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Il 52% dei ragazzi si dichiara bisessuale... e qualcuno anche gay


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Più razionalmente si tende a dire che vi è un margine di fluidità nelle definizioni e che un 1 nella scala Kinsey è libero di definirsi "etero" se lo desidera o un 5 nella scala Kinsey potrà definirsi "gay"

Anche se mi sta sulle balle la scala di Kinsey con concordo con questo ragionamento. Anche se rot non ha tutti i torti: se fai una esperienza con l'altro lato della forza e ti è piaciuto tanto monosex non puoi essere. Il problema è la definizione di fondo: sarebbe molto piu corretto definire le cose così:

 

monosessuali: etero, gay

non monosessuali: il resto del mondo

 

Così via le etichette e tutti contenti. :haha:

Silverselfer

Quando ai gay era impedito di esprimersi se non per parafrasi e metafore, l'omosessualità era una devianza che s'individuava dalle sue manifestazioni oggettive e con metrica etero --->

1) sesso anale ---> beh, in effetti è una peculiarità omo
2) fellatio ---> Anche qui ci stiamo.
3) effeminatezza ---> Gli effeminati obiettivamente sono quasi sempre anche gay.
4) travestitismo ---> Un uomo che si traveste da donna ci può stare che preferisca quel ruolo sessuale.

E così via, fino ad arrivare a quelle domande che un tempo si usavano nei test per la leva obbligatoria, in cui se rispondevi "Sì" alla domanda --> Ti piacciono i fiori? Ti aspettava il colloquio dallo psicologo che indagava su una possibile omosessualità latente (e quindi si era riformati come dei malati mentali).

Tutte queste osservazioni sono più o meno valide, tant'è che sono difficilmente confutabili nelle percentuali dei campioni statistici. Tuttavia sono degli stereotipi fin quando rimangono lo strumento per un'analisi esterna dell'omosessualità.

Solo da un punto di vista omosessuale si osserva che --->

1) esiste un'omosessualità passiva ma anche il maschio gay attivo è da considerarsi omosessuale in quanto omo-affettivo.
2) Ci sarà un motivo per cui i maschi etero pagano per praticare sesso orale alle trans?
3) Da quando non ci si nasconde più, ci si è avveduti anche dei gay non effeminati.
4) Su questo punto si potrebbe scrivere un trattato, ma comunque si potrebbe semplicemente dire che apre un capitolo a parte.

La bisessualità, fin nel termine stesso con cui si usa chiamarla, viene ancora analizzata da un punto di vista esterno, che sia con un metrica etero o omosessuale. Lo scopo dell'analisi si ferma all'individuazione oggettiva delle sue manifestazioni, con l'unico scopo di distinguerla dagli altri orientamenti sessuali e gestirla come un insieme a se stante in un ragionamento di gender.

Prima, quando mancava il confronto diretto con un'omosessualità dichiarata, molti etero avrebbero detto di sé che erano gay e non bisex, se provavano attrazione per altri maschi. Allo stesso modo, dei gay sessualmente attivi, avrebbero rifiutato l'etichetta di frocio e magari preferito la dicitura "light" di bisex.

Dal mio punto di vista, mi posso permettere di dire che la dicitura stessa di bisessuale da adito a fraintendimenti. Il fatto che io abbia storie con donne e uomini non implica quel 50 e 50 che, lasciatemelo dire, è assurdo. Ora non sto sostenendo che non possa esistere, sicuramente avrà una sua collocazione statistica sulla scala Kinsey, ma rimane un'oggettiva manifestazione osservabile dall'esterno. Nel senso che se mi metto a contare il numero di amanti donne e amanti uomini, rientrerò sicuramente in una percentuale di preferenza con una variabile più o meno costante ... tuttavia non basta per definirmi ---> non basta a me ... che poi sia sufficiente agli altri per appiopparmi un'etichetta, ci può anche stare.

Per quella che è la mia personale analisi, a oggi distinguo due soggetti che erroneamente si confondono nell'oggettivazione delle proprie manifestazioni sessuali.

Il bisessuale dominante ---> cioè colui o colei che dominano il proprio orientamento sessuale. Tralasciando dettagli troppo complicati di come si evolve questa consapevolezza, significa che vado con chi mi pare scegliendo di volta in volta il ruolo sessuale adeguato.

