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"Non hai paura di riscontrare difficoltà nel tuo campo lavorativo?"


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Buongiorno :) L'altro giorno, con un mio "amico virtuale", si parlava un po' delle classiche cose di cui uno parla con chi non è amico ma conoscente: come stai, come non stai, che fai di bello, eccetera eccetera; mi ha fatto i complimenti per il mio aspetto, dicendomi che sono sempre più femminile ed io, ovviamente, contentissima per questo!

 

Ad un certo punto questo mi dice." ma non temi problemi per la tua carriera futura di avvocato?" Visto che gli dicevo che non manca tanto alla laurea e che sto cominciando a guardare, a capire, a quale studio legale rivolgermi per fare pratica. Comunque sia, io, intuendo subito cosa volesse dire, ho fatto quella che cade dalle nuvole e gli ho detto:" di che genere scusa?" E lui:" be' di essere discriminata....insomma si vede tanto"

 

Be' io fino ad adesso non ho mai avuto problemi a relazionarmi con nessuno, maschi e femmine, all'università è tutto tranquillo...tra l'altro in una facoltà in cui lo studio delle leggi e dei diritti è il tema dominante di tutte le discipline. Si ogni tanto mi sento dire, signorina o signor, ma non credo questo sia un problema. Anzi fa sorridere la cosa.

 

Per rispondere alla sua fottuta domanda insomma: no, non ho paura di riscontrare nessuna difficoltà. Dovrei temere??

Per rispondere alla sua fottuta domanda insomma: no, non ho paura di riscontrare nessuna difficoltà. Dovrei temere??

Al contrario: forse dovresti "approfittarne".

Nel senso che ti sarà ad esempio probabilmente più facile fare praticantato in uno studio che si occupa di diritti LGBT.

Per il resto, tutte le scelte comportano conseguenze piacevoli e meno.

il marito non ce l'ha. Volevo soltanto dire che normalmente negli ambiti lavorativi prevalgono le qualità della persona, non l'orientamento sessuale.

O almeno, questa è la mia impressione e la mia piccola esperienza, basata su me stesso, sul mio compagno e su una ventina di GL che conosco abbastanza bene. Tutti dichiarati s'intende.

Che problemi dovrebbe avere un avvocato per il suo orientamento? È un lavoro da autonomo, a meno che non si debba lavorare in uno studio con altri avvocati. Ma se si lavora in proprio? Anche se fossi estremamente effeminato, agli stessi clienti omofobi gliene fregherebbe ben poco del tuo orientamento (se ti proponi con buoni prezzo e un buon lavoro). La gente si rivolge agli avvocati per obbligo e/o disperazione, l'orientamento del loro avvocato è l'ultimo dei loro problemi.

Il problema potrebbe presentarsi solo per lo studio in cui ti toccherà fare tirocinio o gli eventuali colleghi di studio, ma al limite sarà solo una fase passeggera. Qualche no, se sei un gay evidente, potresti comunque beccartelo da certi studi parecchio bigotti e religiosi (sembra un controsenso, ma esistono!).

 

Per il resto buona fortuna!:)

 

 

tra l'altro in una facoltà in cui lo studio delle leggi e dei diritti è il tema dominante di tutte le discipline

ecco, hai centrato il punto,

magari in altri ambienti lavorativi il problema assumerebbe maggior pregnanza, purtroppo

Dire che l'omosessualità non conti niente, non è vero al 100%

 

Devi dare per scontato che non sarai un avvocato rotale e che

non lavorerai per enti ecclesiastici o diocesi, difficilmente sarai

l'avvocato di riferimento di Forza Nuova etc

 

E probabilmente non entrerai in Parlamento come Giulia Bongiorno

in lista con Fratelli d'Italia ( lei entrò con Alleanza Nazionale )

 

Ma questo non significa che non vi sia spazio anche per te

finora moltissime persone omosessuali hanno lavorato, e hanno coperto posizioni di rilievo.

il motivo di ciò?

semplice. Nel lavoro non esiste discriminazione perché non esiste alcun obbligo di rivelare il proprio orientamento sessuale.

