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CO con famiglia, per un bisex è necessaria?


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Dell'omosessualità o eterosessualità come della bisessualità comprovata o di una relazione omo o etero certo che si può parlare. Poi c'è chi è più riservato e chi meno (a prescindere che si accetti o abbia complessi di inferiorità o altri problemi, o meno).

Quoto.

"Fare CO" e "Condividere fino all'ultimo dettaglio la mia privata privata se non addirittura intima con i miei genitori" non sono affatto sinonimi.

Quoto.

"Fare CO" e "Condividere fino all'ultimo dettaglio la mia privata privata se non addirittura intima con i miei genitori" non sono affatto sinonimi.

Ma l'importante è che quando l'altro ti presenta ai genitori non dica "questo è un mio amico.." :asd:

Dragon Shiryu

 

 

"Fare CO" e "Condividere fino all'ultimo dettaglio la mia privata privata se non addirittura intima con i miei genitori" non sono affatto sinonimi.

 

verissimo! e io ne so qualcosa!

Un co non è mai necessario, serve solo se si vogliono mettere in chiaro le cose: io l'ho fatto con gli amici che ritengo importanti, altri conoscenti lo sanno ma non perché gliel'ho detto esplicitamente e in famiglia non ho parlato con nessuno ma tutti lo immaginano, semplicemente non ho bisogno di dirlo per ora, nessuno mi chiede nulla non tanto per non affrontare l'argomento ma perché sanno che le mie cose personali sono mie e decido io a chi e quando dirle...

Nel caso di un bsx si può dire che si è bsx e si può avere sia un ragazzo che una ragazza, basta poco...

Ovvio che se si portano a casa solo le ragazze allora si può anche star zitti...

 

 

Per quanto riguarda il discorso dei bsx "odiati" dai gay è dovuto al fatto che esistono bsx reali e bsx "immaginari" ovvero quelli che sono gay ma dicono di essere bsx così trombano con te poi portano a casa la prima disgraziata che trovano e risultano etero... Neanche da sottolineare che i secondi sono la maggioranza...

davydenkovic90

Anche io ho sempre inteso il "coming out", in una prima fase, come qualcosa che deve esser fatto per semplificarci la vita, non per complicarla. 

O magari per complicarla lì per lì (dato il clamore) ma poi semplificarcela a lungo termine....

Non penso che il coming out vada fatto in questo specifico caso del topic.

Poi quando non ci sono più di questi piccoli dubbi o problemucci, uno si può comportare anche come fanno gli etero più spudorati ed esibizionisti. Anzi, l'obiettivo deve sempre essere quello: vivere tranquillamente la propria omosessualità e non "auto-censurarsi" mai, nonostante la società non sia abituata (anche per un fatto di probabilità statistica) a vedersi di fronte coppie gay e delle volte ha reazioni un po' strane o brutte

Edited by davydenkovic90

 

 

Per quanto riguarda il discorso dei bsx "odiati" dai gay è dovuto al fatto che esistono bsx reali e bsx "immaginari" ovvero quelli che sono gay ma dicono di essere bsx così trombano con te poi portano a casa la prima disgraziata che trovano e risultano etero... Neanche da sottolineare che i secondi sono la maggioranza...

 

Esatto la stagrandemaggioranza sono del secondo tipo.

Sto leggendo di tanti CO con la famiglia per tante persone gay, con varie problematiche ecc...

 

Mi sorge il dubbio, ma  per una persona bisex (o pansex quale il sottoscritto) è veramente neccessario fare CO con la famiglia? O meglio,  è veramente necessario togliere il beneficio del dubbio alla famiglia finchè non  si trova una persona dello stesso sesso e tralasciare  nel caso di sesso opposto? E siamo sicuri che il fatto di poter evitare il CO non influisca sulla scelta dello stesso ragazzo/a sulla scelta del partner?

 

Non mi sento in dovere di fare CO coi miei perchè non ho un buon rapporto con loro, se lo avessi probabilmente lo direi. A chi mi conosce in gran parte l'ho già detto, se l'argomento sessualità viene fuori in una conversazione, io lo dico che sono bisex. Nella mia famiglia certi argomenti sono tabù, quindi non lo affronteremo mai. Se mai avessi una relazione stabile gay, presenterei il mio compagno ai miei con naturalezza.

Se sei bisex lo sei e basta, aspettare di fare CO, fino a quando instauri una relazione con uno del tuo stesso sesso, sarebbe ipocrita, non ti sentiresti libero.

Il fatto di non fare CO senz'altro infuenza le scelte del ragazzo, perchè se si mette con una ragazza nessuno ha niente da dire, se si mette con un ragazzo, deve "spiegare" tutto a tutti, quindi meglio mettere le carte in tavola, e dire che sei bisex, almeno alle persone che frequenti solitamente. Così non devi spiegazioni di alcun genere nel momento in cui guardi un ragazzo o nel momento in cui ti metti con un ragazzo.