L'ermafrodito psichico ---> Qui entriamo veramente in una nuova identità di genere, mentre quell'altra è spesso solo un'attitudine da cui si può rientrare aggiungendo il fattore affettivo. In tal senso, io ho individuato qui l'errore in cui incorrono chi pretende di saper curare l'omosessualità ---> della serie Luca era gay e ora sta con lei. Ma si badi però a non sostenere che Luca perché ora sta con lei è un bisex/ermafrodita psichico.

Molti di noi trascorrono tutta la vita senza concretare dei bisogni stabili capaci di delineare una forma identitaria. C'è poi quello che io chiamo effetto Zelig, intendo quello del personaggio di Woody Allen --> la mancanza di un sé definito ti permette di restituire alle persone la propria immagine. Tutti ti vogliono bene perché ti credono come loro, ma è un inganno perché non potrai mantenere allungo quella forma senza impazzire ... allora cominci ad averne diverse di forme, convinto che prima o poi la troverai una scarpa della tua misura, cazzo ... invece no, la tua realtà diventa un labirinto da cui non riesci a uscire perché ti mancano quei bisogni fissi su cui normalmente ci si orienta. E' un gioco pericoloso con cui si può incorrere in disturbi seri della personalità ... bipolarità, tripolarità e anche di più ... fino a perdersi e non ritrovare più una faccia che non sia l'ennesima maschera. .

Insomma, il discorso è lungo e complesso e non si può certo spiegare in un post ---> insomma ---> non confondiamo la causa con un effetto che può invece avere origini e scopi diversi.

Così via le etichette e tutti contenti

 

E la premessa già fa deragliare tutta la conversazione

 

In primo luogo vi faccio osservare che il fatto di scegliere una categorizzazione

che vi fa sentire più a vostro agio a titolo personale e per ragioni che individualmente

possono essere tante e quali a quanti siamo, non toglie a queste categorizzazioni il valore

di "etichetta"

 

In secondo luogo si evita la funzione specifica, che l'etichetta ha o dovrebbe avere di

"riconoscibilità sociale"

 

Innescando l'effetto "Silverserfer" cioè una serie di speculazioni teoriche sulla sessualità

concreta. Neanche ha un rilievo enorme il posto che occupiamo sulla scala Kinsey, perchè

la scala Kinsey ci dà solo una classificazione quantitativa dei comportamenti sessuali quindi

va bene a tutti perchè non ha l'ambizione di andare oltre una mera ricognizione descrittiva di

tipo "enumerativo"

 

Supponiamo che io rimorchi Almadel e ci voglia fare sesso, è un tipo che mi piace, "visivamente"

mi eccita ( come direbbe @Rotwang ) perchè da che sono sessualmente attivo mi attraggono solo

gli uomini. Supponiamo che anche lui sia attratto da me, andiamo a letto ma siamo totalmente incompatibili

quindi l'incontro sessuale non si realizza ok?

 

Il termine gay però ci accomuna lo stesso e possiamo restare amici.

 

Se fossimo stati sessualmente compatibili, avremmo potuto invece anche amarci.

 

 

Neanche ha un rilievo enorme il posto che occupiamo sulla scala Kinsey, perchè la scala Kinsey ci dà solo una classificazione quantitativa dei comportamenti sessuali quindi va bene a tutti perchè non ha l'ambizione di andare oltre una mera ricognizione descrittiva di tipo "enumerativo"

 

Che la scala Kinsey non comunichi granché all'esterno è vero.

(Se mi dici che sei bisex non ti chiedo "A che livello della Kinsey sei?")

E' anche vero che una persona può domandarsi se è il caso

di definirsi bisex dopo una sega di gruppo alle medie

o dopo aver pomiciato la frociarola al sesto giro di vodka.

 

 

Che la scala Kinsey non comunichi granché all'esterno è vero.

