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Una malattia chiamata omofobia


Paolo77

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«Per secoli si è discusso se l’omosessualità fosse una malattia. Ora scopriamo che la vera malattia da curare è l’omofobia». Non usa mezzi toni Emmanuele Jannini ... nel  riassumere senso dello studio pubblicato su “The Journal of Sexual Medicine”.

... [L'omofobia] è favorita da una serie di precise caratteristiche psicologiche. Sono tendenzialmente più omofobe le persone con livelli più alti di psicoticismo, un aspetto della personalità caratterizzato dalla paura, che porta ad atteggiamenti di ostilità e rabbia e in alcuni può essere un prodromo di vere e proprie psicosi; o con meccanismi di difesa immaturi (le strategie con cui affrontiamo minacce e difficoltà); o che hanno difficoltà nel rapportarsi agli altri per quello che gli psicologi chiamano "uno stile di attaccamento insicuro".

«In poche parole, emerge che gli omofobi sono soprattutto maschi insicuri, da un lato paurosi e dall’altro immaturi» riassume Jannini. ... l’omofobo va in crisi perché sente minacciata la sua stessa identità di genere, si risveglia in lui la paura di non essere abbastanza maschio». ...

In quest’ottica, sostiene Jannini, per prevenire o moderare l’omofobia serve un’educazione sentimentale e sessuale che insegni fin da piccoli a non aver paura di se stessi, delle proprie emozioni e delle differenze con gli altri. «Un’educazione che è finalmente prevista nella riforma scolastica, la “Buona scuola”: per la prima volta c’è un richiamo importante alla tolleranza e al rispetto della differenza, e si mette in evidenza una serie di comportamenti che vanno respinti, inclusa l’omofobia. Ed è assurdo che ci sia chi si oppone vedendo in questa educazione una fantomatica “ideologia del gender”. ...


Link all'articolo completo
http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/09/22/news/l-omofobia-e-una-malattia-da-curare-1.230804

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Mi guardo bene dall'esprimermi sulla validità di una ricerca medica, non avendo competenze in quel ramo; posso dire, comunque, che il fatto che l'insicurezza e la difficoltà nel relazionarsi col "diverso" siano la base dell'omofobia mi sembra piuttosto plausibile.

Del resto, "un’educazione sentimentale e sessuale che insegni fin da piccoli a non aver paura di se stessi" certamente è necessaria per prevenire non solo l'omofobia, ma qualsiasi forma di intolleranza, chiusura verso gli altri. Che si chiami in causa la scuola a formare in questo senso, credo sia indice delle lacune nell'educazione da parte delle famiglie: non c'è educatore più convincente e potente della famiglia, secondo me.
Infine, credo che una società omofoba sia certamente partorita dagli omofobi (cioè i soggetti "patologici" di cui la ricerca si interessa), ma è di certo accresciuta e alimentata da coloro che, non propriamente omofobi, non risparmiano - nel loro quotidiano - la parolina di scherno, la battutina nei confronti degli omosessuali, solo perché abituati a comportarsi così. Sono loro, ignavi incapaci di odiare veramente, che parlano per sentito dire, poveri pesci morti che seguono la corrente (Pasolini direbbe che "la loro merda non puzza"), i veri colpevoli della società chiusa e bigotta in cui viviamo...

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...Che si chiami in causa la scuola a formare in questo senso, credo sia indice delle lacune nell'educazione da parte delle famiglie: non c'è educatore più convincente e potente della famiglia, secondo me...

Mi trovo in gran parte d'accordo con il tuo intervento. Sulla famiglia: certamente costituisce l'educatore più convincente. Ma, in fondo, la famiglia è una società più o meno chiusa dove spesso si impara che ci siamo "noi" (i familiari) e "loro" (tutti gli altri), e che queste due entità hanno diritti diversi. "Noi", per esempio, abbiamo diritto di mangiare a tavola; "loro" possono farlo solo eccezionalmente, se sono ospiti autorizzati. Per non parlare del fatto che molte famiglie si basano su un fondamento religioso, altro livello di "noi" e "loro" ("Noi", famiglia cattolica, osserviamo LA religione; "loro", invece, no).

