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Poca fiducia e tanta gelosia


MPGP

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Sto dicendo che a mio parere non hai più nulla di buono da ricavare da questa situazione, anzi.

 

Chi se ne frega di cosa vuole l'altra persona, conta solo la tua salute ora.

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nelle prime righe l'opener parla di "amore", finisce parlando di "serata rose e fiori", che mi rimanda di nuovo all'amore.

volevo fargli capire che se è davvero la gelosia a rovinare le cose, forse può e deve fare uno sforzo per accettarla e godere quel che c'è di buono, se non da parte dell'altro sicuramente da parte sua.

 

sampei, hai ragione sul fatto che in passato ho subito più del necessario, ma lo so e non mi pongo certo come esempio.

però ti controbatto: tu non parli mai d'amore.

hai presente quando una persona è tutto per te, e faresti qualunque cosa per farla felice, e la giustifichi e la perdoni, e pensi di avere una forza straordinaria per poter superare qualunque ostacolo?

quella roba lì fá la differenza, soprattutto a 20 anni.

con il limite che ho detto di dover voler bene anche a se stessi.

fatico a capire le tue certezze nel campo delle relazioni: o hai un'esperienza spaventosa, oppure -non ti offendere, è solo uno spunto di riflessione- non riesci a staccarti da stereotipi adolescenziali.

io sono cresciuto a fassbinder e genet, ci ho messo un bel po' a trovar pace, ma non arriverò mai a vivere dentro un preservativo gigante che mi eviti qualunque problema o delusione, né mai lo consiglierei, anche se vedo il mondo andare in questa direzione.

 

e il "così va la vita signora mia" che mi attribuisci permettimi almeno di tradurlo in chiave taoista:

gli uomini ragionevoli sono capaci di compromesso, ma gli uomini che diventano adoratori di un'idea sono fanatici che la devozione alle astrazioni ha reso nemici della vita stessa.

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Ok difendersi dalle situazioni... ma fasciarsi la testa cosi, come ti consigliano sopra...molto prima di cadere .. mi sembra un enorme esagerazione...

 

Inviato dal mio SM-G920F utilizzando Tapatalk

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E' chiaramente un caso di "eccesso di legittima difesa" che peraltro

si fonda su un "sospetto"

 

Magari il sospetto si rivelerà veritiero ed allora ci sarà una sofferenza

vera, o forse no non lo possiamo sapere. Ad ogni modo sarà dolore e

non paura del dolore

 

Questa è la situazione

 

Poi c'è chi - prendendo una cantonata senza precedenti - sostiene che

se io vedo salire sull'autobus una zingara, in preda alla paura che mi possa

scippare, dovrei scendere dal bus...perchè avverto un "disagio" ( ovviamente

è una follia totale...cioè così non si vive )

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La gelosia aprioristica non è una sensazione fisiologica, ma patologica. Il convincersi ad ogni costo che sia fisiologico sempre e comunque, è da bambinette tredicenni che giocano a fare le fidanzatine dei ventenni con tendenze pedofiliche. Se essa viene provata nel senso aprioristico, generale, strutturale che sembra essere stato descritto dal topic-opener, allora è elevato il rischio che riguardi problemi profondi e individuali della persona che la prova, ed il legame con un eventuale tradimento/mala fede del parter potrebbe essere non solo nullo, ma a mio parere addirittura IRRILEVANTE.

 

Siete davvero dei tonti se continuate a credere che io stia dicendo a questo ragazzo di chiudere una relazione perchè "l'altra persona potrebbe tradirlo forse chissà".

 

E' una cazzata micidiale, non capisco perché voi continuate a crederlo, il che però mi dimostra che non è passato proprio il mio messaggio. Dunque lo rispiego di nuovo.

 

La gelosia incontrollabile e priva di fondamento oggettivo è manifestazione di un problema interiore della persona che la prova. Un problema che la persona ha con se stessa, non con l'esterno (perchè infatti non c'è l'evidenza di un fatto che la possa scatenare). QUINDI chi la prova può e deve secondo me cogliere l'occasione per curare la propria personalità, evidentemente ferita in alcuni punti del proprio io, per motivi AVULSI dalla relazione. Il fatto che ci sia in ballo una relazione è solo una casualità, è solo un fattore esogeno che ha scatenato lo stato di gelosia.