 

 

Innescando l'effetto "Silverserfer" cioè una serie di speculazioni teoriche sulla sessualità concreta. Neanche ha un rilievo enorme il posto che occupiamo sulla scala Kinsey, perchè la scala Kinsey ci dà solo una classificazione quantitativa dei comportamenti sessuali

 

Hmmmm non ho capito esattamente se state parlando per arrivare "teleologicamente" a qualche conclusione oppure state solo descrivendo posizioni altrui, però il voler ribadire e rivangare una scissione così forte netta e radicale fra proclamazione di sessualità identitaria e indagine sulla sessualità attuativa non rischia di far regredire il tenore di una discussione sulla "esistenza sociale" di un orientamento sessuale alle posizioni negazioniste presessantottine? (negazioniste nel senso storicamente si è sempre cercato di degradare e negare a priori l'esistenza e la complessità del concetto generale di "orientamento" alla mera esplicazione di un singolo ed estemporaneo "atto").

E' anche vero che una persona può domandarsi se è il caso di definirsi bisex dopo una sega di gruppo alle medie o dopo aver pomiciato la frociarola al sesto giro di vodka

 

Ma certo, non lo nego e siamo d'accordo

 

In effetti ho scritto "non ha un enorme rilievo" non che

sia irrilevante, una sua utilità di base ce l'ha sicuramente

forse ho condensato troppo

 

Se la bisessualità è la moderna versione di : definirsi è limitarsi

ovviamente il gioco è truccato in partenza, perchè io non voglio

definirmi e pormi dei limiti ( ogni definizione implica una delimitazione )

 

In conseguenza userò anche male la scala Kinsey, dando un rilievo eccessivo

a fatti poco rilevanti al fine di trovare un alibi per non accettare la verità, mentre

se io uso bene la scala kinsey questa può aiutarmi ad autoidentificarmi come gay

o bisex

Hinzelmann, on 16 Mar 2016 - 09:53 AM, said:

Hinzelmann, on 16 Mar 2016 - 09:53 AM, said: scala kinsey questa può aiutarmi ad autoidentificarmi come gay o bisex

Il problema principare della skala di kinsey è che non ha presente al suo interno il fattore tempo. Se è vero che un etero (quindi uno 0) o un gay (quindi un 6) rimaranno sempre in quella posizione, un cosidetto bisex che ad esempio parte da un orientamento primario etero può viaggare dalla scala 1 alle 3 a seconda del periodo della sua vita che sta vivendo e dalla sua evoluzione temporale.

 

Esempio lampante, io mi posso considerare vicino un 2 ad esempio in questo periodo. Fino a un mesetto fa ero piu vicino ad un 3 (quasi un 4) nella scala, perchè mi ero preso una cotta per un ragazzo . Se guardo ancora a 6 mesi fare ero piu sull'1 perchè ero fidanzato con una ragazza. Come vedi il problema della componente bisessuale è proprio che non ha una definizione fissa nel tempo ma mutua con una certa frequenza. E' ovvio per come ha detto rot io non potrò mai essere uno 0.

 

Per comodita:

0 Esclusivamente eterosessuali.

1 Prevalentemente eterosessuali, ma in alcune circostanze con tendenze omosessuali.

2 Prevalentemente eterosessuali, ma con una forte componente omosessuale.

3 Le tendenze eterosessuali e omosessuali si equivalgono (bisessualità).

4 Prevalentemente omosessuali, ma con una forte componente eterosessuale.

5 Prevalentemente omosessuali, ma in alcune circostanze con tendenze eterosessuali.

6 Esclusivamente omosessuali.

 

Anche se la parola tendenza mi fa cagare ma vabbè...

Edited by nicola89b

Il fattore "tempo" di per sé è neutrale, tolto il fattore "comportamento omosociale

nella prima adolescenza" di cui ho già parlato

 

In quel caso più che il tempo influisce proprio l'età, ma potrebbe risolversi con

l'uso di un termine, come l'inglese "questioning".

 

Il punto è che Kinsey fa una tassonomia descrittiva di gradazioni mentre è facile

immaginare che pochissimi fra 1 e 3 si identifichino come bisessuali, preferendo

"eterosessuale" e diversi -invece -come bisex fra 3 e 5, preferendolo a "gay"

 

Il motivo è abbastanza intuibile, l'identità ha a che vedere con cultura

e stile di vita ( ma la cultura gay è denegata e lo stile di vita demonizzato )

con affettività ( anche in questo caso quella gay non è riconosciuta ) e con

la visibilità ( come vengo percepito dagli altri...ed essere gay ti pone in minoranza

e sotto giudizio al punto da condizionare l'affettività in parte )

