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Voglio essere libero di chiederti come stai


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Prendendo spunto da una delle tante conversazioni-lamentele sull'ambiguità delle frequentazioni, e prendendo spunto dalle mie vicende remote e recenti, scrivo questo post.

 

Mi sono accorto di una cosa molto interessante, ovvero che riassumendo il succo essenziale degli avvicinamenti fra persone, o meglio il motore propulsivo ed organizzativo dei contatti umani, le persone dimostrano nei fatti di desiderare da me, ed immagino in generale dalle altre persone, una sola cosa molto specifica: LA DISPONIBILITA' ASTRATTA.

 

E' questa l'unica cosa che le persone VERAMENTE ED INTIMAMENTE desiderano in maniera molto precisa e dettagliata (non so però se se ne accorgano oppure sia qualcosa di poco consapevole), e faranno di tutto per ricercarla ed ottenerla. E' qualcosa che accomuna alto e basso ceto sociale: disinibiti e repressi, festaioli ed introversi, ricchi e poveri, studenti e lavoratori, attivi e passivi, italiani e stranieri, dichiarati e velati, giovani e vecchi.

 

Il meccanismo del "provo a sedurti / mi allontano / mi riavvicino / trovo scuse / insisto / scappo / torno" è finalizzato a quello: capire se hai disponibilità astratta ad accettare le richieste di quella persona e controllare poi, nel tempo, se tale disponibilità astratta permane.

 

Non so che cosa spinga le persone a comportarsi in questo modo, ma è una costante che, a pelle, mi desta una non meglio precisata sensazione di ribrezzo, e che ho riscontrato in qualsiasi circostanza: sia con chi (dice di) cercare relazione, sia con chi (dice di) cercare amicizia, sia con chi (dice di) cercare sesso. Ad ogni modo ne prendo atto: è un meccanismo a quanto pare universale, non c'è eccezione alla regola.

 

Che cosa vuoi veramente da me? La mia attenzione? La mia complicità? La mia approvazione? Vuoi che io ti accetti fisicamente, o caratterialmente, o socialmente, o affettivamente o tutto questo insieme? Vuoi che io appaghi il tuo desiderio di sentirti speciale e/o costantemente gradito? E' qualcosa che vuoi, o forse che desideri per sfuggire dal senso di colpa, o forse che ti aspetti, o forse che dai per scontata, o forse che pretendi, o forse che brami inconsciamente, o forse che aneli segretamente? Ne sei consapevole o agisci spinto da pulsioni spontanee di cui non hai la minima contezza?

 

Forse è qualcosa che apporta appagamento psicologico a persone sole ed insicure? Forse è qualcosa che serve a nutrire l'ego zoppo di personalità incomplete e traballanti? Forse è qualcosa che serve ad estrapolare da me conferme su cose di te che nemmeno tu stesso riesci a trovare in te stesso? O magari più semplicemente è una componente di mero opportunismo psicologico? Una siringa per prelevare gratis sangue ed energia dall'altro, non avendone tu a sufficienza per sentirti autonomamente in grado di gestire la tua interiorità incerta? Una strumentalizzazione per bere sicurezza altrui e iniettarla nelle pieghe sconquassate della tua identità frammentata e cava? Un escamotage per corroborare ed esaltare la solitudine narcisistica dell'omosessuale medio terrorizzato dal fatto di risultare sgradito?

 

La parola ai passanti che se la sentano.

