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Elezioni presidenziali negli USA del 2016


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Il Fatto Quotidiano

 

Rinegoziazione del debito, grandi opere, riforma fiscalee protezionismo. Oltreoceano le chiamano “Trumponomics” sulla scia della definizione utilizzata dal The Economist, che il 28 settembre 2015 – giorno in cui Donald Trump ufficializzò le proprie proposte in materia di politica fiscale – le bollò come “fantasia“. Sono le misure con cui il miliardario newyorkese sta promettendo agli americani la rinascita economica degli Stati Uniti.

 

“Come si può perdere denaro gestendo un casinò?” è stata una delle provocazioni di Hillary Clinton, rivolta a colui che, avendo conquistato il numero necessario di delegati, è il candidato repubblicano in pectore alla presidenza degli Stati Uniti. Ebbene il magnate americano nel corso della sua carriera è ricorso quattro volte al Chapter 11, ovvero la procedura prevista dal Bankruptcy Code statunitense (equivalente alla legge fallimentare), e finalizzata a un piano di riorganizzazione simile al concordato preventivo ma volto alla conservazione dell’attività dell’impresa in crisi. Taj Mahal nel 1991, Trump Castle Associates nel 1992,Trump Hotel & Casino Resorts nel 2004 e Trump Entertainment Resorts nel 2009 sono state le società sottoposte a ristrutturazione dal tycoon, che ha difeso la sua disinvoltura nell’utilizzo delle leggi e ripagando solo in parte i suoi creditori, affermando che “non erano delle persone dolci e gentili, ma dei veri e propri assassini”. Di se stesso, invece ha detto alla Cnbc: “Sono il re del debito, lo amo, ho chiesto prestiti sapendo che sarebbero potuti essere rimborsati a sconto. Sono stato spericolato, e mi è andata bene”.

 

Nonostante il suo amore per il debito, Trump vede con preoccupazione l’ammontare di 19.150 miliardi di dollari che costituisce il debito americano, e teme un rialzo dei tassi: “Se i tassi di interesse salissero dell’1%, sarebbe devastante. Cosa accadrebbe se i tassi salissero di 2, 3, 4 punti? Non avremmo più un Paese”. Ma per Trump la rinegoziazione del debito è tutt’altro che un tabù, e una volta eletto, nel caso in cui l’economia Usa crollasse, si è dichiarato pronto a trovare un accordo con i creditori. La possibilità sta già creando incertezze negli investitori di tutto il globo, dal momento che i titoli del Tesoro americani sono considerati tra gli asset più sicuri e benchmark per la valutazione di altre attività. Tuttavia Trump, che è favorevole a una politica di bassi tassi d’interesse, non ha chiarito in che modo potrebbe rinegoziare il debito americano, che per l’88% scade entro i dieci anni, se i T-bond con scadenza trentennale pagano oggi un interesse del 4,5%. Un valore che, secondo la Trumponomics, costringerebbe Washington al default immediato, probabilmente solo rinviato attraverso la creazione di una massiccia inflazione. “Non puoi andare in default perché stampi denaro”, è stata l’improbabile argomentazione del candidato repubblicano. La riduzione del potere d’acquisto del dollaro avrebbe una profonda ricaduta sulla classe media americana, già fortemente sollecitata e molto critica con la gestione Obama.

 

E così la ricetta di Trump si basa su altri ingredienti: un imponente piano per la costruzione di infrastrutture e grandi opere, una profonda riforma fiscale e protezionismo spinto. “Se facciamo correttamente quello che dobbiamo, possiamo creare il più grande boom economico del nostro Paese da tempi del New Deal”, ha scritto nel suo libro Crippled America. Il progetto viene descritto come un “piano di ricostruzione da un trilione di dollari”, che porterebbe alla creazione di 13 milioni di posti di lavoro. Trump si affida ai calcoli di Moody’s. L’agenzia di rating, come riportato nel libro, afferma che ogni investimento di 1 dollaro in strade e scuole genererà un ritorno di 1,44 dollari nell’economia. “Sarà una politica espansiva, che nel lungo periodo si ripagherà da sola”, scrive Trump.

 

Secondo le posizioni del magnate, questo piano non sarà finanziato da nuove entrate fiscali. Piuttosto, dopo aver più volte cambiato orientamento, Trump promette di eliminare le imposte federali sul reddito per chi guadagna meno di 25.000 dollari (50.000 per le coppie sposate), di portare l’aliquota più alta dal 39,6% al 25% e di tagliare le tasse alle imprese portandole dal 35 al 15%. La riforma ipotizzata inizialmente, secondo il think tank Tax Foundation, avrebbe consegnato 10 trilioni di dollari di deficit in più al Paese nel prossimo decennio, ma nemmeno l’ultima revisione sembra riuscire a coprire le necessità di bilancio.