 

A parte il "delirio di Rotwang", fenomeno noto a tutti sul forum, per il quale sarebbero

tutti bisex da 1 a 5, è presumibile che invece un peso eccessivo venga ad acquisire, per

la sua centralità il numero 3

 

Noi siamo portati a ragionare come se vi debba essere una "parità" una "equivalenza"

nella compresenza delle due attrazioni, altrimenti sono le identità più forti Eterosessuale

al 90% e gay al 10% ad esercitare una loro forza di "attrazione"

 

Ho fatto prima l'esempio di un rapporto sessuale non consumato

 

Riformulo meglio: Almadel mi piace, io piaccio ad Almadel...sessualmente non facciamo

niente, 0-via-0.

 

Non avendo consumato nessuna attività sessuale per la scala kinsey questo incontro vale

zero...conta di più una sega fatta a 13 anni con un eterosessuale, che non voleva essere

neanche toccato da me o lo poteva ammettere entro certi limiti etc

 

Ma non è vero, nel senso che ha molto più valore per me il fatto di essere piaciuto ad almadel

cioè la nostra identità comune, anche a 0 attività sessuale, si rafforza reciprocamente.

 

Questo aspetto al bisex viene a mancare...

 

 

Il problema principare della skala di kinsey è che non ha presente al suo interno il fattore tempo.

 

Sì, sembra sia questo il centro della discussione.

Ho assistito da poco alla presentazione del libro della Diamond sulla fluidità sessuale nelle donne

in cui esamina come cambiano le definizioni che queste donne danno del loro orientamento.

Il lavoro non è stato fatto sui maschi perché a detta sua non cambiamo di molto.

 

La questione però non riguarda i bisessuali.

Se nella tua vita sei stato compreso tra 1 e 4, definirti bisex è molto facile.

 

La questione riguarda generalmente etero o gay

che non intendono definirsi bisessuali solo per qualche esperienza del passato

che presumono non sia destinata a ripetersi.

 

Una volta la discriminante era politica

e aveva a che vedere con la nostra simpatia verso le minoranze.

Un maschio reazionario si definiva bisex dove un maschio progressista

già si definiva ampiamente gay e continuava a definirsi etero

anche là dove un ragazzo di sinistra si accettava come bisex.

(Ora il termine "queer" ha un po' complicato la situazione almeno in certi ambienti di sinistra.)

 

 

Se nella tua vita sei stato compreso tra 1 e 4, definirti bisex è molto facile. La questione riguarda generalmente etero o gay che non intendono definirsi bisessuali solo per qualche esperienza del passato che presumono non sia destinata a ripetersi.

 

Forse volevi scrivere fra 2 e 4, altrimenti l'eterosessualità non è implicata

No, non è questo il punto...XD

 

A parte l'arbitrarietà del fatto di escludere i maschi bisex

perchè solo le femmine sono "fluide"

 

Ma per l'appunto nicola89 è un maschio e fino a prova

contraria i bisex maschi dovrebbero essere la metà dei bisex

 

Tralasciando questo...perchè da 1 a 4 e non da 2 a 4 o da 1 a 5?

 

Da una parte lasci fuori lo 0, dall'altra il 5 ed il 6, cioè due numeri

come si spiega l'asimmetria? E' voluta o un errore?

 

 

Forse volevi scrivere fra 2 e 4, altrimenti l'eterosessualità non è implicata

 

 

Misteriosamente la scala Kinsey parte da zero.

C'è però da dire che diffcilmente chi è ad 1,a cui penso appartenga una buona parte della popolazione che si dichiara etero, ha facilità nel dichiararsi bisex. Almeno credo... Nei miei primi step in cui ho capito di non essere uno 0 ma un 1 non mi sarei mai dichiarato bisessuale, ma semplicemente un etero con una spiccata curiosità e apertura mentale.

Il motivo per cui ho scritto "da 1 a 4" è perché sono i numeri dichiarati da Nicola89b

 

 

 

A parte l'arbitrarietà del fatto di escludere i maschi bisex perchè solo le femmine sono "fluide"

 

Non è arbitrario.

