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  1. 1. In quali tra le seguenti situazioni ti ritrovi?

    • Quando leggi un articolo e trovi un errore ti rifiuti di proseguire nella lettura anche se ti stava rivelando il senso della vita
      7
    • La k al posto del ch ti fa salire la primavera araba
      25
    • La maggior parte delle tue relazioni sentimentali si sono concluse in tragedia dopo aver ricevuto un messaggio romantico con l’apostrofo al posto sbagliato
      6
    • Per te sbagliare un congiuntivo è più imperdonabile dello stupro
      18
    • Quando i tuoi amici devono scrivere la tesi si fidano più di te che del correttore di Word
      5
    • Dopo l’ultimo “qual’è” letto in internet hai deciso di farti il porto d’armi
      19
    • Sei consapevole che il regime del terrore che hai instaurato commentando gli status dei tuoi amici sia crudele ma necessario per il bene della Dea grammatic
      10
    • Un perché scritto con accento grave ti dà la stessa sensazione di inquietudine di un quadro storto per un ossessivo-compulsivo
      13
    • Avvolte frasi come cuella che stai legendo ti fanno venire voglia di masticare sassi dal dolore
      25
    • Ogni volta che leggi “Se avrei” ti si spezza la cornea
      29
    • Clicchi sempre il tasto vedi modifiche nei commenti di Facebook per scoprire se qualcuno aveva commesso errori da biasimare
      5
    • L’unico razzismo che concepisci è quello nei confronti di coloro che commettono errori di grammatica, ma non è solo razzismo, è voglia di deportazione
      12
    • Quando sei tu a commettere un errore ti tagli una falange del mignolo per punirti. Hai ancora mani perfette
      14
    • Ogni volta qualcuno abbrevia una parola vorresti abbreviargli un arto
      12
    • Quando pensi al fatto che se molte persone sbagliano a scrivere una parola per molto tempo questa finirà per essere accettata come corretta ti viene un attacco di panico
      19
    • Correggere un errore sotto lo status di un amico ti dà più piacere di mille orgasmi dopo una dose di eroina
      7
    • Quando leggi un po’ con l’accento su un quotidiano nazionale ti tagli le vene con il bordo della quarta di copertina
      21


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Odio i talebani della grammatica, finchè ci sono errori o k allora anche io mi irrito per il resto trovo veramente stucchevoli e narcisistiche le ostentazioni grammaticali come quelli che rompono le palle sul latino solo perchè ci devono far scontare di aver perso ore e ore a studiare una cosa che non gli  è servita a un cazzo nella vita, se non a fare il maestrino con la penna rossa.

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  • Mario1944

    15

  • Icoldibarin

    8

  • marco7

    6

  • freedog

    5

 

 

Quantomeno dovreste essere coerenti, se volete ostentare il fatto d'aver studiato latino declinando curriculum in curricula, allora andate a vedere la grammatica guaranì per vedere come si declinano gli ananas o quella norvegese per sapere come si scrivono gli sci...

 

La migliore è il plurale finlandese di sauna :)

 

 

la tradizione è contro-intuitiva

 

gran battimani! 

Poi non vedo perchè dovrei vincolarmi a seguire oscure regole dettate da un gruppetto di toscani imperialisti, quando la mia lingua madre mi ha insegnato tutto un altro uso delle preposizioni

In italiano le regole prevedono che i nomi siano importati dalle altre lingue come invarianti e che il numero rimanga quello con cui è avvenuta l'importazione (il jeans, il murales etc.). Oltre che una regola della grammatica italiana è anche un segno di rispetto per la lingua che state parlando ed una regola di buon senso, diversamente sareste costretto a studiarvi la grammatica di ogni lingua che ci presta una parola. Quantomeno dovreste essere coerenti, se volete ostentare il fatto d'aver studiato latino declinando curriculum in curricula, allora andate a vedere la grammatica guaranì per vedere come si declinano gli ananas o quella norvegese per sapere come si scrivono gli sci... Ma poi davvero vorreste perdervi fra questi itinera burocratici?

 

In effetti sarebbe buona norma usare il vocabolario della lingua che si conosce, evitando quello delle lingue che non si conoscono, così non ci sarebbero problemi di conoscenza della grammatiche altrui ;-)

Comunque dipende anche dai singoli vocaboli:

ad esempio gay direi che ormai si può considerare non solo indeclinabile ma addirittura anche aggettivo oltreché sostantivo (i gay, le manifestazioni gay).

