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Elezioni comunali romane: le vostre posizioni


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praticamente -a quanto ho capito- si sono attaccati al fatto che l'ufficio dove sono stati portati i faldoni con firme, liste eccetera avrebbe dovuto SUBITO accorgersi dell'errore e fargli riportare la documentazione corretta & completa entro i termini massimi x la consegna.

 

Una mezza arrampicata sugli specchi molto formalista per chiuderla lì (prova tu, comune mortale, a consegnare mezzo modulo o incompleto o sbagliato a un ufficio.. sai quanto gliene fregherebbe della buona fede, della svista eccetera?).

---

Cmq, tornando alla cialtronata del voto anche di lunedì, leggo e basisco (ma nemmeno troppo): "La proposta di Angelino Alfano di tenere i seggi aperti anche il lunedì non è stata neanche presentata in Cdm, è stata ritirata per manifesta impossibilità di procedere"

(da qui http://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/elezioni_renzi_alfano_si_vota_solo_domenica-1738610.html )

bah..

sulla questione dello scoglionamento TOTALE dei romani,

con colpevolissimo ritardo leggo, lodo & linko codesto ineccepibile sfogo di Christian Raimo uscito su Internazionale 1 settimana fa

http://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2016/05/09/roma-sgomberi-crisi

no vabbè, questo DAL SUDAFRICA ha capito benissimo come stiamo messi;

tanto ma tanto meglio dei romani stessi:

"appare sempre evidente che parte dell'apparato burocratico della città non abbia alcun interesse o conoscenza di quello che succede in altri settori. Avrei bisogno di qualcuno che mi spiegasse il senso dell'organizzazione di questa città""

:hail:  :hail:  :hail:  :hail:  :hail:  :hail:  :hail:  :hail:  :hail:  :hail:  :hail:  :hail:   :hail:

da http://www.repubblica.it/cultura/2016/05/25/news/roma_kentridge-140540493/

partendo dallo sfogo di Vlady anti-Raggi di stamattina alla conferenza stampa x presentare la stagione del gayVillage,

leggo un interessante retroscena, non troppo fantapolitico

http://www.affaritaliani.it/roma/luxuria-accusa-raggi-cerca-voti-a-destra-rifiuta-il-gay-village-424203.html?refresh_ce

partendo dallo sfogo di Vlady anti-Raggi di stamattina alla conferenza stampa x presentare la stagione del gayVillage,

leggo un interessante retroscena, non troppo fantapolitico

http://www.affaritaliani.it/roma/luxuria-accusa-raggi-cerca-voti-a-destra-rifiuta-il-gay-village-424203.html?refresh_ce

Spero vinca la Raggi, così i cittadini si renderanno conto di cos'è il Movimento 5 Stelle.

La Repubblica

 

"Promuovere l'uso di "monete complementari" per favorire i piccoli negozi che più soffrono la crisi, attraverso un sistema di buoni sconto, basato sullo scambio di servizi, in pratica una sorta di "baratto parziale". La proposta del candidato sindaco di Roma per M5s Virginia Raggi fa discutere.  "Stiamo studiando Sardex ", il circuito di 'moneta complementarè che già esiste in Sardegna, e "il Tibex che riprendendo il modello di Sardex è già attivo a Roma e nel Lazio. Con Sardex - ha spiegato Raggi durante un forum all'Ansa - si crea un circuito virtuoso tra imprese che lavorano in un territorio e che scambiano servizi tra loro".
 
"Si crea una sorta di credito tra imprese - aggiunge la candidata al Campidoglio - Una che vende un certo tipo di prodotto ha un credito in Sardex che potrà spendere all'interno di un circuito di imprese che vendono o offrono altri servizi per cui si scambiano dei crediti. E' come se i servizi si pagassero in natura".  
 
"In più in passato - prosegue la Raggi - è stato usato lo cheque, una sorta di buono sconto che veniva attribuito a determinate merci nell'ambito del commercio locale. Per esempio, il taglio o la piega dei capelli invece di venderla a 10 euro potevano venderla a 8 euro più due cheque.  Utilizzando questa sorta di buono sconto il cittadino risparmia, andando dal parrucchiere, nei piccoli esercizi sotto casa. Quest'ultimo guadagna due cheque e potrà andare a un bar e comprarsi un tramezzino pagando un euro e uno cheque. Un baratto parziale, perché la moneta continua a circolare".
 