 

Per la salute della persona quindi sarebbe molto positivo spegnere il fattore scatenante, cioè il legame tossico (che è tale proprio perchè non ci sono le risorse emotive per poterlo vivere in un modo diverso!) che ingenera la causa secondaria della gelosia aprioristica, e dedicare tempo ed energie ad indagare le cause primarie della situazione di malessere. Le quali molto facilmente hanno un'origine assolutamente diversa e lontanissima rispetto alla cazzatina del "oddio mi tradisce", derivando dal vissuto complessivo della singola persona e dal suo rapporto con se stessa.

 

Mi sono spiegato adesso o devo ripeterlo in un altro modo?

 

Porca miseria mi sembra che viviate tutti in un film di Scamarcio, svegliatevi.

Edited by Sampei
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Niente non ce la fai Hinzelmann, se uno devia dalla tua concezione cinica delle cose proprio non ti garba.

 

L'opener deciderà se gli converrà occuparsi di sé, oppure se idolatrare il novello Xavier Dolan e le sue teorie sull'autoflagellazione sadico-formativa.

 

Il culto religioso sulla preservazione ad ogni costo dei legami che fanno star male me lo sarei aspettato da molte persone, ma un po' meno da te, che sei molto freddo e razionale. Ci dev'essere dell'altro di te che non so, insomma almeno Luca63 è stato onesto nel raccontare la sua vita e le sue esperienze, ma di te non sappiamo mai nulla al di fuori delle sentenze e delle bolle pontificie. Sei agli occhi di tutti privo di vissuto personale, e questo ti rende l'opinionista perfetto perché qualsiasi cosa scriverai sarà impressa nell'astratto.

 

Il tuo desiderio di avere ragione però può diventare buffo perché smetti di discutere del fatto e inizi a modificarne i connotati per fare sì che sia il fatto ad adattarsi alla tua ricostruzione, e non viceversa.

 

Per carità, è un'ottima, talvolta micidiale tecnica da patrocinatore di cause. Ma noi non siamo in tribunale qui.

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Ognuno si farà la sua opinione leggendo ciò che tu hai scritto

 

 

 

oppure se idolatrare il novello Xavier Dolan e le sue teorie sull'autoflagellazione sadico-formativa.

 

Se fossi un patrocinatore di cause mi attaccherei a questa frase e la userei

contro di te, per togliere autorevolezza alla tua opinione ( e sai che sarei in grado )

 

Invece mi limito a dire che tu lo presumi sulla base di scarni indizi, assolutizzando

una esperienza - quella della gelosia - che è comune a qualunque ragazzo che si innamori

 

Poi certo se il ragazzo innamorato dà di matto o perde il controllo potremo anche convenire

sul fatto che sia una forma di "autoflagellazione", ma almeno lasciaglielo fare prima di pretendere

di vaticinarlo in anticipo

 

Sia detto per inciso: io non sento tutta questa esigenza di vedermi dar ragione...semplicemente

trovo irragionevole concludere puntualmente ogni tuo intervento con "lascialo immediatamente"

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Penso (e spero) che il topic starter sia scappato a gambe levate...

Ad ogni modo, trovo curioso un fatto che vi accomuna: date entrambi per scontato che questa storia finirà male. Solo che per Sampei sembra l'ennesima relazione sbagliata dalla quale sottrarsi, un male non necessario e inutile, per Hinzelmann un male invece neccesario e utile ai fini della crescita.

Perché nessuno difende l'idea che possa finire bene? XD

Non che io lo pensi, in effetti anch'io sostengo la tesi della relazione sbagliata e inutile, ma solo perché a vent'anni se proprio devi sbagliare e farti male, secondo me, è meglio se lo fai con un coetaneo, piuttosto che con un trentacinquenne che si è fatto una sua vita a parte, spazialmente e temporalmente distante.

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perché a vent'anni se proprio devi sbagliare e farti male, secondo me, è meglio se lo fai con un coetaneo

 

Perché?

(Magari sono d'accordo, ma non vedo motivi razionali per pensarlo)

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Non ho letto l'intero papiro di risposte che deduco esser contrastanti, e ti esporrò pertanto la mia idea scevra da influenze altrui.

