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Una «brigata internazionale gay» potrebbe cambiare le cose?


Amor-fati

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Qualche giorno fa, mentre a Barcellona mi godevo la possibilità di poter vivere come una persona normale grazie all'ambiente che si viene a creare in quella città meravigliosa, girando per un parco e pensando, mi ha folgorato la mente un'idea, probabilmente utopica, ma che spero possa essere quantomeno interessante. Riconosco che è strampalata. Credo che l'origine della scintilla risieda nell'aver visto quanti omosessuali vengono a Barcellona nel periodo del Circuit (dai 75.000 agli 80.000).

 

Vorrei fare qualche premessa prima, però, per far capire meglio come mi è venuta in mente.

 

È un fatto che noi gay siamo una delle categorie minoritarie dell'umanità, e che a vario grado e in diverse zone del mondo siamo oppressi. Siamo quindi tanti e siamo sparsi per il mondo. Ho pensato al fatto che condividiamo questa condizione con gli ebrei prima della seconda guerra mondiale: abitavano diverse zone del mondo e in alcune più in altre meno erano oppressi. Dopo la seconda guerra mondiale, il fatto che proprio gli ebrei fossero stati la categoria che registrò più morti nei lager e che la Germania nazista avesse promulgato leggi apertamente antisemite, fece in modo che la comunità internazionale si sentisse in dovere di dare agli ebrei una patria, un luogo sicuro in cui vivere. E lo fece con tutti i problemi e le controverse modalità che tutti noi conosciamo. Ora gli ebrei hanno un esercito, uno stato e quindi un luogo in cui possono vivere come ebrei in mezzo ad altri ebrei.

 

Agli omosessuali non andò altrettanto bene. Il fatto che anche noi fossimo una delle categorie di cui Hitler voleva ripulire il mondo non ha portato a un adattamento normativo (promulgazione di leggi contro l'omofobia e contro i reati alle origini dei quali questa sia imputabile) automatico come invece accadde per le leggi contro la discriminazione degli ebrei. La sessualità non viene trattata come nazionalità (comprensibilmente), quindi è per noi impossibile avere uno stato e un esercito, avere cioè un luogo unico in cui poter vivere solo in mezzo ad altri omosessuali e poter legiferare in quanto omosessuali.

 

Ora, date queste premesse sulla nostra condizione, noi possiamo vivere solo sparsi-per-il-mondo, e tutt'al più possiamo fondare delle «zone» gay (la parola ghetto non mi è mai piaciuta) nei vari posti del mondo, in cui siamo particolarmente concentrati: la comunità gay di S. Francisco, la "gayxampla" di Barcellona e così via...

 

La nostra frammentazione, se da un lato è la nostra forza (essere sparsi nel mondo significa anche che ovunque un omosessuale vada potrà sempre trovare anche altri omosessuali, più o meno oppressi) è anche la nostra debolezza (nei luoghi in cui siamo in pochi, difficilmente abbiamo la forza necessaria per cambiare le cose: penso a certi stati africani, all'America latina e perché no, all'Italia stessa, dove in realtà siamo molti ma forse troppo "atomizzati" e troppo poco supportati anche dagli etero).

 

Mi sono quindi ricordato che in Spagna, durante la guerra civile, la resistenza antifranchista si avvaleva anche di coraggiosi guerrieri e truppe venute da altri paesi per dare una mano a combattere la dittatura. Questi «soldati», spesso improvvisati, non sempre condividevano la nazionalità, perché ciò che fomentava il loro animo erano gli ideali di giustizia per i quali combattevano la dittatura.

Ora, dopo questo noiosissimo mappazzone... la mia domanda è: sulla scorta dell'esperienza delle brigate internazionali, potrebbe essere fattibile l'istituzione di un'organizzazione internazionale che connetta efficientemente le varie comunità gay del mondo e permetta che, ad esempio, queste partecipino ai pride e alle manifestazioni per i diritti negli stati in cui siamo più oppressi?

 

In fin dei conti manifestare contro un migliaio di persone italiane gay ed etero-pro-gay -quasi che i gay esistessero solo in Italia- e manifestare contro un'orda di 10-50 mila persone gay ed etero-pro-gay provenienti da diversi angoli nel mondo uniti per vedersi riconosciuti i propri diritti ovunque vogliano andare a vivere mi sembra decisamente più difficile e patetico. Cioè, questi ad Adinolfi passano sopra e sono pure capaci di farlo diventare bidimensionale.

 

Fatemi sapere se secondo voi sono solo pazzo -molto probabile-, se ho scoperto l'acqua calda o se è qualcosa che potrebbe effettivamente essere implementato in un futuro...

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Mi spiace ma non penso tu stia brillando per originalità, ci tenevo ad essere il primo a dirtelo.

