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il gay pride ci divide?


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Ah ok, ho finalmente capito cosa intendete da anni per queer. Allora non è la mia battaglia e non me frega nulla. Mi sommo alle obiezioni di @uncanny visto che le motivazioni di compatibilità col movimento gay sono incoerenti.

 

@salamandro i tuoi discorsi sembrano quelli di un adolescente punk, hip-hop o hard-rock. L'uomo con gonna e barba ci può anche stare, il punto incoerente è che vuol fare solo scalpore o che questo look non viene adottato nella vita di tutti i giorni. Se fosse così importante per la loro identità utilizerebbero questi look ogni giorno e invece alla fine vengono utilizzati sono in occasioni sporadiche per fare le dive. La stessa Conchita Wurst si è giocata questa carta per ricevere attenzione e vincere un contest canoro con una canzone e delle qualità canore abbastanza discutibili.

Infine, credo ci sia una mancanza di rispetto non indifferente verso le persone trans. Perché loro passano per processi abbastanza duri per diventare il più possibile donne e non è un giochetto adolescenziale contro il sistema, si tratta di una VERA necessità naturale.

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non è la mia battaglia e non me frega nulla. Mi sommo alle obiezioni di @uncanny

 

Romanticone ma tu ti rendi conto che sei esattamente questo que viene descritto qui? --->

 

Quello che capiterà qui in Italia - capita già da anni e andrà aggravandosi - saranno le continue migrazioni di gay verso Paesi più friendly, dove le battaglie sono già avvenute e dove non è più necessario "scuotere le tette" per avere attenzione. Così io potrò lamentarmi delle drag queen in italia e andare al Pride coi passeggini in Islanda facendo finta di credere che siano stati i passeggini a rendere possibili le drag invece che viceversa.

Togli Islanda e metti Spagna e sei tu.

 

Ilromantico è l'esempio di questo, cioè un omosessuale italiano bigotto che è fuggito in Spagna per godersi il riconoscimento giuridico però è talmente bloccato nella mentalità #Devofarbellafiguraconmammina che, non pago, ogni tanto logga su un sito italiano in diretta da Madrid per parlare male delle drag queen e dei ragazzi in costume. Dopo che si è sfogato e si sente a posto con la sua coscienza torna a godersi il tiepido conforto dei diritti civili iberici ottenuti da altri culetti al suo posto. Niente di male nel cercare una vita migliore: ma almeno cerca di capire che il senso di amaro che hai è più legato al fatto che non hai voluto (o potuto?) ribellarti a tuo tempo contro quella pericolosa mentalità e hai preferito impostare la tua accettazione e il tuo vissuto personale e sociale attraverso la ricerca dell'approvazione dell'omofobo medio: è la stessa approvazione che bramano gli omosessuali non ancora emigrati ma taaaaanto per bene come Uncanny e altri.

 

Ma le lotte politiche non si fanno con la ricerca di approvazione. Sono i viscidi che cercano l'approvazione, sono quelli che vivono nell'ombra di loro stessi perché sono essi stessi i primi a disprezzarsi, e guarda caso puntualmente falliscono, perché danno a priori il potere di decidere alla gente dalla quale si aspettano disperatamente la tanto agognata approvazione, senza accorgersi che è esattamente questo il meccanismo che li tiene in catene. Le lotte politiche si fanno col casino e con lo scandalo, con il dimostrare che me ne fotto di te, di certo non attribuendoti il potere di decidere se io sono "ok" oppure no.

Edited by Sampei

Comunque se proprio vogliamo metterla sul piano del

folclore, a parte il pride - io ahimè c'ero al primo pride

islandese - ciò che caratterizza l'Islanda è la 4 giorni, che

si tiene a Settembre

 

Bears on Ice:

http://www.bearsonice.org/

Ma questo la dice lunga sul tuo metro di valutazione, valuti la situazione di un paese

in cui i gay sono condannati a morte sulla base di due interviste

 

Posso capire al limite in un paese in cui l'omosessualità non sia punita con la condanna

a morte, cioè non esista una persecuzione legale da parte dello stato

Dove esattamente avrei detto che in Iran gli omosessuali se la passano meglio degli eterosessuali?

Ho detto "Ho letto testimonianze di gay che vivono in Iran in cui dicono che, paradossalmente, è più facile vivere come gay invece che come etero là, ma è un discorso che sarebbe OT" e questo riguarda il parere che questi due o tre omosessuali avevano.

Sarebbe stato assai più prevedibile che tutti gli omosessuali vivessero peggio e invece per alcuni (più che altro quelli che vivono in città) non è così, ma non ho mai detto che questo valesse per tutti.

