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Sessualizzazione ed oggettivazione


Freewheeler

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Posto la traduzione di un articolo americano (qui il link originale: http://elitedaily.com/life/the-male-gaze-from-male-gays/1160636/)il cui spunto sull’oggettivazione sessuale trovo sia molto interessante (non condivido invece il punto di vista bacchettone sul modo di condurre la propria vita sessuale, soprattutto se finalizzato a una fantomatica accettazione da parte degli etero). La sessualizzazione, studiata per decenni solo per le dinamiche eterosessuali, negli ultimi anni è stata oggetto di studi anche per quanto riguarda le persone omosessuali.

 

Lo sguardo maschile: come ci si sente ad essere oggettificati nella comunità gay.

Recentemente ho ricevuto su Facebook un messaggio da un ragazzo con cui ho parlato per un po’ qualche tempo fa. Stavamo per uscire per un appuntamento che, per una ragione o l’altra, non si è mai materializzato.

Ero piacevolmente sorpreso quando si è fatto sentire, e ho pensato che volesse riprendere da dove avevamo lasciato. Naturalmente immaginavo che fosse single, ma alla fine disse che aveva un ragazzo.

E poi mi ha proposto un threesome.

Dopo aver declinato gentilmente, ho chiesto se fosse questa la sola motivazione per contattarmi. Lui disse senza vergogna che era questa [la sola motivazione], e quando gli chiesi il perché lui mi rispose con “Perché no?”.

Condivido questo aneddoto non per commentare le coppie “aperte”, che stanno dilagando sempre più, ma per fare luce su un elemento spiacevole della comunità gay: la propensione degli uomini ad oggettivarsi sessualmente l’un l’altro.

Senza dubbio è più facile incontrare un ragazzo per un incontro sessuale occasionale invece che andare ad un appuntamento vero e proprio, e questo deriva dai modi in cui gli uomini gay vedono se stessi e la più intima nozione del sesso.

Si crede che a causa del nostro essere uomini siamo inclini per natura all’ipersessualizzazione e alla promiscuità. Immaginate cosa può far questo a coloro che cercano delle interazioni interpersonali genuine.

Il vecchio motto di Alicia Silverstone suona vero: cercare un ragazzo nel mondo gay è come cercare un senso in un film di Pauly Shore.

Prima di ricevere biasimo e critiche per aver ritratto l’intera comunità gay come eccessivamente promiscua, frivola e profondamente disinteressata in relazioni legittime, lasciatemi affermare che ci sono molti uomini gay che non rientrano nello stereotipo.

Loro sono attualmente, o stanno cercando attivamente, una relazione romantica, che hanno rispetto per le nozioni di monogamia e di famiglia.

Sarebbe comunque una grave disonestà dimenticare di discutere di certi uomini gay che oggettivizzano gli altri e cambiano partner sessuali con la stessa frequenza delle mutande.

Poi ci sono quelli che buttano un occhio sull’incontro serale e nel frattempo sono già nella prospettiva della sera successiva, e quelli che, con un agile colpo del pollice, cercano senza cura e rigettano con abilità le possibilità su Grindr, Tinder e altri social media basati su trivialità come gli addominali malsanamente definiti o il pene da 7.5 pollici (quando in realtà sperano per il magico 8 pollici). Sarebbe un disservizio se mi frenassi dall’esaminare come questi uomini hanno un impatto sui modi in cui tutti gli uomini gay interagiscono.

Per chiunque abbia mai fatto studi di comunicazione all’università la nozione di “sguardo maschile” gli sarà sicuramente famigliare.

Il termine, coniata dalla critica cinematografica femminista Laura Mulvey, ritiene che la maggior parte dei media visivi (film e televisione) strutturino il mondo da una prospettiva maschile.

Quindi le donne sono viste dal punto di vista di un uomo e tendono ad essere oggettificate.

Pensa alla quintessenza dell’avvicinamento a un personaggio femminile in ogni film, dove la macchina da presa indugia in modo persistente sul corpo di lei, e lo sguardo maschile diventa ancora più ovvio.

Questa teoria argomenta ulteriormente come la visione dell’uomo nei media forma i modi in cui le vedono nella realtà, facendo in modo che le donne si sentano costantemente osservate , oggettificate e visivamente rimproverate.

