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Ricerca: LGBT e comunicazione aziendale


Ricesoc

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Salve utenti  :bye:  ,

sono Stefano Cavaliere, studente di Scienze della Comunicazione presso l’Università degli studi di Salerno. Per la mia tesi di laurea, sto conducendo una ricerca volta ad indagare le opinioni della comunità LGBT verso le attività di comunicazione delle aziende su tematiche legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. 

 

A tal proposito mi piacerebbe sapere la vostra opinione sulle seguenti questioni:

- sapreste indicare i nomi di alcune aziende italiane che negli ultimi mesi hanno trattato le questioni dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere in maniera rispettosa?

- esistono, secondo voi, delle aziende apertamente "anti-LGBT"? Potete fare qualche esempio? Perchè le identificate in questo modo?

 

Qualsiasi altra considerazione sul tema è ben accetta :)):

 

Voglio rassicurarvi del fatto che l'indagine ha fini esclusivamente scientifici e sarà condotta nel pieno rispetto della vostra privacy e con garanzia di totale anonimato.

 

Attendo le vostre risposte,

Stefano.

Edited by Ricesoc
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  1. Sapreste indicare i nomi di alcune aziende italiane che negli ultimi mesi hanno trattato le questioni dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere in maniera rispettosa?
  2. esistono, secondo voi, delle aziende apertamente "anti-LGBT"? Potete fare qualche esempio? Perchè le identificate in questo modo?.

 

  1. A che livello? Se parliamo di commercial, da noi ce ne sono pochi gay o friendly; mi viene in mente solo quello della Findus in off-voices con lui che presenta il fidanzato alla madre. Se invece pensi alle policy aziendali, ci sono diverse aziende (addirittura qualche municipalizzata romana!) che cominciano a concedere i permessi matrimoniali ai -pochi- fortunati che vanno a sposarsi all'estero. Se vogliamo parlare infine di campagne promozionali & sponsorizzazioni, purtroppo continuano a NON esserci aziende disposte a sponsorizzare i Pride nostrani (e sì che Fiat sponsorizza quello di Madrid; ma se Roma o Milano si azzardassero a contattare le relazioni esterne x chiedere qsa del genere, ci riattaccherebbero SUBITO il telefono in faccia!!)
  2. Aziende tout-court non credo, anche per il pessimo ritorno di immagine che ne avrebbero. Diciamo che quasi tutte sorvolano sul tema ed evitano proprio di trattarlo per evitare guai sia con noi sia coi leccapreti
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Ciao Freedog e grazie per la tua risposta :)

 

La tua domanda è lecità, Io mi riferisco a tutte le attività aziendali: comunicazione e policy interne, comunicazione esterna e sponsorizzazioni etc.

Edited by Ricesoc
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Non so se possa essere utile, ma ti consiglierei di dare un'occhiata al sito Parks - Liberi e Uguali, definita "associazione di datori di lavoro impegnati a valorizzare la diversità LGBT nelle proprie aziende".
Quindi riguarda più che altro policy aziendali.

 

Un loro video:

Edited by Uncanny
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tanto siamo già anonimi qui sul forum ... anche se dici che a blondeboy sta antipatica la barilla non credo che il signor barilla mi venga a bruciare il portone di casa lol
 blondeboysmileht per onesta della mia ricerca mi sembrava giusto precisare la cosa, tutto qui :) Ma quindi a te sta veramente ancora antipatica Barilla? :P Negli ultimi 2 anni hanno fatto un'imponente azione per riposizionare il loro brand agli occhi della comunità LGBT e non solo. Non ne eri a conoscenza oppure la ritieni una semplice operazione d'immagine?

 

 

 

Non so se possa essere utile, ma ti consiglierei di dare un'occhiata al sito Parks - Liberi e Uguali, definita "associazione di datori di lavoro impegnati a valorizzare la diversità LGBT nelle proprie aziende". Quindi riguarda più che altro policy aziendali.
Grazie mille Uncanny, ne ero a conoscenza. Per tornare al discorso che stavo facendo con blondeboysmileht, è interessante notare che Barilla è una delle aziende che aderisce a Parks :) 
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Quella di Barilla è stata solo una mossa d'immagine, anzi, più che di immagine, una mossa commerciale.

In fondo non gli interessa essere gay friendly, gli interessano i soldi che le persone lgbt hanno da spendere.