 

Trump punta forte sul protezionismo, dichiarando guerra alla Cina e alle aziende a stelle e strisce che decidono di delocalizzare: i loro prodotti, se poi venduti in America, subiranno una tassazione del 35%, secondo Trump un disincentivo così forte da costringerle a rimanere sul suolo americano salvaguardando i posti di lavoro dello Zio Sam. Dunque, se i programmi sanitari non verranno ritoccati, e le spese militari potrebbero subire più di qualche incremento, il protezionismo e la solita promessa di ridurre gli sprechi appaiono un po’ poco per trovare la quadratura dei conti della sfaccettata piattaforma programmatica del magnate americano. Ma forse poco importa all’impaurito popolo americano che, secondo un sondaggio di Pew Research, ritiene per il 46% che la vita sia peggiore oggi che negli anni 60, a fronte del solo 34% che la giudica migliore. Con i casinò si può perdere, ma poi anche ripartire e vincere. È sempre il solito sogno americano, oggi è la scommessa del populista Trump.

Edited by Rotwang
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Il Fatto Quotidiano

 

“Votiamo Hillary Clinton per sconfiggere il bullo demagogo Donald Trump“. Il senatore democratico ed ex candidato alle primarie Bernie Sanders è intervenuto dal palco della convention democratica di Filadelfia per il suo endorsement all’ex segretaria di Stato ed è stato sommerso dai fischi dei suoi sostenitori. Wikileaks ha pubblicato quasi 20mila email tra i vertici del partito che mostrano come il senatore sia stato sabotato dai democratici a favore della Clinton. Migliaia di supporter di Sanders hanno sfilato per le strade della città scandendo lo slogan “noi non voteremo per Hillary”.

 

Sanders dal microfono ha difeso la candidata: “La priorità assoluta è sconfiggere Trump eleggendo Hillary Clinton e Tim Kaine. Trump è un pericolo per il futuro del nostro Paese”. Parlando al gruppo di delegati ha spiegato: “La nostra campagna non è solo per l’elezione di un presidente, ma è per un movimento che trasformi il Paese”. I suoi sostenitori lo hanno interrotto più volte gridando “ti amiamo”. Lui ha replicato: “Questo è il mondo reale in cui viviamo”. E poi si è rivolto alla Clinton riguardo alla direzione che deve prendere il partito: “Abbiamo dimostrato che il popolo americano vuole un’agenda più progressista che colpisca la classe dei miliardari”.

 

Il 22 luglio scorso Wikileaks ha pubblicato quasi 20mila email del Comitato nazionale democratico che mostrerebbero come la leadership del partito nelle primarie ha tentato di privilegiare la futura candidata alle presidenziali, Hillary Clinton, a discapito del rivale Sanders. Secondo quanto riportato dal Washington Post un alto funzionario della campagna della candidata ha accusato il governo russo di avere organizzato la diffusione delle conversazioni. La pubblicazione delle comunicazioni è avvenuta giorni fa, ma le conseguenze politiche si sono avvertite con attacchi come quello del candidato repubblicano, Trump. “Le email trapelate mostrano che il Comitato programmava di distruggere Sanders”, ha affermato su Twitter. Le email mettono in evidenza le tensioni tra la ‘vecchia guardia’ del partito democratico e la campagna del senatore democratico. La capa del Comitato nazionale democratico (Dnc), cioè il principale organo di governo del Partito democratico Usa, Debbie Wasserman Schultz, si è dimessa. In una dichiarazione, lei stessa ha detto che il modo migliore per il partito per portare a termine l’obiettivo di far arrivare Clinton alla Casa Bianca è che lei lasci il suo incarico.

Edited by Rotwang

Alla convention democratica hanno fischiato la clinton e sanders perche' la sostiene.

 

Due terzi degli americani ritiene che la clinton sia falsa.

 

Sembra che alle prossime elezioni americane ci sia in lista solo il peggio della politica americana.

Gli altri due maggiori candidati presidenziali sono Gary Johnson del Partito Libertariano e Jill Stein del Partito Verde.

 

I sondaggi assegnano al primo un 10% dei voti, mentre alla seconda un 5%.

