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Referendum sul matrimonio gay in Slovenia.


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duedipicche85

Il tuo approccio (il matrimonio come "diritto fondamentale", costituzionalmente garantito) non è quello italiano, né quello della gran parte dei paesi europei; in quanto tale, è astratto. E' quello classico degli Stati Uniti, in cui la gran parte delle questioni che, altrove, sono eminentemente politiche, vengono poste come problemi giudiziari e s'incentrano su sentenze di tribunali di vario livello e della Corte Suprema (un esempio per tutti: l'interruzione volontaria della gravidanza).

In Italia, e in Europa, la gran parte di questi problemi presuppone un intervento politico, e si decide nell'arena politica, piuttosto che in quella giudiziaria.

 

Sono d'accordo su tutto il tuo intervento, tranne che su questo. Anche in Europa, queste tematiche sono trattatissime nell'arena giudiziaria, non solo in quella politica, ed anzi è possibilissimo che anche in Stati europei (inclusa l'Italia) si arrivi all'affermazione giudiziaria del diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso.

 

Il punto, a mio parere, è che la strada non è quella indicata da JohnGalt, cioè del matrimonio come diritto naturale. Che il matrimonio non sia un diritto naturale, ma un istituto creato dal diritto non ci piove, ma il legislatore nel regolamentarlo deve rispettare le "regole superiori": da noi, in primis, la Costituzione, e soprattutto il principio di eguaglianza e di ragionevolezza, i cui contenuti cambiano con l'evoluzione sociale.

 

Ad esempio, è noto che l'età per sposarsi non coincida necessariamente con la maggiore età. Si immagini che una legge prevedesse che l'età per sposarsi è 21 anni quando la maggiore età è 21 anni. Poi passa il tempo e il legislatore decide di abbassare a 18 anni la maggiore età (sul presupposto ovviamente che già a quell'età si sia maturi per decidere di sè stessi), ma mantenga a 21 anni l'età per sposarsi. Ebbene, non sarebbe escluso che prima o poi la Corte costituzionale dichiari incostituzionale la norma che vieta ad un maggiorenne di sposarsi, ma non perchè abbia il diritto naturale di farlo, ma perchè sia ritenuto ad esempio irragionevole considerare una persona matura per votare, per acquistare un immobile, per firmare un contratto di lavoro, ma non per sposarsi.

 

Ricordiamoci che la Corte costituzionale, nel 2010, ha sostenuto che la limitazione dell'istituto del matrimonio alle sole coppie eterosessuali non costituisca irragionevole disparità di trattamento con le coppie omosessuali, perchè tra le due una differenza c'è, in quanto è la "(potenziale) finalità procreativa del matrimonio che vale a differenziarlo dall'unione omosessuale". Ebbene, l'evoluzione storica (la frequenza sempre maggiore di famiglie arcobaleno) potrebbe contribuire a mutare questo convincimento, da parte della Corte costituzionale, magari in una composizione meno tradizionale.

I giudici costituzionali di nuova nomina iniziano ad essere nati negli anni '50 e '60 (il giudice costituzionale che ha redatto la sentenza del 2010, oggi divenuto presidente, era del 1937...) e soltanto l'anno scordo per la prima volta il Parlamento ha eletto un giudice costituzionale donna. Qualcosa cambia...

Edited by duedipicche85
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Questo vale per la gran parte degli stati europei, non è che l'Austria sia proprio all'avanguardia.

 

Stando a wikipedia, i tentativi di introdurre il matrimonio per la coppia dello stesso sesso sono stati respinti a larga maggioranza.

 

Inoltre, l'Austria è uno dei paesi europei in cui la destra xenofoba è più forte. E' anche il paese di Haider, non dimentichiamolo.

 

Veramente l'Austria è simile alla Germania e ai paesi scandinavi come legislazione sociale, ma diciamo pure che sia la patria di Hitler e degli Asburgo.

 


Ricadi in un altro groviglio di contraddizioni

 

 

Per evitare di cadere in  ulteriori fraintendimenti e incomprensioni, certamente miei nello scrivere e, forse, anche di qualcuno che legge, faccio due piccole precisazioni iniziali.

