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I gay sono sensibili!!! Stereotipi gay e non ...


adria

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"Strano, non avete la voce da gay!"

...è quello che ci siamo sentiti dire stamane, io e il mio ragazzo, al nostro co con un'amica di amici.

Certo che, finchè la gente avrà in testa come prototipo di omosessuale Enzo Miccio o Alfonso Signorini, queste affermazioni non possono stupirci!

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Certo che, finchè la gente avrà in testa come prototipo di omosessuale Enzo Miccio o Alfonso Signorini, queste affermazioni non possono stupirci!

Certo che, finchè 9 omosessuali su 10 si atteggiano e parlano come signorini, queste affermazioni non finiranno mai.

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Guardate che ci sono gay che si vergognano della voce che hanno

Cioè non crediate che i gay che hanno una voce "femminile" ne siano

paricolarmente orgogliosi

 

E' una cosa a cui generalmente ci si rassegna come ci si rassegna ad un

difetto fisico ( anche se in senso stretto non lo è )

 

Premesso che a 14 anni quando ti viene fuori una voce del genere, già

ti pigliano per il culo i compagni di classe...ma a 18 anni quando inizi ad

approcciarti al mondo gay forse non sarai preso per il culo allo stesso modo

ma un buon 50% di persone gay che incontri ti scarteranno perchè " la tua

voce mi smoscia"

 

Se un soggetto sottoposto a questa doppia pressione non cambia la voce è

perchè non ci riesce

 

La soggettività omosessuale non può essere solo costituita da una immagine

pubblica per il CO e da un orientamento sessuale per fare sesso, oltre queste

due cose che certamente sono centrali, c'è dell'altro ed in questo "altro" ci stanno

anche cose che sono assolutamente inutili o peggio ( come nel caso di una voce

femminile ) portano solo svantaggi

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"Strano, non avete la voce da gay!"

 

Sembra il commento di un'oca minorenne. O di una maggiorenne senza filtri funzionanti.

Non va considerato.   

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Gli stereotipi, in generale, non è che brillino per profondità

di pensiero

 

Il problema semmai è un altro, cioè il fatto che spesso le suddette

oche dopo aver fatto constatare la non corrispondenza allo stereotipo

si fermano lì, sei e rimani solo "un gay che non sembra un gay"

 

Resta in piedi quindi la semplificazione e la distanza a cui è funzionale

l'esistenza dello stereotipo, nonostante il CO

 

Questo significa che esistono forti elementi di resistenza alla pratica

affermativa del CO, certo al 10mo CO forse l'oca inizierebbe a reagire

diversamente...ma non dovrebbe neanche essere necessario riceverne

addirittura 10 ( per dire )

 

Questa forte resistenza sociale e culturale al CO, determina come reazione

una pressione che è constatabile nel fatto che i gay italiani sono spesso sia

ossessionati dal tema dell'immagine "di rappresentanza", sia - nel caso di tutto

ciò che è ascrivibile al "femminile" - dalla propria ed altrui "maschilità"

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Certo che, finchè 9 omosessuali su 10 si atteggiano e parlano come signorini, queste affermazioni non finiranno mai.

... Sinceramente, una volta cominciato a sbirciare in alcuni "giri", ti accorgi che casomai si parla quasi di una minoranza (vabbè, poi dipende dai parametri nei singoli casi).

 

E comunque, anche se fosse, quoto quello che ha scritto Hinzelmann.

Edited by Shell
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Beh, di stereotipi ce ne sono tanti, alcuni sono più aderenti alla realtà altri meno. È ovvio, comunque, che l'idea del gay stile "Malgioglio" è in molti casi parecchio distante della realtà, ma se chiedi in giro scopri che ancor oggi molta gente identifica il gay con quello stereotipo.

 

Per rispondere:

- non odio gli stereotipi, non mi riguardano, non saprei cosa odiare..

- non mi riconosco in nessuno degli stereotipi a dire il vero. Posso dire di essere indistinguibile da qualsiasi altro ragazzo etero, come atteggiamenti, interessi etc; e ho quasi tutti amici etero, con cui mi trovo bene. A volte è un po' un difetto, nel senso che sono invisibile (cioè se un ragazzo gay mi incontra per strada non può sapere se lo sono) e quindi le possibilità si riducono :( E poi difficilmente una ragazza mi cercherà come amico gay col quale stare a parlare :P

- Mah, come ho detto sono quasi tutti etero perciò la cosa non li interessa, direi che non hanno un'idea al riguardo. Certamente però sanno, e hanno in me la prova, che non tutti i gay rispondono a quegli stereotipi lì.

 

Una nota finale: non credo che la sensibilità sia prerogativa o comunque caratteristica più diffusa nei gay che negli altri, o almeno non mi sembra di aver riscontrato questo. D'altronde mi sembra anche ovvio! :)

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non mi sembra di aver riscontrato questo

 

Come lo hai riscontrato? Frequenti dei gruppi di amici gay o dei locali?

La tua - lo dico a te, ma vale per tutti - idea di omosessualità è solo ed

esclusivamente individuale?

