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si dice che il lavoro nobilita l'uomo


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Ilromantico

@freedog

E io che ho detto? Quella di gente buttata fuori dalla ditta è un altro discorso decisamente drammatico. Io mi riferivo ai 20-30enni che non studiano e non lavorano e vivono coi soldi dei genitori o del partner. E in quell'ultimo caso è pur sempre una scelta legittima (ma pericolosa per sé stessi poiché dipendenti giocoforza del partner). Quello che critico nell'ottica di questi casalinghi moderni è l'atteggiamento snobbista e spregievole per i lavori altrui.

Come vivere il lavoro o il non lavoro e il tempo libero non e' pure una faccenda altamente soggettiva ?

 

Sì, tantissimo. Io come si sarà capito sono un tipo un po' incasinato, però una routine, sapere che c'è un posto dove vado la mattina a fare delle cose che -più o meno- sto imparando a fare mi dà una certa sicurezza. Era così per la scuola, è così per il lavoro anche se non c'entra nulla con quello che speravo di fare.

Però almeno c'è uno schema che magari mi rende nervoso e insofferente, ma non mi lascia del tutto sprovveduto e a briglia sciolta (cosa che tendenzialmente mi spaventa).

 

Poi un po' alla volta diventi quello che fai...l'ideale è cercare di "professionalizzare", o mettendola in termini più volgari "monetizzare" quelle che sono le attività che già ti piacciono; è che nessuno o quasi aspira a fare certi lavori, che pure ti danno da mangiare.

be si il lavoro puo' mobilitare penso , a sicuramente la socetà per come è strutturata ti impone che se vuoi vivere normalmente qualcosa devi fare per ottenere il denaro necessario( il vile denaro capitalista :_)), per chi fa il lavoro dipendente come me è un vivere più in azienda che fuori ,però non è tutto negativo , io credo che l'importante e essere dei curiosi :_D e io sono un curiosone

Edited by fabriz

 

 

Io mi riferivo ai 20-30enni che non studiano e non lavorano e vivono coi soldi dei genitori o del partner.

sarà che probabilmente non frequentiamo gli stessi tipi di ambienti, però di gente così ne ho conosciuta molto poca,

anzi, direi nessuno o quasi!

Si racconta che, probabilmente, la generazione dei venti/trentenni di oggi sarà la prima generazione a stare

peggio dei propri padri.

 

E' possibile. E la causa di questo arretramento credo sia strettamente legata alla difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro,

alla mancanza di opportunità che potrebbero permettere una piena realizzazione economica, senza bisogno di erodere il patrimonio familiare.

 

Ho sempre pensato che il lavoro, prima di ogni altra cosa, fosse in grado di rendermi "libero".

Per me è stato così. Quando ho deciso di andare a convivere e per giunta con un uomo dovevo

necessariamente avere la certezza di essere in grado di mantenermi, di non dover contare 

sulla mia famiglia perché la famiglia avrebbe potuto non capire.

 

Le mie massime scelte di liberà sono state portate a compimento grazie all'indipendenza economica

che solo il lavoro ha saputo permettermi. Poi, devo ammettere che la facilità con la quale all'inizio degli

anni '90 si poteva trovare un'occupazione in Romagna, mi ha consentito di fare esperienza, di testare 

mansioni ed ambiti di occupazione diversi, sino a trovare ciò che meglio si sarebbe adattato alla mia

persona, rendendo il lavoro non solo "nobilitante"  ma anche "desiderabile", divertente, in costante

evoluzione... 

Edited by ciuciuta
Ilromantico

sottoscrivo quanto detto da ciuciuta! Che i 20/30enni abbiano difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro è un dato di fatto ahimè. Vuoi perché le opportunità scarseggiano, vuoi per uno snobbismo ("io non lavoro per 800euro") o vuoi per paura/senso di inadeguatezza(se non fai esperienza è difficile inserirsi in tarda età).

Non credo sia necessario frequentare chissà quali ambienti per vedere queste realtà. In città con un alto tasso di disoccupazione è più comune di ciò che sembri (io penso a Cadiz che sembra piena di gente del genere). Inoltre anche negli ambienti gay è più probabile incontrare queste situazioni. È nettamente più comune lo steretipo dei 2 gay col lavoro "comodo" e ben pagato, ma non ho trovato così raro il gay mantenuto dal partner. In fondo c'è una certa logica se pensiamo che gli etero se non lavorano non se li filerebbe nessuno.

