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Le imprese gay-friendly e le loro attività


Ricesoc

  

15 members have voted

  1. 1. A quali tra queste attività un azienda che vuole mostrarsi gay-friendly non dovrebbe assolutamente rinunciare?

    • Pubblicità in media LGBT (riviste, portali web)
      4
    • Tematiche LGBT nella pubblicità (es. gli spot della Findus, IKEA, Vodafone)
      13
    • Auto-identificazione come brand gay-friendly
      5
    • Supporto aziendale a cause LGBT (sponsorizzazioni eventi, donazioni ad associazioni LGBT ecc.)
      11
    • Identificazione, da fonti esterne, come brand gay-friendly
      4
    • Product placement in programmi a tematica LGBT (es. in show televisivi come The L World, Queer as Folk)
      4
    • Parere di amici e conoscenti
      0


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Salve a tutti e a tutte,

prosegue la mia (noiosissima per alcuni di voi :laugh: ) ricerca sulle opinioni di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali verso le attività delle aziende che aspirano ad essere percepite gay-friendly.

 

Rispondete al sondaggio se vi va di aiutarmi... (vi prego, fatelo. Ho bisogno di laurearmi! :banghead: )

 

Quali sono invece le attività meno importanti? È indubbio che mentre risulta più facile ritrovarsi a guardare uno spot televisivo a tematica LGBT, è meno facile venire a conoscenza del fatto che una data azienda sostenga un certo evento o una certa associazione. Nel caso in cui queste attività siano per voi importanti, dove reperite queste informazioni?

 

 

Come sempre ci tengo a specificare che l'indagine ha fini esclusivamente scientifici e sarà condotta nel pieno rispetto della vostra privacy e con garanzia di totale anonimato.

 

 

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Ricerche sui gay suona male ahah Mi da l'idea di uno che cattura e tortura i gay per studiarli :P . Ad ogni modo non è stata assolutamente una scelta imposta. Lessi un articolo su un giornale e pensai che potesse essere un argomento interessante (lo è in primis per me). Il professore (il relatore insegna ricerca sociale, il correlatore si occupa di comunicazione) poi mostro entusiasmo per la cosa :)

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auto identificarsi dal nulla "io sono gay-friendly" mi sembra una cazzata se non c'è nulla dietro, od anche da parte di terzi, deve esserci almeno qualche prova. come dici tu le pubblicità sono molto più espressive e colpiscono subito ma questo non significa che quella determenata azienda sia davvero friendly, magari semplice marketing?

 

un esempiò è telecom italia, che non è che abbia fatto cissà chè per pubblicizarsi come friendly ma alla fine è quella che ha ricevuto un punteggio più alto tra le altre nel GLBT diveristy index, di cui tu stesso ne hai parlato in un altro topic

Edited by AAL
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Ciao,

io, invece, penso che auto-identificarsi come gay friendly sia un primo passo importante, ovvio che non può essere fatto senza che ciò comporti dei doveri da seguire, tipo sostenere attività LGBT e avere spot o personaggi che la rappresentano dichiaratamente gay.

Sicuramente un'attività meno importante è quella del product placement, secondo me, perchè un prodotto in un telefilm o un film non implica un diretto interessamento dell'azienda al mondo LGBT ma più un interessamento alla vendita e al profitto.

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Ciao :) allora quello che mi sento di dire è che in primis sono per il concetto di 'innovazione' quindi per ideare e coniare cose nuove e soprattutto funzionali! Un esempio? Dunque pensiamo alla fusione del gay friendly nelle attività economiche e publicitarie, ciò andrebbe sempre più a rendere partecipe e coinvolgere gli LGBT! Pensiamo poi a quelle aziende italiane (e non solo) che hanno mostrato totale apertura agli LGBT, ebbene ciò non può essere altro che un magnifico esempio in grado di segnare il cambiamento per quelle aziende che sono ancora lì a discutere e che sono al centro della polemica sulla famiglia tradizionele.

