore di buco, in cui ho fatto tante cose che non mi ricordo(tra cui due coming out).

Il giorno dopo, a mensa, lui mi dice, ridendo "non so se ti ricordi le cose che hai detto...hai detto che mi dovrei accettare, che secondo te non mi sono accettato, che anche tu un tempo non ti accettavi ma ora si". Io lo fermo, perché eravamo in un luogo pubblico, dicendogli che ne avremmo riparlato. Quando io dico "mamma mia quante cose che ho detto" lui risponde, spiazzandomi, "e non è bellissimo?"

E se non avessimo capito niente tutti quanti? Se lui fosse "praticante" all'insaputa nostra? In ogni caso per una settimanella sono convinto di avergli confessato tutto. Non è chiaro come l'abbia presa, ma ormai i giochi sono fatti. Non può essere altrimenti. 

Poi una sera si presenta l'occasione. A fine serata è lui a riportarmi a casa, e siamo da soli. Nel tragitto fino all'auto, neanche a farlo apposta, continua a parlarmi del tipo, di quanto è stato gentile, di quanto gli sta simpatico, ecc. Non ho più dubbi, lo ha capito e vuole dirmelo

Saliti in auto gli chiedo a bruciapelo: "ma lui ti ricambia?"

Lui, stupito "mi ricambia cosa??"

Io,  un po' ironico e un po' pettegolo "non lo so...l'amicizia?"

Lui "ah si, senza dubbio!!!!" E cambia discorso.

Poco dopo torno alla carica:

 

"Allora, dimmi cosa ti ho detto giovedì"

"Ah, niente, hai detto che mi devo accettare, che secondo te non mi sono accettato e che per questo non sarei felice."

"Ok, e poi?"

"E poi mi hai detto che anche tu ti sei accettato e che da quel giorno sei felice".

"Ok, e poi?"

"E poi niente, basta così. Anche se lo hai ripetuto molto spesso, in realtà. Ad un certo punto dicevi sempre quello".

Ci rimango di sasso. In maniera palese, facendo una faccia sconvolta. Ma ormai sono in ballo, non posso smettere di ballare. 

"Ma quindi, non ho spiegato cosa intendevo, non sono sceso nei dettagli?"

"No, non l'hai fatto, era tutto qui".

"Pensavo che a mensa fossero solo allusioni a quello che ti avevo detto"

"Invece no, era esattamente quello che mi hai detto, senza omissioni".

"E...tu non ti sei chiesto cosa intendessi?"

"No, per niente. Alla fine eri ubriaco lercio, non penso che quello che dicevi avesse un senso"

"Ti assicuro che ce l'aveva"

"Perché, qual era?"(con aria disinteressata)

"Non posso dirtelo io, devi essere tu a pensarci"

"Bah, non ho voglia di pensare. Magari un giorno me lo dirai".

 

E la discussione finisce lì. Non l'ha più tirata fuori né con me né con i nostri amici in comune.

La cosa che mi lascia più sconvolto non è il fatto non ha capito niente. Ma che non gli interessi di capire. Forse perché ha intravisto e ha scelto di non vedere. Perché io è vero che gli ho lanciato frasi criptiche da sbornio(ho rivalutato la mia capacità di autocontrollo, comunque), ma in quella macchina ero sobrio e gli ho detto che quelle frasi avevano un senso. Non gli interessava sapere cosa intendevo con "devi accettarti".

 

Per concludere il cerchio, ieri in gruppo parlavamo delle foto arcobaleno su facebook e lui ne è uscito con frasi profondamente omofobe contro i matrimoni e le adozioni gay. Non che mi aspettassi altro.

 

Non so che fare. Vorrei fare qualcosa, perché è bruttissimo vederlo così represso. Ed ancora più brutto sapere che TUTTI hanno capito che è gay, meno lui. Ha avuto la ragazza non amata, il ragazzo che potrebbe amare, il mio discorso ai limiti dell'esplicito, da anni frequenta un'università scientifica. Per molto meno altre persone(tra cui me) fanno coming out interiore. Lui non accenna a cedere. 

Forse un mio coming out con lui potrebbe facilitare la cosa. Magari faccio coming out e poi gli dico esplicitamente che secondo me lui è gay. Perché non penso che cederà mai, di sua iniziativa.