Anzi, io non mi sono espresso in merito, visto che ho semplicemente riportato il parere di altri.

 

PS in Islanda sono talmente "seri" che hanno musealizzato il fallo

Se fatto in modo e rigoroso non vedo perché non dovrebbe essere una cosa "seria".

 

PPS Siam l'unico paese del mondo in cui - dopo aver interpretato la Teoria Queer al contario

ora si vedono sempre più interventi di utenti, che rivelano come la teoria del gender, abbia fatto

breccia e venga presa sul "serio" dai gay stessi.

Mi limito a segnalarti quest'articolo, trovato guarda caso su una pagina Facebook queer: http://www.dinamopress.it/news/dalla-parte-dellideologia-gender

 

ripeto: sto spacciatore deve avere degli allucinogeni fantastici, visto che ti portano in questo meraviglioso mondo parallelo!!!

Sì ok, ci sono i repressi e blablabla.

Ma:

1- L'omosessualità (a cui poi si ricollegano un sacco di altri argomenti come le unioni civili, etc...) è molto presente nel dibattito pubblico.

2- Gran parte degli omosessuali non si nasconde più, e i giovani molto meno di quelli più avanti negli anni.

3- La situazione odierna è imparagonabile a quella degli anni '80 e '90.

 

è la stessa approvazione che bramano gli omosessuali non ancora emigrati ma taaaaanto per bene come Uncanny e altri.

Io bramo la normalizzazione nella società, cosa a cui penso bramino tutti (o quasi) gli omosessuali, e cosa per cui utopicamente non dovrebbe esistere il coming out.

L'omosessualità brandita come arma ideologica per sovvertire ruoli, convenzioni e schemi va esattamente nella direzione opposta, e quindi non è una cosa che mi piace e condivido.

Se questo mi rende automaticamente perbenista, represso, cattolicizzato, sessuofobico, etc... va bene, me ne farò una ragione.

Non c'è bisogno che tu lo ripeta in ogni post a mo' di sterile provocazione: la cosa è stata compresa e quindi puoi dedicare il tuo tempo a qualcosa di più costruttivo.

Edited by Uncanny
Saramandasama

La comunità bear in Islanda sarà composta da 3 , 4 soggetti?.. E una decina di utlendingar ( stranieri)che andranno all` evento in occassione del tristissimo bearonice. Non credo si possa parlare di evento degno di nota. Nel 2015 il gay pride invece è considerato la seconda festa nazionale, ed è sponsorizzato da cani e porci. Il maiale è proprio il simbolo del discount più famoso che hanno. Detto questo, la vita gay è pessima da quelle parti.

Ma povera Islanda!

Ci sono più gay nel mio quartiere...

ci credo che la loro vita sociale ha dei limiti.

La situazione italiana va confrontata con Spagna, Francia, Gran Bretagna e Germania

non col Principato di Monaco, l'Islanda o il Brasile.

 

Basta davvero un briciolo di umiltà e riconoscere che - sui diritti civili -

abbiamo veramente tanto da imparare dai Paesi vicini:

soprattutto sul significato del Pride e sui valori che lo ispirano.

1- L'omosessualità (a cui poi si ricollegano un sacco di altri argomenti come le unioni civili, etc...) è molto presente nel dibattito pubblico.

2- Gran parte degli omosessuali non si nasconde più, e i giovani molto meno di quelli più avanti negli anni.

3- La situazione odierna è imparagonabile a quella degli anni '80 e '90..

punti 1 & 2: :rotfl:  :rotfl:  :rotfl:  :rotfl:  :rotfl:  :rotfl:  :rotfl:  :rotfl:  :rotfl:

punto 3: non ti sfiora proprio il sospetto che se la situazione oggi è "imparagonabile" a quella di 20 o 30 anni fa è proprio PER le lotte che hanno fatto e stanno facendo ste 4 sgallettate smutandate che tanto schifi???? :feminist:  :feminist:  :feminist:  :feminist:

 

La vita gay è pessima da quelle parti.

epperò, stante il fatto che trattasi del "paese dei ghiacci", magari in questo aiuta più il clima che l'ostitlità delle genti autoctone..

"Ho letto testimonianze di gay che vivono in Iran in cui dicono che, paradossalmente, è più facile vivere come gay invece che come etero là, ma è un discorso che sarebbe OT" e questo riguarda il parere che questi due o tre omosessuali avevano

 

Non solo lo hai scritto una volta, ma ora lo riscrivi una seconda volta

sostenendo solo di non sapere perchè lo hai scritto entrambe le volte

ma solo così...tanto perchè è OT, ma qualcuno in Iran, lo dice e tu lo

hai letto

 

Che è un po' come il report di @Salamandro sul fatto che gli Islandesi

sono pochi...cioè ok, lo sospettavamo, c'era bisogno di dirlo?

