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Come posso aiutare il mio ragazzo non dichiarato?


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Salve a tutti, mi sono iscritto perché mi capita spesso di leggere questo forum e spero mi possiate dare un aiuto con questa situazione.
 

Sto frequentando da quasi due mesi un ragazzo; io compio 26 anni tra un mese, lui invece ha solo 20 anni.
E' il ragazzo migliore che abbia mai conosciuto: bello, dolce, affettuoso, intelligentissimo e pieno d'interessi.
Inizialmente era timido e sulla difensiva, ma piano piano siamo sempre più vicini, tanto che credo che mi potrei innamorare di lui da un momento all'altro. O forse sono già innamorato, non ho mai pensato così tanto a un ragazzo.
Ho notato però che ha problemi di autostima, a volte è un po' depresso, non studia per giorni e si mette a scrivere poesie e canzoni che poi tiene per sé (io sono l'unico a cui ha detto di questo suo passatempo); si vede brutto, quando non lo è affatto, e si sente un fallito.
Anche nel sesso, per quanto sia in perfetta sintonia con me,è un po' insicuro.
E forse anche per questi motivi non è dichiarato. Con nessuno! A differenza mia, che l'ho detto a tutti i miei amici, a mia madre, mio fratello e mia cugina.
Però tra noi due apparentemente sembra meno "vergognoso" di me: mi porta negli stessi luoghi dove escono anche i suoi amici e dice che se lo dovessero vedere con me, per ora, dirà che sono un suo amico (il giorno che c'erano i suoi amici in realtà poi li ha salutati con un cenno e abbiamo proseguito da un'altra parte) e ogni tanto si guarda intorno per vedere se c'è qualcuno di sua conoscenza e poi mi prende per mano per strada, cosa che nemmeno io sentirei di fare in pubblico.
Inoltre, pur non essendo dichiarato, sembra un attivista LGBT, ha un modo di pensare più aperto del mio e ha un interesse per tutte le questioni, politiche e non, del mondo LGBT molto più grande del mio: mi ha fatto poi conoscere realtà  del mondo transgender e della cultura lesbica che io non conoscevo affatto (tutte cose che ha appreso tramite internet e canali Youtube).
Ora, io gli ho presentato il mio migliore amico, le mie due migliore amiche e ieri è persino uscito con noi, anche se è stato timido.
Non che m'importi tanto, ma io invece non sto mai con lui e i suoi amici/amiche, che non sanno che è gay anche perché è il tipico ragazzo che a prima vista non penseresti mai che lo è, anche se a detta sua avranno i loro sospetti.
Sostiene che prima o poi ha intenzione di dirlo a tutti, che ogni tanto ha pensato di dirlo ma poi non ci è riuscito. E che per ora non sente di avere le forze per fare coming out. Ma chiude lì l'argomento, non va oltre.
Io mi chiedo se la differenza d'età tra me e lui (io sono il suo primo ragazzo) possa incidere nelle sue difficoltà, una volta mi ha anche detto che non avrebbe mai creduto di trovarsi così bene con un ragazzo più grande di lui.
Inoltre ci siamo conosciuti in chat e non vuole assolutamente che io dica ai miei amici che ci siamo conosciuti così (e un po' lo capisco).

A me in realtà basta stare con lui, ma al contempo vorrei aiutarlo perché anche se all'esterno vuole sembrare forte non lo è affatto.
E' molto chiuso in se stesso, quando è solo tende a deprimersi e a isolarsi. E quando ci sono io, si vede lontano da un miglio che ha bisogno del mio affetto, che infatti accetta sempre volentieri.
Altre volte invece è felicissimo e pieno d'energia. 

Non so come aiutarlo, ogni volta che affronto l'argomento trova un modo per cambiarlo oppure la butta sull'autoironia; dopo che introduco l'argomento lo vedo più distante da me.
Ecco, non vorrei perderlo e poi non amo vedere le persone così malinconiche (anche se prova a mascherarlo).
Mi chiedo se in queste condizioni possa essere capace di innamorarsi di me, 
Secondo voi sbaglio qualcosa?
Consigliate qualche strategia? E qualche modo per abbattere le barriere che a volte ha anche per me?