Le sensazioni negative che percepisci - gelosia, insicurezza, sfiducia - fanno parte del tuo carattere, e si manifesteranno sempre ogni qualvolta ti legherai ad un ragazzo di cui sei infatuato e/o provi profondo affetto.

Non è Lui personalmente a conferirti un tale senso di smarrimento, ma lo è la figura del partner che non vuoi assolutamente perdere e verso cui si indirizzano tutte le tue paranoie/paure scatenate da una insicurezza che si cela dentro di te, motivo per cui il problema sei tu, non lui.

Lavora su te stesso e cerca di non disintegrare a priori qualcosa che potrebbe andar bene. 

Vivi la storia finché andrà avanti, qualsiasi strada prenderà. 

 

L'unica cosa su cui mi sento di darti ragione è la sua immotivata permanenza sui social. Lo avrei già riempito di legnate anch'io <3

Edited by Laen
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Perché? (Magari sono d'accordo, ma non vedo motivi razionali per pensarlo)

Mille e più ragioni, inclusa quella del gusto personale.

Non sono mica contro le differenze di età, l'amore è amore. Ma il non-amore no. Una cosa del genere ti falsa e complica l'esperienza della delusione d'amore. Fosse solo perché quindici anni di differenza, oggi, 2015-quasi-sedici, sono un'era geologica. Non credo di fare slogan alla TG1 se dico che i tempi vanno cambiando e che i ventenni gay di oggi non sono i ventenni gay di dieci anni fa. Io questa differenza la vedo spessissimo.

Altre ragioni sono poi legate all'alterità spazio-temporale in totale: il problema, insomma, non è che il topic starter si sta facendo paranoie dannose oltreche inutili sul tizio in questione per il semplice fatto di avere quindici anni in più di lui, ma perché questo comporta che lui abbia una sua vita, un intero suo mondo a parte, che certo non distruggerà per amore di un ragazzino del quale si è invaghito per una freccia di Cupido o per puro (in)consapevole narcisismo. Del resto, se fosse vero amore, capace di cambiare il suo mondo e la sua vita, non si vedrebbero di rado, lui non bazzicherebbe sui frocial, e soprattutto si sarebbe accorto delle grandi insicurezze che l'altro sta vivendo e che si sono esplicitate in gelosia e paranoia.

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Non credo di fare slogan alla TG1 se dico che i tempi vanno cambiando e che i ventenni gay di oggi non sono i ventenni gay di dieci anni fa. Io questa differenza la vedo spessissimo.

 

Giuro, non colgo assolutamente.

Non ho la più pallida idea se tu pensi che i ventenni di oggi

siano più o meno maturi dei ventenni del  (molto prossimo) passato.

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Saramandasama

Poca fiducia e tanta gelosia sono i preamboli di un rapporto disfunzionale. Ma in Italia le coppie gay partono con un pacchetto di default disfunzionali a prescindere, vista la condizione sociale sfavorevole e l' impatto sull' equilibrio psichico che ne deriva. Sarebbe lui che accortosi di questo tuo pacchetto extra, sommandolo al minority stress di vivere in Italia, dovrebbe lasciarti, a mon avis!

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cosa significa "la storia può finire bene?".

vissero per sempre felici e contenti?

 

a parte questa, dove la premesse di reciprocità sono poche, le storie iniziate a 20 anni molto molto raramente durano fino alla morte naturale dei partner.

le storie per la stragrande maggioranza finiscono, e quasi sempre finiscono male - sennò non finirebbero - magari se non a coltelli e avvocati, a lacrime e amarezza, di entrambi o di uno dei due.

non fraintendetemi, non è cinismo, ma una considerazione utile a vedere le cose con più distacco, proprio perché l'amore, o anche solo un grande attaccamento, confonde la mente.

per imparare a vedere e a godere quello che c'è.

 

quanto alle storie di non-amore non so bene cosa siano: come ho detto altrove mi capita di ricordare con affetto lontani partner di scopate assolutamente occasionali. questo può essere caratteriale, e ho visto che qui tira un'altra aria.