 

Ovviamente dovrò valutare la vita sociale laggiù, paragonandola a

quella che c'è a Pistoia e allora uno deve dire....poveri Pistoiesi, magari

avessero la vita sociale di Reykjavick

 

Cioè se non avete niente da dire, non ditelo - scrivere non è un obbligo

lo si dovrebbe fare -quando e se- si ha qualcosa da dire di significativo

altrimenti si può fare tranquillamente a meno sia dell'Iran, che dell'Islanda

che non aggiungono niente alla discussione

 

 

ottenuti da altri culetti al suo posto
 

Questa leggenda è dura a morire per voi gay dalle vedute corte. Ne sai davvero convinto?Che ti devo dire, rimani con la visione storpiata e sempliciotta della realtà. 

 

 

 

l cercare una vita migliore: ma almeno cerca di capire che il senso di amaro che hai è più legato al fatto che non hai voluto (o potuto?) ribellarti a tuo tempo contro quella pericolosa mentalità e hai preferito impostare la tua accettazione e il tuo vissuto personale e sociale attraverso la ricerca dell'approvazione dell'omofobo medio

Io continuo a non capire che necessità ci sia di difendersi con argomenti tanto strampalati. Davvero provo imbarazzo per te perché la realtà è BEN più semplice. Sti ragionamenti contorti GIURO che nemmeno una volta nella vita mi sono passati in mente.

Io vivo al 100% per quello che SONO, non accetto condizionamenti etero, ma non li accetto nemmeno dalla comunità gay. Cos'è che ti fa DAVVERO così tanta rabbia? Se avessi voluto fare il queer o conformarmi a certi usi e costumi old-style gay avrei potuto farlo benissimo e mi avrebbe pure facilitato in certe situazioni, ma io NON sono così e NON mi faccio influenzare da nessuno. La rivelazione di un orientamento non deve obbligare a un cambio di personalità e/o di vita. Ecco perché mio caro non sono proprio fuggito da un fico secco, i miei amici storici sono rimasti, la mia famiglia pure e l'unico cambio che hanno visto in questi anni è stato il passare dalle ragazze ai ragazzi(e viceversa in certi periodi). Immaginati che persona priva di personalità sarei risultato se solo per stare con un ragazzo avessi cominciato a mettermi "parrucconi o scheccare"(un esempio esagerato, per intenderci). E per il fatto della Spagna, è il minimo sindacabile per vivere con una coppia gay (e a prescindere amo la Spagna). Nella vita bisogna essere realisti ed intelligenti

 

 

 

'omosessualità brandita come arma ideologica per sovvertire ruoli, convenzioni e schemi va esattamente nella direzione opposta, e quindi non è una cosa che mi piace e condivido. Se questo mi rende automaticamente perbenista, represso, cattolicizzato, sessuofobico, etc... va bene, me ne farò una ragione. Non c'è bisogno che tu lo ripeta in ogni post a mo' di sterile provocazione: la cosa è stata compresa e quindi puoi dedicare il tuo tempo a qualcosa di più costruttivo.
 

 

Clap clap clap!:)

Saramandasama

No, la vita gay di Reykjavík è inesistente. Magari abitassero a Pistoia. Con un treno veloce arriverebbero in qualche centro più grande del proprio paese. ( I treni non esistono lì)Invece di comprarsi un low cost per Londra.

Il dato che volevo sottolineare, era che malgrado l' esiguità della comunità glbt, al gay pride partecipi quasi la metà della popolazione. Diventando il gay pride il secondo evento importante di portata nazionale. Il bearonice è rilevante solo per una ristrettissima nicchia.

 

Detto questo l' islandese medio ha un livello di libertà dalle sovrastrutture di omofobia interiorizzata e eterosessismo che il gay italiano medio se tutto va bene avrà tra 40 anni. Ad una coppia di gay monogamici, amante del freddo e delle aurore boreali, consigliere di trasferirsi là. Però poi non sarebbero inquinanti con la loro mentalità da gay italiano medio? Già vanno a infestare i paesi limitrofi. Qualche baluardo incontaminato è giusto che resista.

non ti sfiora proprio il sospetto che se la situazione oggi è "imparagonabile" a quella di 20 o 30 anni fa è proprio PER le lotte che hanno fatto e stanno facendo ste 4 sgallettate smutandate che tanto schifi????