Dopo le dichiarazioni di Barilla c'è stato un forte boicottaggio da parte delle persone lgbt e da quelle sensibili al tema (non poche).

Quindi è stata fatta una pubblicità che strizzava, anche se in modo castissimo, l'occhio a quelle persone che avevano boicottato la marca.

Ai piani alti si erano resi conto che occupavano una fetta di mercato non indifferente, considerando anche che in generale i gay hanno più soldi da spendere, non avendo prole a carico.

Edited by Uncanny
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Grazie Uncanny! :) Il tuo commento apre in realtà altri interessanti spunti di conversazione.

Hai anche tu partecipato al boicottaggio Barilla? Hai mai boicottate altre marche? se si per quali motivi?

Inoltre credi veramente che i gay abbiano più soldi da spendere non avendo prole (In marketing si utilizza l'acronimo DINKS - Duble Income No Kids per incoraggiare le aziende ad investire nel target gay/Lgbt)? La maggior possibilità di spesa credi che valga anche per le lesbiche?

 

Ovviamente sono benvenute le opinioni di tutti gli utenti :)

 

P.S.: Buon ferragosto a tutti! :)

Edited by Ricesoc
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  • 2 weeks later...

Mi sono accorto solo ora della risposta, scusami. :D

 

Allora, andiamo in ordine:

-No, non ho partecipato al boicottaggio Barilla e il boicottaggio di altre marche per due motivi a dir la verità stupidi: il primo è che ho scoperto di queste affermazioni e del boicottaggio di Barilla praticamente due anni dopo l'accaduto, perché ai tempi non m'interessavo per niente di TG, giornali e notizie in generale (avevo 15-16 anni); il secondo è che avendo ora 18 anni e vivendo con i miei genitori, sono loro a fare la spesa. XD

-Sì, credo sia oggettivo che, a parità di stipendio, una coppia gay abbia più soldi da spendere di una coppia etero con figli.

Quest'ultima deve occuparsi anche della prole e quindi ponderare le spese, la prima no.

Poi certo, ci sono sempre le eccezioni riguardanti coppie gay o lesbiche con figli avuti da relazioni precedenti o nati con la fecondazione assistita (FIVET e GPA) all'estero, ma sono in numero ridotto e sicuramente non certo paragonabili al numero di coppie etero con figli.

-Sì, come per i gay vale anche per le lesbiche.

Ma se dobbiamo fare un confronto fra gay e lesbiche, sono più quest'ultime a far ricorso alla fecondazione assistita all'estero rispetto ai primi.

Quindi saranno più le lesbiche ad avere figli a carico, rispetto ai gay.

 

Quindi, riguardo il numero di coppie con figli a carico abbiamo: coppia etero > coppia lesbica > coppia gay.

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  • 2 weeks later...

Tranquillo Uncanny, anche io sono stato assente per qualche giorno (mi sono goduto qualche giorno di mare :). Capisco la tua situazione riguardo il boicottaggio, ma nel caso fossi tu a fare la spesa, come credi ti comporteresti? Avresti boicottato Barilla o boicotteresti altre marche non gay-friendly? Credi che azioni di questo tipo possano in qualche modo sensibilizzare l'opinione pubblica? oppure boicotteresti solo per esprimere il tuo dissenso? 

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  • 1 month later...

secondo me aziende anti-lgbt non esistono perché come faceva notare freedog, vuol dire avere un pessimo ritorno di immagine e perdere fette di mercato. meglio glissare sull'argomento (don't ask don't tell: il bello dell'omertà).
Anche io se devo pensare ad aziende che hanno toccato il tema, vado subito col pensiero alla Findus. Per quanto riguarda la barilla, trovo giusto il boicottaggio anche se personalmente, non percependo ancora reddito, m sposto su altri prodotti solo se il costo non aumenta notevolmente (compromesso tra risparmio e ideali). Tuttavia l'operazione successiva fatta dall'azienda la trovo lodevole. Marketing o meno, il processo alle intenzioni è inutile. Ciò che contano sono i fatti, ed i fatti dimostrano che la comunità LBT (certo proprio grazie al precedente boicottaggio), ne ha giovato da tutta l'operazione. Si è creato un caso, quindi maggiore consapevolezza, quindi il tiro viene aggiustato. Penso sia questo il segreto della simbiosi nel mercato tra aziende e consumatori.

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