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Essere gay ed omofobi allo stesso tempo: si può?


Kador88

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Ciao a tutti,

 

ultimamente sto un po' riflettendo sulla comunità gay: spesso trovo soggetti che rasentano il limite dell'omofobia stessa! Ma non siamo tutti sulla stessa barca? Esempio: in discoteca se c'è un tizio vestito in maniera femminile subito tutti quelli intorno dicono: "Oh mamma mia che passiva!". E giù battute (e a volte anche insulti...). Spesso ho sentito anche la frase: "Eh certo, finchè quello se ne va in giro con la borsetta di Gucci, truccato meglio di Madonna so anche io che gli omofobi ci pestano a sangue e la gente è piena di pregiudizi!". Non riesco a spiegarmi la mancanza di un "fronte comune", non c'è molta solidarietà tra il popolo LGBT secondo me... la domanda è: perché? Perché vogliamo uguali diritti e poi siamo i primi a non essere capaci di trattarci con uguale rispetto?

 

Questi sono solo due esempi che mi sono venuti in mente, se ne conoscete altri ben vengano...

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Anch'io faccio battutine o sorrido per certi, ma non insulto e non manco di rispetto e questa mancanza di comunitarismo da parte di alcuni LGBTI per me è vergognosa e sì, è indice di una certa omofobia interiorizzata.

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Sì lo noto anche io, per esempio ieri ero ad una festa gaya e il tenore delle battute era praticamente fisso sullo stereotipo "effeminato=passivaodiosasfranta" "attivo=omofoboanalfabetainfedele" però credo sia anche un modo diciamo apotropaico per giocare contro questi preconcetti che sono sempre e comunque fortissimi; se ne ha sempre un po' segretamente paura, e quindi ci si scherza su pesantemente e brutalmente quasi per poter familiarizzare il più possibile con lo stereotipo e poterlo privare della sua valenza veramente offensiva, rendendolo una presa in giro goliardica.

 

Non solo, tendenzialmente la battuta sullo stereotipo x era effettuata proprio da colui che più sentiva di avvicinarvisi. Questo era in un certo senso molto bello, perché era un modo per dimostrare a se stessi e agli altri: ehi, io sono immune a questo preconcetto, sono sufficientemente forte e sereno da poter appropriarmente e di poterci scherzare su insieme a tutti.

 

L'autoironia, e forse ancor di più l'autoderisione possono essere uno strumento bellissimo e liberatorio per stare meglio con se stessi e con gli altri. Naturalmente in un clima abbastanza avanzato in cui nessuno prende sul serio nessuno.

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A volte è vero, ma molte volte è solo un controsenso utilizzato da "sfrante" o 'disagiati' per auto-consolarsi. Anche gli etero fanno battutine sull'occhialuto, l'oca giuliva, il grasso, il mingherlino, ecc. Eppure in milleni di storia nessuno ha mai parlato di eterofobia interorizzata. La comunità lgbt non è il villaggio dei Puffi, così come fanno gli etero tra loro anche noi non sopportiamo certi tipi di persone e/o atteggiamenti.

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Non riesco a spiegarmi la mancanza di un "fronte comune", non c'è molta solidarietà tra il popolo LGBT secondo me... la domanda è: perché? Perché vogliamo uguali diritti e poi siamo i primi a non essere capaci di trattarci con uguale rispetto?

Oltre che carino da far impazzire, è pure intelligente  :maninlove:  :maninlove:  :maninlove:

Fosse pure single, 'sto Kador sarebbe il massimo  :music:  :music:  :music:

 

questa mancanza di comunitarismo da parte di alcuni LGBTI per me è vergognosa e sì, è indice di una certa omofobia interiorizzata.

Purtroppo, quoto.

Tutto sommato risentiamo, nel nostro piccolo, delle influenze sociali intorno a noi: riusciamo ad emanciparci dagli stereotipi e dalle dinamiche machiste quando abbiamo di fronte il mondo etero e poi, quando siamo inter pares, andiamo giù di pregiudizi come se non ci fosse un domani.

