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Siete favorevoli allo ius soli?


  

33 members have voted

  1. 1. A quale ius soli siete favorevoli?

    • Ius soli temperato
      8
    • Ius culturae
      7
    • Ius soli puro
      5
    • Sono contrario
      13


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Internazionale

Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, alla festa per i dieci anni del Partito democratico (Pd), ha detto che si sta impegnando per far approvare la legge di riforma della cittadinanza impropriamente chiamata ius soli, che era nel programma elettorale del Pd nel 2013 ed è bloccata al Senato da due anni.

A fine legislatura – dopo una mobilitazione di associazioni, studenti, insegnanti e molti politici – la possibilità che il disegno di legge torni in aula sembra più plausibile, anche se il calendario del Senato è fittissimo e il tempo a disposizione prima dello scioglimento delle camere è limitato.

Secondo alcuni analisti, la legge potrebbe tornare a palazzo Madama alla fine di novembre o addirittura a gennaio dell’anno prossimo. Intanto il fronte politico per la sua approvazione nelle ultime settimane si è esteso, ma mancano almeno cinque o sei senatori per garantire una maggioranza parlamentare, in grado di portare all’approvazione della norma. Ma qual è la legge in vigore oggi in Italia e come si è arrivati alla riforma?

Il ruolo degli emigrati nella cittadinanza
La legge in vigore in Italia è stata approvata nel 1992 e considera cittadino italiano chiunque abbia almeno un genitore italiano, senza distinzioni tra chi nasce in Italia e chi nasce all’estero. Si fonda quindi principalmente sullo ius sanguinis (diritto di sangue), che fa derivare la cittadinanza da quella dei genitori e degli antenati. I cittadini stranieri residenti in Italia possono diventare italiani per naturalizzazione o per matrimonio.

La docente di sociologia politica Giovanna Zincone nel suo saggio Citizen policy making spiega che “quando l’Italia è stata unificata nel 1861, la sua prima legge sulla cittadinanza ha privilegiato il principio secondo cui l’appartenenza a una società doveva dipendere dall’appartenenza a una nazione, una comunità di persone che hanno gli stessi antenati”. La prima legge sulla cittadinanza del paese appena unificato fu mutuata dal codice napoleonico, come quasi in tutti i paesi europei.

Zincone ricorda che – come tutti i paesi con un alto numero di emigrati – l’Italia ha favorito la trasmissione della cittadinanza “con il sangue”, per mantenere un legame con i tanti emigrati italiani che vivevano e lavoravano all’estero e contribuivano allo sviluppo e all’arricchimento del paese attraverso le rimesse. Invece Roma non è riuscita ad approvare delle misure che estendano la cittadinanza agli stranieri che risiedono sul territorio italiano da molti anni e ai loro figli nati e cresciuti in Italia, anche se è dalla fine degli anni novanta che si parla di ius soli (diritto di cittadinanza legato al luogo di nascita).

La legge numero 91 del 1992 ha rafforzato il principio dello ius sanguinis ed è nata proprio per favorire gli italiani all’estero, cioè la discendenza degli emigrati italiani, mentre ha introdotto tempi più lunghi per la naturalizzazione dei cittadini di nazionalità straniera. La riforma ha infatti ridotto a tre anni (da cinque) il tempo in cui devono risiedere in Italia i discendenti degli italiani che vogliono ottenere la cittadinanza e gli ha permesso di mantenere il doppio passaporto, mentre i cittadini di paesi non europei devono risiedere qui almeno dieci anni (prima erano cinque).

La legge del 1992, inoltre, ha reso più difficile per i figli dei cittadini stranieri acquisire la cittadinanza italiana, perché ha introdotto l’obbligo di residenza continuativa e legale nel paese fino al compimento del diciottesimo anno di età. Con la riforma del 1992, il matrimonio è diventato uno dei principali canali di accesso alla cittadinanza: per chiederla bastava essere sposati da appena sei mesi con un italiano o un’italiana. Nel 2009 però questa parte della legge è stata cambiata, il governo Berlusconi ha inserito nel Pacchetto sicurezza una norma che ha innalzato il termine a due anni.