Chi lo fa, lo fa a suo rischio e pericolo.

Un avvocato, un insegnante, un medico, uno psicologo...che necessità ''professionale'' hanno di  fare CO?

Nessuna. L'ambito lavorativo è diviso da quello affettivo (almeno qui credo che concordino tutti), ed è giusto che sia così,ma credo che questo valga anche per l'avvocato , l'insegnate , il medico e lo psicologo eterosessuali.

In che modo si può essere discriminati se l'altro non sa che sei gay e tu non glielo riveli?

Non c'è più, immagino,  il gioco del sospetto tipico degli adolescenti, anche perché immagino che a molte persone non interessi nemmeno congetturare o vagheggiare certe cose, a meno che loro stessi non siano attratti da quelle cose (della serie : solo gli omosessuali si scoprono fra di loro).

fatta eccezione, ovviamente, per i militari, i marinai , dove il sospetto di omosessualità può condurti, in casi limite, alla morte. Ma qui stiamo parlando di professioni tipicamente machiste e antiomosessuali, anche storicamente parlando...

Edited by Olimpo

la questione posta era piu articolta nel senso che ha parlato di una "visibilità" che prescinde dall' essere dichiarata

a questo punto chiederei anche se la questione riguarda l' orientamento sessuale o l' identità di genere

 

 

 

E probabilmente non entrerai in Parlamento come Giulia Bongiorno in lista con Fratelli d'Italia

cioè il problema sta tutto nell'essere dichiarati o meno?

 

 

*ma sul lesbismo della Bongiorno non si hanno notizie certe?

Edited by prefy

Nel caso di Giulia Bongiorno tu reputi possibile che qualora

fosse stata lesbica dichiarata, Giulio Andreotti le avrebbe dato

lo stesso l'incarico di difenderlo? E che AN l'avrebbe candidata

nel 2006?

 

Un problema di CO esiste, ma non stiamo parlando di un cliente

qualunque e di un partito qualunque

 

Dopodichè è ovvio che esiste un problema di "visibilità" che non

consente di scantonare, ma è pur vero che in certi ambienti ecclesiastici

ti chiedono direttamente se sei sposato o no e perchè ( a prescindere )

 

Quel che dico io è che la paura di essere discriminati, può fare più danni

della discriminazione stessa, che riguarderà dei casi e delle opportunità

ma non la possibilità di fare il proprio onesto lavoro con altre persone

Ovvio che non importa a nessuno l'orientamento sessuale. Ma nel mio "caso" è un po' differente: il ragazzo in questione sollevava la domanda perché io sono una ragazza transgender, seppur particolare perché non ho fatto nessuna cura a livello estetico, il mio essere visibilmente femminile dipende dal mio curarmi da me, dall'accentuare la femminilità e inibire, nella maniera in cui mi è possibile farlo, i tratti maschili.

Si avrai problemi ma questo varrà per quasi tutti i lavori, va detto che in questo settore sarà ancora peggio.

L'ambiente forense e retrogrado in generale e di conseguenza anche omofobo, l'omofobia in fin dei conti non è nemmeno tanto tra gli avvocati, piuttosto tra i clienti futuri con cui ti relazionerai, perchè la società italiana sappiamo com è.

 

Purtroppo già essere donne in questo ambiente è un handicap figuriamoci altro.

Questa è la verità, sono sincero, chi ti dice che non è così ti prende per il culo, questo non significa che tu non possa farcela, anzi in fin dei conti l'unico vero grande nemico degli obiettivi è la demotivazione.

Edited by Iron84

Ragazzi deve fare l'avvocato, non il capocantiere o il maresciallo. Inoltre non mancano di certo gli omosessuali nel mondo della giurisprudenza, qui credo che uno dei gay più "influenti" sia proprio un giudice del tribunale costituzionale (o qualcosa del genere).

Tuttavia l'utente ci ha detto di essere transgender e questo credo che complichi parecchio le cose...

Ragazzi deve fare l'avvocato, non il capocantiere o il maresciallo. Inoltre non mancano di certo gli omosessuali nel mondo della giurisprudenza, qui credo che uno dei gay più "influenti" sia proprio un giudice del tribunale costituzionale (o qualcosa del genere).

