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Roma sprofonda, Milano splende


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1 hour ago, OLEG said:

Ed io sono milanese al contrario di Rot che è dell'altra sponda... quella a sud del Po. 

Ma non diciamo sciocchezze, non c'è nessun confine lungo il Po. L'unica vera suddivisione è data dal fiume Tagliamento, ergo siete tutti terroni.

Linkiesta

Virginia Raggi querelerà Matteo Renzi, Enrico Stefàno querelerà il dg di Atac Bruno Rota, e avremo un altro teatrino romano che si sposta dal Campidoglio alla Procura, esattamente come successe ai tempi di Ignazio Marino (Panda rossa, scontrini) e di Gianni Alemanno (emergenza neve, parentopoli) perché qui nell'Urbe la lotta politica si fa così: a suon di chiacchiere e, ovviamente, di post su Facebook e di tweet scagliati come fiondate sull'avversario che si traducono prima in contese legali, poi in polverone e infine si dissolvono in vapore acqueo.
Eppure ci sarebbe l'opportunità di trasformare questa lite delle comari sul trasporto cittadino in un dibattito pubblico vero, che impegni la città e non solo i pubblici ministeri: la raccolta di firme dei radicali romani di Riccardo Magi per il referendum sull'Atac, al quale mancano qualche migliaio di firme entro il 9 agosto per diventare realtà.

Il quesito referendario chiede di mettere a bando nel 2019, quando l'attuale convenzione andrà a scadenza, il servizio del trasporto pubblico a Roma. Ma i contenuti specifici non sono poi così importanti. Se indetta, la consultazione obbligherebbe tutte le parti in causa – maggioranza grillina e opposizioni di centro, di destra e di sinistra, sindacati, associazioni – ad affrontarsi in una campagna elettorale, ad esprimere un giudizio articolato su Atac, a prendere una posizione che si discosti da una zuffa di cortile, a uscire dalla Sindrome dei Cesaroni e del vanaglorioso “t'aspetto fuori” che è da tempo la condanna a morte della politica romana.
Qualcuno sarebbe obbligato a convincere gli elettori che la convenzione Atac va benissimo, e dovrebbe snocciolare dati, cifre, impegni per il prossimo quinquennio. Qualcun altro potrebbe chiedere conto di dettagli da brivido – un milione di corse soppresse ogni anno; 7,40 euro a Km di contributi pubblici contro i 2,40 della media nazionale; assenteismo al 12,72 per cento contro il 6.18 di Napoli – e avere una risposta: questi numeri sono una leggenda metropolitana o sono veri?

Insomma, il referendum aiuterebbe la città a prendere coscienza di se stessa e dei suoi problemi, e la politica a capire che si è passato ogni limite nell'imbogliare i cittadini. Restituirebbe la parola ai romani, dopo un anno di governo M5S che ha deluso moltissimi.
Eppure i partiti nicchiano. Non si muovono. Nel Pd il segretario cittadino Andrea Casu ha preferito tirare la palla in tribuna: «Serve un grande dibattito pubblico tra i cittadini, ma il tema oggi non è dividerci tra il sì e il no bensì sul modello di trasporto pubblico locale che vogliamo realizzare per Roma». Vabbè. Fratelli d'Italia ha rimosso il problema senza nemmeno una dichiarazione. Alfio Marchini, il campione liberal dell'ultima campagna elettorale, è semplicemente sparito. Ci sono, certo, alcune eccezioni: Roberto Giachetti, Walter Tocci e Marco Causi del Pd sono tra i referendari della prima ora; Alessandro Onorato della Lista Marchini ha firmato e invitato a firmare. Ha firmato anche un ministro, il titolare dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Troppo pochi, però, per dissipare l'idea che all'opposizione romana e ai vertici nazionali dei partiti, in fondo, lo status quo in Campidoglio vada benissimo, perché è meglio avere una stremata Virginia Raggi come comodo bersaglio che affrontare i rischi di un affondo e di una sfida politica vera.