Apparentemente i ragazzi etero non hanno più il predominio in questo campo, dato che gli uomini gay hanno dato prova a se stessi di essere capaci e volenterosi, delle volte con grande entusiasmo, di approfittarne e oggettivarsi l’un l’altro.

Le notti che ho passato nei club e nei bar gay erano certamente piene di divertimento, eccitazione ed interazioni significative con buoni amici.

Ma in altre occasioni sono stato toccato e palpeggiato in modo inappropriato da uomini estranei mentre passavo per una pista di ballo affollata.

Sono stato adocchiato dai ragazzi nello stesso modo in cui un atleta di cross fitt guarda una confezione di pancetta.

E quello che mi turba più di tutto e che mi è stato detto da alcuni uomini che questo comportamento è normale, accettabile e persino desiderabile.

Nonostante queste azioni non rispecchino l’intera comunità gay, posso garantire che molti ragazzi gay che leggono si identificheranno nelle esperienze che ho descritto.

Forse possono anche riconoscere come abbiamo adottato in modo subliminale lo sguardo maschile, e la maniera patetica con cui ogni tanto siamo proni nel vedere e trattarci gli uni con gli altri.

Come gli uomini etero hanno largamente fatto per le donne, noi abbiamo creato una cultura egemonica che amplifica il sesso e degrada gli uomini gay.

Per illustrare meglio questo non guardare nient’altro oltre che i volantini che promuovono i nightclub gay, in cui sono ritratti tipicamente uomini oliati con i jock straps o mezzi nudi, go go boys pre-pubescenti.

Di sicuro il sesso vende e come uomini gay abbia interiorizzato senza accorgercene questa nozione e l’abbiamo usata per raggiungere un falso senso di potere.

Questo influenza il modo in cui la comunità eterosessuale ci vede e probabilmente getta ulteriore benzina per gli scopi dei conservatori, che cercano di negarci i diritti umani sulle basi della percezione della nostra inferiorità morale.Lo sguardo maschile è indelebilmente impressa nella coscienza culturale eterosessuale, e non c’è modo di alteralo a meno che non diventiamo prima noi coscienti di questo, e costruire iniziare di conseguenza un dialogo costruttivo su questo.

Come uomini gay dovremmo seguire l’esempio e diventare pian piano coscienti di come percepiamo e trattiamo l’un l’altro nella nostra stessa comunità.

Dovremmo sforzarci di legare un diverso tipo di valore al sesso, uno che non lo usi come unica base della nostra identità collettiva e modalità di comunicazione.

In breve, e per riverberare il mio incontro su Facebook, dobbiamo concentrarci più sul “perché” e meno sul “perché no?”

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Saramandasama

Quindi l' ideologia che regge l' apparato monogamico sarebbe quella giusta, il resto sconveniente e da condannare? Il problema di chi si mette a teorizzare su queste tematiche è quello di non riuscire ad andare oltre il proprio bagaglio ideologico- culturale, dando per scontato che solo quello sia il più auspicabile o normale. Tanto più che una parte di questo bagaglio è il frutto dell' imprinting sessuofobico che fa vivere male il sesso sia agli omosessuali che agli eterosessuali. Ci vorrebbe più educazione sessuale e le edizioni delle fiabe in originale, non quelle della Disney!

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Vi invito a considerare il giusto le sortite di (discutibile) morale sessuale dell'autore. Alcuni studi hanno corroborato l'idea che la sessualizzazione sia nociva per avere una vita sentimentale e sessuale emancipata e godibile. Vi mando i link sotto:

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17440202

 

https://kb.osu.edu/dspace/handle/1811/28398

 

http://vc.bridgew.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1063&context=honors_proj

Edited by Freewheeler
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Il problema di queste discussioni è triplice:

 

1)generano contrapposizione insensata tra utenti che magari vivono allo stesso modo i loro approcci sessuali e sentimentali

 

2)sono infruttuose, perchè mai avranno alcun impatto sul comportamento di nessuno

 

3)io rifiuto qualsiasi "filosofeggio" di froci depressi o femministe che pretendono di parlare di maschi

 

 

A me sembra chiaro che due sono gli atteggiamenti profondamente stupidi attraverso i quali guardare la questione.