 

I libertariani statunitensi difendono il capitalismo più puro e questi sono i concetti chiave del loro pensiero:

  • Applicazione massima del libero mercato, col totale distacco tra Stato ed economia, drastica riduzione del prelievo fiscale, privatizzazione di tutti i servizi sociali e riduzione della regolamentazione statale, anche nel mercato del lavoro.
  • Protezione del diritto di proprietà.
  • Difesa delle libertà civili ed individuali.
  • Supporto al diritto all'autodifesa.
  • Abolizione di tutti i reati legati alla morale (es. prostituzione o traffico di droga)
  • Politica estera non interventista, fondamentalmente per motivi fiscali
  • Abolizione del sistema monetario fiat money e ritorno alla parità aurea o free banking.

 

Jill Stein, invece, è l'altra donna candidata alla presidenza ma con ideali forse più socialisti di quelli di Sanders e ambientalista convinta. Tra i suoi punti principali c'è l'eliminazione del debito studentesco, lotta alla disoccupazione, politiche climatiche sostenibili, sanità pubblica gratuita, percorso d'ottenimento della cittadinanza più semplice, ridurre l'affollamento delle carceri e una politica estera più basata sui diritti umani e le leggi internazionali.

No. La gente lo sta mollando finalmente.

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2016/08/04/usa-2016-crollo-trump-hillary-a-10_c77db0f8-cfa1-416e-a1dc-7194c03d4b4e.html

 

Il problema e' che anche la clinton non e' il massimo della vita ma bisogna accontentarsi.....

Edited by marco7

Corriere della Sera

 

Hillary Clinton vola nei sondaggi dopo le convention dei due partiti, e secondo un rilevamento commissionato da Abc e Washington Post, stacca Donald Trump di 8 punti, con il 50% di elettori registrati che voterebbero per lei, contro il 42% del candidato repubblicano.

 

Ma Donald non cambia strategia

Clinton sta beneficiando di una maggiore unità tra i democratici dopo la convention, e delle polemiche che hanno travolto Trump dopo le sue critiche alla famiglia del soldato musulmano Humayun Khan, ucciso in Iraq nel 2004, che dal palco della convention democratica lo avevano attaccato per le sue affermazioni islamofobiche. Ma non solo. La candidata democratica sa continuando a guadagnare consenso tra le donne e tra i repubblicani. D’altro canto il magnate non sembra cambiare strategia e continua con le provocazioni. L’ultima proprio all’indirizzo dell’ex segretario di Stato: ha detto che la rivale potrebbe essere mentalmente instabile per aver dichiarato di aver avuto «un corto circuito» rispondendo alle domande sull’uso della sua posta elettronica privata quando era segretario di Stato. «La gente del nostro Paese non vuole qualcuno che ha un corto circuito», ha detto nel corso di un comizio elettorale a Windham, nel New Hampshire. «Non come presidente, il vostro presidente». «È una persona totalmente scardinata. È priva di equilibrio. Causerà -se vince, ma io spero di no- la distruzione del nostro Paese. Mel corso del comizio, il candidato repubblicano ha più volte definito la Clinton instabile e incompetente. E ad un certo punto l’ha anche chiamata «Hillary Rotten Clinton», un gioco di parole con il suo cognome da nubile, Rodham, che allude alla sua instabilità.

Molto probabilmente vincera trump le elezioni . Sara un po come la storia dell inghilterra fuori dall euro . La gente in america sembra essere orientata come qui in italia a un totale dissenso verso la politica e la clinton rapresenta la politica del potere .

ANSA

 

Donald Trump va avanti per la sua strada. E non intende cambiare lo stile della sua campagna elettorale, anche se questo - ammette per la prima volta - potrebbe costargli le elezioni: se perdera' si concedera' una lunga vacanza. In difficolta' nei sondaggi e alle prese con la fuga sempre piu' numerosa degli esponenti del suo stesso partito, che chiedono di tagliargli i fondi, Trump pero' non molla.

 

E anzi alza il tiro puntando il dito contro la stampa, soprattutto la Cnn, per non aver capito il suo ''sarcasmo'' quando parlava di Barack Obama fondatore dell'Isis. ''Hanno problemi di audience'' afferma su Twitter in una retromarcia evidente che lo espone a nuove critiche, alimentate anche dalla pubblicazione della dichiarazione dei redditi di Hillary Clinton. Hillary e Bill Clinton hanno guadagnato 10,6 milioni di dollari nel 2015, pagandone 3,6 in tasse federali, con un'aliquota del 34,2%. Con la dichiarazione dei redditi dello scorso anno ''i Clinton le hanno pubblicate tutte dal 1977'' afferma con sicurezza la campagna dell'ex segretario di Stato, mettendo cosi' indirettamente in evidenza la trasparenza di Hillary contro l'opacita' di Trump, che finora non ha reso note le sue dichiarazioni dei redditi.