Tuttavia l'utente ci ha detto di essere transgender e questo credo che complichi parecchio le cose...

 

Ma infatti non mi riferivo all'essere gay ma proprio transgender

 

 

ma se vengono avanti plotoni di avvocatesse, saranno l'80% degli studenti

 

 

E' vero ma è un problema, per i ritmi di lavoro, per la maternità e per un ambiente molto maschista. Se la figlia che non avrò volesse fare l'avvocato ne sarei molto deluso e preoccupato.

Certamente gestire una maternità da libero professionista non è

semplice e sarà difficile vedere un avvocatessa con 4 o 5 figli, o

fare il sostituto o il junior partner in un grande studio legale dove

è richiesta una totale disponibilità se ha più figli

 

Esistono però tanti modi diversi di fare la libera professione e tante

condizioni diverse di partenza

 

Io direi - ma c'entra poco con questa discussione - che la questione

femminile nell'avvocatura sia un po' lo specchio della situazione sociale

italiana

 

-- se stiamo ai numeri le donne hanno raggiunto e forse superato i maschi

-- se si vedono i fatturati guadagnano ancora mediamente 1/3 rispetto ai maschi

 

Questa situazione secondo me è destinata a riequilibrarsi, ma è normale in un

paese in cui le donne in generale tendono a fare meno carriera o ad essere escluse

da situazioni di potere

Certo questo è un problema italiano ma fatto sta mentre per un lavoro dipendente esistono una serie di tutele che, volenti o nolenti, i datori di lavoro devono dare nella libera professione non è così.

Inoltre anche per cultura del lavoro, esistono studi legali totalizzanti e spesso anche la disponibilità al cliente diventa elemento di discrimine, in settore dove c'è una concorrenza spietata trovare tempo per andare a prendere il bambino a scuola o tornare a casa in tempo per preparare la cena diventano chimere difficilmente raggiungibili.

Moltissimi studi legali evitano di prendere donne in "età da marito" e quindi muoversi in autonomia diventa l'unica strada. Purtroppo la disorganizzazione del nostro sistema giudiziario rende anche l'organizzarsi il lavoro qualcosa di aleatorio, in quanto i cambiamenti sono all'ordine del giorno.
Non dico che non si possa essere mamme ed avvocati, dico che è molto più difficile (per un mestiere che lo è già estremamente) e richiede grandissimo sforzo.

 

Per quanto riguarda un transgender è invece quasi drammatico ma anche lì è un discorso che lo si può estendere ad altro. Dalle mie parti nessuno studio legale di un certo livello prenderebbe mai e poi mai un transgender, certo magari se sei una scienza o un manuale vivente potrebbe avere qualche chance, ma perchè un trans per lavorare deve essere necessariamente un fenomeno?

Sì, però tu sai che per una trans può essere molto difficile

anche trovare un lavoro come commessa o impiegata e sotto

questo profilo una persona transgender, magari lavorando da

sola, magari tirando la carretta fra difese di ufficio e amministrazioni

di sostegno può ritagliarsi una piccola nicchia di sopravvivenza

 

Certo non è un quadro entusiasmante quello che ti faccio, ma diverse

trans di fatto "hanno trovato rifugio" nell'avvocatura ( prima parlavo di

"fare il proprio onesto lavoro" )

 

Ovviamente bisogna avere ben chiaro in testa cosa è l'avvocatura

in Italia in questo momento, ci sono 10 avvocati in Italia per 1 avvocato

francese o tedesco ec 1 magistrato per 10 francesi o tedeschi

finora moltissime persone omosessuali hanno lavorato, e hanno coperto posizioni di rilievo.

il motivo di ciò?

semplice. Nel lavoro non esiste discriminazione perché non esiste alcun obbligo di rivelare il proprio orientamento sessuale.

Chi lo fa, lo fa a suo rischio e pericolo.

Un avvocato, un insegnante, un medico, uno psicologo...che necessità ''professionale'' hanno di  fare CO?

