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Carni rosse e carni conservate


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Cosa ne pensate del consumo di carni rosse e conservate?fanno bene? fanno male? le consumate tranquillamente? le evitate perchè fanno male? le evitate per altri motivi(etici o altro)? ne tenete conto per la vostra alimentazione?

 

Proprio in questi giorni l'Organizzazione mondiale della sanità(Oms) nello specifico l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha inserito le carni conservate (salumi, insaccati e ogni genere di carne lavorata) nella lista dei cancerogeni certi (gruppo 1) mentre le carni rosse nella lista dei probabili cancerogeni (gruppo 2).

Questa decisione arriva dopo l'analisi da parte di un team di 22 ricercatori di oltre 800 studi epidemiologici che indagavano l’associazione fra carni rosse e insorgenza di cancro in tutto il mondo.

http://www.iarc.fr/en/media-centre/pr/2015/pdfs/pr240_E.pdf

http://www.huffingtonpost.it/2015/10/26/carne-cancerogena-dati-oms_n_8388982.html

 

Per altro già il codice europeo contro il cancro riportava come indicazioni "evitare il consumo delle carni conservate e limitare il consumo delle carni rosse".

http://www.airc.it/prevenzione-tumore/per-tutti/codice-europeo-contro-il-cancro/

 

Anche Report anni fa fece un bel servizio sulle carni.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-1825a169-47be-420b-bce2-1fd675fa17fc.html

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https://www.gay-forum.it/topic/31616-carni-rosse-e-carni-conservate/
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Tutti con l'illusione di non beccarsi niente per il mero fatto di mangiare cose "sane" e con diete da ospizio.

Non c'era bisogno di uno studio per capire che l'abuso di salumi e insaccati è pericoloso, ma chi cavolo li consuma ogni giorno?? Come regola di buon senso non bisogna mai mangiare le stesse cose durante la settimana.

Una parente della nostra famiglia ha 93 anni suonati e cena spesso con insaccati e salumi. In base all'idiota allarmismo sarebbe dovuta ammalarsi da decenni fa. E come lei il mondo è pieno di vecchi mangiatori di insaccati e di carne rossa. Semplicemente si tratta di probabilità quasi certe, ma di certo non c'è nulla.

Ma poi davvero sta ossessione dell'alimentazione sana sta rompedo davvero... Frutta e ortaggi hanno i pesticidi, la carne rossa ti fa morire, il pollo è pieno di ormoni, il pesce è pieno di mercurio, la nutella piena di olio di palma e i dolci ricchi di grassi. Che lagna!

Ma non è che parliamo di plutonio radioattivo con l'automatica certezza di beccarti un tumore ma è una questine di aumento delle probabilità, anche a chi fuma magari non gli verrà mai il cancro in tutta la sua vita però fumare fa male e fa aumentare la probabilità di contrarre tale malattia, la stessa cosa vale per le carni rosse, poi logico che dipende anche dalle quantità, ma anche in questo caso il discorso è come per il fumo, se uno fuma due o tre volte alla settimana invece di fumare tutti i giorni ti farà meno male però ti farà cmq male.

anche prima della notizia non mi sarei mai sognato di mangiare 50gr di bacon strafritto nel suo grasso... al giorno... per anni.

ad ogni modo, no. non cambierò le mie abitudini. qualche anno di vecchiaia in meno vale la pena di godersi certe grigliatone :D

Io mi chiedo chi è che consuma ogni giorno mezzo etto di insaccati, perchè la domanda è questa. Se già si cominciasse a mangiare carne 4-5 volte alla settimana (preferendo quella bianca) il rischio non si correrebbe e sto parlando di mangiare carne quasi tutti i giorni!

Certo un giorno coniglio, l'altro pollo, l'altro manzo, l'altro un insaccato ed infine tacchino non si correrebbero rischi.
Io penso che se andiamo a vedere non siamo questi ocnsumatori così forti di carne e che già una media che ho detto risulterebbe più altra di quanta carne si mangia effettivamente.

Se se ne mangia di più, ovvero tutti i giorni e più volte a giorno non c'è bisogno dell'Oms per sapere che mangi di merda ma solo di un pizzico di buon senso e di sana educazione alimentare.