Nell'antico dizionario del maoismo questo tipo di avversari grossi e pericolosi solo in apparenza si chiamavano Tigri di Carta, qualcosa che da noi si potrebbe tradurre come “tutto fumo e niente arrosto”. E a guardar bene, tra le dinamiche malate del Campidoglio c'è soprattutto questa: la tendenza delle minoranze consiliari a ruggire molto e fare poco, tributo all'essenza consociativa del potere romano che da sempre si regge sulla assenza di conflitto da parte delle opposizioni tanto quanto sulla forza delle maggioranze. Vedremo.
Se il referendum raccogliesse le firme necessarie, le Tigri di Carta locali e nazionali sarebbero costrette a mostrare la loro vera natura, a dirci se sono pecorelle travestite o felini da combattimento: anche per questo, credo, preferirebbero un po' tutti che la raccolta firme fosse insabbiata dall'estate, e che su Atac si continuasse a litigare su Fb e in tribunale, dove non si fa male nessuno.

Non vorrei dire una fesseria, ma credo che se il servizio dii trasporto pubblico non viene messo a gara si perdano una serie di contributi da parte dello stato centrale.

Milano dovrebbe mettere a gara l'appalto nonostante ATM sia in utile ed offre un servizio discreto.

Poi ovviamente il bando di gara è scritto dal  comune, il quale potrebbe fare in modo di favorire la propria municipalizzata.

 

Dimenticavo, considerando il servizio tremenderrimo che ATAC offre, considerando che già ora il trasporto pubblico romano è una voragine nei conti comunali di cosa hai paura blood?

Edited by OLEG
7 hours ago, Bloodstar said:

te voteresti SI' al referendum sull'atac, Rotwang?

Se fossi romano, avrei già firmato. Non amo le privatizzazioni in generale, ma il sistema di trasporto municipalizzato nella capitale è fallito, degradato, in bancarotta, composto da incompetenti, corrotti e fannulloni. Lo darei in mano ai cinesi e vedi come la metropolitana romana diventa fastosa per servizio, ordine, modernità e pulizia. Poi i conducenti romani lavorano meno di quelli napoletani, Napoli ormai vi ha superati, è una città più europea di Raggi City.

Edited by Rotwang
5 hours ago, OLEG said:

Dimenticavo, considerando il servizio tremenderrimo che ATAC offre, considerando che già ora il trasporto pubblico romano è una voragine nei conti comunali di cosa hai paura blood?

il servizio è sicuramente tremenderrimo, ma riesco comunque a vedere enormi margini di peggioramento.

Parlando d'acqua, interessante progetto di ricostruzione di gran parte della cerchia dei navigli. 

L'idea prevede la riapertura in superficie di alcuni tratti per un totale di circa 2 km. 

Oltre all'impatto urbanistico vi è anche un aspetto ecosostenibile. Come si vede dal video il naviglio Martesana verrebbe ricollegato alla darsena. Questo permette di utilizzare le sue acque per irrigare i campi a sud di Milano attraverso il naviglio pavese (attualmente le acque della Martesana finiscono mischiate con le acque fognarie al depuratore).

La Stampa

Franco (nome di fantasia), quasi ogni giorno gira le discariche abusive del suo quartiere alla ricerca del rame. Disoccupato, e con una famiglia sulle spalle, in questo modo riesce a recuperare pochi spiccioli, ma sufficienti a portare a casa qualcosa da mangiare. Il suono della sua mannaia contro un frigorifero vecchio, gettato lì illegalmente, si sentono dalla strada. “Non faccio niente di male – spiega una volta avvicinato – non sono come gli altri ’zozzi’, recupero il rame senza sporcare”. Quelli a cui si riferisce Franco sono le persone che la “caccia all’oro rosso” la fanno dando fuoco ai rifiuti: elettrodomestici, cavi elettrici, materassi. E sono tanti. 