Edited by Leon94
BruisePristine

Perdonami ma te lo dice uno che ce l'ha coi bisex: non sono confusi, è un orientamento sessuale, nel Terzo millennio leggere "non sanno da che parte stare" non si può proprio leggere.

e vabbeh, io li chiamo ancora "froci confusi" 

ahahahahaah

 

 

e vabbeh, io li chiamo ancora "froci confusi"

 

Quindi c'è chi rimane frocio confuso per tutta la vita...? okay buono a sapersi visto che più che indeciso sento che mi piacciono entrambi.

 

 

prenderai posizione, soldato.

Nel senso sceglierò una persona? quello sicuramente. Ma dubito che non continueranno a piacermi ragazzi e ragazze. O che non mi masturberò piu con un certo tipo di porno perchè improvvisamente guaritò dall'eterossessualità o dall'omosessualità...

Sto leggendo di tanti CO con la famiglia per tante persone gay, con varie problematiche ecc...

 

Mi sorge il dubbio, ma  per una persona bisex (o pansex quale il sottoscritto) è veramente neccessario fare CO con la famiglia? O meglio,  è veramente necessario togliere il beneficio del dubbio alla famiglia finchè non  si trova una persona dello stesso sesso e tralasciare  nel caso di sesso opposto? E siamo sicuri che il fatto di poter evitare il CO non influisca sulla scelta dello stesso ragazzo/a sulla scelta del partner?

Io so benissimo cosa rispondere. Ma io sono gay.

Tu NicolaB sei abbastanza nuovo sul forum, quindi non saprai cosa ho scritto su questo tema negli anni passati, chi invece mi ha già letto spero non si annoierà mentre mi ripeto...

Trovo fondamentale che a dare questa risposta siano i bisessuali, magari tenendo conto di quello che gli omosex hanno vissuto, delle loro lotte, perché in qualche modo il tema del co ci avvicina molto... ma comunque, una risposta convinta deve darla la comunità bi.

La domanda che ne segue è: dov'è la comunità bi italiana? Trovo assurdo e deprecabile che i bi non riescano a incontrarsi, a parlarsi, a condividere esperienze. Ho letto che negli usa qualcosa si smuove e si formano gruppi di auto-aiuto... ma perché qui da noi no? Ma se perfino gli asessuali riescono a fare comunità, con un sito che è punto di riferimento mondiale... e i bisex sono molti molti di più.

 

Per esempio, parlando con ragazze spesso ho sentito dire che non si metterebbero mai insieme a un ragazzo bisex o anche solo che abbia avuto precedentemente relazioni sessuali con uomini. Non dico sia impossibile trovare una ragazza che ci sta, però già ti elimini una bella fetta di ragazze etero se vai in giro a dire che ti sei preso qualche cazzo... Questo penso che potrebbe essere un piccolo problema (non ne sono certo perché  non sono bisex e non ho mai toccato con mano questo problema, me lo immagino vagamente)

Beh ma un ragazzo ebreo non evita di dirlo solo perché una ragazza che sta corteggiando potrebbe essere antisemita, e questo credo e spero che sia indipendente dal numero percentuale di razziste presenti nella società. E' una questione di principio: se ti piace una ragazza, e speri che lei ti ricambi, lei ti deve ricambiare per ciò che tu sei, non per ciò che appari tenendo nascosta la metà del tuo orientamento. Perché essere bisessuali è qualcosa che si è, e lo si è sempre, non qualcosa che si fa e che è vero solo nel momento in cui lo si fa.

 

Ho già trovato il soluzione di questo problema con le mie ex storiche... rassicurare rassicurare rassicurare e in continuazione.

E' bellissimo che tu ti sia sempre dichiarato con le tue fidanzate, nei blog dei bisex ho letto sempre tanto terrore nel pensare di dichiararsi alle mogli, una paura mista anche a un grande desiderio, per giungere a un grande traguardo di libertà personale nella coppia. Ti faccio i miei complimenti.

 

Davvero se trovaste un ragazzo bisessuale dichiarato vi fareste dei problemi?

Assolutamente no ^^

Credere che la propria omosessualità

sia una cosa che deve rimanere nelle "proprie mutande"

(mentre gli eterosessuali si sposano in pompa magna in mezzo ai parenti)

è precisamente il complesso di inferiorità che ci affligge.

 

Eh già. Perché a furia di sottrazione e di "discrezione" ci si spegne e si fa una non vita, o una vita molto limitata.

Anche gli amici etero che sanno di te spesso nell'adolescenza ti sconsigliano di dirlo ai genitori; mettono in conto preventivamente le possibili conseguenze negative, preferiscono vederti mezzo contento quando sei in compagnia che disperato o depresso perché i tuoi sono disperati e depressi da quando sanno che sei gay.

 

Ma qual è il discrimine tra sincerità e spudoratezza?