In fondo c'è una certa logica se pensiamo che gli etero se non lavorano non se li filerebbe nessuno.

I gay funzionano in modo diverso dagli etero.

 

Gli etero scelgono il partner all'interno della loro scala sociale. I gay no, a loro non importa la scala sociale del partner. Questo da studi sul campo, non da cose che mi invento io.

Edited by marco7

 

 

@Bruise l'ideale sarebbe di trovare quel compromesso che ti permette di fare esattamente ciò che ti piace fare e trarne guadagno per poter vivere. "Monetizzare" la tua passione, diciamo. Non è affatto facile, molti non hanno passioni monetizzabili, molti altri si accontentano, moltissimi altri si auto-sabotano senza nemmeno provarci. Ma ogni tanto si legge di qualcuno che ci riesce.

 

Che lavoro dovresti fare per poterti sentire libero?

Quando cazzo hai ragione! Hai toccato tutti i punti salienti sulle passioni non sempre monetizzabili ( tipo gli appassionati di foto, sportivi agonistici, musicisti ecc) ma soprattutto ci si autosabota.

 

Io non so se ce l ho fatta ma sotto questo punto di vista ho trovato la mia strada, con lavoro che mi piace e tanto tempo libero. L importante è provare e capire ciò che non si vuole è un ottimo punto di partenza

 

Inviato dal mio SM-G903F utilizzando Tapatalk

I gay funzionano in modo diverso dagli etero.

 

Gli etero scelgono il partner all'interno della loro scala sociale. I gay no, a loro non importa la scala sociale del partner. Questo da studi sul campo, non da cose che mi invento io.

Verissimo questo ma semplicemente perché non avevamo riconoscimenti legali delle nostre unioni.

Vedrai che diventeremo "interessati" quasi quanto gli etero nel lungo periodo ed è un vero peccato ma ci sta.

 

Dico quasi non per presunta superiorità morale ma solo perché è difficile pensare che qualche gay razionalmente si possa far mantenere da partner per scelta. Le donne mantenute lo sono perché in genere, almeno sulla carta garantiscono una prole, o cmq prese dall ansia da orologio biologico accantonato le proprie aspirazioni professionali per diventare delle desperate housewife e ragazzi non si contano i casi che conosco.

 

Inviato dal mio SM-G903F utilizzando Tapatalk

sottoscrivo quanto detto da ciuciuta! Che i 20/30enni abbiano difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro è un dato di fatto ahimè. Vuoi perché le opportunità scarseggiano, vuoi per uno snobbismo ("io non lavoro per 800euro") o vuoi per paura/senso di inadeguatezza(se non fai esperienza è difficile inserirsi in tarda età).

Non credo sia necessario frequentare chissà quali ambienti per vedere queste realtà. In città con un alto tasso di disoccupazione è più comune di ciò che sembri (io penso a Cadiz che sembra piena di gente del genere). Inoltre anche negli ambienti gay è più probabile incontrare queste situazioni. È nettamente più comune lo steretipo dei 2 gay col lavoro "comodo" e ben pagato, ma non ho trovato così raro il gay mantenuto dal partner. In fondo c'è una certa logica se pensiamo che gli etero se non lavorano non se li filerebbe nessuno.

Casi simili esistono ma sono pochi o meglio ne conosco tanti però l inquadrerei in un ottica differente. A Napoli ad esempio ma al Sud sono tanti i casi così. Spesso il figlio di riesce ad essere collocato a calci nel culo da qualche parte molto spesso no. Molti amici miei pur provenendo da famiglie economicamente benestanti si ritrovano a non trovare nessun tipo di lavoro se non lavoretti e questo spinge queste persone ad adagiarsi sui soldi familiari. Quasi sempre sono laureati e si ritrovano depressi senza una strada. Tu mi potresti dire "possono emigrare" , lasciando stare tutte le difficoltà del caso, dico sempre che non tutti siamo eroi, non tutti hanno la forza di tagliare con la propria vita e legami ed andare a vivere a migliaia di km di distanza. Te lo dice uno che lavora fuori la sua città però bisogna capire che le persone hanno dei limiti. Magari si può dire che se fossero veramente disperati il coraggio lo troverebbero e questo è vero allo stesso tempo dipingerli come fannulloni che fanno la bella vita ce ne passa...

