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A cosa serve una relazione?


Sampei

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Sto osservando una vignetta stupida sulla quale io e il ragazzo che sto frequentando in questo periodo abbiamo riso tantissimo. Cavoli è proprio una vignetta stupida, insensata, davvero idiota. Non saprei se farla vedere a qualcun altro sortirebbe lo stesso effetto.

 

Dietro la vignetta c'è una foto. E' la foto dei miei nonni il giorno del loro matrimonio. Sono Seduti sull'erba, dietro un bel panorama marittimo. Sessant'anni di matrimonio. Litigavano ogni santo giorno. Ferocemente. Eppure si sono spenti insieme, a pochissimo tempo di distanza.

 

A cosa serve una relazione?

 

Ho questo dubbio che mi passa in testa da un po' di tempo, e lo metterò per iscritto qui, dove tutti possono leggerlo e dire la loro.

 

Dalle mie ultime frequentazioni, svoltesi nell'arco di questi quattro-cinque anni, mi sono chiesto sempre più spesso il significato del "che cosa cerchi" il significato di "niente aspettative" il significato di "bisogna essere completi" e insomma quale fosse il succo di tutte le frasi fatte sulla vita relazionale frocia e non frocia. Insomma, pur essendomi gettato a capofitto nella partita, non ho mai saputo-potuto smettere di interrogarmi sull'imponderabilità del contenuto delle regole del gioco che teoricamente dovrebbero reggere in piedi lo stadio.

 

Ragionando in termini contrattuali, e seguendo quindi la logica base di tipo "economico-narcisistico" dalla quale - ipotizzo - nessun occidentale contemporaneo è in grado di distogliersi per ragioni antropologiche intrinseche, qualsiasi interazione umana serve ad appagare un bisogno. Cosicché posso provare ad instaurare una relazione biunivoca fin troppo banale fra ogni legame umano e ogni basilare esigenza umana. Il bisogno di compagnia è appagato dai legami di amicizia, il bisogno di sesso è appagato dal rapporto sessuale, il bisogno di affetti è appagato dalle relazioni familiari, e così via. Ebbene, in tutto questo, come si colloca la ricerca di una relazione fissa fra due individui? A quale bisogno deve sopperire?

 

E' una domanda di una stupidità disarmante. Eppure non riesco a darla per scontata. Stiamo parlando di un'epoca in cui un genitore single è perfettamente in grado di allevare un figlio con risultati eccellenti. Un'epoca in cui la parità teorica fra i generi è un fatto. Un'epoca in cui la riproduzione e il sesso possono viaggiare stabilmente su binari separati. Un'epoca in cui il sesso (anche e soprattutto monogamico) è tendenzialmente considerato un costrutto delicato da tenere in piedi con una serie di interventi molto complessi quasi come a tenere un uovo in equilibrio su un cucchiaino.

 

E stiamo parlando di un'epoca, e di una cultura, nella quale l'individuo è al centro dell'universo, l'ideale di perfezione coincide con l'almeno tendenziale raggiungimento della propria singola individuale e personale perfezione psicofisica.

 

In una circostanza del genere, a cosa serve una relazione stabile affettivo-sessuale con un altro individuo? Considerati gli indubbi, pesanti svantaggi che essa apporta in termini di compromessi, instabilità, dipendenza, rischio, sospetto, difficoltà relazionali, insomma tutto ciò che è radicalmente opposto ai parametri considerati la vetta della realizzazione dell'individuo (libertà assoluta, indipendenza, stabilità emotiva, disinvoltura), e considerata, parimenti, l'evidente capacità di altri generi di relazioni di sopperire in tutto e per tutto ed in maniera mirata ai bisogni economico-biologici dell'individuo perfetto... Che cosa spinge alcune persone a ricercare la relazione fissa? E' solo un lascito culturale contingente, come sembrerebbe dimostrare l'esistenza di individui perfettamente in grado di prescindere dalle relazioni fisse, (volutamente o no)? Oppure c'è forse, per assurdo, qualcosa di fisiologico, come sembrerebbe dimostrare, all'opposto, l'esistenza di persone alla ricerca costante di questa specifica tipologia di legame, (volutamente o no)?