Lo studio dell'Oms non parla di carni bianche su cui non c'è alcun riscontro scientifico che il loro consumo incida sulla probabilità di contrarre il cancro.

 

Si parla di consumo di carni conservate e carni rosse.

 

In particolare la raccomandazione sulle carni conservate non è quella semplicemente di ridurne il consumo ma di evitare proprio il consumo.

il test è stato ftto atraverso la popolazione inglese, che come tt sappiamo MAGNANO DE MERDA, tra l'altro è uno studio di più di 10 anni fa, noi italiani nn dovremmo preocuparci di mangare o meno gli insaccati ma più tosto di mangiare prodotti coltivati nella terra dei fuochi.

Beh la scoperta dell'acqua calda: suini e bovini bombardati di steroidi e ormoni per la crescita, nutriti con farina di pesce, che a sua volta è pieno di metalli pesanti, oppure nutriti con foraggio che a sua volta è pieno di diossina, bestie dopate di antibiotici ed estrogeni, prodotti finiti iniettati di conservanti ed eccipienti...

 

Ogni due anni circa salta fuori una mucca pazza, una febbre suina, una malattia aviaria, quest'anno ci pensa l'OMS direttamente.

 

Il problema ovviamente non è la carne, che è nella dieta umana da svariate decine di migliaia di anni, ma quello che ci finisce dentro per motivi industriali.

No veramente quello che dicono gli oncologi è che la carne rossa e conservata favorisce l'insorgere del cancro a prescindere da quello che viene dato all'animale, poi logico che se somministri all'animale delle schifezze farà ancora peggio all'organismo umano.

 

Poi l'oms non si è basato su un solo studio ma sull'analisi di più di 800 diversi studi.

A riguardo, anche dal punto di vista tecnico-scientifico, ho trovato molto interessante questo articolo:

 

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Chissà se, nello scrivere il comunicato stampa in cui annunciava l’entrata delle carni rosse lavorate nella lista dei carcinogeni sicuri e delle carni rosse in quella dei carcinogeni probabili, lo IARC di Lione (l’agenzia che per conto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità valuta gli effetti delle sostanze sullo sviluppo dei tumori) si aspettava di sollevare un tale polverone.

 

In realtà gli studi che gli esperti hanno esaminato per scrivere la monografia sulla carne (ancora non disponibile nella sua interezza) sono noti da tempo (lo IARC ha fatto semplicemente un lavoro di revisione e metanalisi) e le raccomandazioni in materia di prevenzione oncologica già ne tengono conto. Basta dare un’occhiata al decalogo sulla prevenzione dei tumori pubblicato dal World Cancer Research Fund per trovare questa raccomandazione: “limitare il consumo di carni rosse (come manzo, maiale e agnello) ed evitare le carni lavorate. Obiettivi di salute pubblica: il consumo medio di carni rosse in una popolazione non dovrebbe superare i 300 grammi a settimana, di cui pochissimi (o meglio nessuno) di tipo lavorato. Raccomandazioni individuali: chi mangia carni rosse deve consumarne meno di 500 grammi a settimana, di cui pochissimi (o meglio nessuno) di tipo lavorato”. La prima versione di questo decalogo è addirittura di 15 anni fa, e già riportava l’indicazione (più generica di quella attuale) di limitare l’apporto di proteine animali.

 

A stretto rigore, quindi, non ci troviamo di fronte a una notizia inaspettata. Eppure la classificazione dello IARC ha un suo valore intrinseco che spiega, in parte, le reazioni talvolta scomposte della stampa ma anche quelle degli esperti. Le categorie IARC non indicano, infatti, il livello di rischio legato a un determinato composto, ma l’attendibilità delle affermazioni che gli scienziati fanno su di esso. In sostanza, la classificazione è una sorta di Trip Advisor della prova scientifica: se una sostanza si trova nella categoria 1, significa che le prove “a suo carico” sono consistenti. Se, come accade per le carni rosse fresche, sta nella categoria 2A, significa che ci sono prove del suo effetto negativo, ma meno solide (per via degli studi disponibili) di quelle che accusano invece gli insaccati. Per usare una metafora legale, sono come due imputati per un reato analogo verso i quali, però, ci sono prove di valore diverso: in un caso oggettive e inoppugnabili, in un altro indiziarie. Il “reato” che commettono, però, rimane lo stesso, e le sue conseguenze pure.