No, anche perché qui si sta facendo girare tutto intorno al pride come se fosse la causa di tutti i beni o di tutti i mali, quando invece esistono molti altri elementi e fattori che determinano la progressiva accettazione (o più raramente l'aumento dell'intolleranza) dell'omosessualità.

E non è sicuramente con culi&tette che oggi fai uscire allo scoperto i repressi.

Spiegami altrimenti perché e come dovrebbe accadere.

 

Non solo lo hai scritto una volta,

ma ora lo riscrivi una seconda volta sostenendo solo di non sapere perchè lo hai scritto entrambe le volte

ma solo così...tanto perchè è OT, ma qualcuno in Iran, lo dice e tu lo

hai letto

Cercaci pure tutti i significati nascosti che vuoi e che ritieni essere presenti, non mi interessa.

La mia voleva essere semplicemente l'aggiunta di una curiosità OT in riferimento all'Iran che infatti, in quanto OT, né ho spiegato né ho voglia di stare a spiegare.

Situazione comunque diversa da quella che è la narrazione dell'occidente.

In confronto per un omosessuale è molto peggio vivere in Arabia Saudita, ma questo per qualche misterioso motivo non lo si fa mai notare. :^)

Ma, ripeto, se vuoi cercarci altri significati, prego.

Edited by Uncanny

No, la vita gay di Reykjavík è inesistente. Magari abitassero a Pistoia. Con un treno veloce arriverebbero in qualche centro più grande del proprio paese. ( I treni non esistono lì)Invece di comprarsi un low cost per Londra.

Il dato che volevo sottolineare, era che malgrado l' esiguità della comunità glbt, al gay pride partecipi quasi la metà della popolazione. Diventando il gay pride il secondo evento importante di portata nazionale. Il bearonice è rilevante solo per una ristrettissima nicchia.

 

Detto questo l' islandese medio ha un livello di libertà dalle sovrastrutture di omofobia interiorizzata e eterosessismo che il gay italiano medio se tutto va bene avrà tra 40 anni. Ad una coppia di gay monogamici, amante del freddo e delle aurore boreali, consigliere di trasferirsi là. Però poi non sarebbero inquinanti con la loro mentalità da gay italiano medio? Già vanno a infestare i paesi limitrofi. Qualche baluardo incontaminato è giusto che resista.

Quindi anche Pall Oskar, figura storica e di spicco della comunità lgbt islandese, che dice che è un po' strano pretendere rispetto se si va in giro senza pantaloni, è vittima dell'eterosessismo e dell'omofobia interiorizzata?

 

 

Spiegami altrimenti perché e come dovrebbe accadere.

 

Per la mia esperienza personale e credo anche per larga parte della mia generazione

il momento di rottura tra il prima e il dopo è stato il Pride di Roma del 2000.

E lo dico nonostante fossi stato presidente del circolo che sarà poi l'Arcigay di Padova nel '98 e nel '99

e quindi non fossi stato catapultato nell'argomento in occasione del rilievo mediatico.

 

A fare la differenza non furono "tette e culi" naturalmente,

ma la possibilità di camminare alla luce del sole per la prima volta.

Una sensazione di tale gioia e benessere - dopo anni di furtività -

che non poteva in nessun modo essere offuscata dalle polemiche sui boa di struzzo.

 

Da un lato avevamo tutte le Destre e la Chiesa Cattoli di Giovanni Paolo II al suo Giubileo

e dall'altro c'eravamo noi: fino al giorno prima piccoli e ignorati e da quel momento protagonisti.

Una rivoluzione copernicana anche per la grande visibilità che ottenemmo presso le nostre famiglie,

a scuola, nei posti di lavoro, nelle parrocchie e in ogni altra comunità.

Saramandasama

Figura di spicco o meno, rappresenta sé stesso, e non stiamo parlando poi di un professore di antropologia della Háskoli Íslands, ma di cantante che fa le cover della Swift. E poi, ho parlato di islandese medio. Anche in Italia, cosa che in questo forum è difficile da trovare - sembrerebbe- ci saranno gay migliori. Sicuramente anche di peggiori. Poi non c' è bisogno di nessuna figura di spicco. Se ci sono leggi che proibiscano la nudità, Islanda o Italia, vanno rispettate.