L'uscita della Raggi non è però piaciuta al Pd che passa all'attacco.
"Altro che decrescita felice, con Virginia Raggi le ricette economiche del movimento 5 stelle fanno un vero salto di qualità: vuole riportare Roma al baratto. Siamo oltre il ridicolo" polemizza Lorenza Bonaccorsi, della segreteria nazionale Dem e presidente Pd Lazio.
 
"Dopo la funivia e i pannolini lavabili - spiega ancora Bonaccorsi - dopo i parlamentari badanti e il contratto capestro con fideiussione da 150mila euro, siamo all'ennesima dimostrazione dell'inadeguatezza di Raggi e del suo staff anonimo che la teleguida da Milano. Con tutti i problemi che dovrà affrontare il prossimo sindaco, a partire dalle buche e la mobilità sulle quali non abbiamo ascoltato neanche una proposta concreta dai cinque stelle, non si capisce che senso abbia pensare di portare in una città di quasi 3 milioni di abitanti un sistema sperimentato in alcune zone della Sardegna".
E sulla proposta Raggi interviene anche il presidente Pd, Matteo Orfini con un tweet: "L'unica cosa che non ho capito è se il biglietto della funivia si può pagare col baratto". E il senatore dem Stefano Espostito incalza: "Ecco ricetta economica Raggi: il baratto. Chi la guida da Milano vuol portare Roma al medioevo".

Edited by Rotwang
Il Post

 

Nessuno al Post vota a Roma. E sappiamo l’effetto che fa, quando qualcuno che non c’entra si immischia. E va bene, però è anche che c’entriamo, pure da quassù: abbiamo scherzato finora su come sia più eccitante la circense varietà di candidati romani rispetto all’omogenea scelta milanese, ma è anche vero che oltre ad avere diversi di noi pezzi di vite passate e attuali legati a Roma, stiamo pure parlando di una città che davvero non è dei soli romani, per diverse ragioni note e indiscutibili (anche se spostassimo la capitale).

E insomma, vista da qui, Roma è la città con più opportunità e insieme con più problemi del mondo, e quando i grillini dissero quella cosa che suonava sbilenca (“c’è un complotto per farci vincere a Roma”), in realtà dissero una cosa fondatissima, malgrado le prese in giro: la consapevolezza dell’impossibilità di governare con efficienza e successo – problema universale – a Roma ha raggiunto una condivisione quasi universale. Nessuno crede più che un sindaco possa “risolvere i problemi di Roma”: i due fattori che fanno desiderare la vittoria di un candidato o un altro sono a) lo scongiurare che vinca uno peggiore e b ) il coinvolgimento tifoso con una parte. Al massimo una qualche simpatia per il prescelto, ma che non arriva nemmeno lontanamente a una illusoria fiducia in implausibili imprese. Tanto che, appunto, ormai in molti si rassegnano a che vinca pure il peggiore, così il guaio sarà suo: e se poi Virginia Raggi risolve i problemi di Roma, amo svortato.

 

Però, detto questo, a Roma si può votare – è ovviamente sfavorito – forse il migliore candidato sindaco di tutto il catalogo delle amministrative nelle grandi città, che è Roberto Giachetti. Persona di grande umanità e “normalità” senza essere un incompetente “cittadino prestato alla politica”, anzi: persona con lungo curriculum di impegno politico e di ruoli rilevanti nelle istituzioni nazionali, senza essere mai stato niente del peggio della “vecchia politica”. Persona di grandi attenzioni ai diritti, alla giustizia, alla correttezza e al rispetto delle regole e delle persone. Persona che conosce sia la vita da romano che i meccanismi politici con cui si affrontano i problemi. Voi direte: ma la sa governare una città? E chi lo sa: probabilmente, dicevamo, nessuno la sa governare. E magari hanno ragione quelli che vogliono i “manager” a fare i sindaci: a Milano ne abbiamo due in ballo, ma intanto il sindaco milanese più apprezzato degli ultimi decenni che ora sta scadendo somigliava molto più a Giachetti, come profilo e biografia, che a un manager. E soprattutto, a Roma non sono candidati né manager né altri che soddisfino gli auspici di chi pensa che là serva un efficiente funzionario, che “rimetta in riga” e riparta da zero come se Roma fosse un posto normale. Tutte le alternative alla qualità umana e politica di Giachetti sono umani e compagini in diversi stati d’ebbrezza. Poi si può anche votare per simpatie, antipatie, o per curve da stadio, ma allora al diavolo Roma, e diciamolo.