Io ricordo ancora il profondo imbarazzo provato quando ho presentato il mio primo ragazzo ai compagni di scuola. Nonostante il supporto dimostratomi, c'era sempre quella paura di essere (di nuovo) malgiudicato, malvisto, ritenuto "strano". Mia madre ha pianto quando le ho proposto di farglielo conoscere...peccato, perché era ed è proprio un ottimo ragazzo.

Edited by schopy
davydenkovic90
Beh ma un ragazzo ebreo non evita di dirlo solo perché una ragazza che sta corteggiando potrebbe essere antisemita, e questo credo e spero che sia indipendente dal numero percentuale di razziste presenti nella società. E' una questione di principio: se ti piace una ragazza, e speri che lei ti ricambi, lei ti deve ricambiare per ciò che tu sei, non per ciò che appari tenendo nascosta la metà del tuo orientamento. Perché essere bisessuali è qualcosa che si è, e lo si è sempre, non qualcosa che si fa e che è vero solo nel momento in cui lo si fa.  

Si però

1) una ragazza che non vuole un fidanzato bisex non lo vuole non per razzismo o omofobia o che, ma perché magari pensa che lui abbia comunque voglia anche fare sesso con ragazzi, che dovra accettare tradimenti di tanto in tanto.... o addirittura che sia gay sotto sotto e che usi la bisessualità e il fidanzamento con lei come copertura perché non si accetta (tutti pensieri superficiali e superabili, ma se mi metto dei panni della ragazza etero "media" che frequenta un bisex, certi dubbi a me verrebbero).

2) la percentuale di ragazze antisemite nella società è trascurabile, a mio parere, rispetto a quella delle ragazze che non starebbero con un uomo bisex. Penso sia facile fare un piccolo test: provate a chiedere alle vostre amiche etero cosa penserebbero se scoprissero che il ragazzo che frequentano è bisex.

3) Io non ho detto che deve nascondere la sua bisessualità alle ragazze che frequenta... il discorso era partito come "problema di coming out coi genitori", se farlo o non farlo nel caso di una relazione a seconda che nicola89b scelga un ragazzo o una ragazza. E io ho semplicemente detto che questo mi sembra un problema minuscolo di puntiglio, a fronte di tanti altri problemi che un bisex - immagino - deve affrontare, data la sua natura.

Edited by davydenkovic90
La sessualità è comunque un non-tema, cioè, non è "in sé" argomento di discussione, dato il carattere di totale libertà con la quale dovrebbe essere vissuta. Non penso che un etero vada a dire a mamma e papà quante ragazze si è scopato, in che posizione, dove, come e quando.

 

Guarda le cose non stanno esattamente così

 

Se ci rifletti l'identità gay contemporanea, in effetti, è una identità

che "pone una prudente distanza" rispetto al sesso

 

Perchè nasce anche come identità sociale, di facciata e questo è facilmente spiegabile

perchè siamo stati criminalizzati come "sodomiti" e presi in giro in quanto "rotti in culo"

quindi come reazione a questo disprezzo ci voleva una parola nuova "gay"

 

Il termine gay si affianca ad omosessuale

 

Ma non è avvenuto per caso lo abbiamo deciso noi....certo non dal giorno al mattino

e non per una decisione politica è stato un processo storico-sociale che ha impegnato

due tre decenni

 

Un termine equivalente che possa affiancarsi a bisessuale, non esiste....serve nel 2016?

 

Se questa parola - che chiaramente dovrebbe essere usata dalla comunità bisessuale -

si affiancasse a bisex, con la stessa funzione di supporto e di significati, che il termine gay è venuto

ad assumere per noi, potrebbe essere il primo mattone della costruzione di una identità sociale

bisessuale

 

Altrimenti bisognerebbe fare la stessa cosa, usando l'unica parola che rimane ( ma in un contesto

estremamente più tollerante di quello che impose agli omosessuali l'uso di un termine nuovo )

 

 

1) una ragazza che non vuole un fidanzato bisex non lo vuole non per razzismo o omofobia o che, ma perché magari pensa che lui abbia comunque voglia anche fare sesso con ragazzi, che dovra accettare tradimenti di tanto in tanto.... o addirittura che sia gay sotto sotto e che usi la bisessualità e il fidanzamento con lei come copertura perché non si accetta (tutti pensieri superficiali e superabili, ma se mi metto dei panni della ragazza etero "media" che frequenta un bisex, certi dubbi a me verrebbero). 2) la percentuale di ragazze antisemite nella società è trascurabile, a mio parere, rispetto a quella delle ragazze che non starebbero con un uomo bisex. Penso sia facile fare un piccolo test: provate a chiedere alle vostre amiche etero cosa penserebbero se scoprissero che il ragazzo che frequentano è bisex.
1)ma questi sono pregiudizi che non si riescono ad abbattere se non ci si dichiara, io tra l'altro l'ho già scritto più volte... come faranno le ragazze a capire che i loro fidanzati bi sono affidabili tanto quanto gli etero se i bi non si dichiarano alle loro compagne? Per quel che ne sanno loro sono etero...
2)avevo già scritto che le percentuali dovrebbero contare ben poco in queste questioni che sono di principio.
davydenkovic90
1)ma questi sono pregiudizi che non si riescono ad abbattere se non ci si dichiara, io tra l'altro l'ho già scritto più volte... come faranno le ragazze a capire che i loro fidanzati bi sono affidabili tanto quanto gli etero se i bi non si dichiarano alle loro compagne? Per quel che ne sanno loro sono etero... 2)avevo già scritto che le percentuali dovrebbero contare ben poco in queste questioni che sono di principio.