Però che un italiano dica "i curriculum" francamente mi sembra troppo, anche se ti posso concedere che lo stridore intellettuale dipende dalla conoscenza del latino:

ignorandolo, il "carretto" filerebbe via liscio come sull'olio......

 

 

 

 

La grammatica tradizionale certo ti da ragione e non la contesto. Contesto invece che la tradizione è contro-intuitiva rispetto alle regole della pronuncia. Infatti nel linguaggio parlato qual è diventa un'entità unica e si pronuncia come qualè e l'apostrofo lo segnalerebbe, come di fatti tu pronunci loca e non l(a) oca.

 

No, scusa, ma dovrebbe essere proprio il contrario!

Infatti, se scrivi come pronunci, nessun apostrofo devi  indicare per "l'oca" come nessuno devi indicare per "qual è":

nel primo caso perché  non puoi pronunciare un segno grafico che indica la caduta di una vocale che sopprimi appunto nella pronuncia di quel gruppo di parole, nel secondo caso perché non c'è alcuna caduta di vocale.

Quindi, se scrivi come pronunci, dovresti scrivere "loca" e "qualè" ovvero, se proprio vuoi separare i due elementi, "l oca" e "qual è".

 

 

 

 

Io soglio usare solgo, che secondo quanto sapevo è una variante riconosciuta di soglio, un po' come visto e veduto, anche se effettivamente non viene riportata quasi in nessun dizionario.

 

Ma visto e veduto sono varianti, mentre solgo non è variante, è errore ed infatti non lo trovi in nessun dizionario, salvo il tuo privato (a quello si riferisce il "quasi"?):

se vuoi, possiamo metterlo come variante "icoldibarina", purché allora tu conceda che qualunque errore di chiunque possa essere accolto come variante di chi lo commetta, qualora egli non lo riconosca come errore!

 

 

 

 

Poi non vedo perchè dovrei vincolarmi a seguire oscure regole dettate da un gruppetto di toscani imperialisti, quando la mia lingua madre mi ha insegnato tutto un altro uso delle preposizioni

 

Dev'essere un lingua madre molto speciale, visto che Icoldibarin ed io non parlavamo di uso di preposizioni, ma di segni dell'elisione..... ;-)

Edited by Mario1944
LocoEmotivo

quelli che rompono le palle sul latino solo perchè ci devono far scontare di aver perso ore e ore a studiare una cosa che non gli  è servita a un cazzo nella vita

Iron, te l'ho già detto: azzardati ancora a parlar male del latino e subirai la mia giusta vendetta!

Anche io sono un po' grammar nazi...cerco di contenermi però!

 

In assoluto l'errore che mi fa venire istinti omicidi è questo:

 

Anche io so che Tizio e Caio stanno insieme, GLI ho visti due giorni fa al parco.

 

Invece di:

 

Anche io so che Tizio e Caio stanno insieme, LI ho visti due giorni fa al parco.

 

Un'altra cosa che mi irrita sentire è l'omissione degli articoli determinativi davanti a "settimana" o "mese".. tipo:

 

Ah sì, settimana prossima vado anche io al mare!

Ma settimana scorsa non eri stato male?

 

 

LA settimana prossima

LA settimana scorsa

 

ahahahahah 

Ne ho spuntate solo ( :D ) otto.

...Certo che andare a curiosare tra gli eventuali errori scritti prima dell'edit è davvero da bimbiminchia. Sarebbe da apprezzare, piuttosto, il tentativo di assecondarci  correggersi e migliorarsi, no? '-'

Aggiunta:

 

Ho appena letto sulla pagina facebook di una mia amica, che oggi festeggia l'onomastico, che un tizio ha scritto: "Auguri di buon ANNO MASTICO".


Ahah. :D

Però sai, mi son reso conto che molti di questi strafalcioni senza né capo né coda son frutto di correzioni automatiche - oramai tutti utilizzano lo smartphone.

Il punto è sempre lo stesso: la comunicazione viene intesa come immediata e quasi mai, chi scrive, rilegge quel che ha scritto.
  Edited by Citrus

 

 

un tizio ha scritto: "Auguri di buon ANNO MASTICO".

 

Forse voleva augurare un anno di felici masticazioni:

la tua amica per caso non ha guai con i denti?  :-)

 

 

 

 

 

Anche io so che Tizio e Caio stanno insieme, GLI ho visti due giorni fa al parco. Invece di: Anche io so che Tizio e Caio stanno insieme, LI ho visti due giorni fa al parco.

 

Comunque dovresti uccidere un bel po' di scrittori famosi e ritenuti esemplari perché di "gli"  usato anche per l'accusativo plurale e per il dativo plurale ci sono esempi già in Boccaccio.