Forse, non cerchiamo altro che di raffinare quanto di più i nostri conoscenti così da individuare le persone che ci sono veramente più affini.

 

il tenore delle battute era praticamente fisso sullo stereotipo "effeminato=passivaodiosasfranta" "attivo=omofoboanalfabetainfedele" 

Perché, le cose non stanno davvero così?  :haha:

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L'autoironia, e forse ancor di più l'autoderisione possono essere uno strumento bellissimo e liberatorio per stare meglio con se stessi e con gli altri.

 

L'ironia unita all'autoironia, cioè se i due aspetti si coniugano

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Io però distinguerei le battute velenose sulla sfrantaggine

- di solito dette da altre sfrante sullo stile Karen Walker -

dalle accuse più "politiche" sugli "omofobi che poi ci pestano a sangue".

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Bisogna distinguere fra la teatralizzazione dello stigma ed il

fastidio per la teatralità gay, che spesso si riversa sui meno

conformi agli standard di genere ; la teatralità implica che alla

ironia si affianchi una autoironia, in cui risulti evidente che si

partecipa ad un gioco sociale mentre il fastidio è una manifestazione

omofobica di tipo proiettivo ( certamente la differenza fra i due fenomeni

può emergere da tanti piccoli indizi )

 

In questo secondo caso può certo parlarsi di omofobia omosessuale

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IlSuonatoreJones

In generale quoto tutto il discorso in merito all'effetto liberatorio dell'autoironia: è davvero un modo per gridare al mondo la propria sicurezza, sopra ogni preconcetto e ogni stereotipo. Poi, che detta sicurezza così ostentata sia costruita e solo apparente è un altro paio di maniche.

Per quanto riguarda le offese gratuite, velenose e maligne rivolte ad altri, penso possano anche derivare dal fatto di esserne stati vittima in precedenza. In altri termini, essere oggetto di insulti porta, quasi fisiologicamente, a rivolgerne ad altri. Offendere gratuitamente è un modo per porsi - in un certo senso - in una condizione di superiorità, un pretesto per sentirsi meno inadeguati, un evidente sinonimo di insicurezza: questo è un fenomeno che avviene in ogni contesto, noi gay semplicemente non ne siamo esenti.

Altro discorso ancora si deve fare in merito a quelle che Almadel definisce "accuse più politiche": in tal caso una omofobia interiorizzata è lampante e innegabile.

In soldoni, sì: è decisamente triste lo scarso spirito di comunità e la scarsa solidarietà che contraddistingue il popolo frocio, il quale dovrebbe invece essere il più coeso possibile in virtù degli obiettivi comuni.

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Molto spesso sono proprio quelli che insultano ad essere i primi che vorrebbero essere come loro.

Esattamente come la maggior parte degli "omofobi praticanti" sono gay.

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I ragionamenti sono nobili, ma credo ben poco veritieri. L'autoironia come sintomo di sicurezza? Dire più che è un meccanismo di auto-consolazione. Basterebbe fare l'esempio semplice di una obesa che si vanta della sua innata simpatia e sicurezza a dispetto delle biondone tutte curve. Nessuno dubita che sia simpaticissima e sicura, ma nulla può fare sullo 'svantaggio' fisico. La biondona poi potrà essere più o meno insicura o antipatica, ma non tutte alla fine lo saranno davvero(sarebbe una consolazione stupida ed irreale). Motivo per cui che le biondone faranno le critiche per mero gusto e nelle critiche dell'obesa si nasconde un meccanismo di difesa(legittima) causato anche da invidia. O vogliamo pensare che all'obesa non piacerebbe diventare biondona?

Le stesse cose credo che accadano nella community gay, ma vista la situazione ghettizzante ancora è possibile illudersi e far credere che la vera ragione sia una fantomatica "omofobia interiorizzata". Come se una certa categoria di gay possa davvero imporre come vivere la propria omosessualità e/o cosa sia omofobo o no. A un gay piacciono solo i "maschili"? Che fregherà mai agli effemminati? Uno della comitiva gay non sopporto le dive?embè?

