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Dramma natalizio


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Dopo un lungo periodo di sostanziale assenza, torno con un po’ di negatività, tanto per cambiare.

Non ho nessuno con cui poter rielaborare i fatti da poco accaduti e ho bisogno di scrivere, quindi vi faccio partecipi una situazione impietosa che non ho il pudore di tenere per me.

 

Antefatto:

Quest’anno, pranzo di natale soltanto con la mia famiglia ristretta e a casa, diversamente da quanto avviene di solito.

Dopo pranzo: I miei decidono di andare a fare un giro nel solito paesino ridicolo, rinomato per i suoi presepi, mentre io decido di restare a casa a studiare, prevedendo la noia infinita che mi divorerebbe l’anima qualora decidessi di seguirli.

Sera: mi annunciano che il pranzo natalizio in famiglia vero e proprio si farà posticipato di un giorno. Comunico sin da subito che non ho intenzione di presentarmi.

 

Oggi, ore 12:

Ci si dovrebbe recare dai miei zii ma io ribadisco la decisione presa. I miei mi chiedono di presentarmi anche soltanto per pranzare, ma non ho intenzione di farlo.

I miei si alterano oltre ogni aspettativa, mentre io assisto con gli occhi sbarrati allo spettacolo. Volano insulti, mi si accusa di essere infantile.

Escono finalmente. Poco dopo arriva la subdola telefonata da casa dei miei zii, alla quale ovviamente non rispondo. Infine, il messaggio di mio fratello: “Sei una merda. Potevi almeno venire a pranzo”.

 

Onestamente non capisco il loro comportamento. La mia assenza sembra terribilmente grave, eppure per il livello di interazione con gli altri che avrebbe avuto luogo se mi fossi presentato, tanto sarebbe valso portare una sagoma di cartone.

Il punto è che l’insofferenza ha prevalso e non ho avuto voglia di muovere un dito per quella gente. Io e il resto della mia famiglia, compresa quella più ristretta, ci trattiamo con indifferenza per tutto il tempo, perché dovrebbero volere che io sia lì ogni dannatissima festa?

 

E poi la loro aggressività assolutamente fuori luogo... Le solite offese venefiche che mia mamma mi vomita addosso per sfogare la frustrazione nei miei confronti; il ricatto morale della telefonata degli zii, ai quali hanno raccontato chissà cosa; l’insulto da parte di mio fratello; il fatto che mio babbo offenda la mia dignità afferrandomi per un braccio e trascinandomi come un bambino per qualche metro, prima di andarsene urlando.

Cade tutto: l’autostima, il morale, le lacrime.

Mi ritrovo a chiedermi se riuscirò mai a trovare delle persone con le quali stringere dei rapporti sinceri di affetto, o perlomeno se riuscirò a liberarmi da questo ambiente tossico nel quale mi ritrovo invischiato, senza riuscire a vedere nulla del genere nel mio immediato futuro. Faccio il resoconto di tutti questi anni di assoluta freddezza interpersonale fra me e la mia famiglia domandandomi se ci sarà mai un riscatto per le carenze affettive alle quali mi hanno sottoposto fin da piccolo.

 

Sono frastornato. Buon natale.

Edited by wwspr
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Non mi dilungherò molto, scusami ma non ho molta voglia. Quello che posso dirti sicuramente è la trita e ritrita frase "un giorno tutto questo dolore ti sarà utile". Non andare dagli zii è stato un atto rivoltoso, è vessillo di un grande coraggio e di una forza bruciante. Hai solo scelto la via più estrema e ne hai visto le conseguenze.

 

Io al posto tuo sarei andato per il banale quieto vivere e per scroccarmi un pranzo, tenendomi bene a mente che questi zii e in generale questa famiglia che descrivi per me non valgono una sega di niente. A volte l'accondiscendenza è più crudele del rifiuto, e oltretutto è la vittima a chiederla.

 

Per il futuro, nessuno può sapere se troverai delle persone con cui legare in modo autentico. L'unica cosa che mi viene in mente è di dirti di andartene di lì appena puoi.