Il coming out è l'atto finale di un processo intrinseco che viene elaborato singolarmente, in maniera estremamente individuale: per quanto lodevoli siano i tuoi tentativi di sprono, dovrai lasciar che sia lui, in autonomia, ad esporsi in tal senso senza né suggerimenti né indicazioni pratiche.

Propendo per pensare - in virtù, forse, di analogie col mio carattere - che sia la carenza d'autostima ad abbracciare tutta la sfera di paranoie che lo caratterizzano, dall'isolamento al disagio in pubblico che, per ovvia estensione, si manifesta anche nel processo del C.O.

Dovrà maturare autonomamente: a te non resta che comportarti coerentemente con la figura che ricopri, vale a dire quella del partner. Comportati da tale, in tutti gli aspetti, fornendogli supporto, affetto e un punto di riferimento. Tanto basterà.

Edited by Laen

mi sono perso un passaggio: ma voi due state insieme o no?

 

chè prima scrivi

mi chiedo se la differenza d'età tra me e lui (io sono il suo primo ragazzo) possa incidere nelle sue difficoltà, una volta mi ha anche detto che non avrebbe mai creduto di trovarsi così bene con un ragazzo più grande di lui.

poi però, in totale contraddizione aggiungi

Mi chiedo se in queste condizioni possa essere capace di innamorarsi di me

Grazie per le risposte!
Laen, anch'io la penso come te: il problema su cui si basano tutte le varie paranoie e la sua tendenza a stare solo è l'autostima che raggiunge valori negativi.
Non sembra si possa vedere omofobia interiorizzata o mancata auto-accettazione, semplicemente non si vuole bene abbastanza e non ha coraggio.
Oggi abbiamo pranzato assieme e nonostante la confidenza, quando gli faccio complimenti lo imbarazzo o minimizza.

 

Spero di star agendo bene e che prima o poi faccia qualche passo avanti che per adesso non riesco a vedere.

 



mi sono perso un passaggio: ma voi due state insieme o no?

chè prima scrivi
poi però, in totale contraddizione aggiungi
Sì, stiamo insieme: ci vediamo quasi tutti i giorni ormai.
Però non ci siamo mai detti "ti amo", forse è ancora presto... no?

Non sembra si possa vedere omofobia interiorizzata o mancata auto-accettazione

 

No, macché, vai sereno: non c'è nessun indice di problematiche specificatamente legate all'orientamento sessuale, bensì c'è una profonda nota di insicurezza universale che non può che riguardare anche la sfera relazionale e/o sessuale.

:)

Edited by Laen
davydenkovic90

be' che ti aspettavi di trovare? un ken gay di plastica appena maggiorenne, coraggioso ed estroverso, superaccessoriato circoncisissimo, tutti 30 e lode?

hai trovato il gay standard: 20enne, insicuro, si vede osceno ma in realtà è nella media/carino, bisognoso d'affetto, con una doppia o tripla vita.

Vai avanti con lui, se ci stai bene, e vedi come evolve il rapporto. se te ne darà modo, aiutalo a superare qualche problema. Ma certi cambiamenti hanno tempi tecnici, direi. Per cui non pretendere troppo e accontentati.

Tanto poi esce il sole.

@@davydenkovic90, Quando avevo vent'anni, almeno i miei più cari amici lo sapevano già e stavo iniziando a dirlo a tutti gli altri.
I miei primi coming out sono stati a 18 anni... e in realtà dovrei ancora dirlo a mio padre con cui vado tanto d'accordo, ma essendo andata non benissimo con mia madre, per ora non mi va.

La cosa strana è che alla sua età accettavo la mia condizione molto meno di quanto accetti lui la sua, nonostante non dica nulla a nessuno. 

Poi so come ci si sente nell'essere invisibili e non dirlo a nessuno; immagino che a vent'anni sia ancora peggio, specialmente nel 2016: ormai buona parte dei teenager fanno coming out già dai tempi del liceo.

