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Elezioni presidenziali negli USA del 2016


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Le elezioni presidenziali negli USA dell'8 novembre 2016 eleggeranno il 45° Presidente degli Stati Uniti, successore al democratico Barack Obama, in carica da otto anni e per questo ineleggibile avendo raggiunto il limite di due mandati previsto dal XXII emendamento della Costituzione statunitense.

Il Presidente è investito del potere esecutivo a livello federale, è capo delle forze armate, ha facoltà di convocare il Congresso di Washington, nominare consiglieri, accordare la grazia, sospendere pene per reati puniti a livello federale, ricevere ministri ed ambasciatori.

 

Il sistema elettorale americano è singolare: il Presidente non è eletto direttamente dai cittadini ma dal Collegio elettorale composto da 538 "grandi elettori", eletti tramite suffragio diretto. Ogni Stato federato elegge un numero di delegati pari ai rappresentanti dello Stato stesso al Congresso, ripartizione che tiene conto della consistenza della popolazione e quindi soggetta a revisione periodica. 

 

Come previsto dalla Costituzione è eleggibile alla carica presidenziale ogni cittadino degli Stati Uniti per nascita, residente negli Stati Uniti per almeno quattordici anni e con un'età pari o superiore ai 35 anni. I partiti politici maggiori nominano i propri candidati avvalendosi di elezioni primarie che si tengono tra febbraio e giugno, tenute in tutti gli Stati. Per ora i principali candidati del Partito Democratico sono:

 

Hillary Rodham Clinton, first lady durante la presidenza del marito Bill Clinton (1993-2001) e Segretaria di Stato durante il primo mandato Obama, è per molti la favorita anche per popolarità e influenza mediatica.

 

Bernie Sanders, più vicino ai movimenti populisti, gode della fama di socialdemocratico e sostenitore del modello "nordico".

 

Martin O'Malley, già governatore del Maryland, è un grande oppositore alla pena di morte e ha presentato la sua abolizione come uno dei suoi massimi obiettivi politici.

 

 

Questi invece alcuni tra i candidati più in vista del Partito Repubblicano:

 

Jeb Bush, già governatore della Florida, fratello di George W. Bush (2001-2009) e figlio di George H. W. Bush (1989-1993), cattolico, filo-israeliano e conservatore in perfetto stile di famiglia.

 

Ted Cruz, senatore texano molto conservatore di origini cubane e italiane, è tra i candidati più vicini al Tea Party (movimento libertario conservatore e populista di destra).

 

Marco Rubio, l'uomo su cui si punta per ottenere il voto delle minoranze etniche, il cui peso crescente rischia di mettere in difficoltà la destra tradizionale.

 

Ben Carson, conservatore afroamericano ottimo per un rinnovamento dell'immagine repubblicana.

 

Mike Huckabee, pastore battista già candidatosi alle presidenziali del 2008, ha suggerito la condanna a morte per gli autori di Wikileaks e rappresenta il tipico leader della destra cristiana conservatrice americana.

 

Rick Santorum, già candidato alle primarie del 2012, è uno dei più fervidi conservatori nel suo partito in campo sociale, fiscale e bioetico essendo poi antiabortista e conosciuto per le posizioni espresse sull'omosessualità, l'eutanasia, la sicurezza sociale e il creazionismo.

 

Donald Trump, imprenditore, politico e personaggio televisivo populista, contrario a qualunque innalzamento della pressione tributaria, contrario al controllo delle armi, contrario ad aiuti internazionali, contrario all'Obamacare, favorevole a considerare la Cina come un nemico degli USA.

 

 

Altri partiti politici americani sono il Partito Socialista, il Partito Verde, il Partito Libertario, il Partito Proibizionista e il minuscolo e debole Partito Comunista.

Edited by Rotwang
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Il presidente propone al senato anche i giudici della corte suprema americana che ha un ruolo importante in america e sono eletti a vita.

 

Per come la vedo io il prossimo presidente sara' la clinton, donna che aspira al potere come molti candidati a diventare presidente.

 

Obama passera' alla storia come primo presidente nero e la clinton come primo presidente donna.

Edited by marco7
  • 2 weeks later...

Il presidente propone al senato anche i giudici della corte suprema americana che ha un ruolo importante in america e sono eletti a vita.

 

Per come la vedo io il prossimo presidente sara' la clinton, donna che aspira al potere come molti candidati a diventare presidente.

 

Obama passera' alla storia come primo presidente nero e la clinton come primo presidente donna.