 

Ogni per quanto folle elucubrazione da viandante improvvisatosi pensatore è ben accetta.

Edited by Sampei
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anche io litigo com marito, ora non più tutti i giorni perché ci siamo dati una calmata.

 

penso che non esista una risposta unica alla tua domanda ma siano tante risposte soggettive a dipendenza di chi risponde.

 

alla fine secondo me una relazione serve a vivere meglio, infatti statisticamente chi ha una relazione vive più a lungo di chi è single.

Edited by marco7
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Il bisogno di affetti è appagato dalle relazioni familiari, dici.

Ma queste relazioni familiari presuppongono a monte la costituzione di una famiglia costituita dal rapporto di affetto tra due persone, cioè quel rapporto in termini logico/analitici secondo te assolutamente sconveniente.

Sicchè, ragionando per paradosso, se nessuno facesse famiglia (o stesse assieme) non potrebbe saziare il bisogno d'affetto dell'uomo.

 

Quindi, come sommaria, superficiale considerazione, comincerei a rispondere che prima di tutto una relazione amorosa tra due persone "serve" ad amplificare e spandere affetto tra due persone che riconoscono come "amore" ciò che provano vicendevolmente. Affetto qualitativamente impossibile da ritrovare in altre interazioni (tra fratelli, verso genitori, verso amici, verso una divinità, eccetera). 

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Gli affetti familiare e amicale sono molto diversi dall'amore romantico che si ricerca in un partner fisso.

E' un amore particolare, in cui è incluso il contatto sessuale, ed è quel tipo di legame che si instaura quando cerchi una persona che possa essere "la tua altra parte della vita".

 

Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci completi. 

Un amico e un familiare non ci completano, i primi sono il nostro supporto, il nostro sfogo e il nostro braccio destro - biunivocamente, si spera - e gli altri un ideale riparo dal maligno di questo mondo.

Il partner - nei sogni idealistici - è l'altra parte di noi per poter vivere meglio, sia per i bisogni affettivi che per quelli sessuali, il ché principalmente distingue l'amore amicale da quello romantico.

 

Dico "idealistici" perché è raro che si instauri un rapporto così idilliaco, ma le liti e i disappunti dovrebbero fare parte di tutto il processo consolidatorio della coppia, pertanto ben vengano.

 

Tendenzialmente si è disposti a compromessi e rinunce per il partner proprio perché si farebbero tante cose per il "compagno ideale di vita", fermo restando l'incontro frequente di autentici ammassi di letame che rendono tutto ciò una vera e propria agonia: ma si sa, ciò che non uccide fortifica.

 

Per il resto, anche senza definizione, prima o poi nel corso della vita tutti sentiremo la necessità di quel tipo di affetto unico e irripetibile che nessun amico o familiare possono infondere.

Edited by Laen
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Cercare una risposta a questa domanda secondo me non ha senso perche' e' una cosa naturale vivere assieme . Uno stimolo un istinto non si possono descrivere uno li prova . Semmai bisognerebbe indagare se uno vive solo , come ad esempio me' cosa c' e' che non va !!!!

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non ti suggerirei di partire dall'immagine di una foto che ritrae coppie di almeno due generazioni fa. erano altri tempi, né le donne né gli uomini avevano altre aspettative, non c'era internet, non si andava all'estero se non come estrema risorsa dopo la guerra, non si veniva pagati per gestire i social e non si lavorava quotidianamente con l'inglese... tutte cose che invece facciamo oggi.

 

è ovvio che le prospettive oggi siano diverse, che il mondo corra più veloce e che le relazioni di lunghissima durata siano più rare. abbiamo più roba per la testa, è difficile volersi fermare. personalmente tiro un sospiro di sollievo: a me rinfranca sapere che nel mondo c'è altro oltre la porta di casa mia... e che casa mia posso spostarla alla prima occasione. una relazione fissa, poi, dovrebbe arricchire e non mutilare.

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Domandona...Una relazione amorosa nel mio caso serve da amplificatore di emozioni.