Ovviamente hai ragione, ci sono tanti casi così e bisogna solo dargli tempo. 
Ognuno ha i suoi tempi e li devo rispettare, prima o poi uscirà anche lui allo scoperto, si spera. Sta solo a me decidere se avere pazienza ;)

Non so come aiutarlo, ogni volta che affronto l'argomento trova un modo per cambiarlo oppure la butta sull'autoironia; dopo che introduco l'argomento lo vedo più distante da me.

[...]

Consigliate qualche strategia? E qualche modo per abbattere le barriere che a volte ha anche per me?

Okay in pieno periodo Tao-renaissance, però qualche parolina te la consiglio di tutto cuore.

Primo: l'unico modo per aiutarlo, è non aiutarlo. Se tu lo sproni, se tu lo inciti, se tu lo stimoli, sarai tu ad ottenere quel risultato, e non lui; sarai tu ad averlo spinto a fare CO, e non sarà un suo processo; sarai tu ad averlo forzato, in un'ottica che per te è buona e propositiva, dimenticando quale è quella strada lastricata di buone intenzioni.

Secondo: sii disinteressato. Se tu indirizzi le attenzioni su di lui con un fine specifico (farlo sentire più apprezzato e cose così), lui capirà/sentirà/intuirà che non sei sincero. Anche se lo fai per scopi nobili, non arriverai ad intaccare le sue paure e le sue debolezze perché, al contrario, potrà percepire in te un nemico che gli forza la mano (anche se a fin di bene, torno a ripetermi).

Terzo: sii te stesso. Amalo, se vuoi amarlo, per quello che è. Non cercare di cambiarlo perché a te sembra che sia più forte o perché tu sei convinto che possa fare meglio di così: ama le sue fragilità come le sue capacità a letto, rispettale e portale in palmo di mano. E in quel momento lui cambierà.

(Stasera mi sento quasi new age :D )

 

Dovrà maturare autonomamente: a te non resta che comportarti coerentemente con la figura che ricopri, vale a dire quella del partner. Comportati da tale, in tutti gli aspetti, fornendogli supporto, affetto e un punto di riferimento. Tanto basterà.

Esatto: fagli sentire che è amato e apprezzato, non assillarlo (si intende sempre in senso generale, eh!), e capirà da solo che può compiere un passo in avanti.

L'unico modo per spingerlo a cambiare è non farlo.

 

Tanto poi esce il sole.

Il maestro arriva quando l'allievo è pronto, recita un proverbio probabilmente falso o inventato. Ma è così.

Tu non puoi mutare il corso delle stagioni ma puoi prepararti per il momento in cui spunterà il sole.

Sono d'accordo con quanto scritto da tutti (in particolare da LocoEmotico) sul fatto che è meglio tu non faccia nulla. Forse però dovremmo spostare il focus da lui a te, perché mi sembra di intravvedere che tu non viva benissimo il fatto che lui non sia dichiarato, al punto che (nella frase che ho citasto sopra) sembri ventilare addirittura l'ipotesi che la vostra storia possa terminare per questo motivo. Sarebbe interessante, se ti va, capire come mai ti preoccupa così tanto la situazione del tuo ragazzo (che, vista da un punto di vista esterno, non è così strana, data anche la sua giovane età).

 

 

Sto frequentando da quasi due mesi un ragazzo; io compio 26 anni tra un mese, lui invece ha solo 20 anni. E' il ragazzo migliore che abbia mai conosciuto: bello, dolce, affettuoso, intelligentissimo e pieno d'interessi.

 

E allora blocca questi tuoi progetti di forzatura, se tieni davvero così tanto a lui. Dopo soli due mesi se continui a fargli il lavaggio del cervello finirà per rompersi e sentirsi obbligato a qualcosa che ancora non ha il coraggio di fare e addio bel twinkino 20enne. Che poi ci dici che non è neanche sto strafissato con la discrezione e riservatezza, tanto da tenervi per mano e farsi accogliere nel tuo gruppo di amici e allora a te che cambia se lo dovesse dire a qualche suo amico?