 

Sì, Giachetti non sta facendo una campagna elettorale trascinante: il suo sembra l’impegno di uno che sa già di vincere, invece che quello di uno che ha cospicue probabilità di perdere e dovrebbe inventarsi qualcosa. Non lo aiuta il fatto che essendo il meno pacchiano dei candidati, le attenzioni dei media si dedichino di più alle baracconate o alle scemenze degli altri. Non c’è gusto in questo paese, a essere normali. Però è anche vero che pure la normalità qualche passione dovrebbe suscitarla: presentare una potenziale giunta completamente prevedibile (e in alcuni casi deludentemente e sventatamente datata) non è stata una grande idea per sfruttare l’opportunità di guadagnare consensi differenti e diversificare l’offerta.

 

Infine, c’è la ragione più solida per raffreddare i desideri che Giachetti vinca le elezioni romane: ed è che a candidarlo è il PD responsabile della catastrofe Ignazio Marino – sia che si reputi una catastrofe la sua elezione che la sua destituzione, o entrambe – ed è il PD romano che chiunque conosce come uno dei più inespugnabili porti delle nebbie e delle zizzanie e dei traffici di potere tra i tanti guai locali del PD che il rinnovamento renziano non è apparso finora in grado di governare. Che garanzie hanno gli elettori romani che quello che sta intorno a Giachetti sia all’altezza di Giachetti?

Una sola, è la risposta: ed è la candidatura stessa di Giachetti, promettente di un impegno a non consegnarsi a logiche vecchie o a logiche fallimentari. Non è tanto, ma è qualcosa.

 

Giachetti continua a essere la miglior persona in circolazione in quella e nelle altre maggiori competizioni elettorali della prossima settimana: e a meno di non voler fare quelli che guardano il Gran Premio sperando nell’incidente e poi però si rammaricano che qualcuno ci sia morto, è l’unica speranza di sottrarre Roma a incidenti gravi. Poi certo, è una città che è stata governata da Alemanno e i suoi, e quindi può sopravvivere a tutto, pure ai grillini che vincono e poi Virginia Raggi litiga coi grillini, e poi la sospensione dal partito, e tutta la routine di fallimenti e imbarazzi prevedibili. Però insomma, ci siamo affezionati: è un casino di capitale, ma è la nostra capitale, come diceva quello.

Edited by Rotwang
Sì, Giachetti non sta facendo una campagna elettorale trascinante: il suo sembra l’impegno di uno che sa già di vincere, invece che quello di uno che ha cospicue probabilità di perdere

..come dimostra il dettaglio che col c. che il tenero giak molla la vicepresidenza della camera..

poi non è vero che manco sanno di che parlano, sti geni del giornalismo...

 

nooo, mica...

almeno si informassero prima de sparà sfondoni simili, marò...

Edited by freedog

..come dimostra il dettaglio che col c. che il tenero giak molla la vicepresidenza della camera..

poi non è vero che manco sanno di che parlano, sti geni del giornalismo...

 

nooo, mica...

almeno si informassero prima de sparà sfondoni simili, marò...

 

Tesoro mio... la Raggi diventerà sindaca, stai tranquillo, anche col tuo voto e Roma affonderà definitivamente.

com'è che sei così acidah stasera, cì?

non mi pare il caso di offendersi x una critica fatta NON a te, ma alla sciatteria dell'ennesimo pezzo scritto coi piedi da quei cazzari..

ci sta fare un endorsement, ma almeno lo motivassero senza sparare sfondoni così giganteschi, chè ci vuole un nanosecondo a smontarglieli!!