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Wwspr l'unica cosa che mi sento di dirti è di continuare a lottare per quello che senti giusto e andare avanti per la tua strada. Nessuno può obbligarti a fare cose che non vuoi e soprattutto ad essere chi non sei. Non rinunciare mai a te stesso, anche se farà male per un po', ma vedrai che ne trarrai beneficio. Per quanto riguarda la tua famiglia, la loro reazione mi è sembrata molto esagerata, però ( questa è solo una mia ipotesi quindi puoi smentirla benissimo) magari cercavano solo di renderti partecipe di un momento di ritrovo familiare, forse cercavano di includere anche te all'interno della famiglia. Questo non toglie che le offese in seguito potessero evitarle benissimo! Non piangere mi raccomando, sii forte :)

 

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Non sono riuscito a trovare, nel tuo storico interventi, una discussione in merito alla tua situazione famigliare per cui scrivo solo in merito a quello che ho letto .

 

 

 

 

 

Dopo pranzo: I miei decidono di andare a fare un giro nel solito paesino ridicolo, rinomato per i suoi presepi, mentre io decido di restare a casa a studiare, prevedendo la noia infinita che mi divorerebbe l’anima qualora decidessi di seguirli. Sera: mi annunciano che il pranzo natalizio in famiglia vero e proprio si farà posticipato di un giorno. Comunico sin da subito che non ho intenzione di presentarmi.

 

 

Probabilmente sei in una fase di ribellione distruttiva, quella in cui si va contro qualcosa e non pro qualcosaltra . Quella fase che di solito si ha a 16-18 anni, e che i tuoi faticano sicuramente a capire poichè sei fuori tempo massimo (anche se tra gay questi passaggi arrivano dopo, l'adolescenza è un po' più stiracchiata) .

 

Descrivi la tua famiglia come dei mostri tipo Mamma ho perso l'aereo, con la differenza che Kevin era un bambino .

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Condivido l'opinione di chi ha scritto prima, non sapendo

bene la tua storia familiare se hai fatto CO etc., diventa difficile

dire qualcosa di significativo, possiamo accogliere la parte dello

sfogo emotivo, perchè magari ne hai bisogno e perchè esperienze

più o meno analoghe possono essere capitate a molti di noi

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Non sono riuscito a trovare, nel tuo storico interventi, una discussione in merito alla tua situazione famigliare per cui scrivo solo in merito a quello che ho letto .

 

Probabilmente sei in una fase di ribellione distruttiva, quella in cui si va contro qualcosa e non pro qualcosaltra . Quella fase che di solito si ha a 16-18 anni, e che i tuoi faticano sicuramente a capire poichè sei fuori tempo massimo (anche se tra gay questi passaggi arrivano dopo, l'adolescenza è un po' più stiracchiata) .

 

Descrivi la tua famiglia come dei mostri tipo Mamma ho perso l'aereo, con la differenza che Kevin era un bambino .

Wow. Credo di aver sputato qualche dente.

Quindi si tratta di una fase di ribellione adolescenziale vissuta con la mentalità di un bambino. I miei incisivi hanno accettato amabilmente la diagnosi, grazie.

 

Condivido l'opinione di chi ha scritto prima, non sapendo

bene la tua storia familiare se hai fatto CO etc., diventa difficile

dire qualcosa di significativo, possiamo accogliere la parte dello

sfogo emotivo, perchè magari ne hai bisogno e perchè esperienze

più o meno analoghe possono essere capitate a molti di noi

Infatti come topic lascia il tempo che trova. Avevo bisogno di sfogarmi, scusate.

 

 

No, Almadel, non ho fatto CO apertamente. Perché?

Edited by wwspr
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No, Almadel, non apertamente. Perché?

 

Perché io ero esattamente come te fino a che i miei genitori non hanno accettato me e il mio ragazzo.

Mentre quest'anno eravamo tutti insieme a scartare allegramente i regali

e poiché i miei sanno che odio i miei zii per la loro omofobia, sono anni che neppure loro vogliono andarci per Natale.