La Diamond ha proprio detto che ha preferito un campione al femminile

perché con i maschi non riusciva a dimostrare la sua tesi :)

(Ovvero che anche le etero possono occasionalmente innamorarsi di una donna

e le lesbiche occasionalmente innamorarsi di un uomo,

senza ridefinire necessariamente il loro orientamento)

 

 

 

Tralasciando questo...perchè da 1 a 4 e non da 2 a 4 o da 1 a 5?

 

Mi sono attenuto a quello che ha scritto Nicola.

 

 

 

Esempio lampante, io mi posso considerare vicino un 2 ad esempio in questo periodo. Fino a un mesetto fa ero piu vicino ad un 3 (quasi un 4) nella scala, perchè mi ero preso una cotta per un ragazzo . Se guardo ancora a 6 mesi fare ero piu sull'1 perchè ero fidanzato con una ragazza.

Ah beh, credevo fosse una idea della Diamond, tutto qui

 

Suppongo avrà detto che non è esattamente una idea "nuova"

( cioè è una roba di cui si parla da decadi...) il punto forse è quello

che lei separa la "fluidità" o per dirla con kinsey la intensità della gradazione

dall'orientamento, cioè dall'identità

LocoEmotivo

La questione riguarda generalmente etero o gay

che non intendono definirsi bisessuali solo per qualche esperienza del passato

che presumono non sia destinata a ripetersi.

Questo è il punto.

A parte il "delirio di Rotwang", fenomeno noto a tutti sul forum, per il quale sarebbero

tutti bisex da 1 a 5, è presumibile che invece un peso eccessivo venga ad acquisire, per

la sua centralità il numero 3

 

Anche la Chiesa perseguì chi diceva che l'omosessualità fosse innata (Antonio Rocco, 1650), oggi si ripete il processo inquisitorio su un forum di internet. Ora è proibito dire che chi scopa con le donne è bisex e che l'omosessualità sia genetica. Non è cambiato un tubo. E il bello è che l'inquisizione la fa un avvocato frocio.

Edited by Rotwang

 

 

E il bello è che l'inquisizione la fa un avvocato frocio.

 

Guarda che Hinzelmann ha fatto sesso con una ragazza a 19 anni,

quindi smettila di dire che è "frocio".

E' un normalissimo bisex.

1) la scala kinsey può essere usata bene o male a livello individuale

 

Viene usata bene, se serve a far chiarezza dentro di sé

viene usata male se serve a mentire a se stessi o a confondere

le acque

 

Chiunque la può usare bene, chiunque la può usare male perchè ognuno

di noi può essere sincero con se stesso o mentire a se stesso

 

2) la scala kinsey descrive una gradazione di comportamenti, ma le identità

sessuali sono invece delle categorizzazioni

 

A livello individuale quindi non può bastare ad autoidentificarsi, per il semplice

fatto che non è stata inventata per questo ed a livello sociale tende ad essere

interpretata da persone che invece lo fanno

 

3) L'effetto sociale indotto da questo uso della scala kinsey è che tende ad essere

letta come se fosse divisa in sezioni: Etero-Bisex-Gay

 

Di per sé non si può dire che questo sia sbagliato, anche se non era certo l'intenzione

di Kinsey

 

Questo riguarda TUTTI, non solo i gay non solo i bisex, o chi vi sta simpatico e/o antipatico

l'unica cosa che si può dire è che un consistente numero di eterosessuali, appartenendo ad una

larga maggioranza se hanno una identità sicura tendono ad interpretare l'eterosessualità come una

categoria universale e quindi ignorano la scala kinsey ( eteronormatività )

 

La presunzione di eterosessualità però, forse sta cadendo negli USA ed i ragazzini iniziano a definirsi

come "questioning" o potremmo dire noi "in esplorazione" della propria identità

 

La scala kinsey quindi funziona PRIMA dell'autoidentificazione come griglia di orientamento

ma viene piegata a questo uso sociale e poi perderebbe rilievo

 

Tutto ciò non ha niente a che vedere con la fluidità femminile che invece, suppongo, si differenzi

per intervenire anche DOPO la autoidentificazione ; quindi a prescindere dal fatto che non ci è stato

spiegato come funzionerebbe questa cosa ( ammesso che la Diamond lo sappia ) anche in questo

caso la donna sarebbe passata da questioning a lesbian ( salvo eventuali esperienze successive che

contraddirrebbero l'orientamento scelto )

 

 

 

Anche la Chiesa perseguì chi diceva che l'omosessualità fosse innata

 

Se è per questo Hitler ha sterminato milioni di persone nate ebree

cioè non è che il fatto che gli ebrei fossero nati tali, lo abbia spinto

a più miti consigli - odiandoli - è anzi presumibile che lo abbia spinto

a sterminarli, perchè incorreggibili

 

 

3) L'effetto sociale indotto da questo uso della scala kinsey è che tende ad essere letta come se fosse divisa in sezioni: Etero-Bisex-Gay

 

Dallo studio in apertura del topic non sembra proprio.