 

ma chi ha mai parlato di non dichiararsi alla propria compagna? Si deve dichiarare la bisessualità al proprio compagno/a, questo è ovvio! Ed è quello che può portare i problemi di cui parlavo, che vanno affrontati. Ma non ho mai scritto che, per evitare quei problemi, uno non deve dire di essere bisex alla persona che frequenta! Questo sarebbe da pazzi. Io parlavo dei genitori: nel caso dei genitori bisogna soppesare un po' le varie cose: un coming out può contribuire a diminuire in loro l'omofobia, può aprire un dialogo maggiore, può evitare tanti equivoci ecc... ma a volte crea anche tante noie e confusioni.

Secondo me il coming out va fatto in modo naturale, cioè, il punto di arrivo per me è il "non nascondersi più", non dover simulare né dissimulare e non aver paura nel fare tutto ciò che ci va di fare col proprio ragazzo in pubblico e in famiglia esattamente come avremmo fatto con una ragazza se fossimo stati etero.  Con giusto un pizzico di ostentazione in più, in certe situazioni, giusto per combattere la discriminazione che ancora subiamo nella società dovuta all'ignoranza dei più. E qui mi aggancio al discorso e alla (giusta) critica che mi muoveva Hinzy

 

 

 

Guarda le cose non stanno esattamente così   Se ci rifletti l'identità gay contemporanea, in effetti, è una identità che "pone una prudente distanza" rispetto al sesso  

 

E' vero, i gay sono da decenni accettati nella società, ma solo in quanto parrucchieri, stilisti, amici delle donne, asessuati.  Solo ultimamente si sta affermando una concezione diversa delle persone e delle coppie omosessuali come assolutamente equiparabili a quelle eterosessuali. Sia nel modo di essere, negli interessi ecc. (un omosessuale non è per forza effemminato, per esempio, né per forza deve essere esperto di moda o uscire a fare shopping con le amiche) come nell'amore e nella dimostrazione fisica dei sentimenti (i gay si accoppiano, talvolta stabilmente, si baciano, fanno sesso esattamente come gli etero... e non solo nelle mitologiche dark room infilando il cazzo in un glory hole come negli anni settanta).

I bisex sono socialmente più stigmatizzati sia dagli etero (per i motivi che esponevo prima) sia dai gay (per gli stessi motivi). E trasversalmente anche dalla "cultura monogama" etero o gay, che vede una contraddizione nel fatto che un bisessuale si unisca stabilmente e fedelmente a una sola persona (uomo o donna), dato che è attratto sia da uomini che da donne. Automaticamente si pensa che abbia bisogno di entrambe le "cose" a intervalli regolari e che quindi sia infedele.

Questo ovviamente è un pregiudizio e un problema che si può superare nella coppia. Mi immagino che non sia semplice, ma sicuramente è superabile.

Dirlo ai genitori, a fronte di certi altri problemi, mi sembra un piccolo problema da affrontare con la più totale naturalezza.

Io stesso se mi mettessi con un bisex due domandine me le farei (e gliele farei). E già sono più abituato a ragionare in termini non-standard sulla sessualità perché sono gay e ne ho viste e sentite di tutti i colori. Una ragazza etero, forse, è ancor meno abituata a certe situazioni e penso che una gran parte di ragazze non la vivrebbe bene. Ma bisogna valutare caso per caso e stiamo andando OT visto che l'autore ha già scritto che lui ha già un suo modo per far fronte a questi eventuali problemi e incomprensioni con le persone che frequenta.

Edited by davydenkovic90
E' vero, i gay sono da decenni accettati nella società, ma solo in quanto parrucchieri, stilisti, amici delle donne, asessuati.

 

Questa mi pare una forzatura...

 

Tu dici "asessuati" ma in realtà fai degli esempi che significano

un'altra cosa ai miei occhi: mezzi maschi, effeminati, devirilizzati

 

Il termine gay non lo abbiamo inventato per assecondare l'idea che

non siamo maschi...questo semmai è un tuo pregiudizio, o comunque

una idea che mi torna poco

 

La stigmatizzazione dell'omosessuale come "mezzo maschio" o "effeminato"

esiste da prima, dai tempi dell'impero romano, quando il termine gay neanche

esisteva

 