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Non volevo tirarti pugni :D 

 

Il fatto è che a un occhio esterno... non c'è nulla di tragico nella situazione in sè :)

 

Il "non vado" deve comunque essere associato ad una spiegazione . " non vado perchè ho già combinato con amici" " non vado perchè gli zii mi mettono volontariamente a disagio" "non vado perchè non posso allontanarmi dal water per il pranzo di ieri" . Il "non vado nonnonnò" poi ci credo che ti porta a sfuriate esplosive . D'altronde chi viene trascinato per un braccio mentre punta i piedi ? Il bambino . Non penso che a tuo padre sia piaciuto dover fare quello e non penso l'abbia fatto in modo premeditato, ma sarà stata una reazione istintiva come quando aveva ancora un figlio piccolo . Cosa potevano pensare i tuoi in macchina mentre tu non c'eri ? Davvero pensi avessero solo pura rabbia perchè non occupavi il tuo posto con loro come si sovviene, o amarezza nel chiedersi perchè, perchè il loro figlio non li vuole ? Pensi che quella telefonata da casa degli zii fosse un complotto contro di te, e non una speranza che tu ti sentissi solo e avessi riflettuto un attimo per fare pace con te stesso ?

 

 

Il messaggio di tuo fratello è il messaggio di uno che ha dovuto assorbire tutta questa situazione emotivamente come una spugna, essendo alla fine l'unico figlio presente che non puo' godersi neppure la serenità di un giorno che viene una volta l'anno .  

 

Era tuo diritto non sentirtela di andare, ma almeno esistono tante balle raccontate bene che avrebbero fatto passare un buon pranzo a loro, e uno meno tossico a te . No ?

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Beh mettiamo insieme : 21 anni - paesino - credo studente che scappa

quando può dal paesino etc

 

Il tutto con sullo sfondo La congiura degli innocenti ( intendendo con ciò

il film di Hitchcock...ma senza il medico che accerta la morte naturale, cioè

il fatto che in realtà nessuno è colpevole di niente, perchè non esiste alcun

crimine di cui essere poter essere colpevoli e con un paesino italico alla Monicelli

al posto di Highwater-Vermont )

 

Tu ti sei estraniato dal paese e dalla famiglia, per autodifesa suppongo

 

Ho notato però che spesso i ragazzi che vivono questa situazione con disagio

non riescono a fare un uso consapevole e "furbo" della bugia, come suggerisce

Ghost77 sono come dire risucchiati da questo clima paesano-familiare

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Capisco il desiderio della tua famiglia di averti a pranzo con loro e allo stesso modo esiste il tuo diritto di non parteciparvi senza che loro fanno contromisure e insulti contro di te.

 

Proponi alla tua famiglia una consulenza famigliare con un mediatore specializzato in educazione famigliare in modo da avere un parere neutro sulla vostra famiglia e poi vedete lui che propone.

 

Di sicuro i tuoi non accetteranno ma almeno ci hai provato e con questa tua proposta li metti tu sotto pressione.

 

Se accettano ti servira' anche per un tuo futuro CO per tenere a bada la famiglia e non farla andare troppo fuori dimtesta.

Edited by marco7
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Non volevo tirarti pugni :D

 

Il fatto è che a un occhio esterno... non c'è nulla di tragico nella situazione in sè :)

 

Il "non vado" deve comunque essere associato ad una spiegazione . " non vado perchè ho già combinato con amici" " non vado perchè gli zii mi mettono volontariamente a disagio" "non vado perchè non posso allontanarmi dal water per il pranzo di ieri" . Il "non vado nonnonnò" poi ci credo che ti porta a sfuriate esplosive . D'altronde chi viene trascinato per un braccio mentre punta i piedi ? Il bambino . Non penso che a tuo padre sia piaciuto dover fare quello e non penso l'abbia fatto in modo premeditato, ma sarà stata una reazione istintiva come quando aveva ancora un figlio piccolo . Cosa potevano pensare i tuoi in macchina mentre tu non c'eri ? Davvero pensi avessero solo pura rabbia perchè non occupavi il tuo posto con loro come si sovviene, o amarezza nel chiedersi perchè, perchè il loro figlio non li vuole ? Pensi che quella telefonata da casa degli zii fosse un complotto contro di te, e non una speranza che tu ti sentissi solo e avessi riflettuto un attimo per fare pace con te stesso ?