 

 

Comunque dovresti uccidere un bel po' di scrittori famosi e ritenuti esemplari perché di "gli"  usato anche per l'accusativo plurale e per il dativo plurale ci sono esempi già in Boccaccio.

 

A me è sempre stato detto che è scorretto... oltre che orribile da pronunciare.... GLI HO VISTI.... aaaaaaaaaaah  

Icoldibarin

 

 

Ah sì, settimana prossima vado anche io al mare! Ma settimana scorsa non eri stato male?

È una forma del tutto diffusa e credo anche corretta visto che settimana scorsa assume una funzione avverbiale in questo caso.

 

 

 

Ma visto e veduto sono varianti, mentre solgo non è variante, è errore ed infatti non lo trovi in nessun dizionario, salvo il tuo privato (a quello si riferisce il "quasi"?): se vuoi, possiamo metterlo come variante "icoldibarina", purché allora tu conceda che qualunque errore di chiunque possa essere accolto come variante di chi lo commetta, qualora egli non lo riconosca come errore!

Ma vedi, tu avrai pur ragione, ma le lingue alla fine si formano a furia di varianti, errori e storpiature :P

Avremo mai avuto le bistecche se qualche decennio fa la colta popolazione avesse pronunciato correttamente beaf steak?

 

 

 

Quindi, se scrivi come pronunci, dovresti scrivere "loca" e "qualè" ovvero, se proprio vuoi separare i due elementi, "l oca" e "qual è".

Tentando di estrapolare una regola dalla casistica generale italiana l'apostrofo viene quasi sempre utilizzato per segnalare che due parole, di norma separate, vengono pronunciate come un tutt'uno.

 

 

È una forma del tutto diffusa e credo anche corretta visto che settimana scorsa assume una funzione avverbiale in questo caso.

 

ahahahah boh non me ne avete passata una!

 

Avrò pure funzione avverbiale come dici, ma ce l'ha insieme a LA...per me e per tutti i miei docenti di grammatica di ogni ordine e grado era così per lo meno!

 

Un altro errore che sento spesso è.... dove abiti?... vicino Roma!  invece di vicino A Roma... !   o è giusto anche questo?

 

Sono un grammar nazi fasullo allora... mi darò all'ippica :D 

Icoldibarin

Ma guarda che l'elisione delle preposizioni quando sono scontate è una cosa che avviene in moltissime lingue (anche in Esperanto, per dire...).

I tuoi professori di grammatica tra l'altro dovrebbero sapere che la grammatica italiana non è mai normativa ma descrittiva (sebbene io sarei anche favore di un ente normativo come avviene per altre lingue che si occupi di fare alcune riforme) e non possono certo ignorare che sono forme largamente usate dalla popolazione; non possono quindi essere considerate scorrette.

La preferisco alla seconda frase.

 

 

anche per me la seconda non suona bene ma la prima "me non c'è nulla che mi disturba in quella lista" per me è sbagliata con quel me iniziale, andrebbe tolto il "me" per come io parlo italiano.

 

devo dire che abito da 30 anni in svizzera tedesca e non è che alla fine io lo so bene l'italiano.....

Edited by marco7

anche per me la seconda non suona bene ma la prima "me non c'è nulla che mi disturba in quella lista" per me è sbagliata con quel me iniziale, andrebbe tolto il me per come io parlo italiano.

Ma comunque è una frase corretta,può non piacere ma è giusta

 

Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk

Ma comunque è una frase corretta,può non piacere ma è giusta

 

 

e che significa quel me iniziale ? io non lo capisco proprio e non capisco il significato della frase col me iniziale.

 

la frase "te non c'è nulla che mi disturba in quella lista" frase è pure corretta a sto punto ?

 

mi chiedo inoltre se gli italiani regionali giocano un ruolo sulla correttezza delle frasi.

Edited by marco7

e che significa quel me iniziale ? io non lo capisco proprio e non capisco il significato della frase col me iniziale.

 

la frase "te non c'è nulla che mi disturba in quella lista" frase è pure corretta a sto punto ?

 

mi chiedo inoltre se gli italiani regionali giocano un ruolo sulla correttezza delle frasi.

Sarebbe giusto "te non c'è nulla che ti disturbi".

È il soggetto, praticamente.

Io personalmente la preferisco. Sono abituato a parlare molto spesso in friulano, e nella lingua friulana le frasi si costrusicono così (infatti "a me mi" in friulano è giusto, altrimenti la frase non ha senso).

Comunque se togli il me all'inizio della frase non cambia il senso

 

Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk

allora sono differenze dovute agli italiani regionali come supponevo.