 

invece il discorso dell'età mi lascia perplesso e mi sa tanto di stereotipo: da che mondo è mondo ci si innamora a prescindere dall'anagrafe.

forse se si punta ad una convivenza la vicinanza d'età aiuta, ma non si può programmare a priori, e soprattutto:

1) le persone sono tutte diverse tra loro

2) l'unica distinzione che vedo è tra storie vere, importanti possibilmente per entrambi i partner, e storie inutili.

Edited by luca63
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Ve prego: non apriamo il dibattitone da Speciale Tg1 sull'amore che non ha età.

Il mio discorso sull'età era esclusivamente riferito alla tesi secondo cui, male che vada, dalla storia (che evidentemente all'unanimità è previsto che non duri) ci sia qualcosa da imparare. 

Detto altrimenti, la mia domanda è: a vent'anni, cosa hai da imparare da una storia iniziata male (ricordiamoci che il trentacinquenne ha lasciato il precedente ragazzo per l'attuale: non il migliore degli auspici) e finita peggio con uno di trentacinque anni? 

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c'è una distanza nelle rispettive esperienze

Mi trovi molto d'accordo. Fra i 20 e i 30 si può fare finta quanto si vuole ma lo scarto generazionale si percepisce molto, anche solo nel modo di relazionarsi e di concepire determinate dinamiche. SI tratta di uno scarto storico, quasi "politico", perché proprio fra questi due blocchi generazionali è avvenuta la spaccatura fra l'inaccettabilità sociale dell'omosessualità e l'ingresso dell'omosessualità nella sfera del socialmente ordinario. Tutto questo si riflette in maniera vistosissima nella concezione e nel modo di vivere i rapporti interpersonali da parte dei due partners.

La percezione dello scarto, per chi si ritrova volente o nolente a doverlo gestire, è forte, palese, quasi sorprendente.

 

 

 

sono i preamboli di un rapporto disfunzionale

Semplice e chiarissimo. Ma molti non sono disposti ad affidarsi a questa constatazione piuttosto seria.

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Mi trovi molto d'accordo. Fra i 20 e i 30 si può fare finta quanto si vuole ma lo scarto generazionale si percepisce molto, anche solo nel modo di relazionarsi e di concepire determinate dinamiche. SI tratta di uno scarto storico, quasi "politico", perché proprio fra questi due blocchi generazionali è avvenuta la spaccatura fra l'inaccettabilità sociale dell'omosessualità e l'ingresso dell'omosessualità nella sfera del socialmente ordinario. Tutto questo si riflette in maniera vistosissima nella concezione e nel modo di vivere i rapporti interpersonali da parte dei due partners. La percezione dello scarto, per chi si ritrova volente o nolente a doverlo gestire, è forte, palese, quasi sorprendente.
 

Ecco, hai argomentato perfettamente quel che intendevo.

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Io non ho affatto detto che questa storia finirà male

 

Perchè non sono così scemo da pensare che una storia

finisca bene solo con "e vissero felici e contenti"

 

Certo tutte le storie iniziano e finiscono, su questo non ci

piove

 

Poi voi ora ci mettete il cappello generazionale, cioè la

giustificazione storica...come se due ventenni non potessero

avere un diverso successo sessuale, un diverso carico di esperienze

e sicurezze, o provare gelosia

 

Perchè di gelosia si tratta, un sentimento elementare che provano tutti

 

Non di, non vengo a convivere con te o cose del genere

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Curioso come vadano le cose nei diversi topic... in uno la gelosia è un sentimento elementare... nell'altro soffrire per una storia finita male è anormale e patologico... ma vabbé, chiudo la polemica.

 

Andando a noi.

La gelosia è un sentimento naturale che provano tutti. Vero. Ma bisogna contestualizzare.

Tanto per cominciare, è sempre specchio di qualcos'altro. In questo caso, verosimilmente di insicurezza e senso di inferiorità rispetto all'altra parte della relazione, relegata in un'alterità spazio-temporale (più grande, di un'altra generazione, in un altro luogo, con un'altra vita e un mondo tutto suo). Il 'cappello generazionale' è, come vedi, una delle variabili che alimenta questa gelosia.

Andiamo alla gelosia in se stessa. Dopo due settimane siamo a comportamenti come "ora mi metto a contargli i preservativi".

Non so voi, a me non sembra una esperienza salutare, indipendentemente da come finisca.