Non so, io sono l'unico gay mantenuto che conosco

e devo essere un caso piuttosto raro, visto che in genere

la cosa desta parecchio stupore.

Almadel non è un giudizio è una constatazione, nessuna persona Razionale si farebbe mantenere senza nessuna garanzia , magari tu hai questa garanzia io non lo so, altrimenti sei semplicemente un incosciente

 

Inviato dal mio SM-G903F utilizzando Tapatalk

Questo mi pare un altro argomento,

io volevo solo rispondere a un'eventuale "specificità gay" sulla inoccupazione.

 

Certo, senza matrimonio la vita del gay che non lavora è precaria;

mentre le donne che non lavorano hanno più garanzie.

 

Bisognerebbe scoprire se nei Paesi che hanno il matrimonio gay

il tasso di occupazione degli omosessuali sia sceso...

Capricorno57

Beh, conosco un 27enne studente e attivista del partito e dell'Arcigay, "mantenuto" dal compagno da un bel po'.

Niente di strano secondo me, se c'è fiducia collaborazione e affetto.

Io stesso, tanti anni fa, ebbi una relazione di 2 anni con un ragazzo che "sostenevo" a casa mia, poi le cose andarono come andarono per tutt'altri motivi..

Beh, conosco un 27enne studente e attivista del partito e dell'Arcigay, "mantenuto" dal compagno da un bel po'.

Niente di strano secondo me, se c'è fiducia collaborazione e affetto.

Io stesso, tanti anni fa, ebbi una relazione di 2 anni con un ragazzo che "sostenevo" a casa mia, poi le cose andarono come andarono per tutt'altri motivi..

Non è che ci sia di male se entrambi d accordo io però lo trovo estremamente pericoloso.

 

Le donne non sposate che si fanno mantenere minimo si fanno intestare qualcosa

Edited by Iron84
Ilromantico

@iron84

Sono d'accordo con quanto dici, anch'io sono convinto che il non-interesse per la scala sociale nel mondo gay sia una cosa del tutto passeggera. Non credo sia un fatto di matrimoni, ma che dipenda essenzialmente da una società gay abbastanza piccola e limitata per permettersi il lusso di fare selezioni sociali. In futuro non sarà così probabilmente.

 

Di gay mantenuti ne conosco qualcuno, ma oggettivamente non è un fenomeno così diffuso. Il matrimonio poi non aiuta a dare garanzie quindi è relativamente inunfluente. Qui gli alimenti sono un po' 'demodé' e ti spettano solo in determinati casi, in Italia invece credo siano più comuni.

In ogni caso ripeto, non sono per nulla contro i casalinghi gay. Mi preoccupa solo il rischio e la dipendenza del partner. Esiste pure il fatto che il casalingo è esageratamente mal visto e poco gratificante. Nei mie pochi mesi da casalingo (nei miei soliti cambi lavoro) era quasi tutti i giorni un tour de force di pulizie, spesa e faccende varie. Un autentico stress e routine noiosa a costo zero, per questo alla fine il casalingo lavora duro e a questo punto meglio lavorare per gratificarsi e guadagnare dei soldi.

Per concludere, conosco anche un caso di un casalingo etero. Non vi sto a dire quanto sia malvisto il povero, eppure io non ci vedo nulla di male se lei lavora e lui no.

Non credo riuscirei a non avere un'occupazione.

 

Ne soffrirei io per primo come concetto in sè, in secondo luogo ho timore che non vivrei un rapporto equilibrato con un eventuale partner che mi mantiene o che mantengo. La cosa vale in entrambi i sensi, perché io necessito di potergli dare addosso e soprattutto che lui possa dare addosso a me senza il rischio di avere dei "freni di coscienza" che ci aleggiano attorno. Ma d'altronde mi viene fatto scherzosamente presente che la mia personalità mi precede in discorsi simili

 

Ora come ora vivo con grande fastidio la mia condizione di studente in questo senso, ma ho dovuto saper guardare - conscio del fine e speranzoso nel risultato - il disegno in prospettiva.