 

Se tu stesso ritieni di essere "invisibile" ma "isolato", come fai a dire che

lo stereotipo non ti riguarda...sei sottoposto ad una invisibile violenza,

mascherata da tolleranza e accettazione, che ti impone di non vivere a

pieno la tua omosessualità

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Tutti in un certo modo tendono a conformarsi ad un determinato ideale o avvicinandosi o allontanandosi il più possibile, lo ritengo umano e niente affatto relegato al mondo gay.

E' ovvio che nel mondo gay vivendolo di più ce ne accorgiamo anche, soprattutto per chi frequenta gli ambienti o le serate a tema, se sei un pò in carne  ti identifichi nel tipo bear, se sei più esile e con tendenze leggermente effemmiante tenderai ad enfatizzarle ecc.

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Frequenti dei gruppi di amici gay o dei locali?
 

Conosco persone gay e le apprezzo, mi trovo bene con loro, alcune sono più sensibili altre meno, ed esattamente lo stesso discorso posso fare per persone etero: per questo non riscontro, e sarebbe assurdo, almeno per me, assegnare a una categoria il primato riguardo a una caratteristica (la sensibilità). 

 

 

 

La tua - lo dico a te, ma vale per tutti - idea di omosessualità è solo ed esclusivamente individuale?
 

Cosa intendi con "idea di omosessualità"? Io non ho nessuna "idea di omosessualità", così come non ho alcuna "idea di eterosessualità". In genere mi faccio idee sulle singole persone, e non sulle categorie.

E poi non ho capito in quale accezione usi "individuale".

 

 

 

Se tu stesso ritieni di essere "invisibile" ma "isolato"
 

Occhio: invisibile solo nel senso che se un ragazzo gay mi incontra per strada, non può presumere che io lo sia; questo inevitabilmente toglie qualche possibilità, rispetto a coloro che hanno un atteggiamento molto effemminato. Non credo comunque che questo sia conseguenza dello stereotipo: ritengo anzi accettabile (ma lo è anche il contrario) che dall'esteriorità non possa dedursi l'orientamento sessuale. 

Isolato invece l'hai aggiunto tu e non ne colgo il senso: avere molti più amici etero che gay non rappresenta per me isolamento, né lo rappresenta l'essere "invisibile" nel senso spiegato sopra.

 

 

 

sei sottoposto ad una invisibile violenza, mascherata da tolleranza e accettazione, che ti impone di non vivere a pieno la tua omosessualità

Sono dell'idea che si sia continuamente sottoposti a mille forme diverse di violenza, di qualunque tipo. Credo invece sia un errore cercare la violenza anche quando questa non c'è; vedi, il problema per me non è tanto lo stereotipo: dire che lo stereotipo riguarda solo quei gay lì e non questi qui, significa scagionare i secondi e isolare i primi. Lo stereotipo non dovrebbe infastidire quelli che non rispondono ad esso, perché c'è chi invece vi aderisce ed è libero di farlo.

Il problema vero è la discriminazione, il bullismo sul ragazzino effemminato: lì c'è la vera violenza, che non mi ha mai riguardato personalmente, ma che disprezzo oltre ogni misura. 

 

Per concludere, ci sarà sempre quello che dice che "i gay devono morire tutti" o "i gay sono tutti effemminati", ma il mondo è pieno di gente che dice stronzate e fa violenza, in qualunque ambito; l'importante è circondarsi di gente aperta, che pensa alla persona e non all'orientamento: a quel punto resterà da sconfiggere il bullismo, la violenza, cose serie, non certo qualche stereotipo.

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E poi non ho capito in quale accezione usi "individuale".

 

Esattamente in questa accezione, che tu stesso indichi

 

 

 

mi faccio idee sulle singole persone, e non sulle categorie.

 

Tu conosci solo delle persone e ti fai delle idee sulle persone come singoli individui, lo dici tu

stesso ( ma si capiva da prima )

 

Questo è un approccio radicalmente individualista

 

Il punto è che non ne sei consapevole

 

Ora immaginati non gay, ma ebreo a ragionare allo stesso modo, cioè ipotizza

la tua appartenenza ad una minoranza diversa, con diversi stereotipi e vedi se

ragioneresti nello stesso modo, da isolato da invisibile e felice di esserlo...non

lo faresti

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Tu conosci solo delle persone e ti fai delle idee sulle persone come singoli individui,

 

Bisogna fare attenzione anche a contestualizzare le persone. Perché le persone cambiano moltissimo a seconda dei contesti. Ma in maniera radicale, feroce, sia estetica che comportamentale, è davvero affascinante ed impressionante.

 

Ieri sera per esempio al gruppo di lavoro sul sostegno psicologico dell'associazione c'era gente tutta seria e compita estremamente compassata e solerte, ma poi vai a vedere bene bene, e ce n'è uno che fa il bavoso e ci prova sempre con me in chat, ce n'è un altro che in discoteca è favolosah, ce n'è un altro che fa la drag, ecc ecc.

 

Le persone non sono individui, sono... molteplicità.