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Ciao..

io penso che se un azienda vuole mostrarsi veramente gay-friendly principalmente l'identificazione e il parere di amici e conoscenti non serve proprio a nessuno così come il product placement che ritengo serva solo a sponsorizzare e indurre al acquisto quel relativo prodotto. Per esempio, se la findus in un film, show o quel che sia mi mette in bella vista il suo bastoncino con tanto di marchio io non lo acquisto perché e gay-friendly (potrei anche non saperlo e addirittura sapere cosa significa) ma lo acquisto per la notorietà del marchio o ancor meglio per la qualità del prodotto. Poi l'inserimento in programmi a tematica LGBT non implica che quel azienda è gay-friendly e sopratutto non è un buon modo di sponsorizzarsi come tale visto che certi programmi sono rivolti ad un certo tipo di spettatori, ma puntare ad un pubblico più ampio. 

Auto-identificarsi come brand gay-friendly è il primo passo che ogni azienda deve fare e successivamente sponsorizzarsi come tale; quindi ben vengano le pubblicità sui media, gli spot pubblicitari in TV e sul web che sono i metodi di comunicazione più usati. Anche se (a parere mio) quelli visti fino ad ora sono di poco impatto, per esempio quello della findus, il cui penso che una buona fetta degli spettatori non ha capito il messaggio ma pensava solo al prodotto. Quindi ben vengano le pubblicità ma aumentarne l'impatto che possono avere sul pubblico, cioè essere più esplicite nel dire io sono gay-friendly e indurre ad accettare e rispettare i diritti omosessuali.

Poi per chiudere il cerchio, in primis metterei il supporto aziendale a cause LGBT sponsorizzando e supportando in prima persona le associazioni LGBT.

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Ciao a tutti. Io credo che ci siano diverse motivazioni che possano spingere un'azienda a dichiararsi gay-friendly. Per alcune aziende si tratta principalmente di marketing, e saranno quelle a cui 'Ricesoc' si riferisce  in termini di 'voler essere percepite gay-friendly'.

Altre seguono i principi degli amministratori delegati stessi, vuoi per sostenere le associazioni LGBT perché non si crede nella giustizia di discriminazione alcuna, vuoi per il fatto di essere essi stessi gay, lesbiche and co, o di avere amici che lo sono e li fanno sentire più vicini alla causa.

Il punto è, a prescindere dalle intenzioni, se possono effettivamente fornire un sostegno (e mi riferisco principalmente a quello economico, che poi solo economico non resta) ai progetti delle associazioni LGBT ma ben venga!!! 

Servono tante armi per combattere l'ignoranza. Quante donazioni da aziende e singoli per difendere, anni fa,il matrimonio gay in California?

Essere gay-friendly non significa solo dichiararsi 'a favore dei gay'; non si tratta di concedere l'approvazione a qualcuno : tipo oh, sì qui non ti discriminiamo. Ma di aiutare nel concreto.

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Dirò la mia sulla questione e sarò anche un po' diretto ma sarò molto sincero e dirò quello che penso ... Sono gay e le pubblicità che ci fanno vedere per televisione mi fanno solo innervosire perché é facile dire sono gay friendly ma poi di concreto non ci fanno vedere due uomini che si abbracciano o due donne che si abbracciano e si baciano quindi , a mio parere , stai facendo quella pubblicità solo perché vuoi attirare quella comunità a credere che tu lotti per loro così comprano i tuoi prodotti .

Per me una pubblicità del genere é come dare un contentino .

Ci sono molti modi per far pubblicità ed aiutare le persone ad aprirsi e come lo stanno facendo loro non aiutano .

In rete si vedono diverse pubblicità che non sono mai passate in Italia per via della censura .

Censura imposta dalla chiesa e dal governo che per quanto possa dire non ho nulla contro i gay ancora non ci sta una legge che tutela le coppie di fatto .

Questo é assurdo in un tempo in cui ci dovrebbe essere la libertà e se a battersi e imporsi non sono le aziende ( che pagano per mostrare la propria pubblicità ) dicendo : La mia pubblicità é questa e ci sono una coppia di donne e una di uomini che si baciano non la vuoi passare ? Ok io non ti pago .