Come spiega Giovanna Zincone, la riforma della cittadinanza del 1992 ha rafforzato il ruolo politico degli italiani all’estero. “La lobby degli italiani all’estero ha un ruolo decisivo nella politica nazionale, possono scegliere i loro rappresentanti ed eleggono sei senatori e dodici deputati”, scrive Zincone. Per queste ragioni storiche, si è creato un divario tra i diritti politici riconosciuti ai discendenti degli italiani all’estero e quelli che sono negati agli immigrati che risiedono in Italia da molto tempo.

La lunga storia dello ius soli
La prima proposta di riforma della legge sulla cittadinanza per gli stranieri residenti è stata presentata dalla ministra degli affari sociali Livia Turco nel 1999. In particolare la proposta prevedeva che i figli nati in Italia di cittadini stranieri potessero chiedere la cittadinanza all’età di cinque anni, dopo aver vissuto legalmente e continuativamente nel paese.

I genitori avrebbero dovuto dimostrare di essere residenti in Italia da almeno cinque anni. “L’idea era quella di evitare che i bambini che cominciavano il ciclo scolastico obbligatorio fossero trattati come stranieri e avessero meno diritti rispetto ai bambini nati in Italia da genitori italiani”, ricorda Zincone nel suo saggio Citizen policy making. Il progetto di riforma della cittadinanza del 1999 fallì, ma alcuni tratti della proposta di legge rimasero nelle proposte successive.

Nel 2006, l’allora ministro dell’interno Giuliano Amato propose una nuova riforma della cittadinanza, che fu decisamente ostacolata dai partiti d’opposizione anche se un sondaggio aveva evidenziato che la maggior parte degli italiani era d’accordo con la riforma. “C’è da notare come l’opposizione ebbe più spazio in televisione e sui mezzi d’informazione che nella commissione per gli affari costituzionali che stava esaminando la riforma. Questa è una classica Teoria della scelta pubblica di Buchanan & Tullock: i politici ottengono più nella contrattazione privata che in quella pubblica e quello che avviene nelle commissioni ha meno visibilità dei dibattiti che si svolgono in televisione”, spiega Zincone.

Nel 2008 la vittoria della coalizione di centrodestra, formata da Forza Italia e dalla Lega Nord, e la scelta di spostare le politiche migratorie sul piano dell’ordine pubblico impressero una battuta d’arresto al dibattito sulla riforma. Nel 2009 i deputati Andrea Sarubbi (Pd) e Fabio Granata (Popolo della Libertà) proposero una riforma bipartisan della cittadinanza, che però si fermò nel 2010 per il timore del Pdl di esporsi su questo tema all’inizio della campagna elettorale per le regionali.

La proposta di Granata e Sarubbi diceva, in sostanza, che un ragazzo nato in Italia da genitori stranieri poteva ottenere la cittadinanza italiana a diciott’anni, se risiedeva in Italia da almeno cinque anni, superando un test di “integrazione civica e linguistica” e in seguito a un giuramento sulla costituzione. Inoltre sarebbero potuti diventare italiani i figli di immigrati residenti in Italia da almeno cinque anni e quelli che avevano completato un ciclo di studi.

Dopo la bocciatura della legge bipartisan, nel 2011, una ventina di associazioni lanciarono la campagna l’Italia sono anche io, una raccolta di firme che portò a presentare in parlamento due leggi di iniziativa popolare. La campagna fu sostenuta dall’allora sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, che era anche presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci). Furono raccolte 200mila firme.

Il testo della legge d’iniziativa popolare fu depositato alla camera il 5 febbraio del 2012. Il 13 ottobre del 2015, dopo una lunga discussione parlamentare, è stata approvata una riforma che ingloba la legge d’iniziativa popolare e altre venti proposte di legge. Tuttavia la norma, che prevede lo ius soli temperato e lo ius culturae, è rimasta bloccata in senato da due anni e rischia di non essere approvata entro la fine della legislatura. “È come essere agli ultimi cento metri e poi ti bloccano, se finisse la legislatura senza approvare questa legge bisognerebbe ricominciare da capo”, spiega Giulia Perin, avvocata dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).