 

(1)Quando ho scritto “contratto” matrimoniale, essenziali erano le virgolette, proprio perché sono consapevole che nel nostro ordinamento il matrimonio non è un contratto. Avrei dovuto scrivere semplicemente accordo? Probabilmente sì, mea culpa, ma ricordate che anche la punteggiatura esiste.

(2)In ogni caso il mio discorso non era di stretta interpretazione normativa, per la quale peraltro, visto che parli di costituzione, sarebbe opportuno anche ricordare che “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”: a prescindere dalla controversa interpretazione delle ultime parole, essenziale è dire che la repubblica riconosce la famiglia e i suoi diritti, non li crea. In ogni caso, non mi sembrava stessimo scrivendo un testo di diritto civile o costituzionale, e che stessimo cercando di capire se nel diritto continentale europeo prevale l’una o l’altra interpretazione dell’origine, della fonte, dei diritti (nonostante io sia convinto che, al contrario di quello che dici tu, in Europa prevalga l’idea del riconoscimento e non quella dell’accordo: basta leggere qui https://it.wikipedia.org/wiki/Diritti_umani).Per evitare di confondere ulteriormente i piani –normativo da un lato, e di semplici idee personali dall’altro-, dichiaro che sto parlando, e che stavo parlando, di quello che per me dovrebbe o non dovrebbe poter fare la maggioranza con i diritti dei singoli. E, ripeto, non di ciò che le è concesso fare dall’ordinamento qui ed ora.

 

Sono consapevole che il discorso è complesso e intreccia tutta una serie di argomenti e riflessioni che di certo non si possono condensare in qualche riga qui sul forum. Però questo non altera il fatto che, secondo me, esiste un novero di diritti, che potremmo chiamare fondamentali, che sono essenziali e intangibili (o dovrebbero essere intangibili), dalla comunità/maggioranza, soprattutto in un’ottica moderna e contemporanea, e quindi alla luce di tutte le conquiste culturali che ci sono alle nostre spalle. Affermare che invece la maggioranza può disporne è negarne la loro co-essenzialità rispetto all’Uomo. Poi è innegabile che il loro numero possa in un certo senso evolversi (ora ad esempio riteniamo in-umana la schiavitù, fino a poco tempo fa non era così): ed è questo che differenzia il mio “giusnaturalismo” da quello più tradizionalista (e cattolico) (oltre al fatto che per me lo scopo è riconoscere ulteriori libertà, non limitarne il riconoscimento, sulla base della "natura", e anche questo conta). Per me l’uomo nasce libero, e libero è di fare tutto ciò che voglia e che non danneggi terzi. Essendo l’uomo per sua “natura” libero, le limitazioni impostegli dalla società (o dal sovrano, visto come si è affermato storicamente il giusnaturalismo) dovrebbero essere contenute nel numero e nella loro incisività. Ed è per questo che dire che si possa votare per abrogare (perché è di questo tipo il referendum sloveno) un diritto, una libertà, a me sembra illiberale (e antidemocratico, se per democrazia intendiamo qualcosa di bello, e non solo il potere della maggioranza sugli altri).

 

Si può essere in disaccordo? Ovvio. Ma non confondendo il piano del diritto vigente con quello delle riflessioni su come riteniamo dovrebbe essere strutturata una comunità. Non si tratta di stabilire se la mia idea trovi appiglio normativo (nonostante come facevo notare la costituzione usa il verbo riconoscere, e non creare o suoi sinonimi, così come faceva secoli fa la Dichiarazione dei diritti del 1789, punto più nobile del giusnaturalismo moderno e base di molte delle moderne costituzioni), ma di discutere del merito di alcune impostazioni personali. Sono ovviamente apertissimo alle critiche, ma purché ci si metta d’accordo sull’oggetto della discussione.

 

 

Il tuo discorso porta all'assurdità che sui diritti civili non solo il Popolo (con un referendum) ma neanche un Parlamento (con una legge) potrebbe esprimersi, come se siano di per sé sottratti a qualsiasi tipo di decisione da parte di una maggioranza.

 

Be' ma questa non è un'assurdità, se almeno si accetta la tesi che ci siano diritti interinseci nella natura umana perché costitutivi dell'umanità in sé.

 

 

 

 

il diritto, e dunque l'ordinamento, dovrebbe semplicemente prendere atto di "formazioni sociali", non crearle o pretendere di crearle.

