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Co-genitorialità


Uncanny

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La co-genitorialità (in inglese "co-parenting") pare sia la nuova frontiera dell'essere genitori e del mettere su famiglia.

 

In cosa consiste? In breve due o più persone si mettono d'accordo per avere un figlio e crescerlo insieme in una famiglia non convenzionale.

Nel caso di due persone si tratta di due single, ad esempio un gay e una lesbica, che decidono di avere un figlio insieme da crescere.

Nei casi di tre o più persone, esclusi i pochi casi di poliamore, non tutte le persone coinvolte sono legate da un rapporto sentimentale: possono essere amici o persone conosciute su piattaforme online apposite.

 

I co-genitori possono scegliere se vivere insieme o separati e il metodo più usato per il concepimento è quello della fecondazione assistita in una clinica per la fertilità.

Le modalità e combinazioni possibili per formare queste "famiglie moderne" sono moltissime e la co-genitorialità è una grande opportunità in particolare per coppie gay e lesbiche: le famiglie così formatesi possono variare per numero, orientamenti sessuali, bilanciamento uomini-donne, etc...

 

E' una realtà presente anche in Italia: esiste infatti Co-Genitori.it, un sito di piccoli annunci di ricerca di co-genitori e donatori di sperma per tutti, impostato come un forum dove i messaggi vengono suddivisi in tre categorie: co-genitorialità, donazione di sperma e omogenitorialità.

 

Segnalo un paio di casi particolari rilevanti che avevo letto in degli articoli online tempo fa:

- In Olanda un trio gay si è messo d'accordo con una coppia lesbica amica per crescere un unico figlio tutti insieme e dal punto di vista giuridico si sono aggiustati come hanno potuto: https://www.vice.com/it/read/queste-cinque-persone-stanno-per-avere-un-figlio-insieme-289

- Nella British Columbia in Canada addirittura si possono registrare tre genitori sul certificato di nascita del figlio, come ha fatto questa coppia lesbica con un amico che ha messo il seme e sarà a tutti gli effetti terzo genitore: http://www.cbc.ca/news/canada/british-columbia/della-wolf-is-b-c-s-1st-child-with-3-parents-on-birth-certificate-1.2526584

 

Voi cosa ne pensate?

Edited by Uncanny
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Il requisito basilare è che il bambino goda di stabilità, di equilibrio e che percepisca tangibilmente un riferimento solido a cui potersi affidare.

Per il resto, basta che ci siano amore, educazione e rispetto.

 

Penso si tratti di una soluzione largamente migliore rispetto ad altre infelici fattispecie, e come tale meriterebbe consensi, a patto che il nucleo familiare fornisca, come già espresso, un riferimento equilibrato.

 

Sarebbe a mio avviso preferibile, inoltre, che ci fosse un legame affettivo tra i due co-genitori, un legame affettivo tale per cui l'unione non sia dettata meramente da rapporto finalizzato al figlio bensì, a monte, dalla volontà di costituire un nucleo stabile che si fondi sull'amore dapprima sui co-genitori, e di riflesso sul figlio affidato.

Edited by Laen
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Da omosessuale sono fiero (forse è una parola grossa) della mia identità, che ho accettato gradualmente, e riterrei che andare con una donna (lesbica o etero che sia) sarebbe un po' come adeguarmi a certe convenzioni, venire meno alla mia natura profonda.

Per avere un bambino?

No, preferisco non averlo. non ce l' ho il senso di paternità.

Ma a parte questo non accetterei mai di avere un figlio da una donna ; e siccome si possono avere figli solo da donne non avrò mai un bambino. Ma non me ne dispiaccio, anzi, ripeto, sono soddisfatto della mia condizione.

non dico che mi amo, ci sono ancora momenti che rimpiango questo mio limite,

ma poi dico che in realtà è un gran vantaggio.

 

Questa della genitorialità a tutti i costi è una fissa moderna.

Io ritengo che una persona omosessuale debba accettare la sua condizione e viverla serenamente, non piegarsi alla logica eterosessuale.

Ciò non significa che sono contrario ai matrimoni gay o alle adozioni, anzi io mi batto il petto per far sì che vengano approvati anche in Italia.

Solo non voglio che l'omosessuale idealizzi il modello di ''famiglia etero'' e perda di vista le proprie radici, storico culturali.