 

Che ne pensate?

In ogni caso, quanto è brutto che ancora accadano cose del genere nel 2015!

Link to comment
https://www.gay-forum.it/topic/30627-storia-di-un-mio-amico-represso/
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Ho letto tutto il topic (ho vinto qualcosa? :lol:)

Ma non ho capito: tu sei dichiarato?

 

Alla fin fine, se lui è represso, non si accetta, o non si è ancora scoperto, il tuo comportamento non farà altro che farlo chiudere nella sua repressione.

 

Un gay represso ha bisogno di vedere qualcuno che - fuori dall'armadio - vive bene, è felice e sereno. Non ha bisogno di qualcuno che di nascosto gli smonta le ante del guardaroba per fargli fare coming out...

Icoldibarin

Insomma mi pare tu abbia cercato in ogni modo di buttarlo fuori ma lui da quell'armadio non si stacca.

Francamente non so se puoi far altro a meno che lui non inizi in qualche modo a guardarsi dentro.

Certo l'idea di esporlo ad una sana realtà gaia, aperta e serena potrebbe aiutare, oppure contrariamente rafforzare i suoi pregiudizi omofobi.

Forse la terapia d'urto del "io sono stramaledettamente convinto che tu sia omosessuale” può dargli una scossa, però il cerino nella sua mente lo deve accendere lui. Se non ha voglia di farlo nessuno lo potrà fare al posto suo.

Acampora89

Ha avuto la ragazza non amata, il ragazzo che potrebbe amare, il mio discorso ai limiti dell'esplicito, da anni frequenta un'università scientifica. Per molto meno altre persone(tra cui me) fanno coming out interiore. 

Che ne pensate?

 

Questa mi è nuova, francamente. Se c'è uno stereotipo universitario legato all'omosessualità, quello da noi è tradizionalmente lingue, non ingegneria, fisica o matematica. O.o

Ciao, in tutta onestà il tuo racconto è un po' sconnesso e risulta di difficile lettura. :\

In particolare, non ho ben capito se tu sia gay dichiarato (mi sembra di capire che non lo sia, visto che alla fine parli dell'eventualità di fare un coming out) o meno.

In ogni caso mi sembra che ci sia un pizzico di accanimento da parte tua - e dunque, mi interrogherei su questo aspetto.

Hinzelmann

Onestamente mi sembravano più chiare le frasi che gli avresti

detto da sbornio, forse perchè essendo sbornio non eri imbarazzato?

 

Il discorso venuto fuori in macchina invece lo trovo equivoco, perchè poteva

sembrare che tu ci stessi provando con lui e ti volessi informare se era libero

o aveva un fidanzato, come se dietro il tuo CO ci fosse un secondo significato

da scoprire

 

Cioè non so, a me fa questa impressione

Scusa ho una domanda per te: cosa diavolo te ne frega di salvare questo giuovine? Da cosa nasce questo indomito spirito da crocerossina? Se c'è una cosa sicura al 100.000% è che se una persona non ha intenzione di confidarsi con te, non lo farà mai e se tu la forzi sarà solo infinitamente controproducente. Inoltre potrebbe avere importanti e serie ragioni per non fidarsi di te: forse sei una persona molto pettegola, o un suo semplice conoscente, o una persona invadente con modi di fare fastidiosi e inopportuni. Questo noi non lo sappiamo e tu non lo ammetteresti mai, ma ciò non esclude che tu lo sia davvero o perlomeno che lui ti percepisca così.

 

Non puoi escludere comunque che lui abbia dei blocchi psicologici nei confronti delle relazioni, e potrebbe quindi essere comunque etero. Inoltre esistono pur sempre etero effeminati.

 

Ad ogni modo è una vera e propria FOLLIA che tu ti permetta di decidere chi e quando deve fare coming out quando tu stesso non sei palesemente dichiarato con tutti e non sei nemmeno capace di pronunciare la parola gay o omosessuale ad un tuo amico-conoscente.

 

Indipendentemente dai fattacci privati di questo tizio, è probabile che tu stia facendo su di lui un pesante lavoro di transfert  di questioni che riguardano... te stesso.