 

Be' ma un diritto puramente e semplicemente "ricognitore" è forse un'illusione:

almeno una certa razionalizzazione è inevitabile che la faccia.

 

 

 

 

Affermare che, ad esempio, una relazione stabile tra due persone abbia bisogno del placet della maggioranza è per me un non senso: essa esiste ed esisterà a prescindere, e l'unica cosa che si chiede è il riconoscimento (cioè la presa di coscienza che esiste, e non la sua creazione ex lege).

 

Ma il placet della maggioranza non è attinente alla relazione, bensì agli effetti politico giuridici della relazione:

per questi effetti inevitabilmente il placet della maggioranza in democrazia o di chi comunque ha il potere è necessario, salvo appunto che non si conceda che si tratti di diritti insiti nella natura umana ed anteriori ad ogni formazione politico sociale.

 

 

 

 

ma anche quello, in cui in un certo senso mi riconosco, di matrice liberale-libertaria, per cui l'uomo e i suoi diritti esistono prima dello stato

 

Be' che l'uomo esista prima dello Stato è pacifico, ma che ne esistano prima anche i diritti, mi pare quanto meno molto opinabile.....

 

 

 

 

 

Ricordiamoci che la Corte costituzionale, nel 2010, ha sostenuto che la limitazione dell'istituto del matrimonio alle sole coppie eterosessuali non costituisca irragionevole disparità di trattamento con le coppie omosessuali, perchè tra le due una differenza c'è, in quanto è la "(potenziale) finalità procreativa del matrimonio che vale a differenziarlo dall'unione omosessuale". Ebbene, l'evoluzione storica (la frequenza sempre maggiore di famiglie arcobaleno) potrebbe contribuire a mutare questo convincimento, da parte della Corte costituzionale,

 

Non direi che si tratti di un "convincimento" ma semplicemente della ricognizione della causa politico sociale e quindi giuridica dell'istituto matrimoniale qual è della nostra (e non solo della nostra.....) tradizione cui la Costituzione inevitabilmente fa riferimento:

la causa del matrimonio non è la soddisfazione dell'amore sentimentale e sessuale tra due persone, ma la generazione e l'educazione della prole in un ambito di convivenza coniugale.

duedipicche85
Non direi che si tratti di un "convincimento" ma semplicemente della ricognizione della causa politico sociale e quindi giuridica dell'istituto matrimoniale qual è della nostra (e non solo della nostra.....) tradizione cui la Costituzione inevitabilmente fa riferimento:

la causa del matrimonio non è la soddisfazione dell'amore sentimentale e sessuale tra due persone, ma la generazione e l'educazione della prole in un ambito di convivenza coniugale.

 

Premetto che non condivido assolutamente che, come dici tu, la causa del matrimonio sia nella generazione ed educazione della prole, in quanto quella è solo una causa eventuale (come nel caso di accordo dei coniugi finalizzato a non avere figli, sterilità di un coniuge nota all'altro, in questi casi il matrimonio resta valido anche nella impossibilità di generare prole), mentre la causa che necessariamente è sempre presente consiste nella cosiddetta affectio coniugalis ed organizzazione di un comune progetto di vita.

 

In ogni caso, quanto sopra è irrilevante ai fini del ragionamento che ho espresso, probabilmente male.

 

Dicevo che la Corte costituzionale ha escluso che la limitazione del matrimonio alle sole coppie eterosessuali non costituisca irragionevole disparità di trattamento verso quelle omosessuali perchè non si tratterebbe di situazioni analoghe per le quali si imponga un equale trattamento, dovendosi individuare la differenza nella potenziale finalità procreativa dell'un tipo di coppia e non dell'altro.

Quello che auspicavo nel mio intervento era il superamento da parte della Corte costituzionale del convincimento che questa sia una differenza tra coppie eterosessuali e omosessuali, e ciò in ragione del fatto che già oggi vi sono moltissime famiglie arcobaleno con figli e sempre di più ve ne saranno, perchè rispetto al tempo in cui fu partorito il codice civile (1942) il diritto e la scienza forniscono molteplici modi di diventare genitori, in alternativa al mero atto copulativo tra uomo e donna.  