 

Per lo stato gay io chiederei un aiutino all'A-team per prenderci una fettina di libia, che é divisa prendibile e si sa che essere circondati da nemici regala coesione. Ovviamente ci vuole una legge sulla cittadinanza che preveda l'esclusione dei figli etero o diritti minorati, poi una "legge sul ritorno" con tanto di visite per accertare l'orientamento

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E' interessante il progetto di una rete internazionale di associazioni gay, negli Stati Uniti esiste già Human Rights Campaign a cui si può donare sul sito come le ONG.

Sarebbe un bene se le associazioni gay potessero conettersi e fare eventi culturali per l' Europa. 

Edited by Bad_Romance
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a pate che un'ass.ne mondiale esiste già, ed è quella che organizza i vari world pride (mi pare si chiami ILGA, ma chiedo conferma alla regia),

anche a me la prima cosa che è venuta in mente è stata:

e i soldi?

 

E poi il tuo mappazzone m'ha ricordato pure le Pink Posse di Queer As Folk USA, una cosa che molto alla lontana potrebbe ricordare

le Brigate Rosse gay.

e che, conoscendo gli italici gay, in breve tempo farebbe la fine di quella del telefilm

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Parlare di brigata dà l'idea d'una struttura militare, non d'un'associazione internazionale tra associazioni nazionali.....

 

Comunque pare che in Italia almeno già le varie associazioni locali siano sempre in contrasto tra loro, quindi è difficile supporre che si associno tra loro per poi congiungersi ad un'associazione internazionale.

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Per la prima metà del post pensavo che andasse a parare sulla fondazione di una gay nation ^^

 

Se esiste qualcosa di simile a ciò che stai pensando è sicuramente l'ilga

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La storia dell'ILGA è abbastanza triste, di fatto solo ILGA Europe gode di un riconoscimento di

status internazionale ( e parliamo di quello minimo consultivo ) per il resto con scuse varie su

pedofilia e pretese di consegnare liste di tutti gli aderenti si è solo collezionato una serie di

sconfitte

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oddio come l'Israele? 

Facciamo una diaspora e ci innestiamo in un territorio.. che so.. la Russia e fondiamo il nostro Stato Rainbow? <3 


A parte le battute.. non ho ben capito.. a cosa servirebbe?  

Non vorrei poi tirare in ballo l'argomento e tirano gli omofobi: se non ci sono nascite.. come fai? XD 
Ogni gay che nasce nel mondo si trasferirebbe in questo Stato? 

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Se non esistesse l'omofobia e ognuno potesse vivere la propria sessualità come più gli pare e piace non ci sarebbe nemmeno bisogno di creare una "brigata internazionale" dal momento che vivremmo in un mondo utopistico fatto di pace e prosperità

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non ha senso... ci avevo pensato anche io in passato ma... poi mi sono accorto che i gay sono idioti quanto gli etero, e sono pure omofobi... alla fine è questione di cultura... un gay italiano è molto probabile sia peggio di un etero nord europeo...

da una parte ti trovi quella cattocessa di vendola contro i matrimoni gay, dall'altro cameron etero di destra che li fa approvare...

 

in generale è meglio vivere in un posto pieno di gente colta, educata, ATEA... piuttosto che gente stupida, ignorante, e superstiziosa (bigotta)

 

anni fa sono andato in un luogo di cruising gay è un 50-60enne si vantava si farsi scopare da un marito (sposato e con moglie, quindi vero uomo secondo lui...) quando la moglie non c'era... e un 30 enne effemminato che gli dava del "vecchio"... che nascondersi dietro la famigliola etero era molto anni 60, però poi aggiungendo che i gay non hanno bisogno del riconoscimento delle adozioni, matrimonio e legge mancino... perché fino a quando non sono i poliziotti stessi a venire a pestarci per le strade allora va tutto bene, e dobbiamo solo ringraziare l'italia....

 

e ho detto tutto... mi spiace ma con persone così non ci fai nulla... preferisco un etero ateo, che una stupida shampista cerebrolesa

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Il problema è che il mondo è grande, ma interi continenti e/o

subcontinenti ( Africa e Asia ) sono dominati da paesi fortemente

omofobi, questo per non parlare delle agenzie internazionali omofobiche

come la Santa Sede etc

 

Agire sul piano internazionale è quindi più difficile che sul piano

nazionale o europeo

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formiamo una brigata frocia

 

Ci avevano già pensato i Tebani Gorgida e Pelopida nel IV secolo a.C. e pare che l' "hieròs lòchos", il battaglione sacro, costituito di 150 coppie di soldati legati omoeroticamente, se la fosse sempre cavata egregiamente sul campo.

Però non era una brigata che difendeva i froci, che d'altronde allora in Grecia non avevano bisogno di essere difesi, ma che difendeva la comune patria tebana.