 

Ma il tycoon va avanti, e si lascia andare anche a una nuova provocazione. ''I cittadini americani accusati di terrorismo dovrebbero essere processati davanti al tribunale militare di Guantanamo'' afferma Trump, ignorando che la legge lo vieta e che l'ipotesi ha gia' incontrato in passato la contrarieta' di buona parte dei repubblicani. Il ritorno sul terrorismo in un'intervista al Miami Herald gli consente di attaccare di nuovo Obama per essere troppo morbido con i terroristi, facilitando anche il rilascio dal super carcere di Guantanamo di ''persone cattive''.

 

L'atteggiamento di Trump gli sta creando un vuoto intorno: nei sondaggi e' in forte calo, con Hillary che si rafforza in tre stati chiave, Colorado, Virginia e North Carolina. E il partito e' sotto pressione per scaricarlo. Dopo la lettera dei 50 esperti repubblicani alla sicurezza che lo definiscono il ''presidente piu' incosciente della storia'', arriva ora la missiva di altri 70 esponenti del partito che chiedono al Republican National Committee di tagliare i fondi alla sua campagna e di destinarli ai candidati in Congresso. ''Le probabilita' di vittoria di Trump stanno evaporando di giorno in giorno. La sua incompetenza e incoscienza rischiano di provocare una vittoria a valanga dei democratici''. Il timore dei repubblicani e' quello di perdere anche la maggioranza in Congresso. Un'ipotesi possibile, come ammesso da Mitch McConnell, l'attuale leader della maggioranza repubblicana in Senato. La campagna di Trump ammette indirettamente le sue difficolta', soprattutto alla luce dei dieci giorni neri del tycoon, e chiede, secondo indiscrezioni, un incontro con gli esponenti del Comitato Nazionale repubblicano. ''Hanno finalmente realizzato di aver bisogno del Republican National Committee'' affermano alcune fonti.

Edited by Rotwang
Onlyhuman1988

Dai sondaggi Hillary pare essere in netto vantaggio rispetto a Trump ma parliamo pur sempre di sondaggi...

 

Io sono assolutamente pro Clinton.

 

Rispetto per i repubblicani ma un personaggio come Trump è solo pericoloso.... e dire che di repubblicani ''tosti'' gli USA ne hanno conosciuti: solo per citarne alcuni, Nixon e Reagan... ma Trump è davvero pericoloso.

Paul Manafort, lobbista filo-russo a capo della campagna di Trump, si è dimesso. Si tratta del secondo cambio ai vertici della campagna elettorale del miliardario newyorkese, infatti precedentemente si era dimesso il commentatore della CNN, Corey Lewandowski.

 

Il nuovo capo della campagna, scelto da Trump, è Steve Bannon, ex direttore di un sito conservatore noto come Breitbart.

E' una notizia non attuale rot quella che dai.

 

http://www.ansa.it/usa_2016/notizie/2016/08/17/trump-nel-caos-rivoluzione-campagna_9ed9b6cb-a511-4d37-8376-00b8c2d54b0f.html

 

Ci metti 5 giorni ad aggiornarci ? Che giornalista sei ?

 

Non lo sono, è una notizia che ridanno i principali siti d'informazione sulle elezioni USA, vale anche oggi e varrà anche domani, tu piuttosto cerca di postare meno sul forum, che asfissi. 

le elezioni americane 2016 potrebbero essere il maggior fattore di instabilità geopolitica dei prossimi anni altro che Isis...

l'establishment si sta schierando massicciamente con Clinton, perfino alcuni falchi repubblicani tipo Wolfowitz... ma questo aumenterà la popolarità di Trump, che è visto come un candidato di rottura, anti-establishment, rinnegato da ampi settori del suo stesso partito

la Clinton è impopolare: Sanders avrebbe facilmente battuto Trump, ma è stato ostacolato in ogni modo dal suo stesso partito (probabilmente anche con mezzi poco ortodossi, come è emerso recentemente) e perfino dagli ebrei americani, pur essendo lui stesso ebreo, perché visto poco combattivo nella difesa di Israele

la Clinton aveva già perso le primarie con Obama 8 anni fa, ed era regola non scritta della politica americana che un candidato perdente non ci riprovasse... ma lei ha voluto riprovarci a tutti i costi, arrivando a queste elezioni ormai fuori tempo massimo, anche come età: una candidatura ampiamente bruciata

ci sono voci fondate che abbia seri problemi di salute a partire dal 2012, tanto da farle lasciare la Segreteria di Stato a inizio 2013: se è così la sua candidatura potrebbe essere solo di facciata, e il potere verrebbe gestito dal clan dei clintoniani

insomma la Clinton sembra fatta apposta per far venire dei mal di pancia all'elettore medio americano e orientare massicciamente il voto su Trump, provocando una sua elezione a sorpresa 

Edited by conrad65
  • 2 weeks later...