Il primo è quello di pretendere una moralizzazione solo perchè si vive personalmente la frustrazione di non riuscire a trovare un fidanzato(o qualcuno che voglia diventare il nostro fidanzato).

Il secondo è quello di ritenere miserabile e mediocre, nonchè moralista, l'atteggiamento di chi cerca un fidanzato ben prima del sesso.

Sono entrambe opinioni moraliste, partigiane, stupide, figlie della personale debolezza di chi le esprime.

 

Quello che tutti dovremmo capire è che competizione tra frocetti, socialità ridotta ad approccio sessuale, etc etc, sono solo conseguenze del fatto che ogni frocio cresce solo sul cuor della terra e in seguito quando sia approccia all'ambiente i luoghi più immediati e facili da araggiungere sono quelli virtuali che, per loro conformazione innata, costituiscono principalmente degli annunci sessuali.

E si potrebbe notare che non sono solo tali, ma non voglio espandermi troppo.

 

Il fatto è che non si può limitare il proprio approccio al mondo culattone a siti per reperire sesso e poi lamentarsi. Volete ambiente privo di competizione tra addominali e lunghezza di cazzo? Iniziate ad incontrarvi in ambienti froci tipo associazioni, club dell'opera lirica, amici dei manga, etc.

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Freewheeler i link che però tu pubblichi parlano di altro, cioè dell'eccessiva

importanza del "corpo", a cui eventualmente vengono associati vergogna o

disordini alimentari ( peraltro paragonando maschi gay a maschi etero )

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Quello che tutti dovremmo capire è che competizione tra frocetti, socialità ridotta ad approccio sessuale, etc etc, sono solo conseguenze del fatto che ogni frocio cresce solo sul cuor della terra e in seguito quando sia approccia all'ambiente i luoghi più immediati e facili da araggiungere sono quelli virtuali che, per loro conformazione innata, costituiscono principalmente degli annunci sessuali.

E si potrebbe notare che non sono solo tali, ma non voglio espandermi troppo.

Questo è uno dei motivi ipotizzati per spiegare perché gli uomini gay tendono ad auto-oggettivarsi quanto, se non più, le donne etero (mentre invece per uomino etero e per donne lesbiche il fenomeno è molto ridotto).

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Questo è uno dei motivi ipotizzati per spiegare perché gli uomini gay tendono ad auto-oggettivarsi quanto, se non più, le donne etero (mentre invece per uomino etero e per donne lesbiche il fenomeno è molto ridotto).

 

Permettimi di essere elegante e risponderti elegantemente:

 

"grazie al cazzo!"

 

Ma c'è bisogno di fare uno studio per capirlo?

 

E soprattutto, come si può pretendere che un problema sociale e "di massa" sia risolvibile facendo la morale ai singoli e dicendo loro: "comportati bene"?

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Saramandasama

Direi che il problema si potrebbe porre se l' oggettivazione non fosse reciproca. Ma se due persone adulte sono pienamente consapevoli di ciò che vogliono, non si capisce perché debbano essere oggetto di biasimo. E di nuovo questo " emancipato" e " godibile" secondo quale concezione ideologica? Perché un poliamoroso o chi è in coppia aperta non potrebbe essere emancipato e condurre una vita che reputi godibile. Ah, perché secondo l' analisi di qualche studioso che in essa concentra tutto il suo apparato filosofico- ideologico, non è così?

Poi detto in parole semplici che un puttaniere e una troia non conducano una vita godibile..

Il problema è se la troia sia stata col puttaniere perché sperava che diventasse il principe azzurro. Ma questo è un problema di educazione sessuale. Se tu troia ti oggettifichi sperando di conquistare l' altro, il problema è tuo. La soluzione è rivolgersi ad un buon sessuologo.

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Freewheeler i link che però tu pubblichi parlano di altro, cioè dell'eccessiva

importanza del "corpo", a cui eventualmente vengono associati vergogna o

disordini alimentari ( peraltro paragonando maschi gay a maschi etero )

Ho usato l'articolo come spunto per parlare della sessualizzazione (che è una forma di oggettivazione) che comporta diversi disturbi sia per l'individuo che per la coppia. Gli articoli che ho postati riguardano tutti il titolo del topic.