Edited by Sampei

Magari faccio coming out e poi gli dico esplicitamente che secondo me lui è gay. Perché non penso che cederà mai, di sua iniziativa.

 

Che ne pensate?

che avresti l'altissima probabilità di beccarti un fracco di botte...

Edited by freedog

Forse un mio coming out con lui potrebbe facilitare la cosa. Magari faccio coming out e poi gli dico esplicitamente che secondo me lui è gay. Perché non penso che cederà mai, di sua iniziativa.

 

Che ne pensate?

!

1- sì, fai c.o.

2- no, non dirgli che sei convinto che anche lui sia gay.

Sicuramente in tanti gli hanno già chiesto se è gay e molti gli hanno detto "secondo me sei gay".

E secondo me lui é gay, a giudicare dalla tua descrizione. O altrimenti rientra in uno di quei casi di etero effemminati e al contempo casti (o senza relazioni) che fanno pensare a tutti di essere gay.

Tu comunque non dirgli "secondo me sei gay": avrebbe senso solo se fosse uno non out ma che si è accettato e ha già fatto il "coming out interiore".

Digli semplicemente che sei gay, anche se penso che lui stesso l'abbia capito e che nel tuo discorso da ubriaco abbia semplicemente fatto finta di non capire.

AlanTuring

Scusa ho una domanda per te: cosa diavolo te ne frega di salvare questo giuovine? Da cosa nasce questo indomito spirito da crocerossina? Se c'è una cosa sicura al 100.000% è che se una persona non ha intenzione di confidarsi con te, non lo farà mai e se tu la forzi sarà solo infinitamente controproducente. Inoltre potrebbe avere importanti e serie ragioni per non fidarsi di te: forse sei una persona molto pettegola, o un suo semplice conoscente, o una persona invadente con modi di fare fastidiosi e inopportuni. Questo noi non lo sappiamo e tu non lo ammetteresti mai, ma ciò non esclude che tu lo sia davvero o perlomeno che lui ti percepisca così.

 

Non puoi escludere comunque che lui abbia dei blocchi psicologici nei confronti delle relazioni, e potrebbe quindi essere comunque etero. Inoltre esistono pur sempre etero effeminati.

 

Ad ogni modo è una vera e propria FOLLIA che tu ti permetta di decidere chi e quando deve fare coming out quando tu stesso non sei palesemente dichiarato con tutti e non sei nemmeno capace di pronunciare la parola gay o omosessuale ad un tuo amico-conoscente.

 

Indipendentemente dai fattacci privati di questo tizio, è probabile che tu stia facendo su di lui un pesante lavoro di transfert  di questioni che riguardano... te stesso.

Grazie della mia analisi psicologica. Ne avevo seriamente bisogno. Comunque ho pronunciato la parola "gay" spesso, in sua presenza, per esempio nella già citata discussione sulle foto arcobaleno(in cui io ho difeso intensamente i nostri diritti). Le uniche frasi che non ho pronunciato sono "io sono gay" e "tu sei gay": vengo appunto a chiedervi consiglio sull'opportunità di pronunciarle o meno.

 

Che sia gay, è certo. Forse non sono riuscito a renderlo bene nella descrizione(non so se è possibile farlo), ma lo è. Ed altrettanto certo è che sia represso.

 

E a me dispiace. Anche io ho alle spalle una storia di pesante repressione, quindi so cosa significa. Ricordo bene il vuoto interiore, il sentirsi uno scherzo malato della natura, i pensieri(vaghi, ma non troppo) di suicidio. E su molte, troppe cose, vedo questo mio amico simile a me. 

 

Solo che lui nonostante abbia tutti gli stimoli per cedere(ha persino il ragazzo), non lo fa, non accenna a farlo.

Non voglio che lo faccia adesso. Il fatto è che ho paura che non lo farà mai. Perché non ho proprio idea di cosa potrebbe accadere per smuovere una mente che non si è mossa per tutto il resto. E so cosa significa.