 

Non so se sono in grado di spiegarmi..Io vivo molto bene anche da single,non sento davvero di avere particolari mancanze a livello affettivo,famiglia e amici, un lavoro che mi piace,un insieme di cose che infondo mi fanno sentire completo.Non ho particolari problemi a pensarmi solo in vecchiaia,sicuramente mi inventerò qualcosa che mi faccia stare bene.Per quanto riguarda il sesso volendo posso farne quanto ne voglio,essendo gay è l'ultimo dei problemi:D

 

Però quando ero innamorato e vivevo una relazione sentimentale appagante mi sentivo più "vivo",non saprei che altro termine usare..non più sereno o tranquillo,proprio più aperto verso la vita.Si provano emozioni,sentimenti che solo una relazione amorosa può farti provare,non amici o famiglia..diciamo che la vita di coppia mi colora la vita con colori più nitidi

 

Per esempio:

 

Il momento che preferisco della settimana è il venerdì sera,quando termina la settimana lavorativa e fino al lunedì non ci penso più...La mia stagione preferita è l'autunno perché mi rigenera e mi dona calore..Ecco,vivere in coppia per me è paragonabile al venerdi sera e all'autunno..Da solo è come se mi dicessero che il sabato mattina devo lavorare o che si passa dall'estate all'inverno senza potersi godere l'autunno,non è grave,non succede niente..però non è uguale!!

 

Quindi una relazione nel mio caso serve a questo:Poter vivere tutta una serie di emozioni e sentimenti che in altro modo non proverei.Quindi perché privarsene?Solo perché ci sono anche degli effetti collaterali che ha elencato @Sampei?Boh..secondo me ne vale sempre la pena,anche se da soli è più semplice gestirsi la vita,in due c'è comunque più gusto.

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davydenkovic90

Stai con un'altra persona semplicemente perché stai meglio insieme quella persona che da solo. Le motivazioni possono essere tante, interne o esterne, e spesso sotto la parola "amore" si nascondono grandi ipocrisie.

Per me, quando trovi la persona giusta, é naturale continuare a frequentarla e non hai bisogno di nient'altro. E quindi ci sono più vantaggi che svantaggi in termini di stabilità emotiva, disinvoltura e le altre cose che dicevi. Magari per altre persone una relazione fissa invece può portare più svantaggi che vantaggi, e quindi la evitano. 

Non penso ci siano situazioni ideali per nessuno, ogni scelta porta con sé anche aspetti negativi.

Edited by davydenkovic90
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In un'ottica gay la famiglia nucleare ( credo si dica così, intendendosi la coppia )

può servire ad emanciparsi dalla famiglia eterosessuale di origine e dalla rete di

relazioni fondate su prossimità e vincoli di parentela

 

Inoltre la famiglia eterosessuale è sempre più una famiglia verticale, cioè fondata

su relazioni intergenerazionali con parenti anziani che vivono a lungo e pochi coetanei

 

E' vero che i gay hanno sviluppato in parte la tendenza alla cd. famiglia di elezione, cioè

al "fare famiglia" istituendo rapporti di amicizia forti ( vedi le Fate ignoranti di Ozpetek ) ma

non saprei dire quanto questo sia ancora valido, oggi

 

In alternativa è la coppia il luogo dove può esprimersi meglio l'autonomia individuale e la

indipendenza rispetto alle "appartenenze" familiari

 

Mentre l'amicizia intesa come volta a soddisfare il bisogno di "compagnia", non stabilità emotiva

affetti etc ( insomma gli amici "stretti" di cui sopra ) è per sua natura fragile, garantisce piacere

divertimento ma non stabilità emotiva e sentimentale, o sicurezza.

 

Ogni sistema sociale articolato, per sua natura tende a creare disuguaglianza, non possiamo

per ovvie ragioni ricoprire tutti uguali ruoli, non solo questo accade nella famiglia parentale ( e

i ruoli peggiori erano destinati ai gay i quali accettavano di essere figli di un Dio minore, perchè gay )

la qual cosa potrebbe essere depurata da omofobia. Accade sul lavoro e nella vita sociale quotidiana

Se Laen torna dal lavoro avendo ricevuto per 8 ore ordini da me, ha bisogno di trovare qualcuno con

cui poter avere una relazione libera e uguale. Questo vale anche per me che gli ho dato gli ordini

ma al limite chi occupa posizioni di potere e privilegio potrebbe forse prescinderne

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Ok, mi improvviso pensatore.