Gay è una parola che serve al CO, a facilitarlo, cioè a smentire semmai il luogo

comune che sia omosessuale solo la persona "visibile" e riconoscibile come tale

è un termine quindi che è servito a smentire i pregiudizi sugli omosessuali

davydenkovic90
Tu dici "asessuati" ma in realtà fai degli esempi che significano un'altra cosa ai miei occhi: mezzi maschi, effeminati, devirilizzati   Il termine gay non lo abbiamo inventato per assecondare l'idea che non siamo maschi...questo semmai è un tuo pregiudizio, o comunque una idea che mi torna poco   La stigmatizzazione dell'omosessuale come "mezzo maschio" o "effeminato" esiste da prima, dai tempi dell'impero romano, quando il termine gay neanche esisteva

Non mi appassiona tanto il discorso del termine utilizzato.. e non penso proprio che sia stata la parola in sé a favorire nulla. (Mi riferisco al fatto che stavi dicendo che servirebbe una parola da affiancare a bisex per favorire l'accettazione ecc. ecc.....) Gay non è una parola particolarmente bella né inclusiva, tra l'altro. Vuol dire "gaio" in inglese. L'accettazione è avvenuta dalla sempre maggiore esposizione e dalla conoscenza sempre più diretta della realtà omosessuale di una fetta sempre crescente della popolazione. Negli ultimi anni i gay non vogliono più nascondersi come facevano prima, ma vivere tranquillamente la loro vita sentimentale alla luce del sole e senza vergogna o timore, esattamente come fanno gli etero. E questo ha comportato il cambiamento della società e l'emancipazione sempre crescente.

Io non volevo portare esempi di effemminati o devirilizzati. Volevo proprio intendere "asessuati", o comunque gente che dia quell'immagine di sé. Cioè, un malgioglio era accettato negli anni ottanta ed era famoso e trasmesso in diretta nazionale non perché era effemminato ma semplicemente perché non aveva nessuna caratteristica "sessuata" e si guardava bene dall'averne. Era (ed è) una puttana di regime: non aveva un fidanzato, non diceva "mi piacciono gli uomini", non si sposava, non baciava nessun uomo, ecc ecc. Era gay, ma non praticante, insomma. Ed è quello che si è sempre visto fino ad oggi con tutti i vari personaggi. Tiziano Ferro si è dichiarato gay, ma è mai comparso in tv col fidanzato, che voi sappiate? A me sembra che sia proprio sparito dalla circolazione. Un Enzo Miccio, l'avete mai visto con qualcuno?

E' più la vita sentimentale e sessuale di un gay a spaventare e ad essere un tabù, nel "mondo etero", che non l'omosessuale in sé. Questo volevo dire.

Edited by davydenkovic90

Di Tiziano Ferro io so soltanto che ha vinto una

causa per diffamazione contro una persona che

in occasione del suo CO, disse che era fidanzato

da 7 anni con un produttore musicale...

 

Ma questa è una vicenda diversa, ovviamente quella

persona non capì che con quella dichiarazione inficiava

la veridicità di un intero libro etc

 

Per il resto so che ogni tanto dichiara di essere mollato

da qualcuno, che non presenta, perchè l'ha già mollato

insomma posa - se vogliamo usare questo termine - a gay

sfigato...ma non direi asessuato

 

EDIT però non dico che faccia lo sfigato per sembrare poco gay

nel senso di gaio, allegro e felice...ne so troppo poco per sbilanciarmi

 

 

La domanda che ne segue è: dov'è la comunità bi italiana? Trovo assurdo e deprecabile che i bi non riescano a incontrarsi, a parlarsi, a condividere esperienze. Ho letto che negli usa qualcosa si smuove e si formano gruppi di auto-aiuto... ma perché qui da noi no? Ma se perfino gli asessuali riescono a fare comunità... e i bisex sono molti molti di più.

Perchè la bisessualità è molto più varia, non ha una categoria standard dove inserirsi poichè potrebbe infilarsi ovunque come da nessuna parte. Molti non si fannò nemmeno il problema di dire lo sono o non lo sono. Molti credono semplicemente ora mi diverto poi quando mi sono annoiato torno ad una vita etero (che assurdità, visto che è impossibile "tornare" etero se non lo sei). Dopo di che da questi personaggi, che sono la maggior parte, scaturisce la bella nomea dei bisex. E a quei pochi che riescono ad esserlo veramente viene una sorta di bifobia interiorizzata, con tanto di senso di colpa perchè "non sanno decidere o prendere posizione".

 

 

 

E' bellissimo che tu ti sia sempre dichiarato con le tue fidanzate, nei blog dei bisex ho letto sempre tanto terrore nel pensare di dichiararsi alle mogli, una paura mista anche a un grande desiderio, per giungere a un grande traguardo di libertà personale nella coppia. Ti faccio i miei complimenti.