 

 

Il messaggio di tuo fratello è il messaggio di uno che ha dovuto assorbire tutta questa situazione emotivamente come una spugna, essendo alla fine l'unico figlio presente che non puo' godersi neppure la serenità di un giorno che viene una volta l'anno .

 

Era tuo diritto non sentirtela di andare, ma almeno esistono tante balle raccontate bene che avrebbero fatto passare un buon pranzo a loro, e uno meno tossico a te . No ?

Hai ragione sotto diversi punti di vista. Non avevo intenzione di reggere il moccolo annoiandomi e avrei potuto avere la decenza di inventarmi una scusa, ma loro d'altro canto hanno reagito con un'aggressività ridicola, considerata la circostanza, e la cosa mi ha ferito. Nulla di tragico in questo, ma il mio desiderio di distanziarmi da loro è diventato quasi una necessità. Come dice Almadel, può trattarsi del frutto temporaneo di alcune circostanze castranti, ma tant'è.

Ed è pur vero che la mia indifferenza potrebbe averli feriti a loro volta, ma di fatto mostro di interessarmi poco a un rapporto che non c'è, quindi non capisco lo sbigottimento ipocrita.

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e' tipico che a natale escano bufere come la tua

 

 

25 dicembre 2015 Un detenuto trentenne in permesso premio di Ceglie Messapica, Giancarlo Zaccaria, è morto in ospedale in seguito alle ferite da arma da fuoco riportate durante una lite familiare scoppiata mentre era in corso il pranzo di Natale in paese. Poco dopo si è costituito dai carabinieri il cognato, che sarebbe autore dell'omicidio. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Al-pranzo-di-Natale-grazie-ad-un-permesso-premio-detenuto-viene-ucciso-dal-cognato-fc766b72-8746-4b40-bb82-ff0579746952.html
 
Anche peggio...eh!
 
( oramai si tratta di proteggere i detenuti dai parenti Lol )
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Sulla prima parte non sono d'accordo, ma tuo fratello che dice

 

 

 

Potevi almeno venire a pranzo
 

 

aveva secondo me ragione.

Non so cos'hai dentro, capisco solo che non sei sereno e sono sicuro tu abbia le tue buone ragioni, però, ecco, forse questa presenza potevi farla...

Comunque non preoccuparti, anche quando si soffre un po', il tempo e la "mano invisibile", per citare impropriamente Smith, metteranno pace e aggiusteranno le cose... e anche tu sarai più tranquillo... :).

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E' quello che succederebbe a me se mi dichiarassi in famiglia, almeno per il primo periodo.

 

Ti consiglio di dichiararti.

Tanto, ormai, non hai nulla da perdere:

-se ti accettano starai più sereno in loro presenza e quindi non farai tutte queste tragedie se ti vorranno con loro a Natale;

-al contrario non ti scasseranno più le balle per insistere nell'invitarti alle loro festicciole.

 

ps:Ho dato per scontato che tu sia autosufficente a livello economico.

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Per poter capire a fondo, sarebbe necessario che tu dessi qualche informazione in più circa la situazione familiare abituale, a prescindere da te e dal comportamento adottato in questa fattispecie.

Con tuo fratello si comportano analogamente? Sono frequenti gli scatti d'ira di cui sopra? Cosa fai nella vita?

 

E' probabile che loro vedano in te qualcosa che non va, e che reagiscano nel peggiore dei modi per cercare di svegliarti.

Può anche essere drammaticamente vero che non incarni le loro aspettative e, in quanto soggetto della loro frustrazione, ne subisci le vessazioni che si scatenano ogni qualvolta nasce un dissidio.

 

Auguro a te la più pronta indipendenza, affinché tu possa sparire dal contesto non certo idilliaco nel quale vivi. 