Edited by Sampei

Forse non dovrei essere io a rispondere per primo...

però nella sua essenza è un gioco

 

In alcuni casi potrà parlarsi anche di vampirismo, o gioco

sottilmente sadico etc però non drammatizzerei, nè generalizzerei

un caso di gioco spinto al limite, ad ogni gioco che può essere più

o meno innocente

 

E' lo stesso meccanismo osservato da Freud nel bambino che gioca

lanciando la trottola e provando piacere nel vederla avvicinare e allontanare

sparire e ricomparire, che dimostrava l'esisteva del principio del piacere

 

L'omosessuale non è infantile o narcisistico intrinsecamente, semplicemente

ha un rapporto un po' problematico con il principio di realtà, che ricomprende

anche le tradizioni culturali e le costrizioni morali, è abituato a desiderare al di

là della morale, il chè non va inteso necessariamente come qualcosa di trasgressivo

si può essere trasgressivi, ma anche dei conformisti che quindi compensano desiderando

in modo più intenso, troppo intensamente per poter poi mai dirsi veramente soddisfatti

davydenkovic90

Sono atteggiamenti piuttosto comuni, che neanche io capisco.

La cosa certa è che molti gay sono insicuri e che cercano attenzioni (da chiunque) spesso solo perché non sanno ben gestire i propri problemi di autostima. 

Forse l'eccessiva insicurezza li porta a non credere di poter creare qualcosa di concreto nel reale e si rifugiano in questi sogni e amori impossibili... oppure vivono la quotidianità sempre aspettandosi qualcosa di più, cioè, per esempio, fequentano qualcuno ma nel frattempo stanno ad aspettare che ne arrivi uno migliore, e non finiscono mai, vivono le loro vite come un eterno sabato sera e poi rimangono sempre soli e depressi e ritornano a cercare, tra quelli che si sono lasciati alle spalle, quelli più gentili e disponibili con loro.

Fatto sta che cercano attenzioni e non sempre è piacevole stare lì a dargliele.

Meglio tagliare corto e lasciar perdere certi "rapporti".

 

 

Per farti un piccolo esempio, io ho avuto un ex che mi ha rotto le scatole per un anno con questo atteggiamento. ho sempre cercato di rispondergli, aiutarlo e trattarlo con freddezza e intelligenza quando diventava più esplicito. Non c'è stato nulla da fare, appena lo mettevo al suo posto e gli facevo capire che da parte mia non c'era nulla verso di lui, iniziava a insultarmi. E fortunatamente mi sono sempre rifiutato di uscire di nuovo con lui. [io ero anche fidanzato con un altro, nel frattempo]

Alla fine ho capito che dovevo bloccarlo ovunque e scrivergli di cancellare il mio numero e di non cercarmi per nessun motivo.

La cosa fantastica è che gli ho scritto, come ultimo messaggio "sparisci, non mi scrivere più, non tornare fra un anno"

e lui mi ha risposto "io faccio come mi pare"

Mi sono cadute le braccia e non me le sono ancora riattaccate.

L'ho trattato così perchè non potevo fare altro, e comunque la nostra "relazione" non avrebbe mai avuto un futuro, neanche come amicizia, era semplicemente lui che a tratti mi idealizzava e tornava a bussare alla mia porta quando perdeva le speranze con gli altri ragazzi che frequentava. Ora non lo sento da un po' e ne sono felice. E penso che anche lui stia benissimo. Prima o poi troverà qualcuno con cui stare bene oppure continuerà ancora a girare per siti d'incontri e a uscire con 3-4 ragazzi a settimana. Ma io non voglio far parte di quello scenario.

Edited by davydenkovic90

 

 

Il meccanismo del "provo a sedurti / mi allontano / mi riavvicino / trovo scuse / insisto / scappo / torno" è finalizzato a quello

 

umh a mio avviso può essere un normale meccanismo messo in moto da intenti seduttivi

diverso invece è il caso, se volevi parlare di questo, di quello che accade in chat, quel tipo di comportamento che secondo me dipende dalla natura del mezzo, ed è quella che definirei l'"inattesa fuga finale"

ovvero: uno parla, sembra che ci si intenda, ma un attimo prima che si dia un segnale semi-definitivo di adesione (a volte accade al momento di scambiarsi il numero di telefono, a volte direttamente al primo incontro) c'è la grande fuga, e uno dei due semplicemente scompare per rendersi definitivamente irreperibile