 

I titoli che accomunano la carne al fumo o all’asbesto sono quindi fuorvianti, perché usano la classificazione dello IARC per creare una gerarchia di rischio, quando in realtà si tratta di una gerarchia di prove. Il tabacco rimane, in numeri assoluti e per la relazione dose-effetto, molto più cancerogeno della carne. Lo ha ribadito Cancer Research UK, la più importante charity di finanziamento alla ricerca oncologica in Europa, con un articolo in cui stima che la carne rossa è responsabile del 21 per cento di tutti i cancri del colon che vengono diagnosticati in un anno in Gran Bretagna, e del 3 per cento di tutti i tumori, mentre il fumo è responsabile dell’86 per cento dei tumori polmonari e del 19 per cento di tutti tumori. In termini assoluti, se tutti i britannici smettessero di fumare eviterebbero la bellezza di 64.500 casi di cancro, mentre se rinunciassero tutti al roast-beef ne eviterebbero “solo” 8.800.

 

Doveva lo IARC evitare di sollevare questo polverone? Le opinioni in merito sono discordanti ma se vogliamo considerare i cittadini come esseri pensanti in grado (se correttamente informati) di prendere decisioni sulla propria salute, è importante fornire loro una misura dell’attendibilità delle affermazioni degli esperti. Nel caso di carni rosse e insaccati, però, c’è un altro elemento confondente: l’entità del rischio che si corre a livello individuale.

 

Paolo Vineis, epidemiologo italiano che lavora all’Imperial College di Londra che ha partecipato alla stesura del rapporto sulla carne rossa, ha infatti dichiarato alla radio: “Un consumo regolare di carne rossa (circa 50 grammi al giorno) aumenta il rischio di ammalarsi di cancro del colon, il tumore più direttamente collegato, del 18 per cento circa”. È poco o è tanto? Non è possibile rispondere, perché questa cifra è calcolata sul rischio relativo, cioè è una percentuale del rischio di ciascun individuo che, in termini assoluti, non è sempre equivalente. Una persona che, a parte una smodata propensione al consumo di salumi e bistecche, facesse una vita sana, non fumasse, consumasse tante fibre e facesse attività fisica, in assenza di una familiarità o di altra patologia che aumenta la probabilità di contrarre il cancro del colon, partirebbe da un rischio individuale, in termini assoluti, molto basso. Aumentarlo del 18 per cento non cambierebbe di molto il suo destino. Viceversa, una persona ad alto rischio per familiarità o perché affetta, per esempio, da una malattia infiammatoria dell’intestino, vedrebbe crescere il proprio rischio assoluto in una misura che può effettivamente fare la differenza. Fornire una indicazione quantitativa è quindi importante anche in questo caso, ma fornirla avulsa dal contesto può confondere quando si tratta di prendere una decisione sul piano personale.

 

Ecco perché l’epidemiologia, che ragiona sempre in termini di rischi relativi - dato che effettua i suoi studi su grandi popolazioni, stabilendo dei parametri medi su cui ragionare – è sempre difficile da tradurre in indicazioni individuali ma ha una sua utilità sul piano collettivo. Lo Stato potrebbe decidere di ridurre la quantità di carne servita nelle mense scolastiche come misura di prevenzione di popolazione mentre, sul piano personale, ciascuno deve decidere in base alle proprie caratteristiche, tra le quali si deve considerare anche la capacità di accettare l’incertezza e il rischio insiti in qualsiasi attività umana.