Nessuna. L'ambito lavorativo è diviso da quello affettivo (almeno qui credo che concordino tutti), ed è giusto che sia così,ma credo che questo valga anche per l'avvocato , l'insegnate , il medico e lo psicologo eterosessuali.

In che modo si può essere discriminati se l'altro non sa che sei gay e tu non glielo riveli?

Non c'è più, immagino,  il gioco del sospetto tipico degli adolescenti, anche perché immagino che a molte persone non interessi nemmeno congetturare o vagheggiare certe cose, a meno che loro stessi non siano attratti da quelle cose (della serie : solo gli omosessuali si scoprono fra di loro).

eh, magari fosse così!!

nel mondo ideale dovrebbe essere come scrivi, ma nella vita reale di cretini rimasti all'età evolutiva dellì'asilo ne troverai tanti/troppi

eh, magari fosse così!!

nel mondo ideale dovrebbe essere come scrivi, ma nella vita reale di cretini rimasti all'età evolutiva dellì'asilo ne troverai tanti/troppi

immagino, ma credevo che la gente adulta fosse abbastanza evoluta da non chiedere e da non rompere le scatole sul campo del lavoor..

per quanto so che anche lì esista il fenomeno del mobbing.

io in genere con la gente adulta mi son sempre trovato bene. Con gli adolescenti, invece, ho qualche problemino in più, nel senso che con loro la possibilità di finire sull'argomento e di essere sgamati è molto più alta ; ma ad ogni modo, basta saper mostrare subito loro dei paletti, questo è l'unico modo per farsi rispettare.

Dichiararsi nel posto di lavoro?

 

Mi sembra sia questo il succo della discussione.

 

Dipende da vari fattori, dall'ambiante di lavoro, dal tipo di persone, dal tipo di lavoro.

 

Se sei un libero professionista, un commerciante, un avvocato che lavora per conto proprio puoi anche farlo, magari perdi un cliente omofobo ma ne guadagli uno gay (ai più non credo interessi molto se un professionista o un commerciante cui si rivolgono faccia sesso con uomini, donne o entrambi).

 

Se invece sei un dipendente, che hai bisogno di lavorare e ti ritrovi dei colleghi (...e i colleghi non puoi sceglierteli te....) omofobi con cui sei costretto a lavorare in gruppo......è meglio se non lo fai, rischi solo di complicarti la vita: di questi tempi è meglio tenersi stretto il lavoro.

 

Poi per carità nessuno è fesso: se sei gay bene o male persone con cui passi 40 ore la settimana finiscono per intuirlo lo stesso, alla fine secondo me certi segreti il più delle volte sono segreti di Pulcinella (è così anche per me, dove lavoro tutti lo hanno capito), ma sono segreti che ti permettono di non incasinare la tua vita lavorativa.

 

Alla fine lavorare bene e serenamente è fondamentale per potersi godere quella che è la vera vita, vale a dire quello che uno fa al di fuori del lavoro!

 

Lavoro e vita privata è bene che siano sempre separati!

 

 

Dai non trollare

In effetti ho esagerato, ma la contrapposizione era

-capacità lavorative (e disponibilità e simpatia e correttezza nei rapporti) o

-orientamento omosessuale

In questi termini in base alla mia esperienza passata e quella quotidiana, come dicevo prima, non ho riscontri negativi al riguardo.

Entrare in un nuovo ambiente di lavoro comporta una certa dose di osservazione e adattamento all'ambiente, oltre all'apprendimento pratico, e poi c'è sempre, come sempre o quasi nella vita, la componente "fortuna".

Noi, mettiamocela tutta...

Secondo me non avete mica idea di che parlate Lol

 

Perchè - in realtà - diverse Trans fanno l'Avvocato o

le libere professioniste?

 

Perchè tu puoi trovare dei clienti non omofobi e lavorare

ugualmente, certo come dicevo io tirando la carretta

 

Mentre in un lavoro dipendente ci deve essere un datore di

lavoro che ti assume, nonostante legga "Mario" e veda "Maria"

altrimenti come fai a dimostrare capacità di adattamento?

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