 

 

Io spero vivamente che sarà la Clinton, mi è sempre piaciuta moltissimo anche più di Obama.

Temo però che il prossimo presidente sarà Jeb Bush, la Clinton è oramai troppo vecchia sia di età sia politicamente (è sulla scena dal 1992 non può incarnare una novita'), inoltre i democratici sono alla casa bianca da 8 anni, credo che molti americani di centro gradiranno un ricambio.

 

Spero con tutto il cuore di sbagliarmi.

  • 1 month later...

Corriere della Sera

 

«Cancellerò ogni singolo paragrafo della riforma sanitaria di Obama, distruggerò l'Isis, guiderò la resurrezione spirituale di questo Paese. Ci riuscì Reagan, ce la faremo di nuovo». La gente — almeno 500 persone, padri e madri della destra religiosa dell’Iowa arrivati nell'auditorium di Ames tenendo i bambini per mano e i neonati in braccio — applaude entusiasta. Ma l’applauso diventa ovazione quando Ted Cruz,  un campione dell'integralismo che sembrava destinato a un ruolo di secondo piano e che invece è diventato protagonista nella campagna elettorale, promette meno Stato, aliquote contenute e una «flat tax» uguale per tutti: «La dichiarazione dei redditi la farete su una cartolina». Visto che la gente lo incita, il senatore ultraconservatore texano si esibisce in una di quelle sparate che, per quanto inverosimili, l’hanno reso popolarissimo fino a portarlo in testa ai sondaggi in Iowa (una «pole position» persa però nelle ultime ore per la reazione furibonda di Donald Trump: l’ultimo sondaggio di Des Moines Register, registra il milionario intesta con il 28% delle preferenze contro il 23% per cento a Cruz): «Così possiamo chiudere l’Irs» gigioneggia Cruz citando l’amministrazione che gestisce il Fisco Usa. «E coi suoi novemila dipendenti, sapete cosa ci facciamo? Li mettiamo tutti in fila alla frontiera col Messico. Ve l’immaginate la faccia di quei clandestini che hanno camminato per centinaia di chilometri per venire illegalmente da noi? Finalmente arrivano e si trovano davanti un funzionario del Fisco. Che possono fare? Scappano via e tornano indietro urlando!».

 

La gente ride e applaude. Nessuno sembra trovare fuori luogo il sarcasmo sulla sofferenza dei diseredati. Nessuno considera grottesca la sortita di quello che è sicuramente il personaggio più inquietante della campagna elettorale Usa. Ben più di Trump che si muove in politica come nel mondo degli affari, che straparla ma per alzare gli ascolti, non per fanatismo o convinzioni ideologiche che non ha. Cruz, invece, è davvero un crociato. Uno che per combattere le cellule dell'Isis con i «bombardamenti a tappeto» che cita con tanta disinvoltura, rischierebbe di trascinare l'America e il mondo nel temutissimo scontro di civiltà della profezia apocalittica di Huntington, qualora dovesse arrivare alla Casa Bianca.  Ipotesi che nessuno prendeva nemmeno in considerazione fino a qualche tempo fa, visto che questo personaggio aveva un consenso limitatissimo nel suo partito: detestato da quasi tutti gli altri senatori repubblicani per le sue posizioni estreme e lo stile istrionico.

 

Ma Ted, oratore abile e politico non sprovveduto, ha trovato il modo di trasformare, nell’era del trionfo dell’antipolitica, il suo isolamento nel partito conservatore in un elemento di forza anziché di debolezza. E ora tuona contro le élite di Washington, contro la vecchia politica, senza temere le obiezioni di chi ricorda che anche lui, laureato in due delle università più elitarie d’America, Princeton e Harvard, fa parte di quel ceto. E che Ted conobbe la moglie Heidi, banchiere di Goldman Sachs, un cardine dell’establishment americano, quando i due lavoravano per George Bush.