La novità dello ius culturae
Nella nuova proposta di legge la vera innovazione rispetto alle proposte precedenti è l’introduzione dello ius culturae: il principio che lega la cittadinanza al fatto di aver frequentato le scuole nel paese dove si risiede prima dei 12 anni. “Questi tre concetti lo ius soli, lo ius sanguinis e lo ius culturae devono essere integrati tra loro: la nuova legge stabilisce che è cittadino chi ha genitori italiani, chi è nato in Italia da immigrati che risiedono da molti anni nel paese, ma soprattutto chi ha frequentato la scuola italiana. Questo dà una centralità alla scuola e alla cultura italiana”, spiega Giulia Perin dell’Asgi, che aggiunge: “Basta osservare i bambini: ognuno è figlio della cultura dei suoi genitori, del luogo dove è nato e cresciuto, ma soprattutto del paese in cui ha frequentato la scuola, alla fine la scuola gioca un ruolo fondamentale nella costruzione della cittadinanza e dell’appartenenza a una società”.

L’avvocata dell’Asgi risponde anche alle critiche di chi teme che l’approvazione della legge porterà troppe persone a beneficiare dei diritti legati alla cittadinanza. Questa paura ha alla base un equivoco di fondo secondo Perin: “L’Europa ci ha obbligato a dare agli immigrati che soggiornano legalmente nel nostro paese tutti i diritti sociali tranne quelli politici, quindi di fatto quello che cambierebbe per queste persone che vivono nel nostro paese da tanti anni come stranieri anche se sono nati qui è il diritto a votare e la libertà di movimento, cioè la possibilità di spostarsi liberamente in tutti i paesi con cui l’Italia ha degli accordi”, conclude Perin. “A chi conviene avere delle persone che non hanno modo di integrarsi al cento per cento e sentirsi parte di questa società? A volte questa domanda se la fanno anche in questura”.

Edited by Rotwang
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La Repubblica

"L'adesso è lo Ius soli: da qui dobbiamo prendere l'impegno solenne di approvare in questa legislatura lo ius soli. Non è una legge sull'immigrazione ma sull'integrazione, sono due cose radicalmente diverse", ha detto il ministro dell'Interno Marco Minniti dal palco del museo di Pietrarsa, dov'è in corso la conferenza programmatica del Pd. "Un grande partito di fronte a una legge di principi si batte, decide, convince. L'unica cosa che un grande partito non fa è rinunciare: noi non rinunceremo", ha sottolineato.

Secondo il Ministro, su questa legge si gioca anche "la credibilità per una nuova fase nelle politiche dell'immigrazione", e sul tema il Pd "deve cercare di convincere chi non la pensa come noi".

La legge sullo Ius soli è tra le "leggi da salvare" 
che il 31 maggio Repubblica ha indicato come meritevoli del massimo sforzo da parte di deputati e senatori per far compiere un salto qualitativo ai diritti delle persone, e non sprecare il lavoro compiuto fin qui. La legge è stata approvata alla Camera il 13 ottobre 2015 con 310 deputati a favore, 66 no e 83 astenuti. Oggi è ancora bloccata al Senato dove la maggioranza rischia di non avere i numeri per approvarlo.

La riforma si basa su un testo assai modificato rispetto a quello originario. Non introduce affatto uno ius soli puro: quindi chi nasce oggi in Italia non diventerebbe automaticamente italiano, né lo diventerebbe chi sbarca sulle coste italiane.