Se le famiglie fossero allargate, con genitori e bambini di diverse provenienze, il rispetto dell'altro sarebbe oggettivamente appreso molto meglio. Da qui, secondo me, l'importante funzione educatrice della scuola.

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vorrei fare notare una frase all'interno dell'articolo:

 

"il pubblico si sorprende sempre quando a una conferenza mostro che i gay hanno in media genitali più grossi e livelli di testosterone più alti, oltre che un’attività sessuale molto più frequente"

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Per secoli si è discusso se l’omosessualità fosse una malattia.

 

Per secoli?:

a me risulta che la sodomia sia sempre stata considerata peccato fino alla seconda metà del XIX secolo, quando la medicina le appioppò il titolo di malattia....

 

 

 

 

Ora scopriamo che la vera malattia da curare è l’omofobia

 

Ma.....

Non discuto che in certi casi si possa parlare di malattia nervosa o come la si vuole aggettivare, ma credo che nella stragrande maggioranza dei casi sia semplicemente il retaggio, assunto acriticamente, d'una condanna etica che ha essenzialmente radici filosofiche corroborate (almeno nella nostra cultura) dalla religione.

 

 

 

 

"il pubblico si sorprende sempre quando a una conferenza mostro che i gay hanno in media genitali più grossi e livelli di testosterone più alti, oltre che un’attività sessuale molto più frequente"

 

Ecce signum!  :-)

 

Va be', qui siamo alle fantasie sessuali (omofobe?) più sfrenate:

gli omosessuali ce l'hanno più lungo, più grosso, più duro e lo usano più spesso e più sfrenatamente.

Cose da Umberto Bossi redivivo (in senso politico.....).

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Ecco, sarebbe meglio sdradicare prima l' omofobia degli omosessuali, però .. Ma almeno in Italia dovrà crepare almeno ancora qualche generazione, purtroppo. Forse le cose cambieranno anche nel resto della società. Una "non comunità gay" più omofoba di quella italiana è difficile trovarla. Sessuofobica e nevrotica critica la psicologia e la sessuologia, quando è grazie a queste che la OMS ha ritenuto di non considerare più malattia l' omosessualità. Chissà perché questo particolare venga omesso da alcuni.

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Io ho una teoria un po' particolare, forse distorta.

Che i ''bambini'' siano molto sensibili, e che spesso i genitori non se ne accorgono. (io ero un bambino troppo sensibile per questo ho sofferto molto).

E che basta pochissimo per colpirli , scioccarli e anche traumatizzarli. Un bambino impara , fin da piccolo, a definire sé stesso e gli altri in base all'educazione dei genitori ; semplificando al massimo, se al bambino viene in continuazione detto ''sei brutto'' (in modo diretto) oppure ''dovresti curarti di più'' (in modo indiretto) imparerà a relazionarsi con il suo corpo in modo negativo, e potrebbe sviluppare, da grande, problemi legati all'immagine corporea.

Lo stesso vale per l'omofobia.

Basta anche una piccola frase, sussurata silenziosamente, un sorriso di scherno, un toccarsi sull'orecchio, per mandare al bambino il messaggio che l'omosessualità è vergognosa, va evitata, sia come parte di sé , sia come parte degli altri, da reprimere con lo scherno , l'offesa o l'allontamento.

L'omofobia non è altro che il risultato del condizionamento di persone che non avevano ancora raggiunto un equilibrio affettivo e psichico e che quindi si sono trovate costrette ad assorbire certi pregiudizi e preconcetti.

E' un ' ingiustizia, un po' una dittatura. Che possa avere dei connotati psicopatologici lo condivido ; credo che in molti casi questi condizionamenti vadano ad incidere negativamnete sulla natura e sulla creatività del bambino.

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