 

Dato che la Corte costituzionale in una infinità di sentenze ha mutato il suo convincimento per effetto del mutamento delle evoluzioni sociali e del rinnovato contesto in cui le norme sono applicate rispetto a quello in cui erano state create, c'è da sperare che in futuro veda quella discriminazione tra coppie eterosessuali e coppie omosessuali che finora non ha inteso vedere.

Edited by duedipicche85

 

 

Premetto che non condivido assolutamente che, come dici tu, la causa del matrimonio sia nella generazione ed educazione della prole, in quanto quella è solo una causa eventuale (come nel caso di accordo dei coniugi finalizzato a non avere figli, sterilità di un coniuge nota all'altro, in questi casi il matrimonio resta valido anche nella impossibilità di generare prole), mentre la causa che necessariamente è sempre presente consiste nella cosiddetta affectio coniugalis ed organizzazione di un comune progetto di vita.

 

E' un fatto incontrovertibile che il matrimonio sia nato con il fine politico sociale di costituire un "contenitore" stabile per la generazione e l'educazione della prole, tant'è vero che in origine la donna era acquistata dalla famiglia d'origine e successivamente, fino a pochi decenni or sono per altro, "dotata"  e trasmessa alla "manus" maritale.

Ovviamente un'armonica convivenza coniugale, dove peraltro il marito aveva l'assoluta preponderanza, era importante, ma appunto solo al fine d'assicurare generazione ed educazione della prole nell'interesse della comunità sociale di riferimento.

Il matrimonio sterile era solo un "incidente di percorso" che normalmente implicava il ripudio della sposa, proprio perché il fine era la prole.

Del resto non è un caso che il matrimonio canonico ha sempre riconosciuto la volontà preesistente di non generare prole come causa dirimente del sacramento.

Certamente nell'ultimo secolo (ma forse anche meno.....) molto è cambiato nella comune coscienza sociale ed il matrimonio ha teso a divenire il luogo dell'amore tra due persone (che è cosa diversa dall'affectio coniugalis), tanto da esserne considerato la causa e non l'accidente (peraltro neppure desiderabile), ma la giurisprudenza non è mica che si sia adeguata, come appunto dimostra la sentenza della Consulta che hai citata, e d'altronde non ci sarebbero neppure le basi legali per adeguarsi, dato che non mi risulta che causa di nullità del matrimonio sia in qualche modo considerata l'assenza d'amore tra i due coniugandi, mentre è considerata (vedi ancora la citata sentenza della Consulta) l'impossibilità originaria di generare prole per uguaglianza di sesso.

 

 

 

 

Dicevo che la Corte costituzionale ha escluso che la limitazione del matrimonio alle sole coppie eterosessuali non costituisca irragionevole disparità di trattamento verso quelle omosessuali perchè non si tratterebbe di situazioni analoghe per le quali si imponga un equale trattamento, dovendosi individuare la differenza nella potenziale finalità procreativa dell'un tipo di coppia e non dell'altro.

 

Appunto perché il matrimonio della nostra (e non solo nostra.....) tradizione sociale egiuridica ha questo fine essenzialmente procreativo.

 

 

 

 

Dato che la Corte costituzionale in una infinità di sentenze ha mutato il suo convincimento per effetto del mutamento delle evoluzioni sociali e del rinnovato contesto in cui le norme sono applicate rispetto a quello in cui erano state create, c'è da sperare che in futuro veda quella discriminazione tra coppie eterosessuali e coppie omosessuali che finora non ha inteso vedere.

 

Spes ultima dea.....

Comunque questo mutamento che auspichi a mio parere sarebbe meglio se fosse effetto della volontà del legislatore, non dell'interpretazione della magistratura (infima o suprema che sia).

 

 

PS:

Ho molte perplessità sulla generazione dei figli fuori ed oltre l'atto copulativo tra maschio e femmina, ma forse dipendono solo dalla mia età ormai attempata che non mi permette di gustare appieno questi frutti estremi delle "magnifiche sorti e progressive dell'umana gente".

  • 1 month later...

Domenica 20 dicembre i cittadini sloveni sono chiamati alle urne per esprimersi sul matrimonio gay. La legge è stata approvata dal Parlamento nel marzo scorso e ha mandato su tutte le furie la Chiesa e i partiti di destra, ma ora, su richiesta delle forze conservatrici, sarà il popolo a decidere mediante un referendum stabilito dalla Corte Costituzionale slovena.