io credo che accada perché la chat non è un mezzo adatto a stabilire i prodromi di un vero contatto umano, dato che mancano completamente i segnali principali, quelli non verbali, malamente sostituiti dalle "faccine"

nel senso: se io non ti vedo mentre interagisco con te, non riesco a rispecchiarmi e a percepire i miei stessi messaggi non verbali, questi dunque non giungono alla "quasi coscienza" ma arrivano spesso improvvisi e inattesi come coercizione alla "fuga"

da qui le stranezze che sovente accadono nei contatti via chat, che nell'era internet sono divenuti spesso sostitutivi o comunque anticipatori dei contatti reali

non so, può dipendere dalla sicurezza intrinseca che ha una persona? o può dipendere, in base a una scala di "essenza gaia", se uno è più o meno gay e quindi più o meno portato a essere insicuro, indeciso o poco propenso a impegnarsi?

 

Io posso citare il mio essere, cioè che nel momento che mi interesso a una persona lo faccio seriamente e consciamente e quindi la disponibilità mia è piena e completa... l altrimenti il mio avvicinarsi sarebbe "fallato" in partenza, saprei già che  è uno scherzo....  ovviamente il desiderata sarebbe che l'altro faccia altrettanto, ma li si parla di un'altra persona e non si può controllarla, non si può obbligarla, ma ovviamente si può scegliere.

Per farti un piccolo esempio

E' un ottimo esempio. Ho vissuto una situazione identica alla tua tanto tempo fa, ma il bello è che poi ho vissuto anche il suo opposto, scoprendo così il parossismo di situazioni psicologiche aberranti: gente che, dopo che io la forzo a parlare [altrimenti non parlerebbe] dice "no mi spiace credevo di essere interessato a te ma non lo sono" aggiunge "però non volevo dirtelo se no tu mi elimini dalla tua vita". E per quale assurdo motivo non dovrei farlo? Devo in pratica restare nella tua "sfera di influenza" casomai ci ripensi, casomai ti annoi, ecc ecc? Vuoi qualcuno che ti appoggi incondizionatamente, vuoi una collezione di amicizie ambigue con possibilità di implicazioni costanti, vuoi la calda sicurezza di un'identità da parassitare alla bisogna?

 

Cristiddio non sono mica un genitore o un babysitter, o tantomeno un mentore o una "spalla" su cui appoggiarsi quando fa comodo.

 

La mia piccola conclusione provvisoria senza pretese se non di miglior comprensione è che le persone - ho potuto approfondire la conoscenza di personalità di omosessuali, bisessuali e lesbiche ma un po' anche eterosessuali - desiderano ordinariamente circondarsi di un entourage di persone "lontane ed innocue" che confermino ad intervalli periodici la loro astratta disponibilità ad essere intimi e confidenziali nei limiti e secondo le modalità che saranno di volta in volta di gradimento dell'ego narciso di circostanza. Attenzione: la cosa vale esattamente allo stesso modo sia con la gente conosciuta dal vivo che dal virtuale, sia con chi cerca sesso che con chi cerca relazione che con chi cerca amicizia che con chi cerca scopamicizia che con chi cerca tutto ecc.

 

D'altra parte non mi è mai capitato che le persone che affermavano di cercare una cosa, cercassero quella cosa. Piuttosto si vergognavano di dire cosa cercavano, e usavano una parola differente o opposta per dirlo. Ma fin qui vabé, l'incoerenza anche non volontariamente ipocrita è talmente instrinseca nell'essere umano che è quasi pretenzioso volerne parlare.

 

La disponibilità concreta è qualcosa di assolutamente marginale, eventuale, aleatorio, a volte un po' fastidioso, quasi come una interferenza anti-virtuale che può tramutarsi in una seccatura. Ciò che le persone desiderano è la disponibilità teorica: desiderano sapere che possono rivolgerti a te nel momento in cui gli gira, senza essere percepiti come inopportuni e sgradevoli. E' il gioco della raccolta delle figurine. E' il gioco delle amicizie su un social network, è il gioco dei contatti su una chat, è il gioco dei frequentatori di un pub, è il gioco degli avventori di un locale; è il gioco dei finti fidanzati, il gioco degli amici di letto, il gioco del non mi interessi ma mi interessa spasmodicamente interessarti.