 

 

 

Quando avevo vent'anni, almeno i miei più cari amici lo sapevano già e stavo iniziando a dirlo a tutti gli altri.

 

Ma non puoi fare i paragoni con te, siete due persone distinte con la propria testa e storia, a ognuno la propria strada per il CO...pensa a viverti questa bella storia e rispettatevi che poi il suo CO lo farà con molta più gioia.

davydenkovic90

uhm... io ho in forte sospetto chi apre topic per "aiutare altri". secondo me c'è una qualche paura nascosta (neanche tanto bene) del nostro Marius nei confronti di questo nuovo rapporto che sta vivendo. Forse sarebbe più semplice impostare una discussione se tu riproponessi tutto il topic dal tuo punto di vista e tu dicessi chiaramente il TUO problema, invece che relegare alle ultime poche frasi la richiesta che faresti a Nascia prandi:

 

 

 

Mi chiedo se in queste condizioni possa essere capace di innamorarsi di me,  Secondo voi sbaglio qualcosa? Consigliate qualche strategia?

 

lo ti ho detto, nel mio precedente intervento, che hai pescato il gay 20enne standard, cioè, ci sono tanti ragazzi con queste caratteristiche (sia gay che etero) e che non mi pare che abbia comportamenti così eccezionali o particolari da giustificare tue preoccupazioni eccessive o da giustificare un tuo metterti in moto per risolvergli determinate questioni che solo lui può decidere e affrontare.

Tu puoi semplicemente frequentarlo e vedere se fra di voi può durare oppure no... non possiamo dirti se durerà, quanto durerà, se veramente gli piaci tu o se ha solo bisogno di una consolazione momentanea... Sicuramente se tu vali qualcosa e a lui piace passare il tempo insieme a te, rimarrà con te. Come tu rimani con lui per gli stessi motivi, altrimenti la storia finirà, come accade spesso. 

Non penso si possa dire molto altro. 

Il discorso coming out e rapporto con gli amici e con la sua vita in generale non ti riguarda più di tanto... non sei suo marito, vi conoscete da due mesi.

Inoltre non ho capito il discorso dell'età... lo stai sempre a puntualizzare ma in effetti non è così tanta la differenza... tu hai 26 anni e lui 20, non siete coetanei ma nemmeno si può parlare di gap generazionale...

Da come ne parli a volte sembra che lui abbia 12 anni e tu 45... e che tu avevi 20 anni nell'82 quando Loredana Bertè cantava "non sono una signora".

Edited by davydenkovic90

Non so bene cosa scrivere eprché di mio tendo a non stringere legami approfonditi con ragazzi non dichiarati, o perlomeno finora non mi è mai capitato; in effetti lo troverei anacronistico, mi impressionerebbe troppo e lo sentirei come una "retrocessione" davvero insensata del mio modo di vivere. Purtroppo ci sono quelli che sono dichiarati con gli amici ma a trent'anni non sono ancora dichiarati in casa e lo scopri dopo parecchio. Da evitare come la peste.

San Roger, non è un reale problema il fatto che non sia dichiarato.
In passato lo era, infatti ho sempre fatto le considerazioni di Sampei: non volevo avere a che fare con i non dichiarati.
Ma dopo aver fatto uno strappo alla mia regola ho cambiato idea totalmente, non mi sento retrocesso anche perché non è uno che non si accetta.
È solo meno libero. Ad esempio, quando andiamo nei posti dove è solito andare coi suoi amici sembra preoccupatissimo a guardarsi intorno per vedere se conosce le persone che ci circondano. 

Però ci va lo stesso, cosa non da poco per un ragazzo non dichiarato.
Quando dicevo che "sta a me decidere se avere pazienza" intendevo solo dire che in realtà ho pazienza.

Sì, probabilmente avete ragione: il problema è più mio che suo.
E finora ho sempre lasciato le cose come stanno andando senza farmi troppe domande.
Forse il mio pessimismo degli ultimi giorni mi fa temere che dopo un po' possa lasciarmi, quasi come se io possa stare con lui solo perché ci siamo trovati in una brutta fase della sua vita. 
Ma meglio prendere tutto con meno paranoie da parte mia e vivere questo rapporto finché dura.
Ha ragione di brutto @@davydenkovic90!
 