Mi sembrano infantili certi "drammi" inesistenti.

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AndrejMolov89

 

 

L'autoironia come sintomo di sicurezza?
  E' un sintomo di intelligenza, so benissimo di essere limitato come essere umano, l auto ironia mi permetta di mettere alla berlina le mie stesse paure, è un modo per sorpassare anche la mia timidezza sociale. Questo, di certo, mi rende più sicuro di me, e di certo di chi non accetta neppure l idea di avere qualche difetto. Paradossalmente quelli permalosi, sono quelli che hanno un autostima cosi povera, che neppure percepisce sé stessa
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NorwegianWood

Han già detto tutto gli altri. Mancanza di rispetto, omofobia latente (ma neanche tanto), confine incerto tra ironia/autoironia e maldicenza/offesa gratuita...

Aggiungo solo, ma credo che anche questo sia stato già scritto, che privare gli altri della loro dignità è semplicemente razzismo. Non importa quanto mi sento insicuro: con certi commenti faccio del male a qualcuno. Senza se e senza ma. E, mentre lo faccio, non mi rendo neppure conto che sto puntando il dito contro una persona che invece dovrei difendere. Perché i diritti che ho io li ha anche lei, e nessun suo comportamento potrà mettere a rischio me o la mia "causa". È meschino e da egoisti, altro che fronte comune...

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Basterebbe fare l'esempio semplice di una obesa che si vanta della sua innata simpatia e sicurezza a dispetto delle biondone tutte curve. Nessuno dubita che sia simpaticissima e sicura, ma nulla può fare sullo 'svantaggio' fisico.
quindi perché non riderci su?
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è una cosa che a me da molto molto fastidio. Io non sono effemminato, ma mi disturba molto l'idea che i gay abbiano da ridire sugli stereotipi di genere, credo che questo atteggiamento sia molto vicino alla cultura fascista, visto che se ben ricordate erano i passivi e gli effemminati che erano i perseguitati all'epoca e gli uomini gay che avevano rapporti attivi neanche venivano arrestati............. http://www.giovannidallorto.com/saggistoria/fascismo/razzismo/razzismo.html

Edited by Rui
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Io ho sempre notato una cosa... certi stereotipi ci lasciano indifferenti, altri invece ci preoccupano.

 

È giusto denunciare gli stereotipi ma bisogna anche ribadire l'unicità di un individuo e la dignità di ogni diversità: se la denucia degli stereotipi diventa una battaglia primaria si rischia di demonizzare chi li rappresenta.

 

Gli stereotipi che combattiamo riguardano sempre qualità che consideriamo in ultima analisi negative.

 

Bisogna fare fronte comune evitando categorizzazioni ma senza demonizzare i modelli esistenti che esse rappresentano

Edited by Lor24
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certi stereotipi ci lasciano indifferenti, altri invece ci preoccupano

Esatto, e questo dipende dal rapporto che ognuno ha con se stesso.

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Ciao a tutti,

 

ultimamente sto un po' riflettendo sulla comunità gay: spesso trovo soggetti che rasentano il limite dell'omofobia stessa! Ma non siamo tutti sulla stessa barca? Esempio: in discoteca se c'è un tizio vestito in maniera femminile subito tutti quelli intorno dicono: "Oh mamma mia che passiva!". E giù battute (e a volte anche insulti...). Spesso ho sentito anche la frase: "Eh certo, finchè quello se ne va in giro con la borsetta di Gucci, truccato meglio di Madonna so anche io che gli omofobi ci pestano a sangue e la gente è piena di pregiudizi!". Non riesco a spiegarmi la mancanza di un "fronte comune", non c'è molta solidarietà tra il popolo LGBT secondo me... la domanda è: perché? Perché vogliamo uguali diritti e poi siamo i primi a non essere capaci di trattarci con uguale rispetto?