Il rispetto, qualsiasi persona lo merita a prescindere. Se si compiono atti osceni in luogo pubblico, e ciò infrange le leggi, è giusto che si venga sanzionati. Ciò non toglie che ha molto di interiorizzato il credere che il rispetto alla comunità glbt debba essere subordinato alla propria condotta morale. Ma una persona rinchiusa nella propria visione solipsistica infarcita di stereotipi italioti, come farà dai suoi limiti? Espatriando? Non si direbbe..

omosessualità brandita come arma ideologica per sovvertire ruoli

 

Questo era praticamente il sottotitolo di una (ennesima) conferenza di Adinolfi e Costanza Miriano che s'è tenuta quache giorno fa

Edited by Sampei
IlSuonatoreJones

Premesso che, in general terms, non mi trovo propriamente d'accordo con Uncanny, trovo alcune sue posizioni "interessanti" da analizzare.

Per esempio, lui rivendica l'inutilità dell'eccentricità che contraddistingue il pride, specie in relazione ai diritti che il popolo LGBT chiede. Ecco, etichetta questi diritti - sposarsi o avere dei figli - come "borghesi", e pertanto sostiene che essi debbano essere chiesti in modo convenzionale, serio, e via dicendo. E' un punto di vista che ho sentito spesso, e a dire il vero è abbastanza persuasivo. Nondimeno, non mi rispecchio più di tanto in queste opinioni "moderatiste".

Anzitutto, mettersi in giacca e cravatta non porterebbe all'ottenimento di detti diritti, né tantomeno sarebbe motore di cambiamento. E' inutile ostentare strategicamente una sobrietà che, di fatto, non ci rappresenta: essa sarebbe solo atta a compiacere gli etero dalla cosiddetta "falsa apertura".

Ma il focus, il quid, il punto, quel cazzo che vi pare, è che non c'è contraddizione alcuna tra ostentare l'orgoglio LGBT e pretendere tutele civili.

A me piace vederla così: l'obiettivo della manifestazione è far sì che non ci si scandalizzi più per nessuna espressione individuale, lasciare che la gretta convenzionalità muoia di fronte alla bellezza della diversità, della vario, dell'eterogeneo. Questo quindi esula dalla "semplice" fetta di popolazione LGBT, e secondo me è bellissimo.  

Io ho sfilato diverse volte, per un fatto di diritti di chi non danneggia gli altri. E non credo che i gay lo facciano per il solo fatto di usufruire del loro stesso sesso :)

 

Per il resto non vedo né unione né senso di comunità: ognuno sfila per i c***i suoi e poco se ne frega della massa, lotta per sé stesso. Almeno, questo vedo io. Poi ci sono i gruppi organizzati, ma sono politici, non sinceri e spontanei. Quelli che adoro sono i genitori dell'Agedo. Ogni santa volta mi commuovo :)

 

Qui a Milano l'ultimo Pride era molto serio, senza carri (a parte quello Arcigay) ed era veramente dignitoso e normalissimo. Di gente ignuda ce n'era poca, e questo mi ha fatto piacere perché bisognerebbe andare a domandare quei diritti di base che non riguardano né i partiti né la politica, ma la logica. Non che gli ignudi mi diano fastidio, ma diciamo che confondono la logica di una massa che va a manifestare con una grande discoteca o cruising all'aperto. Sono semplicemente poco logici o semplici esibizionisti. Però sono fighi, in generale, se non non si metterebbero così :D

Premesso che, in general terms, non mi trovo propriamente d'accordo con Uncanny, trovo alcune sue posizioni "interessanti" da analizzare.

Per esempio, lui rivendica l'inutilità dell'eccentricità che contraddistingue il pride, specie in relazione ai diritti che il popolo LGBT chiede. Ecco, etichetta questi diritti - sposarsi o avere dei figli - come "borghesi", e pertanto sostiene che essi debbano essere chiesti in modo convenzionale, serio, e via dicendo. E' un punto di vista che ho sentito spesso, e a dire il vero è abbastanza persuasivo. Nondimeno, non mi rispecchio più di tanto in queste opinioni "moderatiste".

Anzitutto, mettersi in giacca e cravatta non porterebbe all'ottenimento di detti diritti, né tantomeno sarebbe motore di cambiamento. E' inutile ostentare strategicamente una sobrietà che, di fatto, non ci rappresenta: essa sarebbe solo atta a compiacere gli etero dalla cosiddetta "falsa apertura".

Ma il focus, il quid, il punto, quel cazzo che vi pare, è che non c'è contraddizione alcuna tra ostentare l'orgoglio LGBT e pretendere tutele civili.

A me piace vederla così: l'obiettivo della manifestazione è far sì che non ci si scandalizzi più per nessuna espressione individuale, lasciare che la gretta convenzionalità muoia di fronte alla bellezza della diversità, della vario, dell'eterogeneo. Questo quindi esula dalla "semplice" fetta di popolazione LGBT, e secondo me è bellissimo.