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Permettimi di essere elegante e risponderti elegantemente:

 

"grazie al cazzo!"

 

Ma c'è bisogno di fare uno studio per capirlo?

 

E soprattutto, come si può pretendere che un problema sociale e "di massa" sia risolvibile facendo la morale ai singoli e dicendo loro: "comportati bene"?

Ho scritto chiaramente all'inizio del topic che non condivido la morale dell'autore, quindi di questa puoi scrivere direttamente a lui tramite il link che ho postato :) Io volevo concentrarmi sugli studi, studi fatti scientificamente (sì, la psicologia e le scienze sociali come tali hanno bisogno di teorie corroborate dal metodo scientifico per essere, quindi gli studi servono).

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Ho scritto chiaramente all'inizio del topic che non condivido la morale dell'autore, quindi di questa puoi scrivere direttamente a lui tramite il link che ho postato :) Io volevo concentrarmi sugli studi, studi fatti scientificamente (sì, la psicologia e le scienze sociali come tali hanno bisogno di teorie corroborate dal metodo scientifico per essere, quindi gli studi servono).

 

Naturalmente hai postato l'articolo a caso vero? :)

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Perché un poliamoroso o chi è in coppia aperta non potrebbe essere emancipato e condurre una vita che reputi godibile. Ah, perché secondo l' analisi di qualche studioso che in essa concentra tutto il suo apparato filosofico- ideologico, non è così?

 

Ti sarei grato se mi postassi il commento in cui dico che chi è in coppia aperta non è emancipato e non se la gode. Io sono in coppia aperta e me la godo pure tanto :D
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Ho usato l'articolo come spunto per parlare della sessualizzazione (che è una forma di oggettivazione) che comporta diversi disturbi sia per l'individuo che per la coppia. Gli articoli che ho postati riguardano tutti il titolo del topic.

 

Non contestavo la tua scelta di pubblicare quei link

semplicemente non hanno molto a che vedere con

il discorso femminista

 

Il discorso femminista è che il maschio oggettivizza la donna

i gay sono maschi che si auto oggettivizzano, cosa che gli etero

non fanno o fanno in misura minore

 

A parte il fatto che l'ottica binaria non si adatta all'omosessualità

visto che nell'omosessualità manca il secondo genere ( poi è chiaro

che io posso ritenermi legittimamente trattato come un oggetto, se uno

che mi ha scartato mi cerca solo per fare il "terzo", ma questo deriva

dalla sua situazione di "fidanzato" rispetto alla mia di "single" scartato

cioè è un elemento del tutto "accidentale" )

 

Semmai potrebbe esistere una insicura identità maschile, che spinge ad

esaltare la maschilità di una immagine ed un mancato riconoscimento sociale

e culturale che spinge a cercare conferme solo su una immagine "fisica" di sé

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Esistono due distinte etiche riguardanti la sessualità

e sono la cultura del consenso e il moralismo.

 

Il moralismo dice che il sesso è una cosa negativa

se non è unito a qualcosa di superiore che lo nobiliti:

come la procreazione o il matrimonio o semplicemente una relazione.

 

La cultura del consenso dice invece che il sesso è sempre positivo

se viene fatto tra persone adulte e consenzienti.

 

Rispetto ad altri esempi di moralismo gay questo articolo si distingue

perché non idealizza il maschio etero quale esempio di moralità sessuale,

ma anzi accusa i gay di "essere diventati come i maschi etero".

A differenza della solita omofobia interiorizzata direi che è un caso di misandria interiorizzata:

proprio cattivo femminismo da manuale.

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E' una mentalità che finisce per essere ''interiorizzata'' da tutti gli omosessuali.

Da una parte c'è il senso di colpa, la consapevolezza che non si potrà mai imitare una vita eterosessuale monogama, perché la legge e la società non ci sostengono.

Dall'altra la non-accettazione, spesso, dei propri impulsi che porta a vivere la sessualità in modo coartato rispetto all'affettività.

C'è da dire un fatto, che come hanno sottolineato alcuni, non c'è nulla di 'amorale' nel fare sesso occasionale, o nello scopare con uno sconosciuto.

Del resto non si tratta di una questione di 'moralità'.