Lo sanno bene i cittadini delle periferie di Roma, soprattutto quelli che vivono nel versante est, da Tor Sapienza a Ponte di Nona, ma anche da La Barbuta (a Ciampino), Centocelle, Torre Spaccata. E con l’arrivo dell’estate, sono ormai all’ordine del giorno, offuscati dagli altri incendi che stanno colpendo la Capitale, ormai all’ordine del giorno. A fuoco tre auto demolitori in un solo mese – a Battistini, Pietralata, Centocelle -, che hanno inevitabilmente causato enormi colonne di fumo nero, esplosioni, Evacuazioni di palazzine e dispersione nell’area di diossina. In tutti e tre i casi la sindaca del Comune di Roma, Virginia Raggi, ha annunciato monitoraggi Arpa per testare qualità dell’aria e delle falde acquifere per rassicurare i residenti. 

ROGHI TOSSICI DALLE DISCARICHE ABUSIVE 
Un fenomeno, quello della combustione illecita dei rifiuti abbandonati, per il quale le due precedenti amministrazioni capitoline – da Gianni Alemanno ad Ignazio Marino, con la parentesi del commissario straordinario Paolo Tronca – non sono riusciti a fermare. Oggi la “patata bollente” è nelle mani del Movimento cinque stelle che a distanza di un anno dal suo insediamento non sembra aver inquadrato ancora l’entità del problema: “Stiamo mettendo a punto un tavolo tecnico interforze a cui aderiranno, oltre a funzionari del Comune, agenti della Polizia locale, vigili del fuoco e le altre forze dell’ordine – spiegò Daniele Diaco, presidente della commissione Ambiente capitolina ormai lo scorso dicembre in occasione di una commissione organizzata ad hoc con alcuni comitati di quartiere -. Per la prima volta dopo anni abbiamo chiesto anche l’intervento di Arpa, in questo modo cerchiamo di monitorare ancora di più la reale situazione per poi mettere in campo un’azione di contrasto efficace. È ormai solo questione di tempo”. Un tavolo di lavoro di cui, però, ad oggi non si è saputo più nulla. 

Tentativi, negli anni, sono stati fatti. Su tutti, il presidio fisso dei caschi bianchi del gruppo Spe – sicurezza pubblica emergenziale – all’ingresso del campo nomadi di via di Salone, uno dei villaggi attrezzati di Roma Capitale nel VI municipio, ma senza risultato. I roghi tossici hanno continuato a sollevarsi in cielo, prevalentemente nelle ore serali, come nel vicino campo rom di via Salviati a Tor Sapienza, oggi il più “attivo” con incendi che vengono appiccati anche nelle ore del mattino sotto gli occhi, ormai stanchi ed inermi, del presidente del comitato Roberto Torre, da anni impegnato per fare in modo che la politica si interessi del problema. Incendi che arrivano anche dal più grande campo nomadi de La Barbuta, a Ciampino. Proprio qui si sono registrati gli incendi più grandi negli ultimi due anni, con enormi ripercussioni al traffico sul Grande raccordo anulare a causa del fumo nero. Ultimo, lo scorso 10 luglio, nel pieno degli incendi che sta mettendo in ginocchio la Capitale. 

Altro caso, la discarica abusiva di via Puglisi, nel quartiere di Ponte di Nona vecchia, dove a bruciare sono prevalentemente materassi – da cui si ricava il ferro – anche se qui viene scaricato di tutto: pezzi di auto, inerti, perfino amianto. Una discarica, a pochi metri dalle prime abitazioni, che continua a bruciare senza sosta dall’inizio dell’estate. Ultimo rogo proprio la notte di mercoledì 26 luglio con i residenti che, esasperati, tentano di fare da soli con segnalazioni attraverso i social. 