Aspetta aspetta, mi metti in bocca cosa non dette.

Non ho mai detto che i pride andrebbero fatti in giacca e cravatta, anzi, ad esempio, come già detto, non ho problemi con le drag queen.

Trovo eccessivi certi atteggiamenti legati all'ostentazione della nudità, al simulare atti sessuali su un carro, etc...

Perché qui si parla tanto di libertà, ma io nell'incularella su un carro vedo solo esibizionismo e narcisismo.

Per usare parole un po' più dotte riprendo Recalcati di cui ho già messo l'articolo qualche post fa:

"L’esibizione di un corpo bizzarro e ostentatamente provocatorio non corre forse il rischio di ridurre la liberazione sessuale ad un semplice rovesciamento speculare del vecchio paradigma clerico-fallico-fascista della normalità? La norma prescrittiva non è più quella ascetico-repressiva ma diventa quella narcisistico-esibizionista."

In un uomo che fa la drag queen di mestiere invece non vedo nessun esibizionismo o narcisismo, anzi, mi piacciono molto.

Riguardo il diritto al matrimonio, sì, è l'istituto borghese per eccellenza.

Al contrario una forma di tutela giuridica alternativa come può esserlo un Pacs, un patto di convivenza, un partenariato, un'unione civile, etc... non lo sarebbe.

Se ad essere rivendicati fossero questi invece del matrimonio non vedrei nessuna incoerenza.

"Per nessuna espressione individuale, lasciare che la gretta convenzionalità muoia di fronte alla bellezza della diversità, della vario, dell'eterogeneo."

Ok, ma quanta espressione individuale c'è nell'inchiappettarsi su un carro (scusa se riprendo sempre lo stesso esempio, ma è per farmi capire)? In cosa verrebbe espressa la propria individualità?

L'individualità si ridurrebbe quindi a ciò? Non è che magari ai due tizi andava semplicemente di fare gli esibizionisti per un giorno all'anno? Ma come questo dovrebbe rappresentare la loro individualità?

Espressione di individualità la posso vedere in una drag queen, un uomo che fa dell'arte del travestimento il suo mestiere, non in altri atteggiamenti come quello poco fa descritto.

Edited by Uncanny

 

 

Con un treno veloce arriverebbero in qualche centro più grande del proprio paese. ( I treni non esistono lì)Invece di comprarsi un low cost per Londra.

 

Allora precisiamo anche che l'Islanda è una isola abitata da meno persone

di Firenze che ha una capitale grande come Pistoia, altrimenti qualcuno potrebbe

pensare che da Reikjavick si possa andare in treno a Berlino...e rimorchiare ad un

mega party di 3000 persone

 

E precisiamo anche che l'Iran non è l'unico paese islamico in cui vige la pena di

morte, altrimenti qualcuno potrebbe pensare esiste una "narrazione occidentale"

dell'ILGA volta a favorire gli esportatori di petrolio dell'Arabia saudita...

 

Utilità di queste affermazioni? Zero

 

Se vi piacciono gli Islandesi perchè pensate siano per-benino, o non vi piacciono

perchè pensate siano "noiosi" non conta niente. Ciò che conta è che in un paese

così piccolo dove il giudizio sociale è estremamente ravvicinato si fa il pride da 20

anni e in 20 anni c'è stato il primo premier lesbica dichiarato al mondo, si sono ottenuti i diritti

ed esiste una vita sociale gay, anche se in piccolo come impone la geografia del paese

 

Chi ritiene che l'Italia sia un paese provinciale, dovrebbe ammettere che se si

è riusciti in Islanda, si dovrebbe riuscire pure in Italia basterebbe avere l'orgoglio

che hanno avuto i gay islandesi, i quali non potendo scappare dalla provincia

hanno dimostrato di poterla TRASFORMARE ( a differenza di coloro che in Italia

sono gay del week end o di grindr )

 

Quanto al fatto che i gay ostenterebbero le loro nudità in modo narcisistico sui

carri, aspetto che in realtà è quasi inesistente avendo deciso i gay italiani di fare

15 piccoli pride. Molti dei quali in città in cui neanche esistono più dei locali gay capaci di

sponsorizzare dei carri al pride e dove oramai non esiste più una vita sociale gay,

perchè i gay italiani hanno fatto tana in Grindr...il problema è che i carri sono spesso

finanziati da associazioni LGBT, che cercano di dare l'illusione o la speranza di una

vita sociale gay visibile ( finchè ci riusciranno perchè sono tutte in gravissimi problemi

finanziari )

 

Il problema è certamente grave, ma è il problema inverso a quello che qui lamentate

 

Il problema sono i gay osceni su grindr, nel loro privato, che ritengono di poter fare

a meno di una vita pubblica gay, cosa che oggi è tecnicamente possibile

qui si sta facendo girare tutto intorno al pride come se fosse la causa di tutti i beni o di tutti i mali, quando invece esistono molti altri elementi e fattori che determinano la progressiva accettazione (o più raramente l'aumento dell'intolleranza) dell'omosessualità.