Perché una volta private le relazioni dal fine ultimo della procreazione e da Dio tutti iniziano a sbroccare? Non è che siamo stati abituati male da piccoli?

Ricercare il completo appagamento implica un enorme dispendio di energie, secondo me ci si sente più appagati quando il dispendio è minimo e la relazione è fine a sé stessa.

è noto che l'uomo una volta ottenuto ciò che desidera, ne vuole sempre di più, più si cerca la felicità totale e più ci si senta frustrati anche se felici, per questo credo abbiano inventato le religioni, perché servono a mantenere un certo bilanciamento tra felicità e proibizione. Tolto ogni freno ci perdiamo verso l'infinito.

Non mi vengono in mente opere letterarie, faccio un esempio: c'è chi ha una spiccata passione per le auto e desidera l'auto perfetta, mano mano comprerà sempre quella più adatta alle sue enormi esigenze, poi arriva a modificarla a proprio piacimento, poi non gli basta più, allora ne compra una seconda, poi 20, poi 50 ecc.. il limite è dato solo dai soldi che ha, ogni limite è una salvezza perché bilancia il desiderio infinito con un'utilità reale.

Ma non dare per scontata l'evoluzione culturale, ci sono ancora tantissime persone sole che non trovano uno straccio di partner perché tutti cercano la perfezione, gente che crepa di fame, ci sono ancora i razzisti e gli omofobi. 

Edited by Fantom
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Capricorno57

Ho sempre avuto il piacere, non dico l'esigenza, di essere inserito in un nucleo piccolo e funzionante; uno staterello di cui se non sono il presidente, ne sono il primo ministro.

In questa ottica ho sempre prediletto il miglior amico (fisso) alle grandi compagnie (fluide), la compagnia della nonna alle riunioni di famiglia. Quando mi accorsi di desiderare un uomo, elessi l'allora ipotetico miglior amico a miglior compagno di vita, ossia uno a cui pensare con desiderio, affetto e stima ed esserne ricambiato, meglio se simpatico e divertente.

La fortuna e un po' di iniziativa mi portò a raggiungere l'obbiettivo con alterne vicende.

Credere di disporre di una relazione affettiva stabile, rappresenta x me un bel colpo al cerchio dell'autostima ed uno alla botte della sicurezza (intesa soprattutto come certezza di "mutuo soccorso" nei casi anche banali della vita).

In questo quadro la convivenza rigida non è contemplata.

ogni limite è una salvezza

questa mi piace e me la segno , grazie

ma è valida solo in un contesto di normalità e salute, nevvero?

Edited by Capricorno57
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Non mi sembra però che il problema di chi scrive in questo

topic sia di avere "desideri illimitati" quanto il fatto di essere

stati scaricati da fidanzati o presunto tali

 

Da qui -semmai- l'idea di poter "dividere" il desiderio in tanti

piccoli desideri separati, per il fatto di non essere riusciti a

costruire solidi affetti

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Ti viene insegnato che sei sano solo se sei in grado di fare a meno di una relazione e contemporaneamente ti viene insegnato che sei malsano se rifuggi una relazione.

 

Ti viene insegnato che se sei in una relazione raggiungi il massimo appagamento ma ti viee insegnato che è ridicolo cercare il massimo appagamento in una relazione.

 

Io personalmente godo sempre e solo di uno sgradevole stato di ansia latente e generalizzata nel momento in cui mi trovo a frequentare una persona in maniera fissa. E' uno stato di violenza psicologica molto intensa, quasi mistica. Un dito schiacciato fra due magneti molto potenti.

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E' vero che i gay hanno sviluppato in parte la tendenza alla cd. famiglia di elezione, cioè

al "fare famiglia" istituendo rapporti di amicizia forti ( vedi le Fate ignoranti di Ozpetek ) ma

non saprei dire quanto questo sia ancora valido, oggi

a propò di Ferzan, sti giorni mi sono letto il suo recente romanzo "Tu sei la mia vita",

e c'ho trovato molti spunti di riflessione proprio su questo tema.