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Come detto da altri sembri in fase di rigetto totale e qua o cambi aria o preparati a una guerra aperta fin che non ne spieghi i motivi ai tuoi. Adesso vedi la tua visione come predominante e giusta in assoluto ma se volessi ammorbidire la cosa dovrai imparare a capire il punto di vista dell'altro e agire in modo apposito anche per ottenere il risultato cui aspiri; piantando un muro come hai fatto in questo caso dai modo loro, appunto di giustificare le loro azioni e reazioni considerando probabilmente la tua scenata infantile e immotivata (sto ipotizzando). Fare buon viso a cattivo gioco o giustificare la scelta con una bugia o la verità sono scelte che li avrebbero comunque tenuti su un piano più "familiare" per il loro modo di vedere.

 

Comunque è giusto tu faccia ciò che senti e hai il coraggio di fare, anche le altre possibilità avevano per te il loro dazio da pagare in un modo o nell'altro.

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Da quello che descrivi, vivi una situazione familiare difficile e sconfortante, ma devi vedere il tutto anche dalla loro prospettiva, io non conosco i motivi scatenanti del litigio, ma posso immaginare come ti senti, la sensazione di essere soli e di non essere capiti, magari anche la voglia di piangere e quella sensazione di odio che provi, che piano piano si dirada lasciando spazio ad una tristezza pesante.

Prova a vederla così: per i genitori è difficile veder crescere un figlio, vederlo essere sempre più indipendente e lontano, vedersi rifiutati per loro è qualcosa di brutto, avranno pensato "dove è finito il figlio che a Natale stava con noi, che aspettava questa festa tutto l'anno; dove è finito il suo entusiasmo, la sua gioia, e il suo amore?", e avranno reagito come hanno reagito.

In psicologia si dice che la rabbia è SEMPRE preceduta dalla tristezza, per questo potremmo analizzare l'accaduto in questo modo:

1) ti rifiuti di andare

2) tuo padre si sente triste

3) rabbia, e quindi il litigio

Non conoscendo la situazione familiare potrei pure sbagliarmi (se è così allora correggimi), ma alla fine i tuoi hanno reagito così perché ti vogliono bene, e si sono sentiti tristi per il tuo rifiuto a partecipare a qualcosa che per loro era molto importante, ricordati che l'amore che un genitore prova per un figlio non verrà mai meno, i tuoi ti ameranno sempre e comunque.

Ti auguro di trovare l'amore che ogni persona merita, Buone feste!

 

 

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IlSuonatoreJones

"I parenti, i parenti, serpenti!"

I rapporti col parentado (almeno, per quanto ho potuto constatare in vent'anni di vita) sono frutto di invidie reciproche, morbose competizioni, stizze, tutte racchiuse da una edulcorata patina di cortesia e gentilezza. Poche relazioni saranno tanto ipocrite quanto quelle tra il giovane frocio e le vecchie zie bigotte.

Purtroppo le soluzioni del giovane frocio non sono tante, e dipendono in particolare dai suoi tratti caratteriali. Nel tuo caso è prevalsa la scelta di ribellarti alla convenzionalità del pranzo tutti assieme: d'altronde che cazzo ci vai a fare? 

La rabbia dei familiari più stretti può essere dovuta al fatto che tu non abbia mai, in precedenza, adottato soluzioni tanto drastiche (aggettivo che, effettivamente, fa ridere se riferito alla scelta di non mangiare insieme il tacchino): la ribellione verso le convenzioni fa paura a chi le segue per partito preso. Oltre a questo, puoi anche tenere in considerazione l'astio e l'indifferenza che le feste esasperano.

La tua storia, quindi, non ha nulla di straordinario: la tua è stata a una reazione fisiologica a un ambiente ostile e asfissiante come quello parentale.

Io sono sempre stato abituato a relazionarmi con suddetto ambiente, ma l'esito è stato praticamente opposto rispetto al tuo. Quand'ero più piccino era una vera sofferenza, sentirsi evidentemente messo alla berlina dai vari zii per il modo di fare, di pensare, e via dicendo. Ora è incredibile come io riesca a barcamenarmici: è divertente, è come un gioco. Alla fine, è vero, non sono tanto diverso dalle mie zie: faccio la parte che mi sono cucito addosso, ma - ripeto - è uno spasso. 