LA CITTÀ CHE BRUCIA 
La “mappa del disastro” racconta di una città ormai soffocata dagli incendi. Ultimo in ordine di tempo quello che ha interessato la zona dell’Eur, via di Cappellaccio, martedì 25 luglio, dalle sterpaglie ad un deposito nautico provocando una grande colonna di fumo nero che ha invaso in pochi minuti l’intero quartiere a sud ovest di Roma. Mentre al pineta di Castel Fusano, Riserva naturale del litorale romano, brucia senza sosta dallo scorso 17 luglio, divorando più di 200 ettari degli oltre mille che costituiscono il polmone verde di Ostia. Il 16 luglio tocca ad uno sfascia carrozze di via di Centocelle, nel cuore di quello che dovrebbe diventare un grande parco archeologico e per il quale si attende da tempo una bonifica. Incendio che, da quanto è stato poi ricostruito, sarebbe partito dai cumuli di rifiuti e sterpaglie per poi arrivare alle auto depositate all’interno di “Piero demolizioni” con il rischio di interessare anche le altre attività vicine. Il 4 luglio brucia “Romana demolizioni” in via di Pietralata, secondo demolitore dopo il grande rogo di via Mattia Battistini lo scorso primo giugno e che, si può dire, ha aperto l’estate rovente di Roma. Con la Raggi che nella giornata di mercoledì 26 luglio chiede “intervento del Governo e dell’esercito”.

Virginia Raggi:

Vince la legalità. Il Tar ha dato ragione ai cittadini e alla nostra amministrazione: ribadito il nostro stop ai cosiddetti “centurioni” davanti ai monumenti di Roma.
Con la mia ordinanza, che vieta di farsi fotografare in abbigliamento storico, ho voluto garantire ai cittadini e ai turisti il diritto di godere del patrimonio storico, artistico e culturale della città.
Troppo spesso abbiamo visto comportamenti insistenti e molesti, talvolta addirittura aggressivi ai quali abbiamo finalmente messo fine. Le regole vanno rispettate.

ma com'è che appena se toccheno li preti, tendi leggerissimamente a sbroccà???

----

cmq, giusto pe fasse na risata,

i grullini silla Fedeli senza laurea hanno sbraitato la qsi;

poi cascheno sulle stesse bufalate pur loro

https://www.nextquotidiano.it/margherita-gatta-inarcassa/

(sai mò le madonne che tirerà giù Blondie quando legge sto link?)

Edited by freedog
3 hours ago, freedog said:

tendi leggerissimamente a sbroccà???

com'è che ti piacciono i centurioni? I 5s non erano per le marchette agli ambulanti?

A me sta bene discutere con  gli @Sbuffo, ma quando lo faccio vorrei che si identificassero chiaramente come tali

3 hours ago, Demò said:

com'è che ti piacciono i centurioni?

e questa come t'è uscita?

a parte che tecnicamente non li posso vedè,

la mia era una battuta citazionista:

se dovessero multà tutti i soggettoni che se fanno fà foto vestiti co costumi antichi/storici,

sarebbero da multà pure i bacarozzi intonacati (nel senso con la tonaca).

come fai a vedecce la difesa dei centurioni me lo devi spiegà, chè non c'arrivo proprio!

Edited by freedog

Addio volontariato per il decoro: http://www.romafaschifo.com/2017/08/il-comune-obbliga-i-volontari-pagare.html