 

Questi sono solo due esempi che mi sono venuti in mente, se ne conoscete altri ben vengano...

 

 

Si sono comportamenti tristi, in passato ammetto di avere fatto anche io in circostanze simili delle battutacce su certi gay diciamo così un pò troppo appariscenti, poi me ne sono vergognato, oggi non lo farei più.

 

Il rispetto e l'accettazione del prossimo è il punto fermo su cui si basa l'essere persone civili.

 

Poi non voglio fare l'ipocrita e dico la verità: trovo anche io un pò esagerato il livello di effemminatezza cui arrivano certi gay, ad esempio quest'estate ero nella spiaggia gay a Torre del lago e ricordo che avvertivo un certo fastidio quando sentivo un mio vicino di ombrellone che si diceva da solo "sono una finocchia".

Odio quel termine, lo usano i miei colleghi di lavoro omofobi per identificarci e vado in bestia se sento dire finocchio, figurasi finocchia! Ricordo che ho avuto un attimo in cui stavo per dire a quel tipo di smettere di usare quel termine odioso su se stesso e che mi vergognavo io per lui...... ma poi ci ho pensato e mi sono detto "chi sono io per giudicare? mi comporto proprio come certi colleghi stronzi!", alla fine ognuno è libero di vestirsi, parlare e atteggiarsi come vuole, mi sono fatto due risate dentro di me e ho pensato che in fondo quel tipo era simpatico nel suo modo di vivere la sua natura gay, aveva proprio molta autoironia.

 

Dobbiamo imparare ad essere più tolleranti, come diceva qualcuno "non giudicate se non volete essere giudicati".

Edited by atreio
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L'omofobia, proprio come insito nella parola stessa, presuppone una fobia verso atteggiamenti diversi (e non solo verso un orientamento sessuale).

Questa paura può derivare da vari fattori, come la chiesa (e quindi un qualcosa da cui siamo influenzati) o un lato del nostro essere che noi consciamente o inconsciamente sopprimiamo.

Non a caso chi deride gli omosessuali spesso lo fa per nascondere a se stesso la propria omosessualità.

Per quanto concerne la tua domanda il concetto bene o male e lo stesso, la gente deride chi si veste in un certo modo, proprio perché teme di identificarsi con quella persona, e pertanto, ritiene che deridendola, ne ufficializzi in qualche modo il distacco.

 

 

Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk

Edited by gu1197
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@sampei

Perché è una scemenza riderci su. Le persone vanno accettate per quello che sono e bisogna essere schietti coi propri limiti. Nessuno è perfetto alla fine. Io non sono certo il premio nobel per la scienza né un miliardario né un etero da perfetta famiglia americana, ma non vedo l'esigenza di riderci su. Se un altro ha tutte queste caratteristiche buon per lui, ma non sentirei certo l'esigenza di dovermi convincere che abbia qualcosa in meno di me per proteggere la mia autostjma.

Ecco perché l'obesa più che riderci su, può farsene solo una ragione. Può utilizzare tutta l'ironia del mondo, ma intanto la bionda viene corteggiata da tutti...

 

Trovo pure una scemenza il rispetto per tutti a prescindere o il fatto che si tema di identificarsi con un'idiota. Quindi effettivamente uno avrebbe paura di identificarsi con un rozzo, un'oca giuliva o un nazista... A me viene in mente un episodio delle medie, ricordo che un pomeriggio si unì alla combriccola di quartiere un compagno maleducato, volgare e che faceva un chiasso incredibile. Io avrei voluto sotterrarmi e mi vergognavo e infastidivo come un cane sia per me che per lui. Ovviamente i soliti diranno che ciò evidenziava una mia mancanza di auto-stima o di poca adattabilità a comportamenti diversi dai miei, ma la mia analisi resta la più elementare: si trattatava solo di un coglione cavernicolo:).