E non è sicuramente con culi&tette che oggi fai uscire allo scoperto i repressi.

Spiegami altrimenti perché e come dovrebbe accadere.

"si sta facendo girare tutto intorno al pride" o "STAI facendo girare"????

Chè onestà intellettuale [ammesso che ti sia noto il concetto; dettaglio tutto da dimostrare...] vorrebbe che ti rendessi conto che ne stai (s)parlando TU da qualche decina di post, senza schiodarti da lì!

 

Sul come far uscire i repressi dall'armadio, dovrei ripetere le parole di Almy; ergo, faccio prima a quotartele!

Per la mia esperienza personale e credo anche per larga parte della mia generazione

il momento di rottura tra il prima e il dopo è stato il Pride di Roma del 2000.

 

A fare la differenza non furono "tette e culi" naturalmente,

ma la possibilità di camminare alla luce del sole per la prima volta.

Una sensazione di tale gioia e benessere - dopo anni di furtività -

che non poteva in nessun modo essere offuscata dalle polemiche sui boa di struzzo.

 

Da un lato avevamo tutte le Destre e la Chiesa Cattoli di Giovanni Paolo II al suo Giubileo

e dall'altro c'eravamo noi: fino al giorno prima piccoli e ignorati e da quel momento protagonisti.

Una rivoluzione copernicana anche per la grande visibilità che ottenemmo presso le nostre famiglie,

a scuola, nei posti di lavoro, nelle parrocchie e in ogni altra comunità.

 

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PS:

Quelli che adoro sono i genitori dell'Agedo. Ogni santa volta mi commuovo :)

sempre siano venerati!!!!

 

Il problema sono i gay osceni su grindr, nel loro privato, che ritengono di poter fare

a meno di una vita pubblica gay, cosa che oggi è tecnicamente possibile

ti stra-lovvo!

IlSuonatoreJones

Aspetta aspetta, mi metti in bocca cosa non dette.

Non ho mai detto che i pride andrebbero fatti in giacca e cravatta, anzi, ad esempio, come già detto, non ho problemi con le drag queen.

Trovo eccessivi certi atteggiamenti legati all'ostentazione della nudità, al simulare atti sessuali su un carro, etc...

Perché qui si parla tanto di libertà, ma io nell'incularella su un carro vedo solo esibizionismo e narcisismo.

Per usare parole un po' più dotte riprendo Recalcati di cui ho già messo l'articolo qualche post fa:

"L’esibizione di un corpo bizzarro e ostentatamente provocatorio non corre forse il rischio di ridurre la liberazione sessuale ad un semplice rovesciamento speculare del vecchio paradigma clerico-fallico-fascista della normalità? La norma prescrittiva non è più quella ascetico-repressiva ma diventa quella narcisistico-esibizionista."

In un uomo che fa la drag queen di mestiere invece non vedo nessun esibizionismo o narcisismo, anzi, mi piacciono molto.

Riguardo il diritto al matrimonio, sì, è l'istituto borghese per eccellenza.

Al contrario una forma di tutela giuridica alternativa come può esserlo un Pacs, un patto di convivenza, un partenariato, un'unione civile, etc... non lo sarebbe.

Se ad essere rivendicati fossero questi invece del matrimonio non vedrei nessuna incoerenza.

"Per nessuna espressione individuale, lasciare che la gretta convenzionalità muoia di fronte alla bellezza della diversità, della vario, dell'eterogeneo."

Ok, ma quanta espressione individuale c'è nell'inchiappettarsi su un carro (scusa se riprendo sempre lo stesso esempio, ma è per farmi capire)? In cosa verrebbe espressa la propria individualità?

L'individualità si ridurrebbe quindi a ciò? Non è che magari ai due tizi andava semplicemente di fare gli esibizionisti per un giorno all'anno? Ma come questo dovrebbe rappresentare la loro individualità?

Espressione di individualità la posso vedere in una drag queen, un uomo che fa dell'arte del travestimento il suo mestiere, non in altri atteggiamenti come quello poco fa descritto.

 

Aspetta aspetta, mi metti in bocca cosa non dette.