I promotori del referendum sono certi che i cittadini bloccheranno la legge, forti del risultato già ottenuto nel 2012, quando gli sloveni dissero no al matrimonio gay col 55,22% dei voti contrari e 44,78% dei voti favorevoli, a fronte di un'affluenza ai minimi storici: appena il 29,6% degli aventi diritto.

Ci si riprova quindi, ma il risultato della consultazione non è affatto scontato.

Edited by Rotwang

Secondo questo articolo la società civile dice in coro di votare sì.

Comunque, non mi sembra corretto dare del retrogrado ad una nazione che ha già approvato il matrimonio gay, quando qui stiamo lottando per avere le unioni civili.

La Repubblica

 

La Slovenia ha respinto con un referendum la legge che regola l'istituto della famiglia e che ammetteva anche i matrimoni gay e l'adozione per le coppie omosessuali. I "no" alla legge hanno prevalso sui "si" (63% per l'abrogazione della legge contro il 37% dei sostenitori con il 93% dei voti conteggiati dalla Commissione elettorale .

Gli sloveni erano chiamati a decidere se mantenere o annullare la legge approvata a marzo scorso dal Parlamento, che equipara i diritti delle coppie gay a quelli delle coppie eterosessuali, permettendo loro anche il matrimonio e l'adozione dei bambini. Il quesito sul quale erano chiamati a esprimersi gli 1,7 milioni di elettori sloveni era il seguente: 'È lei favorevole a che entri in vigore la legge su modifiche e integrazioni alla legge relativa a matrimonio e famiglia, che il Parlamento ha approvato il 3 marzo 2015?'. L'attuale governo del primo ministro Miro Cerar, di centro-sinistra, ha sostenuto la nuova legge, mentre il principale partito di opposizione, cioè il Partito democratico sloveno di centro-destra, era contrario. Con questo voto la Slovenia è uno dei primi Paesi che approva una legge di uguaglianza dei diritti degli omosessuali per poi revocarla. Già nel 2012 si era tenuto un referendum sui diritti degli omosessuali, in cui circa il 55% degli elettori si erano opposti a dare più diritti alle coppie gay, negando anche l'ok alla possibilità di adottare i figli del proprio partner.

 

Con la riforma approvata a marzo la Slovenia era diventata il primo Paese dell'Europa dell'est e il primo dell'antico blocco comunista a equiparare i diritti di gay ed etero. Dopo l'approvazione della legge diverse associazioni conservatrici avevano raccolto in un tempo da record le 40mila firme necessarie a indire il referendum, possibilità che il Parlamento ha respinto definendola omofoba e sostenendo che avrebbe potuto portare alla discriminazione per questioni di orientamento sessuale. Successivamente però il Tribunale costituzionale ha annullato questa decisione del Parlamento aprendo le porte allo svolgimento del referendum. La Chiesa cattolica è scesa in campo per il "no", Papa Francesco ha incoraggiato "tutti gli sloveni a preservare la famiglia come unità di base della società". E anche Paesi vicini, come la Croazia e la Slovacchia che hanno recentemente cambiato la Costituzione per precisare che il matrimonio "può essere soltanto l'unione di un uomo e di una donna".

Edited by Rotwang

Sì esiste, è l'unico referendum che esiste in Italia (oltre a quello costituzionale).

 

Però in Italia deve andare a votare almeno il 50%+1 degli aventi diritto al voto affinchè il referendum sia valido.

Quindi in pratica c'è seriamente il rischio che anche da noi ci sia una cosa del genere.

Quindi in pratica c'è seriamente il rischio che anche da noi ci sia una cosa del genere.

 

Sì "potrebbe" nel senso che è tecnicamente possibile.

 

Però dovrebbe accadere che:

- trovino 500.000 firme in 3 mesi per presentare il referendum.

- la Corte Costituzionale ritenga il quesito ammissibile.

- vada a votare il 50%+1 della popolazione.

- in quel 50%+1 di elettori ci sia una maggioranza dei "sì" a favore dell'abrogazione.

 

Tutte cose che a priori non si può dire se si verificheranno.

 

Non ho idea se ci siano mezzo milioni di persone in 3 mesi disponibili a firmare.