 

Si, quindi è transfer di questioni che mi riguardano. Lo ammetto. Ma non mi sento in colpa per questo.

sembra il ritratto di un tipo che ho conosciuto anche se lui non era effeminato ma tanto omofobo e realmente molto interessato alle ragazze

però insomma questa sembra tutta una lunga pippa mentale perchè mi pare che anche tu abbia fatto un sacco di allusioni e giri di parole, anzichè tagliar corto e dirgli che sei gay,

Edited by prefy

Anche io ho alle spalle una storia di pesante repressione, quindi so cosa significa.

E tu come sei riuscito ad uscirne?

 

Ti avrebbe fatto piacere incontrare sulla tua strada un ragazzo che si comporta come ti stai comportando tu?

 

Inoltre trovo abbastanza arrogante questo tuo modo di imporre la sessualità ad una persona. Finché non è lui a dire agli altri "sono omosessuale", tu non sai nulla con certezza su di lui.

AlanTuring

Si, avete ragione, non ho chiarito un punto importante. 

Io non sono dichiarato pubblicamente, per il momento. Lo ho detto a molte persone, specialmente all'Università dove lo sanno quasi tutti(procedendo per singoli coming out). A lui non l'ho detto, ma ai nostri amici in comune si.

E comunque mi reputo sospettabile.

 

Questa mi è nuova, francamente. Se c'è uno stereotipo universitario legato all'omosessualità, quello da noi è tradizionalmente lingue, non ingegneria, fisica o matematica. O.o

Le Università scientifiche non sono tradizionalmente gaye, ma l'ambiente è razionalista e spesso ateo. Quindi l'omofobia è quasi assente e i gay non hanno grandi problemi(la nostra è così, per lo meno). A me sviluppare un pensiero scientifico è stato fondamentale per superare la mia repressione(che era razionalmente sbagliata)

 

Ciao, in tutta onestà il tuo racconto è un po' sconnesso e risulta di difficile lettura. :\

Chiedo scusa, non sono pratico

 

che avresti l'altissima probabilità di beccarti un fracco di botte...

Ah, questo è altamente improbabile. La mia paura è che non mi parli più, invece.

Si, quindi è transfer di questioni che mi riguardano. Lo ammetto. Ma non mi sento in colpa per questo.

 

Non è una questione di sensi di colpa, è una questione di credibilità. Non sei credibile nei tuoi intenti.

 

Continuo a non capire di preciso perché una persona così debba "meritarsi" questo tuo interesse morboso. Non credere di poterti fare un amico gay agendo in questo modo, né tanto meno un fidanzato, né in ogni caso un'opera buona. Devi prima risolvere i problemi che ti impediscono di pronunciare la frase "io sono gay" davanti agli altri. Altrimenti è semplicemente pretestuoso esigere che qualcun altro lo faccia al tuo posto con te. NOn funziona così. E' una lotta personale ed individuale, e la devi obbligatoriamente vincere da solo, non ci sono scappatoie contorte, smettila di ostinarti.

 

Naturalmente faccio finta di non credere al fatto che tu possa voler adottare strategie più subdole, per esempio buttare qualcuno cui non tieni particolarmente in trincea per poter saggiare in anticipo da una "postazione sicura" la reazione dei tuoi amici ad un coming out, che forse tu stai pianificando per te stesso ma che ti fa paura.

Edited by Sampei
AlanTuring

 Non credere di poterti fare un amico gay agendo in questo modo, né tanto meno un fidanzato, né in ogni caso un'opera buona. Devi prima risolvere i problemi che ti impediscono di pronunciare la frase "io sono gay" davanti agli altri. Altrimenti è semplicemente pretestuoso esigere che qualcun altro lo faccia al tuo posto con te. NOn funziona così. E' una lotta personale ed individuale, e la devi obbligatoriamente vincere da solo, non ci sono scappatoie contorte, smettila di ostinarti.

Credo che ti sei perso il passaggio in cui dicevo che sono dichiarato a molte persone. Specialmente tra gli amici di università(che poi sono quelli in comune con lui, quindi non devo saggiare niente).

Ho scelto di fare un coming out alla volta, principalmente perché non ho interesse di dichiararmi al mio paesello di origine, visto che non guadagnerei nulla: gay o non gay ho intenzione di abbandonarlo finita l'università, e già da ora mi sono rimasti pochi amici. Lo ho detto ai miei genitori e a mio fratello, non c'è bisogno di dirlo ai nonni o a zio, e basta.

