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Laicità: riflessioni eretiche


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Queste laicità snaturate: 3 riletture per un tradimento

http://www.ilgrandecolibri.com/2015/12/tradimento-principi-laici.html

 

Prevedo già urla di sdegno di chi penserà che ho postato un articolo contro la laicità, mentre è decisamente a favore... basta leggere bene, essere autocritici e non avere preconcetti!

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https://www.gay-forum.it/topic/31952-laicit%C3%A0-riflessioni-eretiche/
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Come spesso accade, è efficace fintantoché denuncia gli errori

veri o presunti degli altri ( gli occidentali di destra e di sinistra )

ma è estremamente debole nel momento in cui dovrebbe formulare

una proposta, che -se c'è- io non ho capito

 

E si chiudono le orecchie di fronte alle richieste di aiuto dei laici dei paesi del mondo che non hanno avuto la fortuna - si pensa, ma non si dice - di avere la sacrosanta laicità nel proprio DNA culturale e di non raggiungere le vette etiche del tanto esecrato Occidente. Questo tipo di ragionamento anticolonialista non suona vagamente... colonialista?

 

Questa parte critica, rivolta alla Sinistra potrebbe suscitare un dibattito, ma è pur

vero che il superamento dell'ottica colonialista presupporrebbe anche la responsabilità

di quei popoli che quando votano, non mi sembrano premiare molto i partiti laici

 

I rapporti fra stati, sono regolati dai rapporti fra i governi degli stati

 

Se in Palestina vince Hamas in Egitto la Fratellanza Islamica ed in Turchia Erdogan

gli stati si devono regolare di conseguenza e - ammesso e non concesso - che esista

ancora una internazionale socialista ( cosa avrebbe fatto per i Greci che non ha fatto

per i Palestinesi ? ) o qualcosa del genere, dovrebbe cambiare politica e punire i popoli

libanese e palestinese per aver scelto di non avere interlocutori laico-progressisti

 

 

Queste laicità snaturate: 3 riletture per un tradimento

 

Il problema è che il concetto ed il nome stesso di laico (che viene dal greco laòs che significa popolo, moltitudine) e quindi di laicità ha origine e signifcato in ambito europeo (occidentale), essendosi formato nello stesso tempo ad opera della Chiesa (romana) e per contrasto a questa.

Quindi fuori di quest'ambito culturale è un concetto che non ha molto senso o comunque non è di percezione comune, se non come ricezione passiva d'un pensiero straniero.

Spesso poi si fa anche confusione tra laicità e a-religiosità, mentre si dovrebbe aver ben chiaro che si può essere laici senza essere a-religiosi e viceversa essere a-religiosi senza essere laici (usando ad esempio la religione come instrumentum regni).  

 

D'altronde uno Stato perfettamente laico ed anche uno perfettamente a-religioso è un'astrazione per la ragione addotta per il cattolicesimo dal tizio citato nell'articolo:

<<secondo Bertrand Dutheil de La Rochère, consigliere per la laicità di Le Pen, il cattolicesimo non è religione di stato, ma le istituzioni pubbliche dovrebbero comportarsi come se lo fosse perché "la nazione francese è impregnata di cattolicesimo nei suoi paesaggi come in tutte le fibre della sua cultura">>.

Insomma, se il materiale umano è e sarà quello ereditato da millenni di storia umana (e non potrebbe essere altrimenti), si ha un bel proclamare separazioni ed astinenze, ma non si potrà mai costruire uno Stato indifferente alla religione o addirittura senza religione.

Come spesso accade, è efficace fintantoché denuncia gli errori

veri o presunti degli altri ( gli occidentali di destra e di sinistra )

ma è estremamente debole nel momento in cui dovrebbe formulare

una proposta, che -se c'è- io non ho capito

 

E si chiudono le orecchie di fronte alle richieste di aiuto dei laici dei paesi del mondo che non hanno avuto la fortuna - si pensa, ma non si dice - di avere la sacrosanta laicità nel proprio DNA culturale e di non raggiungere le vette etiche del tanto esecrato Occidente. Questo tipo di ragionamento anticolonialista non suona vagamente... colonialista?

 

Questa parte critica, rivolta alla Sinistra potrebbe suscitare un dibattito, ma è pur

vero che il superamento dell'ottica colonialista presupporrebbe anche la responsabilità

di quei popoli che quando votano, non mi sembrano premiare molto i partiti laici

 

I rapporti fra stati, sono regolati dai rapporti fra i governi degli stati

 

Se in Palestina vince Hamas in Egitto la Fratellanza Islamica ed in Turchia Erdogan

gli stati si devono regolare di conseguenza e - ammesso e non concesso - che esista

ancora una internazionale socialista ( cosa avrebbe fatto per i Greci che non ha fatto

per i Palestinesi ? ) o qualcosa del genere, dovrebbe cambiare politica e punire i popoli

libanese e palestinese per aver scelto di non avere interlocutori laico-progressisti

 

Mi sembra che avete idee molto simili.

Sulla Palestina, non credo che ci sia molta scelta quando non c'è uno stato, sarebbe interessante vedere in uno stato palestinese reale come si strutturerebbe il panorama politico.