 

Mi ricordo anche uno dei miei ex che riusciva a passare da rude macho in un sacco di contesti sociali, ma poi in privato era una queen micidiale ai limiti della sopportabilità, o viceversa un altro mio ex che era tutto queeny in pubblico con gli etero che si divertivano e pendevano dalle sue labbra ma poi in privato era un tamarro atomico da farti scendere le palle sottoterra. O ancora uno che era tutto tenero e dolce e coccoloso ma poi all'impovviso rivelava il suo lato di acidità opportunista nauseante. Quello che mi riempiva di complimenti ma in realtà mi disprezzava, quello che ricercava la mia compagnia ma in realtà mi invidiava e odiava, ecc ecc e insomma il discorso dello stereotipo tende a fondersi con meccanismi comportamentali molto più profondi e meno limpidi di quanto forse la discussione non volesse trattare.

 

Le persone hanno volti nascosti, personalità multiple, attitudini schizofreniche, volubilità lunatiche, instabilità contraddittorie, dicono una cosa e ne fanno un'altra, fanno una cosa ma dicono che la odiano, dicono di volere una cosa ma poi fanno di tutto per ottenere l'opposto, ecc ecc.

 

E' una poltiglia.

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Beh gli omosessuali - al di là della "poltiglia" che è una drammatizzazione -

appartengono ad una minoranza invisibile e sono abituati a doppie vite o

doppi e tripli standard di comportamento, proprio per il fatto di esserlo

 

Nel concetto di "sensibilità gay" può rientrare anche questo atteggiamento

camaleontico e questa tendenza a concepire la vita in un senso "performativo"

adattandosi al contesto sociale in cui operano

 

Il discorso diventa in effetti più spinoso quando questa propensione produce

un "precipitato" nel privato e nelle relazioni sessuali e affettive di coppia, dove

si richiederebbe una "autenticità" e a volte capita di assistere ad una sorta di

"drammaturgia gaya superegotica" che è però a suo modo autentica, per quanto

possa apparire "assurda"

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In realtà non credo che gli eterosessuali siano da meno, anche se le sovrastrutture sociali sono molto meglio predisposte a favorire in ogni modo ed in ogni circostanza una loro "coerentizzazione"  e standardizzazione anche forzata, se del caso.

 

 

 

questa tendenza a concepire la vita in un senso "performativo"

 

Verissimo, incredibilmente vero, uno fra i problemi più straordinariamente evidenti.

 

 

 

questa propensione produce un "precipitato" nel privato e nelle relazioni sessuali e affettive di coppia, dove si richiederebbe una "autenticità" e a volte capita di assistere ad una sorta di "drammaturgia gaya superegotica"

 

Bellissima analisi. Il punto è che l' "assurdità autentica" richiede una preparazione straordinaria per essere affrontata e gestita costruttivamente.

Una o più lauree, forse xD

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Odio lo stereotipo che il gay è un sessuomane che scopa col primo "simile" che incontra, che fa solo sesso e per questo non è capace di provare amore.

Stereotipi in cui mi riconosco non credo ce ne siano, a parte forse il fatto di avere un senso della pulizia amplificato, non sopporto lo sporco e il disordine in casa, pulisco spesso ogni oggetto che uso, la casa, la macchina, non ho mai lo smartphone con una sola impronta, la tastiera del PC sempre limpida, mentre mangio pulisco in contemporanea e sto attento a non far cadere nulla, poi ovviamente la mia igiene personale è elevata. Ma non sono sicuro che sia proprio uno stereotipo. Volevo lavorare in un'impresa di pulizie ma cercano solo donne, e questa la vedo come un'offesa.

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a parte forse il fatto di avere un senso della pulizia amplificato

 

Da cui potrei dedurre ed ipotizzare che tendenzialmente per te il sesso promiscuo è sporco

 

Lo dico solo per precisare che non basta comportarsi diversamente per sottrarsi ad uno stereotipo

questo opera anche per vie interne-interiori, determinando ad esempio un bisogno di ordine e pulizia

che magari può esistere per mille altri motivi concorrenti ( es una vita familiare disordinata ) ma che poi

si va a cumulare all'idea che il gay è moralmente disordinato ed esiste per contrastarlo

 

Io vivo in una famiglia disordinata, incasinata poi a 12-15 anni scopro di essere gay e che per la Chiesa

o le istituzioni religiose sono ipso facto moralmente disordinato, le due cose si cumulano

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Da cui potrei dedurre ed ipotizzare che tendenzialmente per te il sesso promiscuo è sporco
 

lo era fino 15 anni fa, il mio senso della pulizia è solo una passione per il pulito accostabile più a una casalinga.

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Io devo ancora capire se sono froscio ma rispondo lo stesso.

Sono sensibile, gentile, non ho mai comprato vestiti firmati e non seguo le mode, non sculetto, non mi piacciono le cantanti che ho visto segnalate nella discussione come le preferite.

Se ho ascoltato qualche canzone di Lady Gaga deve essere stato per sbaglio, al supermercato mentre facevo la spesa.

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