 

L’articolo originale prodotto dallo IARC e pubblicato in una anticipazione digitale da Lancet Oncology fornisce però anche alcune informazioni interessanti sui meccanismi che rendono la carne rossa carcinogena. Tra questi, la presenza di ferro EME, in grado, grazie al suo potere ossidante, di danneggiare il DNA, specie quando rimane a contatto per lungo tempo con la parete mucosa dell’intestino. Non solo: le ricerche più recenti hanno individuato in alcuni composti che si formano durante la decomposizione della carne nel tratto digestivo i promotori di cambiamenti negativi nella microflora intestinale. Lo studio del microbioma (cioè dei batteri che colonizzano il nostro intestino) sta diventando un ambito importante nella ricerca oncologica, poiché questi “ospiti” sembrano avere un ruolo essenziale nella nostra stessa sopravvivenza, aiutandoci a degradare e assorbire i nutrienti e proteggendoci dalle sostanze mutagene.

 

Negli insaccati e nelle carni lavorate si trovano invece i composti azotati (nitrati e nitriti) e gli idrocarburi policiclici aromatici. Si tratta anche in questo caso di sostanze che agiscono direttamente sul DNA mediante ossidazione, oppure interferiscono a livello epigenetico (cioè a livello dell’espressione e della regolazione dei geni) modificando i processi di metilazione, particolarmente importanti per la stabilità della cellula. Il documento dello IARC, quindi, fornisce un quadro completo dello stato dell’arte dell’epidemiologia molecolare applicata allo studio dei consumi di carne. È una grande innovazione rispetto al passato, in cui i dati epidemiologici erano solo osservazionali e le ragioni che portavano all’emergere di determinate malattie potevano solo essere ipotizzate. La conoscenza dei meccanismi biologici, invece, aiuta gli esperti a ridurre il margine di errore e a evitare i cosiddetti fattori confondenti, ovvero l’attribuzione di un effetto alla causa sbagliata. E dovrebbe, se ben spiegata, aiutare anche i consumatori a fare le proprie valutazioni in materia di alimentazione.

 

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http://www.stradeonline.it/scienza-e-razionalita/1481-dai-numeri-alle-molecole-cosa-c-e-nel-comunicato-dello-iarc-sulle-carni-rosse

la questione è complessa e andrebbe affrontata su una molteplicità di piani diversi

cominciamo col dire che gli oncologi sanno da anni che l'eccesso di consumo di carni rosse e carni conservate incrementa in modo molto significativo la probabilità di contrarre il cancro

ma sanno da anni anche tante altre cose: che ad esempio tutti i cibi con proprietà infiammatorie (tra i quali tutte le bevande zuccherate, l'alcool, gli alimenti contenenti glutine e alcuni ortaggi, come le solanacee) incrementano in modo significativo la probabilità di incappare in una sindrome metabolica che poi si può trasformare in gravi malattie croniche, come il diabete, il cancro, il lupus eritematoso, le varie forme di artriti, probabilmente la SLA, le varie malattie intestinali autoimmuni, la cosiddetta sindrome della "mucca pazza", etc.

tutte queste malattia sono oggi più o meno curabili, ma non in modo definitivo: la medicina tende a "cronicizzarle", e le cure impattano in modo significativo e a volte devastante sulla vita del malato e sui bilanci della sanità pubblica, che sono ormai fuori controllo e che contribuiscono in gran parte all'incremento della spesa pubblica, ai conseguenti deficit di bilancio e in ultima analisi all'indebitamento dello stato

 

"Ma un balzo ancora più gigantesco riguarda la spesa pubblica per la sanità: tra il 2000 e il 2011 è cresciuta del 64,1%, con un ritmo doppio rispetto dell’aumento del 31,9% registrato dal PIL. Nel 2012, la spesa pubblica sanitaria ha raggiunto la somma di 114,5 miliardi, pari al 7,2% del Pil e al 14,2% della spesa pubblica complessiva." (http://www.confartigianato-er.it/it/spesa-sanitaria-in-costante-aumento.html)

 

c'è poi un discorso a livello ancora più ampio: l'indiscriminato consumo della carne, cui stanno accedendo anche le società di recente benessere come Cina e India, crea un problema sugli equilibri ecologici dell'intero pianeta

adesso non ricordo esattamente il dato ma basta cercarlo sul web, prendo il primo che ho trovato:

"Alcuni dati ce li fornisce l’economista Jeremy Rifkin in Ecocidio: il 70 % dell’acqua disponibile è utilizzata per abbeverare bestiame e innaffiare i pascoli; una mucca beve 200 litri d’acqua al giorno e quindi per produrre 5 chili di carne serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in un anno; il 36 % di tutti i cereali prodotti al mondo viene impiegato per nutrire gli animali da carne e da latte."

dunque l'aumento del consumo di carne crea una crescita esponenziale nel consumo di cereali per alimentazione bovina e suina, con conseguente distruzione della biodiversità del pianeta, disboscamenti indiscriminati, colture intensive trattate con fertilizzanti e agenti chimici disinfestanti e relativo inquinamento delle falde acquifere

 

il rimedio? bisognerebbe insegnare igiene alimentare fin da bambini, ricominciare a prendere i mestoli in mano e cucinare direttamente con una maggiore consapevolezza del benessere del nostro corpo verso cui siamo personalmente, ma direi anche socialmente responsabili: perchè non possiamo pretendere di mangiare qualunque cosa e poi nel caso curarci consumando risorse pubbliche, dobbiamo riapprendere l'etica della rsponsabilità verso noi stessi che è anche responsabilità verso la comunità in cui viviamo, lo Stato e il pianeta

e responsabilità vuol dire vigilare sulla propria alimentazione, saper rinunciare e contenere

quindi non è necessario smettere di mangiare carne o prosciutto: dobbiamo però tornare a un consumo moderato come i nostri nonni, che mangiavano la carne una o due volte la settimana e per il resto si nutrivano sorpattutto di legumi e cereali

DoctorNievski

Ma infatti io leggevo i vari articoli e link che circolano,, compresi i servizi ai vari tg, e mi chiedevo "embè?".

Sono anni che si sa che i nitrati contenuti negli insaccati promuovono la cancerogenesi dello stomaco, e che una dieta ricca di grassi di origine animali (ergo, le carni rosse), sono implicate nel tumore del colon..motivo per la quale ad esempio si raccomanda l'assunzione di molte fibre, che permettono di ridurre l'esposizione a tali sostanze lungo l'apparato digerente.

Quindi, di cosa stiamo parlando?Hanno scoperto l'acqua calda?.. XD

Più che altro il punto è proprio che la gggente abbocca a qualsiasi michiate legge (superficialmente), e non ha quel minimo di senso critico verso le informazioni che gli vengono fornite. Ergo, cari vegane, puppate! perchè tutto è stato detto, ma non che una dieta ESCLUSIVAMENTE vegetale sia la panacea di ogni male.

In medio stat virtus.

@uncanny  l'articolo che hai riportato centra proprio il punto della situazione: analizza con giusto equilibrio la notizia, ridimensionendo gli inutili allarmismi degli ortoressici.
 

 


 

il rimedio? bisognerebbe insegnare igiene alimentare fin da bambini, ricominciare a prendere i mestoli in mano e cucinare direttamente con una maggiore consapevolezza del benessere del nostro corpo verso cui siamo personalmente, ma direi anche socialmente responsabili: perchè non possiamo pretendere di mangiare qualunque cosa e poi nel caso curarci consumando risorse pubbliche, dobbiamo riapprendere l'etica della rsponsabilità verso noi stessi che è anche responsabilità verso la comunità in cui viviamo, lo Stato e il pianeta

e responsabilità vuol dire vigilare sulla propria alimentazione, saper rinunciare e contenere

quindi non è necessario smettere di mangiare carne o prosciutto: dobbiamo però tornare a un consumo moderato come i nostri nonni, che mangiavano la carne una o due volte la settimana e per il resto si nutrivano sorpattutto di legumi e cereali


Giustissimo. Ineccepibile. 92 minuti di applausi.

