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A cosa serve una relazione?


Sampei

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Spiritosolitario

Secondo me state sbagliando ottica. Più che porla su altruismo/egoismo e occasionidi vita perse o prese, io mi focalizzerei sull'importanza del sacrificio e compromesso in amore e nelle relazioni umane. Molte volte vengono visti come elementi opprimenti e di 'schiavitù dell'io", ma con un analisi più profonda si ci rendo conto che non è vero solo in casi estremi.

Qualcuno di voi penserebbe male di una madre che ha sacrificato lavoro e studi per crescere un figlio? E dei genitori che si privano di vacanze, tempo libero e vita sociale per dar piú cose a un figlio?

Ma gli esempi si spostano anche su altri piani come ad esempio: un amico che rinuncia alla serata in disco con la tipa per consolare un amico in difficoltà o il rinunciare a uscire con gli amici per un periodo per accudire un parente ammalato. Di esempi ce ne sono infiniti!

Dubito che qualcuno possa puntare il dito su quel tipo di compromessi, tuttavia quando si parla di amore l'opinione cambia, perché?

La mia paura è che l'opinione di poco valore che alcuni danno all'amore derivi da ben altro. Motivo per cui risulta più facile consolarsi di cose più materiali e controllabili come un lavoro o una vacanza al circuit di barcelona.

Perché io ho un'opinione del tutto contraria a quanto detto sinora, a una laurea o un lavoro ben remunerato possono arrivarci in molti se ci si sforza e ci si impegna, ma l'amore e le relazioni umane necessitano di elementi più variabili e incomprensibili. Motivo per cui per me è più logico sacrificare il lavoro che un amore o altre relazioni umane perché alla fine la tua vita reale la vivi con loro. Essere un cassiere con un amore, una famiglia e tanti amici non risulta un dramma o un gran sacrificio, ma lo risulta (imho) essere un ingegnere in giro per il mondo senza amici né amore e con legami di circostanza lavorativa. Che senso ha realizzarsi e avere tanti soldi senza poter usufruire di tutto ciò con chi ci ama veramente?

Assolutamente d'accordo!

 

Un momento. Se la società sia sbagliata o meno è argomento interessante ma OT praticamente, qui si sta dicendo che il concetto, lo stile di coppia sia influenzato dalla "evoluzione" della società. La coppia solida o fluida è parte della società, comunque. 

Intravedo un discorso di rifugio nella coppia "old style" (come la mia pare) come rifugio dal logorìo della vita moderna, già argomentato nella discussione relativa al "mettere la relazione prima di sè stessi è giusto?"

Mi interessano (come al solito) le deduzioni sin troppo ermetiche per i miei 2 neuroni di @@Hinzelmann ma non avendo ancora letto l'articolo linkato non esprimo commenti, e ora devo uscire. Comunque grazie e buona giornata, ci leggiamo poi...

Se la società prende una piega sbagliata (come io penso) perché dovrebbe prenderla anche lo stile di coppia. È una strozata dire che l'amore deve adattarsi all'evoluzione, l'amore non ha tempo!
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A cosa serve una relazione?

 

A rendere la propria esistenza un po' più interessante direi :D

Penso ci siano ragazzi maggiormente portati alle relazioni monogamiche di altri; io sono un romanticone, eppure credo d'essermi davvero affezionato, o innamorato, non più di un paio di volte negli ultimi dieci anni. Per me conta molto sapere che c'è qualcuno su cui posso contare e che, viceversa, può contare su di me.

In passato è stato così anche per le amicizie...tendevo ad essere piuttosto selettivo, ché non è che perché ci si è simpatici allora tutti amici.

Al contrario, mi ha sempre divertito mantenere delle non-amicizie: persone a cui facevo capire che non avevano la mia stima -e viceversa- con cui però mantenere un confronto vivace, brillante.

C'è poi in una relazione il piacere della conquista, e dell'essere conquistati...l'indipendenza è sopravvalutata, da soli ci si annoia e se si è in troppi non si sanno più attribuire le priorità.

 

Stiamo parlando di un'epoca in cui un genitore single è perfettamente in grado di allevare un figlio con risultati eccellenti. Un'epoca in cui la parità teorica fra i generi è un fatto. Un'epoca in cui la riproduzione e il sesso possono viaggiare stabilmente su binari separati. Un'epoca in cui il sesso (anche e soprattutto monogamico) è tendenzialmente considerato un costrutto delicato da tenere in piedi con una serie di interventi molto complessi quasi come a tenere un uovo in equilibrio su un cucchiaino.

 

E stiamo parlando di un'epoca, e di una cultura, nella quale l'individuo è al centro dell'universo, l'ideale di perfezione coincide con l'almeno tendenziale raggiungimento della propria singola individuale e personale perfezione psicofisica.

 

Non è vero per tutti...certo, se percepisci uno stipendio annuale a cinque cifre vivendo in una grande città europea o statunitense la descrizione di questa nostra epoca è plausibile. Ma non sottovaluterei il fattore economico.

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Capricorno57
Se la società prende una piega sbagliata (come io penso) perché dovrebbe prenderla anche lo stile di coppia

 

L'articolo di Monsieur Attali propone una (facile) previsione sul trend delle relazioni affettive, un'evoluzione che è "sulla punta della lingua" di tanti. E' innegabile che i giovani di oggi si sposano di meno e convivono di più, che il divorzio ha dato una botta importante all'istituzione del matrimonio civile che fino a pochi decenni fa poteva costituire una opprimente schiavitù. 

In quest'ottica, la prospettiva che la coppia aperta (etero o omo) possa godere in futuro di una diffusa accettazione non deve essere vista come una picconata alla coppia tradizionale, la cui esistenza sarà sempre possibile e la cui eventuale resistenza di facciata sarà forse messa alla prova meno duramente. Parlo di resistenza di facciata in quanto assicuro che, insieme al mio compagno da vent'anni, in caso di rottura del rapporto in qualche modo sarei sottoposto a qualche giudizio negativo, a qualcuno dovrei "rendere conto" , in primis alla famiglia di lui .. non avendone più una, io .. che ripone in me massima stima e fiducia. 

 

Hinzelmann , molto correttamente a mio avviso, propone ai giovani del Forum di approfittare a 360 gradi di questo odierno trend generalmente favorevole.  Poi, se apparentemente il trend favorevole non è ancora pervenuto in provincia, o se semplicemente non è ancora percepito da tanti di noi, o se peggio ancora siamo succubi o vittime di situazione contingenti, è un altro discorso. 

 

Tornando alla coppia stabile, ad essa riconoscerei il merito di rendere visibile l'omosessualità in un contesto sociale che, mediamente, ha ancora bisogno di questa operazione. 

Se io circolo per la mia cittadina tutti i giorni con un ragazzo diverso la gente penserà che ho tanti amici, ma se vado al bar sempre con lo stesso uomo qualcuno comincerà a farsi (o a farmi) delle domande, se mai ne avesse bisogno, ma non ne ha per il fatto che ho sempre reso pubblica ed evidente la mia posizione, avendone ampia possibilità. 

 

Ritengo che il Coming Out sia più semplice convincente e credibile se esercitato con la scorta dell'essere parte di una coppia: in questo posso essere definito come "uomo del Novecento" , avendo prima fatto le mie esperienze di nascosto e poi la mia dichiarazione in pubblico a risultato ottenuto. Cosa che oggi, ancor meno di ieri, non ha gran senso in quanto è limitante.

Edited by Capricorno57
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