 

E' il desiderio di sapere di avere degli spettatori mentre si vive.

 

E' apparenza, teatro, rappresentazione al servizio dell'egoreferenzialità.

Edited by Sampei

"non mi interessi ma mi interessa spasmodicamente interessarti"- come riassumere meglio?

Però non credo sia modalità malata di insicuri, ma un modo di sentirsi più vivi: mi vengono in mente le donne che si vestono in modo estremamente provocante pur essendo indisponibili.

E mi viene in mente anche Orazio: "non abbiamo davvero bisogno dell'aiuto degli amici, ma di poter contare su quell'aiuto".

Nelle relazioni umane il confine tra ciò che è concreto e ciò che ci immaginiamo perché ci serve è molto labile.

Edited by luca63
davydenkovic90
E per quale assurdo motivo non dovrei farlo? Devo in pratica restare nella tua "sfera di influenza" casomai ci ripensi, casomai ti annoi, ecc ecc? Vuoi qualcuno che ti appoggi incondizionatamente, vuoi una collezione di amicizie ambigue con possibilità di implicazioni costanti, vuoi la calda sicurezza di un'identità da parassitare alla bisogna?

 

 

 

La disponibilità concreta è qualcosa di assolutamente marginale, eventuale, aleatorio, a volte un po' fastidioso, quasi come una interferenza anti-virtuale che può tramutarsi in una seccatura. Ciò che le persone desiderano è la disponibilità teorica: desiderano sapere che possono rivolgerti a te nel momento in cui gli gira, senza essere percepiti come inopportuni e sgradevoli. E' il gioco della raccolta delle figurine. E' il gioco delle amicizie su un social network, è il gioco dei contatti su una chat, è il gioco dei frequentatori di un pub, è il gioco degli avventori di un locale; è il gioco dei finti fidanzati, il gioco degli amici di letto, il gioco del non mi interessi ma mi interessa spasmodicamente interessarti.  

Sì ci hai preso e l'hai descritto benissimo, come sempre.

Non penso che sia un comportamento da analizzare approfonditamente e condannare... E' un comportamento, punto. Poi ci sono varie sfumature e ogni rapporto è diverso perché ogni persona è fatta a modo suo e si relaziona a modo suo con le altre persone. Se risulta fastidioso,  basta dare un taglio netto alla cosa.

A volte dietro questi atteggiamenti si nascondono anche risvolti di grande sofferenza, situazioni precedenti vissute molto intensamente dal punto di vista emotivo.. Ad esempio nel caso del mio ex, ma anche di tanti altri ragazzi che ho conosciuto... 

Poi va be', il discorso "social", messaggi e quant'altro a molti è sfuggito di mano completamente... io vedo ragazzini di 15 anni che hanno profili facebook peggio delle star del cinema: centinaia di mi piace, foto in tutte le pose, 4999 amici... Credo che per loro sia molto più allettante avere un grosso seguito di "fan" su facebook che non una bella storia d'amore, o un bel gruppo di amici con cui uscire e divertirsi... Loro, il "ph" e le loro frasette qualunquiste. Quello dà loro la carica di autostima per affrontare la vita. Personalmente ho sempre preferito cose un pelino più concrete. MI sento molto più felice e soddisfatto a passare una giornata in giro per supermercati col mio ragazzo, o a fare due chiacchiere con un amico che trovo interessante e stimolante [ma potrei dire anche a farmi una torbida scopata in una dark room] che non ad aggiungere su fb tutti i froci del Regno, postare una foto in posa da modello per vedere quanti "mi piace" prendo.