Tutto qui. Quindi stai facendo un discorso giusto con la persona sbagliata.

Ho già qualche amico gay e non sono interessato a lui come fidanzato(vi assicuro che capireste, se solo ve lo presentassi): anzi, mi piacerebbe vederlo felice con l'altro tipo di cui parlavo.

Ma lo conosco da prima di capire di essere gay(e già allora pensavo che lui lo fosse) e lui tra poco si laurea: lascerà l'Università, forse tornerà al suo paesello, i rapporti con me andranno a morire(chissà che fine faremo), e magari vivrà da represso tutta la vita. E io che capivo la sua situazione non ho fatto nulla per aiutarlo.

Penso che ci dovrebbe essere solidarietà tra noi colleghi. Soprattutto tra amici. 

 

So di una persona che lo ha capito solo dopo che un suo amico gli ha detto esplicitamente "tu per me sei gay, anche se lo neghi". Ci è rimasto malissimo, ha tolto il saluto all'amico, ha negato la cosa per poi accettarla pochi mesi dopo. Ora è "diventato" gay e felice.

Mi chiedo se questa tattica, molto drastica, a ridosso della pausa estiva, possa funzionare.

Ma forse, come dite voi, primo mi dichiaro io a lui, poi vediamo che succede.

So di una persona che lo ha capito solo dopo che un suo amico gli ha detto esplicitamente "tu per me sei gay, anche se lo neghi". Ci è rimasto malissimo, ha tolto il saluto all'amico, ha negato la cosa per poi accettarla pochi mesi dopo. Ora è "diventato" gay e felice.

curiosità:

adesso che si è *risolto*, ha riallacciato i contatti col suo ex(?) amico o continueranno a non parlarsi più da qui all'eternità?

 

 

Ho già qualche amico gay e non sono interessato a lui come fidanzato(vi assicuro che capireste, se solo ve lo presentassi): anzi, mi piacerebbe vederlo felice con l'altro tipo di cui parlavo.

 

Ma tu non hai il potere di forzare la gente a cambiare convinzioni così profonde su se stessa come l'autorepressione, il tuo approccio potrebbe essere disastroso nel senso che sentendosi braccato (senza alcun apparente motivo, fra l'altro) potrebbe reprimersi e acuire la propria omofobia ancora di più.

 

Accetta l'idea che esistono persone che sono talmente strutturate che vivranno per sempre da repressi.

 

Tutto quello che potresti fare sarebbe dare il buon esempio e parlare esplicitamente della tua omosessualità in sua presenza, parlando di te stesso e non intromettendoti nei fatti suoi con un'invadenza così pettegola. Il che, curiosamente, è proprio ciò che non hai fatto finora.

 

 

 tu non sai nulla con certezza su di lui.

il fatto che si sia lasciato sfuggire l'occasione adatta mi porta a pensare che non voglia dirgli che è gay Alan, anzi aspetta che sia l'altro a capire qualcosa, l'altro ovviamente fa il finto tonto... mi sembra il gatto che gioca con il topo -_-

 

se dopo tutta sta tarantella finite a letto sarà il colmo xD 

"Non posso dirtelo io, devi essere tu a pensarci"

 

Che risposta antipatica...

ci credo che poi lui reagisce facendo il bell'indifferente :D

Comunque, sono d'accordo con chi ti suggerisce che, se davvero lo vuoi aiutare, questa intromissione è poco corretta e poco utile.

 

Ma lo conosco da prima di capire di essere gay(e già allora pensavo che lui lo fosse) e lui tra poco si laurea: lascerà l'Università, forse tornerà al suo paesello, i rapporti con me andranno a morire(chissà che fine faremo), e magari vivrà da represso tutta la vita. E io che capivo la sua situazione non ho fatto nulla per aiutarlo.

Penso che ci dovrebbe essere solidarietà tra noi colleghi. Soprattutto tra amici. 

 

L'intento sembra nobile, ma come puoi pretendere che lui sia più sincero con te di quanto tu sei con lui...?

In un paio di occasioni anch'io all'Uni mi sono imbattuto in amici che inizialmente credevo gay...e se ho un po' "indagato" sulla loro vita privata l'ho fatto solo dopo essermi dichiarato. Così è leale, altrimenti no.