Generalmente non lo dico subitissimo sinceramente, ho un gran timore a dichiararlo subito. In genere prima mostro chi sono e come sono poi dopo un po tiro fuori la cosa (e direi che problemi in questo modo non ne ho mai avuti, a parte dover spiegare tutta la cosa per filo e per segno)

 

 

 

una ragazza che non vuole un fidanzato bisex non lo vuole non per razzismo o omofobia o che, ma perché magari pensa che lui abbia comunque voglia anche fare sesso con ragazzi, che dovra accettare tradimenti di tanto in tanto.... o addirittura che sia gay sotto sotto e che usi la bisessualità e il fidanzamento con lei come copertura perché non si accetta (tutti pensieri superficiali e superabili, ma se mi metto dei panni della ragazza etero "media" che frequenta un bisex, certi dubbi a me verrebbero).

è appunto per questo che come ho risposto prima, aspetto per abbattere alcuni pregiudizi difficilemene dimostrabili a parole "prima", del tipo stupidaggini come non virilità e frocio mancato, che sono le preoccupazioni primarie per una ragazza all'inizio quando conoscono una persona, poi fatto capire che su quello non c'è pericolo si passa a rassicurare per il resto. Dovrei aprire un topic sull'argomento.

 

Per quanto riguarda il CO me la sto un po studiando, ma devo aspettare un mesetto per tornare a casa e decidere sul da farsi... Non ho proprio una famiglia apertissima sull'argomento.. Non so nemmeno se sanno che esistono i bsx o meno... Credo che per loro ci siano solo i "normali" e i "ricchioni". La vedo dura. Magari posso cominciare facendogli capire che esistono anche altre cose e che "normale" non è un termine giusto e che se mi nascerà mai un figlio gay, io lo acceterò senza problemi e che certi pregiudizi non sono giusti.

in cuor tuo sai che la tua pansex non è peggiore della gayaggine :aha: quindi sei ben lontano dall'ultima spiaggia... la spiaggia dei dannati :aha:

 

ti chiedo: sai perchè il simbolo dei pesci ha raffigurato due pesci che nuotano in direzioni opposte? 

 

risposta:

 

perchè i nati cosi sono enigmatici e non hanno chiaro quale sia il loro destino... nel dubbio non sanno cosa scegliere  anche se la soluzione è sempre a portata di mano.... forse ciò che temono è la paura?  

 

 

neon :laugh:

Edited by Zafkiel

Generalmente non lo dico subitissimo sinceramente, ho un gran timore a dichiararlo subito. 

Ma questo è normalissimo. Io come tempo per dichiarare i propri interessi sessuali ed eventuali fantasie particolari suggerisco i primi tre mesi.

  • 1 month later...

il c.o. secondo me va fatto quando senti che ti opprime dentro e devi per forza dirlo perché ti accorgi che è arrivato il momento, o perché non vuoi più nascondere nulla a nessuno specialmente alla tua famiglia.
Se l'hai sempre vissuta bene probabilmente dopo che glielo hai detto non ti sentirai né meglio né peggio,

ma aspettati che i tuoi saranno un po' confusi a riguardo anche se non te lo mostreranno e/o ne discuteranno quando non sarai presente.
Fare coming con la propria famiglia alla fine dà la possibilità di invitare liberamente a cena la persona che stai frequentando, come è già stato detto.

Io non ho mai vissuto male la mia bisessualità in casa anche se non ho mai portato ragazzi per cena -ma questo perché con nessun ragazzo ho avuto una relazione tanto seria da far sì che questo fosse effettivamente il mio uomo, e onde evitare dubbi anche con le ragazze è valsa la stessa cosa,

a prescindere dal sesso ci metto sempre un po' prima di far entrare davvero davvero dentro casa una persona che sto frequentando;
eppure a casa lo hanno sempre sospettato/saputo, le domande se le sono fatte e io col tempo (con i miei tempi) ho dovuto-voluto dare le risposte.

 

I problemi legati alla fedeltà e alle paranoie che ho avuto per il coming out, o per vivere una relazione tranquilla, li ho avuti sempre e solamente perché -sia con alcune ragazze che soprattutto con i ragazzi, vi è questo pensiero d'infedeltà o di confusione o di nonscelta.

Quando in realtà è amore e basta, e sembra difficile far capire che -parlo per me, ho un concetto di fedeltà rigido:
che se sto con una persona -qualsiasi essa sia, non mi metto a guardare altre persone o soprattutto non vado a pensare che in un futuro mi possa mettere con una persona del sesso opposto da quella con la quale sto ora, né mi sono dichiarato bisessuale per rimediare qualche scopata in più e continuare a portare a casa "la brava ragazza",

se così fosse sarei ipocrita verso tutti me compreso.

Il fatto che abbia avuto esperienze bisessuali non è stata una mia scelta, ovviamente nessuno mi ha forzato e sono sempre stato propenso e curioso ad avere quante più esperienze possibili in quest'unica vita che ho su questa terra, tuttavia non mi sono mai sentito bugiardo o vigliacco e non mi piace quando vengo giudicato per quello che non-ha-scelto. Ma scegliere cosa?

I gay che cacciano in basso i bisessuali non sono un po' come gli etero che cacciano in basso i gay?
E cos'è? Una gara a chi fa vedere di più chi è più Se stesso?
A chi ha avuto più esperienze vere... o cosa?