Edited by Rotwang
20 hours ago, Rotwang said:

"L'adesso è lo Ius soli: da qui dobbiamo prendere l'impegno solenne di approvare in questa legislatura lo ius soli. Non è una legge sull'immigrazione ma sull'integrazione, sono due cose radicalmente diverse", ha detto il ministro dell'Interno Marco Minniti

prendessero l'impegno solenne di fare una buona legge, ridiscutendo i punti pessimi e controversi del testo attuale... no alla logica del "prendere o lasciare"

Just now, conrad65 said:

prendessero l'impegno solenne di fare una buona legge, ridiscutendo i punti pessimi e controversi del testo attuale... no alla logica del "prendere o lasciare"

Il testo attuale è lo ius soli temperato ed è l'unica soluzione percorribile. Non è colpa del PD se a volte escono testi al ribasso, devono mediare in maggioranza e opposizione. Sapete come funziona il parlamentarismo italiano, voi che avete votato No?

1 minute ago, Rotwang said:

Il testo attuale è lo ius soli temperato ed è l'unica soluzione percorribile. Non è colpa del PD se a volte escono testi al ribasso, devono mediare in maggioranza e opposizione.

si infatti hanno talmente mediato che lo vogliono approvare a colpi di fiducia...

2 minutes ago, conrad65 said:

si infatti hanno talmente mediato che lo vogliono approvare a colpi di fiducia...

Unica possibilità, i governi progressisti sono sempre osteggiati in questo Paese grillino. Continuate a vivere in un mondo che non esiste, dove le leggi in Italia, con governi di larghe intese, con leggi proporzionali e camere pari, possano essere approvate in modi diversi da questo.

Edited by Rotwang

@Rotwang io non ho visto nessuna mediazione e nessuna volontà di arrivare a un accordo politico con le forze moderate e liberali di centro-destra, molte delle quali non mi pare siano aprioristicamente contro la concessione della cittadinanza agli stranieri

il testo in approvazione è irresponsabile e irricevibile, terzomondismo da salotto, boldrinismo becero: chi lo approverà è fuori dalla ragione e si assumerà tutte le responsabilità del disastro della sua parte politica, che sicuramente seguirà

1 minute ago, conrad65 said:

@Rotwang io non ho visto nessuna mediazione e nessuna volontà di arrivare a un accordo politico con le forze moderate e liberali di centro-destra

Ti sbagli, come sempre, tuttavia accordarsi col centrodestra italiano significa nessuna legge o merda. Oltretutto, con l'allarme terrorismo, proprio questo centrodestra che tu citi sta battagliando per la non approvazione, cosicché passeranno altri dieci anni prima che si riparli di riforma di cittadinanza. Il sale della democrazia? No, della demenza parlamentare italiota.

Edited by Rotwang

mi appello alla capacità residua di ragionamento che pure dovrebbe albergare nel PD.... rimettessero mano al testo e cercassero le intese, la corresponsabilità e il voto parlamentare della destra moderata... se poi si vogliono suicidare elettoralmente e consegnare alle prossime elezioni il paese alla destra estrema, facessero pure

Edited by conrad65
2 minutes ago, conrad65 said:

mi appello alla capacità residua di ragionamento che pure dovrebbe albergare nel PD.... rimettessero mano al testo e cercasssero le intese, la corresponsabilità e il voto parlamentare della destra moderata... se poi si vogliono suicidare elettoralmente e consegnare alle prossime elezioni il paese alla destra estrema, facessero pure

Ripeto per le persone che si rifiutano di ragionare o di pensare: non si può rimettere mano al testo, significherebbe approvarlo ancora più al ribasso o non approvarlo proprio, perché la destra italiana non vuole per nulla approvare una riforma della cittadinanza, vuole mantenere lo ius sanguinis del 1992, propagandando lo ius soli temperato come un modo per dare cittadinanza ai primi immigrati sbarcati. Bene che il PD s'intestardisca e lo approvi entro la fine della legislatura, neanche i liberali italiani sono favorevoli allo ius soli temperato ed è una questione di civiltà del diritto, che noi continuamente rifiutiamo.