Si tratta di una questione di felicità. Francamente ritengo che a molti omosessuali ''vada bene'' così, la stessa comunità omosessuale si fonda su una lunga tradizione storica di sotterfugi e storie clandestini ; un minimo di felicità e di allegria, in questo, posso rintracciarlo anch'io, quando mi capita di provare l' ebbrezza di un ' avventura libertina.

Dentro di me , sono consapevole che nelle chat non potrò mai trovare ciò che cerco, cioè l'affetto ; ma perlomeno cerco di evitare considerazioni moralistiche. 

Capisco il tuo disagio, ammetto di provarlo anch'io spesse volte, ma come suggerisce Demò, se cerchi davvero l'amore dovresti provare a uscire e a partecipare ad associazioni, di qualsiasi tipo; Il web è sia per gli eterosessuali sia per gli omosessuali soprattutto un 'occasione di sfogo sessuale ; 

sull'oggettivazione il discorso mi sembra quasi pronunciato da un nuovo esponente del ''femminismo omosessuale''. Anche qui, io credo, si tratta sempre di felicità individuale. Se una persona è felice ''oggettivandosi'', che male c'è?

Purché non perda sé stessa....

A me fa piacere , così come farebbe piacere a tutti, sapere che il mio corpo è oggetto d'attrazione altrui. Mi fa ancora più piacere sapere che sono oggetto d'amore altrui, ma lo riconosco più difficile. Del resto l'una cosa non esclude l'altra. La felicità suprema , cmq, per ognuno è diversa. 

Edited by Olimpo
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Semmai potrebbe esistere una insicura identità maschile, che spinge ad

esaltare la maschilità di una immagine ed un mancato riconoscimento sociale

e culturale che spinge a cercare conferme solo su una immagine "fisica" di sé

In effetti gli studi dimostrano una forte connessione tra la cosidetta "omofobia interiorizzata" e l'iper mascolinizzazione.

 

L'oggettivazione sessuale, che entra tra la tipologia della deumanizzazione (e in merito vi consiglio un bel saggio intitolato Deumanizzazione: Come si legittima la violenza, di Chiara Volpato) è un fenomeno che va oltre il femminismo. Il primo a teorizzarlo fu Kant a fine Settecento.

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Capisco il tuo disagio, ammetto di provarlo anch'io spesse volte, ma come suggerisce Demò, se cerchi davvero l'amore dovresti provare a uscire e a partecipare ad associazioni, di qualsiasi tipo; Il web è sia per gli eterosessuali sia per gli omosessuali soprattutto un 'occasione di sfogo sessuale ;

sull'oggettivazione il discorso mi sembra quasi pronunciato da un nuovo esponente del ''femminismo omosessuale''.

A scanso di equivoci ribadisco che non sono stato io a scrivere l'articolo e che non condivido diverse cose che ci sono scritte :)

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Molti omosessuali , invece, si femminizzano, perché sanno di apparire più attraenti (del resto parlai con un ragazzo attivo che mi disse che cercava nei ragazzi la femminilità/passività).

 

Diciamo che mi sembra un ragionamento abbastanza semplicistico il tuo.

Se guardiamo al mondo omosessuale, notiamo che è molto 'complesso'.

Francamente mi sento maggiormente integrato nel mondo omosessuale; non sento la necessità di essere mascolino, cosa che invece sentirei se fossi eterosessuale (ipotizzo, anche se non posso saperlo con certezza).

 

Nel mondo omosessuale, anzi, proprio per l'estrema varietà di gusti c'è una sorta di cultura dell'inclusione.

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@Freewheler, non sono riuscito a cogliere

il legame tra il primo articolo che hai citato

e la successiva discussione che cerchi di fare

sull'oggettificazione del corpo maschile fra i gay.

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@Freewheler, non sono riuscito a cogliere

il legame tra il primo articolo che hai citato

e la successiva discussione che cerchi di fare

sull'oggettificazione del corpo maschile fra i gay.