 

Non aggiungo altro per non spoilerarlo, caso mai qualcuno lo volesse sfogliare (cosa cmq che consiglio)

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questa mi piace e me la segno , grazie ma è valida solo in un contesto di normalità e salute, nevvero?

 

vedilo come un limite al "Troppo" 

 

Non mi sembra però che il problema di chi scrive in questo

topic sia di avere "desideri illimitati" quanto il fatto di essere

stati scaricati da fidanzati o presunto tali

 

 

Non conosco i retroscena, ma leggendo di cultura occidentale, ricerca della perfezione, evoluzione ecc. si capisce tutt'altro. Magari con un riassunto...

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Spiritosolitario

Partendo dal fatto che per me può esistere solo un legame relazionale, non di sesso o divertimento (questi ultimi sono parte di un istinto che l'uomo dovrebbe sopprimere), un legame fisso penso porti a un livello di amore nemmeno immaginabile altrimenti. Tu vivi per lui e lui per te, c'è un sostegno reciproco.

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ma non stabilità emotiva e sentimentale, o sicurezza

Ma è un paradosso, non puoi dire che una relazione serve a trovare stabilità emotiva e sicurezza, quando stabilità emotiva e sicurezza sono il presupposto per crearla. No, non funziona.

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Ricercare il completo appagamento implica un enorme dispendio di energie, secondo me ci si sente più appagati quando il dispendio è minimo e la relazione è fine a sé stessa.

 

Un'autogiustificazione della relazione, in senso apodittico? Ci può stare, sembra interessante, ma è una non risposta. La ricerca del completo appagamento non è mia, tendenzialmente è degli altri, era questo che voleva dire Hinzelmann. Certo non posso mentire, anche io ho scaricato, ma i miei erano dei veri e propri errori di valutazione, mentre nelle nuove situazioni che ho vissuto mi pare ci sia dell'altro, o perlomeno il mio nuovo punto di vista ha bisogno di un qualche straccio di punto di riferimento altrimenti è anarchia pura e semplice.

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Spiritosolitario

Io personalmente godo sempre e solo di uno sgradevole stato di ansia latente e generalizzata nel momento in cui mi trovo a frequentare una persona in maniera fissa. E' uno stato di violenza psicologica molto intensa, quasi mistica. Un dito schiacciato fra due magneti molto potenti.

È il timore che ho sempre avuto, ma non ho ancora provato ad avere una relazione. Forse è qualcosa da "curare", da capirne il motivo e risolvere il problema!

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Ma è un paradosso, non puoi dire che una relazione serve a trovare stabilità emotiva e sicurezza, quando stabilità emotiva e sicurezza sono il presupposto per crearla. No, non funziona.

 

Non direi sia un paradosso

 

A meno di non ritenere che una relazione sia in grado di garantire stabilità e sicurezza

nella caotica società contemporanea all'unica condizione di essere "eterna" ed "esclusiva"

quando tutto il resto corre su altri binari ( di velocità, precarietà, di tempi e luoghi )

 

Ma l'idea che se ne trae, non mia intendiamoci, la tendenza della riflessione attuale è quella

di tante relazioni brevi in successione di tipo monogamico ( monogamia seriale ) o in alternativa

un più ristretto numero di relazioni simultanee, come ad esempio ipotizza Attali sull'Espresso:

 

L'Era dell'amore collaborativo "saremo tutti liberi di avere rapporti multipli":

 

http://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2015/08/19/news/jacques-attali-amore-collaborativo-liberi-avere-rapporti-multipli-1.225467?ref=HRBZ-1

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Quello che conta è avere una bella definizione

e io ti consiglio "a-romantico" :)

 

Coltiva le tue amicizie, rafforza i legami con la tua famiglia di origine,

approfondisci l'intimità con vari amanti alla ricerca di una vita sessuale

che riesca a essere stabile e soddisfacente senza legarsi a una relazione.

 

E a chi ti disce che sei "sbagliato" rispondi alzando le spalle.

 

(Attali è considerato un coglione dalla comunità poliamorosa, una specie di Fusaro).