 

comunque per la raccolta di figurine mi son già attrezzato (vedi il mio avatar).

xD

Edited by davydenkovic90

Eheh

 

Non vorrei però che la discussione scivolasse troppo sul narcisismo preadolescenziale telematico: ho degli esempi di egoriferimento bambinesco da bar-chat-locale-associazione-discoteca-app-sitodiincontri-telefono-gruppodiamici-colleghi di uomini adulti trentenni/quarantenni che stenderebbero anche il più accanito justin bieber omosessuale del regno della fantasia.

 

Non è un comportamento da condannare, è vero. E' insito nella natura umana voler utilizzare gli altri per i propri scopi. E' essenziale e irrinunciabile nella nostra cultura e società coltivare religiosamente il culto del proprio ego sopra ogni altra cosa. La mia personalità non può esistere se non sovrastando e schiacciando le personalità altrui. Il mio rapporto col mondo è costituito dal rapporto di me con i miei fan, e di rimando, con me stesso. Sono constatazioni, non penso possa farsi o dirsi molto altro. Come adattarsi però? Stare al gioco significa divenire altrettanto meschinelli e viscidelli?

 

I rapporti umani notoriamente e teoricamente paritari di sesso, amicizia, relazione fra le persone e ancora di più fra i froci, dovrebbero forse essere tutti riletti secondo la nuova chiave narciso-individuale: adorazione e annichilimento del fan / riconoscenza e gratificazione del vip? Boh

Edited by Sampei
davydenkovic90

 

 

ho degli esempi di egoriferimento bambinesco da bar-chat-locale-associazione-discoteca-app-sitodiincontri-telefono-gruppodiamici-colleghi di uomini adulti trentenni/quarantenni che stenderebbero anche il più accanito justin bieber omosessuale del regno della fantasia.
 

Per i froci poi c'è il ritardo dell'adolescenza, che dura fino ai 37 anni minimo XD

Come adattarsi... non penso ci sia un modo, ognuno si comporta come vuole. Si può essere indifferenti verso certi atteggiamenti come esserne feriti o infastiditi, e in questi ultimi due casi è bene eliminare determinate persone dalla propria vita e dai propri social e concentrarsi su altre.

Poi ci sono anche delle fasi nella vita, non è che certa gente è così e lo sarà a prescindere sempre e comunque. In un particolare momento della sua vita magari è così, fra un paio d'anni può darsi che cambi, chi lo sa. 

 

 

I rapporti umani notoriamente e teoricamente paritari di sesso, amicizia, relazione fra le persone e ancora di più fra i froci, dovrebbero forse essere tutti riletti secondo la nuova chiave narciso-individuale: adorazione e annichilimento del fan / riconoscenza e gratificazione del vip?

No, se la cosa non ci interessa :) 

Sampei, la finezza delle tue speculazioni psicologiche è sempre notevole. Non so come contribuire alla discussione se non con un'uscita banale: ommioddio, è tutto vero. E' un meccanismo malsano nel quale, ora mi rendo conto, cado sempre (come vittima, intendo).

Però ora mi chiedo se non siamo TUTTI, ma proprio TUTTI così, inconsapevolmente.

Cioè, possibile che ho trovato solo gente di questo genere, mentre io mi sento l'unico "sano"? O forse a mia volta cado anch'io in questi comportamenti, senza nemmeno rendermene conto?

Sampez come va la tua crociata spirituale ottobrina?

 

Mi sono letto tutto e credo di aver capito il punto.

Inoltre, ne sono rimasto così colpito che, lo giuro, ora che torneró sul mercato saró bravo.

Solo so di avere molto peccato in passato.

Necessitando di assoluzione, penso che mi cercheró un pretone porcone su reverendis.

Solo io trovo il punto di vista di Sampe un-po-pessimista-con-punte-di-catastrofismo? ^^

 

Io trovo invece che se non dissotterrasse lui questo genere di segoni mentali che - diciamolo - molti di noi di nascosto si fanno a dù mani, questi molti penserebbero di masturbarsi soli

 

Quindi go on Jessy Giender, perché ti confido che ultimamente molti tuoi posts li abbraccio silentemente

Prendendo spunto da una delle tante conversazioni-lamentele sull'ambiguità delle frequentazioni, e prendendo spunto dalle mie vicende remote e recenti, scrivo questo post.