Però si potrebbe pensare ad un adattamento ai tempi:

ora i froci dovrebbero essere difesi.....

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quella cattocessa di vendola contro i matrimoni gay...

sei sicuro?

a me risulta il contrario, ma del tipo che vorrebbe che la prima coppia gaya a sposarsi in Italia sia la sua..

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 Eppure, non è così tanto assurda l'idea di @Amor-fati di ideologizzarci un po'.
Siamo abbastanza d'accordo che la comunità gay è una di quelle minoranze su cui la maggioranza "normale" si pulisce le scarpe, però è anche vero che molto spesso siamo proprio noi a presentarci come zerbini.
Prendiamo questo esempio:

anni fa sono andato in un luogo di cruising gay è un 50-60enne si vantava si farsi scopare da un marito (sposato e con moglie, quindi vero uomo secondo lui...) quando la moglie non c'era...

Questo episodio è uno standard. Qualunque social trabocca di annunci del genere, dove il tizio di turno vorrebbe fare l'animale a due gobbe preferibilmente con etero o bisex non dichiarati e magari con moglie a carico: al culo non si comanda, per carità, però quell'etero tanto vagheggiato è magari lo stesso bastardo che va al Family Day, che fa battezzare il figlio e che non vuole il riconoscimento delle coppie di fatto.
Ci vorrebbe un po' di ideologia, sì: una contrapposizione silenziosa, una forma di non-violenza, una rivoluzione che passasse attraverso i calzoni di finti-etero sempre più rigonfi e sempre meno soddisfatti. Dovremmo pretendere che il ragazzo con cui usciamo ci tenga per mano e che ci baci, se gli va, anche se siamo sulla pubblica piazza. Dovremmo far capire al mondo che siamo una realtà con cui fare i conti, e non qualcosa da sfruttare per vuotarsi le palle quando la moglie è in vacanza o fuori con le amiche.
Il che vorrebbe dire, ovviamente, ripercussioni verso i collaborazionisti.
 

[...]fondiamo il nostro Stato Rainbow? <3 
[...] se non ci sono nascite.. come fai? XD 
Ogni gay che nasce nel mondo si trasferirebbe in questo Stato?

Questo sarebbe bellissimo.
Un'appartenenza elettiva, perché "casa" non è il posto dove nasci ma quello che senti come tuo: be', un simile concetto di nazionalità ci porterebbe ad essere più vicini ad un salto evoluzionistico di quanto potremmo immaginare.

Edited by LocoEmotivo
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Sono d'accordissimo con quello che dice @nayoz . C'è molta gente LGBT retrograda o cerebrolesa ben più dannosa di certi etero.

 

Per il resto il circuit non è proprio il migliore tra gli esempi. Alla fine è solo un grande evento gay costruito per spillare soldi a gay frivoli, vanitosi e discotecari. Lungi da me trovarci qualcosa di male, ma prenderlo come esempio mi pare decisamente esagerato xD! Sarebbe come se il mondo etero basasse le propria società ideale in "uomini e donne" o tra le feste di ibiza.

 

L'idea delle brigate internazionali è irrealizzabile perché la conquista di diritti sociali dipende dalla mentalità e cultura di un paese. Non sono cose conquistabili con la forza, ma con il tempo e l'aiuto dei gay, etero e associazioni locali.

In realtà come già dissi una volta non ci sarebbe nemmeno bisogno di grandi organizzazioni, ma basterebbe fare riunioni tra gay di quartiere. La cruda e pura verità è che tra gay c'è poca iniziativa e spirito di solidarietà e sono interessati solo ad andare per locali, accendere grindr o stare di nascosto dal fidanzato.

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sei sicuro?

a me risulta il contrario, ma del tipo che vorrebbe che la prima coppia gaya a sposarsi in Italia sia la sua..

lo sai come sono i politici dicono una cosa, e poi il suo contrario... altrimenti saremmo già con le unioni civili se fosse vero ciò che ha detto renzi.

 

Prima che andassero "di moda" i matrimoni gay (inghilterra,irlanda, usa) vendola non era a favore dei matrimoni gay ma di unioni civili senza adozione.

 

Nichi Vendola (SeL) (21 settembre 2010)   « (Domanda): "Sei favorevole ai matrimoni gay?"

(Risposta): "Sono favorevole al riconoscimento delle coppie di fatto"[15]»

(Per una critica a questa presa di posizione si veda l'editoriale di Matteo WinklerNichi, sul matrimonio gay lei sbaglia, "Il Fatto Quotidiano blog", 24 settembre 2010).

Nichi Vendola ha poi preso posizione favorevole al matrimonio gay il 16 luglio 2012.

 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/24/nichi-sul-matrimonio-gay-lei-sbaglia/64087/#disqus_thread

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