Ma non siamo tutti uguali. Se tu non sei capace di reggere falsi sorrisi, tirare le giuste frecciatine e via dicendo, fai benissimo a levarti dai coglioni: tanto meglio per te.

In conclusione, vai tranquillo, non "sei una merda": vai avanti su questa linea, cazzo.

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davydenkovic90

ti capisco benissimo, anche io vivo una situazione molto simile ogni volta che devo presenziare a una riunione, soprattutto della famiglia di mio padre e anche se si parla di 2-3 volte in un anno, cominciano a pesarmi e ho ridotto davvero al minimo indispensabile i giorni in cui presenzio alla cena o pranzo che sia.

Ho una sola cugina da quel lato della famiglia, 30enne, che da quando ne ha 15 ha sempre portato con sé il fidanzatino di turno, talvolta anche i genitori del fidanzatino... così ogni volta la riunione familiare si trasforma nella celebrazione della "famiglia di Nazareth", di quanto sono belli, buoni e bravi, di quanto sono ricchi e perbenisti (e idioti). Poi gli argomenti interessantissimi: vini, macchine, pasta, tipi di carne, viaggi del cazzo.

Io me ne sto lì, in silenzio, mangio, di tanto in tanto faccio qualche smorfia acida di circostanza o rispondo a monosillabi a qualche domanda (ho smesso di farne io dal 2004, quando ho capito che erano tutti idioti), finito il pranzo esco di casa senza salutare nessuno come se stessi uscendo da una lezione all'università, me ne torno a casa mia e mi rilasso.

A trovare mia nonna e a parlarci un po' ci vado il giorno dopo. Quest'anno le ho pure detto che sono gay e lei mi ha detto che le fanno schifo i gay, ma non come persone, le fa schifo l'idea di due uomini che si baciano. E la capisco.

Tra l'altro, facessero dei regali decenti, li sopporterei più volentieri. Quest'anno mi è toccato un maglione a righe grigio scuro-verde scuro che mi fa veramente paura. Per il compleanno (sempre la stessa zia) mi regalò una maglia talmente brutta (era una canottiera grigia tipo da basket, orripilante) che la regalai come regalo-scherzo al mio ragazzo per il suo compleanno.

Edited by davydenkovic90
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Il tuo rifiuto è un gesto simbolico e, come tale, carico di significati (anche se, a giudicare dalla reazione della tua famiglia, sembrerebbe che questa sovrabbondanza di significati non la veda soltanto tu).
Voglio solo concentrare la tua attenzione su un dettaglio a mio avviso davvero fondamentale:
 

Faccio il resoconto di tutti questi anni di assoluta freddezza interpersonale fra me e la mia famiglia domandandomi se ci sarà mai un riscatto per le carenze affettive alle quali mi hanno sottoposto fin da piccolo.

In psicologia, nell'ambito dei disturbi del comportamento alimentare, si dice che non esistono individui anoressici ma famiglie anoressiche. Fuor di metafora, se lucidamente puoi affermare di avere alle spalle anni di carenze affettive, allora non pensare alla persona che vorresti avere accanto ma concentrati su di te: intraprendi un serio cammino psicologico che ti permetta di emanciparti da una situazione sterile e ti aiuti a costruirti, rafforzarti e stabilizzarti come persona. Questo e solo questo conta davvero.
 

Non andare dagli zii è stato un atto rivoltoso, è vessillo di un grande coraggio e di una forza bruciante. Hai solo scelto la via più estrema e ne hai visto le conseguenze.

Wwspr l'unica cosa che mi sento di dirti è di continuare a lottare per quello che senti giusto e andare avanti per la tua strada.

Quoto.
 

Perché io ero esattamente come te fino a che i miei genitori non hanno accettato me e il mio ragazzo.
Mentre quest'anno eravamo tutti insieme a scartare allegramente i regali
e poiché i miei sanno che odio i miei zii per la loro omofobia, sono anni che neppure loro vogliono andarci per Natale.

Sotto i raduni snocciola una sequela di episodi raccapriccianti, e sotto le feste propone storie che riscaldano il cuore.
Almadel, un uomo per tutte le stagioni! :haha:

Non so cos'hai dentro, capisco solo che non sei sereno e sono sicuro tu abbia le tue buone ragioni, però, ecco, forse questa presenza potevi farla...