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Siete in molti su questo forum a soffrire di ansia Lol, io

non ci vedo niente di così "perturbante" forse non la trovo

neanche "entusiasmante" come prospettiva

 

Però ha il merito di considerare "un tipo di relazione" per

un "tipo di società"

 

Non ha senso isolare il tema dell'evoluzione delle relazioni affettive

da quello della società nel suo complesso, i due aspetti devono essere

in qualche modo collegati

 

L'amore gay, come alieno ed estraniato, rispetto ad una società omofobica

giustamente deve limitarsi all'interpretazione del passato lo si può vedere in

Capricorno57, un uomo oramai del XX secolo

 

Voi siete giovani e dovreste collegare i due aspetti, godendo di un riconoscimento

sociale prima impensabile

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Quello che conta è avere una bella definizione

e io ti consiglio "a-romantico" :)

 

Coltiva le tue amicizie, rafforza i legami con la tua famiglia di origine,

approfondisci l'intimità con vari amanti alla ricerca di una vita sessuale

che riesca a essere stabile e soddisfacente senza legarsi a una relazione.

 

E a chi ti dice che sei "sbagliato" rispondi alzando le spalle.

Grazie Almadel. Sì forse sono momentaneamente aromantico, non ci avevo pensato. E' interessante notare come un aromantico rischi di farsi paradossalmente anche più male degli altri in questi casini. E' davvero molto strano, ma così inizia tutto ad avere senso.

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Secondo me state sbagliando ottica. Più che porla su altruismo/egoismo e occasionidi vita perse o prese, io mi focalizzerei sull'importanza del sacrificio e compromesso in amore e nelle relazioni umane. Molte volte vengono visti come elementi opprimenti e di 'schiavitù dell'io", ma con un analisi più profonda si ci rendo conto che non è vero solo in casi estremi.

Qualcuno di voi penserebbe male di una madre che ha sacrificato lavoro e studi per crescere un figlio? E dei genitori che si privano di vacanze, tempo libero e vita sociale per dar piú cose a un figlio?

Ma gli esempi si spostano anche su altri piani come ad esempio: un amico che rinuncia alla serata in disco con la tipa per consolare un amico in difficoltà o il rinunciare a uscire con gli amici per un periodo per accudire un parente ammalato. Di esempi ce ne sono infiniti!

Dubito che qualcuno possa puntare il dito su quel tipo di compromessi, tuttavia quando si parla di amore l'opinione cambia, perché?

La mia paura è che l'opinione di poco valore che alcuni danno all'amore derivi da ben altro. Motivo per cui risulta più facile consolarsi di cose più materiali e controllabili come un lavoro o una vacanza al circuit di barcelona.

Perché io ho un'opinione del tutto contraria a quanto detto sinora, a una laurea o un lavoro ben remunerato possono arrivarci in molti se ci si sforza e ci si impegna, ma l'amore e le relazioni umane necessitano di elementi più variabili e incomprensibili. Motivo per cui per me è più logico sacrificare il lavoro che un amore o altre relazioni umane perché alla fine la tua vita reale la vivi con loro. Essere un cassiere con un amore, una famiglia e tanti amici non risulta un dramma o un gran sacrificio, ma lo risulta (imho) essere un ingegnere in giro per il mondo senza amici né amore e con legami di circostanza lavorativa. Che senso ha realizzarsi e avere tanti soldi senza poter usufruire di tutto ciò con chi ci ama veramente?

Edited by Ilromantico
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Capricorno57

 

 

Società sbagliata = relazioni sbagliate? No grazie!

Un momento. Se la società sia sbagliata o meno è argomento interessante ma OT praticamente, qui si sta dicendo che il concetto, lo stile di coppia sia influenzato dalla "evoluzione" della società. La coppia solida o fluida è parte della società, comunque. 

Intravedo un discorso di rifugio nella coppia "old style" (come la mia pare) come rifugio dal logorìo della vita moderna, già argomentato nella discussione relativa al "mettere la relazione prima di sè stessi è giusto?"

Mi interessano (come al solito) le deduzioni sin troppo ermetiche per i miei 2 neuroni di @@Hinzelmann ma non avendo ancora letto l'articolo linkato non esprimo commenti, e ora devo uscire. Comunque grazie e buona giornata, ci leggiamo poi...

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