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Omosessualità e credo religioso


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Sono pochissimi i gay cattolici che diventerebbero Valdesi,

perché sono pochissimi i cattolici interessati alla religione.

 

Un gay cattolico è tale perché ha lo zio prete e deve fare da padrino al nipote,

perché suo padre cuoce le costicine alla sagra del patrono e sua madre fa la catechista.

 

Qui dalle mie parti le parrocchie e le chiese sono piene di atei

che le frequentano trascinati dalle mogli o perché il prete tiene i bambini all'ACR.

Che tristezza ma questo spiegherebbe perché ci sono tanti cattolici.

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  • Mario1944

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Sono pochissimi i gay cattolici che diventerebbero Valdesi, perché sono pochissimi i cattolici interessati alla religione.

 

Ma questo vale per qualsiasi religione, anzi, per qualsiasi ideologia ed anche conoscenza ce ci è stata instillata fin dall'infanzia, tanto più poi se si tratta di religioni, ideologie o conoscenze tradizionali nell'ambito culturale in cui siamo stati educati e viviamo:

sono pochi gli uomini che hanno la volontà, la capacità o anche solo l'interesse a mettere in discussione tradizioni ataviche e consolidate.

Tutto considerato è molto più facile ripudiare in blocco una religione, un'ideologia od una conoscenza, che rivederla, correggerla e rinnovarla.

 

E' normale quindi che uno nato cattolico o mussulmano od ebreo più facilmente ripudi del tutto la sua religione di nascita invece che passare a varianti "interne".

E del resto è anche logico perché, se uno è capace di mettere in dubbio la verità dei fondamenti della fede ricevuta dalla tradizione, non v'è ragione per cui si consolidi in altre certezze parimenti fideistiche.

 

Ma se uno segue una certa fede, non ha altri diritti che quelli riconosciutigli da quella fede:

se pensa di averne altri, non è più partecipe di quella fede.

E' molto semplice da capire, perché è il presupposto di (ogni) fede in qualche cosa, non solo della fede in un dio, nella sua Chiesa, nei suoi ministri, nei suoi profeti.....

 

in realtà ho conosciuto in vita mia un paio di gay cattolici praticanti che erano tali per fede negli insegnamenti evangelici e che speravano che, col tempo, tutti nella chiesa iniziassero a pensarla come don Gallo e che l'omofobia venisse messa da parte.

Credo siano veramente degli illusi.

 

 

in realtà ho conosciuto in vita mia un paio di gay cattolici praticanti che erano tali per fede negli insegnamenti evangelici e che speravano che, col tempo, tutti nella chiesa iniziassero a pensarla come don Gallo e che l'omofobia venisse messa da parte.

 

Sai, entro ogni ideologia, non solo in quelle religiose, ci possono stare e ci stanno realmente innumerevoli varianti personali:

il problema di quanto ciascuna viariante sia compatibile con l'ideologia di riferimento non sempre è facilmente risolubile, se non altro perché si può giocare sulla definizione concettuale dell'ideologia.

 

Nel caso del Cattolicesimo si può definire cattolico chi rifiuti solo alcune dottrine etiche della Chiesa romana, pur accettando tutte le altre etiche e teologiche?

Difficile dirlo dall'esterno ed infatti dovrebbero essere le due parti interessate a dirlo, cioè il fedele, che pur in parte rifiuta, dovrebbe sentirsi ancora partecipe della comunione cattolica e la Chiesa nelle sue autorità istituzionali dovrebbe considerarlo ancora in comunione nonostante il parziale rifiuto.

 

Logicamente, stante anche la proclamata infallibilità della Chiesa cattolica docente ex cathedra de fide et moribus, un rifiuto della dottrina etica, pur parziale e beninteso teorico, non pratico, dovrebbe implicare una scomunica (nel senso proprio di rifiuto della comunione) da entrambe le parti, ma spesso gli atteggiamenti sono più fluidi, soprattutto se il fedele mantiene occulto nella sua coscienza il rifiuto, non dichiarandolo pubblicamente.

 

L'esempio che hai citato è significativo perché da un lato c'è il rifiuto parziale della dottrina morale della Chiesa romana, dall'altro lato però non c'è un rifiuto totale dell'autorità della Chiesa, anzi, l'auspicio che questa in futuro cambi opinione in merito all'omoerotismo, implica consequenzialmente un'accettazione, sia pur contro il proprio giudizio, di quell'autorità:

è in somma un'applicazione del principio "credo etsi absurdum".


 

 

Tra 50 anni se fanno un paio di cambiamenti del tipo di togliere l'esclusiva ai maschi di essere prete forse non ci sara' piu' omofobia nella chiesa.

 

Perché?:

le femmine prete non possono essere omofobe?

@marco7

 

Non possiamo certo discutere noi di quello che farebbero le donne sacerdotesse cattoliche, se mai ce ne fossero:

trattandosi di mere congetture per di più su un evento altamente improbabile, ogni opinione può essere parimenti (in)verosimile.

 

Saluti e figli maschi.

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