 

 

la Raggi diventerà sindaca, stai tranquillo, anche col tuo voto

per la cronaca, sono ancora indeciso se domenica astenermi (credimi, visto il livello sottoterra de sta campagna elettorale, è una tentazione enorme!) o votare Magi, uno dei pochi personaggi decenti in lista.

 

PS: sai qual è il bello? Che se votassi x Riccardo (->radicali), alla fine voterei pure x il tuo Giachetti come sindaco; pensa un po'....

Edited by freedog
Hinzelmann
PS: sai qual è il bello? Che se votassi x Riccardo (->radicali), alla fine voterei pure x il tuo Giachetti come sindaco; pensa un po'....

 

Premesso che neanche io saprei cosa fare a Roma, però

potresti tranquillamente fare un voto disgiunto

 

Se non vuoi votare Giachetti, puoi votare un altro candidato

sindaco o - se nessuno ti convince e vuoi restare neutrale -

uno dei tanti candidati ultra-minori che sai non ce la faranno

mai ( a parte Adinolfi...o i neonazisti ci sarà un candidato implausibile

a cui dare un voto "neutro" tanto per votare un consigliere che ti piace )

 

Certo non è un voto entusiasmante, ma se hai dei consiglieri comunali

che vorresti poter sostenere lo puoi fare no?

Se non vuoi votare Giachetti, puoi votare un altro candidato sindaco

ma il dramma è che tra 12 candidati sindaci e 35 liste accettate (come da elenco: http://www.elezioni.comune.roma.it/elezioni/2016/comunali/liste/preselez00.htmveramente oltre a Riccardo (che cmq conta come il 2 di coppe quando comanda bastoni..) non vedo nessuno per lo meno decente!!!

e alla fine mi trovo a pensare che uno vale l'altro

 

lo so che sto sf[r]ociando nel populismo, nella banalità, eccetera; 

credimi, non m'è MAI capitato di avere questa fortissima sensazione;

e sta tentazione enorme di sfancularli tutti

Edited by freedog

Internazionale

 

Virginia Raggi, Alfio Marchini, Roberto Giachetti, Giorgia Meloni: uno di questi quattro sarà il prossimo sindaco di Roma. Stefano Fassina e Francesco Storace non hanno nessuna possibilità di arrivare al ballottaggio, ed è probabile che convergeranno su uno di questi già prima. Secondo i sondaggi, i consensi dei quattro sono tutti compresi in una forbice tra il 20 e il 30 per cento dei votanti, il che vuol dire tra il 10 e il 15 per cento degli aventi diritto. Una grande quota dei romani probabilmente si asterrà; ed è chiaro dunque che il sindaco di Roma sarà l’espressione di una minoranza poco disposta a cercare un’approvazione più larga, a confrontarsi sui temi, ma molto intenzionata a smarcarsi dal resto degli altri politici e a lucrare consenso con toni demagogici.

 

Questa campagna elettorale per il Campidoglio – confusa, rabberciata, incolore, distratta, con tratti ridicoli (la candidatura di Bertolaso è stata credibile solo per le parodie sui social) – si è gonfiata di ogni refolo possibile di antipolitica e postdemocrazia, non lasciando emergere nel dibattito delle idee quasi nient’altro che formule retoriche vuote. Due più di altre: l’essere contro tutto e tutti, e l’amore per Roma in quanto Roma.

 

Giachetti cerca di cavalcare stancamente la rottamazione di Renzi e il presunto repulisti avvenuto nell’ultimo Pd, Marchini rimarca il suo essere libero dai partiti, Virginia Raggi non perde occasione per presentarsi come la rappresentante immacolata di una società civile pura e catartica, Giorgia Meloni è scatenata in una furia legalitaria contro la casta dei corrotti.

 

Si moltiplicano da una parte gli slogan tautologici. Roma torna Roma (Giachetti);Questa è Roma (Meloni); Roma sei tu (Bertolaso); Io amo Roma. E tu? (Marchini) che sono la versione ulteriormente impoverita dello slogan di Ignazio Marino Non è politica, è Roma. “Roma” è diventato chiaramente un segno vuoto che indica tutto e niente, ma che evoca nell’immaginario un’appartenenza simbolica quasi tribale – vedi Meloni che rivendica il suo accento romanaccio o Marchini che propone una settimana di celebrazioni per il natale di Roma.