Quasi 6 elettori probabili su 10 si oppongono alla costruzione del muro proposto da Trump sul confine tra Stati Uniti e Messico, secondo un nuovo sondaggio.

Il 58% degli intervistati nel nuovo sondaggio CNN/ORC rilasciato non sono favorevoli all'idea del candidato repubblicano.

Il 41% è a favore della barriera, mentre l'1% non ha opinioni.

Secondo i sondaggisti gli americani sono scettici anche sulla possibilità che Trump possa obbligare il Messico a pagare per la costruzione del muro durante la sua possibile presidenza, con il 59% che definisce "per nulla possibile" questa probabilità, ed il 15% che la definisce "poco possibile".

Un quarto degli elettori crede che Trump possa obbligare il Messico a pagare le spese, con il 9% che definisce questa probabilità "molto possibile" ed il 16% "in qualche modo possibile".

La CNN/ORC ha condotto la sua ultima intervista su un campione di 1.001 cittadini adulti americani raggiunti via cellulare o telefono fisso tra il 1 ed il 4 settembre, con un margine di errore del +/- 3%.

Il presidente messicano Enrique Peña Nieto e Trump si sono scambiati ripetutamente accuse dopo un meeting in cui hanno parlato a riguardo della controversa proposta sulla barriera.

Enrique Peña Nieto insiste sul fatto che il Messico non intende pagare nulla per questa struttura, mentre Trump continua a promettere che sarà costruita con i soldi del vicino Stato americano.

Link: http://thehill.com/…/294742-poll-most-reject-trumps-border-…
Link sondaggio originale: http://www.cnn.com/…/2016-election-presidential-…/index.html

Edited by Rotwang

Le elezioni alla fine le vince chi riesce a convincere gli elettori che con lui l'elettore avra' maggiori vantaggi economici.

 

Trump e' per il protezionismo commerciale americano e barriere doganali. E' contro aziende come apple che fanno costruire i loro apparecchi all'estero e per questi motivi ha l'economia americana contro di lui.

Le elezioni alla fine le vince chi riesce a convincere gli elettori che con lui l'elettore avra' maggiori vantaggi economici.

 

Trump e' per il protezionismo commerciale americano e barriere doganali. E' contro aziende come apple che fanno costruire i loro apparecchi all'estero e per questi motivi ha l'economia americana contro di lui.

 

Mah i poteri forti invece attualmente sembrano palesemente schierati a favore di Trump, che dovrà poi ricambiare i favori raccolti durante la campagna elettorale. 

 

Secondo punto abbastanza inquietante il massacro anti-Clinton fatto dai media americani (in gran parte vicini ai Repubblicani) con la vicenda delle mail.

 

Dovessi fare ora un pronostico dico Trump 55%-Clinton 45% felice di essere smentito.

La clinton deve lasciare le commemorazion dell'11 settembre per motivi di salute.

 

Si dice che forse e' svenuta ma da questo video a me sembrano altri problemi.

 

Va da sua figlia per un'ora e poi dice: oggi e' una bellissima giornata.

 

Guardatevi il video. Prima sta in piedi con le spalle storte perche' una persona la tiene poi ha movimenti non coordinati poi la tengono in piedi in 3 persone e poi cade in avanti nell'auto.

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2016/09/11/hillary-barcolla-per-un-malore-un-video-la-immortala_d96d10f3-9a96-4569-8791-5a5798a1df64.html

 

http://www.20min.ch/ausland/news/story/Clinton-verlaesst-9-11-Zeremonie-vorzeitig-13355562

 

Forse ha ragione chi dice che ha parkinston.

 

La parkinston c'e' spesso una demenza associata che viene in seguito. Se diventa presidente per 8 anni ragionera' correttamente in futuro ?

 

Gli usa hanno solo lei e trump come scelta ? Valli a capire.

Edited by marco7

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