Ps: mi fa poi scompisciare dalle risate che si è preso per oro colato quanto detto dall'OMS, con sommo gaudio dei suddetti vegani et similia..ma poi, per gli stessi, è inattendibile quando raccomanda fortemente le vaccinazioni, ormai in calo perchè provocherebbe l'autismo.. -.-

Premesso che non è una novità, direi che debbano stare

attenti quei gay che vivono nel culto delle proteine animali

per esigenze "muscolari", non certo chi si fa una bistecca

alla fiorentina una volta al mese

 

E forse quei popoli nordici che eccedono in bacon wurstel

cioè prodotti in carne, economici, che rischiano di essere

mangiati in eccesso, a colazione o nelle pause pranzo etc

 

Ci sarebbe cioè un problema sociale, chi ha un reddito basso

è necessitato a comprare cibi economici, ragionevolmente

nessuno compra una bistecca al giorno, ma i semilavorati

della carne sono economici e avendo un sapore artificiale

non c'è bisogno di saperli cucinare

 

La cucina povera necessita di tempi che oggi i poveri non

hanno

Mi sembra una tempesta in un bicchiere d'acqua.

Sappiamo tutti e da anni che è meglio mangiare carni bianche anziché rosse e che un abuso di carni lavorate fa male.

Personalmente le mangio senza troppo preoccuparmi, poi come detto un po' da tutti, è bene variare il più possibile la dieta.

Poi non so, l'Italia è paese del prosciutto ma anche un dei paesi dove le aspettative di vita sono tra le più lunghe.

Edited by OLEG

per me la cosa scioccante è immaginare che qualcuno potesse pensare di mangiare roba come insaccati, fritti e formaggi pensando che non avrebbe avuto ripercussioni sulla salute.

 

anche io ho la famosa parente che è arrivata a 90 anni mangiando di tutto, ma c'erano i mc donald quando era piccola lei? c'erano le stesse tecniche di allevamento? c'erano gli stessi ormoni artificiali?

 

arrendiamoci al fatto che nonostante i tanti controlli la qualità di quello che mangiamo oggi è sensibilmente inferiore in termini di genuinità a quello che arrivava sulla tavola dei nostri nonni e di conseguenza mangiamo tutti meno, meglio e con più accortezza nella scelta.

 

la carne è un po' come il vino: bevine di meno, perché costicchia, ma la volta che vuoi berlo compralo buono. altrimenti si campa benissimo senza.

Cmq quello che dice l'oms non c'entra nulla con i vegani o vegetariani anche perchè qui si parla solo di carni rosse e conservate.

 

Le carni bianche ad esempio non fanno male, non c'è nessuno studio che abbia fatto emergere una relazione tra carni bianche e l'insorgenza del cancro.

 

Il pesce non solo non fa male ma anzi avendo gli omega3 fa bene ed ha una funzione di prevenzione del cancro.

Fidati sbuffo, anche per il pesce ci sono ossessionati che dicono che contiene troppo mercurio o che è inquinato o chissà quale altra catastrofe apocalittica. Per le carni bianche c'è la storia degli ormoni e altre dicerie melodrammatiche. Frutta e verdura invece devono essere solo Bio, perché quelli con i pesticidi sono tossici quanto una barra di plutonio (per gli ossessionati dell'alimentazione sana). 

 

Sinceramente negli anni 80/90 la qualità del cibo era nettamente peggiore e davvero piena di robaccia chimica. Oggi c'è solo più allarme perché la gente con Internet sta diventando davvero pesantissima e snob.

 

Gli allevamenti di massa e le agricolture con pesticidi esistono per puri motivi pratici. Se si rispettano dei limiti dignitosi di qualità non vedo il problema. Credo che certa gente dovrebbe cimentarsi nell'agricoltura e nell'allevamento. Vorrei proprio vedere come reagirebbero quando una 'stupida' infestazione d'insetti ti distrugge in 2 o 3 il raccolto di mesi. La roba Bio costa proprio perché sono agricolture dispendiose e complicate a larga scala.

 

Io sono decisamente meno fatalista e la butta più sulla relatività e sulla moderazione. Per fare un esempio, ho fatto merenda con un formaggio grassissimo, a livello teorico è una bomba ipercalorica non ottimale per la mia salute, ma con una vita attiva, sport e dosi moderate in realtà si rivela un alimento nutritivo e che non fa ingrassare per nulla. Stessa cosa per un menu gigante del Burger King, non ci vuole la laurea per capire che è robaccia pura, ma se su 14 giorni mangi una volta una cosa che fa malissimo che succederà mai... alla fine possono pure contribuire a lungo andare, ma sono pur sempre alimenti, non pozioni magiche...