 

Okay in pieno periodo Tao-renaissance, però qualche parolina te la consiglio di tutto cuore. Primo: l'unico modo per aiutarlo, è non aiutarlo. Se tu lo sproni, se tu lo inciti, se tu lo stimoli, sarai tu ad ottenere quel risultato, e non lui; sarai tu ad averlo spinto a fare CO, e non sarà un suo processo; sarai tu ad averlo forzato, in un'ottica che per te è buona e propositiva, dimenticando quale è quella strada lastricata di buone intenzioni. Secondo: sii disinteressato. Se tu indirizzi le attenzioni su di lui con un fine specifico (farlo sentire più apprezzato e cose così), lui capirà/sentirà/intuirà che non sei sincero. Anche se lo fai per scopi nobili, non arriverai ad intaccare le sue paure e le sue debolezze perché, al contrario, potrà percepire in te un nemico che gli forza la mano (anche se a fin di bene, torno a ripetermi). Terzo: sii te stesso. Amalo, se vuoi amarlo, per quello che è. Non cercare di cambiarlo perché a te sembra che sia più forte o perché tu sei convinto che possa fare meglio di così: ama le sue fragilità come le sue capacità a letto, rispettale e portale in palmo di mano. E in quel momento lui cambierà. (Stasera mi sento quasi new age )

Avete assolutamente ragione tu ed Efestione. Per questo farò tesoro di questi consigli... magari mi va come è andata ad Almadel ;)

Edited by Marius
  • 5 months later...

Ieri mi sono riconnesso al forum dopo molto tempo dall'ultima volta e ho riletto questa discussione che avevo aperto. 
Non so se debba aprire un nuovo topic, ma forse è meglio scrivere di nuovo qui.

Ormai sono quasi 9 mesi insieme!

Molte cose sono cambiate: ci amiamo decisamente, ci conosciamo molto meglio e abbiamo un legame fortissimo.
Saremmo una coppia perfetta se non fosse che la situazione descritta da me a inizio gennaio non è cambiata, nonostante gli abbia fatto sempre notare il mio sostegno e non lo abbia mai particolarmente spronato a fare coming out.
Mi parla spesso dei suoi amici e mi racconta tutto ciò che fa durante le sue uscite in loro compagnia, ma non conosco nessuno di loro.
Adesso che a Giugno ha concluso gli esami sta uscendo coi suoi amici anche 2-3 volte alla settimana e un po' mi sento escluso.

Siamo nel 2016 e non è possibile che una coppia che sta da tanto insieme vada avanti così, senza che io non conosca persone che fanno parte attiva della sua vita.
Poi anche se brilla molto più d'energia rispetto allo scorso anno, lo vedo ancora un po' malinconico a volte e penso dipenda anche da questo.

Ho paura che oltre alla paura che prova del CO non gli vada nemmeno di presentarmi a loro perché, da quanto mi racconta, i suoi amici sono molto diversi da me e probabilmente (anche se non me l'ha detto) teme che io non piaccia molto a loro.
In tal caso mi starebbe prendendo un po' in giro, in pratica... e infatti spero di sbagliarmi almeno su questo.

La nostra relazione probabilmente è durata solo perché ho sopportato questo limite che lui ha posto e lui è riuscito a trovare un equilibrio e una sua serenità così. 
Un altro forse non avrebbe mai accettato queste condizioni e non sarebbe iniziata... invece io sì, ci siamo poi innamorati e nessuno dei due riesce a stare senza l'altro. Ma ora vorrei un passo avanti.
Ultimamente gli ho parlato di come vivo io tutto ciò e non mi è sembrato molto interessato a risolvere questo problema.
Sarà più sereno così ma ciò va a mio discapito. Dovremmo trovare un punto d'incontro, invece non lo vedo.
Mi sono leggermente arrabbiato con lui, perché gli ho dato dell'egoista. 
E in risposta l'ho visto molto rattristato, indifeso e più distante da me.
Dice che ha provato ad accennarlo a una sua amica ma che poi non è riuscito ad andare avanti con l'argomento. 
E che non si sente pronto, anche se vede come ciò limiti la nostra relazione.

