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Il familismo rosso


Rotwang

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La Stampa

 

Spiazzante, inattesa e destinata ad affiorare, c’è anche una “resistenza” di sinistra - di una parte della cultura marxista e di quella femminista - alla legge sulle unioni civili. Un “familismo rosso”, che si declina in due filoni diversi ma con punti di attacco simili. Riserve significative arrivano anzitutto da due degli intellettuali più autorevoli della tradizione culturale del comunismo italiano, come Giuseppe Vacca, presidente dell’Istituto Gramsci e come Mario Tronti, padre dell’operaismo italiano degli anni Settanta, oggi senatore del Pd. Sostiene Vacca: «Non bisogna dimenticare che la radice dell’umanità è naturalmente duale, uomo e donna. Il buon legislatore non può che tutelare la vita e quindi la sua riproduzione». E quanto a Tronti, la sua firma compare assieme a quella di altri trenta senatori del Pd, non tutti cattolici, che chiedono lo stop alla stepchild adoption.

 

Di radici culturali diverse, ma sempre di cotè sinistro è invece la posizione contro l’utero in affitto promosso dall’area “Se non ora quando” e dunque da alcune femministe storiche come Dacia Maraini, da personaggi come Stefania Sandrelli, l’ex ministro Livia Turco, Simona Izzo, che hanno sottoscritto un documento, ancora aperto alle adesioni, che dice testualmente: «Siamo favorevoli al pieno riconoscimento dei diritti civili per lesbiche e gay, ma diciamo a tutti, anche agli eterosessuali: il desiderio di figli non può diventare un diritto da affermare a ogni costo».

Dunque, due filoni diversi tra loro. Le riserve di due intellettuali di cultura comunista del calibro di Vacca e Tronti arrivano da lontano, da una radice che ha avuto una profonda influenza nella storia politica italiana, la radice del realismo incarnata dal leader del Pci Palmiro Togliatti che nel dibattito sulla Costituente nel 1947 disse: «Per noi la semplice unione dell’uomo e della donna non è condizione sufficiente per la formazione della famiglia … la famiglia per noi esiste soltanto quando è fondata sul vincolo matrimoniale». Una impostazione pragmatica e tradizionalista ripresa da Enrico Berlinguer nella sua opposizione al referendum sul divorzio del 1974, sostenuto invece dalla corrente libertaria della sinistra italiana, quella radicale e socialista.

 

Ora la radice “familista” ritorna, anzitutto nelle riflessioni di uno storico come Beppe Vacca, che peraltro non ha certo pregiudiziali su Matteo Renzi: «La regolazione legislativa dei rapporti eterosessuali ma anche omosessuali non può prescindere da una priorità: il diritto alla vita e alla riproduzione del genere umano, assicurati dall’unione di un uomo e una donna. È la tradizione millenaria della famiglia, dal Medioevo in avanti: la famiglia naturale è il prodotto della storia: prima il sovrano e oggi il legislatore ne prendono atto. Anche riconoscendo i diritti alle coppie di fatto omosessuali, con una sorta di welfare, in materia di assistenza, eredità. Mentre la possibilità di adottare bambini è questione più delicata».

 

Più delicata anche per Mario Tronti, negli anni Sessanta intellettuale di punta della nuova sinistra e oggi senatore del Pd. Il suo nome si è “perso” perché associato a quello di altri trenta senatori del Pd, quasi tutti cattolici e contrari alle adozioni per le coppie gay. Personaggio appartato, Tronti dice: «Prima di pronunciarmi definitivamente preferisco capire tecnicalità e configurazione del testo. Ma ho sottoscritto quel documento e non ho cambiato idea». Documento firmato anche da senatori di formazione laica. Come Vannino Chiti che su Facebook scrive: «Non esiste il diritto di una famiglia, né etero né omosessuale, ad avere un figlio, bensì il diritto del minore a vivere possibilmente nella sua famiglia e comunque ad avere una famiglia. Il bambino è soggetto di diritti, non un mero oggetto di desiderio».

Edited by Rotwang
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ZIOMAIALE qualcuno glielo vuole dire che non c'è nemmeno un articoletto del DDL che parla di adozione o maternità surrogata?

 

Ci lavorano ogni dannato giorno in quel fottuto parlamento, le maledettissime carte che tanto aborrono ce le hanno davanti agli occhi, Figaddio.

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"il bambino che non esiste ha diritto a non esistere pur di non nascere attraverso la gpa"

 

fantastic

 

la verità sul familismo rosso è che è un familismo rosa, mischiato col bianco dc, perchè di atei mangiapreti,  ormai, non ce ne sono più

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Non mi risulta che il PCI sia mai stato progressista sulle questioni morali o sui diritti civili, quindi nessuna novità. Quella di una parte di "Se non ora quando" invece è una questione di vetero-femminismo: lo spettro della mercificazione del corpo femminile porta perfino a negare il principio "l'utero è mio e me lo gestisco io".

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Come Vannino Chiti

 

Di tutto l'articolo salverei questo riferimento, che stranamente arriva

in fondo, essendo l'autore dell'articolo invece un cronista parlamentare.

 

Invece di parlare di Vacca, Tronti e Maraini, si dovrebbe o potrebbe parlare

di un eco di questo indirizzo ( antico e questi personaggi lo testimoniano ) in

Bersani e nei Bersaniani e nella loro proposta di mediazione, che però non viene

respinta da Marcucci e Renzi come qualcosa di "vecchio" e "marxista", bensì

accolta come possibile "mediazione"

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ZIOMAIALE qualcuno glielo vuole dire che non c'è nemmeno un articoletto del DDL che parla di adozione o maternità surrogata?

Vale, per loro, quella grande massima del "gli entra in culo ma in testa no".

Peccato che non ci sia più posto, negli istituti per quelli come loro.

 

Evviva i rossi lalalà

Tu, zittah.

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