 

Mi sono accorto di una cosa molto interessante, ovvero che riassumendo il succo essenziale degli avvicinamenti fra persone, o meglio il motore propulsivo ed organizzativo dei contatti umani, le persone dimostrano nei fatti di desiderare da me, ed immagino in generale dalle altre persone, una sola cosa molto specifica: LA DISPONIBILITA' ASTRATTA.

 

E' questa l'unica cosa che le persone VERAMENTE ED INTIMAMENTE desiderano in maniera molto precisa e dettagliata (non so però se se ne accorgano oppure sia qualcosa di poco consapevole), e faranno di tutto per ricercarla ed ottenerla. E' qualcosa che accomuna alto e basso ceto sociale: disinibiti e repressi, festaioli ed introversi, ricchi e poveri, studenti e lavoratori, attivi e passivi, italiani e stranieri, dichiarati e velati, giovani e vecchi.

 

Il meccanismo del "provo a sedurti / mi allontano / mi riavvicino / trovo scuse / insisto / scappo / torno" è finalizzato a quello: capire se hai disponibilità astratta ad accettare le richieste di quella persona e controllare poi, nel tempo, se tale disponibilità astratta permane.

 

Non so che cosa spinga le persone a comportarsi in questo modo, ma è una costante che, a pelle, mi desta una non meglio precisata sensazione di ribrezzo, e che ho riscontrato in qualsiasi circostanza: sia con chi (dice di) cercare relazione, sia con chi (dice di) cercare amicizia, sia con chi (dice di) cercare sesso. Ad ogni modo ne prendo atto: è un meccanismo a quanto pare universale, non c'è eccezione alla regola.

 

Che cosa vuoi veramente da me? La mia attenzione? La mia complicità? La mia approvazione? Vuoi che io ti accetti fisicamente, o caratterialmente, o socialmente, o affettivamente o tutto questo insieme? Vuoi che io appaghi il tuo desiderio di sentirti speciale e/o costantemente gradito? E' qualcosa che vuoi, o forse che desideri per sfuggire dal senso di colpa, o forse che ti aspetti, o forse che dai per scontata, o forse che pretendi, o forse che brami inconsciamente, o forse che aneli segretamente? Ne sei consapevole o agisci spinto da pulsioni spontanee di cui non hai la minima contezza?

 

Forse è qualcosa che apporta appagamento psicologico a persone sole ed insicure? Forse è qualcosa che serve a nutrire l'ego zoppo di personalità incomplete e traballanti? Forse è qualcosa che serve ad estrapolare da me conferme su cose di te che nemmeno tu stesso riesci a trovare in te stesso? O magari più semplicemente è una componente di mero opportunismo psicologico? Una siringa per prelevare gratis sangue ed energia dall'altro, non avendone tu a sufficienza per sentirti autonomamente in grado di gestire la tua interiorità incerta? Una strumentalizzazione per bere sicurezza altrui e iniettarla nelle pieghe sconquassate della tua identità frammentata e cava? Un escamotage per corroborare ed esaltare la solitudine narcisistica dell'omosessuale medio terrorizzato dal fatto di risultare sgradito?

 

La parola ai passanti che se la sentano.

È due giorni che passo di qui, ma solo ora mi sento di rispondere.