Cosa posso fare?
So in fondo che la soluzione sarebbe lasciarlo, con eventualmente anche una speranza che faccia finalmente CO per tornare con me. 
Ma non voglio percorrere questa strada.

SerialHenry

Parla con lui quando ne ha bisogno e lascialo vivere con i suoi tempi.

 

Pochi giorni fa il mio ragazzo mi ha chiesto "secondo te mio papà è pronto?". Io gli ho risposto "sei tu che devi essere pronto perché solo così potrai farlo capire. Se tu sarai pronto allora saprai come parlargli e saprai come affrontare eventuali difficoltà.

@@faby91, Non lo mollerò perché lo amo e perché non credo troverei mai qualcuno come lui.
Poi confido in un suo superamento di questa situazione: rispetto ai primi mesi che eravamo insieme ha migliorato un pochino la sua autostima e con me non è più minimamente insicuro. Lo vedo migliorato per molti aspetti, quindi perché non dovrebbe arrivare anche lì?

Riconosce l'importanza del coming out. Ha desiderato tanto andare al Pride senza che sia mai stato io a proporglielo, ma poi non siamo andati perché aveva un esame pochi giorni dopo e poi anche perché aveva paura di sentirsi in ansia in quanto ancora nell'armadio.
Sempre che io non sia il problema per lui senza che io ne sappia niente.
Capita anche questo: a giudicare dai miei ex, non sempre l'amore dimostrato a parole e nei fatti è veramente sincero e profondo.
Un segnale d'allarme sta nel fatto che un giorno mi ha detto che non saprebbe se preferirebbe farmi conoscer prima ai suoi genitori o ai suoi amici.

Purtroppo non è perfetto, ma a parte questo difetto e l'annessa sua testardaggine davvero mi va bene tutto di lui...
Quindi devo per forza tollerare questo difetto. 
Forse se va da una psicologa (femmina secondo me è meglio) ha un aiuto in più: durante il liceo ci andai per qualche mese e parlarci mi aiutò decisamente ad accettare la mia omosessualità.
Proverò a proporgli questa soluzione, anche se conoscendolo non la accoglierà anche perché lui e la sua famiglia non nuotano nell'oro e si sentirebbe in colpa nel chiedere soldi per sedute dallo psicologo.

@@SerialHenry, Il tuo è l'approccio giusto. Devo essere paziente. 
Lo sono di solito... solo ultimamente mi faccio trasportare da questi sentimenti.
 

se lo ami e ci tieni a lui e alla sua felicità non devi fare nulla, attendi e  l'amore farà il resto :aha:

 

consiglio disinteressato: non martellare sempre e comunque sullo stesso argomento a parte diventare antipatico finisci per  fracassargli i coglioni... 

Edited by Zafkiel

Concordo sul fatto che quello di tenere la propria vita a "compartimenti stagni" (la coppia, gli amici, la famiglia) è un problema di chi non è dichiarato e ancora non del tutto risolto...è un processo che può essere anche molto lento. Lui si sente al sicuro solo in alcuni frangenti e in altri no (vedi il discorso dei suoi amici), non vuole affrontare apertamente l'argomento...non è facile e credo che se lo ami davvero tu debba farci i conti. Non dico rassegnarti completamente, però devi convivere con la cosa e venire a patti definitivamente con la consapevolezza che non sarà una risoluzione alla tutto e subito. Se senti di non riuscire a reggere, fatti due domande. Mi viene da dire però che da quanto racconti dei progressi li ha fatti: ci sono persone che si chiudono ermeticamente e di progressi sociali/nell'accettazione ne fanno realmente pochi, da un certo punto di vista puoi essere ottimista (ma con cautela).

Queste le uniche cose che mi sento di dirti.