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Sì ma non scordiamo che non è che op si è inventato una gelosia senza senso di esistere: ha reali motivi di credere che il partner stia sui social a flirtare e chissà che altro visto che in fondo si sono conosciuti così quando stava con un altro. Non è esattamente un visionario, ci sono dei precedenti che giustamente ora lo mettono in allarme (e che a mio avviso sarebbero stati sufficienti per non impegnarsi nemmeno ma tant'è)

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ot1) chi dice che soffrire per una storia finita male è patologico? un robot?

ot2) lo stacco generazionale lo vedo tra prima e dopo internet. prima in un'ora di battuage potevi selezionarne tre o quattro che ti piacevano, ora in un'ora puoi contattarne decine e decine, solleticando il delirio di onnipotenza...

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lo stacco generazionale lo vedo tra prima e dopo internet. prima in un'ora di battuage potevi selezionarne tre o quattro che ti piacevano, ora in un'ora puoi contattarne decine e decine, solleticando il delirio di onnipotenza...

..delirio di onnipotenza che è una caratteristica tipica dei ventenni, tra l'altro

Edited by freedog
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nell'altro soffrire per una storia finita male è anormale e patologico... ma vabbé, chiudo la polemica.

 

Nel topic che dici tu si parlava da parte di Akira23 di una ipotetica persona

che sosteneva di soffrirne dopo 4 ANNI e di sentirsi depresso

 

Vuoi sostenere che tutte le persone che si lasciano vanno al 100% in depressione?

 

A me pare una follia, tanto è vero che pure in un caso del genere avevo formulato 2

possibilità ( ma tu alludi solo ad una, quella che ti fa comodo per "non polemizzare" XD )

 

E sia detto per inciso io non ho detto neanche che quella depressione nascesse

dal mero fatto di esserci lasciati, ma semmai che esisteva una depressione che

quel fatto ha scatenato

 

Io non voglio fare polemica ma se capite le cose al contrario, non è certo colpa mia

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ot2) lo stacco generazionale lo vedo tra prima e dopo internet. prima in un'ora di battuage potevi selezionarne tre o quattro che ti piacevano, ora in un'ora puoi contattarne decine e decine, solleticando il delirio di onnipotenza...

 

Non sono d'accordo, non può essere quello il discrimine generazionale perché alla mentalità della chat si sono adattati alla perfezione 20enni 30enni, 40enni, 50enni, e in fondo perfino gli etero di tutte le età.

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OT1

@Hinzelmann, non era un riferimento diretto a te in prima persona. Ad ogni modo, il mondo non è tutto nero o tutto bianco, dunque dire che soffire per anni per la fine di una storia non è anormale, non vuol dire che la norma sia che chiunque termini una storia finisca in depressione. 

 

OT2 

Internet ha in parte contribuito (i nativi digitali sono tali per un motivo), ma insieme a mille altre variabili. E' in corso una mutazione antropologica, se mi passate il termine, e se e quando finalmente anche l'Italia permetterà le unioni gay, i suoi effetti a quel punto saranno visibili a tutti. Basta fare questo esercizio di pensiero: fino a ora un adolescente che si scopre gay deve fare i conti con l'incertezza devastante di un futuro monco, deve rinunciare al sogno di una relazione riconosciuta dallo Stato con tutti gli annessi e connessi. Quanti hanno sognato di trovare il principe azzurro... concludendo che per sposarlo si sarebbe dovuti andare necessariamente all'estero? Se e quando questa cosa cambierà... non dico che le cose saranno più facili, ma si toglierà agli adolescenti un macigno.

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Guarda voglio esser sincero anche se comporta uns nota di dura drammaticita' : Tu sei un pischello, non te la prendere a male e la Mia comprensione e il Mio buon augurio vanno a chi lo ama sul serio e riuscirebbe a dargli amore e stabilita' e non sospetti e gelosie

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Non sono d'accordo, non può essere quello il discrimine generazionale perché alla mentalità della chat si sono adattati alla perfezione 20enni 30enni, 40enni, 50enni, e in fondo perfino gli etero di tutte le età.

come dicevo in altro thread, secondo me il discrimine vero è stato il world pride del 2000:

da lì abbiamo cominciato davvero ad uscire dalle catacombe e a non vergognarci più di quel che siamo.

cosa che fino ad allora non dico fosse la normalità, ma quasi

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