 

 

"ad opera della Chiesa (romana)" - Mi sembra che abbia subito la laicità e non che abbia contribuito a crearla

 

Non solo la Chiesa ha contribuito a creare il concetto ed il nome di laicità, ma anzi li ha creati essa per prima:

la distinzione tra una classe (clerici)  divinamente investita dell'ufficio magistrale e dottrinale  ed esclusiva dispensatrice di sacramenti salvifici (Ecclesia mater et magistra) da una parte ed una classe (laici) solo ricettiva del magistero, della dottrina e dei sacramenti dall'altra è eminentemente opera della Chiesa cristiana nella declinazione cattolica (che peraltro fino a Lutero era la declinazione quasi esclusiva della cristianità).

Nel XII - XIII secolo l'elaborazione teorica costruì addirittura una supremazia etica della classe dei clerici rispetto a quella dei laici con conseguente affermazione e rivendicazione di privilegi ed esenzioni temporali:

vedi la bolla "Clericis laicos" del 1296 emessa da Bonifacio VIII che già nelle sue parole iniziali la dice lunga sul contenuto "Clericis laicos infestos oppido tradit antiquitas".

Ovviamente poi da parte dei bistrattati laici, specialmente di quelli investiti di potestà temporali, ci fu una reazione a contrasto e quindi l'esaltazione della laicità e dei suoi diritti:

contro Bonifacio VIII si levò Filippo IV di Francia, il quale era infatti stato la causa occasionale della sfuriata antilaica del papa contenuta nella bolla suddetta.

 

 

Sulla Palestina, non credo che ci sia molta scelta quando non c'è uno stato

 

Questo è esattamente un atteggiamento - lecito o no - che esclude il rilievo

della laicità "fintantoché"

 

Quindi io decido a prescindere dalla questione laicità ed appoggio la causa

palestinese anche se governano i fondamentalisti

 

Si può fare, ma inevitabilmente scarico i laici palestinesi

Non solo la Chiesa ha contribuito a creare il concetto ed il nome di laicità, ma anzi li ha creati essa per prima:

la distinzione tra una classe (clerici)  divinamente investita dell'ufficio magistrale e dottrinale  ed esclusiva dispensatrice di sacramenti salvifici (Ecclesia mater et magistra) da una parte ed una classe (laici) solo ricettiva del magistero, della dottrina e dei sacramenti dall'altra è eminentemente opera della Chiesa cristiana nella declinazione cattolica (che peraltro fino a Lutero era la declinazione quasi esclusiva della cristianità).

Nel XII - XIII secolo l'elaborazione teorica costruì addirittura una supremazia etica della classe dei clerici rispetto a quella dei laici con conseguente affermazione e rivendicazione di privilegi ed esenzioni temporali:

vedi la bolla "Clericis laicos" del 1296 emessa da Bonifacio VIII che già nelle sue parole iniziali la dice lunga sul contenuto "Clericis laicos infestos oppido tradit antiquitas".

Ovviamente poi da parte dei bistrattati laici, specialmente di quelli investiti di potestà temporali, ci fu una reazione a contrasto e quindi l'esaltazione della laicità e dei suoi diritti:

contro Bonifacio VIII si levò Filippo IV di Francia, il quale era infatti stato la causa occasionale della sfuriata antilaica del papa contenuta nella bolla suddetta.

 

Sì, ma il laicato in questo senso e la laicità di cui parliamo hanno poco da spartire, se non linguisticamente

Questo è esattamente un atteggiamento - lecito o no - che esclude il rilievo

della laicità "fintantoché"

 

Quindi io decido a prescindere dalla questione laicità ed appoggio la causa

palestinese anche se governano i fondamentalisti

 

Si può fare, ma inevitabilmente scarico i laici palestinesi

 

I laici palestinesi sono stati scaricati prima e poi i fondamentalisti sono arrivati al potere. Mi chiedo, in ogni caso, se sia possibile avere istituzioni laiche quando le istituzioni non ci sono o vengono demolite, e proprio l'esempio palestinese mi sembra che porti a farci rispondere: no.

 

 

Sì, ma il laicato in questo senso e la laicità di cui parliamo hanno poco da spartire, se non linguisticamente

 

Non si trattava di laicato, ma di laicità:

vedi la definizione in Treccani, Enciclopedia:

 

laicismo Concezione volta ad affermare e valorizzare l'indipendenza della società civile e politica da ogni forma di condizionamento o ingerenza da parte della Chiesa, sviluppatasi a partire dal 19° secolo. Si differenzia da laicità (che allude alla distinzione tra Stato e Chiesa) per la presenza di una componente anticlericale e per la tendenza a considerare la religione un fatto esclusivamente privato, che non deve in alcun modo influire sulle decisioni pubbliche. Spesso il l. si è tradotto nella difesa di determinate istituzioni (la scuola statale) o di alcune scelte legislative (riguardanti in particolare i problemi etici) a fronte delle posizioni sostenute dalla Chiesa, nelle quali è stata ravvisata un'indebita ingerenza.

 

La cosa ha un significato laddove c'era e c'è una religione con una "testa" esterna e soprattutto estera rispetto allo Stato, condizione che è storicamente riferibile solo alla Chiesa cattolica.

Certamente poi sia laicismo sia laicità possono essere per estensione riferiti al rapporto tra Stato e qualsiasi religione, ma in questo caso sarebbe meglio parlare di Stato a-religioso.

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