 

Acqua passata per l’ancor giovane Cruz (45 anni) che negli ultimi anni si è reinventato leader di un’insurrezione politica sotto le bandiere dell’intransigenza. Una scelta che lui giustifica con la necessità di non accettare compromessi sulla difesa dei principi di libertà (religiosa, di parola, di armarsi e altro ancora) sanciti dalla Costituzione, ma che gli è servita che per trascinare nel 2013 il suo partito in un disastroso scontro con Obama sul bilancio sfociato in una paralisi delle attività del governo che fece infuriare l’81% dell’opinione pubblica americana. Da allora Cruz è considerato radioattivo nel suo partito. Quanto e forse più di Trump che, se vincesse, porterebbe le sue vedute e i suoi interessi imprenditoriali nel governo, ma difficilmente si appassionerebbe alla trasformazione ideologica del «Grand Old Party». Se non la spunterà in Iowa, Cruz potrebbe anche scivolare di nuovo nelle retrovie, ma il calendario gli è favorevole: i primi Stati nei quali si vota — dopo l’Iowa e il New Hampshire, il South Carolina e poi il «super martedì» nel quale andrà alle urne gran parte della cosiddetta «Bible Belt», le terre della Bibbia — sono quelli in cui è più forte la presenza dei conservatori religiosi. Partendo bene in Iowa, Cruz potrebbe diventare il vero antagonista di Trump.

Edited by Rotwang

Secondo me tra i repubblicani "Donald Trump" è un vero leader, uno che non ti rigira troppo la frittata, mediamente liberale, grande imprenditore, la sua attività politica è senza ipocrisia, non lo giustifico però penso sarà colui che vincerà le elezioni primarie.

Trump e' un maiale omofobo che insulta anche le donne.

 

E' politicamente scorretto.

 

Ha 70 anni e l'altro candidato che sfida la clinton ha 75 anni. Un presidente se buono dovrebbe durare 8 anni e questi due chi assicura che tra sei anni non abbiano demenza senile ?

Cruz ha vinto per il voto dei cristiani evangelici che sono decisamente conservatori.

Trump non convince nei temi cari alla base conservatrice del GOP quali l'aborto, il matrimonio, il secondo emendamento, etc...

 

Comunque penso che voterei Sanders, anche se qualche dubbio ce l'ho.

La Clinton non incarna la novità, anzi, sarebbe in continuità con il mandato di Obama e quindi non penso riserverebbe chissà quali sorprese.

È associata negativamente all'establishment, concetto molto sentito negli USA specialmente fra i giovani.

Sanders è un socialista e per gli USA è una vera novità.

È l'outsider che denuncia l'élite riccona a favore del popolo vessato.

È inoltre molto apprezzato fra i giovani.

In Iowa il 91% degli under 30 e il 64% di quelli fra i 30 e i 44 anni ha votato per lui, stando a quello che dicono gli "Entrance Poll"(i sondaggi effettuati all'ingresso degli elettori nei Caucus).

Non mi convince però fino in fondo il suo progetto politico che per certi versi appare troppo radicale e utopistico: in un dibattito ad esempio aveva detto che voleva per gli USA un sistema sanitario come quello danese, ma è una proposta non realistica e a tratti populista.

Altro punto a suo sfavore è la sua contrarietà a mettere limiti sul possesso di armi da fuoco.

Edited by Uncanny

Purtroppo, e' un dramma. Come spesso, si finisce col votare il memo peggio. Votero' la Hillary, il Bernie non ha I piedi per terra per niente.

Sento spesso la domanda retorica" chi cazzo vota Trump?", ma purtroppo conosco troppa gente Che lo votera'. E' come Salvini in Italia.

  • 2 weeks later...

Intanto nel bel mezzo della campagna per le primarie è morto il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia.

http://www.repubblica.it/esteri/2016/02/13/news/morto_antonin_scalia_corte_suprema_usa-133385010/?ref=HREC1-3

http://www.corriere.it/esteri/16_febbraio_13/antonin-scalia-ritratto-reagan-obama-tea-party-b6fe9c5e-d2d1-11e5-9686-4d5eb24afcff.shtml

 

Questo evento è piuttosto interessante perchè apre la possibilità per i democratici di ottenere la maggioranza all'interno della Corte Suprema.

 

I giudici della Corte Suprema sono 9 ed emettono sentenze a maggioranza, fino ad oggi i giudici di nomina repubblicana erano 5 (1 nominato da Bush padre, 2 da Bush figlio e 2 da Ronald Reagan) e 4 di nomina democratica (2 nominati da Bill Clinton e 2 da Obama).

Antonin Scalia era un giudice conservatore di nomina repubblicana (nominato da Ronald Reagan).

 

I giudici della Corte Suprema sono nominati a vita quindi la loro sostituzione si verifica solo quando uno di loro si dimette o muore.

