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"Non sono gay, mi piacciono i ragazzi"


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Se in ipotesi e per assurdo poteste indossare solo due magliette per uscire di casa, una con su scritto Proud to be gay e l'altra con una grossa freccia che punta dritto al vostro sedere con scritto "donatore di culo" voi vi sentireste più imbarazzati a dire sono gay, rispetto a mi piacciono i ragazzi?
 

penso che la tua domanda sia rivolta a tutti  e non solo allo starter, dal canto mio mi sentirei in imbarazzo in un unico caso, ovvero indossando questa:

proud_gay_christian_t_shirt-r2b1a574e5ac

mi imbarazza ostentare cosi la mia fede :asd:

a parte tutto a prescindere dalla maglietta in entrambi i casi una risposta o l'altra porterebbe ugualmente alla stessa conclusione :aha:

Comunque l'accettazione è un percorso difficile e forse lungo quindi ognuno ha il proprio tempo.

Migliorando se stessi è possibile salvaguardarsi dal pregiudizio (che talvolta è eccessivo) altrui 

 

 

:aha:

La domanda era chiaramente rivolta a tutti, anche perchè il termine "gay"

nasce con il chiaro intento di avere una identità rappresentata da una

parola più facile da portare, il ché non può stupire visto che ce la siamo

inventata noi, in alternativa alle etichette appiccicate dagli eterosessuali

 

Ora, se è chiaro che una parola da sola non basta ad abbattere l'omofobia

che logicamente si riproduce anche contro questa parola, è pur vero che

le alternative sarebbero molto più impresentabili e possono essere preferite

all'unica condizione di pensare di non doverle rappresentare a nessuno

 

Solo a queste condizioni "mi piacciono i ragazzi" può sembrare migliore

a condizione di non doverlo dire a nessuno

 

In caso contrario - se pensiamo di doverlo dire - equivale a "rotto in culo"

Anch'io sono così. Non perché mi vergogni del sostantivo "gay", ma perché mi sento lontano dallo stereotipo del ragazzo gay medio. Preferisco pensare e dire che "mi piacciono i ragazzi".

 

Poi l'importante è la sostanza: accettarsi per quel che si è, a prescindere da come ci si autodefinisce...

Ribadisco quanto già sostenuto in un'altra discussione: dobbiamo appropriarci delle nostre parole, di quelle che ci appartengono.

Io odio il sostantivo "gay", ma utilizzo a man bassa tutti gli altri epiteti, e più sono volgari e meglio è. Basta con le realtà edulcorate, basta con le parole costruite a tavolino.

Per la prima volta sono sicuro della risposta: dipende da dove vivi, e dall'età. A volte la parila gay o omosessuale è più usata di "frocio" per insultare, soprattutto tra i ragazzini (ne sono sicuro perché sto vivendo proprio adesso questa esperienza). Dire quella frase è più semplice anche perché non appare come qualcosa di così grosso, ma di più superficiale. Comunque la tua situazione non è un problema, io a mama gli ho detto "mi piacciono i ragazzi" e pareva per niente sconvolta, quindi non c'è da preoccuparsi.

  • 4 weeks later...
NorwegianWood

La butto lì, anche se qualcuno ha già detto qualcosa di simile. Magari con la frase "mi piacciono i ragazzi" ti senti a tuo agio perché stai solo esprimendo un tuo gusto personale, senza affibbiarti un'etichetta. A me, ad esempio, le etichette non piacciono, in generale. Quando me ne appiccicano una, me la sento stretta, qualunque essa sia.

un inutile sofismo per dire la stessa cosa, solo con una perifrasi edulcorata, che probabilmente scandalizza di meno , ''sciocca'' di meno rispetto alla parola gay, o qualsiasi etichetta che ormai è investita di un ' aurea negativa ("Gay" come insulto è molto frequente).

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