Invece di cercare di contrastare ad esempio l'attività degli svuota cantine abusivi, che sono all'origine di una filiera criminale che ha il suo culmine nei campi rom da cui si propagano i roghi tossici (a poca distanza da noi c'è il campo de La Barbuta), ha deciso di imporre ai volontari una regulation da città Svizzera. Ha reso obbligatoria la preautorizzazione da parte del Dipartimento Tutela Ambientale di ogni attività di decoro urbano, nonché la sottoscrizione di una polizza assicurativa sia per i volontari che per danni a terzi. Avete capito bene, non solo paghiamo le tasse per avere praticamente nulla indietro, non solo facciamo noi gratis il lavoro che dovrebbe fare il Comune, ma ora dovremmo addirittura pagare oltre che gestire una modulistica complicatissima e cervellotica. Siamo all'assurdo, alla follia. Come si dice "cornuti e mazziati". In un contesto da terzo mondo, quale è quello dei servizi nelle periferie romane, introdurre una regulation da paese scandinavo significa di fatto voler spegnere l'unico barlume di civiltà e di civismo che è stato rappresentato in questi ultimi anni da noi, volontari romani. La nostra attività di volontariato di fatto si conclude qui a meno di improbabili ripensamenti dei nostri cari, ineffabili, burocrati de noantri. 
Un caro saluto e grazie per il vostro impegno quotidiano. 

Riccardo Gabrielli

 

intanto Riccardino Magi & co hanno raggiunto il numero di firme necessario per far svolgere la prox primavera il referendum consultivo per la privatizzazione dell'Atac (bus & metro romani; un servizio vieppiù peggiorato nei decenni)

http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/08/10/news/roma_atac_e_il_referendum_dei_radicali_l_ultima_corsa_prima_del_fallimento-172768377/

Edited by freedog
16 minutes ago, Uncanny said:

Il referendum sull'Atac è per la liberalizzazione e messa a gara del servizio, non per la privatizzazione. Non sono affatto la stessa cosa.

nì:

nel senso che se passasse (ed essendo consultivo non necessita di quorum, basta che vincano i sì -cosa che spero, se non si fosse ancora capito-)

diventerebbe un parere vincolante per il comune, che cmq dovrà fare per forza un bando di gara europeo per il trasporto pubblico locale entro il 2019.

nell'epoca Marino i grullini erano favorevolissimi a liquidare quel carrozzone ingestibile e strabollito; 

da quando però hanno realizzato che i voti di chi ci lavora (parassiti e no, non generalizziamo!) fanno comodo,

son diventati i primi paladini dei dipendenti atac, tanto che volevano imbastire un bel bando su misura del mantenimento dello status quo attuale.

 

e poi dicheno che non è vero che c'hanno avuto na mutazione genetica..

mecojoni!!!!

Continuano a volare stracci in casa grullina.

Ad aprire l’ultimo fronte interno e minare ancora una volta gli equilibri del Movimento capitolino ora sono due consigliere municipali.

Stanche di ingoiare bocconi amari, convinte che ci sia qualcosa di strano nella nomina che ha garantito a Margherita Gatta (un'altra con competenze zero e che si dovrebbe occupare dello Stadio!!) l'assegnazione di assessora ai Lavori Pubblici, chiedono ufficialmente di avere accesso ai documenti comunali della Raggi e di avere copia del curriculum di Gatta, quello in cui l’assessora ha dichiarato di essere stata dirigente di Inarcassa salvo essere smentita dai datori di lavoro.

"Quella selezione è fasulla – attacca Francesca Benevento – e invece dovrebbe prevalere la verità. Quel cv era pieno di pasticciature e ora è pure sparito dal sito del Comune"

http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/08/10/news/roma_ricorso_delle_elette_m5s_contro_gatta-172806803/

manco le telenovele più squallide sono mai arrivate a sti livelli....

6 hours ago, Fabius81 said:

Periferia di Roma, bei posti, bella gente :ph34r:...

hai finito col festival delle banalità?

no, perchè in quella zona conosco 4 coppie (3 gay & 1 lesbo) cirinnate, conviventi da eoni e assolutamente integrate nel quartiere.

ovvio, poi i cretini stanno da tutte le parti, e magari ste scritte l'avrà fatte qualche coglionazzo de casaClown & contorni fasci

per poi vantasse dell'audace spedizione compiuta con totale sprezzo del pericolo in territorio ostile.

 

e però sento pure dì che c'aveva diversi problemi col vicinato per situazioni in cui l'omofobia c'entra poco..

per cui, boh!

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