 

Dall’altra parte la famigerata politica 2.0, screditando in ogni modo la democrazia rappresentativa, ha esaltato il feticcio della partecipazione trasformandolo nella sua misera caricatura. Da mesi i candidati – confessando implicitamente l’incapacità di presentarsi come guida, cancellando ogni identificazione personale e bramando una sorta di verginità politica– si dichiarano in ascolto della città (Marchini, Giachetti, Fassina), titillano gli elettori con slogan come Se vinco io, decidi tu (Raggi), chiamano a raccolta i sostenitori con l’invenzione di una campagna virale ridotta a giochino scemotto (Giachetti ispirato da Proforma). L’ambizione di mettere insieme un consenso non solo temporaneo, emotivo, ma capace di formare una costituency,si sta rivelando per tutti un fallimento.

 

Senza un programma

 

La battaglia ideale è ridotta a schermaglie di tweet, ad accuse infantili. Tutti si dichiarano candidati trasversali, che spesso è un altro modo di dire politicamente ondivaghi, e in definitiva inconsistenti.

 

Dall’altra parte latitano i programmi. I 101 punti di Alfio Marchini sono un pastrocchio di idee tra l’utopico e il velleitario, misure molto limitate su alcune delibere e genericissime opinioni.Virginia Raggi, come al solito per i Cinque stelle, riduce tutto a un elenchino che può stare in una paginetta: proclami assertori senza nessun merito per i processi di realizzazione. Il programma di Bertolaso (ritiratosi e “in panchina” per Marchini) prevedeva la balneazione del Tevere (sic!).

 

Giachetti non aveva presentato un programma vero e proprio per le primarie e – nonostante l’avesse promesso – non l’ha fatto dopo: le sue linee guida cercano di conciliare, spesso in maniera impossibile (altro che il “ma anche” veltroniano), lo spirito politico di un Walter Tocci con quello del renzismo: manutenzione e grandi eventi come le Olimpiadi del 2024. Giorgia Meloni se ne infischia di definire perfino una prospettiva politica e ogni giorno sovrappone polemiche nazionali a questioni cittadine, frecciatine contro il governo e Berlusconi a un’enfasi lepenista nemmeno ben rimasticata.

 

Un tema urgente e centrale come l’inclusione dei rom è trattato con la virulenza proporzionale all’acrimonia razzista che genera; la questione dell’accoglienza dei rifugiati e dei migranti è ignorata o sceverata con categorie inadeguatissime.

 

Ma manca anche, e molto, una diagnosi attenta della città, della sua storia recente. Se non ci si dimentica di gridare quanto Roma sia una città sull’orlo del baratro, nessuno però si assume il compito di analizzare dei fenomeni di lungo periodo che hanno portato alla crisi. Mafia capitale sembra essere stata una malattia esantematica causata da un virus di stagione.

 

Il problema della riduzione del gigantesco debito comunale (13 miliardi e passa di euro) sembra non riguardare il ripensamento di una città che si regge su un’economia della rendita; per capirci, oggi a Roma l’affitto medio per un appartamento è 900 euro a fronte di un reddito medio di 1.200 euro. E la stessa cosa vale per i trasporti, le infrastrutture, l’edilizia. O ancora di più per la cultura: le idee dei quattro candidati si fermano a pensierini lapalissiani, l’arte è importante, o a ideuzze da pubblicitari, la valorizzazione delle bellezze della Roma antica o poco più.

 

S’invoca l’onestà, la sicurezza, la trasparenza senza considerare come questi siano valori che scaturiscono da una politica capace di farsi pedagogia e di intervenire sui problemi strutturali. Non si è riusciti a coinvolgere gli intellettuali, l’associazionismo, i movimenti all’interno della campagna elettorale, provando a spostare il confronto su una prospettiva di lunga durata. Anzi, il commissariamento amministrativo con Tronca è valso come forma di sordina al dibattito politico: il protagonismo effimero dei retakers (gruppi di cittadini autoorganizzati) o di un sito come Roma fa schifo fanno il paio con il rischio di sgomberi dei pochi spazi di politica dal basso che hanno fatto da contrasto con una politica istituzionale sempre meno incisiva. La chiusura di quel teatro Valle, che per tre lunghi anni è stato – tra le molte altre cose – un piccolo parlamento cittadino, è più di un simbolo di quest’assenza.