Edited by Ilromantico
DoctorNievski

@sbuffo non volevo scagliarmi contro i vegetariani e/o vegani..Ma piuttosto contro una certa parte di loro che hanno esultato a tale notizia, perchè tirava acqua al loro mulino. Criticavo l'atteggiamento un po' nazista, non un certo tipo di dieta. :D

Si parlava su facebook di questo argomento. E' divertente che si è creata una bufera per una notizia del genere, e non si fa lo stesso ad esempio per il fumo, che fa aumentare il rischio di cancro al polmone di 25-30 volte.

25-30 volte vuol dire 2500-3000%. La carne rossa in questo studio farebbe aumentare il rischio del 17%. DICIASSETTE.

E sempre il fumo fa aumentare il rischio di cancro al colon del 70%.

Per farvi capire che si è fatto molto rumore per (praticamente) nulla.


 

Un po' di carne rossa non può far male. Una cosa è mangiarne un trecento grammi alla settimana, un'altra mangiarne quintali. Quasi ogni alimento mangiato senza moderazione può far male. Credo che sia la solita notizia-scoperta dell'acqua calda. E poi se non mangiamo settimanalmente un trecento grammi di carne, un paio di uova, una mozzarella, un due tre porzioni di pesce-tonno e il contorno di verdure ogni giorno, cosa mai dovremmo mangiare? Davvero possiamo mangiare le cavallette e insetti vari che pare stiano sdoganando i sapientoni della UE? Io me magno ravioli, profiteroles ed entrecote arrostita :-P. Alla salute degli allarmisti. 

anche a essere vegetariani, per esempio, bisogna guardarsi le spalle da tutti quei fruttivendoli che ultimamente spuntano come funghi a ogni angolo delle strade. chi sa da dove viene quella frutta a basso prezzo? dall'italia? dalla terra dei fuochi? dall'india? dalla thailandia?

 

il problema non è mangiare troppa carne, è mangiare qualsiasi cosa che viene da zone senza controllo e/o di poca qualità e/o addirittura pregno di metalli pesanti. non bisognerebbe mangiare niente di cui non si conosce la provenienza.

Ma secondo me si mescolano problematiche diverse e questioni diverse.

 

Logico che anche la provenienza è importante così come i prodotti con cui vengono coltivati determinati ortaggi o allevati determinati animali, ma questa è una questione ulteriore e diversa rispetto alla questione delle carni conservate e delle carni rosse come causa del cancro.

 

Non bisogna confondere i due piani, ci sono alimenti che fanno male a prescindere e alimenti che possono far male se sottoposti a determinate pratiche di coltivazione e allevamento.

 

Le carni rosse e conservate fanno male anche senza quelle pratiche di allevamento, la loro assunzione favorisce l'insorgere del cancro all'apparato digerente, semmai possono fare ancora più male se quelle carni derivano da un animale che viene allevato con determinate pratiche (tipo bombardato di ormoni, antibiotici o chessò io).

Invece se ad esempio prendiamo le carni bianche non c'è nessuno studio che dimostri una correlazione con i tumori, però logicamente anche lì è importante vedere da dove arrivano, come vengono allevati gli animali, come vengono conservate le carni, ecc....

Edited by Sbuffo

Tutto fa bene e tutto fa male, la differenza la fa la quantità...

Per esempio il prezzemolo è tossico in grandi quantità come il basilico, i finocchi sono tossici per il fegato sempre in quantità esagerate (qualche anno fa dissero che i semi di finocchio utilizzati per le tisane sono cancerogeni, si salva proprio nessuno)...

La carne rossa si è sempre saputo che va consumata moderatamente, idem insaccati e compagnia, adesso hanno trovato qualcosa di cui far parlare in attesa del prossimo scoop (probabilmente si scoprirà che cadendo per terra è facile farsi male)...

Io faccio parte degli onnivori convinti, apprezzo piatti vegetariani, vegani, macrobiotici e simili ma alla carne non rinuncio: mai visto animale onnivoro in natura che non mangia carne e l'uomo fa parte di questa categoria...

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