Il legame sta nel fatto che l'oggettificazione del corpo e la sessualizzazione citata nell'articolo sono strettamente legate. Dagli studi fatti sembra quasi che si sovrappongano nella stessa fenomenologia. Dal punto di vista psicologico e sociologico è la concezione della percezione altrui (in questo caso "lo sguardo dell'uomo" che oggettivizza e si auto oggettivizza) il fattore scatenate. Una dinamica che è contemplata anche in filosofia (le parti più celebri dell'Essere e il nulla di Sartre riguardano lo sguardo deglo altri). L'autore di quell'articolo la interpreta in quel modo e a me sembra interessante porre la questione per vedere come la interpretiamo noi. Edited by Freewheeler
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l legame sta nel fatto che l'oggettificazione del corpo e la sessualizzazione citata nell'articolo sono strettamente legate.

 

Fammi capire.

Ci sono degli studi che affermano che i gay

più attenti alla linea e frequentatori delle palestre

sono anche più disponibili al sesso senza complicazioni sentimentali?

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Credo di non capire molto il succo della questione, più che altro perché il topic opener palesa una situazione relazionale schizofrenica senza nemmeno accorgersene.

 

Io sono in coppia aperta

Sei in coppia aperta, questo implica che aprioristicamente reifichi il terzo con cui vai ogni tanto per poterlo tenere a distanza e fare finta che il legame affettivo con il tuo fidanzato sia esclusivo.

 

Quindi posti un articolo che espone una posizione critica sulla reificazione sessuale delle persone, che tu sei obbligato a praticare per motivi strutturali.

 

 

Recentemente ho ricevuto su Facebook un messaggio da un ragazzo con cui ho parlato per un po’ qualche tempo fa. Stavamo per uscire per un appuntamento

Poi ti procuri appuntamenti, ma se sei in coppia aperta teoricamente non puoi uscire con altre persone per instaurare legami affettivi, puoi solo farci sesso.

 

Naturalmente immaginavo che fosse single, ma alla fine disse che aveva un ragazzo. E poi mi ha proposto un threesome. Dopo aver declinato gentilmente, ho chiesto se fosse questa la sola motivazione per contattarmi.

Nel frattempo ti scandalizzi se ti contatta un tizio su facebook dicendo che è fidanzato. Tu teoricamente lo sei.

 

Guardati un secondo allo specchio: che razza di problemi hai?

 

Secondo me sei tu l'esatta esemplificazione di uno fra i più stupefacenti fenomeni umanoidi che si vedono nella comunità frocia ma anche in quella etero: la doppia morale, nel senso che IO faccio quel cazzo che mi pare ma GLI ALTRI devono comportarsi secondo logiche precostituite astrattamente che aderiscano alla mia esigenza momentanea.

 

E' la logica del "solo io faccio il birbante ehehe" mentre gli altri ossignur come osano.

 

Sei tu che reifichi il resto del mondo perché la tua stessa vita appare totalmente egoriferita: cosicché non sei circondato da altre persone, ma solo da oggetti, e quando qualcuno di questi oggetti non è esattamente al suo posto sulla scrivania, la cosa ti sorprende ed infastidisce. Perché forse ti fa venire in mente qualcosa su di te... che però non focalizzi molto bene a quanto pare.

 

E in definitiva il minimo che ti può capitare sarà proprio l'essere reificato a tua volta.

 

Le regole del gioco le si accettano tutte, in blocco, sia quelle pro, sia quelle contro.

Edited by Sampei
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Sessualizzazione indica già una connotazione negativa della sessualità... Esattamente che c'è di negativo? Inoltre, il tipo su Facebook l'ha detto che cercava un terzo, non ha fatto la parte del principe azzurro.

 

Potevo anche essere d'accordo sul fatto che le interazioni tra uomini siano ovviamente diverse da quelle con le donne, però poi l'articolo è caduto sul "e quindi la società etero ci giudica per questo" e ho capito quanto l'intero scritto fosse una cazzata.

 

Nessun omosessuale deve farsi accettare dalla società etero e tantomeno deve timorarsi dal dare fastidio ai benpensanti etero.

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Fammi capire.

Ci sono degli studi che affermano che i gay

più attenti alla linea e frequentatori delle palestre

sono anche più disponibili al sesso senza complicazioni sentimentali?