 

Non so se la Corte Costituzionali dichiarerebbe ammissibile un quesito in tal senso, ad esempio in passato ha spesso dichiarato inammissibile l'abrogazione totale di leggi motivando con il fatto che lascerebbero un vuoto legislativo che limita diritti individuali costituzionalmente riconosciuti.

 

Non ho idea se il 50%+1 degli italiani è interessato a muovere in culo per andare a votare ad un referendum del genere.

 

Non ho idea se la maggioranza degli italiani sarebbe portata a votare sì all'abrogazione, perchè se andiamo a vedere i sondaggi generalmente la maggioranza degli italiani è favorevole alle unioni civili.

Edited by Sbuffo

Hanno votato in 380.000, quando il quorum è di 300.000. 

 

In sostanza, 4 gatti si sono espressi contro i diritti di una minoranza. Io trovo allucinante che ci possano essere referendum su queste cose. Già ai tempi di quello irlandese sollevai notevoli perplessità.

Non ho detto che sia improbabile ho detto che non lo so, certamente è fattibile che riescano a trovare le firme richieste, anche perchè ci sono pure partiti come Lega Nord o Nuovo Centrodestra che si mobiliterebbero, però non credo che riuscirebbero per quanto riguarda gli altri aspetti.

 

Non credo che la Corte Costituzionale dichiarerebbe ammissibile un quesito per cancellare un'intera legge che la stessa Corte Costituzionale a più riprese aveva richiesto al Parlamento.

Sarebbe già più fattibile se presentassero un quesito per abrogare un singolo aspetto, come ad esempio la stepchild adoption.

 

Poi non credo che gli italiani siano in maggioranza interessati ad andare a votare su una questione del genere, ad esempio il divorzio riguardava tutti quindi c'era un generale interesse di tutti gli elettori ad andare a votare mentre le unioni omosessuali non interessano alla maggior parte degli italiani.

 

Inoltre se anche ci fosse il quorum di elettori non credo prevarrebbero i favorevoli all'abrogazione di una legge sulle unioni civili, anche i sondaggi dicono che c'è una maggioranza di persone favorevole ad una legislazione in tal senso.

Edited by Sbuffo

Sarà sicuramente da prendere come una consultazione locale (e francamente, al di là dei trionfalismi della pila di merda fumante* non credo che avrà ripercussioni significative per noi).

 

Ciò non toglie che una minoranza (credo corrispondente al 30 % degli aventi diritti al voto) si è espressa contro una minoranza. 

 

 

*Mario Adinolfi.

Sarà sicuramente da prendere come una consultazione locale (e francamente, al di là dei trionfalismi della pila di merda fumante* non credo che avrà ripercussioni significative per noi).

 

Ciò non toglie che una minoranza (credo corrispondente al 30 % degli aventi diritti al voto) si è espressa contro una minoranza.

 

 

*Mario Adinolfi.

Che poi loro hanno le unioni civili. Quindi rimaniamo sempre in 8 come Paesi senza tutele.

Questo referendum, a differenza dell'Irlanda, non avrà nessuna influenza sulla nostra politica.

L'Irlanda è considerato il paese cattolico per eccellenza e quindi è molto affine al nostro, la vittoria al referendum sul matrimonio egualitario non poteva che avete un forte impatto mediatico in Italia.

La Slovenia è praticamente ignorata e l'italiano medio non sa neanche dove stia.

Infatti quando la legge sul matrimonio era passata al parlamento a marzo, la notizia era stata giusto ripresa da qualche giornale online qui.

 

Per quanto riguarda una possibile abrogazione del ddl Cirinnà, sono certo che, nel caso venissero raggiunte le 500 mila firme necessarie a richiedere il referendum, la Corte Costituzionale non lo riterrebbe ammissibile, visto che ha più volte invitato a legiferare in merito.

Rimane il dubbio sul singolo punto della stepchild adoption.

Comunque prima dovrebbero essere raccolte 500 mila firme, poi, nel caso la Corte desse il via libera, dovrebbe andare a votare il 50%+1 della popolazione con una maggioranza di favorevoli all'abrogazione.

Francamente vedo il tutto abbastanza improbabile.