Edited by Rotwang

non sono affatto d'accordo: ci sono posizioni nella destra liberale che vogliono quello che andrebbe davvero fatto, ovvero uno ius culturae su basi più o meno severe, che possono essere oggetto di trattativa politica

parlo di posizioni come quella di Marco Taradash, che non siede in parlamento ma comunque rappresenta il pensiero di alcuni esponenti che invece in parlamento ci stanno

dire che non ci sono alternative politicamente percorribili a questo pessimo testo è strumentale e falso

Just now, conrad65 said:

non sono affatto d'accordo: ci sono posizioni nella destra liberale che vogliono quello che andrebbe davvero fatto, ovvero uno ius culturae su basi più o meno severe, che possono essere oggetto di trattativa politica

Lo ius culturae è inutile e sciocco, l'unica via è lo ius soli temperato. Quale destra liberale, le mummie del vecchio PLI che pigliano numeri da prefisso?

Tra l'altro, se avessi letto il testo della legge, sapresti che è inserito pure lo ius culturae.

  • 2 weeks later...

Dato che mi sono pronunciato nel sondaggio (a favore dell ius soli temperato), scrivo qualche mia opinione (condivisibile o meno)

Negare l'ius soli (cioè pronunciarsi contrari) non ha senso, dato che riguarderebbe ogni singolo nato sul suolo italiano, senza differenze razziali. Il diritto di cittadinanza nel luogo ove si nasce è ancestrale e non possiamo affidarci di certo al solo 'ius sanguinis', perché significherebbe per l'Italia chiudersi al mondo, proprio in corso di una globalizzazione senza pari.

Trovo etico l'ius soli 'puro' (come applicato negli USA e in gran parte del continente americano), ma mi rendo conto che non è di fatto applicabile. Almeno in questo momento storico. Un ius soli assoluto darebbe, infatti, una spinta troppo forte all'immigrazione clandestina (già fortemente problematica) e rischierebbe di favorire tratte illecite di donne in corso di gravidanza.

Per questi motivi mi sono sentito di pronunciarmi nel sondaggio a favore dell'ius soli temperato. Mi sembra una soluzione diplomatica che permette agli immigrati di ogni tipo, o meglio ai 'nuovi comunitari', di integrarsi davvero, se lo desiderano.

Per quanto riguarda la proposta del centro destra di un 'ius culturae', mi sembra più una buffonata pubblicitaria che una proposta legislativa seria. Non credo sia il caso di perdere tempo a spiegare il perché è impossibile ed inutile cercare di standardizzare dei corsi per 'renderti italiano'.
Mi viene in mente solo una considerazione, che per quanto banale, può essere interessante: è importante avere coscienza dell proprie radici e proteggerle, ma così come esse si sono formate e trasformate nel tempo, continueranno a farlo in futuro. L'integrazione è un processo bilaterale.

On 8/11/2017 at 6:45 PM, Noris said:

Il diritto di cittadinanza nel luogo ove si nasce è ancestrale

Ma anche no, anzi: i paesi nei quali vige lo ius soli sono una esigua minoranza sul totale, e si tratta perlopiù di un retaggio legislativo vigente in paesi un tempo in sviluppo (esempio gli Usa) che avevano bisogno di accrescere la propria popolazione per avere più manodopera.

Ciao ben, hai ragione quando dici che i paesi che adottano attualmente l'ius soli sono una minoranza sul totale e trovo interessante la tua considerazione sul retaggio legislativo.^_^
È difficile, in effetti, fare delle statistiche univoche dal momento che molti Stati applicano un 'misto di ius'. Ad esempio ho letto che in Italia l'ius soli è in vigore da più di venti anni nei casi di inapplicabilità della trasmissione di cittadinanza dai genitori (apolidi).
Il termine 'ancestrale' era forse fuori luogo. Mi fa piacere che tu l'abbia sottolineato, perché così ho l opportunità di aprirmi su fatti che con il sondaggio e la politica hanno poco a che fare ^_^ Più che altro si trattava di una considerazione personale, intima, rivolta ad una sensazione di appartenenza che credo si percepisca nella consapevolezza di essere nato in un qualche luogo. Un poco come essere, dopo che Italiano anche romano. A Napoli (la mia città) spesso si tende a settorializzare ancora di più, a definirsi di uno o di un altro quartiere ed addirittura a non indentificarsi con altri. È per questo che a volte penso: se io fossi nato - per dire - ad Osaka e vi avessi trascorso i miei primi dieci anni di vita per poi tornare in Italia con i miei genitori, forse sentirei un'attrazione naturale verso la cultura nipponica. (sempre in riferimento al mio carattere ed al mio vissuto) :lol:

Saramandasama

Contrario. Esistono delle radici. Rispettiamole! Io, come il ragazzo russo,  sono nato su Marte millenni fa, le mie radici e cultura sono marziane, anche se adesso sono reincarnato  e dimoro in Italia.  Non potrei mai rinnegare le mie vere origini per una cultura a me aliena. 

2 hours ago, Noris said:

Ad esempio ho letto che in Italia l'ius soli è in vigore da più di venti anni nei casi di inapplicabilità della trasmissione di cittadinanza dai genitori (apolidi).

Veramente in Italia lo ius soli è in vigore per chiunque dal 1992. 

Dal 1992 è in vigore una legge che - cito - "permette allo straniero nato in Italia che ha mantenuto costantemente la residenza dalla nascita la facoltà, al raggiungimento della maggiore età, di chiedere e ottenere, anche senza le condizioni normalmente richieste (reddito sufficiente, incensuratezza, circostanze di merito, ecc.), la cittadinanza italiana; tale facoltà però può essere utilizzata solo entro un anno dal raggiungimento della maggiore età, termine dopo il quale la cittadinanza è ottenibile solo tramite le norme ordinarie".

Prima dei 18 anni lo straniero nato in Italia, pur non avendo la cittadinanza, è garantito in tutto, dalla sanità all'istruzione che sono un diritto universale sancito dalla Costituzione. 

Secondo i dati Eurostat, l’istituto statistico dell’Unione europea, l'Italia già ora è il paese europeo che rilascia all'anno più cittadinanze. Nel 2015 - ultimo anno per cui si hanno dati - ne ha rilasciate 178 mila. Seguono Regno Unito con 118 mila, Spagna con 114 mila, Francia con 113 mila e Germania con 110 mila.

Lo ius sanguinis nel dibattito non c'entra nulla, lo si tira in ballo da entrambe le parti perché in Italia si preferisce lo scontro ideologico - la "culture war" - al dibattito ragionato fondato sui fatti. 

Un dibattito serio dovrebbe invece vertere sullo ius soli già presente, se vada lasciato così com'è, vada ritoccato o stravolto completamente come da proposta PD. 

Personalmente, come già detto nelle pagine precedenti ragionando sul contenuto della legge, considero la proposta del PD una porcata. 

La legge attualmente in vigore è più che ottima, al massimo può essere aggiornata su alcuni aspetti, ad esempio si potrebbe allungare il range di tempo disponibile per poter fare domanda di cittadinanza. Non c'è nessun bisogno di nuove leggi e i dati sul numero di cittadinanze concesse in Italia lo dimostrano. 

Aggiungerei anche dei test di cittadinanza sulla lingua, la cultura, i costumi, la struttura sociale e giuridica dello stato atti a verificare l'effettiva integrazione dell'immigrato o del figlio di immigrati nato in Italia. Sono test presenti in tutta Europa (Danimarca, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Spagna, Austria, Germania, etc.). 

Edited by Uncanny
On 29/10/2017 at 3:14 PM, Rotwang said:

Lo ius culturae è inutile e sciocco, l'unica via è lo ius soli temperato.

Anche a me lo ius culturae fa molto ridere nel 2017.

On 24/10/2017 at 1:27 AM, Rotwang said:

“L’Europa ci ha obbligato a dare agli immigrati che soggiornano legalmente nel nostro paese tutti i diritti sociali tranne quelli politici, quindi di fatto quello che cambierebbe per queste persone che vivono nel nostro paese da tanti anni come stranieri anche se sono nati qui è il diritto a votare e la libertà di movimento, cioè la possibilità di spostarsi liberamente in tutti i paesi con cui l’Italia ha degli accordi”

Condivido; in effetti minori non regolarizzati generano più costi che benefici per tutti...senza contare poi che, per un migrante, dover provare una lunga continuità di residenza pena l'esclusione dalla possibilità di richiedere la cittadinanza, è naturalmente piuttosto farraginoso.