Questa è una tua deduzione. Gli studi dicono che gli uomini gay sono una delle fasce di popolazione con il più alto grado di sessualizzazione (un fenomeno che è scientificamente osservato come nocivo per l'individuo). È stato altresì notato che《Objectification theory was intended to be applicable to women and how they feel; however, since gay men and straight women have parallel body issues, it is possible to apply this theory to gay men. [...] This can be applied to gay men and how their detailed attention to physical feutares will forecast positive treatment by potential partners》(da Being Attractive is all that matters: Objectification Theory and gay Men, p. 3). Ci tengo a precisare che negli studi da me linkati potrebbero parlare derenamente di "potential partners" per la vita, sei tu che, come il tipo che ha scritto l'articolo che ho postato, pensa che si tratti di partner occasionali ;) È interessante notare come molti gay diano connotazioni morali a studi che ne sono privi.
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Credo di non capire molto il succo della questione, più che altro perché il topic opener palesa una situazione relazionale schizofrenica senza nemmeno accorgersene.

 

Sei in coppia aperta, questo implica che aprioristicamente reifichi il terzo con cui vai ogni tanto per poterlo tenere a distanza e fare finta che il legame affettivo con il tuo fidanzato sia esclusivo.

 

Quindi posti un articolo che espone una posizione critica sulla reificazione sessuale delle persone, che tu sei obbligato a praticare per motivi strutturali.

 

 

Poi ti procuri appuntamenti, ma se sei in coppia aperta teoricamente non puoi uscire con altre persone per instaurare legami affettivi, puoi solo farci sesso.

 

Nel frattempo ti scandalizzi se ti contatta un tizio su facebook dicendo che è fidanzato. Tu teoricamente lo sei.

 

Guardati un secondo allo specchio: che razza di problemi hai?

 

Secondo me sei tu l'esatta esemplificazione di uno fra i più stupefacenti fenomeni umanoidi che si vedono nella comunità frocia ma anche in quella etero: la doppia morale, nel senso che IO faccio quel cazzo che mi pare ma GLI ALTRI devono comportarsi secondo logiche precostituite astrattamente che aderiscano alla mia esigenza momentanea.

 

E' la logica del "solo io faccio il birbante ehehe" mentre gli altri ossignur come osano.

 

Sei tu che reifichi il resto del mondo perché la tua stessa vita appare totalmente egoriferita: cosicché non sei circondato da altre persone, ma solo da oggetti, e quando qualcuno di questi oggetti non è esattamente al suo posto sulla scrivania, la cosa ti sorprende ed infastidisce. Perché forse ti fa venire in mente qualcosa su di te... che però non focalizzi molto bene a quanto pare.

 

E in definitiva il minimo che ti può capitare sarà proprio l'essere reificato a tua volta.

 

Le regole del gioco le si accettano tutte, in blocco, sia quelle pro, sia quelle contro.

Ciao Sampei, forse è colpa mia che non sono stato chiaro nel dirlo ma l'articolo che hai letto (da me postato) NON l'ho scritto io e su molti punti non lo condivido :)

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Purtroppo allora non ho capito

né cosa si intende con "sessualizzazione"

né ciò che si intende con "oggettificazione".

 

Potresti spiegarlo in modo semplice?

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Sono termini che in effetti possono avere significati ed impieghi

diversi, psicologici, filosofici, sociologici etc

 

Faccio però notare che laddove in una accezione psicologica io potrei

ritenere di reificare nel mio corpo una certa idea di maschilità, tutto ciò

ha poco a che vedere con la mia sessualità, cioè la mia eventuale promiscuità

 

Il tema della promiscuità sessuale avrà a che vedere semmai con la regolazione

sociale della vita sessuale ed affettiva degli individui, aspetto più che altro studiato

dalla sociologia ( in particolare l'amore romantico come progetto di vita necessario

all'individuo moderno, che unifica sesso e amore subordinando però il sesso al

sentimento, in una sorta di unità mistica fra maschio e femmina )

 

Il problema dell'omosessualità però è che nel XIX secolo quando si inventa

l'amore romantico si inventa anche l'omosessuale nella forma della teoria

del terzo sesso ( non che prima gli omosessuali non vi fossero ) e quindi semmai a

presidio del predominio maschile sul femminile

 

Ma gli omosessuali, ragionevolmente, erano promiscui prima e lo sono stati dopo

e certamente non erano pensati come dei palestrati muscolosi, ma semmai come

tendenzialmente dei non-maschi

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