 

Per esperienze personali non ho avuto molti problemi con le ragazze nel parlare delle mie pulsazioni omosessuali e delle esperienze che ho avuto.
Tuttavia li ho avuti con i ragazzi con i quali mi sono frequentato o con gli amici gay che ho/ho avuto, perché appunto reputato diverso, incompleto,
visto come quello che sta ancora nella fase di scelta. Ma scegliere cosa?

Non sono quel gay che si è dovuto-voluto nascondere perché vittima di pregiudizi, che ha atteso di essere un po' più grande o ha cambiato amicizie e ha cercato di cambiare vita pur di accettarsi, o perché non è stato accettato dalle persone che aveva accanto prima.
Io ho avuto da sempre la fortuna di avere persone aperte di mente anche se su certe cose fanno comunque fatica a comprendere
(Ma chi di voi capisce a fondo un'esperienza o un'emozione che non ha mai provato in prima persona? Io no.);
ho avuto la fortuna di potermi selezionare gli amici e le persone da amare e frequentare,
o avuto la fortuna di avere una famiglia in grado di comprendere e di non cambiare l'amore che hanno per me o io per loro non facendomi mai salire la paranoie per un coming out che alla fine è stato così ovvio che nemmeno ne ho sentito l'effetto di averlo detto.

 

Ma ho sofferto tantissimo e soffro ancora per questa critica quale "tu non hai scelto".
Ma ho scoperto che a differenza degli etero che odiano i gay e che non capiscono a fondo i bisessuali
                              e a differenza dei gay che odiano gli etero e che non capiscono a fondo i bisessuali
sono in grado di innamorarmi della persona che ho accanto. E credetemi che questo concetto l'ho imparato dopo anni e notti e lacrime e domande che mi sono posto su me stesso, e in un periodo in cui non sono stato bene per niente e ho avuto bisogno di un aiuto perché distrutto e umiliato davvero da tutti questi pareri del cazzo che la gente (tutta la gente -gay, etero, morti, vivi...) deve avere verso di me perché loro in primis non sono stati in grado di accettarsi sin da subito per quello che sono loro o non hanno capito sin da subito quello che gli stava accadendo dentro (nelle mutande, nello stomaco, nella testa).

 

Per come sono fatto io non dico a tutti le mie pulsazioni il primo giorno che incontro qualcuno di nuovo, né gran parte della mia famiglia sa della mia bisessualità (una famiglia numerosissima x)  ), ho un alto livello di pudore o vergogna che mi fa tenere per me alcune cose prima di dirle perché appunto so le molteplici reazioni che posso subire dalla persona che ho davanti proprio per via di questi giudizi o pregiudizi o pareri o additamenti a tutto spiano

che ignorano con tranquillità e superficialità e stupidità quelle che sono le mie ragioni, le mie esperienze, le mie idee, passioni.

Io con la parola bisessuale intendo dire essere aperto a tutti, e se dovessi fidanzarmi con un uomo domani sono sicuro che mi impegnerò a portare avanti la relazione con tutto me stesso proiettando il per sempre, così come farei con una donna.
E so che ci sono già due pareri sul mio conto quando incontrerò una persona con la quale davvero posso stare insieme:
- sta con un uomo, alla fine si è dichiarato gay.
- sta con una donna, alla fine è etero/gli è passata quella fase gay.

Ma pensassero e dicessero quel che vogliono,
non sono me, non hanno vissuto le mie esperienze di vita (parlo anche di esperienze fuori dalla sessualità), non hanno la mia testa non hanno il mio cuore.

 

Il fatto che sono bisessuale non significa che ho automaticamente un tempo limite per stare con una persona,

sono io stesso una persona non un interruttore, non scatto e non cambio modalità quando mi stufo o quando voglio scopare random.
Se si è creata una corteccia di giudizio riguardo i bisessuali,

forse non si sono conosciute le persone giuste o che veramente hanno dei sani princìpi di vita,

perché al mondo esistono bisex che vogliono scopare e basta senza volere una famiglia.
                            esistono gay che vogliono scopare e basta senza volere una famiglia.
                            esistono etero che vogliono scopare e basta senza volere una famiglia.
Io so che voglio una famiglia invece,
che sia con una donna o con un uomo -con o senza figli in entrambi i casi, -sposati o meno in entrambi i casi
io so che sono pronto ad avere una famiglia nel mio futuro,
la stessa famiglia mia che ho ora che mi ha accettato o che piano piano lo sta facendo;

e ben venga se un membro della famiglia che avrò mi verrà a dire un giorno di essere gay o bisessuale.

Purché non mi venga a dire di essere asessuato,
perché credo che questo sia l'unico e vero caso in cui la scelta non è stata presa per davvero.

Purché non mi venga a dire di essere asessuato,

perché credo che questo sia l'unico e vero caso in cui la scelta non è stata presa per davvero.

 

Gli etero e gli omo accusano i bisex di non scegliere, i bisex accusano della stessa cosa gli asessuali. :D

 

Che strana la vita.