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Penso quello che si può pensare delle dottrine comuniste, che non sono necessariamente marxiste, sui beni d'interesse economico:

in teoria filano tutte lisce, in pratica si sono rivelate inattuabili o, quando attuate, produttrici di squilibri ben maggiori di quelli cui avrebbero voluto rimediare.

 

Probabilmente la reciproca utilità, sempre che si ammetta che ci sia un'utilità....., del legame tra genitore e figlio dipende necessariamente da un vincolo tanto stretto, che non sopporta una moltiplicazione di soggetti oltre quei due che per evento naturale o per sua imitazione producono la prole.

Una "genitorialità" moltiplicata credo equivalga ad una "non genitorialità".

Semmai si potrebbe disquisire sull'utilità del legame tra genitore e figlio, cioè della "genitorialità" in sé:

ricordo che Platone nella sua Costituzione, estremizzando il modello spartano, propose un modello alternativo a quello più diffuso non solo in Grecia, estromettendo i genitori naturali dalla vita dei figli posteriore all'evento del concepimento ed affidando l'allevamento e l'educazione dei bambini alla cura pubblica ed in particolare a quella dei sapienti rettori dello Stato.

Edited by Mario1944
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le comuni frikkettone andavano negli anni 60-70 (l'epoca del flower power, l'immaginazione al potere, eccetera).

sta versione 2.0 mi pare un tantinello fuori tempo storico!

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Dal mio punto di vista è tutto molto semplice.

Non si diventa genitori solo perché lo si desidera ma è necessario che molte condizioni siano presenti perché questo avvenga.

Un presupposto a mio parere fondamentale è una progettualità seria e matura che mi sembri manchi nella descrizione che fai.

Da come la racconti, sembra che la co-genitorialità sia solo una patto di convenienza tra due o più adulti col fine unico di realizzare a tutti i costi un proprio sogno.

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Sulla carta ha logica, ma in realtà ben pochi vorrebbero condividere il loro figlio con estranei/amici o dargli un quadro familiare così ampio. E che torto vuoi dargli?

Se i gay di tutto il mondo avessero diritti e gpa non staremmo qui a fantasticare di co-genitorialità. Soluzione fattibile, ma che dev'essere terribilmente più frustante e complicata di ciò che appare. Inoltre se fosse una soluzione attuata da etero, la troverei anche una cosa da immaturi...

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Io però distinguerei i due casi.

 

Un conto sono due single che decidono di fare un figlio insieme

e un conto sono due coppie (o una coppia e un trio) che lo fanno.

 

Il primo caso mi sembra fattibile più in teoria che in pratica, come dice Mario44;

perché a un certo punto uno dei due si fidanzerà e la cosa non sarà molto diversa

rispetto a una normale famiglia con genitori divorziati.

 

Anche il secondo caso è più un'ipotesi che una realtà concreta;

per il fatto che per le lesbiche è enormemente più facile fare un figlio da sole

e non c'è un vero motivo - tranne quello del famoso "modello maschile" -

per fare un simile progetto insieme a dei maschi gay.

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Da come la racconti, sembra che la co-genitorialità sia solo una patto di convenienza tra due o più adulti col fine unico di realizzare a tutti i costi un proprio sogno.

 

Forse da come l'ho descritta ne è uscita fuori un'immagine troppo negativa.

Secondo me la co-genitorialità ha due facce: una che non apprezzo e l'altra che ritengo possa essere giusta.

Quella che non apprezzo è la stessa a cui fai riferimento tu, cioè un patto di convenienza fra due o più sconosciuti che magari si sono conosciuti appositamente su piattaforme online per avere un figlio da condividere senza che intercorra un legame affettivo di amicizia fra le parti (che però comunque potrebbe anche e probabilmente emergere in un momento successivo).

Inoltre giudico negativamente la possibilità che i co-genitori vivano separati perché il bambino verrebbe sballottato da una casa all'altra in una modalità del tipo: una settimana sta con me/noi, quella dopo con te/voi, poi di nuovo con me/noi e poi di nuovo con te/voi, etc...

Ci saranno ovviamente momenti per stare tutti insieme, ma ho l'impressione che possa capitare uno massimo due giorni alla settimana.

E' simile alla situazione dei genitori divorziati e non credo che questa sia ottimale per la crescita di un bambino.

 

Giudico positivamente invece la possibilità di co-genitorialità nel caso in cui le parti siano legate da forte amicizia e che vivano sotto lo stesso tetto o che almeno siano vicini di appartamento/di casa.