 

È un interessante spunto di riflessione. Sembra davvero che il fine ultimo di tutti gli atteggiamenti messi in atto da molte persone sia verificare la disponibilità astratta. Le tante cause che hai citato, che spingono qualcuno a comportarsi così hanno il comune denominatore del non sentirsi totalmente in pace con sé stessi. Mi viene in mente un amico (col quale ho tagliato i ponti da quasi tre anni) che si comportava così: frequentava persone su persone, anche contemporaneamente, cercando l'amore, ma essendone però sempre insoddisfatto. Alle mie domande sul perché non si concentrasse solo su una persona, lui rispondeva "perché voglio godermela finché sono giovane", anche se io sono sicuro che la motivazione era ben altra: lui saltava di ragazzo in ragazzo perché nessuno riusciva veramente a "prenderlo", nel senso più intimo del termine. Io lo capii perché in seguito mi riconobbi anch'io nel suo problema (e tuttora mi ci ritrovo) e che credo sia la causa di molti comportamenti ambigui: io fatto che non si trovino persone che ci prendano davvero. E qui abbiamo due tipi di individui: L'individuo che non vuole troncare e mette in atto tutti i comportamenti di cui sopra, e l'individuo (come me) che preferisce stare da solo piuttosto che avere troppe amicizie a cui farebbe solo comodo.

 

Come comportarsi di fronte a tutto ciò? Mah. E chi lo sa? Non penso ci sia una regola fissa. Magari uno può sopportare certi comportamenti, vuoi perché se ne cura poco, vuoi perché altrimenti rimarrebbe solo. Personalmente credo che bisognerebbe circondarsi solo di persone che ci fanno stare bene, ma prima ancora di quello... Imparare a stare bene da soli (che è una cosa che pochi sanno fare, in primis quelli che dimostrano incoerenza nei rapporti).

 

Strano titolo però hai dato a questo post. Mi piacerebbe sapere come ti è venuto in mente. :)

 

 

Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk

Edited by Notty

Beh però è una scelta anche legittima, essere degli edonisti

la si potrà ritenere una dimensione un po' adolescenziale, ma

un edonista consapevole semplicemente dà preminenza al piacere

al sesso, semmai può nascere un problema nel momento in cui

per timori di giudizi morali tende a mascherarsi da persona diversa.

 

Dal mio punto di vista è solo un: ma porca miseria anche gli edonisti

se gay, in Italia, sono dei conformisti, siate orgogliosi delle scelte che

fate e vivetele liberamente

 

 

in Italia, sono dei conformisti

Perché ne fai una cosa solo italiana? ti posso confermare che la distonia del "faccio finta di, ma in realtà" è universalmente distribuita fra le frocie di tutto il mondo.

 

 

Strano titolo però

Il titolo è quello che mi sento rispondere di fisso quando dico "sparisci" alla gente con cui sono stato.

 

 

Solo io trovo il punto di vista di Sampe un-po-pessimista-con-punte-di-catastrofismo?

Non è pessimismo, è una riflessione molto piatta. Piuttosto, potrei dover accertare che in fondo anche io mi comporto così nei confronti degli altri. O anzi, ancora peggio, che è anormale e autodistruttivo quando io non mi comporto così nei confronti degli altri. Ecco sì, evitare di reificare l'altro è un difetto molto grave e pericoloso, e forse proprio ciò che più disprezzo in me stesso. Ma ci sto lavorando su.

Non sono del tutto d'accordo, in Italia l'edonismo è più avversato

ed è più praticata la doppia morale, oltre al fatto che in generale

i gay per difetto di proudness, sono più timorosi in generale dei

giudizi esterni o dei propri sensi di colpa rispetto al sesso

 

Non vedo perchè ad esempio...io e Krad77 non ci si possa reciprocamente

desiderare sessualmente essendo perfettamente consapevoli del fatto che

siamo l'uno oggetto di desiderio sessuale, per l'altro

 

Solo nel caso in cui io avverta il bisogno di essere io un mero oggetto sessuale

nelle sue mani, per poter soddisfare una forma di desiderio che altrimenti sarebbe

illecita io devo attribuire a Krad 77 un potere o immaginare una situazione tale per

cui il soggetto che desidera è solo uno

 