Edited by Uncanny

Io ritengo assurdo il Referendum sloveno sul quorum al 20%, è una follia, una minoranza degli elettori decide di abrogare una decisione dei rappresentanti della maggioranza degli elettori.
Referendum così strutturati sono palesemente antidemocratici a prescindende dal contenuto.

 

Pensa che il M5S ha nel suo programma elettorale l'abrogazione del quorum per i referendum (quindi nemmeno il 20%):

http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf

 

• Referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum
Edited by Sbuffo

Pensa che il M5S ha nel suo programma elettorale l'abrogazione del quorum per i referendum (quindi nemmeno il 20%):

http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf

Lo sapevo e l'ho sempre ritenuta una cavolata.

Io ritengo assurdo il Referendum sloveno sul quorum al 20%, è una follia, una minoranza degli elettori decide di abrogare una decisione dei rappresentanti della maggioranza degli elettori.

Se non sbaglio il quorum sull'affluenza di tutti gli elettori era al 30%.

Al 20% era solo il quorum per i favorevoli all'abrogazione.

Ed entrambi i quorum sono stati superati.

Comunque anche il quorum al 30% è troppo basso: ha senso che stia al 50%+1.

 

Pensa che il M5S ha nel suo programma elettorale l'abrogazione del quorum per i referendum (quindi nemmeno il 20%): http://www.beppegril...to-5-Stelle.pdf

Un motivo in più, fra i tanti, per non votarlo. :D Edited by Uncanny

Ma anche se il 50%+1 fosse per abrogare una legge simile sarebbe una violenza antidemocratica.

La democrazia non é il controllo assoluto di una maggioranza, ma la tutela delle libertà di tutte le realtà, anche di quelle minoritarie.

 

Comunque in Italia non abbiamo da temere. Non arriveremo a una legge probabilmente e quindi nemmeno al referendum.

Ma nel caso di referendum dubito si raggiungerebbe un quorum

Brutte cose.

È un pericolosissimo precedente per l'Europa ed in generale per tutto il mondo.

Preparatevi a vedervelo in ogni dibattito sulle unioni civili in Italia o quanto altro.

Io spero vivamente che ci sia una battaglia anche esterna alla Slovenia per controvertire questa nefasta azione.

Questo referendum, a differenza dell'Irlanda, non avrà nessuna influenza sulla nostra politica.

L'Irlanda è considerato il paese cattolico per eccellenza e quindi è molto affine al nostro, la vittoria al referendum sul matrimonio egualitario non poteva che avete un forte impatto mediatico in Italia.

La Slovenia è praticamente ignorata e l'italiano medio non sa neanche dove stia.

Infatti quando la legge sul matrimonio era passata al parlamento a marzo, la notizia era stata giusto ripresa da qualche giornale online qui.

 

 

Secondo me è esattamente l'opposto :

 

- l'Irlanda è un paese laicissimo (ha uno dei dati di partecipazione alla messa settimanale più bassi d'Europa), con una mentalità anglosassone/nordeuropea completamente diversa dall'Italia

- la Slovenia è un paese confinante con l'Italia con una società e una mentalità del tutto simile al nord e centro Italia, decisamente più religioso e tradizionalista dell'Irlanda

 

Al di la di questo non sono sorpreso del risultato, già in Croazia e in Ungheria i referendum avevano dato lo stesso esito. 

Infatti non ho detto "l'Irlanda è il paese cattolico per eccellenza", ma "l'Irlanda è CONSIDERATO il paese cattolico per eccellenza".

Nell'immaginario collettivo l'Irlanda ha ancora quest'immagine, sebbene nei fatti negli ultimi anni sia diventata un paese molto laico.

La Slovenia è nei fatti più simile all'Italia, ma in quanto a considerazione viene praticamente ignorata.

Comunque ribadisco che questo referendum sarà praticamente ininfluente sulla politica italiana.

C'è stato giusto qualche articolo sulla stampa online a riguardo e il Corriere l'ha ignorato.

In tv e sulla stampa cartacea il nulla e anche i politici (tipo Meloni e Salvini) non hanno detto nulla.

L'unico ad aver detto qualcosa è stato Asinolfi coi suoi trionfalismi, un tizio da 300-400 like in media su Facebook e quindi del tutto ignorabile.

Neanche fosse stata la Meloni, che comunque anch'essa non ha chissà che seguito.

Edited by Uncanny

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