Penso che se desiderassi fortemente poter crescere un bambino, fossi già abbastanza avanti con l'età e avessi una cara amica lesbica o coppia lesbica, potrei seriamente pensare di avere con lei/loro un figlio da crescere insieme, sia che io sia single sia che sia in coppia.

Dovrebbe quindi sussistere un forte legame affettivo con queste persone con cui in fondo condividerò la crescita di un bambino.

 

Rimane il dubbio se per un bambino avere più di due genitori e quindi figure di riferimento possa essere dannoso, ma francamente non credo proprio e anzi, magari per il bambino potersi confrontare con più di due persone nella crescita potrebbe essere positivo.

Più persone = più amore, più attenzioni, più punti di vista, più persone diverse con cui confrontarsi nella propria crescita ed essere quindi più aperto alla diversità.

 

 

Il primo caso mi sembra fattibile più in teoria che in pratica, come dice Mario44;

perché a un certo punto uno dei due si fidanzerà e la cosa non sarà molto diversa

rispetto a una normale famiglia con genitori divorziati.

 

Appunto si può partire da una situazione con due single per poi evolvere in un 2+1, 1+2 o un 2+2.

Fatto sta che il nucleo originario e fondamentale sarebbe l'1+1, penso che le "aggiunte" sarebbero più "di contorno" rispetto ad un nucleo originario in cui si parta già con un 2+1 o un 2+2, perché in questi casi sarebbe molto più consolidato il rapporto con il bambino e la genitorialità condivisa.

 

Leggevo ad esempio tempo fa di questa top model danese, Josephine Skriver, che è nata nel '92 e cresciuta da un padre gay e una mamma lesbica ed ora è attiva nella sensibilizzazione per la genitorialità omosessuale.

Riporto un paio di passaggi da quest'articolo: http://www.blogdimoda.com/josephine-skriver-nata-dalla-fecondazione-in-vitro-si-batte-per-i-diritti-dei-gay-38979.html

- I suoi genitori, madre lesbica e padre gay, si sono conosciuti tramite un annuncio postato dalla madre di lei che, non avendo rivelato la sua sessualità alla famiglia, cercava un uomo omosessuale da sposare e con cui mettere su famiglia. Sia Josephine che il fratello minore sono nati tramite la fecondazione in vitro.

- La modella ha poi mostrato delle foto della sua infanzia meravigliosa, come lei stessa ha dichiarato nel video, parlando del rapporto con i suoi genitori e con i rispettivi partner di essi: “sia mio padre che mia madre si sono risposati, adesso ho anche due genitori bonus. Agli occhi degli altri la mia non è mai stata una famiglia del tutto normale, io ho comunque avuto un’infanzia meravigliosa”.

Ha rilasciato un'intervista a riguardo ( https://i-d.vice.com/en_gb/article/josephine-skriver ) e si è raccontata in un video:

 

Anche il secondo caso è più un'ipotesi che una realtà concreta;

per il fatto che per le lesbiche è enormemente più facile fare un figlio da sole

e non c'è un vero motivo - tranne quello del famoso "modello maschile" -

per fare un simile progetto insieme a dei maschi gay.

Infatti penso che questa sia una possibilità più comune nelle coppie maschili che vogliono un figlio e che si mettono d'accordo con una cara amica o due amiche.

Sicuramente quest'ultime potrebbero arrangiarsi, ma appunto la differenza rispetto al caso che riporti tu è che vorrebbero permettere anche alla coppia di uomini amica di poter essere genitori, e quindi, se veramente desiderose di aiutare questa coppia, il figlio non se lo farebbero da sole.

Poi anche farselo da sole non sarebbe così facile: o hai soldi da spendere per andare all'estero a fare un'inseminazione eterologa (che ad esempio in Spagna dovrebbe costare sugli 8000-9000 euro), o dovresti finire a letto con uno sconosciuto senza l'uso di protezioni, evitare poi che rivendichi la paternità perché verrà avvisato della nascita e infine trovare il modo per spiegare a tuo figlio, una volta cresciuto, che suo padre è uno sconosciuto con cui sei stata a letto e che non si è mai fatto più vedere, senza che abbia dei traumi per ciò.

 

N.B. Chiaramente faccio riferimento ad una situazione come quella italiana in cui non siano possibili né l'adozione né la possibilità di fecondazione artificiale per gay e lesbiche.

Se esistessero quasi sicuramente gay e lesbiche punterebbero su queste invece che sulla co-genitorialità.

Edited by Uncanny
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