 

Insomma il futuro di Roma è incertissimo, l’unica cosa sicura è che uno di questi quattro sarà il sindaco di Roma. E questa, da qualunque parte la si guardi, non è una bella notizia.

Edited by Rotwang

 

 

Stefano Fassina e Francesco Storace non hanno nessuna possibilità di arrivare al ballottaggio, ed è probabile che convergeranno su uno di questi già prima

Storace appoggia Marchini da un mesetto..

l'articolo è vecchio o su internazionale c'hanno auto una svista (cosa insolita x loro)?

LocoEmotivo

Secondo i sondaggi, i consensi dei quattro sono tutti compresi in una forbice tra il 20 e il 30 per cento dei votanti, il che vuol dire tra il 10 e il 15 per cento degli aventi diritto. Una grande quota dei romani probabilmente si asterrà; ed è chiaro dunque che il sindaco di Roma sarà l’espressione di una minoranza poco disposta a cercare un’approvazione più larga, a confrontarsi sui temi, ma molto intenzionata a smarcarsi dal resto degli altri politici e a lucrare consenso con toni demagogici.

Come il resto della politica nazionale, oserei dire.

allora.. dati ufficiali del seggio che presiedevo;

siccome ogggi sò sto scoglionato & stonato,

x ripassarmi un po' excel sto a calcolà le percentuali dei candidati sindaco al seggio mio (m'è rimasto in tasca il foglio coi conti);

le ho lasciate arrotondate all'unità, ma rendono l'idea di come è andata.

raggi  206 voti - 37%
giachetti 139 voti - 25%
meloni 118 voti - 21%
marchini 82 voti - 14%
adinolfi 8 voti - 1%
fassina 6 voti - 1%
di stefano 5 voti - 1%
di francesco 2 voti
mustillo 2 voti
iorio 1 voto
maritato 1 voto
rienzi 1 voto

-----
totale 571 voti validi
bianche 5
nulle  12
votanti 588
(nella lista elettorale sono 953 -> percentuale votanti 61.7%)

--

sì, da me Adinolfi ha preso più voti di Fassina.. sconvolgente eh?

[e adesso fabius attaccherà il suo solito pippone sul nero & fosco futuro, in un mondo in cui bigotti simili avanzano prepotentemente, ottenendo perfino percentuali da zero virgola zero carbonella..]

Edited by freedog
Freewheeler

L'unica cosa che spero davvero è che Magi resti nell'assemblea comunale.

allora.. dati ufficiali del seggio che presiedevo;

siccome ogggi sò sto scoglionato & stonato,

x ripassarmi un po' excel sto a calcolà le percentuali dei candidati sindaco al seggio mio (m'è rimasto in tasca il foglio coi conti);

le ho lasciate arrotondate all'unità, ma rendono l'idea di come è andata.

 

Si sa come mai i risultati dai seggi romani ci hanno messo così tanto ad arrivare?

Si sa come mai i risultati dai seggi romani ci hanno messo così tanto ad arrivare?

certo che sì!

a parte il fatto che sabato un sacco di nominati tra presidenti & scrutatori han dato buca (chi per il ponte, chi perchè non aveva voglia di farsi un mazzo a tarocco) e x sostituirli non si sa chi possono avè raccattato [e fidati, certe domande preferisco non farmele..],

lo spoglio x comune, municipio & regioni (per come è fatta la legge elettorale x le amministrative, vedi alla voce voto disgiunto), è un casino, e farsi tornare i conti è praticamente un'equazione di millantesimo grado!