Edited by Shell

Il lavoro sec me non nobilita infatti di solito i nobili di ogni epoca erano tali perché non lavoravano, semmai il lavoro mobilita l'uomo, io chiuso in casa impazzirei. Ma se si hanno altre cose da fare per occupare il tempo, avendo una rendita, una prebenda, un beneficio ecclesiastico, un priorato o un latifondo, tanto vale non lavorare, vrazie al menga eh

Il lavoro sec me non nobilita infatti di solito i nobili di ogni epoca erano tali perché non lavoravano, semmai il lavoro mobilita l'uomo, io chiuso in casa impazzirei. Ma se si hanno altre cose da fare per occupare il tempo, avendo una rendita, una prebenda, un beneficio ecclesiastico, un priorato o un latifondo, tanto vale non lavorare, vrazie al menga eh

Ottimo punto di vista la nostra è una mentalità prettamente borghese ma la vera arte e la vera cultura non riconoscono, se non in rari casi, veri riconoscimenti economici.

 

A tal proposito, visibile anche su YouTube, consiglio una commedia di un geniale regista teatrale napoletano e gay Annibale Ruccello , il Ferdinando, in pratica sono i monologhi di una contessa contro l ascesa della borghesia nell Italia post-unitaria è anche divertente

LocoEmotivo

Le donne non sposate che si fanno mantenere minimo si fanno intestare qualcosa

Un figlio, di solito.

 

Il lavoro sec me non nobilita [...] semmai il lavoro mobilita l'uomo

Solo se è un pendolare.

 

Calvino vi ha fatto il lavaggio del cervello

L'ho sempre detto, io, che Il barone rampante è un libro pericoloso!

  • 4 weeks later...

Dai ragazzi, non facciamo gli ipocriti: il sogno di tutti è quello di vivere di rendita. Se hai i soldi puoi permetterti viaggi e attività quotidiane che ti tengono fuori casa tutto il giorno. Io preferirei questa vita allo stare sotto lo schiaffo di un datore di lavoro.

Ad ogni modo, non capisco questa discriminazione: se uno il lavoro non riesce a trovarlo, perché dovrebbe passare per lavativo? Ma avete visto l'attuale mercato del lavoro? E per emigrare ci vogliono soldi.

Non devi mica per forua avere un datore di lavoro pix per lavorare, si puo' anche lavorare da indipendente aprendo una tua attivita' e cosi' non hai il datore di lavoro che timschiavizza.

 

Mi sembra personalmente un po' una faciloneria dire che si e' schiavi del datore di lavoro. Il datore di lavoro lo puoi anche cambiare se quello che hai non ti va.

 

In svizzera c'e' la "pace sociale" tra datori di lavoro e lavoratori dipendenti. In pratica le parti negoziano condizioni vantaggiose per entrambe e i lavoratori dipendenti fanno un uso limitatissimo degli scioperi come contropartita ai vantaggi che ottengono coi negoziati.

Edited by marco7

Non devi mica per forua avere un datore di lavoro pix per lavorare, si puo' anche lavorare da indipendente aprendo una tua attivita' e cosi' non hai il datore di lavoro che timschiavizza.

 

Mi sembra personalmente un po' una faciloneria dire che si e' schiavi del datore di lavoro. Il datore di lavoro lo puoi anche cambiare se quello che hai non ti va.

 

In svizzera c'e' la "pace sociale" tra datori di lavoro e lavoratori dipendenti. In pratica le parti negoziano condizioni vantaggiose per entrambe e i lavoratori dipendenti fanno un uso limitatissimo degli scioperi come contropartita ai vantaggi che ottengono coi negoziati.

Devi avere un capitale iniziale per fare il libero professionista. Ritorniamo al discorso di prima: se hai i soldi puoi fare ciò che vuoi.

I datori di lavoro non sono intercambiabili: se non ti piace il tuo ti licenzi e ritorni nel calderone dei disoccupati.

LocoEmotivo

Dai ragazzi, non facciamo gli ipocriti: il sogno di tutti è quello di vivere di rendita.

A me, lavorare piace.

Se avessi una rendita, lavorerei comunque. Scegliendomi il lavoro su misura o addirittura creandomelo, ma non riuscirei a starmene con le mani in mano.

A me, lavorare piace.

Se avessi una rendita, lavorerei comunque. Scegliendomi il lavoro su misura o addirittura creandomelo, ma non riuscirei a starmene con le mani in mano.

Quindi, se tu fossi ricco sceglieresti comunque di lavorare? Sceglieresti di andare ogni giorno al posto di lavoro invece che stare a prendere il sole a Montecarlo? Non ci crederò mai!

E comunque ruberesti il lavoro a chi ha bisogno di soldi.

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