 

Ora si apre un'opportunità per i democratici visto che la nomina spetta al presidente cioè ad Obama, allo stesso tempo però la nomina dev'essere ratificata da un voto in Senato (dove i repubblicani hanno però la maggioranza), quindi Obama deve riuscire a proporre un candidato che strappi anche qualche voto di consenso nell'area repubblicana.

 

Obama ha 10 mesi di tempo prima che il suo mandato finisca.

 

La Corte Suprema è un organo di fondamentale importanza, è uno dei 3 pilastri degli Stati Uniti assieme al Presidente e al Parlamento, una Corte Suprema a maggioranza democratica potrebbe dare una svolta in senso progressista agli Stati Uniti.

Edited by Sbuffo

Purtroppo non ho il passaporto americano, ma comunque voterei Sanders. 

 

Nonna papera non è diversa da Donald Duck Trump (con cui andavano a nozze nel mandato Clinton), quello che farebbe lo ha già dimostrato: menzogne e becera real politik per puro arrivismo personale. 

 

La morte di quello sporco conservatore di Scalia è provvidenziale, ora bisogna vedere se Obama riuscirà a costringere il senato a mutuargli un giudice democratico, è dura ma sarebbe un successo che lo consacrerebbe almeno nei prossimi venti anni alla storia degli Stati Uniti e si sa che per un presidente a fine mandato è questo l'obiettivo principale ... 

Sanders e trump per me sono troppo vecchi. Un buon presidente deve poter governare per otto anni se rieletto e tra otto anni chi lo sa se uno dei due ha demenza senile.

 

Se trump e sanders venissero entrambi nominati dai rispettivi partiti sarebbe uno scontro tra la sinistra esterma americana e la destra estrema americana. Un presidente che non potrebbe rappresentate tutta l'america.

Credo che il repubblicano che vince la carolina del sud di solito finisce che ha la nomina dei repubblicani per la presidenza.

 

Se cosi' fosse per me la faccenda diventa:

1. scontro trump - clinton. Vince clinton.

2. scontro trump - sander. Vince trump.

 

L'incognita ora e' se la nomina democratica la vince sander in rimonta o clinton in vantaggio ma in perdita.

 

In pratica i democratici determinano chi sara' presidente con la scelta interna che faranno.

Si mette male per il parrucca se si scopre che l'accusa lanciata da Rubio di aver impiegato immigrati clandestini nelle sue aziende è vera, fa la campagna elettorale da pasdaran anti-immigrazione e poi esce fuori questo...

 

https://www.lastampa.it/2016/02/26/esteri/rubio-accusa-trump-assumevi-clandestini-g4uU2eaoKy9XiREw9cZdfI/pagina.html

 

nel mentre stanno anche uscendo parecchi dubbi sulle disponibilità economiche di Trump, dato che quanto paga al fisco sembra troppo basso in rapporto alle sue proprietà.

Forse potrebbe essere anche il candidato che vince, è un po'

presto per dirlo ma se la Cinton stenta a convincere contro Sanders

vuol dire che proprio agli Americani lei sta sulle scatole

 

Un po' mi dispiace praticamente ha sacrificato tutta la vita alle sue

ambizioni politiche, ma credo sia proprio questo elemento che in realtà

le viene rimproverato

Ma poverina si e' data da fare per diventare presidente e ora non e' popolare. C'e' proprio da spiacersi accidenti. Alla fine forse e' vero che trump risulta piu' simpatico di lei anche se ' uno stronzo e un idiota.

Edited by marco7

La Clinton ha stravinto su Sanders in South Carolina con il 73,5% dei voti (Sanders ne ha presi il 26%).

Sanders non riesce a convincere in particolare gli afroamericani, che parteggiano in stragrande maggioranza per la Clinton.

In South Carolina l'86% degli afroamericani ha votato per la Clinton (contro un misero 14% per Sanders).

E il 61% degli elettori dei democratici che si è recato alle urne era afroamericano, nonostante siano il 28% della popolazione.

I bianchi se ne sono stati a casa in pratica, ma la Clinton ha vinto anche fra loro con il 54% dei voti contro un 46% di Sanders.

 

Ora si aspetta il Super Tuesday, il momento più importante delle primarie, fra tre giorni, quando si voterà in 12 stati e si assegnerà la maggior parte dei delegati elettivi.

La Clinton è data per favorita insieme a Trump.

Molto probabilmente sarà segnata la sconfitta per Sanders ed è ormai prevedibile che lo scontro sarà Clinton vs Trump, e in questo caso si presume vincerebbe la prima.

Edited by Uncanny

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