 

-se vi annoiano i tecnicismi, chiudete qua e ignorate il resto del papiro, che spero mi venga comprensibile-

allora, per prima cosa, con una scheda tocca fare 3 scrutini diversi,

partendo -nel nostro caso- dai voti per il candidato sindaco. (scrutinio numero 1)

Una volta calcolati questi e tolte bianche & nulle dal conto (e specie per le nulle è un corpo a corpo senza pietà coi rappresentanti di lista, che cercano in TUTTI i modi di far diventare buoni anche voti improponibili),

devi sottrargli quelli che han votato solo il sindaco SENZA indicare nessuna lista;

-voti che vanno inseriti nella colonna del verbale dei voti "di cui per il solo candidato sindaco" (colonna meglio nota come "di cui");

ovviamente il totale DEVE essere quello dei voti validi,

 

a questo punto inizia lo scrutinio numero 2: i voti di lista;

terminato il quale, la somma tra voti espressi ed i famosi di cui di prima DEVE dare il totale dei voti validi per il candidato sindaco;

se il conto non torna -e questo conto non torna MAI alla prima botta- ti devi mettere a ricontare TUTTO, finchè non scovi la magagna e la correggi;

siccome i voti disgiunti ad altra lista a questo punto vanno aggregati alla lista votata, c'è SEMPRE la scheda stronza che t'è sfuggta -ricordo sempre che st'operazione avviene a notte fonda, e una svista è fisiologica!- e sballa i totali.

 

Quando scopri il bug e lo correggi, puoi passare allo scrutinio numero 3: le preferenze.

Come ricordo spesso, a votare ormai vengono SOLO i vecchi, che

  • o hanno grafie improponibili
  • o storpiano i nomi dei candidati
  • o sbagliano e scrivono tra le preferenze "Meloni", piuttosto che "Raggi" -infatti il pd 3 anni fa, conscio della cosa, fece la zozzata di inserire nelle liste consiglieri del partito e della civica di appoggio un paio di candidate che si chiamano Marino; non le conosce(va) nessuno, ma vennero elette!-,

Aggiungici che hai DUE copie di verbale e di tabelle di scrutinio da compilare CORRETTAMENTE (per la giuoia dei segretari..) e capisci perchè ho finito lo scrutinio del comune alle 3 e 1/2 di stanotte.

-mentre per le europee (dove devi calcolare solo liste & preferenze, finisco verso mezzanotte e 1/2 - l'una e per i ballottagi & i referendum in 3/4 d'ora è già tutto impacchettato-

 

Oh, a completamento del quadruccio, subito dopo la fine dello spoglio per il comune, abbiamo dovuto iniziare quello per le circoscrizioni (o municipi che dir si voglia);

che ha forma & svogimento IDENTICI.

Risultato: ho trovato la strada dell'agognato cuscino alle 8 meno 20, quando ho sfanculat.. ehm.. salutato tutti e me ne sò andato a dormì.

E sono stato il primo di tutto il plesso mio a chiude

 

Un poveraccio di scrutatore delegato è partito x consegnare i plichi alla vecchia fiera di roma (da noi partivano un paio di taxi [sono 6 sezioni], e finchè non finivano almeno un altro paio di seggi, la prima macchina con scrutatori & messo non poteva partire) solo alle 10 di stamattina.

Tempo di andare, consegnare e tornare (ti lasciano davanti al seggio di partenza; per questo mando sempre qualcuno che abita lì vicino) e ha trovato la strada di casa poco prima delle 11

gli ho promesso cena pagata al ballottaggio

Edited by freedog
Freewheeler

 

 

Un poveraccio di scrutatore delegato è partito x consegnare i plichi alla vecchia fiera di roma (partivano un paio di taxi [sono 6 sezioni], e finchè non finivano almeno un altro paio, la macchina con scrutatori & messo non partiva) solo alle 10 di stamattina.

gli ho promesso cena pagata al ballottaggio

Avesse avuto il mio presidente di seggio la stessa delicatezza, quando feci lo scrutatore xD

Al mio seggio ho chiuso alle 6 e mezza, e su 4 sezioni sono stata la terza a finire. Al rappresentante del sindaco hanno detto che eravamo tra i primi, e in effetti a via dell'Arcadia non c'era un cane. Vero anche che da noi l'affluenza è stata molto bassa, sotto al 50%. Io ho avuto un po' di problemi con i rappresentanti di lista durante lo scrutinio del municipio, senza loro a rompere avrei finito almeno mezz'ora prima.

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