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Si può essere gay e al contempo chiusi di mente, gretti, tutto qui. E come in tutte le categorie, c'è chi non segue il saggio consiglio: "se hai la mente chiusa, tieni chiusa anche la bocca". Non sono credente, ma vorrei citare Moravia che una volta disse a Pasolini che a scandalizzarsi sono i farisei, non Gesù: Gesù non si scandalizzava. E l'intolleranza nasce dallo scandalizzarsi. 
Quanto al "fronte comune" sono scettico: basterebbe che ognuno si comportasse in modo opportuno, cioè non giudicasse gli altri, per evitare episodi come quello che citi; il "fronte comune" evoca invece una chiusura rispetto agli altri, e forse è l'anticamera dell'autoghettizzazione. Se invece si vuole avere gli stessi diritti degli altri, cosa sacrosanta, si deve, tra le altre cose, non pretendere e non ricercare il "fronte comune" che in effetti nel mondo etero non c'è, e che è spesso concausa dell'emarginazione delle minoranze. 

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davydenkovic90

un gay omofobo, per come lo intendi tu, non è propriamente tale, cioè, io posso ironizzare su uno perché indossa una borsa di gucci ed è effemminato o tamarro, ma non sto ironizzando tanto sul suo gusto sessuale, quanto sul suo modo di vestirsi e di comportarsi. E non si chiama omofobia ma offesa da quattro soldi (che tutti ci divertiamo a fare)

 

Sul discorso del "fare fronte comune e lottare per i diritti" mi limito a dire che anche io tempo fa pensavo che non si dovesse dare un'immagine della comunità lgbt troppo americanizzata o stereotipata, troppo pittoresca o oscena... mi sono ricreduto perché penso che si debba compiere anche una rivoluzione estetica se vogliamo cambiare qualcosa, e quindi ben vengano anche i vari discotecari, ballerini in slip e quant'altro. Insieme naturalmente a persone gay più "normali" (senza tacchi, insomma) tipo noialtri porelli che studiamo matematica e fisica e non abbiamo la fortuna di andare in giro quotidianamente in hot pants di paillettes. 

Mi dava maggiormente fastidio che in prima linea ci fossero sempre i tizi dei locali (ad esempio al gay pride coi vari carri e balletti e musichine che propongono loro)... e che fossero lì per sponsorizzare se stessi e un dato stile di vita o di divertimento... ma alla fine penso che la comunità gay è fatta anche di quello e che non possiamo accettare "dall'alto" delle idee di buon gusto o eleganza, dobbiamo noi esternare le nostre e compiere una rivoluzione prima di tutto estetica.

 

Molti gay che ancora non si sono accettati e hanno paura della propria omosessualità, come già è stato detto, desiderano allontanare da sé la propria omosessualità e quindi criticano anche quella altrui. Questi sono abbastanza omofobi nel senso che si concentrano sul gusto sessuale di una persona e possono arrivare a discriminarla in virtù del gusto sessuale, cioè: io sotto sotto sono gay  ma non lo accetto, ho un amico nel mio gruppo che è gay, cerco sempre di screditarlo o lasciarlo fuori perché non sono a mio agio in sua presenza dato che lui è gay (sto facendo un esempio).

 

Ma, a mio parere, i veri gay omofobi sono i gay dichiarati e in pace con se stessi, che poi sono anche cattolici, sono quelli che vanno dietro ai vari papa francesco, ai preti "all'avanguardia", parteggiando così per il proprio boia. Questi davvero non li sopporto e non capisco come possano vivere tranquillamente confinati in questa contraddizione: se siete cattolici per il discorso  "non rubare, non ucciderre, pace, amore, ama il prossimo tuo come te stesso" direi che potreste abbracciare anche religioni più carine tipo il buddismo, oppure, se non vi piace l'arredamento in stile etnico e non volete sbattervi troppo, il galateo.

Edited by davydenkovic90
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i gay [...] che poi sono anche cattolici, sono quelli che vanno dietro ai vari papa francesco, ai preti "all'avanguardia"

Brrrrrrrrrrrr.

Brividi.

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