mariko Posted December 9, 2015 Share Posted December 9, 2015 Armato di pazienza e senza colpi nel tamburo che carica in gola, aspetto che sorga il tramonto. Ci vuole il silenziatore per codeste parole sorde, che fanno rumore e dolore da sole. Ho scritto sull'iride solo il tuo nome, perchè da quel momento ha perso ogni avo, negata ogni discendenza. Mi hanno detto che un giorno questo dolore mi sarebbe stato utile; certo, come la spada che si rafforza tra il martello e l'incudine. Ma cosa può rafforzarsi tra questo fardello e la mia solitudine, se non l'inquietudine? Non basta che i tuoi figli torcano il viso al tuo sguardo, auguro a chi ti ha dato vita di sigillare le gambe, soffocherai nel tuo sangue, resterai dove nessuno ti possa nemmeno desiderare, o immaginare. Voi impuniti, poggiate i piedi sul terreno, quando dovreste tendere da un albero, cosicchè il veleno che avete in corpo non tocchi terra, spinti dal vento verso sud. Geni del male, eretti a eroi, come Einstein, uno degli inventori della bomba nucleare, fedifrago e violento, verso le donne che diceva di amare. Abbiamo sbagliato tutto. Hitler doveva essere tenuto in vita, come prova vivente, come esempio, identikit. Con la sua morte abbiamo disconosciuto il voltò della viltà umana, i tratti somatici dell'orrore archeologico. Non li riconosciamo più. In fondo Adolf sterminò un popolo non suo, una cultura che non gli apparteneva, non erano suoi i figli, i padri e le madri ridotte in cenere nei forni crematori, tunnel scavati nell'animo umano, nascondigli dell'abominio sapiens sapiens. Ma per Obama non vi è neanche una comprensione cognitiva. Il sangue del suo popolo è sulle sue belle scarpe, sul suo smoking stirato perfettamente, ora i campi di sterminio sono campi da golf, si gioca su cenere ancora calda. Eppure lui è ancora vivo. Obama è un leopardo macchiato di rosso, maculato dai resti dei morti. La natura di ciò che muore è quella di affievolirsi, sbiadirsi, sfocare con il tempo, e infine essere dimenticata. Nonostante questo, qualcuno ricorda,. Esso vive infiammato, arde nelle interiora. Vi è una bomba ad orologeria nelle mie viscere. Sorreggo il fronte sul mio capo, ultimo avamposto della mia umanità, trincea di una guerra in cui vi sono solo sommersi. I salvati sono morti tutti. Affilo le unghie sulla lavagna, perchè siano artigli nel domani. Non vi è più musica alcuna dentro di me, solo un incessante stridio senza fine. È un boato, un ordigno esploso dall'eco brutale, arido. Come radiazioni di Chernobill, distorcono il tempo. Non vi è più passato, presente o futuro, ma un continuo scarto nucleare. Una vibrazione permanente. La melodia mi è stata portata via. Accarezzo la mano, come cane dall'arma che sono, lanciafiamme umano.che la destra non sappia cosa fa la sinistra, una mano lava l'altra e tutte due si cancellano la faccia. che entrambe non sappiano cosa faranno alla caduta della prossima alba. Guarda in cosa mi hai trasformato. Cosa mi hai reso, togliendomi tutto. Kamikaze senza Dio nè bandiera, pieno di odio come tritolo, pronto a farmi saltare in aria con te, con voi. Che già indossate il mio viso, mi tenete sul bavero assieme alle altre medaglie. Un manicomio di encomi. Su questa superficie metallica e asettica, dove l'erba graffia le caviglie ad ogni passo e le carezze feriscono più di uno schiaffo, tu hai ancora un domani, ed è imperdonabile questo. Per te c'è una stella che illumina, per me vi è solo una luna piena di rancore, che risplende di luce non sua, una luna che dubita e rimugina. Parli di un nuovo mondo, non vedi ciò che si può percepire unicamente con le ossa, lame che vivono tra la carne. Perchè per te ci sarà soltanto un eclissi terrestre. Larsen Iceberg Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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