Non credo che il 52% dei ragazzini si definisca bisex o gay.

 

A me interessa capire quali fattori fanno la differenza

tra chi risponde "2" e si identifica come etero

e chi risponde "2" e si identifica come bisex.

 

Se contano più i fattori culturali o i fattori personali,

la religione, la politica, la famiglia o cos'altro.

Almadel, non è in questione -credo- il fatto

che una persona "in esplorazione" sia anche

in parte confusa

 

Magari non solo confusa, ma anche curiosa

avendo degli interrogativi da risolvere

 

Il punto è che io gli dò un significato positivo

rispetto a fermamente convinto che si possa e

si debba essere solo Eterosessuale

Sarà, ma io ho sempre considerato

la storia della "confusione adolescenziale"

come la classica omofobia da ambiente familiare.

 

"Come fai a dirlo? Alla tua età vuoi solo sperimentare!"

o frasi di questo genere.

 

 

L’importante agenzia statunitense J. Walter Thompson Innovation Group ha condotto un sondaggio su larga scala sui giovani dai 13 ai 20 anni e ha scoperto che il 52% di loro non si dichiara esclusivamente eterosessuale.

 

Le cose cambiano con la fascia di età superiore, infatti i ragazzi dai 21 a 34 anni si dichiarano completamente etero al 65%.

 

Lo dedurrei - ma ovviamente è discutibile - a posteriori

dal fatto che una parte di coloro che si dichiarano " non

esclusivamente eterosessuali" poi lo diventano o comunque

scoprirebbero al termine della loro esplorazione di essere

sempre stati eterosessuali

 

Questo dovrebbe significare che sono stati "eterosessuali dubbiosi"

 

Altrimenti dovremmo ritenere che c'è un 13% di ragazzi che al termine

della loro fase esplorativa adolescenziale, decide di reprimere la propria

componente gay

Se si parlasse di gay che si definiscono bisex, potrei pure capire, il problema è che qui il 52%, cioè la maggioranza, si definisce almeno bisex, quindi parliamo di quei fantomatici etero che iniziano pian piano a dire che il bananone sotto sotto piace pure a loro.

Tra 50 anni sarete li al bar, mentre bevete il vostro tè delle 4 del pomeriggio, a parlare ancora di ste stronzate, quando ormai quella % sarà aumentata ancor di più, già me lo immagino Rotwang "eh ma lo diceva piero angela...", mentre rincorre i bambini col bastone e con la gobba da nonno gridando "Gay si nasce !!!"

Se si parlasse di gay che si definiscono bisex, potrei pure capire, il problema è che qui il 52%, cioè la maggioranza, si definisce almeno bisex, quindi parliamo di quei fantomatici etero che iniziano pian piano a dire che il bananone sotto sotto piace pure a loro.

Tra 50 anni sarete li al bar, mentre bevete il vostro tè delle 4 del pomeriggio, a parlare ancora di ste stronzate, quando ormai quella % sarà aumentata ancor di più, già me lo immagino Rotwang "eh ma lo diceva piero angela...", mentre rincorre i bambini col bastone e con la gobba da nonno gridando "Gay si nasce !!!"

 

Chi dice che non si nasce è sempre chi ha problemi d'accettazione della propria sessualità, tu sei uno di questi.

Lo hai sentito su Super Quark ?.

 

No, basta leggerti amore, denoti benissimo insicurezza sessuale oltre ogni limite. E chi ha insicurezze, le scarica spesso su concetti astrusi per giustificare cose inventate: tipo che siamo tutti bisex o che gay, etero e bisex si diventa. O che tu sia bisex, che non ci crede nessuno.

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