Non ho mai detto che i pride andrebbero fatti in giacca e cravatta, anzi, ad esempio, come già detto, non ho problemi con le drag queen.

Trovo eccessivi certi atteggiamenti legati all'ostentazione della nudità, al simulare atti sessuali su un carro, etc...

Perché qui si parla tanto di libertà, ma io nell'incularella su un carro vedo solo esibizionismo e narcisismo.

Per usare parole un po' più dotte riprendo Recalcati di cui ho già messo l'articolo qualche post fa:

"L’esibizione di un corpo bizzarro e ostentatamente provocatorio non corre forse il rischio di ridurre la liberazione sessuale ad un semplice rovesciamento speculare del vecchio paradigma clerico-fallico-fascista della normalità? La norma prescrittiva non è più quella ascetico-repressiva ma diventa quella narcisistico-esibizionista."

In un uomo che fa la drag queen di mestiere invece non vedo nessun esibizionismo o narcisismo, anzi, mi piacciono molto.

Riguardo il diritto al matrimonio, sì, è l'istituto borghese per eccellenza.

Al contrario una forma di tutela giuridica alternativa come può esserlo un Pacs, un patto di convivenza, un partenariato, un'unione civile, etc... non lo sarebbe.

Se ad essere rivendicati fossero questi invece del matrimonio non vedrei nessuna incoerenza.

"Per nessuna espressione individuale, lasciare che la gretta convenzionalità muoia di fronte alla bellezza della diversità, della vario, dell'eterogeneo."

Ok, ma quanta espressione individuale c'è nell'inchiappettarsi su un carro (scusa se riprendo sempre lo stesso esempio, ma è per farmi capire)? In cosa verrebbe espressa la propria individualità?

L'individualità si ridurrebbe quindi a ciò? Non è che magari ai due tizi andava semplicemente di fare gli esibizionisti per un giorno all'anno? Ma come questo dovrebbe rappresentare la loro individualità?

Espressione di individualità la posso vedere in una drag queen, un uomo che fa dell'arte del travestimento il suo mestiere, non in altri atteggiamenti come quello poco fa descritto.

Se ho frainteso parte del tuo punto di vista, chiedo venia umilmente. 

A ogni modo, esibirsi in simili atteggiamenti provocatori (come l'esempio che continui a citare) anzitutto non può riassumere in sè e per sè la manifestazione. Piuttosto, rappresenta parte della stessa, una parte che personalmente non approvo, né condanno, proprio perché frutto di scelta individuale (narcisitica? può darsi, ma fottesega) che non nuoce a terzi.

In secondo luogo, penso che un obiettivo primario del pride sia proprio sradicare il concetto di famiglia dalla sua attinenza borghese, ossia combattere il concetto di "famiglia tradizionale": essa di fatto non esiste, è una invenzione borghese-ottocentesca, un pretesto ideologico-politico per negarci pari possibilità.

Ergo, non vedo come il gay pride possa essere definito contraddittorio. 

Che due palle infinite. Vorrei poter trasmettere efficacemente quanto stufano queste discussioni. Tanto i diritti gay avanzano a colpi di sentenza, l'associazionismo é irrilevate e i gay anti pride continueranno a vivere male anche quando i diritti ci saranno. Saluti.

@ilsuonatorejones

Non condivido le tue posizioni, ma almeno utilizzi dei toni normali.

 

@uncanny ha già spiegato perfettamente le contraddizioni della propaganda queer. Ho ripensato alle ragioni che possono portare un gay a estremizzare le posizioni anti-convenzionali e anti-sistema e credo che il termine sia abbastanza pesante, ma per sincerità lo dirò: il disagio. Disagio sociale, disperazione, solitudine, egocentrismo, rancore e sentimenti simili possono portare una persona ad avere dei sentimenti così paranoici sulla società. La famiglia tradizionale non c'è alcun bisogno di distruggerla, si può semplicemente fare in modo di ampliare ed evolvere il concetto.

 

Che poi possiamo pure discuterne all'infinito, ma la pura realtà dei fatti dimostra che siamo passati dalle rivendicazioni delle drag di stonewall alla richiesta o tutela dell'istituto "borghese"(ma che c'è di borghese in tutelare la coppia?) per eccellenza:il matrimonio.

I gay 20anni fa erano "costretti" a trombarsi tra di loro e frequentare veri e propri tuguri per socializzare e conoscersi tra simili. Oggigiorno per fortuna possono anche fare come gli etero e conoscersi piano piano.

 

Qua si parla tanto e parte della comunità insiste ancora con concetti antiquati, ma la verità è che i convenzionalismi piacciono a tutti come dimostrano i fatti.

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