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'Quando eravamo femmine' di Costanza Miriano


Rotwang

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"...imparare a ballare il ballo dell’obbedienza nel quotidiano, imparare a dire i sì di cui hanno bisogno tutti quelli che possiamo chiamare alla vita, ma a dirli con il sorriso e con la gioia di chi sa di essere piena e totalmente amata."

 

Nell'ennesimo delirante libro di Costanza Miriano emerge sempre più evidente il tentativo di far apparire come naturale e innata una condizione femminile di asservimento e di annientamento di sé. La dimensione è quella del sacrificio sorridente, della dipendenza dal maschile come connaturata: "ogni donna ha bisogno di uno sguardo che la definisca, qualcuno che le dica che è bella". 

La domanda della Miriano è: le donne si sono emancipate, hanno conquistato la libertà di scegliere nel lavoro, nell'amore, nella vita. Ma sono davvero più felici? Non è che per caso femminismo, rivoluzione sessuale e battaglie per la parità le hanno fregate?

Il costante manifesto antifemminista e inno di sottomissione della donna, dove sono le femministe che protestano contro la maternità surrogata?

Edited by Rotwang
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Il costante manifesto antifemminista e inno di sottomissione della donna, dove sono le femministe che protestano contro la maternità surrogata?

Mi viene da dire che sono tutte in libreria a comprare questa stupidaggine.

 

Non ho mai letto un suo libro e va bene così. Ho letto alcuni suoi articoli. La Miriano ha la strabiliante capacità di rendere "appetibile" e "innovativo" un complesso di ideologie intrise del più becero maschilismo. Sembra, in pratica, che stia dando davvero un contributo innovativo e alternativo rispetto ad una vituperata decadenza del "pensiero unico" attuale. Ha uno stile leggero, ironico, molta capacità di fare collegamenti. E questo la pone in un modo per cui è più facile darle ragione. 

L'osservazione fatta sopra circa la copertina secondo me è esemplificativa. Effettivamente è molto bella. Dà l'idea di un'attenzione al bello che non ci si aspetta. E confeziona un contenuto orribile.

 

Non è scema la Miriano. Io credo sia matta.  

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La miriano vende un prodotto, non una ideologia. Altrimenti avrebbe sposato uno dell'isis.

Infatti non é un pericolo, é solo una santona che offre a donne annoiate e scontente la possibilità di dare la colpa ai mariti che non le picchiano abbastanza

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A me quella della Miriano sembra un'idea come un'altra.

Ha tutto il diritto di dire che secondo lei le donne stanno meglio sottomesse al marito

ed è paradossalmente un segnale del fatto che le donne sono autenticamente emancipate.

 

Il femminismo ha cambiato radicalmente anche gli uomini.

Non basta voler essere sottomessa, devi anche trovare l'uomo che ti voglia tale.

Non a tutti i maschi piace scegliere e poi avere la donna che gli tiene il broncio:

gli uomini di oggi preferiscono decisamente dividere le responsabilità della coppia,

pazienza se qualche donna vuole giocare a fare la sottomessa.

 

Perché la sottomissione della donna per la Miriano non può che essere un gioco,

una parte che la donna può recitare quando le pare per avere dei vantaggi

e poi dismettere con l'occasione giusta.

Ed è anche ovvio che sia così: non siamo mica in Arabia Saudita.

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Saramandasama

Avesse parlato la grande Antropologa. Però sa vendere bene i suoi prodotti, utilizzando le giuste leve. A me spaventa di più la Tamaro, però..

Edited by Salamandro
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Perché la sottomissione della donna per la Miriano non può che essere un gioco, una parte che la donna può recitare quando le pare per avere dei vantaggi e poi dismettere con l'occasione giusta.

 

Un feticismo sociale, una ruolizzazione opportunistica e pianificata.

 

E' vero, per la Miriano è troppo tardi

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forse è quel tipo di donna a cui piace essere picchiata ''forte'' dal marito, tipo ricevere sculettate...

 

Non mi stupisce. Non ce ne sono poche.

Nemmeno di ''omosessuali maschi'' a cui piace ricevere questo trattamento da maschi etero od alfa.

E ' una forma di feticismo tutto sommato molto diffusa.

 

che spiega... la morbosa tendenza a ''rimuginare'' su quanto fosse bello il tempo in cui le donne non votavano e non studiavano.

La donna ''regina della casa'', come diceva pasolini

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