 

Sul fatto della malinconia: è un lato del suo carattere, evidentemente, tende a essere così e in questo caso capisco meno la tua incapacità di tollerarlo. In questo caso c'è poco da fare, non puoi snaturarlo se tende ad adombrarsi di tanto in tanto.    

davydenkovic90

 

 

se lo ami e ci tieni a lui e alla sua felicità non devi fare nulla, attendi e  l'amore farà il resto   consiglio disinteressato: non martellare sempre e comunque sullo stesso argomento a parte diventare antipatico finisci per  fracassargli i coglioni... 
 

Esatto.

Secondo me qui il problema è ancora la tua paura che lui ti lasci... ed è una paura comprensibile: lui è più giovane, ha altri giri, chi lo sa, se domani conosce qualcuno che gli piace più di te, forse ti pianta in asso.  (ma questo è il rischio di tutti quelli che vivono delle relazioni).

I suoi amici, secondo me, sono i SUOI, appunto, e non i tuoi. Non puoi intrometterti nel rapporto che c'è tra di loro, né capirlo fino in fondo, da fuori.

Credo di aver capito che, conoscendo i suoi amici, avresti una sorta di "garanzia di serietà" del vostro rapporto, che è ciò che stai cercando. Quindi la tua preoccupazione non è che lui stia bene o male nel fare o non fare coming out, quanto che il vostro rapporto sia per lui poco importante. Sbaglio?

Io ho conosciuto qualche amico del mio ragazzo, ma è stata solo una cosa in più, non importante né influente nel nostro rapporto, nel senso in cui lo intendi tu. Anzi, spesso ho tenuto molto a precisare, con lui, che i suoi amici dovessero rimanere prima di tutto rapporti suoi, che lui deve vivere indipendentemente da me e quindi non per forza pensare che io debba sempre uscire o andare d'accordo coi suoi amici o diventare a mia volta loro amico, o che loro non parlino male di me, o cose simili. 

Se non sente di presentarti o di dichiararsi avrà i suoi motivi. Sii sicuro di te stesso e del rapporto che avete e non rovinarlo con stupide ansie. I problemi che ha lui, come ti dissi già mesi fa, sono i problemi che hanno in tanti, specie da molto giovani, e ognuno ha i suoi tempi per risolverli. Non farglieli pesare come se fossero chissà quali macigni che pesano sulle vostre vite, perché non è così e rischi di ottenere l'effetto contrario a quello che vuoi ottenere. 

Edited by davydenkovic90

@@davydenkovic90, Sì, c'è la paura che mi consideri poco importante.
Se fossi davvero importante probabilmente non vedrebbe l'ora di presentarmi a loro, nonostante il problema del coming out. No?
Invece forse non mi presenta, secondo me, perché io sono troppo "bravo ragazzo" mentre i suoi amici sono un gruppetto molto vario: una volta sono pure andati in un centro sociale...Ogni tanto capita che si fumino canne (per fortuna che con me non lo fa)... mi ha detto che alcuni suoi vecchi conoscenti in passato hanno pure provato altre droghe.
Vorrei anche capire come si muove all'interno di esso, se è dolce e indifeso come lo è con me... E mi dà un po' fastidio che non conosca tutta questa parte della sua vita.
Poi c'è anche un po' di gelosia perché potrebbe sempre conoscere qualche altro ragazzo gay però ecco, non credo mi tradirebbe mai.
 

Ovviamente credo starebbe anche meglio se lo dicesse. Per me è stato così e conoscendolo sono certo che gli farebbe bene.
Ma nonostante tutto avete ragione voi sull'approccio da utilizzare. Cercherò di tenerlo tranquillo anche perché effettivamente più gliene parlo peggio è.
Comunque grazie a tutti dei consigli, davvero. Avete capito tante cose! 

guarda il lato positivo, no? :aha: proprio perchè ti ama non vuole portarti su una cattiva strada da dipendenza. Volendo vuole preservare la tua "innocenza" :sisi: questo non è love? 

probabilmente il tuo interessamento alla sua cerchia di amici è dovuto a un motivo molto semplice :aha: temi la noia e la monotonia e la routine.

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