Se lo facessero tutte le grandi aziende invece di dare il contentino alla comunità forse le cose cambierebbero .

In sostanza non dovremmo accontentarci dello zuccherino ( così stanno zotti e non si lamentano ) ma cominciare a pretendere di più .

Questa é la mia opinione sarà stupida o magari troppo pretenziosa ma é il mio modo di vedere la cosa .

Scusate gli errori ma sono tramite Cell .

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Ragazzi qui la questione è seria; oggi i mezzi di comunicazione di massa influenzano in modo diretto e immediato le raffigurazioni culturali dei più, in particolare madre dell’ignoranza nazionale sono il social e la tv ( essendo per molti unici canali d’informazione). Ed è grave che a dominare la realtà pubblicitaria sia ancora lo stereotipo della famiglia del mulino bianco ( risalente all'epoca della propaganda fascista, vedi film luce). Riflettendo l’unica pubblicità dove appare un omosessuale, è quella di un noto dentifricio, ma la vena ironica è evidente.  ERGO omosessuali e lesbiche sono rappresentati della cultura dominate? Io credo di no!

Non so precisamente in italia quante siano già le aziende gay-friendly e quali siano le iniziative che nel corso del tempo hanno realmente intrapreso. Rilevanti sono i risultati di un’iniziativa a livello mondiale chiamata Equality Index volta a valutare il livello di sensibilità delle aziende alle tematiche LGBT, nessuna azienda italiana ha partecipato.  Credo che a incidere su tutto ciò sia il rapporto d’interdipendenza tra marketing e cultura dominate, quest' ultima non ancora pronta a integrarsi realmente con il concetto di omosessualità.

A livello mondiale il discorso è differente, IBM che è stata nominata una delle aziende più sensibili ai temi LGBT lavora da decenni allo sviluppo di politiche globali innovative sul posto di lavoro, ecco qui già siamo a un livello molto più alto :dancer: .

La mia unicità in quanto essere umano, connessa al mio orientamento sessuale deve essere legittimata dai media, dal mondo legislativo, dai mezzi d’informazione com'è legittimata la bellezza di una madre con il suo bambino; ma siamo ancora lontani.

In conclusione Autoproclamarsi "gay-friendly" non è sufficiente. Sostenere campagne di comunicazione a favore dei diritti delle persone lgbt e manifestare in questo modo la propria apertura "a tutti i tipi di famiglie" è un dovere, ma non basta. Per alcune aziende che operano in Italia, è arrivato il momento di passare ai fatti e "dare il buon esempio" a partire dai propri dipendenti. Nella prassi, ma anche a livello contrattuale ( e mi soffermo su quest’aspetto che spesso è trascurato.) :rtfm: 

In conclusione credo che sia fondamentale oggi parlare di tutte le tematiche afferenti alla questione LGBT quindi grazie per il tuo lavoro di ricerca. :fan: 

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Come già detto da alcuni l'auto-identificazione fine a se stessa è secondo me assolutamente inutile. Molto meglio gesti significativi (sia simbolici che concreti).

Per simbolici intendo utilizzare tematiche lgbt nelle pubblicità. E' un operazione superficiale, che non per forza significa un atteggiamento friendly da parte dell'azienda. Eppure l'inclusione di elementi LGBT, può creare allo stesso tempo sensazionalismo (lasciando un'impronta nel consumatore) ma anche normalizzazione della nostra comunità: 2 piccioni con una fava.
Per concreti invece alludo al supporto aziendale a cause LGBT, come donazioni ad associazioni e sponsorizzazioni di eventi. Si tratta di investimenti più lenti sia come ritorno di immagine e guadagno per l'azienda (quindi non utili alla vendita dei singoli prodotti), sia come contributo concreto alle cause LGBT, ma indelebili nel modellare il proprio operato ed un immagine gay-friendly.

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