Stavolta, gingerino mio caro, non sono d'accordo: si tratta di una ribellione fortemente sentita, altrimenti non avrebbe dato luogo a questa contrapposizione di fronti. E l'arte di fare buon viso a cattivo gioco è generalmente una consapevolezza successiva ai primi moti rivoluzionari.
 
 

Ma non siamo tutti uguali. Se tu non sei capace di reggere falsi sorrisi, tirare le giuste frecciatine e via dicendo, fai benissimo a levarti dai coglioni: tanto meglio per te.
In conclusione, vai tranquillo, non "sei una merda": vai avanti su questa linea, cazzo.

Concordo in pieno.
 

Ho una sola cugina da quel lato della famiglia, 30enne, che da quando ne ha 15 ha sempre portato con sé il fidanzatino di turno, talvolta anche i genitori del fidanzatino... così ogni volta la riunione familiare si trasforma nella celebrazione della "famiglia di Nazareth", di quanto sono belli, buoni e bravi, di quanto sono ricchi e perbenisti (e idioti). Poi gli argomenti interessantissimi: vini, macchine, pasta, tipi di carne, viaggi del cazzo.

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Stavolta, gingerino mio caro, non sono d'accordo: si tratta di una ribellione fortemente sentita, altrimenti non avrebbe dato luogo a questa contrapposizione di fronti. E l'arte di fare buon viso a cattivo gioco è generalmente una consapevolezza successiva ai primi moti rivoluzionari.

 

Sono d'accordo con quello che dici, e scrivevo consapevole del fatto che certe cose si "impara" a farle dopo.

 

Ma.. mi conosci, son sempre per la (finta) diplomazia.

 

Non andarci più che come ribellione può passare per debolezza.

A questo punto meglio andare e paracularli, ma evidentemente io e l'opener abbiamo caratteri diversi, oltre al fatto che c'è da considerare che io non conosco la sua storia, né le sue sensazioni provate.

 

Sono d'accordo, comunque, sul fatto che certe ribellioni servano, e da esse si impari a crescere.

 

Ancora una volta ribadisco la mia certezza.. la situazione con il tempo volgerà per il meglio.

Edited by Fe92
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davydenkovic90
Ma.. mi conosci, son sempre per la (finta) diplomazia. Non andarci più che come ribellione può passare per debolezza. A questo punto meglio andare e paracularli, ma evidentemente io e l'opener abbiamo caratteri diversi, oltre al fatto che c'è da considerare che io non conosco la sua storia, né le sue sensazioni provate.

Anche io la penso così, tanto vale assecondare e ripescare dentro di sé un sano masochismo, giusto per il tempo di un primo, un secondo e un pandoro o panettone che sia.

Ora che ci penso neanche io l'anno scorso andai a una cena del 24 organizzata dai parenti di mia mamma... perchè sapevo che ci sarebbe stato un ragazzo che mi bullizzava da piccolo (in qualità di fidanzato della figlia della nuova compagna di mio zio).

Ma nessuno disse niente: in quella famiglia siamo in tanti ed era invitato il mondo per cui, uno più, uno meno.

Non sentirti in colpa per non esserci andato, forse era meglio soffrire un pochino e presentarti, non l'hai fatto, non stare lì a dispiacerti per i cattivi messaggi che ti hanno mandato e cose del genere... fregatene.

Edited by davydenkovic90
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Ora che ci penso neanche io l'anno scorso andai a una cena del 24 organizzata dai parenti di mia mamma... perchè sapevo che ci sarebbe stato un ragazzo che mi bullizzava da piccolo (in qualità di fidanzato della figlia della nuova compagna di mio zio).

(Una delle prime discussioni a cui abbia partecipato sul forum, per inciso.)

Evidentemente, la gestione della propria presenza è un fattore che riveste un'importanza fondamentale: fatemi citare questa mai abbastanza famosa clip, tanto per chiarire il concetto...

 

Edited by LocoEmotivo
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