 

Ma no. La condizione degli asessuale è un po' complessa e va sicuramente approfondita, se necessita. Perché altrimenti si rischia di fare un po' come l'etero che conosce poco degli omosessuali e pensa per stereotipi o generalizzazioni, imho.

Gli etero e gli omo accusano i bisex di non scegliere, i bisex accusano della stessa cosa gli asessuali. :D

 

Che strana la vita.

 

Ma no. La condizione degli asessuale è un po' complessa e va sicuramente approfondita, se necessita. Perché altrimenti si rischia di fare un po' come l'etero che conosce poco degli omosessuali e pensa per stereotipi o generalizzazioni, imho.

lol XD

 

Mi piacerebbe far iscrivere a questo forum un mio amico

 

sono anni che lo conosco, davvero e tuttora non l'ho visto avere una relazione

ho sempre pensato fosse gay ma che per paura non lo avesse mai detto

e lui ha sempre rinnegato quando con alcune mie semplici domande gliel'ho chiesto

 

E mi ha sempre parlato però in modo molto blando di ragazze che ha conosciuto, non l'ha mai fatto nel modo in cui potrei fare io o potrebbe fare chiunque.

Ha sempre sottolineato però una cosa: che a lui non piace nessuno.

Anche un po' dal fatto che lui non piace A nessuno,

ma mai dire mai ed è pur vero che se non vuoi non ottieni.

Tuttavia col senno di poi lo reputoasessuato e... spero non soffra.

 

Sorry per l'ot.

 

 

O meglio, è veramente necessario togliere il beneficio del dubbio alla famiglia finchè non si trova una persona dello stesso sesso e tralasciare nel caso di sesso opposto?

 

Ho notato di non aver avuto tempo di dare una risposta più articolata a questa domanda.

 

Parto da un semplice, disgustoso messaggio a rovescio che appare automaticamente insito nella domanda stessa: l'idea che un coming out sortisca l'effetto di "togliere il beneficio del dubbio" ha in primo luogo il connotato base secondo cui il "dubbio che una persona possa essere eterosessuale" abbia un connotato intrinsecamente positivo, di "speranza che" tale persona aderisca ai canoni eterocentrici che la società direttamente o indirettamente impone ed esige da genitori e figli. In secondo luogo il connotato per cui l'eliminazione formale di tale dubbio rappresenti una sorta di "attentato" al quieto vivere di una famiglia "sana" o che gode il "privilegio di potersi reputare sana agli occhi della società".

 

L'assunto stesso della domanda offre quindi uno spettacolare approccio patologizzante, socialmente deviante, moralmente riprovevole a tutto ciò che non sia eterosessualità.

 

E tale assunto, nondimeno, fraintende in maniera molto grave la stessa funzione del coming out, che è sempre stata e sempre sarà quella di manifestare ed affermare verbalmente il proprio orientamento sessuale e di conseguenza la propria complessiva personalità nell'insieme della sua dignità umana. Il coming out è un atto IDENTITARIO, fondativo di una reale partecipazione della persona non eterosessuale al consorzio umano secondo la sua reale ed effettiva dignità personale: è un atto di liberazione dall'omertà del costrutto formale fobico nei confronti di ciò che è etichettato come socialmente e moralmente meritevole di inspiegabile ma aprioristica punizione.

 

Il coming out libera la persona che lo fa dalla catena di indicibilità che lo riduce a fantasma di se stesso, ed insinua il dubbio, in chi lo riceve, di essere stato per tutta la vita vittima di un enorme pregiudizio eteroimposto e privo di fondamento giustificativo.

 

Il coming out è un atto di civiltà e di pulizia mentale, un atto di igiene sociale con il quale si distrugge l'autogiustificazione e l'autoreferenzialità inarrestata di una prevaricazione gratuita perpetrata da un carnefice e dalla vittima sua complice devota.

 

L'affermazione verbale della propria identità è un atto il cui valore supremo non ammette la tollerabilità di un compromesso come potrebbe essere quello insito nella tua domanda: l'affermazione di una identità muove da un dato di fatto sostanziale ed indipendente, autonomo da atti, vicende e comportamenti antecedenti e conseguenti alla stessa verbalizzazione, e sarebbe una contraddizione in termini, per la persona che sta pensando al coming out, pensare di poter subordinare logicamente la propria affermazione identitaria alla verificazione di atti, vicende e comportamenti aleatori in un futuro imprecisato, che per di più non avranno nemmeno la forza logica di confermare o smentire la verbalizzazione del proprio orientamento sessuale, essendone una conseguenza parziale, e non una causa totalitaria e totalizzante.

 

In definitiva, chi si pone una domanda del genere, non ha semplicemente capito che cosa significa essere bisessuale e questa grave mancanza di consapevolezza è un problema intimo con cui dovrà fare i conti se intende vivere pienamente la propria esistenza dispiegando la propria personalità della sua interezza senza più deformazioni artificiali della sua natura ontologica.

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