No le regole dell'italiano valgono per tutti. Poi a volte vengono influenzate, ma la regola generale è universale per tutti quelli che usano la lingua italiana

 

Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk

Tentando di estrapolare una regola dalla casistica generale italiana l'apostrofo viene quasi sempre utilizzato per segnalare che due parole, di norma separate, vengono pronunciate come un tutt'uno.

Non direi, perché la proclisi o l'enclisi si hanno indipendentemente dall'apostrofo:

quindi sarebbe razionale scrivere "loca" e "qualè" oppure per favorire la comprensione "l oca" e "qual è", ma non sarebbe razionale scrivere "qual'è" come si scrive "l'oca", perché in "qual è", al contrario che in "l'oca", non si sopprime alcuna vocale nella pronuncia e quindi non avrebbe senso scrivere l'apostrofo.

Va bene semplificare la scrittura, ma con razionalità!

 

È una forma del tutto diffusa e credo anche corretta visto che settimana scorsa assume una funzione avverbiale in questo caso.

In effetti è singolare che si dica "settimana scorsa" o "settimana prossima", ma non "anno scorso", "mese scorso" "anno prossimo", mese prossimo".

Comunque l'articolo in italiano non è poi d'obbligo ed anche qui possiamo rifarci ad esempi antichi in cui l'articolo era spesso tralasciato, soprattutto con parole astratte (il petrarchesco "virtù contr'a furore"), ma anche era messo dove normalmente non lo metteremmo ("il mio padre").

 

anche per me la seconda non suona bene ma la prima "me non c'è nulla che mi disturba in quella lista" per me è sbagliata con quel me iniziale, andrebbe tolto il "me" per come io parlo italiano.

La frase:

"me non c'è nulla che mi disturba in quella lista"

è correttissima.

Si tratta infatti di un iperbato (l'accusativo "me" anticipato) e di un pleonasmo (accusativo raddoppiato "me" e "mi"):

figure retoriche abbastanza comuni non solo nel parlato, ma anche nello scritto per dare maggior efficacia all'espressione, mettendo in evidenza qualcosa.

 

 

la frase "te non c'è nulla che mi disturba in quella lista" frase è pure corretta a sto punto ?

Ovviamente no, ma non tanto grammaticalmente, quanto logicamente, dato che il "te" implica "non mi"!

Corretta ed equivalente, ma riferita alla seconda persona sarebbe:

"te non c'è nulla che ti disturba in quella lista", come ha scritto The Doctor.

 

 

"a me mi" in friulano è giusto

Anche in italiano:

si tratta di un pleonasmo, come "me mi" in caso accusativo.

L'errore c'è quando si usa un "mi" accusativo con un "a me" o viceversa un "me" con un "mi" dativo.

 

 

Sarebbe giusto "te non c'è nulla che ti disturbi". È il soggetto, praticamente.

O_O

E' l'oggetto, non il soggetto.....

 

 

"Per me non c'è nulla che mi disturbi", personalmente mi disturba quando la leggo.

De gustibus.....

Comunque il "per me" vale "per quanto mi riguarda", "per quel che penso io" e continua il latino "per me" con lo stesso significato.

Edited by Mario1944

Del pleonasmo.

 

Treccani.

http://www.treccani.it/enciclopedia/pleonasmo/

Pleonasmo:

espressione sovrabbondante, che consiste in una o più parole grammaticalmente o concettualmente non necessarie: come in a me mi piace, dove a me e mi indicano lo stesso rapporto. Il p., che non implica una violazione di regole grammaticali, è frequente nel linguaggio familiare e non è raro nella lingua letteraria.

 

Sabatini Coletti.

http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/P/pleonasmo.shtml

Pleonasmo:

espressione caratterizzata dalla presenza di parole superflue dal punto di vista grammaticale e concettuale (p.e. alzare su), Sinonimo: ridondanza.

 

Enciclopedia Britannica.

http://www.britannica.com/dictionary/pleonasm

Pleonasm:

iteration or repetition in speaking or in writing: the use of more words than those necessary to denote mere sense (as the man he said, saw with his own eyes, true fact); especially: the coincident use of a word and its substitute for the same grammatical function: redundancy, tautology.

Origin of pleonasm.

Late Latin pleonasmus, from Greek pleonasmas, from pleonazein to be more, to be in excess, to be redundant, from pleon, neuter of pleiōn, pleōn more.

 

Liddell Scott.

Pleonasmòs, ho.

Rhet. and Gramm., use of redundant words.

Edited by Mario1944

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