A questo punto serve invece uno ius sanguinis che vada indietro fino a quattro generazioni e che sia ad uso esclusivo di calciatori argentini/brasiliani/uruguayani per risollevare la nazionale. Potevamo avere un Icardi lì davanti tanto per dire :D

On 13/11/2017 at 7:45 PM, Uncanny said:

Prima dei 18 anni lo straniero nato in Italia, pur non avendo la cittadinanza, è garantito in tutto, dalla sanità all'istruzione che sono un diritto universale sancito dalla Costituzione. 

Esatto.

Proprio per questo motivo non c'è nessun motivo e necessità reale che spinga a cambiare la legge attuale.

L'unico motivo per cui certi partiti premono tanto per tale legge è per ingraziarsi l'elettorato di origine straniera. 

1 hour ago, ben81 said:

Esatto.

Proprio per questo motivo non c'è nessun motivo e necessità reale che spinga a cambiare la legge attuale.

L'unico motivo per cui certi partiti premono tanto per tale legge è per ingraziarsi l'elettorato di origine straniera. 

Fascista incivile, è il corso evolutivo e positivo del Paese.

Edited by Rotwang

Io non capisco cosa vi cambia, tra dare la cittadinanza

a un diciassettenne figlio di immigrati regolari e nato in Italia

rispetto ad aspettare che abbia 18 anni per farne richiesta.

Se non naturalmente il gusto sadico di vederlo escludere dai programmi europei per le superiori

e dalle manifestazioni sportive dedicate agli under 18.

Poi se volete lo ius sanguinis per mantenere la bianchezza della razza italiana, beh... questo è un altro paio di maniche.

2 hours ago, Almadel said:

Io non capisco cosa vi cambia, tra dare la cittadinanza

a un diciassettenne figlio di immigrati regolari e nato in Italia

rispetto ad aspettare che abbia 18 anni per farne richiesta.

d'accordo: visto che non cambia niente, lasciamo le cose così come sono....

che poi ci stiamo accapigliando non si sa bene per cosa.... in Italia abbiamo servizi tra i più scadenti d'Europa,  la rappresentatività democratica è allo sfacelo, c'è una tassazione a livello svedese, la giustizia non funziona, la disoccupazione è elevatissima e non riusciamo neanche a qualificarci per i mondiali di calcio...

ma giusto un disperato in assenza di qualsivoglia alternativa può desiderare di prendere lo stigma della cittadinanza italiana

3 hours ago, Almadel said:

Se non naturalmente il gusto sadico di vederlo escludere dai programmi europei per le superiori

e dalle manifestazioni sportive dedicate agli under 18

Bisogna davvero essere a corto di argomenti per giustificare lo ius soli con questioni così marginali e minimamente impattanti sulla stessa popolazione immigrata. Questioni che poi possono essere risolte con leggi ad hoc e per cui non sono necessari cambiamenti radicali sulle leggi che regolano la cittadinanza.

Comunque, come già detto nel mio primo intervento in questo thread, non avrei grossi problemi nel vedere ridurre di qualche anno l'età necessaria a fare richiesta di cittadinanza per il figlio di immigrati  nato in Italia.

Per questo basta però ritoccare la legge attualmente in vigore - che è già ius soli, lo ius sanguinis non c'entra nulla - e non vedere approvate leggi come quella del PD che è una porcata, come ho già avuto modo di dire spiegandomi esaustivamente in seconda pagina.

La bianchezza della razza italiana non c'entra nulla e non è mai stata tirata in ballo nella discussione. Esiste il dibattito ragionato fondato sui fatti e lo scontro ideologico, a quanto pare tu preferisci il secondo come praticamente tutti d'altronde.

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