Poi bisogna intendersi, l'edonismo non è il narcisismo...sono due cose

diverse, se il primo può essere genericamente ascritto ad una forma di

antagonismo adolescenziale, di cui i gay italiani difettano, il secondo è

ascrivibile più ad uno stadio infantile, ma non ha alcun significato antagonistico

 

 

l'edonismo non è il narcisismo...sono due cose diverse, se il primo può essere genericamente ascritto ad una forma di antagonismo adolescenziale, di cui i gay italiani difettano, il secondo è ascrivibile più ad uno stadio infantile, ma non ha alcun significato antagonistico
In che senso non c'è antagonismo nel narcisismo? Se l'edonismo reifica, il narcisismo cosa fa? Vampirizza/strumentalizza/asserve, giusto? Ma non è la stessa cosa?

Domenicali osservazioni a caso:

 

- non ho capito che c'entra l'edonismo. Se l'edonismo è per definizione ricerca del piacere, il meccanismo del "provo a sedurti / mi allontano / mi riavvicino / trovo scuse / insisto / scappo / torno" (Sampei cit.) mi fa pensare che si è poco poco confusi su cosa si vuole, esattamente.

 

- curioso il titolo, io mi ero dato una interpretazione completamente diversa. In effetti, una frase come "voglio essere libero di chiederti come stai" è più facile che esca dalla mia di bocca, indirizzata a chiunque metta in atto comportamenti di attrazione-repulsione-ritorno-rifuga, che in sostanza ti illudono di farti entrare nella loro vita, salvo poi sbatterti fuori a momenti alterni.

 

 

Che cosa vuoi veramente da me? La mia attenzione? La mia complicità? La mia approvazione? Vuoi che io ti accetti fisicamente, o caratterialmente, o socialmente, o affettivamente o tutto questo insieme? Vuoi che io appaghi il tuo desiderio di sentirti speciale e/o costantemente gradito?

 

E tu, cosa vuoi dagli altri?  Dovrebbe essere questa la domanda.

Edonismo e narcisismo, mi esprimo in modo dozzinale

semplicistico, sono due cose differenti

 

Se io sono attratto edonisticamente da Almadel io voglio il

suo corpo, il piacere inteso come sensazione fisica etc ed

ovviamente voglio dare il mio corpo etc

 

So che nel linguaggio comune se io entro in un locale con

un certo fare "spavaldo" acchittato etc, vengo definito narcisista

ma in realtà questo è un elemento del tutto superficiale e pressochè

comune ad ognuno, nella cultura contemporanea.

 

Certo si può fare un discorso "totalitario" ideologico dell'edonismo

tale per cui un vero edonista vuole solo il corpo ed il sesso, niente

trucco&parrucco o tatuaggi o tracce alcune del controllo sul corpo

e chiunque ostenti uno solo di questi elementi allora è un narciso

 

Mi parrebbe però un discorso ideologico e fuori dallo spirito dei tempi

è vero che si potrebbe dire che un edonista ha una personalità

sufficientemente strutturata da apparire semplice, ma questo non

deve significare addirittura "nuda"

 

Il narcisista aspira al controllo, a controllare in hp Almadel o ad

esserne controllato ; se io uso la sessualità per controllare Almadel

o farmi controllare da Almadel, la sessualità è solo uno strumento

asservito ad una seduzione narcisistica

 

Ed ecco allora il narcisista che non molla la presa anche se non vede

l'ex da un anno ( e quindi non ci fa neanche sesso...vedi es

Davydenkovic ) o il ragazzino che scarica chiunque nel momento in cui

vede che l'altro ci sta ( ha già conseguito l'obiettivo senza far sesso )

 

E potrei andare avanti con tanti esempi

 

Il narcisista vuole il controllo e poichè non vuole imporlo, ma indurlo

interiormente nell'altro...io godo cioè perchè è Almadel che decide di

fare ciò che io voglio, è chiaro che spesso utilizza anche il potere che

il sesso ha, di indurre questi cambiamenti interiori ( non sono molti altri

gli strumenti in grado di indurre cambiamenti interiori )

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