 

 

So di una persona che lo ha capito solo dopo che un suo amico gli ha detto esplicitamente "tu per me sei gay, anche se lo neghi". Ci è rimasto malissimo, ha tolto il saluto all'amico, ha negato la cosa per poi accettarla pochi mesi dopo. Ora è "diventato" gay e felice.


Senza offesa, eh - in tutta onestà, a me sembra una logica da romanzetto di formazione contemporaneo, oltre ad essere un pelino egocentrica ed irrispettosa. Per giunta, il fatto che quasi suggerisca d'intenderla come un modello, dopo esserne stato spettatore, non migliora il quadro.

Chiaramente ognuno ha le sue prospettive di vita. Ci son persone che soffrono se non incassano/sparano giudizi al circondario che frequentano - ed altre che soffrono quando vien messa loro troppa fretta. Per quanto siano entrambe posizioni opinabili, è questione di carattere e non ci si può metter mano più di tanto.

 

Però, ecco, avrebbe senso che un modo di porsi così secco sia accompagnato da altrettanta schiettezza circa la propria, di storia, altrimenti si sconfina in codesti livelli. ( :D )

 

Insomma: anche io mi associo a chi ti ha consigliato di far coming out con lui. Si tratterebbe in ogni caso di una progressione che ti permetterà di voltar pagina. Buona fortuna!

 

davydenkovic90

Penso che tu ti sia comportato male e che tu abbia sbagliato su quasi tutta la linea.

Primo, nel ritenere, insieme al tuo gruppetto di amiche, che uno solo perchè "schecca" o perchè non sia particolarmente attraente fisicamente, debba essere gay per forza. Questa è omofobia stellare, come direbbe la Marini. Magari non è neanche gay ma semplicemente effemminato, forse è casto, forse non vuole vivere la propria sessualità, forse sta ancora esplorando, ci sta riflettendo... E' come se tu conoscessi un ragazzo virile e belloccio che fa il calciatore e volessi fargli confessare a tutti i costi che è etero anche se lui guarda i ragazzi... ti sembra sensata la cosa?

Secondo, chi sei tu per volerlo costringere a fare una cosa solamente perché tu ritieni che sia giusto e perché per te ha avuto senso in un dato momento della tua vita e ti ha fatto stare meglio? 

Poi non ho capito il discorso della mensa, del "luogo pubblico", del non dire "io sono gay", "tu sei gay".

E non ho capito neanche un'altra cosa... se lui ha anche un ragazzo, voi non siete neanche suoi amici così stretti, ma siete semplicemente colleghi di università un po' "buontemponi" (per usare un eufemismo... perchè, voglio dire, star a guardare se una ragazza ci prova con lui, ubriacarvi e da ubriachi dirgli che deve accettarsi, bo, non mi sembrano cose tanto carine).. dicevo.. potrebbe anche non avere alcun interesse a parlare della propria vita sentimentale/sessuale con voi, ma viversela tranquillamente come meglio crede, esplorare la sessualità che è un sogno suo che lui si vive come meglio crede e non deve certo rendere conto a te. Perché accanirsi contro di lui? Se veramente ti importasse di lui come dici, o meglio, se veramente tu fossi a tuo agio con la tua e con la sua sessualità, gli faresti capire che non c'è niente di male a essere gay e gli diresti che tu lo sei e sei felice così. Punto. Non andresti oltre. Non pretenderesti che lui ti dicesse a tutti i costi che è gay o altri comportamenti strani. Poi, sei vicino alla laurea? Cioè, hai più di 21-22 anni? E ti accanisci in questo modo contro un ragazzo solo perchè è effemminato ma non vuole ammettere di essere gay davanti a tutti? Hai mai maturato in vita tua l'idea che ogni persona è fatta a modo suo, che ha i propri tempi e che vive la vita come meglio crede? Specialmente per quanto riguarda determinati aspetti della vita privata? Forse sei tu che devi capire due o tre cose per vivere più sereno, non lui. 

Ah, e mettendo insieme tutto anche secondo me sei tu il represso. Un giorno magari ce lo confesserai e starai meglio.

Baci.

Edited by davydenkovic90

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